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Angelo Nobile – Pedagogia della Letteratura Giovanile

Introduzione.
La variegata ricchezza di proposte editoriali per l’infanzia e l’adolescenza, non sempre congrue sotto il
profilo del linguaggio e non sempre affidabili sotto quello dei contenuti e dei “messaggi” comunque
trasmessi, richiede un’analisi valutativa, da parte del critico come dell’educatore. Si rende quindi
indispensabile focalizzare l’attenzione critica non soltanto sul testo (verbale o iconografico), sulle sue
intrinseche qualità estetico-letterarie, ma anche sulle ricadute che le letture possono avere sul soggetto in
formazione, nonché sui loro requisiti di “leggibilità” rispetto a una personalità “in fieri”, e quindi ancora
“incompiuta”, con le sue caratteristiche di complessiva immaturità linguistico-cognitivo ed esperienziale.
Il presente volume si propone come occasione di riflessione sulla problematica socio-psico-pedagogica del
libro per ragazzi e come orientamento per la scelta delle letture infantili e giovanili rivolgendosi idealmente
a genitori, insegnanti, bibliotecari e studenti delle facoltà di scienze dell’educazione, in lettere e in beni
culturali, con finalità ad un tempo di informazione, di sensibilizzazione e di maturazione di consapevolezze
critiche. Il testo riflette sui possibili e più congrui criteri di scelta e di valutazione del libro per ragazzi, in
riferimento a contenuti, linguaggio, apparato iconografico e grafica, non senza rilevare l’incidenza, talora
profonda, della comunicazione letteraria sul lettore e le sue spesso imprevedibili ricadute sulla personalità.
Quindi, si affrontano alcune questioni cruciali della complessa problematica, ad un tempo pedagogica e
psicologica, di questa specifica letteratura, quale quella della comprensione, delle paure di fonte narrativa,
della rappresentazione della famiglia, della sessualità e della censura, richiamando anche i doveri
deontologici di scrittori per ragazzi e bibliotecari, per poi focalizzare l’attenzione critica sulla fiaba classica,
sulle ragioni della sua intramontabilità, sui problemi di ordine pedagogico e psicologico posti da taluni
motivi ricorrenti in queste antichissime narrazioni, nonché sulle odierne riscritture e rivisitazioni
iconografiche delle trame fiabesche.

Capitolo .1 Le ragioni dell'approccio (psico)-pedagogico

La letteratura giovanile, disciplina di confine.


Quella che per brevità chiamiamo "letteratura per l'infanzia" è una disciplina di confine, dall'identità aperta
la quale si pone nel punto di intersezione di più saperi. Per un suo esaustivo approccio critico quindi vi è il
bisogno di una pluralità di competenze(storiche,sociologiche,pedagogiche,psicologiche e persino
criminologiche in quanto il libro può alterare la personalità). Come afferma Valeri "uno studio della
letteratura per fanciulli per essere veramente esaustiva dovrebbe rappresentare l'opera di un equipè di
studiosi di vario genere".

Quale pedagogia.
L'approccio pedagogico è presente proprio per il ruolo del suo destinatario(infante e giovane). Questa
disciplina si rivolge a genitori,insegnanti,bibliotecari ed educatori fornendo indicazioni e suggerimenti
orientativi per svolgere una giusta selezione delle ormai tante offerte editoriali ai fini di un migliore utilizzo
educativo e didascalico. Ci si riferisce ad una "pedagogia generale" in tutte le sue forme(pedagogia
speciale,sociale,interculturale..) in un ottica di reciproca interazione. Una pedagogia che si configura come
"scienza debole" (nel significato positivo del termine) che orienta,asseconda,suggerisce e accompagna,
applicandosi al libro per ragazzi assicura una lettura con finalità educative/formative anche in risposta alle
più vive esigenze del momento storico culturale. La stretta alleanza con la psicologia consente da un lato di
verificare i requisiti di leggibilità di un testo in riferimento all'età del suo fruitore(approccio pedago.)
dall'altro la sua incidenza sulla personalità del lettore(approccio psico.) Quando assume la veste di psico-
pedagogia è poi portatrice di rigorose indagini empirico-sperimentali le quali permettono di evitare dei
discorsi ipotetici e generali.

L'ostilità al "pedagogico".
L'aggettivo "pedagogico" è stato assunto come un sinonimo di regola obbligante. All'interno della critica del
libro per ragazzi e anche da parte di molti studiosi è da tempo in atto una critica verso il pedagogico inteso

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come sinonimo di moralismo scadente, di troppa prevalenza didascalica con conseguente mortificazione di
lucidità,gioiosità e trasgressività riconosciuti oggi come requisiti fondamentali del libro per ragazzi. Alla
pedagogia viengono anche accusate pesanti responsabilità nel ritardo e nella incompleta evoluzione della
disciplina. Un'altra polemica suscitata inoltre anche da Bianca Pitzorno accusa la pedagogia di servirsi del
libro per trasmettere un messaggio moralistico utilizzando la storia come pretesto per rendere meno
sgradevole una notizia nell'intento di modificare il lettore senza il suo consenso consapevole. Critica non
fondata o meglio giustificata e con molte eccezioni solo per una trascorsa stagione del libro dal momento
che la pedagogia attuale non ha alcuna finalità nel manipolare il bambino. Risolvere la critica del libro per
ragazzi in una polemica contro il pedagogico ha portato all'eliminazione del termine letteratura per
l'infanzia o giovanile orientando la scrittura verso una logica crossover e aprendo la strada ad una
letteratura senza aggettivi( ovvero senza specificazioni di fasce d'età). Nella critica del libro per ragazzi
oltre al tramonto della pedagogia è andata di pari passo la negazione del ruolo di intermediario dell'adulto,
un 'adulto che oggi spesso irresponsabile e inaffidabile si contrappone al mito di un bambino depositario di
verità. Da cui l'odierna fortuna de "Il piccolo principe" ma anche di protagonisti che svolgono un loro
percorso di crescita e di maturazione apprendendo dalla propria esperienza come "Pinocchio".

"Un mostro sacro":il piacere del testo.


Per anni mostro sacro e idolo intoccabile è stato il piacere del testo con un allontanamento verso un
qualsiasi messaggio pedagogico. Ogni attenzione o preoccupazione educativa era considerata falsa. Questo
era molto gradito all'editoria,agli scrittori e ai bibliotecari in quanto agli uni pone dei vincoli,impone
attenzioni e richiama responsabilità e agli altri ricorda di dover vigilare sui libri immessi negli scaffali. Oggi si
riconosce che la lettura di un testo richiede impegno,sforzo e fatica per appropriarsi dei suoi contenuti :
"Per aspera ad astra" (la via che porta alle cose alte è piena di ostacoli). Un momento di svolta lo si è visto
nel 2004 quando si ha affermato che si tende ad accontentare molto spesso i bambini eliminando il resto,
ma bisogna far presente che la lettura non è solo gioco. Bisogna scegliere di proporre dei libri diversi da
quelli richiesti e non assecondare sempre i gusti dei lettori. Questo non vuol dire che bisogna ignorare i
gusti e gli interessi dell'infanzia ma di focalizzarci oltre che sul testo anche sugli effetti delle letture su un
giovane lettore.
Impegni e auspici: oltre a valutare l'aspetto estetico di un libro e la sua portata innovativa bisogna dare
priorità alla "leggibilità del testo". Anche le scritture più innovative per temi contenuti e linguaggi con il
mutare dei bisogni,delle sensibilità dei lettori potrebbe risultare inadatta ad aiutare il bambino in un suo
processo di crescita non rispondendo ai bisogni di un'infanzia profondamente cambiata.

Capitolo 2. Incidenze delle letture sulla personalità.

Tra consapevolezza e negazione.


Tramite il libro in maniera intenzionale o no si forniscono degli insegnamenti e dei modelli attraverso il
processo di identificazione e di immedesimazione. Quello che leggiamo da bambini crea il nostro
immaginario,ci influenza,ci guida e ci offre dei modelli di comportamento così come accade per cinema e tv
con l'unica differenza che l'effetto della parola scritta durante l'infanzia è mille volte più potente. Analoga
consapevolezza non è sempre presente però negli scrittori per ragazzi in quanto vi sono una serie di pareri
contrastanti : alcuni ritengono che un singolo libro non possa cambiare la vita di nessuno altri invece hanno
dedicato molta attenzione nella loro scrittura in quanto gravati da una forte responsabilità educativa verso i
ragazzi. Varie ricerche psicologiche però ci hanno confermato che la lettura dei libri incide sia
negativamente che positivamente su personalità,comportamenti e atteggiamenti del minore,essendo
l'infanzia un periodo molto influenzabile. Molti testi presentano dei modelli pericolosi che aggiunti ai media
possono avere un forte impatto dannoso nei ragazzi in fase di crescita. Queste testimonianze bastano per
farci capire che non dobbiamo solo preoccuparci che il bambino legga con piacere.

Si legittima una letteratura esemplaristica?


Appare indispensabile individuare e perseguire dei modelli di lettura volti a delle finalità educative da poter
condividere. In questo caso sono da preferire modelli trattati dalla cronaca e dalla storia più che dalla

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finzione letteraria in quanto reali proponendo una lettura appassionata dal quale il bambino potrà
ammirarne ideali da seguire. Un merito va riconosciuto a Gabriella Armando la quale ha pubblicato una
serie di racconti tra cui "Vite parallele di Plutarco" (Alessandro magno nel deserto:ci insegna che il capo è
capace di gesti grandi e all'occorrenza di sacrificarsi per il bene comune senza avvantaggiarsi con
scorciatoie o privilegi lezione molto importante in una realtà fatta da corruzione,furberia e avidità.
Alessandro, infatti, nonostante ha sete non beve perché sa che anche i suoi combattenti hanno sete e non
vuole fare loro un torto)e altre narrazioni esemplaristiche.

Sulla pretesa neutralità dei contenuti narrativi.


Non è sostenibile la tesi dell'assoluta neutralità dei testi narrativi neanche quelli scritti per il "piacere di
raccontare". Nessuna comunicazione narrativa è neutra, anche il "narratore puro" comunica comunque
qualcosa al di la delle intenzioni. Un qualche messaggio o insegnamento è sempre coglibile dalla sua visione
del mondo,dalle sue convinzioni e dai suoi pregiudizi. Quando non esplicitato si ricava dai comportamenti
dei personaggi,dalle loro parole e commenti ,dallo svolgersi della vicenda e dalla conclusione.

Il libro possibile fonte di pregiudizi e stereotipi.


Il libro può essere fonte di pregiudizi e stereotipi ma al tempo stesso può rilevarsi una preziosa riserva per il
loro superamento o almeno per la loro riduzione. Un esempio ci è stato dato da una ricerca fatta sulla saga
di Harry Potter la quale grazie ai processi di identificazione col personaggio positivo della vicenda ha ridotto
il pregiudizio nei confronti degli immigrati,omosessuali e di altri gruppi "marchiati". Steriotipi di genere: Da
tempo sostenuta e alimentata dai movimenti femministi si è abbattuta sulla letteratura per ragazzi del
passato l'accusa di sessismo e discriminazioni nei confronti della donna. La critica è rivolta principalmente
alla fiaba classica la quale riflette mentalità,giudizi e valori dell'epoca in cui è stata creata. In molta
trascorsa letteratura il ruolo di protagonista era la figura maschile e le donne semplice elemento
coreografico. A cominciare dai romanzi di Salgariani dolci,sentimentali ed emotivamente fragili,
vanitose,pettegole e invidiose le donne, mentre coraggio,audacia e intraprendenza gli uomini. Oggi grazie ai
movimenti femministi i ruoli sono equilibrati con la presenza di eroine dinamiche,coraggiose e
indipendenti. Si ritiene infatti che le fiabe tradizionali dovrebbero essere sostituite da fiabe non sessiste e
politicamente corrette come "Alba Aurora" una fiaba moderna che potrebbe sostituire la troppo
maschilista Biancaneve. Si rischia però di creare dei nuovi racconti con pregiudizi che vadano questa volta a
danneggiare la figura maschile. Andrebbe quindi piuttosto rimproverata alla fiaba la quantità di negatività
con cui viene presentata la figura femminile :avida,invidiosa,perfida e crudele.
Eroine femminili Wonder Woman, Ermione (Harry Potter), Bibì e Pippi Calzelunghe.

Capitolo 3. Scelta e valutazione del libro per l’età evolutiva.

Il problema della scelta.


Al giorno d'oggi molti genitori si ritrovano con il grosso problema della giusta scelta di un libro per ragazzi
nell'ormai vastissimo mercato editoriale. Un mercato editoriale non considerato più da anni un territorio
protetto dal senso di responsabilità degli scrittori,illustratori ed editori dove quindi è ormai indispensabile
un 'azione di filtro da parte dell'adulto. Aiuti e orientamenti esterni: un aiuto nella scelta ci può essere dato
da recensioni e schede critiche anche se anche queste non sempre sono proprio affidabili sia perchè molto
speso chi lo fa non è in possesso delle giuste competenze per una valutazione pedagogica,sia perchè non di
rado vi è un'amicizia con l'editore. Quanto ai premi sono certamente orientativi ma preferendo quelli
conferiti da giurie di ragazzi e non adulti o da una combinazione mista. Tuttavia i libri sottoposti sono
comunque selezionati preventivamente sempre dall'adulto in quanto non tutto ciò che piace ai ragazzi è
conveniente per loro. Il tutto però senza eccedere con censure eccessive come avviene tutt'ora negli USA
dove il libro viene sottoposto ad una severa sanzionatura eliminando i testi più innovativi non solo per i
temi ma anche nella grafica. In Europa questo tipo di vigilanza è scomparsa e si è passati all'opposto; per
questo motivo si ritiene oggi utile imporre dei criteri di scelta (linguaggio,contenuti,apparato
iconografico,grafica)che possano orientare gli adulti .

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Indicazioni di massima.
A prescindere dall'età a cui si rivolga il libro deve prima di tutto affascinare (Rodia parla di "malia della
lettura") e al tempo stesso aiutare il lettore nel suo processo di crescita e di conoscenza. Sempre ben graditi
sono i libri che parlano di "vecchie verità universali" nelle quali si possono riconoscere emozioni e
sentimenti che appartengono a tutti gli uomini. Molto gradite la presenza di vicende ambientate nel mondo
in cui vive che abbiano per protagonisti coetanei nei quali possa riconoscersi, ma anche racconti fantastici e
avventurosi che assecondino il suo desiderio di evasione. Libri quindi ricchi di suspance,colpi di scena e
tensione narrativa con uno scorrimento rapido della vicenda evitando fastidiose elencazioni o momenti
descrittivi(come fa Verne). Sarebbero ideali anche libri che maturino lo spirito critico e autonomia di
giudizio, narrazioni che utilizzino metafore creative (importanti per l'attivazione neuronale dell'emisfero
dx),libri-denuncia i quali informano il lettore sui drammi che si svolgono nel mondo. Da evitare invece libri
che introducano tempestivamente il bambino in una realtà adulta e brutale. Sul piano formale uno stile
limpido,fluido ed elegante con la presenza di un fitto dialogo e quando rivolto a bambini con un numero
limitato di personaggi dai nome facili da poter memorizzare e riconoscere. Il lieto fine non deve essere
banale o forzato e coerente con la descrizione precedente. A partire dalla fanciullezza evitare una vicenda
deprimente e angosciante,fondamentale invece far concludere con un messaggio ottimistico. Grande
attenzione va dedicata al giusto equilibrio tra testo e immagine e all'attenta vigilanza che il libro non diventi
un veicolo di erronee informazioni storiche e scientifiche.
Occorre vigilare che il libro non si faccia veicolo di erronee informazioni storiche e scientifiche (tutte
riscontrate in albi e libri in commercio), anche quando inserite all’interno di narrazioni fantastiche per i più
piccoli, allorchè questi dati a ragione della loro verosimiglianza possano trarre in inganno il bambino, non
essendo immediatamente riconoscibili all’interno di quel “patto funzionale” di cui discorre Eco (pinguini al
polo nord, foche che volano, animali di differenti continenti che vivono nella medesima giungla o in habitat
loro estranei, cammelli con una sola gobba, patate presenti ai tempi della prima crociata, ecc). informazioni
che il bambino rischi di fare proprie, inglobandole nel suo patrimonio di conoscenze, finché non avrà – si
auspica- la possibilità di rettificarle. Molte delle considerazioni sviluppate e delle indicazioni suggerite si
attagliano anche a fumetti e cartoon, nei cui confronti si pone un analogo problema di vigilanza e di filtro,
non esistendo più una netta linea divisoria tra prodotti di intrattenimento per l’infanzia e per gli adulti.
Sono proposte narrative a linguaggio misto, iconico-verbale, con immagini fisse (fumetti) e in movimento
(cartoon),a volte ingannevoli in ordine ai loro contenuti e al loro linguaggio verbale, a ragione dell’allettante
tecnica dell’animazione di cui si avvalgono. Non sono rari i cartoni animati maliziosi, allusivi, infarciti di
stereotipi, parolacce e volgarità gratuite. Anche la Disney si è da tempo convertita a questa formula
(crossover), invero piuttosto spregiudicata ma commercialmente redditizia, rivolgendosi
contemporaneamente ad un pubblico infantile e ad uno spettatore adulto con un mix di elementi graditi da
entrambi.

Contenuti.
Il libro per ragazzi può abbracciare un'infinità di temi,personaggi,situazioni e ambientazioni riferite sia al
mondo reale sia a quello fantastico. Infiniti quindi gli argomenti e i generi ,ma la fiaba e l'avventura
rimangono i terreni narrativi per eccellenza. Il problema dei contenuti può essere diviso in:
 Tematiche adultistiche: le quali possono essere giustificate solo se trattate con i dovuti filtri per
quanto riguarda argomenti delicati e scabrosi e a condizione che la narrativa sia condotta con
garbo,gusto e misura e non si soffermi su particolari non adatti ne si dilunghi in descrizioni
orrorifiche. Inoltre vengono accettate solo se:1) hanno un elevato livello estetico letterario,2) un
rispetto per la personalità del minore , 3)intento nell'aiutare il giovane nella sua crescita interiore e
se 4)non finiscano per monopolizzare il settore dell'editoria dedicato alla pre-adolescenza e
all’adolescenza.
 Anticipazioni di tematiche adultistiche nei libri per piccoli: in questo caso il discorso diventa molto
più delicato in quanto si pretende di inserire argomenti forti(violenze sessuali,abusi,droga) in libri
rivolti alla vera e propria infanzia o addirittura negli albi per la prima età anche se con modi e
linguaggi appropriati. Molti sostengono la tesi del "dire le cose ai bambini così come stanno" ma
sarebbe più idoneo che siano i genitori a decidere se e quando il proprio bambino è pronto per

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affrontare determinati argomenti; inoltre bisogna aspettare che sia il bambino ad esserne
interessato, senza anticipargli nulla.

Linguaggio.
La qualità del linguaggio e lo stile narrativo hanno un ruolo fondamentale nell'apprezzamento di un libro e
nella sua funzione formale. Da evitare sono i libri mal scritti,scadenti e trascurati nell'espressione e con essi
anche quelli attraversati da un linguaggio quotidiano imbevuto di espressioni gergali dei giovani. Al tempo
stesso è fondamentale che non contengano un linguaggio troppo impegnativo e inaccessibile, ciò non vuol
dire che il linguaggio dovrà essere piatto,povero e banale. Occorre che lo scrittore abbia presente la
distinzione tra LINGUAGGIO ATTIVO (linguaggio parlato dal bambino)e LINGUAGGIO PASSIVO(linguaggio
da lui effettivamente compreso) in modo che termini ed espressioni transitino dalla competenza passiva a
quella attiva entrando a far parte del patrimonio linguistico-cognitivo del soggetto.

Apparato iconografico.
Sarebbe fondamentale che l'illustrazione quando arricchisce un racconto si trovasse nella stessa pagina che
commenta o in quella a fianco. Nei romanzi di narrativa per i più grandi dovrebbero prevalere illustrazioni
veritiere e all'occorrenza anche ironiche e caricaturali o magari astratte. Da evitare almeno fino alla prima
fanciullezza illustrazioni cupe che rischiano di generare paure e ansie. A seconda dei livelli d'età sarebbe
giusto che le illustrazioni non rilevassero tutto lasciando spazio anche a esercizi interpretativi che attivano
una cooperazione tra scrittore e lettore. Per la primissima età considerando che per il bambino è
fondamentale riferirsi al viso della mamma per avviare la comunicazione con il mondo sarebbe giusto
proporli i "libri delle facce" che li permettono di ritrovare espressioni emotive già apprese. Per coglierne al
meglio le emozioni i vari personaggi devono essere raffigurati frontali e con entrambi gli occhi. E' stato
individuato da una studiosa di letteratura che le illustrazioni hanno un'importante funzione di
coinvolgimento emotivo dato non solo dall'espressione facciale ma anche attraverso il linguaggio del corpo
e dalla loro disposizione nella pagina(felici le persone al centro,infelici o spaventate quelle in un angolo o
sullo sfondo). Importantissimo che le illustrazioni rispecchino ciò che è scritto nel testo in quanto i bambini
risultano infastiditi se ciò non avviene. I bambini sono pignoli e rimangono turbati.

Formato e grafica.
Anche il formato,le dimensioni e la veste grafica hanno un ruolo importante in quanto accendono interesse
per il contenuto e motivano il bambino ad accostarsi al libro. Quando i diretti interessati sono soggetti della
prima infanzia le caratteristiche fisiche del libro devono essere adeguate alla loro motricità e per questo
robusti, con angoli arrotondati e dalle giuste dimensioni per favorirne la manualità. L'utilizzo dei caratteri la
loro forma e dimensione possono facilitare o rendere difficile una lettura,andrebbero quindi evitati
caratteri strani,una grafica confusa e un'impaginazione disordinata la quale confonderebbe e basta il
lettore.

Esigenza di individualizzazione: ruolo dell’educatore.


Il lettore in tutto l'arco dell'età evolutiva è un soggetto in formazione con i suoi gusti, interessi, curiosità,
fragilità e insicurezze. Tutti elementi che variano da soggetto a soggetto per cui anche le letture dovrebbero
essere "su misura" del lettore. Compito questo di una figura con una personalità già compiuta che abbia
conoscenze e competenze sul libro e sul vissuto del bambino per poter evitare tematiche a lui
inadatte(magari perchè vissute già personalmente ex.abuso sessuale). Oltre quindi ad accostare il bambino
a letture per procura fin dai suoi anni di vita,il genitore ha anche il compito di seguire e consigliare al
bambino i giusti libri per una lettura extrascolastica .Questo aspetto è stato tanto scoraggiato dalla
convinzione che nella crescita umana oltre al bisogno di protezione e accudimento non sia più necessario
un adulto che orienti e guidi.

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Capitolo 4. Altre questioni cruciali.

Comprensione.
La comprensione di un testo richiede in chi lo legge una maturità linguistica,cognitiva e esperienziale. Per
evitare che molti termini ed espressioni risultino difficili ed incomprensibili con il rischio di portare il
giovane lettore ad abbandonare l'interesse per quella lettura ,lo scrittore dovrebbe tener conto delle
conoscenze linguistiche e cognitive del destinatario per cui scrive. L'incomprensione di QUALCHE parola
può suscitare interesse e curiosità ma diverso è quando le parole o le espressioni sono talmente frequenti
da costringere il bambino a saltare interi passi. Va comunque tenuto presente che un bambino nel
momento in cui si imbatte ad una parola a lui sconosciuta tende ad assimilarla ad un'altra a lui
simile(sincretismo della percezione-Piaget) per assonanza e non conoscenza del significato , e convinto di
averla compresa la inserisce nel suo bagaglio linguistico. Possono rivelarsi incomprensibili: il soggetto
sottinteso, la forma passiva, il ragionamento per deduzione, le metafore,le parole astratte,flashback, storie
parallele ma anche un linguaggio liturgico-ecclesiastico se non filtrato dall'adulto può portare a degli
equivoci di comprensione. Gli accorgimenti che possono essere presi sono: accompagnare ad una parola
sconosciuta un sinonimo noto, brevi glossari, ripetizioni esplicative e perifrasi(giro di parole)a fine
narrazione. Importante può risultare poi la presenza dell'illustrazione che deve però essere veritiera.
Addirittura in qualche caso le illustrazioni svolgono la funzione di chiarire il titolo di un libro, che di per sé
può essere ambiguo o sviante. È il caso di “Papà aspetta un bimbo!” di F. Loew e S. Barroux, titolo che di
primo acchitto richiama l’immagine di un uomo col pancione; a dissipare ogni possibile equivoco
l’illustrazione in copertina mostra un padre traboccante di felicità che accarezza il pancione della moglie,
incinta.

Paure infantili di fonte narrativa.


Molto spesso si ha la convinzione che le paure si possono sconfiggere con le stesse paure ma in realtà nella
maggior parte dei casi non è così. La paura è un'emozione di natura umana che non va nè negata o evitata
ma neanche enfatizzata specialmente in bambini nelle prime fasi d'età emotivamente suggestionabili. In
molti casi le illustrazioni sono indicate come la causa di alcuni dei primi traumi emotivi dei bambini che si
traducono in paure e stati d'ansia a volte duraturi e non immediatamente risolvibili nel tempo interessando
anche il momento del sonno. Da tempo molte educatrici tendono a proporre degli albi illustrativi( picture
book con testo e immagini) con l'intento di aiutare i bambini a superare le loro paure ma in grandi casi
hanno portato ad un effetto controproducente. Logicamente dipende da testo a testo (paura: i lupi nei
muri, la mano della strega, che rabbia non paure: lupo lupo ma ci sei?di Giusi Quarenghi dove si trovano
tante finestrelle da aprire con figure rassicuranti;le opere di Sendak con mostri bonari). Un aiuto che può
essere fondamentale per un bambino è quello di rappresentare i personaggi malefici con un tocco
umoristico nelle loro fragilità tanto da portare il bambino ad avere tenerezza nei suoi confronti. Occorre
inoltre non lasciare mai il bambino da solo in queste situazioni ed avere una figura di riferimento che lo
possa rassicurare emotivamente, solitamente un genitore il quale deve avere un rapporto faccia a faccia
con lui senza la presenza di altri bambini. Anche quando ci si rivolge ad età successive bisogna avere
sensibilità, gusto e misura sia nella scrittura sia nelle immagini. Una traumatica esperienza ricordata da
Milani è quella di una lettura di un bambino che ha lasciato una profonda ferita nella sua psiche per la
crudeltà con cui veniva descritta la morte di un uomo. Quando si scrive per dei ragazzi violenza e crudeltà
se non giustificate vanno almeno narrate con sensibilità emotiva. Occorre poi anche non esagerare in un
iper-protezione come ad esempio è avvenuto in Gran Bretagna con Pinocchio in cui è stato completamente
tolto tutto ciò che nella storia trattasse il tema della morte. Un esagerazione controproducente in quanto il
bambino è spettatore di tutta la vita e l'evento di scomparsa di una persona è un momento che riguarda
anche lui. Si dovrebbe permettere al bambino di familiarizzare in modo garbato e non traumatico con la
realtà della morte per aiutarlo ad elaborare l'eventuale lutto che potrebbe averlo colpito.

Alcune rivisitazioni iconografiche di fiabe classiche.


L'intento di introdurre nuovi stili figurativi o una ricerca esasperata dell'effetto ha portato alla creazione di
illustrazioni fortemente ansiogene e paurose. Un esempio lo ritroviamo in molti racconti classici e fiabeschi

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tra cui quelli di Mattotti e Lacombe(più fiabe rivisitate in questo modo). Mattotti nella sua rivisitazione
iconografica di Hansel e Gretel inserisce i due bambini in un contesto tenebroso con l'utilizzo del colore
nero. Lacombe invece: Alice nel paese delle meraviglie(coniglio con occhi rosso sangue e protagonista che
assomiglia ad un film horror, Cappuccetto Rosso(nelle gigantesche fauci del lupo orribilmente spalancate)
Biancaneve(giace a terra con le mani insanguinate ed un corvo sul petto). Crude e spietate immagini di
sorellicido si ritrovano in Sorelle di Mainka e Juan . Atto a suscitare risposte emotive differenti il grottesco
andrebbe utilizzato con moderazione e preferibilmente non negli albi per i più piccoli. Spesso il tema del
rifiuto parentale o dell'abbandono dei bambini risulta angosciante e fonte di inquietudini ecco perchè
fiabe come Hansel e Gretel non andrebbero rappresentate con immagini tenebrose e sarebbero sempre da
fruire con un genitore il quale lo può rassicurare che a lui non accadrà mai. Soprattutto oggi dove le
separazioni sono sempre più frequenti.

La rappresentazione della famiglia.


Oggi la realtà familiare è profondamente cambiata con le sue varie forme( famiglia
tradizionale,monoparentale,eterosessuale..) e la scrittura per ragazzi ha seguito questo cambiamento a
volte anticipandola e a volte con rappresentazioni non sempre fedeli. Nei libri per la prima infanzia e per la
fanciullezza viene proposta un'immagine di famiglia felice e affettuosa, in quelli della preadolescenza e
adolescenza si passa ad una rappresentazione conflittuale come luogo di incomprensioni,lacerazioni e
divisioni. Non è opportuno insistere sulla rappresentazione di questo genere di situazioni familiari e tanto
meno su quelle che riguardano violenze e abusi sui bambini nelle pareti domestiche. E' vero che queste
sono realtà dell'attuale società ma non è adatto sommergere il ragazzo con narrazioni familiari cupe e
angoscianti per il suo processo di adattamento e crescita. Ad un immagine patogena della famiglia un'altra
frequente rappresentazione è quella negativa del mondo adulto, un adulto spesso
inadatto,inaffidabile(figura paterna) il quale cerca l'aiuto e il supporto del bambino. Superata la fanciullezza
gli adulti sono figure sempre meno considerate spesso ai margini del processo educativo(Pinocchio che si
educa da solo dai propri errori). Nella scrittura per ragazzi di questi ultimi anni sono meno frequenti figure
familiari negative e figure di nonni spesso complici dei giovani.

Libri sulla sessualità.


Molti argomenti delicati ricorrenti il tema della sessualità dei quali molto spesso il bambino ha una vaga e
confusa conoscenza data dai media li ritroviamo all'interno dei libri di narrativa per ragazzi. Quì sarà
compito degli scrittori quello di trattare questi argomenti in giusta misura in basi ai suoi destinatari, agli
editori collocarli in libri rivolti a fasce d'età interessate a questi temi e agli educatori proporli nel momento
giusto. Molti scrittori ed editori si gettano nel trattare queste problematiche e quindi l'offerta di libri
scabrosi è molto elevata. Sono in ogni caso da evitare libri che incoraggiano ad un uso disordinato e
irresponsabile della sessualità. Il tema dell'Omosessualità e dell'omogenitorialità è molto presente già a
partire dalla prima età. Molti romanzi descrivono le sofferenze del ragazzo che scopre magari di avere delle
diversità sessuali e che non viene accettato dalla famiglia o dai suoi amici. Nella lettura anglosassone
questo tema è gia presente dagli anni 60 ma fino agli anni 90 l'omosessualità veniva presentata come una
fonte di infelicità per il diretto interessato tanto che questi romanzi si concludevano o con la sua morte o
con una vita in solitudine. Progressivamente il tema è stato sempre più accettato fino all'odierna scrittura in
cui la famiglia omosessuale viene vista come più affettuosa e felice di quella normale. Proporre questi testi
sin dalla tenera età è una buona strategia per maturare in maniera precoce il rispetto verso le differenze di
genere combattendo pregiudizi .

Censura.
Storicamente la censura nel libro per ragazzi veniva utilizzata soprattutto in riferimento al corpo e alle
sessualità non risparmiando neanche le fiabe ed esercitandosi anche su illustrazioni fumettistiche coprendo
le parti del corpo esibite dalle eroine. Oggi invece le censure si rivolgono a tutelare il minore solamente in
presenza di contenuti eccessivamente violenti,pornografici o portatori di messaggi di razzismo e odio. Marc
Soriano (critico di letteratura giovanile) ritiene che si dovrebbe eliminare dalla biblioteca i libri per bambini
contenenti temi diseducativi anche se alcuni continuano a considerarli classici. Per il rimanente il problema

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di vigilanza passa alla figura adulta. Una critica contro la censura è stata riaccesa da un fatto avvenuto a
Venezia dove per iniziative di ministre femministe si riteneva indispensabile bandire da scuole e biblioteche
le fiabe classiche accusate di sessismo,steriotipi di genere e addirittura di proporre un'immagine di
famiglia tradizionale. In occasione di questi fatti si sono moltiplicate le prese di posizione di esponenti
dell'AIB(Ass. itA. Biblioteche) e AIE(Ass.Ita.editori) che dichiarano che le raccolte librarie presenti nelle
biblioteche pubbliche "non possono essere soggette ad alcun tipo di censura".

Deontologie.
1)Responsabilità dello scrittore per ragazzi: Quello dello scrittore è un compito difficile e impegnativo. Allo
scrittore viene richiesto di scrivere libri capaci per trama,intreccio,linguaggio di affascinare e incantare il
giovane lettore. Sono molti i doveri verso i lettori: stile pulito,eleganza e proprietà di linguaggio,scrittura
sciolta e agile,fitti dialoghi,capacità del coinvolgimento emotivo ecc.. A seconda dell'età a cui si rivolge deve
tener conto dei suoi interessi dandoli una risposta non deludente. Per rispondere a questi compiti accanto
ad un naturale talento e facilità di scrittura si richiede allo scrittore di essere anche colto e informato sulle
materie di suo più stretto interesse professionale cominciando dal versante psico-pedagogico e didattico.
C'è bisogno di buoni scrittori che abbiano qualità narrative, sensibilità psico-pedagogica e senso di
responsabilità educativa sentendosi investiti da una"missione" : far innamorare bambini e ragazzi alla
narrativa.
2) Responsabilità del Bibliotecario: La biblioteca contiene "tesori nascosti" i quali dovrebbero essere
selezionati in quanto non tutti i libri in commercio sono portatori di messaggi positivi. Non a caso i
bibliotecari più coscienziosi cercano di procedere ad una preventiva selezione e si occupano di orientare e
consigliare il bambino nelle letture. Questo lavoro è molto impegnativo in quanto non è facile trovare un
supporto affidabile che permetta di avere delle indicazioni esterne, per questo motivo molti bibliotecari
preferiscono la testi che tutto quello che viene scritto per ragazzi può entrare a pieno diritto nelle dotazioni
librarie della biblioteca evitando così al bibliotecario la fatica di una preventiva lettura dei testi e tirandosi
fuori da future proteste o denunce dai genitori per le letture inadatte che vengono trovate in biblioteca.
Ramonda sostiene che "la biblioteca tutela offrendo e presentando dei libri che non nascondono la verità
ma la dicono bene. Perchè esistono modi diversi di dire le cose e il modo fà la differenza". Con questo
pensiero si riferisce a dei libri che anche solo con un esame superficiale porterebbe a delle perplessità. Non
è solo il modo quindi a fare la differenza ma anche contenuti, situazioni, i modelli proposti e i messaggi
impliciti o espliciti che si vogliono far arrivare. Certo la verità non va nascosta però ci sono tempi e modi più
adatti per portare i giovani alla conoscenza.
3)Responsabilità del genitore: per evitare che nelle biblioteche vengano liberamente prelevati dal bambino
libri a lui non adatti è fondamentale che sia accompagnato da un genitore.

Capitolo 5. Intramontabilità della fiaba.

Con il termine "Fiaba" ci si riferisce ad un genere di racconto fantastico di origine popolare caratterizzata da
racconti centrati su personaggi e avvenimenti fantastici (molto spesso viene indicata con il termine favola
ma in realtà vi è una grande differenza in quanto la favola è incentrata su temi realistici ed ha una funzione
didascalica). Genere antichissimo non nato per essere rivolto all'infanzia ma veniva raccontato le sere
durante le veglie invernali dagli adulti e dove i bambini molto spesso partecipavano all'ascolto. Con il
termine fiaba si comprendono sia quelle etnico-popolari le quali hanno trovato maggior espressione con i
fratelli Grimm, sia le cosiddette fiabe d'autore quali quelle di Perrault e Andersen le cui composizioni sono
delle creazioni originali. Un genere definito intramontabile e trasmigrante dotato di una straordinaria
capacità di adattamento a nuove realtà e situazioni accettando di adeguarsi a mode,stili e diversi linguaggi
e persino capace di unirsi al processo tecnologico in atto. Particolarmente sfruttate commercialmente sono
le figure di Biancaneve,Cenerentola,Cappuccetto Rosso inserite nelle pubblicità per sponsorizzare
messaggi,prodotti o servizi. Mentre il fenomeno di contaminazione di generi consente di ritrovare motivi e
funzioni propri della fiaba all'interno di vari generi tra cui il fantasy ma anche all'interno di film,fumetti e
videogiochi. Le fiabe popolari sia nella sua forma classica sia in quella moderna ambientate in contesti
urbani e in ambito tecnologico rappresentano un importante settore editoriale rivolto all'infanzia.

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Fiaba e struttura psichica infantile.
La fiaba è risultata essere un genere così tanto apprezzato dai bambini in quanto è riuscita a rispondere a
tutta una serie di esigenze presenti in quell'età :
- ristretta cerchia di personaggi: molto spesso con la contrapposizione di buoni e cattivi
- andamento narrativo :ricco di meraviglioso,extraquotidiano e di eventi straordinari
- motivazione delle azioni: bontà,generosità,malvagità, pietà
- la gratificante ricompensa riservata alla bontà e la spietata punizione inflitta al malvagio
- semplicità e linearità della narrazione con grazia,freschezza,linguaggio rapido e essenziale e senza
flashback
Il bambino ha bisogno di sognare e di guardare con ottimistica fiducia alla vita e al futuro, di evadere dalla
quotidianità ed evadere in una mondo fatto di fantasia e sogno e la fiaba è in grado di fare ciò. Non
presentando inoltre particolari difficoltà di comprensione rappresenta una risorsa importante per acquisire
la lingua nazionale e letteraria anche da parte di bambini extracomunitari che si ritrovano nel nostro paese
non sapendo ancora bene la lingua.

Insegnamenti impliciti nella fiaba.


Pur essendo la fiaba estranea a qualsiasi proposito didascalico e moraleggiante è tuttavia ricca di
insegnamenti scaturiti direttamente dalla vicenda introducendo il giovane lettore alla vita. Basti pensare
alla fiaba di Cappuccetto Rosso la quale ci insegna virtù della prudenza e dell'obbedienza. Ma anche in altre
fiabe l'esaltazione dell'amore e dei sentimenti puri, il rispetto per gli anziani, il non giudicare gli altri solo
dalle apparenza(Bella e la Bestia), non seguire il giudizio comune(l'ultimo figlio sempre il meno bravo).
Positive poi nelle fiabe di Grimm la figura di Dio, una presenza benevola che spesso assume le sembianze
umane, ma anche la figura del diavolo con un'assenza di caratteri spaventosi. Si può quindi affermare che le
fiabe popolari fatta eccezione per alcune(Pollicino e Gatto con gli stivali) trasmettano norme di
comportamento e valori universali.

Valore formativo della fiaba.


- arricchisce la fantasia e la creatività
- potenzia il patrimonio linguistico
- permette di conoscere il mondo ponendo il bambino di fronte ai problemi umani
- sviluppa l'intelligenza, empatia, solidarietà nei confronti degli infelici
- alimenta la speranza lasciando intravedere un mondo migliore
- permette di acquisire un primo codice di condotta
- incita al dialogo tra adulto e bambino

Critica al meraviglioso fiabesco.


Da sempre la fiaba è stata oggetto di critiche e sospetti narrativi. Tra le obiezioni più rilevanti troviamo:
1) estraniare il soggetto dalla vita reale ritardando il suo inserimento nel mondo della realtà: ciò può essere
evitato attraverso il giusto dosaggio di racconti fantastici da alternare con racconti realistici
2) esempi di condotta,falsi modelli e ideali di vita come in:Pollicino(astuzia e inganno), Acciarino
magico(taglia la testa alla strega solo perchè brutta)
3) paure e disturbi del sonno
4)utilizzo del colore nero come sinonimo di bruttezza e malvagità
5)la presenza di matrigne cattive (fiabe da proporre con cautela in famiglie con figli nati da precedenti
matrimoni )
6)chiusure e pregiudizi verso popoli,razze e ruoli dei sessi
Sulla problematica socio-psico-pedagogica ci si accorge che non sempre estetica e convenienza pedagogica
coincidono. Emblematico il caso di Cappuccetto Rosso di Perrault(divoramento di nonna e nipotina con
assenza del lieto fine e con damigelle che si lasciano sedurre dal lupo. Quì la disubbidienza viene punita)e
dei Grimm(il cacciatore che interviene ed estrae dal lupo bambina e nonna. Esteticamente non adatto ma
psicologicamente ha delle credenziali in più in quanto riduce la pressione ansiogena sul lettore). In
entrambi i generi di fiabe si può criticare la presenza di crudezze nella narrazione e nelle conclusioni

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privilegiando in alcuni casi le fiabe di Perrault anche se pure in quest'ultimo non mancano fiabe con
contenuti scabrosi come Pelle d'asino(rapporti incestuosi)o contenuti crudeli come in Barbablù.

Le odierne riscritture di fiabe classiche.


Da sempre la fiaba è stata oggetto di manipolazione e rielaborazioni più o meno creative, con riduzioni,tagli
e censure. Interventi che tradiscono il testo restituendoci a volte una fiaba irriconoscibile che dell'originale
conserva poco più del titolo. Al massimo si può eccezionalmente riconoscere la validità di qualche taglio per
eliminare particolari troppo angoscianti. Molti scrittori si sono cimentati nelle riscritture di fiabe spesso
rifacendosi alla LEZIONE RODARIANA(mix di personaggi e temi,rivisitarla in chiave ironica,invertire i ruoli
dei protagonisti), altre volte ingredienti fiabeschi sono stati presi per la costruzione di nuove vere e proprie
storie senza una particolare intenzione ma con il solo scopo di divertire e a volte mirati a trasmettere
messaggi specifici(accettare la diversità ecc..). Questo genere di fiabe così come afferma Rodari bisogna
proporle al momento giusto in quanto inizialmente un bambino potrebbe risultarne irritato dallo
sconvolgimento di fiaba la quale porta il bambino ad avvertirla come un pericolo,un qualcosa di ignoto che
arriva a sconvolgere la sua linearità.

Capitolo 7. Autori di “svolta” al vaglio della critica.

Gianni Rodari: fantasia, gioco e creatività per il cambiamento.


Rivoluzionario sin dall'esordio quando inizia a scrivere per i bambini nelle pagine di un quotidiano
domenicale di partito e successivamente quando dirige un settimanale per ragazzi legato al partito
comunista. Nuove le tematiche affrontate sin da questi primi scritti dove vi è un forte impegno sociale e
politico che si sofferma sulle differenze di classe,sfruttamento del lavoro, solidità per i lavoratori. I
protagonisti sono persone della quotidianità, dura,triste e ingiusta ma il tutto non viene mai raccontato in
maniera drammatica grazie all'uso di uno stile che sa di rivolgersi ai bambini. Innovativo, quindi, oltre alle
tematiche anche lo stile linguistico dove già si evidenzia l'amore per la parola ritmata e i giochi linguistici. "Il
romanzo di Cipollino" è un esempio di questo tipo di scrittura rivoluzionaria relativa ad una lotta contro i
potenti e l'ingiustizia che ha come obiettivo la libertà di un intero popolo. Il tutto senza il ricorso della
violenza ma con scherzi e beffe intelligenti animato da una speranza di vittoria e trasformazione. Il tutto in
maniera ironica quasi fin alla "satira" pulita e facilmente comprensibile anche ai bambini. Satira politica e
sociale è anche "Gelsomino nel paese dei bugiardi". Sin dalle sue prime espressione la sua scrittura si è
contraddistinta per leggerezza,semplicità e giocosità della parola, di pari passo accompagnata dalla fantasia
quale strumento interpretativo del mondo in simbiosi con la lucidità dell’infanzia.
La scrittura rodariana che sin dalle sue prime espressioni si contraddistingue per semplicità, per leggerezza,
per quella giocosità della parola che va di pari passo alla creatività della fantasia quale strumento
interpretativo del mondo in simbiosi con la lucidità dell’infanzia. La valenza educativa di un procedere
scrittorio che accompagna il lettore in un processo ludico della parola, concettualmente liberatorio e
promotore di criticità ed attività, di contro ad un tradizionale lettore-passivo guidato dall’alto verso una
rigida conformazione, ricompensa dei limiti contenutistici che calcano su un modello di uomo connotato
ideologicamente.

Una grande innovazione.


Una rottura con il "primo Rodari" la si ha con l'uscita di: "filastrocche in cielo e in terra" dove non si rivolge
più ai bambini di classe sociale particolare ma a tutti i bambini ed è proprio questo che lo rende un classico.
Il principio guida di queste filastrocche è ANIMARE CIO' CHE ANIMATO NON E' entrando così nelle logiche
dei bambini. E anche quando i contenuti riprendono le prime composizioni con temi sui lavoratori i modi
sono comunque più morbidi e gradevoli. Giochi di rime ma anche giochi di fantasia dove finisce per
rivolgere l'attenzione a quegli elementi indispensabili ma che si stavano perdendo. Così il recupero del
valore formativo fiabesco, quel mondo dove tutto è possibile e dove regna la giustizia, un mondo
particolare che lega adulto e bambino, un adulto prima di tutto fabulatore per permettere al bambino di
fare “provvista di ottimismo e di fiducia per sfidare la vita”. L’adulto narratore che ritroviamo anche
nell’altrettanto famosa Favole al telefono (1962), anche se di favole poi non si tratta. Storie aspettate ogni

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sera alle nove dalla figlia, e da tutti i bambini che attendono di perdersi nei racconti fantastici sempre
comunque legati in qualche modo alla quotidianità perché è dalle piccole occasioni che questa presenta
che esse nascono e si sviluppano. Storie brevi quanto intense, legate al mondo dei bambini che animano e
danno espressività ad ogni cosa, sia già per natura animata o meno, e la cui fantasia concede come vera e
possibile ogni soluzione. Storie nelle quali non vi è alcun moralismo pettegolo ma grandi insegnamenti che
ammettono e alimentano la libertà di riflessione del lettore; storie dove, in ultima analisi, la morale è
racchiusa nel costante invito a tenere unite immaginazione e voglia di conoscere il mondo per cambiarlo e
renderlo migliore.
La grande trasformazione Rodariana si gioca anche nel tentativo di tradurre in consigli ciò che egli aveva
sperimentato nella produzione. Gli educatori che siano essi insegnanti o genitori con l'uscita di
"Grammatica e Fantasia" potevano accedere alla sua modalità del costruire storie, condividere la sua idea
di creatività da coltivarsi in tutte le direzioni, la sua idea di immaginazione del bambino da stimolare
attraverso l'invenzione linguistica. Le sue tecniche di scrittura vengono prese come modello nell'ambito
scolastico ma troppo spesso quel gioco dell'inventare,fantasticare e creare ha portato a dei rigidi
procedimenti didattici che di creativo non avevano più niente.

L'istanza pedagogica.
Rodari considera il bambino come un potente trasformatore sociale rendendo il mondo più giusto e umano
ma per fare ciò ha bisogno di strumenti adeguati. Egli ritiene che i giovani devono poter avere la possibilità
di comprendere il mondo non attraverso "binari" di impostazione culturale ma attraverso una visone
libertaria con un dialogo paritario e dialogante. Rodari è cosciente del potere formativo che ha il libro ma è
altrettanto attento a fare del libro uno strumento di formazione (e non di insegnamento) riuscendo a
mescolare intento pedagogico, esigenza didattica e carica poetica. I contenuti non vengono offerti al
bambino per essere memorizzati ma per essere spunto di riflessione. Ad un libro per l'infanzia oggi
chiediamo quello che Rodari uscendo dagli schemi tradizionali cerva allora, ovvero un contributo alla
crescita del lettore,un promuovere itinerari formativi personali e rispettosi della singolarità di ciascuno(qui
Rodari ha ancora molto da insegnare). Bisogna quindi tornare ad una letteratura a servizio del bambino, un
libro che non deve avere fini commerciali ma formazione umana. Non basta però riproporre nelle scuole i
suoi componimenti(perderebbe carica innovativa,piacciono a tutti ma non muove al cambiamento) ma
bisogna recuperare la capacità di creare dei libri in versi e in prosa da poter proporre ai bambini aiutandoli
a crescere. Rodari nell'attivare un rapporto paritario con il bambino lo ha valorizzato nella sua
autonomia.

Joanne Kathleen Rowling e la saga di Harry Potter.


Nota per le avventure di Harry Potter(fantasy). La storia nasce da un'intuizione che la scrittrice porta avanti
divertita, frutta della combinazione di episodi persone ed eventi della sua vita. Dalla scuola di magia di
Hogwarts prende vita la vicenda ambientata in un mondo fantastico ed isolato(la Scozia) non esente da
pericoli e nel quale regna l'ordine. La scrittrice sviluppa una storia affascinante e misteriosa con personaggi
dotati di grandi capacità anche in grado di superare gli stessi insegnanti. Da quest'aspetto si può notare il
fatto che l'allievo non è solo il destinatario del processo formativo ma fonte secondaria di formazione e
conoscenza. La saga distribuita in diversi romanzi ha dato vita al dibattito sulla funzionalità educativa del
fantasy . L'autrice sa che i suoi destinatari sono soggetti che hanno conoscenze esperienze e bisogni che
devono trovare una soddisfazione. Compie per questo motivo attraverso i personaggi una precisa analisi
dei bisogni, ogni soggetto infatti ha necessità specifiche come sicurezza,autonomia,identità personale e
senso di appartenenza. Al contrario di altri generi fantasy non vi è un messaggio metaforico e non vi sono
esaltazioni di eroi in quanto Harry Potter vive in un mondo parallelo a quello reale e a noi contemporaneo
dove le verità vengono nascoste ai babbani (maghi figli di persone normali)in quanto sono convinti che la
realtà riguardi solo i maghi. Nella narrazione non vi è l'intervento determinante degli animali lasciando
scena all'eroe, essi infatti molto raramente danno consigli o guidano i protagonisti verso la strada giusta.
L'autrice riesce a rappresentare un parallelismo di mondi differenti dando alla scuola dei maghi una
connotazione quasi reale(sport,lezioni,riconoscimenti) fornendo un'accurata descrizione di luoghi verosimili
permettendo così al giovane lettore di entrare nella storia senza però perdere di vista la diversità con il

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mondo reale. Come nella realtà questa scuola è finalizzata all'inserimento nella vita futura con la presenza
del ricorrente tema dell'amicizia tra pari che si scontrano o si ignorano. Interessante anche l'aspetto
emotivo riguardante la metabolizzazione del dolore personale. In Harry infatti una visione del dolore
intimista, il male viene visto come un elemento privato ed il protagonista non vuole condividere con altri il
proprio dolore se non nei momenti più significativi per motivare l'azione o per rielaborare il lutto. I ragazzi
di Hogwarts sono tutti leali,forti e generosi, figli di maghi,babbani o di sangue misto; nel loro complesso,
attraverso il racconto delle vicissitudini che li riguardano, aprono una “finestra”, schermata da chiare
allegorie, sul mondo scolastico. Il racconto, allora, si rivela, al di là di alcuni principi ideali validi anche per la
religione cristiana, come una narrazione prevalentemente laica.
Le immagini simboliche utilizzate sembrerebbero riattivare i ricordi, che non vengono intesi in termini
nostalgici dal lettore, che invece è stimolato a riviverli, perché li percepisce come l’espressione più reale
dell’illusione magica e fantastica, nella quale è accompagnato dalla narrazione (dove al protagonista, con il
quale ci si immedesima, tutto è concesso).

Influenza sul lettore.


Il suo successo è dato non dall'originalità dell'argomento ne tanto meno dallo stile ma dal giusto mix tra
reale e immaginario richiesto da una generazione abituata a fondere le due cose. I ragazzi riescono ad
apprezzare un racconto che trova ambientazione in una scuola aperta ai maghi dove tutti gli episodi
richiamano il vissuto adolescenziale del protagonista. Sono i difetti e le trasgressioni delle regole esercitate
a fin di bene a renderlo umano ed amabile. Trasgressione intesa come autonomia dell'adolescente in
quanto protagonista delle proprie azioni, magia invece soluzione dei problemi concreti la quale per il
lettore non è altro che lo specchio delle sue fantasie più nascoste. La magia non fornisce una risposa alle
questioni esistenziali(amore,vita e morte) ma pone nella condizione di saper riflettere sulle conseguenze
delle azioni. La saga quindi è concepita per tutte le età in quanto il messaggio psicologico forse involontario
viaggia nella direzione del lettore. Le sue opere apprezzate quindi da adulti e bambini sono un mezzo sicuro
di crescita inventiva e intellettuale. Le esperienze di vita sul piano psicologico sono presentate secondo una
componente emotivo-fantastica adeguata alle esigenze del lettore, mentre fatti e vissuto sono giustamente
modellati dal mondo magico-fantastico. Attraverso il processo di identificazione il bambino si apre a nuove
possibilità e conoscenze secondo un approccio interpretativo guidato dal gioco e dalla fantasia. Le
narrazioni di ambiente(scolastico), amicizia e identità possono riscoprire emozioni profonde capaci di
attivare stupore infantile e curiosità degli adulti.
I temi sviluppati, sempre vivi e concreti, forniscono un utile strumento di educazione alla lettura trans
generazionale, che ben si accosta alla lettura dei cosiddetti “classici”, dove sempre importanti ed
immutabili rimangono i temi psicologici affrontati e dove suspense, semplicità, accostamenti surreali
diventano le componenti di un linguaggio del grande impatto emotivo.

Capitolo 8. Uno sguardo all’odierna produzione editoriale per l’infanzia e l’adolescenza.

Tra originalità e serialità.


La letteratura per ragazzi viene descritta entusiasticamente come “un affascinante territorio alla frontiera,
uno scrigno ricchissimo di storie”. Ma questo ritratto/ descrizione sembra esprimere più un auspicio, un
dover essere che rispecchiare la scrittura per ragazzi in atto, nella quale ovviamente troviamo buona e
cattiva letteratura, accanto alla tendenza alla serialità, tanto che un autore innovatore o che inaugura un
filone redditizio si trova poi un’interminabile sequenza di epigoni e imitatori. “corpus di opere”, quindi,
all’interno del quale, al di là di tentazioni celebrative, occorre distinguere il buono e il cattivo libro: sia nella
sua oggettività, e quindi sulla base di parametri estetici, sia in rapporto al suo particolare pubblico infantile
e giovanile. Sul piano delle modalità stilistiche, l’odierna scrittura per l’età evolutiva, fortemente
condizionata dai modi della comunicazione massmediatica e audio visuale, si caratterizza per la
velocizzazione dei ritmi della narrazione, per la ridotta presenza di pause descrittive, per la fittezza dei
dialoghi e per lo stile tendenzialmente paratattico. Frequenti le frasi brevi e il ricorso al punto fermo.
Questa letteratura trova terreno elettivo, sulla scia de L’incredibile storia di Lavinia della Pitzorno, nel
cosiddetto filone escrementizio, ormai abusato ma sempre gradito all’infanzia, come attesta il successo

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della collana seriale dell’editore Gribaudo. Sul piano tematico, sono contemplate tutte le materie e gli
argomenti che possono rientrare nella sfera degli interessi dei potenziali lettori inserendosi all’interno di
tutti i possibili generi narrativi, oramai peraltro raramente allo stato puro, ma piuttosto oggetto di vistosi
processi di contaminazione e di ibridizzazione.
Crescente attenzione è dedicata alle persone di differente orientamento sessuale, spesso introdotte
all’interno della narrazione in veste di protagoniste o di comprimarie (generalmente con ruolo positivo,
dopo le stigmatizzanti presentazioni di cui sono state oggetto in passato); né mancano i libri impegnati a
familiarizzare i bambini con le varie tipologie di famiglie oggi presenti nel nostro tessuto sociale, compresa
quella omogenitoriale. Molta editoria tende, in concorrenzialità con l’emittenza televisiva e con la
comunicazione cinematografica, a dipingere la realtà a “tinte forti”, con scontata predilezione per gli
argomenti “scabrosi” e le situazioni pruriginose, garanzia di gradimento presso i giovanissimi, naturalmente
curiosi delle cose della vita, e quindi fonte di proventi.
Genere narrativo emergente e trionfante è comunque il fantasy, che risponde al bisogno di evasione,
proprio del nostro tempo, in un mondo altro, in un universo parallelo nel quale trovano fittizia realizzazione
bisogni, aspirazioni, desideri coartati dalla dura e limitante realtà, anche se la complessità della trama e
del’intreccio, la folla di personaggi dai nomi anglicizzanti o latineggianti e il non raro ricorso alla tecnica
narrativa dell’analessi ne fanno un prodotto non sempre adatto al bambino, almeno sino alle soglie della
preadolescenza. Altri romanzi in testa alle preferenze giovanili sono quelli che raccontano le vicende di
ragazzi problematici, fragili, timidi, inadeguati rispetto alle richieste di una società efficientista e
competitiva e alle aspettative familiari e sociali, ma ricchi di qualità umane sul modello di Charlie Brown, il
perdente per eccellenza.
Da anni al vertice delle classifiche vi è Il piccolo principe di Saint-Exupéry, fiaba filosofico-esistenziale ricca di
significati simbolici, allegorici e metaforici, non propriamente per l’infanzia e neppure per la fanciullezza,
anche se, come tutti i grandi classici, si presta a venire accostata a vari e differentemente approfonditi livelli
di lettura. In negativo, si deve segnalare l’esasperata commercializzazione che contrassegna il settore (i
cosiddetti “libri seriali”: libri che trasferiscono sulla pagina personaggi della televisione, libri costruiti da
redazioni o gost-writer pagati un tanto a pagina. Libri che Quarzo e Vivarelli definiscono “senza anima” e
“talvolta mal scritti e spesso costosi”). E la tendenza alla serialità, che si attiva sulla scia di qualche libro di
successo e che viene ad affiancare e a contendere spazio ai molti libri di originale invenzione e di qualità
prodotti da una generazione di giovani e meno giovani autori che onorano la scrittura per ragazzi.
All’interno del mercato del libro l’editoria per ragazzi è uno dei comparti editoriali più dinamici e innovativi,
ma al tempo stesso, come segnalano Bartolini e Pontegobbi, “tende sempre più spesso proporsi come
un’editoria “di evento”, che punta al bestseller e al libro “fuori dai ranghi”, sempre più crossover e
possibilmente connotato da elementi di serialità”.
Quanto all’illustrazione, ha oggi (e da tempo) raggiunto alte vette artistiche, specialmente negli albi per la
prima età, anche se talune sue creazioni non sono proponibili e adeguate a un pubblico infantile.

Tendenze e caratteri salienti.


All’interno di questa fiorente produzione si rinvengono alcune tendenze e orientamenti, non sempre
positivi:
a) Omogeneizzazione i gusti e gli interessi dei bambini e degli adolescenti appaiono fortemente
eterodiretti dall’industria culturale. Nell’insieme, si tratta di una scelta percorsa da un’editoria in
difficoltà o timorosa, ossessivamente preoccupata dall’obiettivo delle vendite e del fatturato. A tal
proposito la stessa Trotta si chiede: “ Quanti di questi titoli rispondono a criteri di autentica qualità,
a una progettualità innovativa a una verticalità (…) e a una sperimentazione creativa (linguistica,
artistica, contenutistica) originale? E quanti, invece, alle pressioni del mercato, alle esigenze di
profitto dell’industria culturale e alle mode di un consumismo globale?
Non tutti i libri seriali però possono essere accomunati in un sommario giudizio negativo. Ad
esempio, la serie di Geronimo Stilton appassiona alla lettura schiere di bambini avvezzi ad un
linguaggio immediato, a un periodare breve e paratattico, fitto di dialoghi. Mentre la continuità, la
costante presenza del personaggio in ogni storia della medesima serie è elemento rassicurante e
affettivamente vincente, accanto ai caratteri di multimedialità presenti nella grafica, nei caratteri di

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stampa e nelle parole, ora a colori e di differente grandezza, ora resi con altri artifici grafici,
gradevoli alla vista e al tatto, a sottolineare le varie emozioni.
b) Ibridazione  per la verità, la contaminazione dei generi non è nuova nella narrativa per ragazzi, e
ha interessato vari classici della letteratura per la gioventù, a cominciare da Le avventure di
Pinocchio, ad un tempo fiaba, favola, avventura, racconto realistico e rappresentazione scenica
(palese nel fitto susseguirsi dei dialoghi); tuttavia oggi il fenomeno si presenta fortemente
accentuato, condizionato e implementato dagli stili della comunicazione massmediatica e
specialmente cinematografica. Si tratta di prodotti narrativi (non soltanto letterari, ma anche
fumettistici, cartoonistici e filmici) che contengono in forma ibrida un insieme di motivi e di
ingredienti mirati ancora una volta a suscitare l’interesse e a incontrare il favore di un vasto
pubblico, non cronologicamente delimitabile.
c) Crossmedialità  la tendenza è favorita dal fenomeno della crossmedialità e del libro nella catena
multimediale, governato da un accorto merchandising, per cui un prodotto narrativo di successo,
non necessariamente letterario, può essere contemporaneamente (o in tempi successivi) libro,
fumetto, magazine, cartoon, videogioco o viceversa, transitando disinvoltamente da un formato ad
un altro, avvalendosi di più linguaggi della comunicazione. Se in passato era ricorrente il saccheggio
dei testi letterari, tradotti in narrazioni filmiche o cartoonistiche, ora sono più spesso i cartoon, i
film e i fumetti che forniscono materia e spunto per narrazioni su supporto cartaceo.
d) Logica crossover  ci si riferisce alla logica crossover, propria dell’emittenza massmediatica e
transitata oramai anche nell’odierna scrittura per ragazzi, per cui un medesimo prodotto narrativo,
spesso studiato a tavolino, si rivolge contemporaneamente e indiscriminatamente a un pubblico
indifferenziato, prescindendo dal dato anagrafico. Con ciò estendendo la fascia dei potenziali lettori
(e acquirenti), ma al tempo stesso alimentando il fenomeno della preconizzazione in atto e
tendendo ad annullare le distinzioni fra le varie età della vita. Ne derivano problemi di
comprensione, linguistica e cognitiva, imputabili alla complessiva immaturità del minore. In breve,
è un’adultizzazione della scrittura per l’infanzia e al tempo stesso una infantilizzazione della
scrittura per adulti, nella direzione di una appiattente omologazione di gusti e di interessi, destati
attraverso una sapiente mistura di ingredienti che possono incontrare il gradimento tanto del
bambino come dell’adulto, a cominciare dall’insistenza sul tema dell’amore e della sessualità.
Ovviamente, la politica dei libri crossover è particolarmente gradita e perseguita dall’editoria, che
con tale strategia allarga il suo potenziale pubblico di acquirenti. Emblematici I viaggi di Gulliver di
Swift, che nella caduta dal mondo adulto a quello infantile si spogliano degli originari significati
ironici, sarcastici, polemici, critici della società inglese del tempo, per configurarsi come racconto
che si libra sulle libera ali della fantasia e dell’avventura.
I romanzi indirizzati ad un pubblico anagraficamente eterogeneo sono spesso caratterizzati, sul
piano del linguaggio e dello stile, da narrazioni di respiro relativamente ampio, trame complicate,
flashback, intrico di situazioni, di persone, di nomi e di località geografiche, per lo più in lingua
straniera, da un periodare articolato, da un linguaggio ricco ed elaborato. Sul piano dei contenuti,
essendo anche destinati a lettori adulti, possono insistere su motivi inadatti all’infanzia, quale
l’erotismo, il sadismo, la violenza, o trattare tematiche delicate senza particolari attenzioni e
adeguati filtri.

Capitolo 9. Libri allo specchio: brevi schede critiche.

Sempre più la letteratura per l'infanzia contemporanea cerca di affrontare temi e problemi della vita
quotidiana dei bambini offrendo utili strumenti pedagogici adatti anche a genitori ed insegnanti. Per
diversità intendiamo problematiche legate alla disabilità,interculturalità e alla famiglia il tutto con l'utilizzo
molto spesso della funzione simbolica che aiuta il bambino nella comprensione. Il tema della disabilità è
molto presente nelle fiabe e nelle favole dove solitamente un personaggio viene trasformato per
incantesimo o punizione. Associando spesso l'animalità alla disabilità non sembra difficile che nel linguaggio
simbolico della fiaba l'uomo che si trasforma in animale nasconde una qualche forma di handicap e
l'incantesimo può far pensare ad un incidente o una malattia che rende diversi e genera emarginazione.

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Interessante è il seguito di questi eventi dove molto spesso la vittima viene salvata dall'amore di un
soggetto che poi spesso lo sposa. Elementi "salvifici" sono, quindi, l'amore e l'accettazione. Un esempio ne
è la Bella e la Bestia (non bisogna giudicare le apparenze ed apprezzare l'essere e non l'apparire). La
disabilità mentale invece non viene mai mostrata sotto forma simbolica. Questo genere di minorazione
viene visto con simpatia con la rappresentazione di personaggi ingenui e semplici che poi in realtà si
rivelano però molto più bravi in imprese dove gli altri falliscono. Un ingenuità apparente frutto di
incomprensione da parte degli altri. Oltre a favole e fiabe anche altri generi narrativi si occupano di
disabilità aiutando i giovani lettori a superare pregiudizi che solitamente vengono riservati al disabile. Un
esempio lo abbiamo con "Noi"(bambino emarginato per le sue caratteristiche fisiche. L'incontro con due
bambini che decidono di andare a parlare con lui ci permettono di capire che in realtà è un bambino molto
intelligente, invitandoci ad eliminare pregiudizi verso il "diverso") e "Il pentolino di Antonio" (bambino con
disabilità. In questa storia il lettore con la simbologia del pentolino scopre la diversità del bambino
scoprendo che se riesce ad accettare la propria diversità ha la possibilità di vivere e fare tutto come gli
altri).Il tema dell'Interculturalità indica la capacità di convivere in un contesto sociale dove sono presenti
persone provenienti da più paesi,civiltà e culture. L'editoria per ragazzi da sempre si è occupata di queste
tematiche ma ai giorni d'oggi dove il fenomeno è sempre più vicino a noi si dovrebbero realizzare dei libri
che trattino di fatti odierni per inserire i lettori più vicini alla realtà permettendo loro di far capire
veramente chi è quel bambino di colore vicino di banco. Un testo che affronta questo tema è " Bintou parte
per il mondo dei bianchi" la storia di una bambina che tanto attende di poter raggiungere la mamma
emigrata lontano alla ricerca di una vita migliore da darle ma che una volta raggiunta si sente disorientata e
smarrita. Questi libri fornendo processi di empatica immedesimazione e condivisione di emozioni
permettono al bambino di conoscere meglio il suo compagno predisponendoli ad atteggiamenti di
solidarietà e accoglienza.

Capitolo 10. Analisi socio-psico-pedagogica di due cartoon

Peppa Pig
Il cartone nasce dalla fantasia di due 60enni inglesi ed in pochi anni il cartone ha avuto un grandissimo
successo da venir tradotto in diverse lingue. Peppa Pig è un cartone animato trasformato successivamente
in opera letteraria. Un cartone semplice,infantile nella grafica e nella narrazione. Quello della maialina è un
mondo a misura di bambino dove tutto è sempre bello e felice , senza colpi di scena e avvenimenti
improvvisi che possano creare ansie e tensioni. Il suo successo è dovuto a vari aspetti: aver saputo
promuovere il cartone attraverso una martellante campagna pubblicitaria,il fatto di aver incentrato una
storia su animali umanizzati tanto amati dai bambini, la semplicità della narrazione e una cerchia ristretta di
personaggi, il lieto fine, la protagonista ha una vita simile ai bambini veri (si reca a scuola,esce con la
mamma,ha un fratellino) permettendo al bambino di ritrovarsi nei suoi comportamenti, la grafica e le
tecniche di animazione molto raffinate, la natura che diventa protagonista, l'accompagnamento sonoro
ecc.. E' stato rilevato nel cartone però la presenza di un immagine di padre inadeguato,maldestro e
incapace ed un'immagine invece della madre efficiente e perfetta. Aspetti umoristici per il mondo infantile
ma sbagliati in un'ottica pedagogica. In compenso però vi è la rappresentazione di una famiglia unita e
felice aspetto importante per un bambino che necessita di questo tipo di rassicurazioni. Tuttavia, la
valutazione pedagogica ha trovato delle obiezioni: presenza di pregiudizi e stereotipi contro gli italiani (non
conoscono l'inglese,sono spericolati al volante,le poste non funzionano, i poliziotti sono sfaccendati, l’Italia
viene definita come il paese del sole e della pizza) il ruolo di genitori considerati secondari ed inutili in
quanto la maialina è in grado di fare tutto da sola senza mai essere guidata dal genitore, una maialina
egocentrica e saputella poco rispettosa nei confronti degli altri.

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Masha e Orso
Il cartone deriva da una vecchia fiaba russa dove però tranne che per i due protagonisti e la casetta nel
bosco il cartone è molto diverso. Masha bimba vivace e felice, iperattiva che commette molti errori ma è
protetta dal suo amico orso (amante della tecnologia) che rappresenta una figura genitoriale amorevole e
protettiva. Rispetto alla fiaba originale c' è un inversione curiosa: è l'orso a subire dalla bambina che deve
rimettere a posto le cose che sconvolge e non viceversa. Come nelle fiabe tradizionali vi è poi il bosco,
luogo incantato che dovrebbe incutere paura ma che nel cartone diventa un luogo familiare ed amico dove
la bambina è già presente nel luogo e non si perde in esso. Un elemento presente nel cartone è la
caratterizzazione di un bambina che vuole sempre giocare . Grazie al gioco ritrova il piacere e la curiosità di
condividere il proprio tempo con gli amici animali. Tutti però scappano da lei quando la vedono in quanto è
una bambina molto dispettosa. Il gioco nel cartone ma come anche nella realtà rappresenta un modo di
affrontare il mondo e sviluppare abilità e caratteristiche di crescita. Ecco perchè molti bambini si
identificano con lei. Andrebbe inoltre rivalutata la figura del'orso sempre rappresentato come feroce e
cattiva ma qui invece buono e amichevole. I valori educativi di questo cartone rispetto a Peppa Pig sono
molto positivi: valorizzazione delle relazione affettive ed amicali,importanza delle figure di riferimento, il
concetto di solidarietà attraverso l'aiuto reciproco, pentimento e consapevolezza di aver commesso un
errore.

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