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Psichiatria e Psicoterapia (2013) 32, 3, 217-226

COS IL LIBER NOVUS PER LA PSICOLOGIA ANALITICA?


Accursio Gennaro, Nefer Tani

Il Libro Rosso il libro segreto di Jung, il custode del significato ignoto dellesistenza e
rappresentazione artistica ed esperienziale di un universo simbolico. Il volume si situa al centro
di una straordinaria sperimentazione psicologica che ne fa un unicum nel panorama novecentesco
(Hoerni 2010).
Un libro prezioso che cost a Jung un lungo impegno di sedici anni, dal 1913 al 1930, nei
quali speriment limmaginazione attiva, di cui si serv per evocare i contenuti archetipici della
psiche e oggettivarli attraverso il dialogo interiore, la scrittura, la pittura e la scultura. Jung
non volle mai autorizzare la pubblicazione del testo, forse per gelosia della sua intimit o per
timore dei giudizi sulle sue esperienze. Il Libro Rosso non un diario segreto o unopera privata
ma un lavoro che stato destinato ad essere conosciuto e a sollecitare riflessioni teoriche
e cliniche sulleredit junghiana. Infatti, Jung ha dato laccesso al Libro Rosso ad alcuni
studiosi e collaboratori, tra cui T. Wolff, W. Stockmayer, M. L. Von Franz, T. Keller e J. Kirscha.
Dopo ottantanni dalla sua conclusione e mezzo secolo dalla morte del suo autore, questo testo
straordinario esce dal caveau della banca svizzera in cui era conservato fino al 1983 e viene
pubblicato in America nel 2009, e successivamente in Italia, nel 2010.
Ci ha generato un deliberato offuscamento della coscienza per rendere possibile lemergere
di nuovi contenuti inconsci dallo sfondo oscuro in un atteggiamento di concentrazione e di
ripiegamento su se stessi (Gennaro e Bucolo 2007).
In questo senso ci sembra di poter sottolineare che tale modalit di esperire gli eventi
psichici ha portato Jung ad anticipare per alcuni versi lattuale epistemologia della complessit.
Lattrito conoscitivo e quindi lemergere di qualcosa di pi profondo non pu non avvenire senza
linterazione del ricercatore con loggetto dindagine, interazione sovente cos interconnessa da
additare parti del tutto prima incomprensibili (Morin 1982). nellintenzione di approfondire
sino alle estreme conseguenze la conoscenza degli aspetti reconditi della psiche umana che si
rintraccia il nucleo centrale che ispira lopera di Jung e limpegno profuso nella stesura del Libro
Rosso.
A nostro parere, la pubblicazione del Libro Rosso potrebbe arricchire o rendere ancor pi
arduo il livello di comprensione di Jung, sia in quanto elettiva fonte di documentazione di
quanto gli accaduto durante il suo confronto con linconscio, sia perch permette un insight
sulla costruzione della sua elaborazione, che probabilmente avr un effetto fruttifero in campo
psicologico.
Ci potrebbe valorizzare la tendenza implicita dellatteggiamento junghiano che da pi parti
stata riconosciuta come una ricerca costante e inesauribile che apre le porte a problematiche
SOTTOMESSO MARZO 2013, ACCETTATO LUGLIO 2013
Giovanni Fioriti Editore s.r.l.

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nuove, piuttosto che proporsi in modo definitivo (Gennaro 2004).


La pubblicazione dellopera fa emergere alcuni interrogativi: essa ha un valore centrale per il
campo analitico o di interesse periferico? In che modo pu essere usata? da connettere con i
lavori posteriori di Jung? Rappresenta una detrazione o unaggiunta?
Tali quesiti sono lesito di quel processo di possibile intelligibilit dei fenomeni psichici in
cui si inscrive litinerario teorico e clinico di Jung e, pertanto, tenteremo di chiarirli cercando di
evitare lerrore di cadere in una valorizzazione assolutizzante o, viceversa, nel riduzionismo pi
estremo.
In tale prospettiva, il nostro obiettivo stato quello di evidenziare i contributi che tale opera
ha suscitato al fine di rendere pi visibile, pur nella sua complessit, le ipotesi che a riguardo
sono state avanzate e di orientare a una comprensione accurata di punti di vista divergenti. Ci ci
ha portato anche a valutare e prendere in considerazione la relazione che Il Libro Rosso ha con
le altre opere di Jung, il significato intrinseco ed estrinseco del testo, e limpatto di tale opera.
In questottica saranno evidenziati i contributi, sia italiani che internazionali, di diversi
studiosi interessati alla psicologia analitica junghiana.

Contributi internazionali
Come capita spesso quando si di fronte ad un evento in qualche modo sconcertante, nascono
opinioni diverse e tra loro contrastanti. Il pensiero junghiano un pensiero complesso, ricco di
sfumature interpretative e di prospettive conoscitive. Il caso del Libro Rosso non fa eccezione, e
ha generato commenti tra loro molto distanti.
Shamdasani, curatore delledizione del Libro Rosso, descrive un atteggiamento di alcuni
studiosi che avrebbero voluto riconoscere come significative solo opere di Jung gi pubblicate,
minimizzando limportanza del Liber Novus o di un qualsiasi altro materiale inedito, e racconta
che sono circolate voci ridicole sulla non autenticit del testo e sulla convinzione che esso sia
poco pi che una sorta di diario o addirittura una montatura (Beebe e Shamdasani 2010).
Nella riflessione sui contenuti nuovi del Libro Rosso, condividiamo ci che sostiene
Shamdasani (2010), ossia che il nucleo del lavoro di Jung, ovvero il processo di individuazione
e il concetto del S, emerse successivamente al suo confronto con linconscio e rappresenta il
vero frutto del Liber Novus.
Il nucleo fondamentale della sperimentazione junghiana il suo singolare e sofferto itinerario
di confronto con linconscio. Qui limmaginazione creativa non solo una modalit tecnica
ma rivela la capacit di immergersi nei lati oscuri dellesistenza e in questo senso la voce dello
Spirito del Profondo, fin dal prologo, ci fa distaccare da ci che sensato per condurci al non
senso, inteso non come fallace processo della razionalit ma come pensiero che riflettendo su
se stesso si scuote nelle sue fondamenta per cogliere fenomeni connessi al mistero dellesistenza
che ci coinvolge tutti. A questo riguardo Jung stesso sostiene nella sua autobiografia che tale
tentativo era il convincimento che non avrebbe potuto attendersi dai pazienti qualcosa che lui
stesso non avesse osato intraprendere, egli si mette in gioco in prima persona sia come ricercatore
che soprattutto come clinico.
Ci sembra necessario evidenziare, soprattutto per gli autori che hanno equivocato lessenza
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del Libro Rosso, un aspetto centrale che Jung stesso chiarisce nella sua autobiografia, quando fa
capire apertamente che le suggestioni e le intuizioni che derivano dallinconscio, pur appartenendo
al dominio della complessit estrema non del tutto afferrabile sul piano della consapevolezza,
lo hanno portato a creare un terreno solido su cui farle coesistere. Quelle prime fantasie e quei
sogni furono per me come magma fuso da cui si cristallizz la pietra che potei scolpire (Jung
1913-1930).
Dunque Jung, a nostro parere, ha elaborato sul piano della consapevolezza riflessiva ci che
aveva sperimentato e che gli permise di ritornare alla realt umana e quindi a una comprensione
scientifica.
In questo modo le intuizioni dellinconscio diventano in Jung il lavoro della sua vita.
Secondo Harris (2010) invece, il Libro Rosso va considerato come il diario dellautore, che
contiene le sue esperienze personali di vita. Nonostante la sua piacevole veste estetica, esso
rappresenta un archetipo che rivela il confronto con linconscio di Jung, i suoi conflitti con la sua
educazione religiosa.
Quanto abbiamo esplicitato pu essere colto nellelaborazione di Stein (2010) ed relativo
alle riflessioni sullimmaginazione attiva e sullinterpretazione dellesperienza, ai passaggi
poetici e alle pitture contenute nellopera. Che Jung fosse affascinato dalla mitologia e dalle
religioni si sapeva anche prima della pubblicazione dellopera, ma che la sua immaginazione
si focalizzasse sulla figura di Cristo o Salom, qualcosa che non si conosceva affatto. Il testo,
quindi, fornisce un approfondimento del processo di individuazione inteso come un confronto
profondo con la sofferenza, in cui il benessere intimamente connesso al dolore, in un continuo
fermento esperienziale che crea il processo dindividuazione. In questo senso i concetti di
malattia e benessere sono espressi in una chiave ancor pi ricca di nuove sfumature, implicano
una riflessione che approfondisce le coordinate psico-esistenziali dellesperienza vissuta,
evidenziandone il significato trasformativo e di rinnovamento.
Nel testo, secondo Stein, lincontro con Dio originato dallincontro dellIo con la propria
pazzia, ed anche Jung stesso si spinse quasi fino alla pazzia per esplorare la sua psiche. Jung
scelse di dipingere le immagini invece che descrivere a parole quello che stava vivendo, perch
in quel momento fu lirrazionale ad imporsi, probabilmente non fu lego di Jung il responsabile
del progetto o dei disegni, piuttosto fu il servo di ordini sacri di uno spirito responsabile del
simbolo che il libro rappresenta. Nella stesura del Libro Rosso, Jung fu lagente del processo
simbolico che si stava dispiegando nella sua psiche.
Come ha notato successivamente Stein (2011), il testo dovrebbe essere considerato come parte
delleredit di Jung e quindi lo pone al centro del campo della psicologia analitica, come fonte di
prima mano che pu funzionare come lo strumento di trasmissione per il genio archetipale che
ispir Jung. Lessenza di questo genio, simbolizzata nel testo da Filemone, appartiene al regno
degli archetipi dellinconscio collettivo e, come tale, pu rafforzare e sostenere la tradizione della
psicologia analitica. Tuttavia, Stein ammonisce dal pericolo che la tradizione elevi il simbolo di
Filemone ad un culto, ricordando che il simbolo fonte di ispirazione ma non pu rappresentare
la conoscenza assoluta. Come simbolo vivente, Il Libro Rosso richiede di essere utilizzato nella
teoria e nella pratica della psicologia analitica del ventunesimo secolo: un compito per il presente
ed il futuro.

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Anche Harms (2011) ritiene che il personaggio di Filemone potrebbe essere il nuovo fulcro
della psicologia analitica, e considera i mandala del Libro Rosso i testimoni dellavventura di
Jung e dellinsight analitico cui pervenuto.
A nostro parere si pu evidenziare che, coerentemente con le sue esigenze motivazionali, sia
rispetto alla sfera personale che riguardo alla attivit clinica, Jung divenne sempre pi cosciente
della natura transpersonale delle sue esperienze. Nel momento in cui scrisse il Libro Rosso,
non aveva idea di come sarebbe risultato, ma cap che stava rischiando tutto prendendo sul
serio il materiale dellinconscio. Come ha notato Odajnyk (2010), Jung non poteva accettare la
rivelazione dellimmagine di Dio emergente senza essere certo che ci che stava provando era
una realt valida non solo per lui ma anche per i suoi contemporanei. Scrivere il Libro Rosso
per Jung in un certo senso fu uno scarico degli obblighi che sentiva provenire dallinconscio
collettivo.
Tuttavia, pur non condividendo i contenuti critici nei confronti dellopera che ci sembrano
francamente forvianti, non possiamo omettere di rappresentare punti di vista diversi, considerando
anche chi ritiene che lopera rappresenti per la comunit un imbarazzo scomodo che manifesta
unideologia pseudo-religiosa del S.
In particolare, Giegerich (2010) ritiene Jung responsabile dello stato odierno della sua
psicologia analitica, nella quale si evidenzia la prevalenza di un pensiero soggettivistico oltre
che uninflazione nellutilizzo di termini come sacro e numinoso. La sua analisi critica sul
Libro Rosso si dispiega lungo tre filoni principali. Nella prima riflessione, egli mette a confronto
il Libro Rosso con lo Zarathustra di Nietzsche, reputando il lavoro di Jung unimitazione sia
nello stile che, parzialmente, nellintenzione. Nietzsche aveva lottato contro i problemi filosofici
della natura delluomo e del mondo, mentre il Liber Novus ritrae lessere umano come uomo
concreto; inoltre critica anche il tentativo di Jung di superare il nichilismo e lateismo cercando
il significato di Dio in qualcosa che oltre Dio. Successivamente mette a confronto il Libro
Rosso con la Divina Commedia di Dante, e sostiene che il Liber Novus non sia un lavoro
darte comparabile alla Divina Commedia, perch lopera di Jung inscritta nei confini di
unesperienza individuale, mentre Dante part dallesperienza personale ma la elabor fino a
farla divenire immaginazione poetica. Infine, ritiene che il Libro Rosso possa essere un valido
testo per uno studio storico di Jung, ma suggerisce alla psicologia analitica di dissociarsi da
questo e di basare il lavoro psicologico sulle opere pubblicate da Jung che riguardano realmente
e criticamente la sua psicologia (Giegerich 2010).
Questa critica ci sembra unilaterale e priva di duttilit conoscitiva, sia riguardo al pensiero
di Jung sia nei confronti di alcuni aspetti del Libro Rosso. Sostenere che il Libro Rosso
vada estromesso dallelaborazione fondata sullindividuazione ci sembra una posizione
riduzionistica, e miope che non rende ragione della complessit della psicologia analitica
junghiana. Esemplificativo di ci la valutazione del rapporto Nietzsche-Jung che non esprime
assolutamente unimitazione dello Zarathustra ma finalit totalmente diverse tra cui quella
specificamente clinica.
Anche Slattery (2011) sottolinea i modi in cui il Libro Rosso modula le risonanze dellopera
di Dante. Jung e Dante condividono il grande tema del pellegrinaggio, che fu epico per Dante
e attraverso le visioni dellinconscio per Jung; entrambi sono protagonisti di unagitazione che

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avveniva nella loro anima tanto quanto nel contesto storico: Dante nei confronti della visione del
mondo medioevale e Jung cos vicino allo scoppio della prima guerra mondiale. Entrambi hanno
trovato la forma per esprimere le esperienze immaginali che hanno sentito profondamente, Dante
tramite una cosmologia stabilita dalla religione cristiana e guidato da Virgilio, mentre Jung cerc
di modellare una propria cosmologia personale e si fece guidare da Filemone.
Schweizer (2011) sottolinea che il linguaggio profetico del Libro Rosso, che ricorda
lo Zarathustra di Nietzsche, contiene un messaggio centrale: lannuncio della nascita di Dio
nellanima.
Daltro canto, secondo Hill (2011), il focus andrebbe posto sullesame delle nostre disposizioni
innate, per rendere consce le motivazioni ed evitare le proiezioni.
Se lesperimento di Jung nel Liber Novus rappresenta il fondamento della psicologia analitica
e il suo futuro, anche noi dovremmo ritirarci dal mondo e scendere negli abissi, e resuscitare il
potere dellanima, fonte di guarigione e rinnovamento.
Il paradosso di cui parla Jung nel Libro, la fusione insieme di senso e non senso,
apparentemente assurdo ma in realt riguarda il conflitto fra razionale e irrazionale. Nel suo
viaggio esperienziale Jung incontra esempi di coppie opposte: lunione tra sotto e sopra,
il mostruoso e lo spirituale, il collettivo e lindividuale, il divino e lumano e il maschile e
il femminile. Cos come il paradosso ci permette di cambiare la nostra relazione con ci che
sappiamo, secondo Ulanov (2011), limmagine di Dio da cui dipendiamo pu essere distrutta, e
questo apre la strada per la nascita del divino dentro lanima umana.
Daltro canto, Hunt (2012) propone di riconsiderare le nozioni di inconscio collettivo
e immaginazione archetipica, inserendo la psicologia analitica nelle aree della psicologia
contemporanea, come lantropologia e la sociologia, che possano dare luce alle gi acute
osservazione di Jung e agli sforzi dellautore di operare una sintesi allinterno delle scienze
umane.

Contribuiti italiani
Rispetto alle riflessioni fin qui evidenziate, il Libro Rosso un manuale dellimmaginazione
attiva junghiana, composto da un doppio registro dellimmagine e della parola, dove limmagine
psiche in divenire. Nellapprocciarsi al testo, un volume dalle caratteristiche del manoscritto
medievale, puntualmente scritto con unaccurata grafia di stile gotico, la pulsione conoscitiva,
secondo Widemann (2011), si impone fin dai capolettera minati del Liber, confermando che il
piacere gravita attorno allarchetipo della conoscenza.
Cercheremo quindi di chiarire uno fra gli interrogativi pi frequenti relativi al Libro Rosso,
e cio quale possa essere il suo apporto alla pratica clinica odierna. Comandini (2011) sottolinea
limportanza dellimpiego dellimmaginazione attiva e ipotizza che questa non venga utilizzata
nella quotidiana pratica clinica analitica in ragione dellapparente similitudine con un motivo
esoterico o misticheggiante. Una buona conseguenza del Libro Rosso sar che gli junghiani
dovranno fare i conti forzatamente con il metodo dellimmaginazione attiva, tanto da riallacciare
un rapporto importante con listinto psichico che si espleta attraverso linconscio nella sua
dimensione collettiva. Nel Liber il compito dellumanit descritto come unestensione dellidea
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di coscienza, superando la visione dicotomica di bene e male, per costruire un impegno etico
rivolto al mondo.
Essendo il testo portatore del laboratorio intimo di Jung, a nostro parere non richiesto al
lettore di lanciarsi in considerazioni critiche della dimensione privata dellautore, rischiando
oltretutto una deformazione dellintento; sarebbe piuttosto auspicabile un utilizzo dello scritto
come modello della trasmissione del pensiero junghiano.
Nel Liber Novus Jung utilizza lunione che caratterizza le filosofie orientali, rintracciando il
divino nelle profondit delluomo. Il Liber sarebbe un emblema del metodo dellimmaginazione
attiva e congiuntamente un lavoro propedeutico allo studio dellalchimia.
A questo riguardo, secondo Antonelli (2011) il Liber Novus rappresenta il luogo da cui
nacquero i costrutti junghiani pi caratteristici, come la funzione trascendente, e ritiene, citando
Ellenberger (1970), che sia possibile tracciare un parallelo tra la crisi di Zarathustra e quella della
malattia creativa di Jung. Questo libro lannuncio di unera nuova che risponde alla morte
di Dio ripristinando la funzione trascendente della psiche. Jung dialoga con i suoi interlocutori
immaginari in un mondo intermedio che diventa il setting della sua analisi.
Il Libro Rosso torna a porre laccento sullimportanza della costruzione di un mito personale
e sulla funzione dellimmaginazione come strumento del dialogo con linconscio, che non solo
il depositario di esperienze dolorose, ma anche lattribuzione di senso che delinea gli stili di
esistenza.
Il Liber inizia con il ridimensionamento del mito delleroe, quando Jung sogna di aver ucciso
Sigfrido. Secondo Romano (2011) i contenuti del Libro Rosso presentano un processo di rimitizzazione che non ha eguali nel mondo contemporaneo. Il crollo del mito eroico, una sorta
di ideale dellIo, permette il confronto con lo Spirito del profondo, attraverso la sopportazione
dellassenza di riferimenti stabili. Il metodo del Liber Novus consiste nel prendere sul serio le
figure che emergono dallinconscio, percorrendo una difficile strada solitaria, che comporta il
ritiro delle proiezioni, la relativizzazione di ogni tipo di verit e il riconoscimento dellintrinseca
contraddittoriet del reale. Nel testo si evidenza unesigenza di disidentificazione dai valori
collettivi, in base allidea che il conflitto consente lo sviluppo individuale.
Sempre sullimportanza del mito eroico, Fratini (2011) ritiene che il mito, con le sue trame
e le sue figure simboliche, sia il ponte che permette alla coscienza dei popoli di avvicinarsi
alla comprensione dellinconscio: il processo di individuazione non inizia con il confronto con
lOmbra, ma con la disidentificazione dai modelli esteriori, la Persona, cos forti nella cultura
moderna. Ci spiega la contrapposizione junghiana tra Persona e individuo e lindividuazione
concepita come un percorso che porta necessariamente a un allontanamento dai sentieri percorsi.
Nellesperimento con se stesso, Jung ha usato una tecnica di sospensione della coscienza per
far emergere le immagini provenienti dallinconscio collettivo, secondo lidea che il confine tra
coscienza e inconscio sia sempre determinato da fattori storici e che sia dunque sempre mobile
e relativo.
Nella comunit scientifica la pubblicazione del testo stata accolta da una parte con forte
entusiasmo ma dallaltra con critiche e imbarazzo, che pur non convidendole, le riportiamo per
esigenze di unadeguata sistematizzazione. Secondo Mercurio (2011) la motivazione che si cela
dietro il disinteresse nei confronti della pubblicazione dellopera da parte di alcune associazioni

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analitiche, anche dellambito junghiano, sarebbe limbarazzo che nasce davanti a una funzione
immaginativa cos forte e cos intensa che potrebbe essere difficile da comunicare nella comunit
scientifica ed accademica.
Riteniamo che il Libro Rosso contribuisca a una riflessione sui limiti dellattuale modello
psicologico-culturale di riferimento. In questo senso, Salles (2011) sostiene che dal punto di
vista della psicologia tradizionale, una persona che vive fenomeni mentali analoghi a quelli
descritti da Jung sarebbe diagnosticata come psicotica, mentre la psicologia di Jung apre una
porta verso lesplorazione del mondo interiore e delle potenzialit esperienziali delluomo. In
questo senso, lautosperimentazione di Jung fornisce e restituisce rispettabilit alle esperienze sin
ora screditate. Se questi esperimenti contribuiscono allampliamento della mappa dellinconscio,
la follia potrebbe rappresentare un momento di slancio esistenziale e di rinascita.
Il Libro Rosso oltre a rappresentare lesposizione di una teoria psicologica anche
lambasciatore di una filosofia che fonda una nuova epoca. Secondo De Paula (2011), il Liber
Novus pu essere considerato anche unesperienza filosofica. La via dellanima tracciata da Jung
sembra essere lunica risposta possibile alla crisi delle ideologie religiose, e trasfonde sotto una
nuova luce ci che la saggezza mitologica e religiosa avevano scoperto da tempo. Luniverso
immaginifico del Libro Rosso ha le sue radici nel Libro dei morti tibetano, negli antichi miti
nordici e in una pluralit di altri fonti che Jung riscopre, alla luce della centralit dellindividuo e
del suo destino personale. Il libro un ritorno alle immagini e ai sogni, perch limmaginazione
onirica ristabilisce un contatto diretto tra uomo e Dio, come succedeva in et ellenistica o agli
albori del cristianesimo. possibile recuperare Dio trasponendolo sul piano dellimmaginazione
solo dopo aver riscattato limmaginazione dal suo rango di non verit.
Diventare se stessi compiere il processo di individuazione, che permette allIo di
lapprodare al S, larchetipo della totalit, il punto centrale delle immagini mandaliche
disegnate minuziosamente da Jung. Il mandala esprime contemporaneamente il cerchio cosmico
che sfuma nellinfinito e il punto centrale del macro e del microcosmo ed esprime come ogni
esperienza graviti intorno ad un centro, nel quale si rispecchia la specificit individuativa del
S. Chiaramente, sia il focus del S che quello dellIo appartengono alla totalit mandalica,
dove lIo il piccolo punto in cui si riversa il grande circolo del S. Larchetipo quaternario del
Libro Rosso prospetta il disegno che utopicamente procede dallesclusione allinclusione del
quattro, che entra nella simbolica del mandala in virt dei suoi aspetti strutturanti la vita psichica
(Widmann 2011).
Il grande dono che lautore ci lascia attraverso il Libro Rosso, dice Valerio (2011) il sapere
che ha accumulato con questo suo viaggio nellinconscio, poich la cura passa attraverso un
atto ambiguo, una contaminazione del sacro, cos come descritto da Jung anche nel successivo
Mysterium Coniunctionis.

Riflessioni conclusive
Il Libro Rosso rappresenta uneccezionale sperimentazione sia psicologica che artistica, ed
ricco di esperienze iniziatiche, immagini autentiche, meditazioni e virtuosismi calligrafici.
Gli amanti di Jung hanno oggi a disposizione unopera unica, finora negata alla conoscenza,
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che produce nuovi elementi fondamentali per comprendere il suo opus teorico. Se il Libro
Rosso fosse stato pubblicato mentre Jung era in vita, la comprensione della sua opera sarebbe
stata notevolmente migliorata e le generazioni di persone che hanno dedicato molto tempo per
studiare Jung sarebbero state facilitate nei loro intenti. Lopera per molti diventer un business,
mentre per altri sar loccasione di incontrare Jung e di comprendere il suo lavoro in un modo
che semplicemente non mai stato possibile prima.
La comunit scientifica potr dedicarsi a studiare minuziosamente il testo, tale compito
un notevole dispendio di tempo, ma uno sforzo immensamente gratificante che dovrebbe
iniziare con il tentativo di guardare come Jung ha interpretato il materiale dellinconscio prima
di spostarsi su un livello di interpretazione personale del testo.
In tale prospettiva, intendiamo mettere in rilievo due aspetti tra loro interconessi che, a nostro
parere, costituiscono i livelli di analisi attraverso cui il Libro Rosso pu essere considerato una
eredit culturale che, nella sua complessit, offre quella che pu essere vista come una delle
modalit pi prettamente singolari di Jung studioso: la sua lintenzionalit a significare.
Infatti ricordiamo che in Ricordi, Sogni, Riflessioni, Jung (1961) sottolinea che aveva
concepito il suo confronto con linconscio come un esperimento scientifico il cui esito interessava
la sua vita. Daltro canto, ci lo ha portato ad avere una diretta coscienza delle idee dellanima
e quindi ad accogliere i contenuti dellinconscio e a renderli il pi possibile comprensibili.
Questo , a nostro parere, lintento di Jung: da un lato attraversare linconscio in tutte le sue
configurazioni, e dallaltro offrire a se stesso e alla collettivit i frutti di questa esplorazione.
In questo modo, Jung ci appare non come leroe solitario che ha la pretesa di investigare su ci
che indefinibile, ma come uno studioso capace di rendere vive le sottili espressioni della vita
simbolica e di tentare di comprendere la sua eccedenza di senso.
La problematica dellesplorazione dellinconscio viva in Jung, come abbiamo visto a
proposito della sua autobiografia, caratterizza il Libro Rosso, che ha la natura non di unopera
esaustiva ma arricchita da una serie di punti nucleari con forte valore espressivo ed esperienziale,
in cui ognuno pu ritrovarsi e dare a essi il suo significato personale. In questo senso il Liber
Novus, come dice Jung (1959) fu qualcosa di impegnativo e prezioso, che lo impegn finch
non inizi ad interessarsi allalchimia, che gli permise di sistematizzare le esperienze vissute nel
confronto con il suo inconscio.
Pertanto riteniamo che litinerario additato da Jung, che a prima vista si rivela spesso esposto
ai rischi di una eccessiva astrazione, in realt da considerare in rapporto alle complesse
sfaccettature dei meccanismi psichici profondi per poter cogliere appieno la vitalit del suo
contributo (Gennaro 2004).
In questo senso il Libro Rosso pu essere considerato un libro incompiuto: lultima frase non
finita e lultima parola scritta possibilit. Infatti lepilogo, aggiunto a posteriori nel 1959,
conclude con se mai io unaltra possibilit.
A questo riguardo sottolineiamo che la problematica individuativa una modalit in
continua costruzione, che pu essere raggiunta quando nella pratica clinica si riesce a restituire
al paziente una maggiore e compiuta autoregolazione tra la sua dimensione conscia e inconscia;
al tempo stesso, essa rappresenta una punteggiatura qualitativa della nostra esperienza umana ed
esistenziale, in cui lesistere implica sempre una progettualit, un continuo dinamismo naturale,

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in cui avvertiamo il valore dellesistenza che proprio nellitinerario dellindividuazione esperisce


il suo intrinseco ed elettivo significato.
Lannuncio additato nel Libro Rosso potrebbe forse essere che nel percorso di individuazione
la parola meta si pronuncia possibilit?

Riassunto
Parole chiave: Jung, Libro Rosso, Liber Novus, rassegna, psicologia analitica, immaginazione attiva
Larticolo evidenzia le varie ipotesi successive alla pubblicazione del Libro Rosso e analizza il contributo
sia di studiosi internazionali che nazionali, di matrice junghiana e non. In questo senso esso consente un
maggiore possibilit di conoscenza del Liber Novus di Jung e del suo originale tentativo di esplorazione
dellinconscio.

WHAT IS THE LIBER NOVUS FOR ANALYTICAL PSYCHOLOGY?

Abstract
Key words: Jung, Red Book, Liber Novus, review, analytical psychology, active imagination
The article highlights the various hypotheses made following the publication of Red Book and analyzes
the contributions made by international and national, of both Jungian and non Jungian matrix, scholars.
It grants a better insight of Jungs Liber Novus and of its original exploration attempt of the unconscious.

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Corrispondenza
Accursio Gennaro
Dipartimento di Psicologia Dinamica e Clinica Facolt di Medicina e Psicologia - Universit La
Sapienza, Roma.
accursio.gennaro@uniroma1.it
Nefer Tani
Dottoressa in Psicologia Clinica, collabora con la Cattedra di Psicologia della Personalit (Prof.
A. Gennaro).
taninefer@gmail.com
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Psichiatria e Psicoterapia (2013) 32,3

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