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Quello che siamo è racchiuso nei ricordo del nostro passato. Memoria e identità sono strettamente colleate
tra loro.
All’interno della memoria autobiografica i ricordi non sono sparsi ma tendoo ad organizzarsi in modo
gerarchico. Secondo il modello di Conway e Rubin la memoria autobiografica è divisa in tre livelli:
-generale= si riferisce ai periodi di vita e comprende lunghi segmenti temporali (i tempi in cui frequentavo
l’uni) cornice di riferimento per i recupero di ricordi specifici
-intermedio= eventi generici ampi e ripetuti che si sono svolti in un arco di tempo di giorni-settimane-mesi
(quando ho temuto il primo corso all’uni)--> ricordi più frequenti
-specifico = singoli episodi (primo colloquio di lavoro)
Le memorie autobiografiche tendono ad essere accurati nei loro contorni generali, ma non quando si parla
dell’evento specifico. La natura costruttiva e creativa della memoria agisce anche a livello dei ricordi
autobiografici: i nostri ricordi personali sono costruzioni complesse.
Esistono due tipi di false memorie autobiografiche:
1. FALSE MEMORIE AL SERVIZIO DEL SE’, che sono ricordi distorti per preservare un senso di identità
personale
2. FALSE MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE INFANTILI, che sono ricordi falsi e mai accaduti
Il bisogno di coerenza con il sé esercita tre effetti sulla memoria che hanno significato adattivo in termini di
benessere psicologico:
1 porta a ricordare meglio i ricordi autobiografici coerenti con il sé attuale
2. favorisce la dimenticanza dei ricordi incoerenti con il senso di identità personale (oblio motivato)
3. altera e distorce ricordi per renderli coerenti con i sé attuale.
I risultati ottenuti dimostrano che è possibile indurre in soggetti adulti un falso ricordo di smarrimento in
età infantile: al termine della fase 3 il 25% dei partecipanti riferì di ricordare di essersi smarriti in un
supermercato ( era l’evento infantile spiacevole scelto per indurre un falso ricordo).
L’esperimento è stato svolto da altri autori con alcune variabili.
-plausibilitàpiù l’evento è plausibile( sia come plausibilità generale che come personale-soggettiva), più è
facile sviluppare un falso ricordo.
-racconto familiare o fotografiaalcuni studi hanno ottenuto un effetto simile a quello provocato dal falso
racconto familiare utilizzando una foto ritoccata o un fotomontaggio. Rispeto al racconto, la fotografia
lascia meno spazio al lavoro mentale di ricostruzione-distorsione-arricchimento perché è ricca di dettagli
percettivi. L’immaginazione mentale dà un grande contributo in questo caso.
-meccanismi all’origine del falso ricordo all’origine del falso ricordo sta l’azione di tre fattori: la pressione
sociale, i processi elaborativi-costruttivi basati sulle conoscenze e l’immaginazione mentale.
La pressione sociale viene esercitata in più forme, ad esempio fornendo un suggerimento esterno attribuito
ad una fonte credibile ed affidabile. Il suggerimento per funzionare, deve riguardare un evento noto , su cui
cioè, debbano essere presenti nel soggetto conoscenze semantiche e schematiche sull’evento, che
arricchiscono e trasformano l’info originaria. Questi processi entrano in gioco durante la lettura del ricordo.
il processo di integrazione trasforma sempre più il falso racconto familiare. Questo arricchimento diventa
più forte se agiscono le immagini mentali.
L’effetto finale della costruzione-immaginazione causa familiarità (l’evento diventa sempre più familiare per
la nostra mente) e errata attribuzione di fonte ( il ricordo diventa sempre più simile al ricordo di un ricordo
realmente accaduto, aumentando il rischio di confusione di fonte)