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(0-3 anni)
Seconda unità
Trauma infantile
«La ricerca psicologica ha ampiamente documentato che i neonati sono
capaci di comportamento organizzato e spontaneo sin dai primi momenti
di vita e che la ‘intersoggettività’, cioè quella capacità che consente una
prima forma ancora semplice di condivisione delle intenzioni e degli
scopi, rappresenta uno dei primi compiti dell’allevamento tipico della
relazione con l’adulto. Così, quando il bambino molto piccolo sorride,
egli inizialmente non attiva che una risposta riflessa priva di significato e
di intenzionalità. Saranno le retroazioni degli adulti a far comprendere al
bambino il senso sociale ed interattivo del suo sorriso e delle sue prime
espressioni emotive. Assume così grande rilevanza non tanto e non solo
ciò che il bambino sente o fa, ma l’effetto che i suoi comportamenti e le
sue emozioni esercitano sugli altri e, soprattutto, il modo in cui gli adulti
attribuiscono senso e significato ai segnali che egli emette».
Cummings, E. M., & Davies, P. T. (1995). The impact of parents on their children: An
emotional security perspective. Annals of child development, 10, 167-208.
Trauma infantile
«Gli adulti che popolano il mondo del bambino, attraverso molti processi,
quali la differenziazione e la varietà delle espressioni facciali, possono
facilitare lo sviluppo delle emozioni. I genitori o le madri maltrattanti
tendono, invece, ad accentuare le emozioni negative, quelli trascuranti a
presentare un numero ridotto di emozioni ed entrambi ad interagire
verbalmente molto poco col bambino. Lo sviluppo della conoscenza delle
emozioni è facilitata essenzialmente dall’osservazione delle emozioni
altrui, dalla relazione che il bambino inizia a porre tra risposte emotive e
situazioni che le elicitano, dalla associazione tra emozione e spiegazione
verbale dell’adulto».
«Quello che, con estrema frequenza, si osserva nei bambini che subiscono
maltrattamenti e abusi è la coesistenza di sentimenti di colpa che li
spingono a preoccuparsi per gli altri e a voler riparare e di vergogna che
implica una complessa deformazione delle percezioni e dell’immagine di
sé».
P. Di Blasio, Psicologia del bambino maltrattato, Il Mulino, Bologna 2000, pp. 64-65.
Trauma infantile
Colpa
=
solo una parte del Sé. Sentimenti di rimorso, dolore e rimprovero
Vergogna
=
sofferenza acuta che tocca la propria identità. Sentimenti di impotenza,
indegnità, desiderio di ritrarsi e scomparire.
Trauma infantile
Maltrattamento psicologico
1) Disprezzare
2) Terrorizzare
3) Isolare
4) Sfruttare e/o corrompere
5) Inadeguate risposte emotive
CF. P. Di Blasio, Psicologia del bambino maltrattato, Il Mulino, Bologna 2000, p. 39.
Trauma infantile
Maltrattamento psicologico
1) Legame di attaccamento
2) Adattamento e competenze sociali
3) Problemi comportamentali
4) Abilità cognitive (problem-solving)
5) Apprendimento scolastico
Trauma infantile
Maltrattamento psicologico
Trascuratezza
Abuso sessuale
P. Di Blasio, Psicologia del bambino maltrattato, Il Mulino, Bologna 2000, pp. 48-49.
Trauma infantile
Maltrattamento fisico
«La vita sessuale del bambino, a partire dal terzo anno, presenta molte
concordanze con quella dell’adulto. Si distingue da questa, come già
sappiamo, per la mancanza di un’organizzazione stabile sotto il primato
dei genitali, per gli inevitabili tratti di perversione e naturalmente anche
per l’intensità molto inferiore della spinta sessuale nel suo complesso. Ma
le fasi più interessanti dal punto di vista teorico dello sviluppo sessuale o,
come intendiamo noi, libidico, si trovano alle spalle di quest’epoca».
S. Freud, Introduzione alla psicoanalisi, Newton Compton, Roma 2014, pp. 258-259.
Trauma infantile
«Le nevrosi traumatiche offrono chiari indizi che alla loro base vi sia
una fissazione al momento dell’incidente traumatico […]. È come se
questi malati non fossero riusciti a superare la situazione traumatica,
come se questa fosse ancora davanti a loro quale compito attuale non
risolto».