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Adult attachment interview
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Adult attachment interview
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Adult attachment interview
4. Vorrei che scegliesse 5
aggettivi o parole che
descrivano il rapporto
con i suo padre
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5. Si sente di dirmi a
quale dei suoi genitori si
sentiva più vicino
e perché.
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6. Quando da
piccolo era
angosciato cosa
faceva?
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13. Ha avuto un
esperienza di perdita
di una persona cara
quando era bambino?
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17. Ora vorrei che ci
spostassimo in un ambito
differente, sulle sue attuali
relazioni con suo figlio/a.
Come risponde ora, in termini
affettivi, quando è necessario
separarsi?
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Adult attachment interview
✓ L’Adult Attachment Interview (AAI)
(George, Kaplan, Main, 1985) è
un’intervista semistrutturata in cui si
richiede ai soggetti di ricordare eventi
relativi alla propria biografia infantile
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►Al fine di ampliare e chiarire le risposte,
l’intervistato ha l’opportunità di riprendere temi
trattati in precedenza.
►L’indagine riguarda le esperienze legate al ricordo
di essere
➢ stati amati,
➢ rifiutati,
➢ trascurati nel corso dell’infanzia,
➢ le esperienze di inversione di ruolo con le proprie
figure genitoriali,
➢ le separazioni precoci,
➢ gli episodi traumatici (abusi, esperienze di perdita)
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Modalità di codifica dell’AAI
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Scale dell’Esperienza n=5 (Scales for
Experience):
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3. Coinvolgimento/inversione di ruoli. Si
riferisce al grado con cui l’intervistato ha sentito
che il benessere fisico o psicologico del
genitore doveva essere una sua responsabilità
o preoccupazione: la persona ricorda di aver
dovuto curare il genitore inibire l’espressione di
emozioni per non turbare il genitore
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9 Scale dello Stato Mentale (Scales for States of Mind)
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5. Passività del pensiero. Si riferisce ad indici di passività
(es. espressioni come pipim e pipam, dadadada, eccetera
eccetera, cose del genere) presenti nella narrazione che
non arriva a concludersi
7. Lutti irrisolti
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• 9. Coerenza della mente. Correlata alla scala per la coerenza del trascritto
la scala valuta il sistema di pensiero dell’intervistato che ingloba il suo
sistema di convinzioni e valori.
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Grice (1975)
• Quantità (sii succinto ma completo)
• Qualità (sii veritiero e prova ciò che dici)
• Relazione (sii rilevante e perspicace)
• Stile espressivo (sii chiaro e ordinato)
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I M.O.I. DI ATTACCAMENTO NELL’ADULTO
✓ Criteri:
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Pattern di attaccamento sicuro/autonomo
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Pattern di attaccamento insicuro distanziante
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Pattern di attaccamento insicuro preoccupato
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AAI e Strange Situatio
Corrispondenza fra stili di attaccamento del genitore e del
bambino
-fra linguaggio dell’uno e schemi relazionali dell’altro -
Genitore Bambino
Sicuro “F” Sicuro “B”
Distanziante “Ds” Evitante “A”
Preoccupato “E” Ambivalente “C”
Irrisolto/disorganizzato “U” Disorganizzato/disorientato
“D”
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AAI e Strange Situatio
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AAI e Strange Situatio
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AAI e Strange Situation
Genitore preoccupato “E” Bambino ambivalente “C”
•attenzione poco flessibile e focalizzata •attenzione poco flessibile e focalizzata
sulle figure o sulle esperienze di sul genitore piuttosto che sull’ambiente
attaccamento •alla separazione dal genitore, evidenti
segni di disagio
•attuale preoccupazione sull’influenza
del genitore, sui suoi difetti o sulle •alla riunione disperazione e pianto
esperienze infantili o enfasi delle inconsolabile
esperienze positive •rabbia o paura nei confronti
•testo spesso confuso, irrilevante o dell’estraneo o del nuovo ambiente
eccessivamente lungo
•oscillazione fra ricerca di prossimità e
•oscillazioni fra valutazioni positive e contatto e resistenza ostile.
negative del passato o dei genitori
•paura, rabbia o passiva
preoccupazione rispetto alle esperienze
e le relazioni infantili
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AAI e Strange Situatio
Genitoreirrisolt/ Bambino disorganizzato/
disorganizzato “U” disorientato “D”
•descrizione di traumi relativi •in presenza del genitore durante la
all’attaccamento che non rielaborati Strange Situation, il bambino mostra
•l’adulto che ha subito la perdita di di essere “in conflitto”, non riuscendo
una figura di attaccamento può né a ignorare o evitare lo stress, né a
sentirsi responsabile della sua morte, avvicinarsi al genitore per migliorarlo
usare un inusuale (eulogistico o
funereo) stile narrativo nel parlare •questo comportamento può apparire
della persona morta, o sottilmente disorganizzato (ad es. si allontana dal
indicare la credenza che la persona genitore e va verso il muro e vi
sia ancora viva in senso fisico. appoggia la testa; si avvicina al
Risposte simili possono essere genitore ma con la testa girata
presenti rispetto ad abusi sessuali o altrove), o disorientato (ad es. si
fisici. immobilizza per alcuni secondi).
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La psicoanalisi del Sè
La psicoanalisi dell’Io si è prevalentemente sviluppata in Nord-America e la psicoanalisi delle
relazioni oggettuali in Europa e soprattutto in Inghilterra, per entrambe le scuole l'infanzia, le
relazioni interpersonali, la relazione analitica sono al centro dell'indagine psicoanalitica, in
secondo piano soprattutto dopo Anna Freud è l'architettura dell'apparato psichico e le
vicende pulsionali. A partire dagli anni '60 del XX secolo molti cambiamenti sia scientifici che
sociali hanno comportato anche la nascita di diverse questioni sulle quali la psicoanalisi
stessa si è confrontata, tra cui l'interiorizzazione degli oggetti e la costruzione del Sè.
Il sé secondo alcuni autori può rappresentarsi come il luogo di incontro di diverse tradizioni:
in questo senso è da intendersi la psicologia “bipersonale che individua nella relazione
(primaria e successivamente con l'altro) la scena in cui i processi di interiorizzazione,
assimilazione e generazione di strutture presiedono alla costruzione dell'identità in cui il
personale è sempre simmetrico al l'interpersonale.
Stern
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Daniel Stern
Stern adottava una cornice sistemica per studiare il bambino non più
come individuo isolato ma nelle sue continue interazioni con la madre ed
altre figure di attaccamento. L'interazione reciproca della diade non è solo
il frutto dell'adattamento materno: ma una “danza interattiva” alla quale
partecipano entrambi i partners in maniera personale.
Sviluppo del senso del Sè - le prime esperienze del bambino si trasformano nella
costruzione di un senso del sé, le esperienze diffuse e confuse si ancorano in maniera
graduale a tracce menestiche, a rappresentazioni, a prototipi comportamentali (“memorie
prototipiche” R.I.G. Rappresentazioni di Interazioni Generalizzate) in cui l'accudimento e
l'appagamento forniscono le varie tonalità affettive associate alle esperienze. Tali
rappresentazioni, esperienze, prototipi e valenze affettive si consolidano in strutture stabili
di autoregolazione e rapporto con la realtà.
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R.I.G “[...] sono strutture flessibili che rappresentano la media di diversi episodi
reali e formano il prototipo che li rappresenta tutti. Un RIG è qualcosa che
non si è mai verificato prima esattamente in quella forma, ma che tuttavia
non contiene nulla che non sia veramente accaduto una volta” Stern, 1985
Lo sviluppo del senso del Sè comprende quattro differenti sensi del Sé, non considerabili in
termini di fasi che conseguono, in quanto cooperano fra loro e si mantengono attivi per tutta
la vita
Senso di un Sè emergente
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Senso di sé emergente
• Dalla nascita al 2 mese di vita avviene un processo nel quale il
bambino si applica attivamente nel porre in relazione tra loro
differenti esperienze, grazie anche alle capacità innate
• Capacità di integrazione sensoriale
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Senso di sé nucleare
• Si verifica tra il 2 e il 6 mese di vita, quando il bambino avverte che lui
e la madre sono entità fisiche separate, agenti distinti con storie
separate
• Il sé fisico viene sperimentato come una entità fisica unitaria dotata di
una volontà, di una vita affettiva e di una storia personale.
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Senso di sé nucleare
• Il bambino esperisce un senso di coesione relativo alle sensazioni
trasmesse dal corpo
• Il bambino acquisisce il senso di continuità del sé trasversale nel
tempo nella forma di memoria dell’esperienza di sé
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Senso di sé soggettivo
• Tra il 7 e il 9 mese di vita i bambini «scoprono» che esistono altre
menti oltre la loro, rendendo possibile l’intersoggettività tra bambino
e genitore (condivisione delle intenzioni)
• Il bambino acquisisce la capacità di avere un oggetto comune di
attenzione, di attribuire agli altri intenzioni e motivazioni e di
percepirle correttamente.
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Senso di sé verbale
• Tra il 15 e il 18 mese il bambino possiede una riserva personale di
esperienze e di conoscenza del mondo. Questa esperienza può essere
oggettivata ed espressa in simboli: il linguaggio
• Questo nuovo senso del sé opera nel campo delle relazione verbale e
poggia sulla capacità di comprendere e produrre il linguaggio
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Senso di sé narrativo
• Il sé viene definito dalla narrative autobiografiche, che comunque
includono (e sono condizionate da) alcune caratteristiche dei
precedenti stati di sviluppo del sé
• La ricostruzione in forma narrativa delle esperienze precedentemente
vissute negli ambiti degli altri sensi del sé ha un effetto organizzatore
nuovo e trasformativo sull’esperinza stessa e sua rappresentazione
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