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1. IL SESSO
Sesso deriva da sexum che significa diviso. Platone nel Simposio narrava di uomini che
erano esseri perfetti, senza distinzione di genere, ma Zeus invidioso li spezzò in due, da
allora ognuno è alla ricerca della propria metà. Esistevano uomini originati dal sole, donne
originate dalla terra ed ermafroditi originati dalla luna, luce riflessa tra terra e sole.
_ Da dove originano i simboli di maschio ♂ e femmina ♀?_
derivano dalla mitologia greca, l’uomo rappresenta lo scudo di Marte (guerra) e la donna lo
specchio di Venere (bellezza, generatrice).
_ Perchè si è evoluta la riproduzione sessuata?_
La continua ricombinazione genetica permette di essere meno vulnerabili ai parassiti, ha più
probabilità di ottenere combinazioni più adatte all’ambiente. (sono sempre due alleli dello
stesso gene che determinano un dato carattere. I limiti però stanno nella meiosi che nei
maschi si perde parte del corredo genetico femminile, ci si scambia parassiti, si è più
vulnerabili durante l’accoppiamento.
è possibile distinguere varie tipologie di sesso:
- SESSO GAMETICO (O CROMOSOMICO): si riferisce al genotipo, cioè presenza di geni X
e Y.
- SESSO GONADICO: determinato o meno dalla presenza delle gonadi, cioè gli organi
deputati alla produzione dei gameti. La gonade embrionale è indifferenziata, costituita da
una parte interna ed una esterna:
La parte interna in presenza del cromosoma Y e del genere SRY va a formare i testicoli (non
è detto che tutti i bambini nascano con i testicoli esterni, possono scendere anche dopo la
quarta settimana, se non scendono si parla di criptorchidismo). è importante ricordare
come di default l’organismo si sviluppa femminile ed il pene è un clitoride più sviluppato.
Affinchè un feto si sviluppi maschile serve il SRY.
La parte esterna se sono presenti due cromosomi X va a formare le ovaie, si formano dalla
12esima settimana al 6sto mese.
- SESSO GENITALE (o fenotipico cioè che si vede): si divide in apparato genitale interno
ed esterno.
Nell’embrione maschile dalla 7ma settimana di gestazione le cellule di Sertoli iniziano a
produrre il fattore antimulleriano, che provoca la regressione dei dotti di Muller. Dall’8va
settimana le cellule di Leydig producono testosterone che porta allo sviluppo dei dotti di
Wolff da cui deriva l’apparato genitale interno maschile, comprendente epididimo, vasi
deferenti, vescichette seminali e dotti eiaculatori.
L’apparato esterno viene invece formato dal testosterone che viene trasformato in
diidrotestosterone che da fi che dal tubercolo genitale derivi il pene, dalle pieghe uretrali
l’uretra e dalle pliche labioscrotali lo scroto.
Nella femmina i dotti di Wolff regrediscono, dai dotti di Muller deriva l’apparato genitale
interno femminile, comprendente utero, tube e due terzi interni della vagina. Per quello
esterno, dal seno urogenitale origina il terzo esterno della vagina, dal tubercolo genitale il
clitoride, dalle pieghe uretrali l’uretra e le piccole labbra e dalle pliche labioscrotali le grandi.
- SESSO ENCEFALICO: si sviluppa dal quarto quinto mese di vita fetale. Le strutture
encefaliche sono originariamente femminili, si mascolizzano per azione del testosterone.
Esso fa si che la secrezione delle gonadotropine ipofisarie sia solo fasica (cioè costante) e
non ciclica (provocando il ciclo mestruale).
- SESSO PSICHICO: comprende: l’identità di genere, cioè la percezione di se stessi e del
proprio comportamento; il ruolo di genere, cioè le azioni e le affermazioni che indicano agli
altri il proprio grado di mascolinità o femminilità, include l’eccitazione e la risposta sessuale;
la meta sessuale, cioè il genere del partner da cui si è attratti.
2. LA SESSUALITà
Il termine si riferisce agli aspetti psicologici, sessuali e culturali.
L’identità sessuale è un costrutto multifattoriale che integra fattori biologici, psicologici e
culturali. Non è sinonimo di identità di genere ma la comprende al suo interno: è influenzata
dall’esperienza che fa il soggetto in base al genere ma include anche il modo in cui la
persona vive il piacere, il desiderio, il sentimento ecc. Tutte le relazioni con gli altri si
impostano in base al genere che ci è stato attribuito alla nascita. L’identità sessuale è
evolutiva, il suo sviluppo procede per tappe. Lo sviluppo dell’identità sessuale è anche
influenzato dalla percezione del proprio corpo. Il sè corporeo non è costituito dalla realtà
oggettiva del corpo di un individuo. Il rapporto con il proprio coro è determinato dalla qualità
dei primi contatti fisici con i genitori. L’immagine corporea è influenzata dai significati sociali
costruiti intorno ad essa dalla cultura: i media.
L’identità di genere è il genere che una persona sente come proprio, indipendentemente da
suo sesso. I disturbi dell’identità riguardano proprio il sentirsi di un genere diverso. Con il
termine sesso si intende all’appartenenza ad una categoria anatomica e biologica, con il
termine genere le categorie maschile/femminile vengono considerate sul piano
dell’esperienza psicologica, culturale e politica. Il dismorfismo biologico non produce
naturalmente ruoli sociali differenti!! essi sono prodotto della cultura. Money e Tucker
precisano che gli imperativi biologici fissati per tutti gli uomini e per tutte le donne si riducono
a quattro: solo un uomo può fecondare, solo una donna può avere mestruazioni, gravidanze
ed allattare. L’identità di genere può essere: maschile, femminile, intersessuale,
transessuale o transgender.
Identità di genere ed identità sessuale dunque si condizionano fin dall’origine ma restano
sempre due entità ben distinte.
Se l’identità di genere è l’esperienza intima che una persona fa in relazione al proprio
genere di appartenenza, il ruolo di genere ne è l’espressione comportamentale. Il ruolo è
costituito dall’insieme degli atteggiamenti e comportamenti che si attribuiscono al genere a
cui si appartiene. Comprende il modo in cui ci si veste, si parla, si esprimono emozioni. Si
situa lungo un continuum che va dall’estrema femminilità all’estrema mascolinità.
L’orientamento sessuale riguarda la meta verso cui si è attratti, si situa lungo un continuum
che va da completa eterosessualità a completa omosessualità, nel mezzo vi è la
bisessualità, deve trovare spazio anche l’asessualità. Si sta parlando di genere cui una
persona sente di appartenere.
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CAPITOLO 2 - ANATOMIA GENITALE
Anatomia: descrizione di come è fatto un organo.
Fisiologia: descrizione di come funziona un organo.
Patologia:(sentire/soffrire) funzionamento in presenza di malattia.
1. I GENITALI MASCHILI
Quelli esterni sono pene, diviso in corpo e glande, ricoperto dal prepuzio e scroto, che
racchiude i testicoli.
Il pene è formato da 3 corpi cavernosi costituiti da tessuto morbido e spugnoso che
durante l’eccitazione vengono irrorati di sangue e si gonfiano. Due sono in posizione
superiore e si riuniscono a canna di fucile, il terzo, il corpo spugnoso va a formare la
propria estremità del glande. Il glande è la zona che fa sentire maggior piacere e maggior
dolore. Tutto intorno alla zona del glande c’è la corona, fra il corpo e il glande c’è il frenulo,
piega longitudinale della pelle. La pelle che copre il glande si chiama prepuzio, è ritrattile.
All’interno del corpo spugnoso passa la parte finale dell’uretra che termina con l’apertura
esterna chiamata meato uretrale, da cui fuoriescono sperma e urina. I corpi cavernosi sono
avvolti da un tessuto connettivo fibroso chiamato tunica albuginea. Alla base del pene si
trovano i muscoli bulbospongioso e ischiocavernoso i quali si contraggono durante
l’orgasmo.
_ Le dimensioni del pene sono importanti per la soddisfazione sessuale?_
è solo una questione estetica. Dal punto di vista clinico non c’è una relazione sistematica tra
la misura del pene a riposo e quella in erezione. La lunghezza del pene è ininfluente per
quanto riguarda la soddisfazione sessuale, anzi un pene troppo lungo potrebbe portare a
rapporti dolorosi, poichè durante i movimenti coitali potrebbe andare ad urtare il collo
dell’utero. (Coito: inserimento del pene in vagina e successivi movimenti che portano
all’orgasmo.) Quello che eventualmente potrebbe influire è la grossezza in senso di
diametro.
L’uretra è avvolta da fibre specializzate che impediscono la sua occlusione durante
l’erezione per permettere il passaggio dello sperma. La pressione all’interno del corpo
spugnoso è inferiore a quella che c’è all’interno dei due corpi cavernosi superiori che sono
piantati nelle ossa pelviche. Salendo verso l’alto si trova la prostata sotto la vescica.
L’uretra attraversa sia la prostata che il pene. Dalla pubertà la prostata secerne un liquido
che contribuisce a formare il liquido seminale.
Il liquido seminale è formato per 1% da spermatozoi, per il 39% dal liquido secreto dalla
prostata e per il 60% da fruttosio, prodotto dalle vescichette seminali che nutre gli
spermatozoi. Con l’età la prostata si allunga e può andare a causare problemi. Se asportata
non causa problemi alla funzione sessuale ma può portare problemi all’eiaculazione,
assente o retrograda, nella quale il liquido viene secreto all’interno del corpo e poi assorbito.
Tra la prostata e la parte dell’uretra che passa all’interno del corpo spugnoso del pene ci
sono le ghiandole del Cowper, le quali durante l’eccitazione secernono una sostanza
alcalina (goccette pre sperma) che contrasta l’ambiente acido dell’uretra potenzialmente
dannoso per gli spermatozoi. Nelle gocce è presente comunque qualche spermatozoo.
La fimosi consiste nell’impossibilità di separazione del prepuzio dal glande, a causa di un
orifizio prepuziale troppo stretto. Affinchè avvenga la separazione sono necessari gli
androgeni e il testosterone prodotti dalla nascita in poi. Ciò che aiuta la separazione è lo
smegma, cioè una sostanza che si forma tra il prepuzio e la pelle del pene, formata da
residui dell’epitelio, secrezioni sebacee e urina. Le manovre di spinta spesso suggerite alle
mamme possono risultare dolorose e portare alla parafimosi, cioè il prepuzio che non
riesce più ad essere riportato nella posizione di copertura del glande e tende a strangolare il
pene.
I testicoli sono avvolti dallo scroto, una sacca muscolare morbida dalle pareti sottili divisa in
due compartimenti. I testicoli producono gli spermatozoi e gli ormoni steroidei. I maschi
iniziano a produrre testosterone nelle prime settimane di vita fetale, in pubertà iniziano ad
essere prodotti anche gli spermatozoi. I testicoli sono lunghi circa 3,5 cm, larghi 2,5 cm,
trasversalmente 3 cm e pesano circa 30 g l’uno. Il sinistro è di solito più grande e più
abbassato. Sono formati da tubuli seminiferi al cui interno si trovano le cellule di Sertoli che
producono spermatozoi. Oltre ai tubuli ci sono le cellule di Leydig che producono il
testosterone. Gli spermatozoi passano dai tubuli seminiferi ai condotti efferenti e quindi
all’epididimo, tubo a spirale che funge da camera magazzino e maturazione per gli
spermatozoi. Per la loro maturazione gli spermatozoi impiegano 70 gg, mentre il percorso
nell’epididimo dura alcune settimane.
I muscoli che avvolgono i testicoli sono di due tipi: dartos che servono a corrugare la parete
dello scroto, che può essere liscia quando pendono in giù, o corrugata quando stanno più
vicino al perineo, e il muscolo cremastere che solleva il testicolo in risposta ad uno stimolo
somatico. Questi muscoli hanno una funzione termoregolatrice, gli spermatozoi infatti
devono restare ad una temperatura di 2-3°C in meno a quella corporea.
2. I GENITALI FEMMINILI
La parte esterna è chiamata vulva e comprende grandi e piccole labbra, clitoride, vestibolo
e monte pubico.
Il monte pubico (monte di Venere), è l’area arrotondata e adiposa-grassa che ricopre la
sinfisi pubica (dalle ossa delle anche fino alla parte bassa del bacino) è morbido e ricoperto
di peli. Dietro al monte pubico ci sono due pieghe di pelle: grandi labbra, che variano in
forma e dimensione da donna a donna e costituiscono l’analogo dello scroto. All’interno ci
sono le piccole labbra, due strette pieghe di pelle glabra che racchiudono il vestibolo,
struttura a forma di mandorla che contiene sia il meato uretrale sia l’ostio vaginale. Nella
parte posteriore delle piccole labbra ci sono le ghiandole del Bartolini che sono l’omologo
delle ghiandole bulbouretrali che durante l’eccitazione secernono una sostanza lubrificante.
Nella parte anteriore del vestibolo e delle piccole labbra c’è il clitoride, piccola massa di
tessuto erettile. Le piccole labbra anteriormente si dividono in due parti: la parte interna di
fonde e va a creare il frenulo del clitoride, mentre le due parti esterne si congiungono in una
specie di cappuccio di pelle che forma il prepuzio del clitoride. Posteriormente si uniscono a
formare la forchetta. Nella parte profonda del clitoride ci sono i due corpi cavernosi e il
corpo spugnoso come per il pene. Il clitoride ha un’unica funzione: quella di provare piacere.
Il provare piacere è comunque una funzione fisiologica.
Passando agli organi interni, l’apertura esterna della vagina è coperta dall’imene. La sua
funzione è di proteggere la bambina dalle infezioni fino alla pubertà quando si avrà inizio la
produzione di ormoni, progesterone ed estrogeno, che vanno poi a svolgere la funzione
protettiva. L’imene ha forma e dimensione diversa da donna a donna: alcune nascono prive,
altre hanno l’imene compiacente cioè che non si rompe anche se penetrato, altri sono
anomali tipo quello con setto ha in mezzo una membrana che può causare dolore, quello
cribroso è fatto di tanti buchini rendendo difficile la penetrazione. Solo il parto lo lacera
sicuramente.
La vagina è un canale dalle pareti sottili situato tra vescica e retto, che si estende dal collo
uterino fino all’esterno. è lungo di solito tra i 7 e i 13 cm, detto canale virtuale perchè a
riposo le pareti aderiscono che sembra non ci sia. La vagina non contiene ghiandole ma
durante lo stato di eccitazione produce un essudato (= che passa attraverso le pareti)
lubrificante. Viene lubrificata anche dal muco cervicale, prodotto dalla cervice dell’utero, e
all’esterno dal secreto delle ghiandole del Bartolini. Le cellule epiteliali vaginali rilasciano una
grande quantità di glicogeno, metabolizzato in maniera anaerobica in acido lattico dalla flora
vaginale residente.
Questo crea un ambiente acido, contro i microrganismi patogeni e lo sperma. La vagina ha
forma inclinata posteriormente. Si divide in due terzi interni più morbidi e larghi, e un terzo
esterno più stretto e circondato, rivestito e sostenuto da muscoli, tra i più importanti
l’elevator ani, che contraendosi provoca il vaginismo ossia la contrazione involontaria che
impedisce la penetrazione. (per controllare la contrazione è usato il biofeedback). Il punto G
sarebbe collocato nel terzo esterno. I due terzi interni sono privi di recettori sensoriali nervosi
a differenza del terzo esterno. Il motivo è perchè nell’ultimo periodo di gravidanza qui poggia
la testa del bambino e farebbe troppo male altrimenti.
L’utero è lungo circa 7 cm e largo 5. é formato da corpo, fondo dove poi si inseriscono le
tube di falloppio e dal collo che si chiama anche cervice. L’apertura dell’utero nella vagina
si chiama ostio cervicale e secerne un muco che cambia consistenza e composizione
durante il ciclo mestruale e contribuisce alla lubrificazione. Le parti della vagina che
circondano l’utero sono le fornici. L’utero è tenuto in posizione da una serie di legamenti:
legamento largo, rotondo, e anteriore - posteriore. La posizione normale è anteversa.
Gli organi riproduttivi femminili sono le ovaie e le tube di Falloppio, lunghe circa 10 cm e
larghe 1-2 mm. Le ovaie si trovano a destra e a sinistra dell’utero sotto le tube, sono tenute
in sito da legamenti ovarici. Le donne nascono con 200000 ovuli per ovaia. Nel corso della
vita maturano da 300 a 500 ovuli circa.
_ Dove avviene la fecondazione?_
Avviene nelle tube. Se non sono aperte non può avvenire. L’isterosalpingografia è l’esame
che consente di vedere se le tube sono chiuse o aperte. Se chiuse si può ricorrere alla
fecondazione medicalmente assistita. Gravidanza ectopica: l’ovulo viene fecondato nella
tuba ma poi questa si chiude e rimane li, molto pericolosa per la vita della donna.
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CAPITOLO 3 - IL CICLO DI RISPOSTA SESSUALE
Modello della Kaplan: rivede il ciclo di risposta di Masters e Johnson e lo riduce a due fasi,
sostenendo la natura bifasica della risposta sessuale: eccitazione e orgasmo. La
risoluzione non farebbe parte della risposta, non essendoci alcuna risposta, e la fase di
eccitazione e di plateau vengono accorpate perchè non differiscono dal punto di vista
qualitativo.
Eccitazione e orgasmo sono due meccanismi distinti, uno regolato dal sistema
parasimpatico e l’orgasmo dal simpatico. Kaplan aggiunge poi la fase del desiderio.
Della Kaplan è importante la curva ipotetica dei vari orgasmi femminili, basata
sull’esperienza clinica e non dati rappresentativi: 1. assenza di orgasmo; 2. orgasmo
clitorideo (orgasmo solo con stimolazione clitoride); 3. orgasmo coitale (orgasmo anche
senza stimolazione clitoridea); 4. orgasmo con fantasie (senza stimolazione alcuna).
L’orgasmo nell’uomo
Avviene in due fasi: emissione ed espulsione. Nella fase di emissione lo sperma si
raccoglie nel bulbo uretrale e riceve l’apporto delle vescichette e della prostata. In questa
fase si avverte l’inevitabilità dell’eiaculazione. Nella fase di espulsione si contraggono i
muscoli perineali e bulbocavernosi per 3-10 volte. L’eiaculato viene espulso grazie alle
contrazioni dell’uretra, i primi getti possono arrivare anche a 60 cm di distanza.
La risoluzione avviene in due stadi: il primo rapidissimo in cui c’è la perdita dell’erezione,
nel secondo stadio pene, scroto e testicoli tornano alla loro dimensione di riposo.
La risposta sessuale femminile
Nella fase di riposo la vagina è un canale virtuale.
Nella fase di eccitazione c’è un afflusso di sangue che provoca diverse modificazioni.
In fase di plateau si forma la piattaforma orgasmica che è costituita dai tessuti
circumvagiali dilatati e dal terzo esterno della vagina e rappresenta un elemento di sostegno
per la penetrazione. Le pareti si distanziano ed essudano una sostanza lubrificante, il
clitoride è ruotato e poco prima dell’orgasmo si ritrae.
Nelle donne nullipare (non hanno mai avuto un parto vagiale) le grandi labbra si aprono
causando la fuoriuscita delle piccole e l’apertura dell’ostio vaginale; nelle pluripare si verifica
solo la distensione delle grandi labbra. Durante la fase di plateau nelle piccole labbra c’è un
cambiamento di colore proporzionale al numero di parti avuti dalla donna. Nullipare dal rosa
al rosso vivo, nelle nullipare dal rosso vivo al rosso vino. Questo cambiamento di colore
prende il nome di cute sessuale e si verifica sempre prima di ogni orgasmo.
_ Perchè per la donna a differenza dell’uomo, l’orgasmo non è sempre necessario per
sentirsi pienamente soddisfatta?_
Perchè per la riproduzione in natura è necessario che l’uomo eiaculi, mentre la donna non è
necessario che provi l’orgasmo.
Teorie relative al ruolo dell’orgasmo:
- teoria evoluzionistica: per la riproduzione per la donna è necessaria l’eccitazione, poichè si
forma una fossa che serve a contenere il deposito seminale. Il collo dell’utero è aperto e gli
spermatozoi possono iniziare la risalita.
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L’attività sessuale comporta inoltre il rilascio di alcune sostanza che facilitano l’attività: le
endorfine ad esempio che ci fanno sentire meno il dolore. Durante il rapporto si ha la
liberazione di ossitocina (l’ormone che innesca il travaglio di parto), durante il rapporto
favorisce l’attaccamento tra i due partner. Viene secreta nella fase di desiderio, in risposta a
stimoli tattili o all’attrazione fisica. Nell’uomo si ha la produzione di vasopressina, che
stimola il legame e fa aumentare l’aggressività nei confronti di altri maschi pretendenti.
L’autostimolazione dei genitali inizia a 6 mesi, cioè quando la mielinizzazione consenta alla
mano di raggiungere i genitali. Prima dei 6 mesi erano le balie che un tempo provocavano
orgasmi per far addormentare i bambini, Le prime erezioni si hanno già nella pancia della
mamma, per le femmine invece non è stato ancora possibile misurare le risposte sessuali. In
tutto questo l’erotizzazione arriva solo dopo la pubertà per questo si parla di
autostimolazione e non masturbazione, che comporta la valenza erotica dell’atto.
Per le donne è normale non masturbarsi. il 33% non lo ha mai fatto, altro 33% solo dopo il
primo rapporto coitale, altro 33% inizia in adolescenza. C’è una ragione evoluzionistica che
ha portato le bambine ad inibirle quando provano a toccarsi: c’è il rischio che si infilino
qualcosa in vagina che porta a infezioni e problematiche poi successive per gravidanza e
parto. I maschi invece devono per forza toccare il pene per igiene e per urinare.
Con l’adolescenza si iniziano ad affrontare problematiche legate alla dimensione
dell’identità sessuale e alla sfera emotiva/affettiva. L’attività autoerotica mi da il senso della
mia identità e l’attività sessuale con l’altro mi da la consapevolezza che io sono diverso
dall’altro, incomincio a conoscerlo, ad essere seduttiva, a conquistare.
In questa fase della vita il compito evolutivo primario consiste nella mentalizzazione e nella
costruzione di un’identità corporea sessuata e capace di dare la vita. La costruzione di tale
identità è influenzata dalla sfera biologica ma anche culturale. Le trasformazioni corporee
richiedono una grande elaborazione psichica, che se non viene compiuta con successo c’è il
rischio di un crollo evolutivo (break down), ovvero di un arresto del processo di integrazione
dell’immagine del corpo fisicamente maturo nella rappresentazione che l’adolescente ha di
se stesso.
Il massimo vigore sessuale nelle donne è verso i 30-40, per gli uomini 18-20 anni. Per
vigore sessuale si intende la potenzialità non l’agito. A 18 anni il livello di testosterone è più
alto e aumenta il desiderio. Per le donne è diverso, si gioca sull’esperienza, un calo
dell’inibizione, si inizia a sperimentare l’orgasmo in tutte le sue forme.
Menopausa: cessazione definitiva delle mestruazioni. Il climaterio è il periodo che precede
e segue la menopausa (6 anni prima e 6 anni dopo). L’intervallo di normalità è tra i 45 e 53
anni. I fattori che influenzano la menopausa sono: razza, il peso, abitudini di vita, fattori
ereditari.
Con l’età nelle donne c’è un’involuzione delle pareti vaginali che si assottigliano e si irritano
più facilmente. C’è meno lubrificazione perchè estrogeno e progesterone sono minori. Le
grandi labbra diventano meno elastiche quindi non si allargano più come prima.
Negli uomini vi è un graduale declino della funzione sessuale dai 18 in poi. Dai 50 anni
diminuisce la produzione di testosterone, con declino della spermatogenesi. Minor
testosterone porta ad un abbassamento e distanziamento dello scroto. L’efficienza sessuale
rimane fino a 75 anni.
Negli uomini con l’età il desiderio si attenua, diventa meno ossessivo, meno urgente e più
selettivo. Si privilegiano relazioni intime. Nelle donne il desiderio non cambia ma risente
maggiormente degli eventi negativi. In entrambi l’immaginario erotico diventa più ricco.
L’eccitazione negli uomini anziani necessita di più tempo e lavoro. Il piacere sessuale dai 40
anni in poi diventa più intenso. Nelle donne diminuisce l’inturgidimento delle mammelle e
l’allargamento e allungamento della vagina.
L’orgasmo→ negli uomini le due fasi emissione ed espulsione si fondono. Le contrazioni tipiche
dell’orgasmo diminuiscono per entrambi.
La risoluzione→ la latenza eiaculatoria aumenta.
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CAPITOLO 7 - I MODELLI EVOLUZIONISTICI
La Basson propone un nuovo modello di risposta sessuale femminile nel 2000. Fino ad
allora era prevalso il modello secondo cui la donna rispondesse come l’uomo. In realtà
Master e Johnson non si aspettavano di scoprire che la donna rispondesse come l’uomo,
anzi che la donna fosse totalmente passiva. La donna doveva essere passiva e ricevere e
l’uomo attivo e dare. Master & J hanno invece scoperto che la vagina è un organo stra
attivo, che si adatta alle dimensioni del pene, che cambia le proprie dimensioni, che secerne
un liquido lubrificante, con muscoli volontari ed involontari. I loro studi portarono ad un
cambiamento significativo nel modo di considerare la sessualità femminile, ma non si era
ancora pronti a pensare ad una risposta sessuale diversa da quella maschile.
Secondo la Basson le donne possono rispondere come gli uomini in rapporti occasionali o
all’inizio di un rapporto, ma quando diventa di lunga durata prevalgono altre componenti oltre
la passione. Essa si è basata su presupposti di tipo evoluzionistico.
Durante l’innamoramento predomina la fase di eccitamento, dovuto alla produzione di
dopamina, noradrenalina ma soprattutto feniletilamina (PEA). La Basson pone una durata
minima di 6 mesi, la cosiddetta luna di miele. Nella fase successiva, l’amore, viene prodotta
l’endorfina che aiuta nella creazione di un legame stabile.
L’uomo si eccita principalmente in risposta a stimoli visivi e tattili. L’erezione risulta
involontaria e mediata da un sistema nervoso involontario. Da diversi studi è emerso che
anche le donne si eccitano a stimoli visivi ma risultano più restie nel dirlo per ragioni
culturali.
La Basson basa le sue considerazioni su alcuni fatti: *
-La sessualità femminile è influenzata dal testosterone in misura minore rispetto agli uomini.
- la disponibilità della donna a intraprendere un’esperienza sessuale dipende da guadagni o
ricompense non strettamente sessuali: per la donna il desiderio dipende dal contesto, per
l’uomo è un impulso. Un meccanismo normale di eccitazione femminile è avere attenzioni
durante la giornata.
- l’eccitazione sessuale femminile è per lo più mentale, mentre per l’uomo può essere anche
riflessa.
- non sempre le donne raggiungono l’orgasmo e quando lo provano ogni volta è diversa.
Il modello:
parte dal fatto che di base la donna (in una relazione stabile da 6 mesi) sarebbe neutra
rispetto la sessualità (uomo ha impulso di fecondare più donne possibili); la possibilità di
ottenere guadagni non sessuali la porterebbe a fare la scelta deliberata di stimolazione
sessuale. Quando la fa, si eccita ed entra in gioco il desiderio. A questo punto c’è la
consapevolezza del desiderio di continuare l’attività sessuale proprio per motivazioni
sessuali e cioè per piacere. Ci sono poi effetti secondari: aumento vicinanza emotiva,
legame affettivo, amore, impegno, affetto, accettazione, tolleranza. Questi effetti secondari
fanno da innesco (spin offs) alla scelta deliberata di sperimentare la stimolazione sessuale
e nel contempo vengono rinforzati alla fine del ciclo.
Questo modello migliora la comprensione della psicofisiologia sessuale femminile (perchè
ad esempio non sempre prova l’orgasmo, non sempre si ecciti ecc) e rappresenta in modo
più accurato la risposta sessuale di donne che hanno una relazione duratura, mette in
evidenza come in passato non siano stati presi in considerazione la soddisfazione
sessuale.
_ Come si eccita una donna?_
in risposta ad un impulso istintivo, a uno stimolo erotico, a un bisogno biologico, ma quando
è in una relazione stabile si eccita se percepisce il partner affidabile, dolce, premuroso,
fidato.
La donna ha bisogno di attenzioni perchè sono fatti concreti.
Sono stati effettuati studi empirici per sostenere il modello della Basson ed è emerso che le
donne si eccitano se percepiscono che nel rapporto di coppia ci sono amore, impegno,
fiducia, intimità e se sono soddisfatte dalla relazione. Gli uomini nessuno dei fattori sembra
rilevante per quanto concerne l’eccitazione ma lo diventano se si parla di prendere
l’iniziativa, di frequenza dell’attività sessuale e dell’orgasmo.
Uno dei vantaggi dell’uso di teorie evoluzionistiche è che si toglie il senso di colpa ad
entrambi: gli uomini si eccitano per determinati motivi, le donne per altri motivi adattivi.
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CAPITOLO 9 - IL MODELLO DEL DUPLICE CONTROLLO
Alcuni studiosi del Kinsey Institute hanno sviluppato un modello teorico per migliorare la
comprensione della risposta e del comportamento sessuale dei maschi. Kinsey fu il primo
studioso ad effettuare degli studi sociodemografici sul comportamento sessuale.
Il modello del duplice controllo postula che alla base della risposta sessuale ci siano due
meccanismi di controllo: il sistema di eccitazione e il sistema di inibizione. Prima di
questo non si è mai parlato di inibizione, anzi si pensava ci fosse solo una dimensione:
l’eccitazione. Per spiegare meglio il concetto gli studiosi riportarono una frase: L’amore è un
conflitto tra un riflesso e una riflessione. Riflesso automatico istintivo eccitatorio, e il riflettere
se ci conviene o no. Questo modello è un esempio di un modello di tipo strato-tratto poichè
prende in considerazione sia il tratto soggettivo di personalità, sia lo stato ovvero la
condizione transitoria associata al contesto e allo stimolo. I processi inibitori ed eccitatori a
livello di tratto sono ortogonali cioè indipendenti, a livello di stato possono invece influenzarsi
vicendevolmente.
BANCROFT e JANSSEN sono i primi ad essersi concentrati sullo studio delle differenze
interindividuali. In generale il controllo della risposta sessuale da parte del sistema nervoso
centrale avviene in diversi modi:
- a livello inferiore, molecolare, la risposta sessuale è controllata da processi neurofisiologici
multipli di inibizione ed eccitazione.
- a livello superiore, molare, la risposta sessuale dipende dall’equilibrio tra il sistema centrale
di eccitazione e quello di inibizione.
Questi due sistemi sono importanti, uno per l’attivazione e l’altro per l’annullamento della
risposta. Si attivano nello stesso momento e agiscono in modo indipendente. Sono
meccanismi che si regolano in maniera omeostatica.
Questo modello segna il passaggio da una concezione unidimensionale a una
concezione bidimensionale della risposta sessuale, in cui il ruolo del sistema inibitorio
ha la medesima importanza di quello eccitatorio. L’inibizione non è più considerata come
mancanza di eccitazione ma come un meccanismo in sè che può determinare sia
l’attivazione che la non attivazione della risposta sessuale. Questo significa che un certo
grado di inibizione ci deve essere per l’attivazione sessuale.
Il modello:
il modello prevede che si avrà una risposta sessuale in presenza di uno stimolo sessuale e
che l’intensità di tale risposta dipenderà dal bilanciamento tra i sistemi di inibizione (SIS) ed
eccitazione sessuale (SES). Ci sarebbe un livello base di inibizione denominato tono
inibitorio, che varia da individuo a individuo costituendo un tratto. L’intensità di attivazione
del SIS o SES in risposta ad uno stimolo dipenderà dal tono di base: chi ha un tono base
alto aumenterà maggiormente la propria inibizione/eccitazione.
La GRAHAM partendo dai presupposti del modello della Benson voleva verificare se il
modello del duplice controllo, sviluppato per gli uomini, valesse anche per le donne.
Per fare ciò ha previsto interviste di gruppo con donne per ricostruire il modello. Nello studio
le donne hanno descritto la loro eccitazione come fortemente influenzata dallo stato fisico ed
emotivo, da variabili relative al partner (personalità e attrazione), variabili relative al rapporto
(sentirsi sicure, sentirsi desiderate), vari aspetti nell’interazione sessuale (luogo, tempo,
abilità, entusiasmo) e anche da aspetti mediati culturalmente. Come fattori inibitori sono
emerse preoccupazioni, dell’essere usate, criticate, respinte dal partner. L’ansia di essere
sentite o viste può essere sia inibente che eccitante (come per gli uomini).
La normalità
Non esistono gusti “normali” dal punto di vista teorico, è semplice bisogno di categorizzazione del
nostro cervello. Ci sono cose che sono condivise culturalmente come anormali, ad esempio l’incesto,
ma di base per motivi evoluzionistici perchè non consente di mescolare i geni e aumenta il rischio di
patologie gravi (es. emofilia tra i nobili europei→ sangue blu proprio per questo difetto di
coagulazione).
La normalità si può definire in senso statistico, tra meno e più frequente.
Come clinici bisogna considerare però l’anormale non come qualcosa di poco frequente ma
qualcosa che fa stare male l’individuo e quelli che vivono con lui.
LA contraccezione
Due funzioni: impedire gravidanze, proteggere dalla trasmissione di malattie. (IVG
interruzione volontaria di gravidanza).
Dal punto di vista contraccettivo i metodi più efficaci sono quelli ormonali, a base di
estroprogestinici. Agiscono bloccando l’ovulazione e tutti i cambiamenti che avvengono
normalmente durante il ciclo mestruale (quindi l’endometrio non si ispessisce, il muco
secreto dalla cervice uterina sarà più denso e ostile agli spermatozoi). Si può prendere per
via orale (pillola), transdermica (cerotto) e transmucosa (anello vaginale).
Le uniche controindicazioni sono: problemi circolatori personali o familiari, storie di cefalea e
familiarità con tumore alla mammella.
Gli effetti collaterali sono pochi: l’unico che richiede l’immediata sospensione è il mal di
testa. altrimenti provoca ritenzione idrica.
La pillola protegge dal tumore all’utero, viene usate per regolarizzare il ciclo e curare l’ovaio
micopolicistico e per diminuire la desmenorrea (dolore eccessivo durante le mestruazioni).
Le donne che non possono assumere la pillola, possono prendere la mini pillola, contenente
un singolo progestinico, che non blocca l’ovulazione ma comunque porta a modificazioni. I
problemi dell’assunzione della pillola è la dimenticanza o comunque in caso di vomito.
L’anello va inserito in vagina all’inizio del ciclo mestruale e tolto tre settimane dopo, il cerotto
va messo il primo giorno di ciclo e cambiato una volta a settimana., entrambi prevedono una
settimana di stop.
Un altro metodo è la spirale che richiede l’inserimento da parte del ginecologo.
C’è un nuovo metodo che è l’inserimento sottocutaneo di un bastoncino che rilascia
progestinici.
Il metodo più efficace in assoluto e si ricorre solo in casi particolari è la sterilizzazione, sia
maschile (vasectomia) che femminile (sterilizzazione tubarica). è consigliata se ci sono
problemi gravi per la salute della donna che rendono sconsigliabile una gravidanza, quanto
ci sono noti problemi genetici o quando si ha una fobia verso un’ulteriore gravidanza.
Il problema è la nulla reversibilità. è sconsigliabile che avvenga subito dopo un parto perchè
lo scombussolamento ormonale può portare a fare pensieri che poi ci si pente.
Ci sono poi i metodi naturali che seguono l’andamento dell’ovulazione, sono quattro: ogino
knaus, si contano i giorni. metodo Billings, osservazione cambiamenti del muco; metodo
della temperatura basale; metodo sintotermico di Roetzger che combina i precedenti 3 e
utilizza anche l’autopalpazione del collo dell’utero.
I più efficaci restano sempre i goldoni.