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Psicologia dello Sviluppo tipico e atipico 13/12/2021

Lezione 23

Comunicazioni:
-Webinar di mercoledì 15 (emozioni in sviluppo)-dura 1h, accreditabile ore 17 invece che 18.
Iscriversi sul sito della Barone se interessati.
-Lunedì 20 esercitazione per esame e ripasso invece che martedì 21.

SVILUPPO EMOTIVO-SOCIALE in FANCIULLEZZA


Valore del gioco

Uno degli strumenti di valutazione e diagnostico a questa età è il gioco perché è un’attività
coinvolgente e spontanea per i bambini, inoltre è un canale di espressione emotiva.
Durante il gioco faccio esperienze in un ambiente “protetto” in cui posso esprimere delle emozioni
senza avere un referente diretto. Il bambino comunica senza avere l‘impressione di parlare con lo
psicologo. Rivela cose senza volerlo (in situazioni di abuso per esempio è molto importante).

Il gioco funge anche da collettore per l’identità di genere (i maschi tendono a scegliere alcuni
giochi, mentre le femmine altre). I bambini cominciano ad accorgersi se il proprio orientamento
sessuale o la propria identità di genere sono diverse dalla norma (in maniera vaga, senza farsi
domande specifiche, semplicemente avvertono differenza).

AMICIZIA
Il senso di amicizia (il fidarsi dell’amico) è un valore importante per la fanciullezza, un valore che
mi porterò dietro nelle età successive.
L’amicizia è il luogo dove si sperimenta il sentimento di fiducia (e il suo tradimento) e il sostegno
emotivo (nel rapporto di amicizia, non scambio cose materiali o per utilità e i bambini lo imparano
a tappe).
L’amicizia è anche un indicatore di quanto un bambino è popolare (scelto da altri) o se è
segregato. Posso individuare con un sociogramma per vedere le preferenze dei bambini. Inoltre la
popolarità può essere anche indicatore di bullismo, è un indice definito che NON equivale alle
scelte di amicizia. Si può avere un bambino non popolare ma che ha un singolo rapporto SALDO
(conta molto il temperamento e le diff indivduali dei bambini).
Molto spesso i bambini timidi non sono capiti dalla comunità educante o scolastica (es. un
bambino timido avrà difficoltà a spiegarsi se non ha fatto un compito perché si vergogna
interpretato come bambino che viola le regole).

A 4-8 anni, l’amicizia è molto legata al contesto e alle situazioni contingenti (avrò amici nei posti
più frequentati) e il principio di amicizia si basa ancora su costi e benefici.
A 9-11 anni, l’amicizia diventa normativa (se sei mio amico allora dovresti). Vengono inserite
regole decise assieme (aspettative sul comportamento altrui che può anche essere “tradito”).
L’amicizia si collega anche al senso di rispetto (se un bambino non fa abbastanza esperienza di
relazioni amicali avrà difficoltà a rispettare l’altro ed ad accettarlo così com’è).

SVILUPPO ATIPICO – PROBLEMI COMPORTAMENTALI


Dal punto di vista diagnostico, esistono da età prescolare con maggiore frequenta durante l’età
scolare. Sono emozioni e sentimenti interni che provocano disagio al bambino e alle persone
intorno a lui (tramite comportamenti dello stesso). È più presente nei maschi come percentuale
ma le femmine sono più terribili.
Esistono due tipologie: esternalizzante e internalizzante. I disturbi comportamentali possono
passare da uno all’altro nel corso della vita.

PROBLEMI ESTERNALIZZANTI (prevalenza maschile)


Comunemente identificati come bambini aggressivi (non sempre solo quando devono affrontare
emozioni neg che non riescono a gestire. L’unica via d’uscita per loro è aggredire gli altri). Sono
molto segnalati a scuola e hanno grande impatto a casa.
Sono bambini veloci e impulsivi (mettono in atto ciò che provano senza filtri). Hanno una
propensione a buttar fuori emozioni senza analizzarle (non sono buoni conoscitori delle loro
emozioni e pensano che il problema sia creato dagli altri, perciò li aggrediscono). Hanno inoltre
un’autostima ingiustamente alta, pensano di avere ragione e persistono nell’errore. Non
riconoscono la propria responsabilità, non riconoscono lo sbaglio e perciò non mettono in atto
principi di correzione.
Nelle famiglie di questi bambini si grida parecchio, ci si accusa a vicenda. C’è un’escalation di
emotività negativa e lo stile educativo è duro e incoerente (certi momenti affettuosi, in altri
respingono il bambino). Inoltre faranno poco monitoraggio sui figli adolescenti. C’è quindi una
catena di aggressività reciproca che esaspera la situazione a casa (i bambini sono molto oppositivi,
c’è un’inversione di ruolo in cui il genitore non riesce né a imporre regole né a farle rispettare 
aumenta impotenza genitoriale).

INTERVENTI
-Disturbo oppositivo-provocatorio (si comporta così nel momento del coinvolgimento emotivo,
ma si comporta bene in altre situazioni, l’atteggiamento aggressivi non è costante)
-Disturbo condotta (disturbo pervasivo in molti contesti, non solo a casa)

Durante l’intervento si coinvolgono TUTTI i protagonisti, il cambiamento deve avvenire non solo
nel minore ma anche negli altri attorno a lui (genitori, insegnanti ecc).

INTERVENTO COPING POWER (Potere del saper affrontare la situazione)


Intervento con sessioni di gruppo perché il potere del gruppo è importante, nelle situazioni di
impulsività è necessaria una forte strutturazione (regole) e direttività alta (il professionista
propone compiti e situazioni molto strutturate, NO domande aperte o domande su come si
sentono). Prima va ricercata la regolazione poi l’introspettività. Gruppo dei bambini, gruppo dei
genitori fanno lavori separati poi assieme.

Esiste associazione fra pattern di attaccamento e disturbi comportamentali. C’è associazione sia
con pattern disorganizzato che con pattern evitante. Per tutti i comportamenti impulsivi bisogna
PRIMA insegnare a gestire le crisi (sviluppo di autocontrollo, imparare a fermarsi) poi si indaga.

Potrebbe essere un danno alla corteccia prefrontale o un problema di uso (nelle disabilità
intellettive è comune un comportamento del genere). In questo caso però NON c’è un difetto
strutturale, solo poche connessioni fra il prefrontale e il resto del cervello che si sono sviluppate da
poca abitudine al controllo.
PROBLEMI INTERNALIZZANTI (prevalenza femminile al momento ma in crescita anche maschi)
Ricerca fatta 4 anni fa sulle scuole medie Pavesi sui problemi comportamentali rilevati da
insegnanti, bambini e genitori. Gli insegnanti vedono poco (qualcosa di esternalizzante).
Un terzo di bambini hanno problemi clinici o subclinici di tipo internalizzante. È stato offerto un
intervento gratuito, che ha ricevuto poca risposta (i genitori definivano per la maggior parte i
bambini come solari, nei casi in cui i bambini erano clinici o subclinici). I bambini si diagnosticavano
peggio rispetto a com’erano.
Sono il futuro perché ansia e paura sono in aumento, abbiamo una generazione fragile.

I bambini internalizzanti provano ansia e paura di non farcela, propendono a vedere il fallimento e
hanno una bassa autostima. Persistono nell’errore perché pensano di non farcela (non mi impegno
perché tanto non ce la faccio).

Ci sono molte assolutizzazioni es.” sbaglio tutti i compiti”, “ho poca memoria” (giudizio sul sé),
“non ho amici perché sono basso”. Sono giudizio che schiacciano la persona e non aiutano a
risolvere la vulnerabilità.

PESO DEL TEMPERAMENTO


Tre item importanti nei problemi comportamentali:
- Estroversione ed emotività positiva
- Tendenza all’emotività negativa
- Effortful control (tendenza al pensare di farcela)

Esternalizanti
-Bassi livelli di Effortful Control minore capacità autoregolatoria
- Alti livelli di Affettività Negativa rabbia e frustrazione
- Alti livelli di Affettività Positiva livello di attività e impulsività

Internalizzanti
- Alti livelli di Effortful Controlàcontrollo attentivo e inibizione
- Alti livelli di Affettività Negativaàpaura
- Bassi livelli di Affettività Positiva tristezza, e discomfort

TIPI DI AGGRESSIVITA’
• Aggressione strumentale (azioni calcolate in vista di uno scopo)
• Aggressione reattiva (per frustrazioni o offese subite)
• Aggressione relazionale (realizzata in modo indiretto, danneggiando o distruggendo le relazioni
della vittima)
• Le differenze di genere (aggressività diretta e impulsiva è del genere maschile, quella relazionale
è più del genere femminile)
•La distorsione attributiva ostile dei bambini con comportamenti esternalizzanti (tendenza a
vedere l’altro in maniera ostile, l’altro è contro di me). Questi bambini sentono che l’altro è contro
di loro e sentono quindi legittimata la loro aggressività.

ABILITA’ SOCIALI, ETICHE E MORALI:POTENZIAMENTO E RIPARAZIONE


Esistono interventi per aiutare sia bambini che genitori (necessari per attuare un cambiamento nei
bambini). Nella riuscita di questi interventi conta il temperamento del bambino e la sua resilienza.
I fattori di rischio sono:
- Emotività negativa
- Basso effortfull control
- Bassa emotività positiva
- Pattern di attaccamento di bambini e genitori
- Condizioni socioeconomiche della famiglia (se inducono stress  bambino con
problematiche comportamentali)
- Rete di sostegno relazionale (se ci sono problemi di coppia nei genitori, es. separazioni o
divorzio, aumenta il rischio di problemi comportamentali). Idem famiglia allargata (nonni zii
ecc.). Inoltre conta anche il sostegno sociale di scuola e ambiente sociale.
- Situazioni sociali dove sono presenti abusi/traumi aumentano il rischio di disturbi
comportamentali

Suscettibilità all’ambiente  a parità di condizioni, i bambini più suscettibile all’ambiente (più


resiliente) avrà meno probabilità di sviluppare un disturbo comportamentale.

STILI EDUCATIVI dei GENITORI

Ammesso che ci sia coerenza nello stile educativo fra mamma e padre, si possono individuare tre
stili educativi.

Stile autoritario  c’è affermazione di potere (fai così perché lo dico io). Gli effetti saranno: meno
fiducia e meno propensione alle iniziative individuali, prevalenza di eteroregolazione,
sperimentano di più l’ubbidienza, si riconoscenze il valore del genitore in cui il genitore è
PRESENTE e il bambino ne riconosce la presenza. In questa fase dello sviluppo, il riconoscimento
del potere può essere importante (se devono decidere troppe cose vanno in ansia in questa fase). I
bambini hanno bisogno di genitori che sappiano prendere decisioni.

Stile permissivo/paritetico  Genitore che preferisce il registro affettivo piuttosto che normativo
(predilige il mantenimento di un clima positivo che evita lo scontro). C’è un’interlocuzione più fitta
col bambino. Effetti: non abitudine al rispetto delle regole e delle autorità, c’è un benessere
temporaneo ma non a lungo termine (è una palestra in cui non si incontra la frustrazione e non si
impara a gestirla), effetto positivo: connessione emotiva più garantita e un registro affettivo
presente.

Stile induttivo/autorevole  c’è un tentativo di far partecipare il bambino (promuove autonomia e


padroneggiamento delle situazioni). Il genitore condivide le ragioni in maniera sensibile ma la
posizione dell’altro non si accetta sempre (spiega la situazione, se il bambino continua a pensarla
diversamente, impone comunque la regola).

ESUBERANZA E INIBIZIONE, STILI EDUCATIVI di SOCIALIZZAZIONE


In fanciullezza emerge marcatamente questa differenza.
Timidi Precursore evolutivo: attività motoria ridotta agli stimoli esterni nei primi mesi di vita.
Aspetti positivi precoci: segni di coscienza (più introspettivi, si osservano di più, positivo se non
diventa ossessione), se sollecitati disponibili alla socializzazione (vanno guidati più degli altri, NON
lasciati da soli). Aspetti negativi: persistenza timidezza nel ciclo di vita e problemi di
socializzazione.
Esuberanti  Precursore evolutivo: hanno meno paura degli stimoli nuovi, esplorano di più.
Aspetti positivi: allegri, impavidi, estroversi. Aspetti negativi: possibili problemi comportamentali,
ricerca del rischio, disregolazione emotiva.

COSA FARE?
Bambini timidi EVITARE iperprotezione (se non te la senti lascia stare, faccio io). Bisogna fargli
fare le cose in maniera più graduale ma in maniera persistente nel tempo senza mollare.

Bambini esuberanti  Nel momento dello scontro diretto, evitare affermazione del potere e la
punizione. Favorire attaccamento sicuro e responsività (bisogna fare un passo indietro e vedere al
di là del comportamento messo in atto, il bisogno che viene espresso). Rinforzare comportamenti
in modo intermittente (deve esserci un rinforzo SUBITO dopo il comportamento ma NON per ogni
singolo comportamento sbagliato, bisogna lasciar un po’ correre e altre volte punire). Vale anche
per i rinforzi positivi!!

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