Bisogna essere felici con ci che si ha e non essere avidi: questo un precetto
fondamentale del vivere in modo non violento.
Luso disinvolto e approssimativo delle parole ci fa contribuire quasi senza che
ce ne accorgiamo alla strutturazione violenta dei nostri rapporti sociali.
Anche quando non consideriamo violento il modo in cui parliamo, le nostre
parole spesso portano al dolore e al ferimento, sia di noi stessi che degli altri.
La CNV (comunicazione non violenta) si basa su abilit di linguaggio e di
comunicazione che rafforzano la nostra capacit di rimanere umani, anche in condizioni
difficili. La CNV ci guida nel ripensare il modo in cui esprimiamo noi stessi ed
ascoltiamo gli altri. Invece di limitarsi ad essere reazioni automatiche, abitudinari, le
nostre parole diventano risposte coscienti basate sulla solida consapevolezza di ci che
percepiamo, ci che sentiamo e ci che vogliamo.
Quando utilizziamo la CNV per ascoltare i bisogni pi profondi, nostri ed altrui,
percepiamo le relazioni in una luce nuova. Quando ci concentriamo sul fare chiarezza su
ci che osserviamo, ci che proviamo e ci di cui abbiamo bisogno, anzich
sullemettere diagnosi e giudizi, scopriamo la profondit della nostra empatia. La CNV
promuove il rispetto, lattenzione, lempatia e genera un reciproco desiderio di dare con
il cuore.
Ho sviluppato la CNV come un modo per focalizzare la mia attenzione - per far
brillare la luce della consapevolezza su luoghi che hanno il potenziale di portarmi
quello che sto cercando.
Luso della CNV non richiede che le persone con cui comunichiamo siano gia a
conoscenza della CNV e neppure che siano motivate a relazionarsi con noi in modo
empatico. Se rimaniamo vicini ai principi della CNV, con il solo scopo di dare e
ricevere empaticamente e facciamo il possibile per far si che gli altri sappiano che
La CNV ci aiuta a metterci in relazione con noi stessi e con gli altri in un modo
che permette alla nostra naturale empatia di sbocciare. Ci guida nel ridare forma al
mondo in cui ci esprimiamo ed ascoltiamo gli altri, concentrando la nostra
consapevolezza su quattro aree: che cosa osserviamo, che cosa sentiamo, di che cosa
abbiamo bisogno e che cosa chiediamo per arricchire le nostre vite. La CNV promuove
lascolto profondo, il rispetto e lempatia e genera un desiderio reciproco di dare con il
cuore. Alcune persone usano la CNV per rispondere con empatia a se stesse, altre per
dare maggiore profondit alle loro relazioni personali ed altre ancora per costruire
relazioni efficaci sul luogo di lavoro o nellarea politica. In tutto il mondo, la CNV
utilizzata per mediare dispute e conflitti ad ogni livello.
Esempio di osservazione
separata dalla
valutazione
Uso
dei
verbi
connotazione valutativa
Sergio rimanda
domani
Comunicazione
con
sempre
importante descrive il modo in cui penso che gli altri mi giudichino, anzich un
sentimento vero, che in questa situazione potrebbe essere qualcosa come Mi
sento triste oppure Mi sento demoralizzato;
MI sento frainteso: la parola frainteso indica la mia valutazione del grado di
comprensione dellaltra persona nei miei confronti, piuttosto che un sentimento
reale. In questa situazione, potrei sentirmi ansioso o infastidito, oppure potrei
provare qualche altra emozione.
Mi sento ignorato. Questa uninterpretazione delle azioni di altri che non una
chiara affermazione di quello che sentiamo.
Per esprimere i nostri sentimenti utile servirsi di parole che fanno riferimento ad
emozioni specifiche, anzich parole vaghe e generiche. Parole come bene o male
impediscono al nostro interlocutore di connettersi facilmente con i sentimenti che
stiamo davvero provando. Stare bene pu significare vari stati danimo come: essere
contento, essere compiaciuto, essere elettrizzato, essere calmo, coinvolto, caloroso ecc,
insomma, ci sono tantissime sfaccettature dello stare bene.
Questo vale anche per alcuni sentimenti che possiamo provare quando i nostri
bisogni non sono soddisfatti. Stare male potrebbe significare: essere addolorato,
diffidente, indifferente, fiacco, annoiato, inappagato, impotente, esausto, geloso,
insicuro ecc ecc.
Sintesi:
La seconda componente che necessaria per esprimere noi stessi sono i
sentimenti. Sviluppando un vocabolario di sentimenti che ci permetta di descrivere le
nostre emozioni con chiarezza e specificit, possiamo connetterci pi facilmente luno
con laltro. Permettere a noi stessi di mostrarci vulnerabili, esprimendo i nostri
sentimenti, pu aiutarci a risolvere i conflitti. La CNV distingue lespressione dei
sentimenti veri e propri da quelle parole e quelle affermazioni che descrivono pensieri,
considerazioni e interpretazioni.
Esempio: sei dei genitori dicono: Fai star male la mamma e il pap quando prendi
brutti voti a scuola, essi implicano che le azioni del bambino sono la causa della
felicit o dellinfelicit dei genitori. Se i bambini si assumono questo tipo di
responsabilit modificano il loro comportamento in risposta ai desideri dei genitori, non
lo fanno con il cuore, ma lo fanno per evitare i sensi di colpa.
Ci sono vari schemi linguistici che tendono a mascherare la responsabilit per i
propri sentimenti:
La mamma triste se non finisci il tuo pranzo
Mi sento ferito perch tu hai detto che non mi ami
In ciascuno di questi esempi, potremmo approfondire la consapevolezza della nostra
responsabilit personale inserendovi la frase Mi sento perch io , ad esempio:
Quando non finisci il tuo pranzo, la mamma si sente triste, perch (io) voglio che tu
cresca sano e forte.
Mi sento arrabbiata per il fatto che il supervisore non abbia mantenuto la sua
promessa, perch io contavo di aver libero quel fine settimana per andare a
trovare mio fratello.
I giudizi, le critiche, le interpretazioni e le diagnosi sugli altri sono tutte espressioni
alienate dei propri bisogni. Quando esprimiamo i nostri bisogni in modo indiretto,
attraverso luso di valutazioni, interpretazioni ed immagini, gli altri probabilmente vi
sentiranno una critica. E quando le persone sentono qualcosa che suona come una
critica, tendono ad investire le loro energie nellautodifesa o nel contrattacco.
Tanto pi riusciamo a collegare direttamente i nostri sentimenti ai nostri bisogni,
tanto pi gli altri troveranno facile rispondervi con empatia. Purtroppo, a molti di noi
non mai stato insegnato a pensare in termini di bisogni. Siamo abituati a chiederci che
cos che non va nelle altre persone quando i nostri bisogni non sono soddisfatti.
Se non attribuiamo valore ai nostri bisogni, probabile che neppure gli altri lo
faranno.
Sintesi:
La terza componente della CNV il riconoscimento dei bisogni che stanno
dietro i nostri sentimenti. Ci che gli altri dicono o fanno pu essere lo stimolo, ma mai
la causa dei nostri sentimenti. Quando qualcuno ci comunica qualcosa in modo
negativo, abbiamo quattro possibilit di scelta relative ai modi in cui ricevere il
messaggio: 1) incolpare noi stessi; 2) incolpare gli altri; 3) percepire i nostri sentimenti
ed i nostri bisogni; 4) percepire i sentimenti ed i bisogni nascosti nel messaggio
negativo dellaltra persona.
I giudizi, le critiche, le diagnosi e le interpretazioni degli altri sono tutte
espressioni alienate dei nostri bisogni e valori personali. Quando gli altri sentono una
critica, tendono ad investire le loro energie nellautodifesa o nel contrattacco. Tanto
pi direttamente riusciamo a collegare i nostri sentimenti ai nostri bisogni, tanto pi
facile per gli altri rispondere con empatia.
In un mondo in cui siamo spesso giudicati con asprezza se individuiamo e
rileviamo i nostri bisogni, esprimerli pu fare paura, soprattutto alle donne cui stato
insegnato ad ignorare i loro bisogni per avere cura di quelli altrui. Nel processo di
sviluppo della responsabilit emotiva, la maggior parte di noi sperimenta tre stadi: a)
la schiavit emotiva in cui ci crediamo responsabili dei sentimenti altrui; b) lo
stadio scontroso nel corso del quale rifiutiamo di ammettere che ci importa di
quello che gli altri sentono e desiderano; c) la liberazione emotiva in cui
accettiamo la piena responsabilit dei nostri sentimenti ma non di quelli altrui, e
contemporaneamente siamo consapevoli del fatto che non potremo mai soddisfare i
nostri bisogni a spese di quelli di altre persone.
voglio che tu sorrida e che dica che tutto quello che faccio va bene.
Quando esprimiamo una richiesta, utile anche verificare che nella nostra mente
non vi siano pensieri del tipo seguente, i quali automaticamente trasformano in pretese e
richieste:
Dovrebbe pulire dove ha sporcato
E il suo dovere fare quello che le dico
Merito un aumento di stipendio
Sono giustificato per farli rimanere fino a tardi
Ho diritto ad avere maggior tempo libero.
Quando formuliamo i nostri bisogni in questi modi, finiamo per giudicare gli altri
quando non fanno quello che chiediamo.
Dare consigli: Penso che dovresti , come mai non hai fatto
Cercare di tirar su: Questo non niente; aspetta di sentire che cosa capitato a me
Educare: Questo per te potrebbe trasformarsi in unesperienza molto positiva se tu
soltanto
Consolare: Non stata colpa tua; hai fatto tutto quello che hai potuto
Raccontare storie: Mi fa venire in mente quella volta che
Zittire: Tirati su. Non starci cos male
Commiserare: Oh, poverino!
Interrogare: Quando cominciato tutto questo
Dare spiegazioni: Ti avrei voluto chiamare, ma
Correggere: Non cos che andata.
Dopo aver focalizzato la nostra attenzione e il nostro ascolto su quello che gli altri
osservano, sentono, desiderano e richiedono allo scopo di arricchire le loro vite
potremmo volere un riscontro, mettendo in parole (parafrasando) quello che
abbiamo compreso. Esempi:
A quale delle cose che ho fatto ti stai riferendo?
Come ti senti? Perch ti senti cos?
Che cosa vuoi che faccia per te?
Non ci sono regole infallibili sul momento in cui opportuno parafrasare, ma, in genere,
si pu supporre con certezza che le persone che esprimono messaggi intensamente
emotivi apprezzeranno un riscontro da parte nostra. Quando siamo noi stessi a parlare,
potremmo aiutare che ci ascolta dicendo chiaramente se vogliamo oppure no che questi
ci ripeta le nostre parole. Quando facciamo la parafrasi, il tono di voce che usiamo
estremamente importante. Quando sentono che le loro parole vengono ripetute, le
persone sono estremamente sensibili a qualsiasi indizio di critica o di sarcasmo. Sono
altres colpite negativamente da un tono dichiarativo che implica che stiamo spiegando
quello che sta succedendo loro. Se stiamo ascoltando consapevolmente i sentimenti e i
bisogni degli altri, comunque, il nostro tono comunicher che stiamo chiedendo se
abbiamo capito.
Qual la prova del fatto che abbiamo empatizzato abbastanza con laltra
persona? Innanzitutto, quando un individuo si rende conto che tutto quello che accade in
lui ha ricevuto una comprensione piena ed empatica, egli prova un senso di sollievo. Un
secondo segnale, ancora pi evidente, che la persona smetter di parlare. Se non siamo
sicuri di essere rimasti abbastanza a lungo nel processo, possiamo sempre domandare:
C qualcosaltro che vuoi dire?.
Ancora sullempatia.
La nostra capacit di dare empatia ci permette di essere vulnerabili, di ridurre
la violenza potenziale, di aiutarci ad ascoltare la parola no senza prenderla come un
rifiuto, di ridare vita ad una conversazione spenta e persino di ascoltare i sentimenti ed
i bisogni espressi tramite il silenzio. Molte volte le perone che hanno avuto un
sufficiente contatto con qualcuno che li ascolta empaticamente possono superare gli
effetti paralizzanti del dolore psicologico.
Usare lempatia per ridurre il pericolo.
La capacit di offrire empatia agli altri in situazioni di tensione pu ridurre la violenza
potenziale.
Esempio:
Uninsegnate rimase in aula con uno studente, dopo lorario di lezione. Sebbene
fosse stato sconsigliato alla professoressa di rimanere da sola nellistituto a causa del
quartiere malfamato dove si trovava la scuola, linsegnante vi rimase per aiutare lo
studente che aveva difficolt. Uno sconosciuto entr nella sua classe, dove ebbe luogo
questo dialogo:
Uomo: Togliti i vestiti
Insegnante: (nota che luomo sta tremando) Mi sembra che questo ti faccia paura
Uomo: Mi hai sentito? Maledizione togliti i vestiti!
Insegnante: Sei davvero arrabbiato e vuoi che io faccia quello che mi stai
dicendo?
Uomo: Hai proprio ragione, e ti far del male se non lo fai
Insegnante: Vorrei che mi dicessi se c qualche altro modo di soddisfare i tuoi
bisogni che non faccia del male a me
Uomo: Ho detto di toglierli
Insegnante: Vuoi proprio che questo accada. Allo stesso tempo, voglio che tu
sappia che ho paura e che mi sento malissimo e che sarei molto grata se te ne
andassi senza farmi male.
Uomo: Dammi il portafogli.
La donna allung il suo portafogli allo sconosciuto, sollevata per non essere stata
violentata. Pi tardi raccont che, ogni volta che dava empatia alluomo, avvertiva che
lui diventava meno fermo nella sua intenzione di procedere con la violenza.
Durante le situazioni di conflitto importante dare empatia e non sbattere in
faccia al nostro interlocutore il Ma:
Ma non ho una stanza da darti, Ma ti ho detto gi che, Ma insomma non
capisci, ecc.
A causa della nostra tendenza a leggere come un rifiuto messaggi quali no e non
voglio, molto importante riuscire ad empatizzare con essi. Se li prendiamo in modo
personale, potremmo sentirci feriti senza aver compreso quello che in realt sta
accadendo nellaltro. Quando facciamo brillare la luce della consapevolezza sui
sentimenti e sui bisogni dietro il no di qualcuno, tuttavia, individuiamo che c quello
che desidera che gli/le impedisce di risponderci come vorremmo.
3)
positivi, e spesso vengono fatti per manipolare il comportamento altrui. La CNV invita
ad esprimere apprezzamento solo per festeggiare. Esprimiamo: 1) lazione che ha
contribuito al nostro benessere 2) il nostro particolare bisogno che stato soddisfatto
3) il sentimento piacevole che come risultato si prodotto in noi.
Quando riceviamo un apprezzamento espresso in questo modo, possiamo farlo
senza alcun sentimento di superiorit o di falsa modestia, festeggiando assieme alla
persona che offre lapprezzamento.
Dire grazie in CNV:
Questo ci che hai fatto;
Questo ci che sento;
Questo il mio bisogno che stato soddisfatto.
Rosemberg: Temo che lei mi abbia appena offerto un altro giudizio che mi lascia
ancora a domandarmi che cosa ho fatto che le ha reso la vita pi bella.
La partecipante dovette pensarci un po, poi indic gli appunti che aveva preso
durante il seminario:
Partecipante: Guardi in questi due punti. Sono state queste due cose che lei ha detto
Rosemberg: Ah, quindi quello che lei ha apprezzato il fatto che ho detto queste due
cose
Partecipante: Si.
Rosemberg: Successivamente vorrei sapere come si sentita in associazione al fatto
che ho detto queste due cose.
Partecipante: Speranzosa e sollevata
Rosemberg: E ora vorrei sapere quali suoi bisogni sono stati soddisfatti dal fatto che ho
detto queste due cose.
Partecipante: Ho un figlio di 18 anni con cui non sono capace di comunicare. Ho
cercato disperatamente una qualche direzione che mi possa aiutare a relazionarmi con
lui in modo pi affettuoso e queste due cose che lei ha detto mi offrono la direzione che
stavo cercando.
Bisogna ricevere gli apprezzamenti senza superiorit n falsa modestia, e a tal proposito
sono utili le parole della scrittrice contemporanea Marianne Williamson:
La nostra paura pi profonda non quella di essere inadeguati.
La nostra paura pi profonda quella di essere smisuratamente potenti.
A spaventarci la nostra luce, non il nostro buio. Siete figli di Dio.
Il vostro sminuirvi non giova al mondo.
Non c niente di nobile nel farvi piccoli affinch gli altri si sentano meno insicuri
accanto a voi.
Siamo nati per manifestare la gloria di Dio che dentro di noi.
Non soltanto in alcuni di noi, ma in tutti.
E quando lasciamo che la nostra luce splenda, diamo agli altri, inconsapevolmente,
il permesso di fare altrettanto.