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Riassunto Winnicott "Sviluppo affettivo e ambiente"

Psicologia dinamica (Università degli Studi di Perugia)

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SVILUPPO AFFETTIVO E AMBIENTE

1 LA PSICOANALISI E IL SENSO DI COLPA


Il senso di colpa è un sentimento che si prova quando si è fatto qualcosa di sbagliato, è la conseguenza di
un indottrinamento e lo esamienremo in 3 parti:
- Senso di colpa in coloro che hanno sviluppato una capacità stabile di provare sentimento di colpa
(capacità di provare il sentimento del senso di colpa).
- Senso di colpa nel suo punto di origine nello sviluppo emotivo individuale
- Senso di colpa e sua assenza caratteristia in alcuni individui (l’importanza del senso di colpa è
evidenziata dalla sua assenza)
.Non dobbiamo quindi concentrarci sul sentimento della colpa, ma sulla CONSEGUENZA della colpa. Freud
prlavaappunto dell’ID: l’IO modifia l’ambiente al fine di otenere soddisfazioni per l’ID e reprime le pulsioni
dell’ID per usare con il massimo vantaggio  da quiFreud coniò anche il termine SUPER-IO, ovvero ciò che
è accettato dall’IO ai fini del controllo dell’ID.
Il senso di colpa implica anche la TOLLERANZA e l’AMBIVALENZA; e il senso di colpa indica il fatto che l’Io
sta venendo a patti con il Super-Io (ES. Masturbazione).
PSICOPATOLOGIA DEL SENSO DI COLPA: nella nerosi ossessiva il paziente cerca sempre di mettere qualcosa
al posto giusto ma è ovvio che non ci riuscirà, perciò si troverà smepr ein uno stato di confusione.
In sintesi IL SENSO DI COLPA E’ UNA FORMA PARTICOLARE DI ANGOSCIA LEGATA ALL’AMBIVALENZA, E
CIOE’ ALLA COESISTENZA TRA ODIO E AMORE.
.Melanie Klein parlò anche di “POSIZIONE DEPRESSIVA”, uno stadio particolare dello sviluppo affettivo in
cui il bambino si trova in una srta di conflitto con la madre (ambivalenza verso la madre) che avviene prima
del complesso edipico.
Secondo la Klein la PULSIONE PRIMITIVA D’AMORE ha un fine aggressivo e origina così il senso di colpa nel
bambino.
Secondo Bowlby lo sviluppo affettivo è un ciclo benigno che si ripete più volte formato da:
- ESPERIENZA ISTINTUALE
- ACCETTAZIONE DELLA RESPONSABILITA’ CHE E’ CHIAMATA SENSO DI COLPA
- ELABORAZIONE
- GESTO RIPARATIVO
Ma questo ciclo può anche diventare maligno se qualcosa va storto.
.E’ importante però ricordare che nei primissimi stadi dello sviluppo affettivo, l’Io non è ancora abbastanza
frte da provare senso di colpa, e così c’è una riduzione dello sviluppo emotivo e un’assenza del senso
morale.
L’ARTISTA CREATIVO: colui che non riesce a comprendere o addirittura non ha il sentimento del senso di
colpa, ma riesce comunque as acquisire socializzazione tramite il suo talento.
PERDITA E RICONQUISTA DEL SENSO DI COLPA: quando si perde il senso di colpa si tende ad avere
comportamenti antisociali o devianti più o meno gravi in base all’intensitàdella perdita.
Per lariconquista quindi è necessario che l’individuo si trovi in un ambiente speciale, come quello per il
bambino che si trova nelle primissime fasi di sviluppo affettivo.

2 CAPACITA’ DI ESSERE SOLO


È uno dei segni più importanti di maturità dell’individuo poichè nel corso dello sviluppo il bambino si trova
sempre in rapporti DIADICI (madre-figlio) o TRIANGOLARI (madre-padre-figlio, ad esempio nel complesso
edipico). La matrità di un individuo però si vede anche e soprattutto dalla capacità di restare solo e di
vedere la solitudine come un bene prezioso.

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RELAZIONALITA’ DELL’IO: si intende il paradosso in cui il bambino prova l’esperienza di essere solo, ma in
presenza della madre (essere soli ma con la presenza di qualcuno, come ad esempio dopo il rapporto
sessuale). Può anche essere considerata come la MATRICE DEL TRANSFERT. L’individuo che ha la capacità di
stare solo ha sviluppato anche la capacità di riscoprire l’impulso personale.
La capacità di un individuo di essere solo dipende anche dalla sua abilità a far fronte ai sentimenti suscitati
nella SCENA PRIMARIA, in cui c’è un rapporto eccitato tra i genitori, a cui il bambino risponde con la
masturbazione (in cui il bambino è la terza persona della relaizone triangolare e si può identificare con uno
dei due genitori).
L’OGGETTO INTERNO BUONO: la capacità di essere soli dipende anche dalla presenza di un oggetto buono
nella relatà psichica dell’individuo (seno, pene, relazioni interne buone) che gli permette di sentire una
sufficiente pienezza di vita.
Ma l’esseres olo in presenza di qualcun altro può presentarsi anche in UNO STADIO PRECOCE, in cui il
bambino non è ancora abbastanza maturo; in questo caso il bambino INTROIETTA la madre cos’ da riuscire
a rimanere solo senza far riferimento al simbolo materno.
“IO SONO SOLO”: IO indica uno sviluppo emotivo in cui l’individuo si vede come unità; IO SONO indica uno
sviluppo individuale, grazi anche all’ambiente in cui si trova; IO SONO SOLO indiva uno sviluppo dell’”IO
SONO” in cui il bambino ha la consapevolezza della continnuità dell’esistenza della madre anche se lei non
è presente.
ACME/ORGASMO DELL’IO: ogni cosa può essere interpretata come pulsione dell’IO; il bambino può giocare
e sentirsi soddisfatto da questo gioco.

3 LA TEORIA DEL RAPPORTO INFANTE-GENITORE


Nella psicoanalisi l’analista deve attendere che il paziente sia in grado di presentare i fattori ambientali
interpretabili come proiezioni, e non c’èun limite di tempo di attesa. Il rapporto tra l’infante e l’assstenza
materna viene concepito come un tutto unico, ma con il passare del tempo queste due parti possono
dstinguersi o dissociarsi nel corso dello sviluppo del bambino.
Le forze dell’ID si fanno sentire e si metto al servizio dell’IO di modo che le soddisfazione dell’ID vanno a
rafforzare l’IO.
Per spiegare meglio la relazione tra genitore e infante è necessario formlare brevemente la TEORIA DELLO
SVILUPPO EMOTIVO DELL’INFANTE.
Nella teoria psicoanalitica di Freud si è parlato principalemnedei meccanismi di difesa dell’IO , che nei
primissimi stadi non è una difesa contro l’angoscia di castrazione o di separazione, ma contro un’angoscia
relativa all’annientament ( non MORTE poichè non si capisce il significato fino a quando l’individuo non
arriva ad uno stato in cui comprende il concetto di odio e di eprsona umana completa).Anche la Klein si
concentrò principalemtne sulla difesa contro le primissime angosce primitive.
INFANTE CURE MATERNE
La parola chiave è DIPENDENZA poichè l’infante è tale Abbiamo detto che la fase del sostenere è quella iniziale
proprio perchè dipende dalle cure materne: nel rapporto madre-figlio, se una madre non è
.DIPENDENZA ASSOLUTA (non può avere il controllo sufficientemente buona in questo stadio, ci sarà una
ma può solo subire soddisfazione o danno) tendenza alla psicosi o alla schizofrenia infantile, legate
.DIPENDENZA RELATIVA (l’infante è consapevole dei appunto all’insuccesso delle provvidenze ambientali.
bisogni che ha) La madre ha il compito di comprendere i bisogni del figlio e
.VERSO L’INDIPENDENZA (sviluppai mezzi per fare a di soddisfarli.
meno delle cure reali) + MODIFICAZIONI DELLA MADRE (avvengono
Le cure genitoriale possono essere divise in 3 stadi principalemtne in donne che stanno per avere un bambino
(ma la localizzazione degli stadi varia da infante a o quando i separano da esso). La madre inizialmente entra
infante): in simbiosi con il figlio e cerca di capire di cosa ha bisogno

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.SOSTENERE (prendersi cura dell’infante, che nel  nell’infante nasce una CONTINUITA’ DELL’ESSERE.
corso dello sviluppo diviene uno STATO UNITARIO, un
individuo a se stante, nasce anche l’intelletto
separato dalla psiche e avviene anche la FUSIONE
delle radici del comportamento istintuale).
.CONVIVENZA in cui non è nota la funzione del padre
(ci sono anche le relazioni oggettuali)
CONVIVENZA IN CUI COESISTONO PADRE MADRE E
INFANTE.

4 L’INTEGRAZIONE DELL’IO NELLO SVILUPPO DEL BAMBINO


Abbiamo detto che il compito primario della amdre è quello di prendersi cura del figlio; la madre
sufficientemente buonaquindi è capace di rispondere ai bisogni del figlio e gli permette di provare una
breve esperienza di onnipotenza.
In questo stadio però si può sempre presentare un’ANGOSCIA IMPENSABILE che può essere allontanata
grazie alla capacità della madre di prendersi cura del figlio.
Un’insufficiete sostegno all’IO da parte della madre può determinare gravi danni:
- SCHIZOFRENIA O AUTISMO INFANTILE (disturbi secondari a lesioni o deficenze cerebrali)
- SCHIZOFRENIA LATENTE (la malattia si manifesta nella fragilità della riuscita)
- DIFESA DEL FALSO SE (c’è assenza del vero se e si difende il falso se)
- PERSONALITA’ SCHIZOIDE (disturbo della perosnalità)
Lo svilupo dell’IO avviene attraverso varie fasi:
- INTEGRAZIONE (con i fattori esterni, è necessaria una cura da parte della madre sufficientemente
buona; si può parlare però anche di DISINTEGRAZIONE, ovvero una difesa contro la non cua da pate
della madre)
- PERSONALIZZAZIONE (quando l’IO si lega anche all’IO corporeo; infatti il temrine
depersonalizzazione indica la perdita di questo legame)
- RELAZIONE OGGETTUALE (Sechehaye da una mela simbolica ad una sua paziente al momento
giusto; c’è stata una realizzazione simbolica in cui l’analista non ha fatto altro che dare all’oggetto la
forma di mela, così che la paziente la prendesse)

5 ASSISTENZA AL BAMBINO IN SALUTE E IN CRISI


Assistere il bambino significa offrirgli un ambiente favorevole e prendersi cura dei suoi bisogni. La salute è
strettamente legata alla amturità mentale; perciò si può anche dire che l’immaturità è una sorta di malattia
mentale; è necessaria perciò una terapia ed una profilassi.
E’ importante che la madre comprenda:
CONTINUITA’ dell’ambiente umano che contribuisce alla formazione della personalità
ATTENDIBILITA’ (rende preveibile il comportamento della madre)
ADATTAMENTO GRADUALE (dei bisogni mutevoli del bambino)
MISURE PER REALIZZARE L’IMPULSO CREATIVO DEL BAMBINO
In questo lavoro però è anche vero che la madre ha bisogno di un sostegno esterno, ed è qui che entra in
gioco il marito/padre.
Abbiamo già affermato che lo sviluppo è un processo che va dalla dipendenza all’indipendenza, in cui i
bisogni del bambino cambiano e ci sono diversi livelli:
- DIPENDENZA ESTREMA
- DIPENDENZA
- CONDIZIONE MISTA DI DIPENDENZA-INDIPENDENZA 8esperiemnti di indipendenza)

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- INDIPENDENZA-DIPENDENZA (è accentuata l’indipendenza)


- INDIPENDENZA
- SENSO SOCIALE (l’individuo sa identificarsi con gli adulti e con un gruppo sociale o con la società
senza perdere gli impulsi personali)
Le fasi principali di uno sviluppo normale sono perciò:
- SVILUPPO IN TERMINI DI VITA ISTINTUALE (RELAZIONI OGGETTUALI)
- SVILUPPO IN TERMINI DI STRUTTURA DELLA PEROSNALITA’ (SPERIMENTARE LE PULSIONI
ISTINTUALI E RELAZIONI OGGETTUALI)

6 LO SVILUPO DELLA CAPACITàDI PREOCCUPARSI


La parola PREOCCUPAZIONE indica l’aspetto positivo di un fenomeno il cui aspetto negativo è indicato dalla
parola “senso di colpa”; l’individuo siprende cura del’altro; questa capacità nascedalla relazione madre-
infante in cui il bambino si rende conto dei sentimenti da parte della madre. Ioltre, in questa fase c’è anche
una FUSIONE tra pulsioni erotiche e pulsioni aggressive verso uno stesso oggetto.
Si può dire che il bambino immaturo ha 2 madri: la MADRE-OGGETTO (la madre che possiede l’oggetto
parziale che può soddisfare i bisogni urgenti del bambino) e la MADRE-AMBIENTE (madre come persona
che allontana l’’imprevedibile e favorisce sempre assistenza al bambino). Ma nella relazione con questi 2
tipi di madri c’è anche un sentimento di attacco e distruzione che portano a loro volta al senso di colpa:
perciò l’infante diventa semprepiù capace di provare il sentimento di preoccupazione. (p. 96-100 leggi bene
e fai schema).

7 LO SCHEMA DELL’INDIVIDUO DALLA DIPENDENZA ALL’INDIPENDENZA


Avviene attraverso varie fasi ( una sorta di “cammino”)
DIPENDENZA ASSOLUTA DIPENDENZA RELATIVA
Il bambino è completamente dipendente dalle cure In questa fase il bambino comincia a rendersi conto
della madre, la quale ha un’APPRENSIONE della sua dipendenza verso al madre poichè prova
MATERNA PRIMARIA (dà la priorità alla cura del ansia quando ella si allontana.
figlio). Quanod il bambino raggiunge poi i 2 anni circa,
Man mano che il figlio sviluppa la sua personalità e hanno inizio nuovi sviluppi che gli forniscono i mezzi
cresce, la madre ricomincia a pensare anche alla per affrontare l’allontanamento della madre.
propria vita.
VERSO L’INDIPENDENZA
L’indipendenza non è mai assoluta poichè l’individuo si lega sempre all’ambiente, sono interdipendenti.
Uno sviluppo importante per l’infante rientra nel termine IDENTIFICAZIONE, ovvero l’esistenza individuale,
separata dalla madre; l’infante comincia a saper comunicare tramite il linguaggio e a far capire i suoi
bisogni e comincia anche ad entrare in contanto con la società: vediamo infatti che nel periodo di latenza
la scuola svolge un ruolo come sostituto della famiglia, in cui il bambino continua a sviluppare la propria
personalità. (p. 111-112 leggi bene e fai schema).

8 MORALE ED EDUCAZIONE
Lo sviluppo del bambino dipende anche molto dal tipo di educazione morale gli è stata data: deve essere in
grado di provare senso di colpa e di formarsi un ideale (è encessario però che prima abbia una base solida
su cui fondarsi, deve essere completamente sviluppato dentro di se; non ci si può aspettare che un
bambino si conformi alle regole quando non ha ancora raggiunto lo stadio in cui l’auto-controllo non ha
significato).
Es. Il bambino piccolo curato sufficientemente bene dai genitori avrà sicuramente un’idea di bontà e di
amore MA EDUCAZIONE MORALE NON PUO’ ESSERE UN SOSTITUTO DELL’AMORE, è semplicemente una
base per comprendere questi sentimenti che si fonda sull’APPROVAZIONE/DISAPPROVAZIONE MATERNA.

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Inoltre è bene ricordare che il SE’ VIENE SEMPRE MODELLATO DALLE PROVVIDENZE AMBIENTALI.
Riguardo alla religione ci sono quei genitori che credono che il bambino non sia capace di crearsi un Dio e
perciò ne inculcano il concetto il prima possibile; mentre altri aspettano che il bambino arrivi ad acquisire il
concetto di un Dio e ad accettarlo.
Ovviamente anche il contensto ha la sua importanza e una delle fasi più importanti perlo sviluppo è proprio
quella in cui si presentano le OCCASIONI, in cui il bambino può rovare a sviluppare ultiriormente la propria
personalità.

9 IL CONTRIBUTO DELL’OSSERVAZIONE DRETTA DEL BAMBINO ALLA PSICOANALISI


PROFONDO (qualcosa di variabile) ≠ PRECOCE ( è un dato di fatto)perchè un bambino ha bisogno di una
certa maturità prima di essere capace di una certa profondità, anche perchè se si trovasse in uno stadio
precoce, non riuscirebbe ad essere consapevole dell’ambiente che lo circonda.
UN INFANTE DEVE DISTRARSI DA CIO’ CHE E’ PRECOCE AL FINE DI ACQUISIRE LA MATURITA’ NECESSARIA
PER ESSERE PROFONDO.
Esistono 3 momenti fondamentali nel rapporto INFANTE-OGGETTO (ovviamente nel momento in cui
l’infante ha una maturità fisica e psicologica per poter usufruire dell’intera esperienza):
- AFFERRAMENTO, RIFLESSO INIZIALE
- METTERE IN BOCCA L’OGGETTO
- ALLONTANAMENTO

10 L’ANALISI DEL BAMBINO NEL PERIODO DI LATENZA


L’analisi del bambino può essere vista su 2 punti di vista: PSICOANALISI e PSICOTERAPIA INDIVIDUALE.
L’analisi dei bambini non è diversa da quella degli adulti, si fonda sulla teoria dello sviluppo affettivo ideata
da Freud, che mise in rilievo l’importanza dell’INCONSCIO RIMOSSO. Citando altri studiosi possiamo parlare
anhe di Melanie Klein e Anna Freud, che invece davano più importanza al rapporto madre-figlio.
L’unica differenza fra l’adulto e il bambino è che spesso durante l’analisi il bambino gioca invece di parlare,
ma anche il gioco ha un ruolo molto importante per capire la personalità del bambino e le relazioni con gli
altri.
Nella psicoanalisi si parla anche di TRANSFERT, ovvero dei comportamenti infantili inconsci rimasti nella
mente del paziente, il quale li proietta verso l’analista: grazie anche a questi coportamenti, l’analista è
capace di comprendere anche i comportamenti e le relazioni affettive inconsce del paziente.
PERIODO DI LATENZA: in quest periodo il bambino si basa semplicemnte su ciò che è stato costruito negli
stadi precedenti, è un periodo relativamente liero da pulsioni sessuali.
Sia secondo Melanie Klein che secondo Anna Freud, è necessario rendersi conto che nel periodo di latenza
nel bambino ci sono delle modificazioni e perciò è opportuno applicare delle modifiche anche all’analisi.
Le differenze tra la Klein e Anna Freud riguardano principalmente la diagnosi: la Klein interpreta
principalmente i conflitti inconsci e il fenomeno del transfert; mentre Anna Freud cerca di costruire un
rapporto conscio con il bambino (COLLABORAZIONE CONSCIA, in cui l’analista spiega al bambino che cosa
sta succedendo; COLLABORAZIONE INCONSCIA, in cui l’analista non si preoccupa di spiegare al bambino
cosa succede durante l’analisi).
In sintesi, nel periodo di latenza:
- Il bambino è “solo”, anche se sente il bisogno di stare con gli atri.
- Il ragazzo è pronto per l’INTROIEZIONE, ma non per l’incorporazione (perciò è pronto ad assumere
gli elementi degli altri ma non ad immergersi in un rapporto intimo).
- Il ragazzo manifesta i fenomeni interiori senza farsi coinvolgere completamente.
- L’organizzazione dell’IO deve sostenere la pulsione altrimenti non ci sarà salute.

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L’interpretazione deve essere fatta il prima possibile, dipende ovviamente dall’abilità dell’analista.
Solitamente l’analisi durante il periodo di latenza tende a concludersi in un momento molto difficile, poiché
il ragazzo si trova nella fase della pubertà, in cui si presentano delle complicazioni.

11 CLASSIFICAZIONE: ESISTE UN ONTRIBUTO PSICOANALITICO ALLA CLASSIFICAIZONE PSICHIATRICA?


Freud si occupò di 3 aspetti principali della malattia mentale:
- COMPORTAMENTO (rapporto del paziente con la realtà)
- FORMAZIONE DEL SINTOMO (come una sorta di comunicazione)
- ETIOOLOGIA (processo evolutivo)
Con il passare del tempo e degli studi di Freud, egli arrivò a dare una struttura alla personalità (ES, IO,
SUPER-IO) + OCMPELSSO EDIPICO, in cui Freud introduce anche i concetti di angoscia da castrazione e
invidia del pene.
Gli studi sono andati avanti anche grazie all’aiuto di altri studiosi come Ferenczi, Melanie Klein e Anna
Freud: ad esempio si parla di REGRESSIONE, da una parte come uno stato in cui l’individuo torna ad una
fase precedente dello sviluppo perché ha paura di andare avanti; dall’altro come REGRESSIONE ALLA
DIPENDENZA, ovvero quando il bambino comincia a staccarsi dalla madre.
Con Melanie Klein si parla anche di POSIZIONE DEPRESSIVA, dividendola in 2 tipi: la prima è una conquista
nello sviluppo affettivo in cui l’individuo acquisisce la capacità di essere responsabile, e quindi di sentire
anche il senso di colpa; l’altra è invece un fallimento durante lo sviluppo affettivo.
PSICONEVROSI (quando il paziente è giunto ad un certo punto dello sviluppo affettivo in cui si sono
organizzate delle difese contro l’angoscia di castrazione anche se ha superato il complesso edipico) ≠
PSICOSI (quando l’individuo non è stato in grado di giungere ad un certo grado di salute e perde il contatto
con la realtà; c’è un crollo delle difese che porta così anche ad un crollo psichico, che solitamente viene
analizzato durante la terapia ma concentrandosi su una versione più tarda dello stesso crollo poiché quello
originario si è verificato in uno stadio in cui il paziente dipendeva ancora dall’IO materno).
I entrambi i casi possiamo vedere che il paziente non ha del tutto superato il complesso edipico.
VERO SE’ e FALSO SE’: il FALSO SE’ è un concetto un po’ complicato da spiegare, ma per farla breve,
possiamo dire che è una sorta di DIFESA e PROTEZIONE verso il VERO SE’. MA SOLO IL VERO SE’ PUO’
ESSERE ANALIZZATO.
PSICOPATIA: fondamentalmente è una delinquenza non curata che si ripresenta nell’età adulta, c’è la
convinzione che “l’ambiente sia in debito di qualcosa”.
SCHIZOFRENIA: è derivata dall’insuccesso dell’ambiente che porta ad avere deficit evolutivi nella
personalità dell’individuo.
Quando ci sono queste psicosi e psiconevrosi il CONFLITTO SOSTANZIALE e’ tra l’IO e l’ID: l’IO cerca di
dominare l’ID.
COME CLASSIFICARE LE PSICOSI? à ci possiamo basare sulla quantità e qualità della distorsione e
dell’insufficienza ambientale (eredità + soggetto + ambiente).

12 LA DISTORSIONE DELL’IO IN RAPPORTO AL VERO ED AL FALSO SE’


Il bambino sta sviluppando l’IO e vede le richieste dell’ID come parti del sé e non come richieste
dall’ambiente. (p.180-182 leggi bene e fai schema).
Quando il falso sé si crea in un individuo con un alto potenziale intellettuale, si rischia di far diventare
l’intelletto la base del falso se’.
Per esaminare le cause che provocano questo falso se’, è necessario concentrarci sullo stadio delle prime
relazioni oggettuali del bambino; bisogna ricordare che anche il ruolo della madre è molto importante,

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poiché se sarà una madre sufficientemente buona darà importanza ai bisogni del figlio; mentre se non sarà
sufficientemente buona non sarà capace di sostenere il figlio e di soddisfare i suoi bisogni.
MA CHE COS’E’ IL VERO SE’? à è il gesto spontaneo e l’idea personale dell’individuo, compare quando c’è
un accenno di organizzazione mentale, e interpreta ogni stimolo come proiezione. Il falso sé in questo caso
ha il semplice compito di proteggere il vero sé; ma e c’è una scissione tra i due, l’individuo non riuscirà ad
avere una vita culturale sana, poiché non riesce a vivere in un campo intermedio tra sogno e realtà e non
sarà nemmeno capace di utilizzare i simboli.
Quando l’analista si trova in questi casi, si presentano delle conseguenze:
- L’analisi si basa sul falso sé e perciò non ci sarà un successo della terapia.
- L’analista non riesce a vedere ed interpretare ciò che avviene veramente nel paziente, e perciò non
riuscirà nemmeno a cominciare la terapia.
- Il falso sé inganna l’analista e non gli fa capire qual è il problema e la sua causa.

13 LA CORDA: UNA TECNICA DI COMUNICAZIONE


Un ragazzo di 7 anni venne mandato in terapia a causa di un disturbo del carattere. L’analista ebbe prima
un lungo colloquio con i genitori e poi con il ragazzo: la madre era depressa e si era presa sempre cura del
figlio, fino a quando non è nata la sorella minore, dove c’è stata una separazione importante con il
primogenito. Dopo che alla madre era stata ricoverata in ospedale per depressione, si presentarono nel
bambino sintomi curiosi come compulsione a leccare oggetti o persone , faceva rumori strani con la gola e
tendeva a spaventare al gente. Un altro sintomo strano era il fatto che il ragazzo fosse OSSESSIONATO
DALLE CORDE, addirittura una volta legò una corda intorno al collo della sorellina (che aveva provocato la
separazione dalla madre) è il ragazzo si trovava di fronte alla paura della separazione e tentava di negarla
usando la corda, come quando qualcuno tenta di negare la separazione da un amico usando il telefono.

14 IL CONTROTRANSFERT
L’atteggiamento professionale dell’analista è come un simbolo, poiché implica una determinata distanza tra
il paziente e il terapeuta, il quale deve essere obiettivo e coerente à quando questo atteggiamento
professionale da parte dell’analista va a scemare, si presenta il CONTROTRANSFERT, ovvero un insieme di
tratti nevrotici che disturbano il comportamento professionale.
Possiamo soffermarci su 2 casi particolari:
1- Nel caso di un paziente con una tendenza antisociale, l’analista è costretto a correggere questo
comportamento e ad essere coinvolto nella relazione con il paziente.
2- Nel caso di un paziente che ha bisogno di regredire, l’analista è costretto ad essere un soggetto a
cui il paziente deve prima dipendere, per poi andare verso l’indipendenza.

15 I FINI DEL TRATTAMENTO PSICOANALITICO


Il nostro influsso sull’IO del paziente attraversa 3 fasi:
- Una fase iniziale dove l’IO è abbastanza forte poiché ha il completo sostegno della madre.
- Poi avviene una fase in cui ci sono delle sperimentazioni di indipendenza da parte dell’IO del
paziente
- Infine l’IO del paziente diventa completamente indipendente e comincia a manifestare le proprie
caratteristiche.
Esistono anche dei casi particolari in cui è necessario modificare l’analisi, MA I FINI DELL’ANALISI NON SI
MODIFICANO MAI.

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16 LE MIE OPINIONI PERSONALI SUL CONTRIBUTO KLENIANO


Le fondamenta della psicoanalisi in Inghilterra fu ERNEST JONES, ma l’autore si soffermò anche su molti
degli studi di Melanie Klein, la quale considerava l’analisi di un bambino uguale a quella di un adulto, l’unica
differenza, come abbiamo già affermato, era che il bambino veniva analizzato tramite il gioco o il disegno
invece che con il linguaggio.
Si basava principalmente sulle interpretazioni del transfert e seguiva rigidamente la tecnica freudiana;
affermava inoltre che la capacità di provare senso di colpa e di preoccuparsi era una conquista, che portava
l’individuo a raggiungere la “posizione depressiva”.
L’unico errore che la Klein ha fatto , a parere dell’autore, è il fatto che abbia confuso il concetto di “più
profondo” con “più precoce” e sappiamo che non è necessariamente così.
Inoltre nonostante ella affermasse di tener conto anche del contesto ambientale, non sembrava così dalle
sue analisi poiché tendeva a concentrarsi sempre di più sui meccanismi psichici individuali.
In sintesi le caratteristiche principali dello studio di Melanie Klein sono:
- Tecnica rigidamente ortodossa nella psicoanalisi dei bambini
- Progresso nella tecnica grazie all’uso di piccoli giocattoli
- Tecnica per l’analisi dei bambini a partire da 2 anni e mezzo
- Riconoscimento e localizzazione della fantasia nel bambino
- Importanza alla proiezione e introiezione (meccanismi psichici sviluppati tramite l’esperienza)
- Importanza a elementi distruttivi nelle relazioni oggettuali
- Comprensione della negazione della depressione
- Tentativo costante di formulare la psicologia del bambino senza riferimenti al contesto ambientale.
I contributi dubbi sulla Klein invece sono:
- Conservazione della teoria degli istinti di vita e di morte.
- Tentativo di formulare la distruttività infantile in termini di ereditarietà e invidia.

17 COMUNICARE E NON COMUNICARE: STUDIO SU ALCUNI OPPOSTI


RELAZIONE OGGETTUALE: come sempre, LA MATURAZIONE PSICOLOGICA RICHIEDE FACILITAZIONI
AMBIENTALI E DIPENDE DALLA LORO QUALITA’. L’oggetto inizialmente è SOGGETTIVO, poi diviene
PERCEPITO OBIETTIVAMENTE. In seguito avviene un’ ESPERIENZA DI ONNIPOTENZA, ovvero l’aspetto
creativo dell’esperienza, in cui il bambino crea e ricrea l’oggetto finchè esso non si insidia nei ricordi. Inoltre
per passare dal vedere l’oggetto soggettivamente e percepirlo poi oggettivamente sono più utili le
insoddisfazioni rispetto alle soddisfazioni: è infatti necessaria una fase in cui l’individuo RIFIUTA l’oggetto,
lo mette in discussione per poi ricrearlo.
TEORIA DELLA COMUNICAZIONE: quando l’oggetto è soggettivo, non c’è bisogno di essere espliciti, mentre
quando l’oggetto è visto oggettivamente la comunicazione può essere esplicita oppure ottusa e il bambino
si ritrova ad affrontare 2 tipi di relazione: quello con la madre-ambiente e quello con l’oggetto, che diviene
madre-oggetto (madre-ambiente è la persona, mentre la madre-oggetto è una cosa o una parte di essa).
OGGETTO PERCEPITO OBIETTIVAMENTE: abbiamo detto che l’oggetto percepito obiettivamente provoca 2
tipi di comunicazione: il NON COMUNICARE SEMPLICE (è come riposare, è uno stato a sé stante che cede il
posto alla comunicazione per poi ricomparire) e IL NON COMUNICARE ATTIVO/REATTIVO (è una falsa
comunicazione poiché è intrattenuta dal falso sé è psicopatologia o schizofrenia infantile). Quando
l’oggetto è soggettivo invece c’è una COMUNICAZIONE SILENZIOSA, che deve ricomparire ogni tanto per
ristabilire l’equilibrio. (p.240-241 leggi bene e fai schema).
Esiste tuttavia un periodo transizionale in cui si presentano oggetti e fenomeni transizionali che cominciano
a portare il bambino nel mondo dei simboli è il bambino a questo punto riesce ad intrattenere 3 tipi di
comunicazione: SILENZIOSA, ESPLICITA e INTERMEDIA.
GLI OPPOSTI: esistono 2 opposti della comunicazione: NON-COMUNICAZIONE SEMPLICE e NON-

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COMUNICAZIONE ATTIVA. Diventa molto pericoloso per il paziente il fatto che l’analista riesca a penetrare
nel profondo della sua personalità, poiché l’analista è visto come il non-me è per questo è importante
stabilire i limiti della comprensione dell’analista.
Si parla anche di ISOLAMENTO PERMANENTE DELL’INDIVIDUO, infatti la protezione gelosa dell’isolamento
dell’individuo fa parte della ricerca della propria identità.
Anche l’idea di essere vivo comporta necessariamente 2 opposti: la condizione di morte e la semplice
assenza di vivacità (da qui ci si può ricollegare alla teoria degli istinti di vita e di morte). Esiste anche un
altro opposto all’idea di vita ed è l’oggetto morto, ovvero quando l’oggetto interno della madre è morto e il
suo umore è depresso.

18 L’ADDESTRAMENTO IN PSICHIATRIA INFANTILE


Il pedo psichiatra comincia la terapia dal colloquio con il bambino, ma ciò non è sufficiente poiché deve
anche tener conto dei genitori e deve essere qualificato come medico dato che si possono presentare dei
casi riguardanti particolari malattie. Molto spesso capita anche che siano i genitori ad essere diagnosticati
come malati in senso psichiatrico.
PSICHIATRIA GENERALE PSICHIATRIA INFANTILE
Si occupa di disturbi della psiche secondari o Si occupa dello sviluppo della personalità del
malattie mentali che provocano ritardi o bambino in buona salute e dei disturbi dello
alterazioni. sviluppo affettivo.
Anche la pediatria è molto importante, infatti un pediatra può divenire un pedopsichiatra senza neanche
accorgersene; l’unica differenza è che per diventare pedopsichiatri oggi c’è bisogno di un addestramento
psicoanalitico, che viene fatto dopo una selezione.

19 A PSICOTERAPIA DEI DISTURBI DEL CARATTERE


Il CARATTERE è una manifestazione di buona integrazione mentre il DISTURBO DEL CARATTERE implica una
cattiva integrazione, in cui l’IO è deformato e dipende principalmente dal SUCCESSO/INSUCCESSO
dell’individuo nel tentativo di nascondere la malattia (se riesce a socializzare comunque oppure no) è la
società tollera il disturbo del carattere fino ad un certo punto oppure reagisce per aiutare l’individuo a
socializzare.
L’IO può nascondere le formazioni sintomatiche PSICONEVROTICHE (conflitto nell’inconscio) o PSICOTICHE
(struttura deformata dell’IO); questo disturbi del comportamento derivano principalmente dall’insuccesso
della famiglia di aver “lasciato cadere” il bambino.
La terapia dei disturbi del carattere ha 3 scopi:
- Penetrare fino alla malattia e combatterla.
- Affrontare la tendenza antisociale (soddisfare le rivendicazioni e fornire una struttura solida all’IO)
- Analizzare la distorsione dell’IO e lo sfruttamento delle pulsioni istintuali da parte del paziente.
In sintesi, è necessario che:
1- L’analista trovi l’ACTING OUT nel transfert
2- Il paziente deve rendersi conto di essere malato altrimenti non può guarire
3- Sono possibili insuccessi da parte dell’analista in base alla gravitò della malattia
4- Il disturbo del carattere può essere trattato nella famiglia
5- Può essere necessario educare il paziente prima di introdurlo al trattamento, poiché potrebbe
avere una tendenza antisociale molto rigida.
6- Il caso può presentarsi in via giudiziaria e bisogna tener d’occhio anche la reazione della società.
Anche se il trattamento non cambia in base al sesso del paziente, tuttavia i disturbi del carattere si: ad
esempio le ragazze possono manifestare la loro tendenza antisociale tramite la prostituzione.
(p.275-279 leggi bene e fai schema).

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20 IL MALATO MENTALE NELLA PRATICA PROFESSIONALE DELL’ASSISTENTE SOCIALE


Sono state classificate 3 tipi di malattia:
- Malattia del cervello consegente ad un disturbo psichico
- Malattia del corpo che influisce sugli atteggiamenti psichici
- Disturbi psichici che non dipendono nè da malttia del cervello nè da malattie del corpo.
PSICONEVROSI: malattia che si presenta nello stadio del complesso edipico ed implica la rimozione
dell’inconscio rimosso (un ripostiglio in cui c’è tutto ciò che è intollerbile per l’individuo e la società di cui fa
parte.
PSICOSI: è una malattia legata più alle esperienze fatte nelle fasi precoci; in cui l’individuo si stabilizza solo
su uo stadio e non va più avanti. La psicoterapia ha lo scopo di riuovere questa rimozione e ristabilire le
relazioni sociali.
Le cause di queste malattie mentali dipendono principalmente dal falimento ottenuti dall’almbiente e dalle
sue funzioni; tra le altre cause possiamo parlare anche di DEPRESSIONE: in questo caso la rimozione è più
forte ma la terapia non cambia. Esistono inoltre 2 tipi did epressione:
- DERESSIONE REATTIVA
- DEPRESSIONE SCHIZOIDE
La tendenza verso al maturazione persiste, ed è proprio questa che spinge l’individuo a curarsi, sia da solo
che tramite la terapia: infatti, già dalle primissime fasi, esistono 2 tendenze; quello deella MATURAZIONE e
quello della DIPENDENZA; e in entrambe queste tendenze il ruolo dell’ambiente è fondamentale, anche se
nel corso dello viluppo questa importanza diminuisce e ha so scopo collaborativo alla crescita (è anche
necessario che ci sia una persona che si identifichi con il bambino e con cui il bambino ci di identifichi a sua
volta), che avviene in 3 fasi:
- INTEGRAZIONE (include anche il concetto di tempo e il suo contrario, disintegrazione, intica una
malattia mentale).
- PERSONALIZZAZIONE (è necessrio che si cia un adattamento materno sufficientemente buono,
poichè questo termine indica un stretto rapporto fra psiche e corpo: anche Freud affermava che
l’IO era un IO CORPOREO).
- RELAZIONE CON L’OGGETTO (anceh qui è necessio che ci sia un adattamento materno
sufficientemente buono, poichè il bambino deve arrivare ad uno stadio in cui riesce a mettersi in
relazione con l’oggetto che inizialmente è soggettivo, poi viene percepito obiettivamente, il che
permette un’esisenza separata).
Per fare una sintei possiamo affermare anche che il FALSO SE’ è fondamentalmente una versione patologica
del vero sè, che però non è compatibile con il vivere nel mondo .
PSICOPATIA: è una malattia che si basa sulla DIPENDENZA, che può essere AFFRONTATA IN MODO
ADEGUATO o trammutarsi in malattia mentale (insuccesso o PRIVAZIONE da parte del’ambiente a favorire i
processi maturativi  ecco perchè quando si parla di tendenza antisociale si descrive il bambino come
DISADATTATO). Ovviamente la trascuratezza da parte dei genitori può portare solo ad un peggioramento; p
necessario che i genitori si prendano cura del figlio e lo correggano (anche l’ASSISTENZA SOCIALE ha il
compito di sostenere i genitori e lo sviluppo del bambino); dobbiamo però ricordarci che ci sono anche casi
incurabili.

20 I DISTURBI PSICHIATRICI IN RELAZIONE AI PROCESSI MATURATIVI INFANTILI


Come abbiamo già detto, l’eziologia della psiconevrosi è collegata al complesso edipico e perciò anche alle
relazioni interpersonali; ma non sempre è possibile fare una diagnosi accuarata all’inizio. E’ vero anche che
molto spesso, quando diagnostichiamo la depressione, diamo per scontata l’organizzazione e la forza

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dell’IO  l’oggetto perduto viene interiorizzato e diviene oggetto di odio, che piano piano si spegne
diventando depressione.
Tramite i meccanismi di PROIEZIONE e INTROIEZIONE, l’analista può interpretare il modo in cui l’origine dei
fatti interni benigni e persecutori dipende dagli aspetti rispettivamente soddisfacenti e insoddisfacenti delle
esperienze istintuali; e può anche interpretare la relazione del paziente con gli oggetti (c’è una scissione
dell’oggetto epr evitare la sicssione della perosnalità del paziente).
Ma quando l’interpretazione è ncomprensibile, il paziente si sente incompetente e distrutto.
L’eziologia della schizofrenia ci riporta non tanto al complesso edipico, ma alla relazione diadica con la
madre: infatti non si può parlare di bambino se non si parla della sua dipendenza dalla madre e dalla sua
assistenza verso il figlio (l’IO dell’infante è molto forte ma solo perchè è sosteuto dalla
madresufficientemente buona); ma quando si presenta il disturbo psichiatrico, la perosnalità diventa
“disintegrata”e il paziente si sente “irreale”. (p.306-309 leggi bene e fai schema).
Abbiamo già affermato che il processo maturativo ha avvio nel momento in cui c’è un ambiente favorevole,
poichè spinge l’individuo ad integrarsi e ad adattarsi, di modo che poi si formeranno relazioni sia con gli
oggetti che con le altre persone.
In base al livello e al tipo di disturbo è importante però ricordare che la tecnica terapeutica può modificarsi,
ma il ruolo di SOSTEGNO dell’analista rimane sempre quello:
- Nella PSICONEVROSI è necessario chel’analista riporti all’infanzia i sentimenti di odio e amore chef
copaiono nella nevrosi da transfert.
- Nella DEPRESSIONE richiede l’interpretazione del transfert e ha bisogno che l’analista sostenga il
più possbile al paziente e sopravviva alla sua aggressività.
- Nella SCHIZOFRENIA l’analista deve prima esaminare tutto il materiale che gli è stato presentato ma
deve anche astenersi dal tradurre delle interpretazioni futili o non necessarie.

22 L’ASSISTENZA OSPEDALIERA COME COMPLEMENTO ALLA PSICOTERAPIA INTENSIVA DELL’ADOLESCENZA


L’adolescenza è il periodo in cui c’è il passaggio dal ragazzo all’adulto, ed è una fase molto delicata dello
sviluppo. In particolare in quesa fase i genittori non si ricnoscono nel proprio ruolo  una delle numerose
funzioni della società deve assumere il ruolo che i genitori non riescono ad assumere; inoltre c’è anche la
complicazione del fatto che adesso il ragazzoo non è più un bambino e perciò ha il potere di soddisfare i
prorpi bisogni da solo, ma non capisce ancora bene quali pulsioni sono accettabili o meno dalla società.
Le malattie che si presentano nell’adolescenza sono la psiconevrosi vera e prorìpria, l’isteria e i disturbi
affettivi, ma questi non devono essere per foraz collegato con la tendenaz antisociale del ragazzo, che viene
etichettato come delinquente (p.321-326 leggi bene e fai schema).

23 LA DIPENDENZA NELL’ASSISTENZA ALL’INFANTE ED AL BAMBINO E NELLA SITUAZIONE PSICOANALITICA


PSICOANALISI ≠ ASSISTENZA INFANTILE  sono in relazione ma non sono la stessa cosa, infatti molti dei
genitori ceh cecano di interpretare l’inconscio dei propri figli si mettono nei guai.
In termini di psicoanalisi possiamo prendere l’esempio di una ragazza incinta che si era molto attaccata al
suo analista che voleva cevitre che la paziente avesse una dipendenza da lui (nel caso in cui c’è una
dipendenza verso l’analista, quest’ultim deve saper risondere in modo adeguato, anche se per il paziente
sarà molto doloroso e difficile.
In termini di assistenza infantile invece possiamo prendere l’esempio di un bambino di 2 anni che per un
periodo smise di parlare e di usare il vasino subito dopo che la madre partorì: non provava odio per il
fratellino ma aveva dei comportamenti insoliti; ad esempio si succhiava il pollice, cosa che non aveva mai
fatto prima, al momento della poppata  la ZLETZEL parla di ESPERIENZE TRAUMATICHE GRAVI, in cui il

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bambino ha paura di essere annientato poichè dipende dalla madre e quest’ultima non si prende più cura
del figlio come faceva prima.
Si parla anche di APPRENSIONE MATERNA PRIMARIA, ovvero l’insieme dei cambiamenti che si verificano
nelle donne che hanno un figlio.
Sinteticamente:
- La malattia psiconevrotica iplica i conflitti relazionali e perosnali dell’individuo
- La base maturativa dell’individuo, e quindi la sua salute, sono dati princialmente dai processi
maturativi e da un ambiente favorevole
- Esiste però anche una posiione intermedia in cui l’ambiente inizialmente è favorevole, poi comincia
a non essero più (DEPRIVAZIONE), così che lindividuo sviluppi una tedenza antisociale
Le conseguenze dei disturbi mentali:
- Dobbiamom prepararci a trovare esempi di auto-cura, tramite un avvenimento ambientale o
un’amicizia
- Un’esperienza correttiva non è sufficiente, e il transfert non è una di queste, poichè avviene
attraverso il processo psicoanalitico inconscio del paziente.

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