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VI: L’ATTACCAMENTO IN ETÀ ADULTA: GLI STRUMENTI DI MISURA

6.1 Dall’adolescenza all’età: autonomia e indipendenza


Gli adulti, quindi, come i bambini costruiscono in maniera attiva la loro realtà e sono regolati dalle
loro rappresentazioni mentali relative al sé e agli altri nell'espressione delle emozioni, nella messa
in atto dei comportamenti, nelle scelte che operano. Usufruire di una solida base all'interno della
famiglia fa sì che il bambino prima, l'adolescente poi, infine il giovane uomo si possono allontanare
per una serie di esplorazioni sempre più lunghe. Indipendenza può tuttavia attuarsi felicemente
solo nel contesto di una relazione affettiva e durevole con la cura di accudimento; Gli adolescenti
possono esplorare da un punto di vista emotivo la possibilità di vivere indipendentemente dai loro
genitori solo se, ha un livello profondo, sanno che potranno fare affidamento su di essi in caso di
reale necessità. È nei ragazzi con relazioni di attaccamento figure che si realizza più facilmente un
equilibrio tra gli sforzi per ottenere l'autonomia e il senso dei propri legami familiari. Inoltre, è
probabile che, benché durante l'adolescenza la tendenza ad allontanarsi assuma una posizione di
primo piano, i ragazzi continuino a rivolgersi ai genitori quando si trovano in condizioni di forte
stress fino a quando diventano realmente adulti, se non oltre. Diverso il percorso di quei ragazzi
che abbiano esperito un maternage fondato su una imprevedibilità di cuore, insicurezza per ciò
che concerne la possibilità di usufruire di protezione o di conforto porta ad avere una
rappresentazione di sé stesso come eternamente a rischio e vulnerabile.

6.2 l'Adult Attachment Interview (AAI)


L’adult attachment interview eh un'intervista semi strutturata messo appunto dalla Main, i
soggetti vengono rivolte domande relative ai loro ricordi più antichi di separazione dei genitori, di
problemi emotivi e fisici, di lutti subiti in età infantile ho vissuti dei progenitori, ricordi che per lo
stress che ne deriva hanno la funzione di far riattivare il sistema dell'attaccamento, così da
condurre a risposte capaci di evidenziare come le funzioni relative all'attaccamento siano
organizzati a livello conscio e inconscio. Attraverso l’AAI si ricorre a una codifica che si basa:
 sulla narrazione delle proprie esperienze infantili;
 sulla valutazione che un adulto è in grado di farmi partendo dalla sua prospettiva attuale, la
quale emerge dallo stile narrativo.
Queste due dimensioni forniscono una misura dei modelli operativi interni quanto rilevano il modo
in cui pensieri ricordi sono strutturati e danno conto di una organizzazione cognitiva che è diversa
in funzione della qualità delle prime relazioni genitore-figlio.

6.2.1 La struttura dell’AAI


L’intervista di base un protocollo fisso costituito da 18 domande. La domanda iniziale riguarda la
composizione della famiglia di origine (1. per cominciare potrebbe aiutarmi a orientarmi un po’
sulla sua famiglia, per esempio chi c'era nella sua famiglia di origine e dove vivevate?). Le altre si
focalizzano sul rapporto con i genitori ed eventualmente con altre figure, si chiedono 5 aggettivi
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per descriverlo e ricordi di episodi specifici relativi a problemi emotivi e fisici che illustrino e
semplifichino la scelta di ciascun termine (2. ora vorrei che cercasse di descrivere il suo rapporto
con i genitori quando era bambino, partendo da dove riesce a ricordare; 3 e 4 potrebbe dirmi 5
aggettivi o frasi per descrivere il suo rapporto con sua madre/suo padre durante l'infanzia? può
dirmi quali ricordi o esperienze l'hanno portata a scegliere ciascuno di essi; 5. a quale dei due
genitori si assentito più vicino, quando era piccolo, e perché? 6. quando stava male, da bambino,
fisicamente per un problema emotivo virgola che cosa faceva, a chi lo rivolgeva? potrebbe
raccontarmi qualche episodio specifico relativamente a quando lei era turbato emotivamente? o si
è fatto male fisicamente? o era malato? il protocollo prevede poi domande che e visitano il
racconto di episodi di separazione dei genitori e delle emozioni provate in quelle occasioni (7.
potrebbe descrivere la sua prima separazione dai genitori?) le domande successive riguardano le
esperienze di rifiuto e di minaccia e la valutazione dell'effetto di queste esperienze sulla propria
personalità (8. chiama sentito rifiutato da bambino? lei che cosa faceva, in questi casi? senza che i
suoi genitori si rendessero conto che la stavano rifiutando?); 9. i suoi genitori l'hanno minacciata,
per disciplina, o per scherzo); 10. come pensa che tutte queste esperienze abbiano influenzato la
sua personalità da adulto? ci sono altri aspetti che lei considera come ostacoli il suo sviluppo?). La
domanda successiva è finalizzata a cogliere il livello di monitoraggio metacognitivo dei soggetti,
ovvero la loro capacità di dare un senso alle loro esperienze (11. perché pensi che i tuoi genitori ci
siamo comportati così?). Di seguito le domande relative a perdite e lutti che possono essersi
verificati in famiglia hanno lo scopo di esplorare i modi attraverso i quali sia riusciti a elaborare dei
propri esperienze negative e affrontare la sofferenza che deriva da tali perdite (13. voi ha fatto
l'esperienza della perdita di un genitore o di un'altra persona cara da bambino?). Infine, vengono
poste domande riguardanti il rapporto con i figli (16. che cosa provi adesso quando sei lontano da
tuo figlio?); 17. se dovessi esprimere tre desideri per tuo figlio tra 20 anni, quali sarebbero?). Per
chiudere la domanda 18: c'è qualcosa che hai imparato dalla tua esperienza da bambino?), questa
serve per far emergere l'importanza data alle proprie esperienze di attaccamento.

6.2.2 La codifica dell’AAI proposta da Mary Main


6.2.2.1 Le massime di Grice
L’AAI Apri viene registrata con un registratore audio e poi trascritta utilizzando il sistema di scoring
di Main e Goldwyn. La codifica è finalizzata a mettere in evidenza la capacità dell'intervistato di
farsi capire. Vengono pertanto rilevate, da un lato, le contraddizioni e le incoerenze tra ricordi
autobiografici e la descrizione generale che il soggetto fa della sua vita. Dall'altro viene evidenziato
il rispetto da parte dell'intervistato di una serie di principi elaborati da Grice. Questo si realizza
attraverso la considerazione di quattro regole relative alla qualità, quantità, rilevanza e maniera di
ciò che si dice, chiamate massime di Grice:
1) la massima della qualità prevede che è necessario essere veritieri e dare prova di quello
che si dice. Questa regola è violata nel momento in cui si verifica una contraddizione tra
livello semantico e descrizione di episodi specifici;
2) la massima della quantità fa riferimento alla necessità di essere succinti ma al contempo
completi;

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3) la massima della relazione/rilevanza tiene conto di quanto sia auspicabile non allontanarsi
dal tema e presentare argomentazioni che siano in relazione l'una con l'altra.
4) la massima della maniera prevede che bisogna essere chiari e ordinati nel raccontare.

6.2.2.2 Le scale per la valutazione dello Stato mentale relativo all'attaccamento


Una serie di scale a 9 punti, attraverso le quali si valuta la struttura del discorso, portata ha una
misura dello Stato mentale attuale del soggetto relativamente all'attaccamento.
La coerenza di trascritto vado da quanto un soggetto è a suo agio con l'argomento e fino a che
punto si confronta senza preconcetti e irrigidimenti con quello che è accaduto nella sua infanzia.
Il monitoraggio metacognitivo valuta fino a che punto l'intervistato da una parte è in grado di
rendersi conto delle sue contraddizioni durante l'intervista e di commentarle; dall'altro se riesce a
distinguere l'apparenza dalla realtà ovvero è capace di riconoscere che quello che racconta
potrebbe non corrispondere esattamente a quanto accaduto; per ultimo ammette che possono
esistere punti di vista diversi su quello che dice.
L'idealizzazione valuta la discrepanza tra i termini astratti utilizzati per descrivere il genitore e il
racconto relativo al suo comportamento affettivo.
La mancanza di memoria valuta l'incapacità di ricordare.
La svalutazione dell'attaccamento misura fino a che punto le esperienze affettive e i dolori che
possono derivare da separazioni, perdite e lutti vengono disprezzati e ridicolizzati.
La rabbia valuta le forme del discorso dalle quali emerge una rabbia attuale o sottintesa verso la
madre- periodi lunghi e senza pause quando si parla del genitore, un gergo psicologico dal quale
appare la collera verso la figura di attaccamento.
La passività emerge da una incapacità di trovare le parole per esprimersi, di finire un discorso,
dalla tendenza a parlare con un linguaggio infantile, a ricorrere a diminutivi.
La scala mancanza di risoluzione di un trauma o di un lutto valva la presenza di errori nel
monitoraggio del pensiero e del discorso durante il racconto di lutti o di altri eventi traumatici.
6.2.2.3 Le scale per la valutazione delle esperienze
Attraverso una serie di scale a 9 punti vengono valutate le esperienze così come sono riportate.
Punteggi alti nell'affetto, una scala che valuta la presenza di ricordi relative a figure di
attaccamento calde e responsive, sono appannaggio degli individui sicuri. Punteggi alti nel rifiuto,
la scala che balda il racconto di episodi in cui si è percepita la pressione verso un'autonomia
precoce o la sensazione di essere stati rifiutati e non voluti, nella pressione verso il successo o
nella trascuratezza definisce gli individui distanzianti; la scala coinvolgimento/inversione dei ruoli
misura i ricordi relativi alla pressione esercitata dal progenitore a che il figlio si comportasse come
genitore nei suoi riguardi, punteggi anzi in questa scala dei soggetti preoccupati/invischiati.
6.2.2.4 La classificazione

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La classificazione finale in categoria si basa su un punteggio complessivo di coerenza che emerge
da una valutazione non so delle esperienze ma essenzialmente del mondo in cui il soggetto
descrive riflette su di esse. L’adult attachment interview consente quindi di classificare gli individui,
nelle seguenti categorie, ciascuna delle quali si articola in sottocategorie.
F(Free) sicuri/autonomi, liberi
Le persone sicure utilizzano un discorso che rivela il rispetto dell'interlocutore lo sforzo di rendere
chiaro quello che dicono; danno l'impressione di considerare importanti le relazioni di
attaccamento e ritengono di esserne
stati influenzati. Sono obiettivi nel
giudicare le loro relazioni affettive. La
narrazione è coerente, la
descrizione delle relazioni con i
genitori si basa su memorie di episodi
specifici. L'intervistato
sembra a suo agio con la tematica può
infatti descrivere in maniera credibile
uno o tutti e due i genitori come
affettuosi nella sua infanzia o dare
l'impressione di riflettere sulle sue
esperienze, nel caso non siano state
affettuose virgola e appare evidente che il soggetto non è regolato da meccanismi di difesa.

D (Dismissing) distanzianti/distaccati, svalutanti l’attaccamento


In questi individui il sistema l'attaccamento
è attivato al minimo. L'esclusione difensiva
delle informazioni dolorose fa sì che la
memoria semantica sia incongruente con
quella autobiografica. Sono pertanto
incoerenti e poco chiari per l'eccessiva
discrepanza tra il livello semantico è quello
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di solito che lo racconti. Idealizzano i loro genitori, processo che difende dalle situazioni dolorose
derivanti dall'essere stati trascurati o non accettati nei loro bisogni di conforto.

E(Entangled) invischiati/preoccupati
I soggetti di questa categoria sono regolati da
una libera attivazione del sistema
dell'attaccamento causa da esperienze
precoci di cure intermittenti. Processi di
esclusione difensiva delle emozioni dolorose
l'italiano fuori dal riconoscimento del
bisogno di essere confortati riportano a
focalizzarsi sulla paura di essere trascurati e
sulla rabbia nell'ipotesi che ciò avvenga.
Nella loro narrazione sono straripanti,
eccessivi con frequenti digressioni che
rendono incomprensibili il senso della loro
reale esperienza.

U (Unresolved/disorganized) non-risolti rispetto a un trauma/disorganizzati


Rientrano in questa categoria individui che abbiano fatto esperienza di traumi collegati alle figure
di attaccamento e che ancora non li abbiano superati. Emergono dal discorso indici di
disorganizzazione del pensiero cosciente e di una mancanza di metacognizione. Possono aver
perduto una figura di attaccamento e si sentono in colpa per la sua morte. Parlano in maniera
insolitamente e improvvisamente elogiativa della persona verdura con dettagli interrompono il
fluire del discorso. Pongono un'attenzione estrema ai dettagli della morte dando così segni di
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essere entrati, all'improvviso virgola in uno stato mentale di tipo disorganizzato, in una sorta di
assorbimento mentale che parrebbe pararli dal dolore. Confondono tempo e spazio.

6.2.3 La codifica dell’AAI proposta da Patricia Crittenden


La Crittenden ha proposto un suo approccio alla codifica dell’AAI, da lei definito approccio
dinamico-maturativo. Esso differisce da quello della Main per un'enfasi non solo sulla memoria
episodica e sulla memoria semantica, ma anche su altri tipi di memoria come delle immagini,
quella di lavoro e quella procedurale. Il sistema di classificazione si basa sull'utilizzo di molte scale
relative anche esse sia agli eventi raccontati sia il modo in cui essi vengono riportati; per quel che
riguarda i primi vengono proposte scale quale quella del conforto, della protezione, del pericolo,
del rifiuto, del coinvolgimento, dell'inversione di ruolo, della trascuratezza, della prestazione,
dell'inganno e della sessualità. Lo stile narrativo viene codificato in termini di aderenza alle
massime di Grice; voi una particolare enfasi viene posta sui marcatori linguistici cui il soggetto
ricorre ho su modalità di racconto valutate lungo tale quali: commissione di stati affettivi negativi,
esibizione di falsi stati effettivi positivi, idealizzazione, disprezzo. L'approccio della Crittenden
concerto una classificazione dei soggetti in una molteplicità di configurazione sotto configurazioni
etichettate come sigla B se fanno riferimento ai modelli operativi interni di soggetti sicuri, con la
sigla C se fanno riferimento ai modelli operativi interni di soggetti preoccupati/invischiati, Con la
lettera A che fanno riferimento ai modelli operativi interni di soggetti di stanzianti e con la sigla
A/C si si riferiscono a coloro che hanno modelli interni assimilabili a quelli non risolti U.

6.3 La trasmissione intergenerazionale dell'attaccamento


L'aspetto più interessante dell’AAI eh l'aver mostrato che lo stato mentale attuale di un adulto
rispetto alle esperienze di attaccamento è sostanzialmente correlato, nel caso sia un genitore, ad
aspetti del comportamento del figlio verso di lui, osservato nella strange situation. Queste
correlazioni hanno permesso di evidenziare quella che viene detta trasmissione intergenerazionale
dell'attaccamento. Gli individui all’interno delle loro relazioni familiari utilizzano uno stile analogo
a quello che era proprio della loro figura di accudimento.

6.3.2 il contributo del bambino: il temperamento

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Naturalmente è possibile, che le relazioni di accudimento siano influenzate dal temperamento del
piccolo perlomeno dall'interazione tra le caratteristiche della madre e quelle del piccolo. Già al
concepimento, infatti, inizia un processo di interazione tra il corredo genetico e l'ambiente
intrauterino; questa interazione tra organismo e ambiente tutte le età successive; eppure, è
possibile individuare un contributo specifico del bambino allo strutturarsi della relazione di
attaccamento. Thomas e Chess individua alcune caratteristiche definite temperamentali e ne
parlano in termini di attività, ritmicità, approccio, adattabilità, intensità, umore, perseveranza,
distraibilità, soglia sensorio-percettiva.

Sulla base di queste caratteristiche


è possibile classificare i bambini
difficili e facili; dallo studio e inoltre
mezzo che queste dimensioni si
mantengono stabili nello sviluppo e
pertanto potrebbero essere
considerate parte della
costituzione del bambino.
Numerose ricerche provano per i
bambini dal temperamento difficile
sono individui a rischio per
problemi comportamentali che
possono presentarsi addirittura in
età adulta e che i bambini che
piangono di più hanno madri che interagiscono di meno con loro e che sono meno responsive al
loro pianto, questi bambini stabiliscono con i loro genitori delle relazioni più tese di quanto accada
ai bambini dal temperamento facile; questi piccoli che alla nascita sono più irritabili manifestano
12 mesi comportamenti di attaccamento di tipo ansioso-ambivalente. E in altri termini la maggiore
Unione capacità di mia madre e di sintonizzarsi sulle richieste del piccolo e di emettere risposte

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contingenti con i suoi segnali a pesare sulla forma in cui si struttura la relazione affettiva; emerge
infatti che le madri con un modello operativo interno sicuro riescono a instaurare una relazione
basata in larga parte su comportamenti di aiuto e di contatto malgrado i loro figli siano classificati
come difficili per temperamento, mentre le madri insicure nei loro modelli interni sono critiche e
controllanti con i loro figli difficili, ponendosi come fattore di rischio che si aggiunge al rischio
costituito dal temperamento infantile.

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