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L’attaccamento può essere SICURO oppure INSICURO, nel caso di attaccamento di tipo
INSICURO questo può essere EVITANTE o AMBIVALENTE. Esiste anche un tipo
di attaccamento che prende il nome di DISORGANIZZATO che è stato identificato
solamente più tardi.
Questi stili di attaccamento possono essere quindi divisi o sulla base della sicurezza/
insicurezza oppure sulla base dell’organizzazione/disorganizzazione. Anche stili
di attaccamento insicuri come l’evitante sono caratterizzati da una organizzazione delle
risposte, a differenza dello stile disorganizzato che presenta un insieme incoerente di
risposte. Dalla ricerca emerge che tra i fattori più importanti nello sviluppo di uno stile di
attaccamento sicuro, di certo c’è la “sintonizzazione” tra madre e bambino, ovvero quella
capacità che permette alla madre di “entrare” nella mente del figlio, comprendere i suoi
bisogni e di rispondere in maniera adeguata.
Vediamo adesso nel dettaglio ogni stile di attaccamento, facendo un parallelismo tra
bambino e genitore.
1) SICURO (B): il bambino protesta vivacemente al
momento della separazione dalla figura di
attaccamento, continua a cercarla durante la sua
assenza, e si calma prontamente alla riunione con
lei.
Tale bambino appare determinato e sicuro nella sua ricerca del genitore, e anche sicuro
del conforto che questi gli offrirà al momento del ricongiungimento.
Avrà un genitore che all’Adult Attachment Interview (AAI) è risultato appartenere alla
categoria FREE (F), libero, per la caratteristica libertà di riflessione, argomentazione e
ricordo della propria infanzia; il suo discorso è risultato coerente durante la descrizione
delle esperienze di attaccamento, è attento alle domande dell’esaminatore, dà segni di
considerare il proprio stato mentale tenendo conto dello stato mentale dell’esaminatore.
Considera il bisogno umano di cura e di protezione come adeguato e normale. Non
necessariamente racconterà episodi felici, è possibile che racconti episodi traumatici. Non
necessariamente tali adulti, da piccoli avevano un pattern di attaccamento (B), ma ciò che
emerge al momento dell’AAI è che lo stato mentale relativo all’attaccamento è sicuro.
Dallo stato mentale dell’adulto si può prevedere il pattern di attaccamento del bambino e
viceversa, ciò dimostra la trasmissione intergenerazionale ma può capitare che tale
trasmissione si interrompa ed evolva in modo positivo per avvenuta presa di
consapevolezza.
Nel momento della riunione, questi bambini non solo mantengono la loro apparente
indifferenza, ma tendono attivamente a evitare il contatto fisico, e talora solo il contatto di
sguardi, con il genitore.
E’ chiamato ambivalente (il bambino sembra ambivalente nei confronti della figura di attaccamento,
desiderandone la presenza ma anche rifiutando il conforto che dovrebbe derivare dal suo abbraccio)
o resistente (per la caratteristica resistenza a ricevere conforto mostrata nel momento del
ricongiungimento).
L’impressione globale è quella di trovarsi di fronte ad individui con una sottile confusione tra sé e il
genitore e quando si avvicinano al proprio bambino lo fanno con un coinvolgimento non sereno.
Le loro risposte al momento della riunione possono andare dalla ricerca intensa di
vicinanza a comportamenti marcati di evitamento; oppure, al ritorno della figura
di attaccamento, mostrano spavento, stereotipie o comportamenti bizzarri; oppure
possono deviare il loro cammino verso il genitore rientrato nella stanza per andare a porsi,
all’improvviso, con la faccia rivolta alla parete.
La tipologia (D) è più comune tra i bambini abusati o figli di genitori con disturbi di natura
depressiva.
Questi bambini falliscono nell’organizzazione del comportamento di attaccamento.