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parole

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sc[(+r) i(+tt)
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+r))e

di
L°c°° C°l°°°
retro copertina
a Sveva e Alice
retro dedica
Indice
I. 7 Fra/si[+e/no(+n_lo_so)] … forse
II. 8 Percezioni
10 a volte
11 atopos
12 attimo creativo
13 cado
14 ci sono notti
15 dicotomia
16 dissolvenze
17 … e allora dov'è la felicità?
18 e non c'è niente da capire
19 è colpa mia lo so
20 è strano oppure no
21 facebook
22 gocce di pioggia
23 io
24 incontro con Marco Martinelli e l'eresia della
felicità
25 la storia
26 la vita
27 la vita adesso
28 mercato
29 nodi
30 non
31 non ci sei
32 non ci sono parole
33 non so
34 parafrasando Werther
35 realtà vs sogno
36 sei
37 solo
38 ti
39 Tokidoki
40 un attimo di vita
41 un bar
42 una serata qualunque ... non ripetibile
43 lacrime
44 sullo scopare
45 attendere
46 Teniamoci
49 sospensione

5
50 dico_to_mia
51 in_costante evoluzione
52 assi e corpi
53 l’attesa è il viaggio
54 l'attimo che precede la scelta
55 e mi trascina via
56 diritto di esistere
57 cinque domande
58 ricominciare
59 botta&risposta
60 outing
62 Ama_Te
63 come mi batte forte il tuo cuore
64 non io, Te
65 gioco
66 frammenti di viaggio
68 Felicità
69 +o-
70 vorrei
72 Teatro come
74 credo laico

III. 76 Domande

6
I. Fra/si[+e/no(+n_lo_so)] … forse

I. Fra/si[+e/no(+n_lo_so)] … forse
A volte essere soli ti rende invisibile agli altri
A volte non sapere dire di no porta a conseguenze
devastanti per te e per gli altri.
Il cuore è solo un muscolo, una pompa, sono i sensi
che, attraverso le sensazioni, alimentano le emozioni.
Innumerevoli pensieri non possono cambiare lo stato
delle cose.
L'assenza accresce il desiderio, quando la passione è
forte.
L'egoismo del carnefice è volere la propria vittima
felice.
Meglio un dispiacere che un rimpianto.
Non bisogna dare niente per scontato, bisogna vivere
gli attimi sensazionali come se fossero gli ultimi della
propria vita.
Non bisogna lasciare soli i propri desideri.
Non bisogna sottovalutare la potenza del caso nel
generare mostri.
Non c'è poesia nella vita se non la cerchi con costanza
assoluta e devota.
Non è che si è trasparenti o, almeno, non tutti; è che, a
volte, capita di passare attraverso la consistenza delle
persone.
Non è vero che chi accontenta gode, ma chi gode è
contento.
Se non hai soldi non hai libertà.
Se ti fai spremere come un limone resta solo la buccia:
acida.
Le lacrime hanno innumerevoli sfumature.
Sono un folle folletto che folleggia follemente tra la
gente indifferente.
Tutto può essere il contrario di tutto.

7
II. Percezioni

II. Percezioni

8
II. Percezioni

9
II. Percezioni

a volte
iscritto e registrato nella congrega della società
la mia debolezza mi fa sopportare il peso di catene non
volute,
ma necessarie per sopravvivere negli ingranaggi degli
intrighi sociali.
e, poi, esplodo nel modo più crudele seminando
dolore.
e, allora, cerco di vivere
di ascoltare i miei desideri ... l'amore ... il teatro ...
chiedo, domando, supplico,
ma come pretendere risposte se si urla nel deserto
contro l’anestesia del sentire quotidiano.
non ci sono risposte se non c’è chi ascolta.
a volte vorrei essere ...
... licenziato dalla società ...
... cancellato dall’umanità ...
... dimenticato dal mondo ...
... lasciato solo dalla vita

10
II. Percezioni

atopos
non sai quanto vorrei svegliarmi e star bene
non so farmi capire
non capisco
sono stanco
mi definisci socraticamente "atopos", senza luogo ne
collocazione
definizione che estenderei anche alle mie sensazioni e
hai miei sentimenti

11
II. Percezioni

attimo creativo
il passato si può rimuovere, ma non si può cancellare
il futuro si può immaginare, ma non si può vivere
l'attimo creativo, l'improvviso è qui, è ora; nel presente

12
II. Percezioni

cado
cado ...

mi alzo ...

e cado ancora ... ancora e ancora dentro e fuori di me


continuamente ...
costruisco prigioni intorno senza volerlo, senza volere
isolato, chiuso, lontano, diviso più che mai
mi manca il palco ... il legno ...
... e soprattutto, un pavimento coperto da un tappeto di
danza sporco, in una grotta umida
e faccio e sfac(s)cio tutto da me senza saper dire di no a
altri che non sia io
debole, stanco, solo, abbandonato (d)a me stesso
sono Charly che, scrivendo e bevendo, maledice
l'umanità
sono Lester sotto la doccia
sono Alvàro e la sua accidia
sono Bartleby e le sue lettere morte

13
II. Percezioni

ci sono notti
È ci sono notti che vorresti condividere con sguardi in
cui perderti ...
notti che vorresti essere lontano mille miglia da tutto e
da tutti ...
notti che vorresti camminare nel silenzio di una città
e ascoltare soltanto i click dei semafori che cambiano
colore

ci sono notti che sei nel tuo locale, al bancone,


con quattro ragazzi pieni di vita che bevono vino e
mangiano formaggio
e ascolti Nora Jones
e imprimi nero su bianco sensazioni che vorresti
"sentire" e che ... evvabbè
e va bene così
si, va bene così

14
II. Percezioni

dicotomia
Dov'erano le sensazioni Bartleby mentre maneggiava le
lettere morte all'ufficio postale?
Dov'era la sua mente quando fissava il muro fuori la
finestra dell'ufficio?
Dov'era la sua anima mentre si lasciava morire nel
cortile del carcere?
Dov'erano le sensazioni di Àlvaro mentre guardava
paesaggi dagli oblò?
Dov'era la sua mente mentre camminava per strada?
Dov'era la sua anima mentre si vestiva?
Dov'è la nostra anima mentre il nostro corpo latita tra
la gente?

15
II. Percezioni

dissolvenze
... sento scivolare il mio amore tra le tue mani
come granelli di sabbia
e smarrirsi nel deserto arido dell'assenza
... sento svanire nel nulla l'immagine di me
che si rifletteva nei tuoi occhi
e sparire nel buio della lontananza
... sento evaporare il mio odore dalla tua pelle
che si confondeva con il mio
e dissolversi nell'aria insipida del distacco
... sento quello che tu dici sia pesante
perdere ogni peso in te
e infrangersi sulla dura pietra dell'indifferenza
... sento che continuiamo ad amarci
nel vuoto di profondità che non vuoi raggiungere

16
II. Percezioni

… e allora dov'è la felicità?


non ho più tempo
non ho più spazio
non ho più ...
ho gettato l'ancora in acque senza onde
arenato in una baia senza vento
ho annodato le vele come la malinconia annoda la gola
quando, ogni tanto, una brezza mi ricorda che fuori c'è
l'infinito
dove c'ero, inquieto, anch'io
... e allora dov'è la felicità?

17
II. Percezioni

e non c'è niente da capire


“e non c'è niente da capire”
scorrono le note di De Gregori alla radio del bancone
scorre il tempo e quello che è oggi è già domani anche
se è uguale a ieri
scorre il sangue nelle vene pompato dal cuore senza
che alcuna emozione lo confonda
scorrono le parole su questo sfondo bianco senza
cercare un senso o un perché
scorrono sensazioni come un rubinetto aperto che
sgorga acqua che nessuno beve
scorrono ricordi che vorresti cancellare e ricordi che
vorresti rivivere
scorrono lacrime invisibili come se piovesse nel mare
profondo
scorrono respiri che diventano sospiri quando
un'immagine piacevole li confonde

18
II. Percezioni

è colpa mia lo so
In fase di autocritica feroce
Questa mia quinta vita mi ricorda tanto la terza; in
peggio però.
È colpa mia lo so,
spero solo di ritrovare la forza e l'indignazione per
passare alla sesta.
Mi considero un debole coglione carnefice di se stesso
che manda affanculo i propri desideri
ma, dopo le frustrate è bello sentire la saliva di una
lingua che lecca le ferite

19
II. Percezioni

è strano oppure no
è strano,
oppure no,
come una serata piovosa possa essere più emozionante
di una giornata piena di sole

20
II. Percezioni

facebook
"scrivi qualcosa su di te" mi suggerisce facebook
durante uno spettacolo teatrale mi scrivevo "the end"
sul torace
ho già scritto qualcosa su di me!

21
II. Percezioni

gocce di pioggia
gocce di pioggia
cadono e si confondono/svaniscono nel fiume
trafitte da raggi di un sole opaco
catturano per un istante attimi di luce

22
II. Percezioni

io
io l'infame,
consegnatomi al silenzio
per liberare dal dolore con l'assenza
e nel silenzio condannato,
offeso da dubbi non propri,
condannato ad essere "passato remoto" da vivo.
io condannato in contumacia,
che prima o poi sarò cancellato
come si cancella un messaggio sul cellulare.
dietro le sbarre di una sentenza indifesa
osservo la catarsi della vita desiderata
vissuta da chi un giorno s'amava

23
II. Percezioni

incontro con Marco Martinelli e


l'eresia della felicità
... e un abbraccio che vale tutto il dolore che ho dato,
che ho dentro ...
... e lacrime offuscano tutto il resto
emozioni allo stato puro ... sensazioni nude ...

24
II. Percezioni

la storia
l'inizio è già passato
la fine c'è prima o poi, in un modo o nell'altro
l'intanto, il nel, il corso,
la narrazione del durante è importante ...
è la sua qualità buona o cattiva che dà significato ...
è la storia

25
II. Percezioni

la vita
La vita …
… a tratti sembra un gioco d'azzardo, un tiro di dadi,
a tratti una partita di scacchi.
dove cerco l'ordine trovo il disordine e viceversa.
L'irrequietezza che mi porto dentro, da sempre,
mi porta a vivere continuamente in maniera dicotomica

… cerco di dare un senso a quello che faccio
e poi mi lascio trasportare da quello che sento.
Alcuni periodi della mia vita li ho passati ascoltando gli
altri e non me stesso,
fino a fammi trascendere nella maniera più dura e
cattiva.
E, poi, ricomincia la ricerca di equilibrio e di sensazioni
che mi facciano perdere questo equilibrio …
… e quando penso che posso fermarmi un attimo sul
filo …
… ecco che il soffio di vento, generato dal tiro di dadi
del destino,
mi fa perdere le coordinate del mio cercare
e rimetto in discussione il percorso che ho compiuto
fino a quel momento.
Sono un incosciente -consapevole-
che non si cura di cosa può accadere dopo aver seguito
il proprio istinto
e le proprie sensazioni.
E se al caso non posso mettere limiti …
… posso dissolvermi nel silenzio dell'assenza

26
II. Percezioni

la vita adesso
la vita adesso …
… sembra più una partita a poker che una partita a
dadi
ha aperto il piatto
ho rilanciato
è venuta al mio rilancio
ero servito (ma era un bluff) e non ho cambiato le carte
lei ne cambia tre
ho fatto parola
lei passa
abbiamo mescolato nuovamente le carte
non ho niente in mano e non apro
apre lei …

27
II. Percezioni

mercato
inizia un nuovo giorno ...
il mercato si prepara per la sua ennesima
rappresentazione
e la vita sta a guardare ... come le stelle?
forse ...
è possibile che solo superando il limite della
ragionevolezza si riesca a creare?

28
II. Percezioni

nodi
vorrei un attimo infinito di un eterno istante
in un nulla pieno di niente
dove non ci sono risposte da attendere
nella solitudine dell'ascolto negato da assenze presunte
che cancellano presenze non ascoltate

29
II. Percezioni

non
disequilibrio-confusionale aggravato da dicotomia
psico-fisica
non bisogna per forza trovare un senso alle cose
in attesa di qualcosa che possa scaturire da un casuale
incrocio …
… voglia di dire cose che non devono per forza portare
da qualche parte …
… ma un perché e un dove non c'è …
… non so cosa sia tutto ciò, so solo che è
mi mancano le parole e non solo quelle

30
II. Percezioni

non ci sei
non ci sei
e per averti qui scrivo di te,
di quello che mi fai "sentire" anche se non ci sei.
non voglio pensare al tempo che mi separa
dall'incrociare il tuo sguardo ma, come in un film,
voglio già essere nella scena in cui mi perdo nel colore
indefinito dei tuoi occhi.
e costruisco sequenze di fotogrammi sul nostro
incontro che non so se e quando avverrà ...
... e tutto questo potrebbe essere solo segni neri su un
foglio bianco ...
... tutte queste sensazioni ...
... tutto questo desiderio ...
... tutto questo potrebbe essere solo un mio ...
... evvabbé ...

31
II. Percezioni

non ci sono parole


non ci sono parole per descrivere il piacere che provo
quando sei
nei miei occhi, nelle mie orecchie, nel mio naso
non ci sono parole per descrivere la voglia di tenerti
sulla punta della lingua e dei polpastrelli
… e che … oltre l'affinità intellettiva vorrei averti
tangibilmente, concretamente, fisicamente
e so che questo è solo IL mio desiderio,
ma non posso e non voglio nasconderlo a te
e i desideri anche se non si avverano esistono
comunque … aldilà …

32
II. Percezioni

non so
non so se è meglio essere presenti e morire dentro
piano, piano
o essere assenti e sentirsi vivo anche nel dolore ...
... esserci, uccidendosi chimicamente, tentando di
nutrire sensazioni in paradisi artificiali
o non esserci vivendo di sensazioni

33
II. Percezioni

parafrasando Werther
il mio ingegno non mi interessa;
a voi non interessa la mia creatività
fatemi esistere per quello che sono
e non per quello che vorreste che io sia

34
II. Percezioni

realtà vs sogno
realtà: disteso sul prato a occhi chiusi

sogno: disteso sul prato a occhi chiusi ...
… arrivi …
… sfiorandomi le labbra mi baci ...

35
II. Percezioni

sei
sei una tempesta che mi lacera
sei nei miei pensieri intimi nelle tue assenze
chi ti ha disegnato?
fiume in piena sotterraneo sei venuta fuori dal nulla
stalattite di ghiaccio che si conficca tra le pieghe delle
mie sensazioni
emozioni i miei sensi
attimi di me&te&tutto-il-mondo-fuori
sensazioni scritte … descritte …
… che ci appartengono … sono nostre … sono reali
non segni neri su carta bianca … ma carne su carne
e voglio essere nei tuoi pensieri inconfessabili,
mentre sei sola nel tuo letto a pancia sotto
e voglio essere le tue dita
che scivolano bagnate nelle sinuosità del tuo corpo
sotto la tua prossima doccia
ti sembro eccessivo lo so,
ma per me i particolari sono importanti più della
visione generale delle cose …
particolari legati al tempo, allo spazio, alla fisicità …
e un attimo … un angolo … uno sfiorare
a volte sono più carichi di significato di un giorno … di
una città … di gesti quotidiani
che non lasciano traccia nella nostra memoria.
e non so cosa sarà domani … per il momento va bene
così …

36
II. Percezioni

solo
solo ... solo ... solo ...
la costatazione di essere solo,
prima e anche adesso.
dove svaniscono tutte le sensazioni provate e non
condivise?
sono un uomo che esiste, ma non c'è,
non c'era nemmeno prima
nell'immaginario altrui era solo un feticcio
e non c'è adesso perché non ha uno sguardo condiviso
occhi che non vedo ...
... occhi che non mi guardano

37
II. Percezioni

ti
"ti" è un filo rosso che ci lega,
ma che non dovrebbe aggrovigliarsi
vorrei sapere dove hanno messo il tasto reset,
ma non trovo il libretto le istruzioni
penso che quello che accade ha un senso,
ma non vedo l'indicatore di direzione
io&te dobbiamo tornare ad essere io e te dentro e fuori
riusciremo mai a imparare a dire ti amo senza
sbagliare?

38
II. Percezioni

Tokidoki
ci sono sensazioni che non riesci a reprimere ...

... che sono dentro di te nonostante l'avversità del reale

Tokidoki: j adore

39
II. Percezioni

un attimo di vita
un attimo di vita
tra il servire una birra a bancone e una pizza al tavolo
mentre combatto con clienti insipidi
un piccolo annaffiatoio decupage mi guarda
appollaiato su una cassa acustica in sala
le tovaglie bordeaux e una cameriera
mi ricordano te i primi giorni all'Ebbrezza di Noè
mi sento molto Bartleby e poco Alvaro in questa parte
della mia vita
il Capricorno ha ripreso il controllo sull'Acquario
Rob Brezsny mi direbbe che sono scuse
e che devo cercare dentro di me le ragioni di ciò
lo so, le conosco: accidia, debolezza …
sono pronto per la palude Stigia
e, comunque,
credo che tu sia il mio lato b … la mia parte oscura

40
II. Percezioni

un bar
c'è un bar a Napoli dove artisti e pseudo tali si
riuniscono per discutere e bere, bere e discutere ...
ho passato in quel bar gran parte delle mie cinque vite.
il bar si chiama Lazzarella e per tutti è il "bar-delle-
perdite-di-tempo"
quando sono arrivato a Casoli -la prima volta tre anni
fa- sono stato da Manì e ho subito associato Manì a
Lazzarella.
Manì mi ha reso le notti d'estate più leggere, quando
finito di lavorare '@ livella andavo lì per bere un gin
tonic defaticante.
Manì è uno di quei luoghi dove la gente si riunisce per
stare insieme, un luogo dove può accadere di tutto
oppure no ... come il mercoledì.
lunga vita a Toni, Andrea e a tutti quelli che hanno reso
possibile tutto ciò

41
II. Percezioni

una serata qualunque ... non ripetibile


... e non ci sono anche se dovrei esserci
presidio il bancone lasciando che entità corporee
riempiano spazi non definiti
attendendo umanità che si alterna nonostante le
diversità che le contraddistingue
...

42
II. Percezioni

lacrime
Solo come una bottiglia vuota
mentre lacrime metamorfosi di emozioni provate ma
non vissute saturano i miei occhi
amplificate da ciò che sento nell’assordante silenzio
delle non risposte

43
II. Percezioni

Sullo scopare

desiderio dell’altro da se che si fa bisogno di contatto


umano
esigenza di donare/accogliere con tutto noi stessi
dal/nel profondo attraverso l’alchimia che ci fa
incontrare con pochi anche se capitano vari inutili

44
II. Percezioni

attendere

Attendere: a_[t]tendere
tendere verso.
tendere verso il desiderio tendere verso le stelle
@-[at]_tendo verso ... te
Aspet[t]_azione
Aspet[t]_at{t}iva
aspett@tiva
L’attesa è tendere verso la necessità dell’incontro

45
II. Percezioni

Teniamoci

Teniamoci
nelle lacrime e nei sorrisi
teniamoci
nei deliri e nel distacco
teniamoci
nei fiori che sbocciano
teniamoci
nell’abbraccio abbandonato e nell’abbraccio dell’altro
teniamoci
nei fallimenti per riprovarci e fallire meglio
teniamoci
nello stupore e nelle conferme
teniamoci
nel cielo e nella terra
teniamoci
nella carne che vibra
nella pelle che suda
nelle ossa che tengono e radicano e volano
teniamoci
nella sospensione dei pensieri non detti
teniamoci
nella confusione e negli incroci convulsi
teniamoci
nei deliri amorosi e nei sentimenti follemente precisi

46
II. Percezioni

teniamoci
nelle regole e nei limiti per infrangerli e superali
teniamoci
nei vizi e nelle virtù
teniamoci
nelle parole e nei silenzi
teniamoci
nel qualcosa perso e ritrovato
teniamoci
nei battiti e nelle palpitazioni
teniamoci
nei sapori negli odori nei suoni nei colori nei tocchi
teniamoci
in profondità mai raggiunte e superfici da accarezzare
teniamoci
nella luce che ci nutre e nel buio che affiora
teniamoci
nelle paure e nelle illuminazioni
teniamoci
nella condivisione e nell’amplitudine
teniamoci
nella sospensione di un attimo che volge all’infinito
teniamoci
nello sguardo e nell’ascolto
teniamoci
nella rabbia e nella gioia
teniamoci
nella consapevolezza

47
II. Percezioni

dei dubbi delle differenze delle domande delle


confusioni
delle contraddizioni delle debolezze delle diversità
delle fragilità
teniamoci
per lasciare andare
Teniamoci

48
II. Percezioni

Sospensione

Sospensione come momento che precede la scelta,


il qui e ora in cui tutto -e il suo contrario- è ancora
possibile.
Lo spazio si fa infinito,
le scelte divengono molteplici.
Il tempo si fa fluido,
l’eternità si dilata nell’attimo,
l’attimo si traduce in eternità.

49
II. Percezioni

dico_to_mia

piccoli… piccoli gesti


si ripetono mai uguali
occupano un tempo uno spazio
sempre diverso più o meno
meno che più
più che meno
interagiscono agiscono
conoscono e disconoscono
partecipano e non
e questa dicotomia mi amplifica più o meno che mai e
sempre
sospensione ragguaglio opera
stordire il ritmo
annullarlo e confermarlo
in un… un… un… un unicum molteplice e multiforme
asincronie distopiche alterano movimenti asincroni
per ritrovar_li e rinnovar_li in un luogo cronologico
identico
e quest’è

50
II. Percezioni

in_costante evoluzione

la sospensione del colore genera leggerezza


in cui vedo possibilità di contrasto
in una profondità probabilmente semplice
ornata d’ombre che vibrano in trasparenza
scegliendo direzioni di vita
portando trasformazione che replica
in sfumature attente al particolare
in un’altalena d’infinito
generando un’elica d’eternità incostante

51
II. Percezioni

assi e corpi

Assi come parole di una favola che non finisce mai di


essere raccontata…
… e accade che le parole escono del libro e viaggiano
con e nei corpi.
Assi e corpi
in relazioni fatte di ascolto, accoglienza e separazione;
relazioni costruite e destrutturate con tempi diversi
a volte condivise, altre volte in solitudine
nello stare e/o nell’andare.
Assi e corpi
nel silenzio eloquente di una sospensione prima della
scelta,
senza pre_occuparsi di cadere
perché solo cadendo ci si può rialzare per ricominciare
in un me che si fa te, coinvolge altri e diventa noi.

52
II. Percezioni

l’attesa è il viaggio

l’attesa è il viaggio
non aspettare ancora a lungo
ma non correre perdendo lo sguardo sulle cose
donati un tempo per lo stupore

53
II. Percezioni

l'attimo che precede la scelta

“stare nell'istante”
quando l'altalena è nel punto di inerzia più alto,
non importa se per andare avanti o indietro,
l'importante è stare nell'attimo che precede l'andare
...
è l'attimo che precede la scelta

54
II. Percezioni

e mi trascina via

Le ruote frusciano sul selciato


carezzando ferite di sconfitte negate
non mi arrendo ancora
mi perdonerò mai?
mentre la vita scorre
smetto di nuotare controcorrente
e mi trascina via
So di essere qualcosa che non so

55
II. Percezioni

diritto di esistere

Ognuno di noi, in quanto soggetto umano, ha diritto a


esistere con dignità.
Esistere con dignità significa: essere nutrito, vestito e
avere un luogo dove vivere.
Vivere -oltre i bisogni primari- è avere la possibilità di
sviluppare i propri peculiari talenti senza preoccuparsi
per la propria esistenza.

56
II. Percezioni

cinque domande

Chi voglio essere?


La nostra identità è in continua costruzione. Nell’epoca
del culto di sé, chi aspiriamo a essere? Che rapporto c’è
oggi tra l’essere se stessi, il conoscere se stessi e il
diventare se stessi?
voglio essere un essere che può essere se stesso in ogni
momento secondo il singolo momento che vive in quel
dato istante, ri-conoscendo il divenire di un essere che
è me stesso diverso nel tempo e nel luogo, ugualmente
libero di essere un altro

Perché mi serve un nemico?


I confini ci proteggono oppure ci impediscono di
incontrarci e cooperare?
Come e perché li tracciamo?
Abbiamo bisogno di costruirci un nemico per poter
sperare di non averne?
I confini ci definiscono per essere consapevoli
nell’incontro e nella condivisione.
La consapevolezza e la conoscenza tracciano il limite
che è valicato dalla curiosità di apprendere e
scambiare.
Il nemico al di la del confine intimo va indagato,
esplorato in un conflitto che diventa crescita e ricchezza
per entrambi.

57
II. Percezioni

ricominciare

La Ricerca dovrebbe condurre verso lo svelamento per


tendere verso il compimento dell'atto creativo e,
quindi, allo stupore.
Alcune volte, invece, essa svela limiti che spaventano e
che vengono negati.
Ma nell'accettazione tali limiti possono essere valicati e
trasformati in porte che si aprono per ricominciare.

58
II. Percezioni

botta&risposta

Ciascuno di noi è debole ed è forte allo stesso tempo ...


in un gioco infinito di riconciliazione degli opposti, in
opposizione a quanto la società tenta di inculcasi,
possiamo continuare a sperimentare posizioni diverse
piuttosto che identificarci, sia pure con una qualità ...
sono fermamente convinta che in ciascuno di noi è
racchiusa l'intera umanità, a noi non resta che
riconoscerne ogni frammento, perchè abita in noi!
Nella convinta esplorazione della mia poliedrica
umanità interiore, come scrive Alvaro de Campos nel
Passaggio delle ore, vorrei:
"Sentire tutto in tutte le maniere,
vivere tutto da tutte le parti,
essere la stessa cosa in tutti i modi possibili allo stesso
tempo,
realizzare in sé tutta l’umanità di tutti i momenti
in un solo momento diffuso, profuso, completo e
distante."
In questa ricerca conosco e riconosco i vari me che mi
abitano, la diversità delle varie anime che mi agitano e,
come dici tu, più che identificarmi sperimento.
Ma ci sono alcune caratteristiche -come scriveva J.
Hillman ne “il carattere”-, che mi sono più care come la
forza porosa, contraddittoria, policentrica, priva di
univocità della debolezza.

59
II. Percezioni

outing

Sono un uomo debole.


Qual è il posto in questa società per un uomo debole?
Cosa significa debole?
La debolezza a volte si confonde con l’incapacità di fare
che, invece, è incompetenza.
A volte si identifica l’uomo debole nella persona che
non vuole fare, ma questa è solo una persona pigra.
La persona debole non è quella che non combatte,
quella è una persona vigliacca.
Sul vocabolario italiano il termine per debole è: di poca
forza. Mentre in latino “di poca forza” si traduce:
imbecillus.
Debole in latino ha varie trasposizioni, una è tenuis:
sottile, appena percettibile.
È questa l’accezione di debole in cui mi riconosco:
appena percettibile.
E in una società il cui paradigma è l’accumulo di
quantità di cose, di denaro, di partners, di like
“l’appena percettibile” è trasparente.
L’incapacità di fare, il non voler fare dell’essere debole
è legato alla modalità del fare che è strettamente,
intimamente connessa con il proprio essere.
Il mio essere per fare ha bisogno di un tempo, di una
qualità, di un bi-sogno.
Non ho la volontà, non ho la forza, ma, soprattutto, non
sento il bisogno di avere questa forza per accumulare.
È uno spreco di energia per me e per tutti gli altri, è
una sottrazione di risorse agli altri.
Consumiamo energia per avere più forza, per avere di
più di quello di cui abbiamo bisogno, per essere più
grandi e per essere finalmente visti.

60
II. Percezioni

E dentro di noi cosa rimane?


Il vuoto.
Ci svuotiamo dentro per riempirci fuori.
Io ho bisogno di riempire il vuoto che ho dentro, il
vuoto che ho generato non ascoltando questo bisogno
perché ho inseguito il desiderio indotto di voler essere
visto come gli altri volevano che io fossi.
Ma non mi interessa più far vedere l’involucro che
contiene il mio essere me stesso.
Per fare questo, per riempire il vuoto che ho dentro,
sento l’esigenza di condividere i dubbi e le conoscenze,
i talenti e i fallimenti.
Essere appena percettibile, essere un fiocco di neve che
cade lento e leggero insieme ad altri fiocchi di neve e
insieme diventare un manto luminoso che lievemente
copre, smussando con gentilezza, gli spigoli delle
montagne.

61
II. Percezioni

Ama_Te

Amati, ama il tuo talento.


Cercarlo, nutrirlo, curarlo.
Qualsiasi attitudine può essere un talento anche
l'immobilità.
L'importante è coltivare il proprio talento in modo
assoluto e costante.
Cerca, ricerca, sperimenta, cambia sguardo, osa,
non preoccuparti di perdere l'equilibrio, cadi, sbaglia,
fallisci.
Indaga la sospensione che precede il disequilibrio,
lascia andare ogni giudizio e forma,
apri il corpo e la mente alle emozioni, alle sensazioni,
non fermati sulle difficoltà, usale e spingi oltre.
Ascolta le molteplici voci interiori e fa che siano un
coro che sostiene.
Ama i dubbi e le incertezze: alimentano la creatività.
E quando accetterai il tuo essere incompleto ma
consapevole,
quando ti amerai, andando oltre i tuoi limiti,
potrai aprirti al mondo condividendo l'amore che hai
dentro,
sarai pronto all'incontro con ciò che è diverso da te
che arricchirà la tua conoscenza
donando amore al tuo amore.

62
II. Percezioni

come mi batte forte il tuo cuore

Come mi batte forte il tuo cuore


starti addosso
starti dentro
sentire come il tuo desiderio mi da piacere
sentire come mi riempie il tuo avermi

63
II. Percezioni

non io, Te

Non io, Te
me nella tua presenza
me, nel tuo sentire
sentire me in te
non io, Te

64
II. Percezioni

gioco

… e che mi metto in gioco senza filtri alla ricerca di chi


voglia mettersi in gioco con me non per vincere, non
per conquistare ma per condividere e amare.
Senza maschere, senza strategie e tattiche, senza
nessuna corazza che possa difendermi perché non ho
niente da difendere, ma necessità di offrirmi.

65
II. Percezioni

frammenti di viaggio

Esistere nel mondo dell'altro attraverso lo sguardo.


Occhi come porta d'accesso.
Poi, incomincia l'esplorazione: l'odore, il suono, la voce.
E ancora il contatto.
Oppure no.
Lo sguardo si allarga si dilata.
Frammenti di luce e paesaggio.
E ritorna su un gesto un atteggiamento.
Qual'è il momento giusto?
Nel frattempo attimi di mondo e vita scorrono veloci,
colti da un movimento oculare.
Tutto si perde e si ritrova
nel battito inconsapevole delle ali di un uccello,
in resti di umana fattura abbandonati,
in acque ferme pronte a germogliare.
E tutto si mischia e si confonde.
Espressioni molteplici,
sullo sfondo auto vanno,
una corsa solitaria riempie il vuoto di campi ordinati
Il treno rallenta fino a essere immobile
nella continua mobilità dei suoi passeggeri.
Riprende la corsa sfiorando alveari umani
che si ammassano a tratti sulle sponde del viaggio.
E, ancora, stazioni
dove le vite si scambiano l'andare e il tornare.

66
II. Percezioni

Come riconoscere le intenzioni?


Ancora un'ora... ancora un'ora
Ti accorgi che non basta essere visti,
esistere in uno sguardo,
vuoi di più,
oltre la porta delle palpebre
si spinge il bisogno di relazione.
Cosa insegue uno sguardo?
Dove porta un gesto?
Cogliere la bellezza in un ridere
e rammaricarsi di non averlo fermato in un'immagine
per condividerlo, per farlo esistere al di fuori di te.
Immagini quello che potrebbe essere e non è,
si accavallano i frammenti nella mente.
E, in tanto, il cielo sa fa cangiante
nel passaggio da giorno a notte
interrotto, qua e la, da luci artificiali
mentre nel finestrino si rispecchia, in un fuori sospeso,
il mondo viaggiante.

67
II. Percezioni

Felicità

La felicità non è cavalcare l'onda,


ma dondolare sull'altalena alla ricerca di stare
nell'attimo,
nel momento in cui l'altalena è nel punto di
sospensione più alto,
non importa se per andare giù o su, avanti o indietro,
l'importante è l'attimo di sospensione che precede
l'andare verso…

68
II. Percezioni

+o-

non esiste migliore o peggiore


non esiste più o meno
esistono le differenze e le diversità

migliore o peggiore di chi?


più o meno di cosa?
differente e diverso!

migliore o peggiore,
più o meno sono termini di paragone giudicanti
che mortificano l'individuo
le differenze e le diversità, stimolano la curiosità,
arricchiscono la conoscenza

69
II. Percezioni

vorrei

Vorrei che il reale non fosse un incubo nel sogno,


amplificato oltre il dovuto.
Vorrei provare schifo, ma è solo noia quella che sento…
Insensibile fare.
Vorrei perdermi in fiamme purificatrici e annegare in
un vasetto i miele.
Vorrei che lame metalliche stringessero stronze i miei
fianchi saziandosi, rubando il dolce rimasto sulla pelle.
Vorrei il calore delle mani e sulle labbra l’umido.
Vorrei che leccaste lo schienale delle poltrone per
assaporare l’acre del sudato che ne satura i pori.
Vorrei che continuaste a guardarmi toccandovi dove vi
pare.
Vorrei che in questo fottutissimo momento di questa
notte fottutissima pensaste alla morte e alla voglia di
possederla come si possiede una sedicenne vergine.
Vorrei che i vostri passi invadessero il mio spazio
calpestando la solitudine.
Vorrei che vi accorgeste di me sorprendendovi a
desiderare la carne e il sudore.
Vorrei scivolarvi dentro senza farmi sentire, legarvi
senza stringere.
Vorrei vedere le vostre teste esplodere come fuochi
d’artificio in una notte nera e brillante.
Vorrei stare in riva la mare in un pomeriggio di
maggio, quando il bello sta per cominciare e continuare
come prima.
Vorrei non muovermi e guardare la luna che arriva
ingoiando un altro giorno.
Vorrei la vita addosso, il cielo sopra, la sabbia sotto e
l’amore tra le mani come un gelato a limone.

70
II. Percezioni

Vorrei tanto e tanto ancora. E questo bisogno d’amore


mi terrorizza sempre più.
Vorrei amare e odiare come tutti in modo normale ed
istintivo.
Vorrei che per me amare e odiare non sia sempre
l’eccezione, il trauma, la valvola, lo spasimo.
Vorrei poter disegnare nel cielo il dolore generato dal
suicidio di un amore.
Vorrei pensarmi forte e coraggioso, integra stella
lucente.
Vorrei sentire ogni attimo nel mio sangue.
Vorrei vivere tutto da tutte le parti.
Vorrei essere la stessa cosa in tutti i modi possibili allo
stesso tempo.
Vorrei realizzare in me tutta l’umanità di tutti i
momenti in un solo momento diffuso, profuso,
completo e distante.
Vorrei avere un posto nella vita, un destino tra gli
uomini.
Vorrei non essere sveglio, ne addormentato, ne
coricato, ne in piedi, ne qui, ne là, ne in un altro punto
qualsiasi.
Vorrei risolvere l’equazione di questa inquietudine
prolissa.
Vorrei ridere, ridere, ridere come un bicchiere versato
assolutamente pazzo solo di sentire, assolutamente
lacero dallo strusciarmi contro le cose, le unghie
sanguinanti a forza di afferrarmi alle cose, la bocca
ferita a forza di mordere le cose. E poi datemi la cella
che vorrete che mi ricorderò della vita.
Vorrei che questo irrequieto sentire svanisse nel nulla.
Vorrei solo anestetizzarmi e sorridere. Anestetizzarsi e
sorridere … anestetizzarsi e sorridere … anestetizzarsi
e sorridere …

71
II. Percezioni

72
II. Percezioni

Teatro come

Ricerca non solo teatrale, ma anche sociale e


antropologica;
Mistero, inteso come Cerimonia -dal latino misterium-,
come Iniziazione -dal greco mysterion/mýstēs-;
Rito che evoca l'esperienza comunitaria archetipica e la
sua funzione terapeutica;
Opera Esoterica -dal greco esoteros: interno; eikos: è
naturale- dei molteplici sé interiori, attraverso la ricerca
sulla natura intima di ogni singolo individuo;
Rituale Misterioso sulla Natura Intima dell'Individuo;
Cerimonia Rituale Esoterica.
Teatro in cui:
lo Spazio Scenico diventa l'Altare, l'Attore si fa
Sacerdote, il Pubblico è l'Iniziato;
il quotidiano diventa extra-quotidiano in uno spazio
non reale ma Vero;
i territori di indagine -parti di universo, letture, ascolti,
visioni molteplici- sono attraversati da interferenze,
rumori, dissonanze e, a volte, vengono a contatto con
l'inaccettabile;
la dimensione visibile diviene il veicolo per l'invisibile,
la dimensione dei contenuti condivisi;
le citazioni si sovrappongono all'inedito che da voce
all'indicibile;
tutto è il contrario di tutto, capovolgendo le attese;
Teatro che:
esprime perplessità, chiede, pratica il dubbio, genera il
confronto nella ricchezza delle diversità;

73
II. Percezioni

ha visto, studiato, letto, conosciuto e amato il passato,


ma lo elabora all’interno di architetture che animano il
presente;
alle molteplici possibilità della tecnologia, a volte
sostituisce il sudore del corpo, altre volte le chiede
sostegno;
mette in scena frammenti di esistenza e compiuta
bellezza;
non dice: esprime;
non finge: vive;
non imita: crea;
non rappresenta: è;
è Provocazione;
provoca azioni fisiche come se è fossero le ultime che si
possano fare per non morire, provoca la
destrutturazione della parola esatta e del gesto
ordinario, dove la stessa parola fa parte del corpo, si fa
corpo.
Teatro che non sfiora gli individui, le cose, il mondo:
abbraccia, è dentro, è qui e ora.

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II. Percezioni

credo laico

Credo nella gentilezza degli incontri.


Credo nella solitudine che può essere deserto oppure
giardino.
Credo nella consapevolezza che germina
dall’osservazione degli errori.
Credo nella libertà delle scelte compiute senza paura di
sbagliare.
Credo nei fallimenti, perché solo cadendo possiamo
rialzarci.
Credo nei tentativi complicati e nelle difficoltà come
rimedio.
Credo nelle regole e nei limiti da infrangere e superare.
Credo nei confini sfrangiati e in quello che si legge tra
le righe.
Credo nella pratica del dubbio contro ogni è così.
Credo nei punti interrogativi che accendono la
curiosità: fonte da cui beve avida la creatività.
Credo nel conflitto se genera scambio e condivisione.
Credo nelle diversità e nelle differenze come risorse che
ci nutrono.
Credo nelle ibridazioni e nelle infinite trasformazioni
possibili, nella confusione e negli incroci convulsi che
generano sorpresa e stupore.
Credo nei deliri amorosi e nei sentimenti follemente
precisi.
Credo nel sudore dei corpi stanchi e nel corpo come
sacrario di sensi.
Credo negli sguardi indecenti, nelle opere aperte, nelle
filosofie non scritte.

75
II. Percezioni

Credo che il desiderio è criminale come il rimpianto,


mentre il bisogno è puro.
Credo nella poesia della vita che va ricercata con
costanza assoluta e devota.
Credo che tutti possano fare Arte, ma che l’Artista non
possa fare altro.
Credo nel Teatro come Cerimonia Sociale dove lo
spazio scenico diventa altare, l’Attore si fa sacerdote e
lo Spettatore è necessariamente l’iniziato.
Credo nel Teatro dove il quotidiano diviene extra-
quotidiano in una dimensione non reale, ma Vera.
Credo nel Teatro che esprime perplessità, che chiede,
che pratica l’immaginario e istiga al confronto
mettendo in scena frammenti di esistenza che
producono compiuta bellezza.
Credo nel Teatro che rappresenta tutto e il contrario di
tutto, capovolgendo le attese.
Ma, soprattutto, citando Hiroshi, credo che “ci saranno,
forse, cose in cui non credevo, con le quali potrei
inaspettatamente entrare in contatto”.

76
III. Domande

III. Domande

Nel teatro non rappresentato della tua mente c’è spazio


per il personaggio che vorresti essere e che non sei mai
stato?
Hai mai scelto se far scorrere l’acqua nel lavandino o
condividere la sete con il sud del mondo?
Hai mai sentito la pesantezza del tuo esistere
infrangersi sulla pietra dura dell’indifferenza?
Hai mai inserito nella serratura il ricordo di una parola
precisa?
Hai mai amato nel vuoto di profondità mai raggiunte?
Ti sei mai chiesto quanto non senso brucia in te?
Sai ascoltare solitudini?
Puoi donare emozioni?
Mastichi mai veleno?
Hai odiato amando?
Hai sensazioni?
Sai promettere?
Sai sognare?
Dimentichi?
Ti ascolti?
Desideri?
Ascolti?
Ricordi?
Sorridi?
Annusi?
Sfiori?
Chiedi?

77
III. Domande

Vivi?
Vuoi?
Dai?

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