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Negli anni 40 la societ psicanalitica britannica attravers un periodo di forti contrasti la cui origine viene solitamente fatta risalire

alla diversa posizione di Anna Freud e di Melanie Klein circa l analizzabilit dei bambini piccoli. Mentre la Freud pensava che fosse necessaria una sorta di preparazione dei bambini all analisi a motiv della loro tendenza a fare perno sui genitori, con conseguenti difficolt a orientare il loro transfert su una figura terza, per l appunto, l analista di parere opposto era la Klein, convinta che, in presenza di angoscia, fosse necessario prenderne atto e intervenire su di essa il pi rapidamente possibile. Questa disputa, fin troppo enfatizzate dagli storici, si intersecava con questioni relative all organizzazione istituzionale della societ stessa. Un problema era quello di chi dovesse essere autorizzato a formare i futuri analisti e i conseguenza chi dovesse indicare le linee guida. Si vennero a cercare due gruppi cui fu affidato il compito di curare il training degli studenti : il gruppo A, composto da analisti kleiniani e il gruppo b composto da analisti vicini alle idee di A. Freud. Ogni studente doveva poi avere due supervisori: il primo poteva essere tra quelli apparentemente a uno dei due gruppi, il secondo per evitare rischi di una formazione unilaterale, non doveva appartenere a nessuna delle due correnti, ma essere di <<mezzo>>. L intento era quello di consentire ad ogni candidato la possibilit di operare liberamente le proprie scelte, pur all interno del movimento psicanalitico. Nacque cos, all inizio per necessit pratiche e poi, via via, con caratteristiche di specificit teorica e clinica, il cosiddetto middle Group che successivamente si autodefin, con l aggettivo di indipendenti. Questo terzo gruppo (gruppo C) annoverava personalit come Winnicott e Balint. Va aggiunto che in virt della loro posizione di equilibrio, nel complesso libera da rivendicazioni di appartenenza, questi autori poterono raccogliere gli spunti pi interessanti della Klein e di A. Freud, d elaborare idee personali e creative, mossi comunque dal comune intento di cercare di evitare che il movimento psicanalitico si trasformasse in un circolo chiuso, una sorta di <<chiesa>> i cui membri guardassero a chi non ne faceva parte con atteggiamenti da eletti. Un aspetto poi, che in qualche misura li accomuna, l attenzione a volte fin troppo insistita, per la CENTRALITA DEL CONTESTO, sociale e affettivo, nel quale l individuo si trova a crescere, insistendo sulla concretezza, vale a dire sulla reale capacit dell ambiente di attivare comportamenti diversi, indipendentemente dal patrimonio innato del singolo e dal suo modo personale di elaborare l esperienza. In buona sostanza, per questi autori contano, certamente, le rappresentazioni che, a partire dal nostro mondo interno, ci costruiamo di quello, ma non meno importante sono gli effetti prodotti da quest ultimo sullo sviluppo della persona. WINNICOTT W. DONALD (Plymouth 1896 Londra 1971) Il 1932 p in Germania e in Austria gi un momento estremamente difficile, c l avvento del nazismo, viene chiusa la societ psicanalitica, bruciati i libri di Freud ( Freud reag scrivendo: che progressi stiamo facendo, nel medioevo avrebbero mandato l rogo anche me, oggi giorno ci accontentiamo di bruciare i miei libri). E l epoca che preclude alle deportazioni nei lager, non solo per gli ebrei me per tutte le categorie che erano considerate indegne di appartenere alla razza umana quali gli omosessuali, gli zingari. Freud molto anziano, ha 82 anni ed anche molto malato (sono 15 anni che ha un tumore alla mascella) e non ha alcuna intenzione di lasciare Vienna nonostante tutti i suoi amici e colleghi cerchino in tutti i modi di allontanarlo perch la situazione si sta facendo veramente rovente. Finch le SS prendono la figlia Anna che viene trattenuta in caserma per diversi giorni e quindi Freud finalmente decide che p il momento di espatriare. Per non fu facile, perch, nonostante Freud avesse ormai riconoscimenti internazionali, solo grazie all appoggio dell ambasciatore statunitense e all aiuto di una psicanalista, la principessa Marie Bonaparte, la famiglia di Freud riusc a lasciare Vienna e raggiungere Londra nel 1938. La permanenza di Freud per cos tanto tempo a Vienna alla fine fu un grande vantaggio per tutti gli psicanalisti suoi colleghi, che erano tutti ebrei, perch costitu un fattore protettivo in quanto Freud aveva grandi appoggi e considerazioni di ordine politico e diplomatico spingevano il governo del Reich a non toccare la figura di Freud e dei suoi colleghi, che comunque tra il 1930 e il 1940 emigrarono verso Londra. Effettivamente quelli che non riuscirono poi a

partire morirono e le sorelle di Freud, che erano molto anziane perirono ad Auschwitz. Freud dunque arriva nel 1938 a Londra, ricevuto da grandissimi onori dove c era gi Melanie Klein, anch essa ebrea fuggita prima da Budapest poi da Berlino. La Klein aveva fatto l analisi personale con Ferenczi e poi con Abraham, due figure di spicco nella cerchia dei primi psicanalisti e godeva di una grande stima di Ernest Jones che il biografo di Freud e costitu anche il collegamento con gli Stati Uniti grazie ai suoi frequenti viaggi in USA e i contatti da lui coltivati oltreoceano .E Jones cur la versione inglese delle opere di Freud che comunque pone dal punto di vista della traduzione diversi problemi e gli articoli di Winnicott sono la diretta conseguenza della traduzione di questa STANDARD EDITION, che appunto la traduzione in inglese dell opera freudiana e dove appunto si trova il termine ID al posto di ES, il termine EGO al posto di Io e al posto di pulsione si trover ISTINCT. Comunque in Winnicott le cose sono analizzate in maniera molto meno rigorosa rispetto alla prospettiva freudiana, quindi anche rispetto ai termini utilizzati bisogna stare particolarmente attenti. Comunque Londra diventa la calamit, l attrattore di tutti gli psicoanalisti in fuga dalla follia nazista e diventa dopo Vienna, la seconda capitale dell inconscio. A Londra dunque Freud fu accolto cn grandi onori, come pure sua figlia Anna,anche lei psicoanalista, mentre si andava costituendo la Societ psicoanalitica Londinese, che poi diventer la BRITISH PSYCHO-ANALITICAL SOCIETY: si vengono cos a trovare a Londra queste due grandi figure psicanaliste che sono da un lato appunto Anna Freud e dall altro Melanie Kleine, con posizioni per abbastanza differenti. Qui c tutto ovviamente anche il problema dell eredit Freudiana, q ei si scontrarono queste due figure titaniche con posizioni molto contrastanti dal punto di vista teorico e metodologico , che portarono a quelle che sono rimaste nella storia come le discussioni controverse per cercare di redimere i contrasti tra le due posizioni, dietro le quali, ovviamente, c erano due scuole. E naturalmente tutto questo si ripercuoteva anche sulla formazione degli analisti, che era stato un problema per Freud da sempre. E che si ripresenta in maniera ancora pi drammatica di fronte a questa scissione (Chi ha il diritto di formare i nuovi analisti) argomento piuttosto complicato tanto vero che nella I generazione di analisti si analizzavano a vicenda e solo dopo ci si inizier a porre il problema delle regole per seguire in training psicoanalitico, fatto dell analisi personale, dei seminari e della supervisione. Le discussioni controverse avevano l obiettivo di cercare di smussare le posizioni opposte e venire a capo di questa scissione che poteva avere degli esiti laceranti per la psicanalisi. Tra gli aspetti pi eclatanti della controversia va detto che Anna Freud si occup da subito di bambini e la psicoanalisi infantile nasce proprio in questa seconda generazione di analisti, essendo l analisi dei bambini un po un continente nero lascito aperto da Freud p comunque lavorato da Freud attraverso la sola ricostruzione analitica (cio tutto quello che ha detto sull infanzia e sulle fasi precoci lo ha ricostruito dai fenomeni patologici, cio dall eccesso dei fenomeni patologici alle caratteristiche della normalit. Con questa seconda generazione si apre la volont e la possibilit di lavorare con bambini sempre pi piccoli e si pongono naturalmente problemi di metodo, cio trasporre il metodo di analisi col paziente adulto a bambini molto piccoli e in questo c erano molti elementi di discordia tra Anna Freud e Melanie Klein, entrambe psicanaliste infantili. Anna Freud, negli anni di Londra, metter in piedi le War Nurseries, cio questi asili dove venivano accolti bambini organi di guerra o con madre o padre che erano stati sfollati o in guerra e quindi potenzialmente orfani. Secondo Anna Freud era impossibile trasporre il metodo analitico che si basava nelle associazioni libere in un et in cui il linguaggio o non era stato ancora acquisito o non c era comunque padronanza del linguaggio e quindi non era possibile sottoporre ll analisi i bambini prima dell et scolare. Melanie Klein, che un pionere della psicanalisi infantile e anche una donna di grande personalit, inventa invece una tecnica di analisi in bambini molto piccoli, sostenendo che in queste fasce di et alle associazioni libere corrispondeva il gioco. Ha inventato la tecnica del gioco come strumento di analisi di bambini molto piccoli (anche prima dei tre anni) Altro elemento di controversia la questione del TRANSFERT: secondo Anna Freud un altro dei motivi per cui non era possibile avere una analisi con bambini molto piccoli era che la presenza dei genitori era ancora troppo determinante perch si potesse

strutturare un transfert con l analista. Melanie Klein pensa invece di poter gestire le problematiche relative al transfert attraverso le interpretazioni, anche laddove le figure genitoriali sono comunque molto presenti. Comunque queste due scuole psicoanalitiche si vanno differenziando sempre di pi e dall insegnamento di Anna Freud parit la cosiddetta Scuola della psicologia psicoanalitica dell Io , che avr molto successo in America e che prediliger sempre di pi gli aspetti REALI della relazione madre-bambino, anche attraverso il lavoro dell osservazione sistematica dei bambini, affermandosi quindi l Osservazione come altro strumento accanto all analisi degli adulti, che permette appunto di illuminare questo continente nero che il preedipo. Quindi da un lato (e lo si vedr in Winnicott) il processo conoscitivo avviene attraverso un metodo ricostruttivo( cio dal paziente adulto, dalle sue problematiche e dalle sue regressioni si cerca di comprendere ci che accaduto nella primissima infanzia, dall altro il materiale conoscitivo proviene dall osservazione diretta del bambino, del neonato, dell infans e soprattutto della relazione madrebambino. Questo proprio quello che far Winnicott. Nel frattempo le due posizioni, quella di Anna Freud e di Klein, si scotomizzano moltissimo e quindi A Freud predilige sempre pi l aspetto della relazione reale della diade madre-bambino, mentre M Klein si sposter sempre di pi sulla focalizzazione esclusivamente intrapsichica, quindi in questo senso pi freudiano, e da l poi nascer la Scuola delle Relazioni oggettuali, che per vanno intese come relazioni oggettuali interne, appartenenti al mondo interno dell infante e non la relazione reale. Furono istituzionalizzati due percorsi formativi , ma naturalmente c era necessit di mantenere una sorta di Supervisore indipendente, che non doveva appartenere ne all uno ne all altra scuola ed cos che nasce il Gruppo di mezzo, il middle group o gruppo degli indipendenti dove troviamo Winnicott e anche Balint. In questi anni (anni 40) si afferma nella psicoanalisi questo interesse sempre maggiore per l applicazione della psicoanalisi in istituzioni diverse da quelle strettamente psicoanalitiche e in questo gruppo degli indipendenti vi sono personaggi che provengono da ambiti differenti e si formano come psicoanalisti per sulla base di una professione pre-esistente (Winnicott era pediatra, balint era un medico generico) e questa loro formazione pre-esistente ebbe un rilievo nel taglio che diedero alla ricerca psicoanalitica e alla psicoanalisi come sostegno. Si afferm quindi l esigenza di allargare la psicoanalisi non soltanto a utilizzarla come strumento di sostegno per una patologia individuale, ma utilizzarla a supporto delle istituzioni e quindi delle scuole, degli stessi medici. Vedi ad esempio i gruppi Balint che erano gruppo di sostegno ai medici generici che lavoravano attraverso la lettura e la discussione dei protocolli scritti dai medici sui loro casi, ecc) scopo del lavoro di gruppo quello di aiutare il medico nella cura di quei pazienti in cui la conflittualit intrapsichica determina o accompagna la malattia somatica). C comunque grosso lavoro che mira a diffondere la psicoanalisi anche ai non addetti ai lavori, non soltanto agli ambiti professionali dei medici e degli educatori, ma anche alla gente comune e Winnicott si dedic moltissimo a questo lavoro facendo moltissimo trasmissioni radiofoniche dove parlava ai genitore e dialogava con loro e scrisse moltissimi articoli (circa 600) che per non sono mai stati strutturati in un unico corpus. Non vi dunque sistematicit nel pensiero di Winnicott, ma un approccio molto pi legato al concreto e anche con una certa idiosincrasia verso una sistematizzazione teorica, come se winnicott fosse preoccupato di chiudere la psicoanalisi in una teoria e questo anche il motivo per cui utilizza un linguaggio estremamente semplice, lui vuole rivolgersi innanzitutto a chi di psicanalisi non sa nulla utilizzando anche termini di senso comune, anche se dietro a questo linguaggio apparentemente molto semplice c un pensiero molto articolato e complesso. In ogni caso il gruppo di mezzo, il gruppo degli indipendenti, da molta importanza al contesto, al contesto della cura e prima di tutto il contesto del neonato la madre o chi si occupa di lui e quindi il focus sulla cosiddetta diade, che sta a indicare proprio questa formazione madre-bambino quando non c ancora una separazione, un tutto indifferenziato, in una fase estremamente precoce. Winnicott, nato alla fine dell 800, inizia il training psicoanalitico nel 1927 sotto la supervisione di M Klein e molto prender dalla teoria kleiniana, per in una maniera totalmente personale e indipendente. Si ritaglia un posto tra questi due eccessi che sono appunto la scuola di Anna Freud e la suola di Klein, la prima

sempre pi orientata verso la relazione reale, la seconda sempre pi orientata verso quella interna. Winnicott cerca di mettere insieme le due cose, avvalendosi anche della sue esperienza di medico e del doppio canale di osservazione, quello dell analisi con pazienti psicotici e quindi ricostruzioni delle fasi precoci attraverso il modo in cui esse si presentano con tutte le deformazioni nel paziente adulto) e quello dell osservazione diretta della diade madre-bambino nel suo studio di pediatra. Uno degli articoli appunto il contributo dell osservazione diretta del bambino in psicanalisi, dove Winnicott proprio dice che devono essere messi insieme questi due apporti hanno origine diversa, ma che dalla loro interconnessione possono far scaturire elementi di conoscenza della relazione madre-bambino: elementi reali ed elementi fantasmatici. Rispetto a Freud in realt Winnicott non si posiziona, non c confronto sistematico, eppure si troveranno echi del pensiero freudiano e probabilmente si pu pensare che non prendere posizione teorica rispetto all opera freudiana fosse dettato anche dall evitare di prendere posizione tra i due poli estremi delle controversie. Va infine detto che Winnicott utilizza dei termini psicoanalitici n una maniera poco rigorosa, talvolta sembrando di attribuire loro dei significati, talvolta altri. Cos nella distinzione tra Io e S questi talvolta vengono utilizzati come sinonimi, talvolta differenziandoli e questa differenziazione non viene tenuta in maniera sistematica sempre. Del resto M Klein, col suo lavoro con bambini molto piccoli, andava scoprendo che, quelle che Freud aveva definito come le istanze dell Io e del Super-io erano presenti in un epoca ben precoci. E in questo elemento di controversia Winnicott vicino alla Klein e dice che esiste un Io sin dalla nascita, per un Io estremamente fragile, che non potrebbe sopravvivere senza il supporto materno naturalmente. Se poi ci si trova a fare quel lavoro di confronto anche Freud nell io e l es, quando parla dell ampliamento della teoria del narcisismo scrive che tutta la libido nell es , dice che l io in formazione o troppo debole ed come se senza interessarsene troppo Freud avesse dato una spiegazione in modo simile a quello che dice Winnicott, per cui l io c ma troppo fragile e quindi ha bisogno per la propria sopravvivenza delle funzioni materne. Secondo Winnicott l io la parte della personalit, che poste determinate condizioni, tende a diventare Integrata, quindi si passa da uno stato di non integrazione dell io a uno stato di integrazione progressiva e queste condizioni che consentono questo processo di integrazioni sono l esistenza di un cervello integro ( cio che dal punto di vista fisiologico sia tutto integro) e contemporaneamente delle cure materne, che consentono a questo processo di sviluppo di partire. Per Winnicott l io quella parte del s, quindi gi vediamo che l distinzione laddove tracciata a che fare con il s che indica qualcosa di pi ampio, indica la personalit nel suo insieme: Winnicott dice la sensazione soggettiva di essere, che possibile solamente nel momento in cui tutta una serie di processi di sviluppo sono partiti e nel momento in cui il neonato giunto a certe acquisizioni fondamentali che sono quelle di avere un Me distinto da un non Me (quindi c un Io e c un oggetto in termini freudiani). Quindi il s qualcosa che arriva dopo e l io una funzione del s deputata all organizzazione dell esperienza che riecheggia la funziona sintetica per Freud l io ha la funzione di organizzare l esperienza interna ed esterna, funzione che pu partire, pu strutturarsi e consolidarsi sempre di pi nella misura in cui all inizio c la madre che funge da Io ausiliare e quindi mette a disposizione del neonato quelle funzioni che non ha ancora a disposizione. Per Winnicott questo concetto di s ha una grande rilevanza ed come mi sento soggettivamente , la descrizione soggettiva di essere, al centro del quale c il senso di sentirsi reali, autentici. Questa questione dell autenticit sar fondamentale: quando le cose sono andate sufficientemente bene e quindi i processi di sviluppo sono partiti e il neonato diventato sempre pi in grado di organizzare da s l esperienza fino al punto da distinguere un Me da un non me e quindi da gestire la relazione, la dinamica tra me e non me, al nucleo si questo s si trova il senso di autenticit, di sentirsi veri, che per appunto un acquisizione successiva dello sviluppo. Si deto dunque che l io una funzione del s, deputata all organizzazione dell esperienza e Winnicott dice che non possibile pensare che l io non ci sia alla nascita: troppo debole e dunque si avvale dell io materno, per non possibile pensare ad un momento in cui non c qualcosa che organizzi l esperienza del bambino, anche se la madre a farlo per lui.

Winnicott scrive, nell integrazione dell Io, che <<quel tanto di vita istintuale che pu sussistere scisso dalle funzioni dell io, pu essere trascurato, perch il bambino non ancora un entit che ha esperienza>>. Non esiste l ID prima dell Io.(L ID sarebbe l es), nel senso che trascurabile quella porzione di esperienza che pu essere fatta senza un organizzatore di questa esperienza, non ha senso pensarlo e d altra parte lo stesso Freud, nella sua immaginifica costruzione della nascita dell apparato psichico poi continua a sottolineare il fatto che l es non potrebbe sopravvivere se non ci fosse una struttura pi evoluta capace di fare il alvoro di mediazione tra l esterno e l interno. E tutto questo discorso, che naturalmente comporta che in uno stadio molto precoce della vita, con un io molto fragile, il bambino non sopravviverebbe senza una figura che si occupi di lui in maniera sufficientemente buona, si inserisce la frase rimasta celebre di Winnicott durante una conferenza del 1942, che <<there s nothing such a baby>> (non esiste il bambino, non esiste l infante, non esiste una cosa come un infante), spiegando che se si vede un bambino, di sicuro si vede anche qualcuno che si prende cura di lui o come minimo una carrozzina con su incollati occhi e orecchie di qualcun, si vede insomma una coppia, una nursery couple, una coppia di accadimento e quindi non esiste un infante senza una figura di accadimento e quindi se prendiamo un infante dobbiamo prendere in considerazione anche l altro, perch sono strettamente interconnessi. In questo discorso c anche ovviamente che non esiste una madre senza un bambino, di cui si deve occupare. E questo mette in luce poi quello che anche il focus dell interesse di Winnicott, che l interazione madre-infante, la strettissima interconnessione tra i processi di sviluppo primari e le funzioni materne nella loro evoluzione, come se ci fosse una vera e propria danza tra madre e infante, una danza fatta di movimenti e ritmi che si adattano l uno all altro. E quindi con questa frase, non esiste qualcosa come il bambino, che Winnicott apre il dibattito con Freud nel senso che si ritrover nella teoria del rapporto infante-genitore riproposta la famosa nota di precisazione dei due principi dell accadere psichico dove Freud dice <<un tale sistema chiuso, isolato, purch vi si includano le cure materne>> e Winnicott dice in quel purch vi si includano le cure materne c tutto il mio lavoro. In questo senso Freud ha trascurato l infanzia, ha trascurato l infanzia nelle fasi molto precoci quando non c ancora il linguaggio ( infans colui che non parla). In ultima cosa bisogna chiarire il concetto di madre sufficientemente buona Intanto questo concetto di Madre buona versus Madre cattiva ( anche se Winnicott parla di madre che non riesce per qualche motivo a svolgere le sue funzioni in modo sufficientemente sano) si rif a due concetti molto presenti in quel momento che sono quelli Kleiniani, che per la Klein si riferiscono a oggetti interni, mentre quando Winnicott parla di madre sufficientemente buona sta parlando di madre reale e il sufficientemente si riferisce sia alla gradualit dell adattamento materno, la gradualit dello svolgimento delle sue funzioni che si modificano in maniera progressiva in base alle progressive acquisizioni del figlio ( in questo senso una danza) e poi sufficientemente buona perch non esiste una madre perfetta ( e gi Freud aveva detto che quello del genitore un mestiere impossibile) e Winnicott sottolinea sempre pi questa cosa, anzi l idea di perfezione pu inficiare uno svolgimento sufficientemente sano delle funzioni materne. Cos all inizio l inermit dell infante totale e il supporto materno assoluto, totalizzante, e man mano che il bambino cresce, la madre pu venir meno rispetto al suo apporto, quindi pi il bambino si rafforza, pi la madre fa decrescere il suo rapporto un processo da un lato e dall altro il sufficiente rimanda alla questione della perfezione, cio non esiste una madre peretta, pericoloso tossico pensare al poter essere perfetti, anche perch per lo sviluppo i fallimenti materni, inevitabili, sono necessari, sono propulsivi e anzi il circolo virtuoso che si viene a creare tra fallimento e riparazione da parte della madre quello che pi importante per il bambino, anche rispetto al modello che avr, perch anche lui potr fallire e riparare, e potersi concedere di sbagliare sintomo di forza dell io, rispetto all idea di essere perfetti sempre. La cosa pi importante per Winnicott che la madre sia autentica, anche lei, che sia se stessa e in questo senso inevitabilmente fallibile perch un essere umano. Per uno sviluppo sano questo elemento di autenticit fondamentale per entrambe le parti, per aiutare il neonato a sviluppare la sua autenticit. Winnicott scrive: <<ci di cui

l infante ha bisogno proprio ci che di solito riceve, le cure, l attenzione di una persona che sia sempre se stessa>>, e questo vale naturalmente anche per i padri, e essere se stessi significa anche che a volte la mamma arrabbiata, non ce la fa proprio, anzi si vedr come per Winnicott l insofferenza materna un fattore fondamentale dello sviluppo del bambino, laddove la madre desidera riprendersi la sua vita, laddove il rapporto all inizio assolutamente totalizzante. Il bisogno di riprendersi la vita propria aiuta a sostenere l infante verso un processo di separazione, l opposto sarebbe la seduzione. E poi un altra cosa che va sottolineata che se anche Winnicott mette proprio la lente di ingrandimento su questa diade madre-bambino occupandosi di fasi molto precoci dello sviluppo, non vuol dire che sottovaluta l importanza del padre, della famiglia, della societ. La figura materna per Winnicott centrale perch si sta occupando di una fase in cui centrale questo sistema indifferenziato, che fatto di neonato e della persona che ha cura di lui (la madre), ma se questo sistema indifferenziato pu funzionare e pu essere sufficientemente isolato e protetto dall esterno, perch c un contenitore un po pi esterno, che il padre, che gli consente di funzionare. A sua volta c poi la famiglia , e poi la societ come una serie di matryoske ed possibile che la madre svolga la sua funzione in maniera sana, in maniera autentica, perch a sua volta protetta. E se la madre riesce a staccarsi dal proprio figlio perch ha un padre in mente, ha un desiderio di un uomo in mente, ha una sessualit sua. Obiettivo: approfondire le caratteristiche dello sviluppo primario a partire dalle prime fsi. Si detto che il focuse del pensiero winnicottiano sulla diade e quel che significa da una lato i processi di sviluppo primario dell infante e la sua evoluzione, con l acquisizione delle sue capacit, dall altro le funzioni materne nella loro evoluzione. Quando Winnicott parla dell uno e dell altro sottolinea sempre che questa un operazione scorretta, perch va a districare qualcosa che profondamente intricato, cio quando noi parliamo di processi di sviluppo primari, parliamo di quello che accadrebbe a un bambino se le cose sul piano delle cure primarie andassero sufficientemente bene e quindi gli stessi processi primari, la stessa evoluzione del bambino presuppone l esistenza di cure materne sufficientemente buone. Quindi questa operazione di andare poi a distinguerli giusto per comprenderli meglio, ma poi si deve pensare che nella realt sono un tutto interconnesso, un evoluzione che procede in maniera progressiva l uno all altro, cio le funzioni materne evolvono in relazione alla progressiva acquisizione delle capacit del bambino. Se si vuole provare a fornire una griglia, nella quale ci possiamo muovere, di questo sistema dove tutto si tiene, lo possiamo applicare anche alla diade, che un sistema dove le parti sono strettamente interconnesse tali che cambiano l una, cambiando qualcosa su una di queste parti, c una ripercussione su tutto l insieme. Quindi quello che l esito sul piano dello sviluppo dell infante l esito della unione di questi due aspetti, che noi per esigenze di intelligibilit separiamo. Le direttrici dello sviluppo, in quest ottica artificiale, sono da un lato l evoluzione dello stato in cui si trova l infante rispetto a questo processo che da una fase di simbiosi assoluta procede verso una progressiva differenziazione che comporta una separazione dall oggetto, con tutto quello che significa, cio significa fare i conti, pian piano, con la realt della propria dipendenza e l infante passa appunto da uno stato di dipendenza relativa, ad uno stato che Winnicott chiama verso l indipendenza. Perch la chiama verso l indipendenza e non indipendenza? Perch in realt l indipendenza non si raggiunge mai in maniera assoluta, verso l indipendenza significa che i processi di sviluppo sono partiti e l infante si sufficientemente strutturato per acquisire delle capacit che gli consentono di entrare in relazione con il mondo, cosa che comporta una differenziazione tra Me e non Me. Il percorso degli stadi che attraversa il bambino corrisponde sul piano della teoria classica, al percorso dal passaggio dal principio di piacere al principio di realt e dall autoerotismo all oggettivit e quindi tiene dentro tutto il lavoro freudiano. Naturalmente l altra direttrice dei processi di sviluppo primario quello che potremmo definire la direttrice dello stato in cui la diade si trova. Winnicott dice che dal punto di vista del funzionamento della diade nel momento in cui l infante si trova nella situazione di dipendenza assoluta, la madre svolge una funzione che quella di SOSTENERE, mentre l accesso alla dipendenza relativa, che

l inizio di quel processo di separazione che porta alla comparsa dell oggetto, il funzionamento della diade secondo questo concetto che Winnicott definisce: il vivere con , cio da un sistema indifferenziato in cui c una fusione tra madre e infante, di cui l infante non ha assolutamente consapevolezza a un vivere con uno che comincia ad essere diverso da me. Mentre per quanto riguarda la terza fase, che l avvio verso l indipendenza, questa corrisponderebbe a quello che Winnicott chiama vivere tutti insieme cio dove non soltanto c un io, c un oggetto indifferenziato, ma c un terzo, c una triade, c il padre (che poi corrisponderebbe a tutto l ambito dell Edipo rispetto alla teoria classica). Per quanto possano essere individuate delle fasi di sviluppo, estremamente difficile, sottolinea Winnicott, usare questi sotto forma predittiva, cio una cosa dire che all inizio l infante come se fosse una potenzialit che deve mettersi in marcia (e quindi si parler di Nucleo che un potenziale in parte ereditario, che contiene anche le tendenze ereditarie e forse anche quelle legate alla patologia) , ma se questo potenziale si pu mettere in moto e il modo in cui si mette in moto strettamente interconnesso con la qualit dell esistenza e la qualit delle cure materne. Del resto la psicanalisi non si mai posta in termini di predittivit, semplicemente perch lo sviluppo verso la sanit o la patologia coinvolge tanti e complessi fattori, che non ha senso pensare di poterli prevedere. Certo si pu dire quali sono le basi, certo noi sappiamo che quello che avviene nella primissima infanzia sar determinante ( e lo si visto con Freud rispetto a tutto il discorso delle identificazioni), ma se questo vero, non detto che un infante che non ha avuto cure sufficientemente sane diventi necessariamente psicotico. Nella vita possono accadere una serie di cose, di compensazione alle mancanze e in questo senso il processo corretto quello ricostruttivo e non predittivo, anche perch ci sarebbe un determinismo che ci schiaccerebbe totalmente su quello che poi a un certo punto la vita ci ha dato. All interno della I fase, che dal punto di vista dell infante, la dipendenza assoluta, sul piano della funzione materna centrale questo concetto del sostenere, che viene molto pi spesso indicato col termine inglese Holding, che appunto significa sostenere, ma anche tenere, mantenere, valorizzare, ed un termine che Winnicott, con la sua seconda moglie che era anche psicanalista, Claire Britton, conia negli anni 50 quando si sta occupando dei bambini antisociali e quando il loro lavoro con tali bambini li aveva messi di fronte all importanza sempre pi determinante dell ambiente di contenimento, perch holding appunto il contenimento dell ambiente in generale ed l insieme delle cure materne quando lo vediamo sul piano dello sviluppo. Un ambiente di Holding, per dice Winnicott, un bisogno che rimane per tutta la vita: certo assolutamente necessario e indispensabile alla sopravvivenza e allo sviluppo della primissima fase della vita, ma in una maniera differente di contenimento abbiamo bisogno per tutta la vita. In questa fase prevale da parte della madre questo adeguamento totale ai bisogni del bambino, perch l infante troppo inerme per poter tollerare frustrazioni troppo elevata, diventerebbero quelli che winnicott chiama urti, che costringono l infante a reagire. La realt presentata troppo presto un fattore traumatico. In questo c anche tutto il discorso dello scudo protettivo che si visto come parte dell apparato psichico per Freud e la madre svolge questa funzione, che significa proteggerlo dalle offese fisiologiche, che significa tenere in considerazione tutta una serie di fattori legati alla sensibilit cutanea, alla temperatura e soprattutto, Winnicott dice, la madre tiene conto del fatto che l infante non sa di essere fuso con la madre, non ha la capacit di percepire la propria dipendenza. Lo scudo all inizio della vita totale poi man mano decresce in relazione inversamente proporzionale all accrescimento della capacit del bambino e all avvio di questi processi di sviluppo. Quando noi parliamo di cure materne noi parliamo innanzitutto delle cure fisiche che la madre rivolge al bambino, quando lo allatta, quando lo cambia, quando lo tiene in braccio, le cure fisiche sono cure psichiche, dice Winnicott in un momento in cui non sono indifferenziate l una e l altra per l infante. E importantissimo per la qualit di queste cure l elemento della spontaneit, dell autenticit della madre, cio la madre che svolge queste cure essendo se stessa, nel suo modo assolutamente personale. Cos come le cure sono assolutamente personalizzate, perch ogni infante diverso da un altro, cos il modo in cui ogni madre ha cura del proprio neonato assolutamente personale e

se una madre sufficientemente sana, cio sufficientemente libera da patologie, svolge questa funzione in maniera istintiva, naturale. Winnicott dice: <<noi non possiamo insegnare nulla ad una madre sufficientemente sana, lei che insegna a noi>>, anche se lo fa senza consapevolezza, per sa. Come fa a sapere? Che cosa avviene nella donna che diviene madre e nel processo dei 9 mesi di gravidanza? Naturalmente avvengono delle trasformazioni fisiologiche molto forti per la donna, che Winnicott vede dal punto di vista di una crescente identificazione con la vita che porta in grembo, una crescente identificazione col neonato che le consente di sapere dall interno quali sono i bisogni dell infante, cio che allo stesso segnale corrispondono bisogni differenti. E in questo lavoro utilizza in maniera inconscia le proprie esperienze di neonato, in questo mettersi nei panni del proprio infante utilizza inconsciamente le proprie esperienze. Quindi questo naturalmente ci mette in collegamento anche con l importanza della trasmissione, nella misura in cui ho potuto godere di cure sufficientemente buone sar pi in grado di svolgerle in maniera istintiva e naturale. Un altro aspetto estremamente importante di queste cure p la monotonia delle cure materne (la pappa, il cambio, il sonno,) sono monotone e questa monotonia molto importante per l infante perch lo aiuta a costruire una fiducia, un affidabilit nelle cure che riceve, che diventer poi una base per affrontare le problematiche, i conflitti della relazione con la realt, dove comincia questo rapporto con la realt, dove comincia questo rapporto con la realt. Del resto lasciare un infante in preda alla fame quando molto, molto piccolo, pu essere estremamente traumatico, cio quando Winnicott dice che la psiche e il fisico non sono ancora distinti, la fame l (e la Klein aprir proprio il sipario su un mondo terribile della prima infanzia) qualcosa che ti morde dall interno e quindi lasciare in balia l infante di una tensione cos elevata, a lungo, pi di quanto possa in quel momento sopportare, pu essere altamente traumatico. E qui si inserisce l importanza della MONOTONIA che consente al bambino di costruire dentro di s un affidabilit delle cure materne, che lo aiuter ad affrontare i momenti difficili, quando comincer, con il processo di separazione, a fare i conti con la propria vita, con la realt in maniera sempre pi progressiva e con l eccesso che questi rapporti portano. Diventa dunque il sostrato dice Winnicott e la chiama il SENSO DELLA CONTINUITA DELL ESSERE, cio che ha potuto godere l infante per un tempo continuativo, dove appunto la monotonia e l autenticit sono fondamentali, di certe cure sufficientemente buone che gli hanno consentito di ESSERE e non di REAGIRE all esterno. E questa contrapposizione ESSERE-REAGIRE collegata a tutta la problematica del FALSO S. Cio quando l infante si trova esposto a stimoli che non pu gestire e quindi dove fa difetto questo contenitore materno, quello che accade, in una maniera che va da difese pi o meno sane a difese estremamente patologiche, che il bambino comincia ad organizzare delle difese che hanno a che fare con un AUTOCONTENERSI. Cio invece di affidarsi a un contenitore materno e vivere semplicemente questa fase in cui questa potenzialit che il nucleo del s parte ( e quindi partono i processi di sviluppo e quindi si pongono le base per la nascita del vero s), invece il bambino si trova costretto a fare i conti con la realt prima del tempo e esposto inerme a questo eccesso che lo distruggerebbe Winnicott dice in questa fase quello che in gioco non una difesa come quelle introdotte dal pensiero freudiano, perch per poter attivare quelle difese occorre avere avuto delle acquisizioni dello sviluppo cio per proiettare qualcosa al di fuori ci deve essere una membrana limitante, ci deve essere un inizio di distinzione tra me e non me, ma in questa fase, prima che questa membrana si ricostruisca, quello che in gioco l ANNIENTAMENTO. Cio l infante esposto a un eccesso annientato e dunque attiva delle difese, difese psicotiche, che gli consentono di auto contenersi, per a prezzo naturalmente del proprio sviluppo, di tutta quell area che ha a che fare con lo spazio di espressione del VERO S, dell autenticit sua, della creativit, perch in primo piano la necessit di reagire e di proteggersi per quello che il rischio di annientamento. Winnicott le chiamer LE AGONIE IMPENSABILI, impensabili perch avvengono in un momento in cui non c un apparato per pensare. Ritornando al concetto di Holding, a questo sostenere che un contenere, va detto che l holding si manifesta innanzitutto con le cure fisiche, che sono cure psichiche contemporaneamente, e si manifesta innanzitutto col TENERE

IN BRACCIO il neonato, ma tenere in braccia ha una valenza psichica importantissima, non soltanto sostenerlo, perch l effetto calmante che ha questo tenere in braccio l equivalente di tenere insieme, dare un contenimento e dunque dare un unit all infante che non ha ancora un unit ed contemporaneamente un tenerlo nella mente della madre, cio la madre pensa al suo bambino, presente nella sua mente. E questo ha una funzione fondamentale per tutto il lavoro di essere in contatto con i suoi bisogni. Come possibile saper tenere in braccio un bambino con questo effetto? Dice winnicott occorre sapersi identificare col bambino , si riesce a calmare un bambino solo se si riesce a identificarsi con lui. E questi sono tutti aspetti dell Io ausiliario materno. Rispetto alla questione della spontaneit, cos come non si pu insegnare assolutamente niente ad una madre sufficientemente sana, ma lei che insegna a noi, una madre non diventa sana attraverso delle istruzioni, non quella la strada, le istruzioni servono semmai soltanto a farla sentire in colpa, perch si sente inadeguato,a ma un processo che avviene spontaneamente se due condizioni sono soddisfatte, che sono una certa SANITA della madre in un ambiente di contenimento. Un ambiente di contenimento perch la madre vulnerabile, estremamente vulnerabile in questo lavoro che fa, e se non pu godere a sua volta di un contenitore non ce la pu fare, dovr a sua volta difendersi semplicemente anche per dover fare i conti con gli stimoli che provengono dalla realt esterna. Dice Winnicott che la madre si ammala verso la fine della gravidanza, entra in uno stato di ritiro dal mondo esterno che se non fosse che una madre che sta avendo cura del proprio neonato, sarebbe uno stato di DISSOCIAZIONE PSICOTICA, cio uno stato di ritiro totale (l ameba ha ritirato i suoi pseudopodi), ma la madre lo pu fare perch c qualcuno al posto suo che svolge il lavoro di contatto con l esterno, il padre, la famiglia, e questo necessario all inizio della vita, si totalmente presi, uno stato di ritiro tale che, se non si presentasse in un caso di una madre che allatta il suo bambino, sarebbe uno stato psicotico. Se lo vediamo dal punto di vista del bambino, si gi detto che la Diade vive in una situazione di indifferenziazione, che funzionale alla crescita, che dal punto di vista del bambino (anche se non vi consapevolezza) uno stato di dipendenza assoluta dall altro. L essere umano, quando viene al mondo, se non c qualcuno che si occupi di lui in maniera continuativa, non sopravvive. E va detto non solo in maniera continuativa: si ricordi Spitz, psicoanalista che ha lavorato molto sull osservazione e sull osservazione dei bambini in orfanotrofio, dove la carenza di cure totale, ma non perch non ci sia qualcuno che si occupa del bambino, ma perch c un infermiera per dieci bambini e quello come se fosse zero e le osservazioni portano a mettere in luce delle osservazioni molto drammatiche, che vanno fino alla morte di questi neonati e che passano per comportamenti autodistruttivi dei neonati. La madre anche, infatti il contenitore dell AGGRESSIVITA , che restituisce elaborata e questa una conferma a quello che Freud dice: <<laddove l aggressivit trova un ostacolo all esterno ritorna, si rivolge su di s>>. E ci sono appunto queste descrizioni di neonati che battono la testa sulla culla, non perch non ci sia un adulto, ma perch un adulto per cos tanti bambini come se non ci fosse, non questione soltanto di dargli da mangiare, ma tutto quello che c intorno, tutto quello che significa l allattamento e le cure fisiche proprio avere uno spazio nella mente della madre per questo bambino per i suoi bisogni, che gli consente di partire per lo sviluppo). Quando Winnicot parla della fase di INDIFFERENZIAZIONE dice, riferendosi alla fase di identificazione, che ovvero prima che l infante conosca s stesso e perci gli altri, come la persona intera che egli e che gli altri sono, e questo mette pure in relazione che il prendere consapevolezza del fatto che l altro una persona intera, presuppone che io abbia potuto prendere consapevolezza prima della mia interezza, quindi di aver raggiunto uno stadio di unit che corrisponde al discorso che Winnicott fa sull INTEGRAZIONE DELL IO, che uno dei processi di sviluppo primari e che corrisponde sul piano psicosomatico a quest altro processo di sviluppo, che Winnicott chiama la PERSONALIZZAZIONE, che sarebbe l insediamento della psiche nel soma e che a sua volta sono strettamente collegati alla funzione materna di MANIPOLAZIONE (Holding: la madre nell aver cura del suo bambino, nel tenerlo in braccio e il toccarlo (e quindi manipolarlo) aita questo processo che trae da tutti i dati dell esperienza un discorso

unitario. Ma all inizio l io non integrato, fragile, e uno dei processi che fanno parte di questo potenziale di sviluppo, e che non pu essere messo in moto grazie all esistenza di queste cure supportive, L INTEGRAZIONE SUPPORTIVA DELL IO, che sul piano psico-somatico corrisponde a un unit psicosomatica ed anche all acquisizione di una membrana limitante , che la pelle, intesa come delimitazione tra me e non me presupposto della differenziazione che avverr dopo. Quando Freud dice che l Io innanzitutto Io-corpo e che nasce sulla base delle sensazioni che provengono dalla Palpazione). L holding materno provoca questo processo nel bambino che lo aiuta a integrarsi e ad avere una membrana limitante che il presupposto per la differenziazione. Per Winnicott la psiche ha dunque uno stretto rapporto con il soma, quando le cose vanno bene ed l elaborazione immaginativa e fantasmatica delle esperienze e delle sensazioni che partono dal corpo e che sono strettamente interconnesse se le cose stanno bene ed un acquisizione che non data all inizio, ma anzi la psiche si integra con il soma e l infante acquisisce un unit psicosomatica e in questo concetto c un idea che per no di cultura occidentale anche pi difficile da afferrare, nel senso che collegato a tutto il discorso dello sviluppo dell intelletto che per Winnicott una delle funzioni dello psiche-soma, cio le funzioni intellettive non soltanto mentali, la conoscenza di noi e dell esterno quando le cose vanno bene, l esito di un insieme di processi che sono di pertinenza sia dell ambito corporeo e dell elaborazione di quest ambito sul piano psichico. C una stretta interconnessione tra psiche e soma, che poi molto pi vicina questa idea ad altre culture come quelle orientali. Quindi a partire dal dato primario, corporeo, avviene la trasformazione di queste sensazioni corporee che sono legate a un esperienza in una elaborazione immaginativa, psichica, dove per questa connessione tra psiche e soma rimane stretta. Winnicott come se stesse cercando di mostrare che cosa avviene, quali sono i presupposti, le basi, per ottenere la capacit di relazionarsi alla realt e uno dei presupposti diventare un unit e cominciare a collegare tutte queste esperienze, che sono prima cose sparse con la sua persona, con l unit e contemporaneamente acquisisce questa membrana limitante, che attraverso la palpazione (la manipolazione), sar la base del rapporto con la realt nella misura in cui la base della differenziazione tra me e non me, che consente poi tutta la relazione tra me e non me, che consente tutta la relazione tra me e non me a quel punto come oggetto differenziato da me. Per per arrivare a tutto questo occorre che l infante debba godere di questa FALSA ILLUSIONE DI ONNIPOTENZA, in cui <<creatore del mondo>>, crea il modo in maniera onnipotente soltanto perch non sufficientemente strutturato per accorgersi, per fare i conti col fatto che invece un altro che si prende cura di lui in quel modo. D altra parte se prendesse consapevolezza di questo troppo precocemente sarebbe estremamente traumatico, sarebbe questi URTI di cui parla Winnicott, una realt che irrompe in questa situazione iniziale in cui il nucleo del s deve rimanere isolato, totalmente protetto perch possa mettersi in moto. Winnicott amava molto i paradossi perch nel paradosso si pu esprimere una complessit concettuale che non si pu sciogliere e gi riferendosi a queste fasi molto precoci Winnicott dice il bambino dipendente e indipendente, forte e debole, debole perch inerme, ma forte se pu avvalersi di un Io ausiliario sufficientemente sano. E dipendente totalmente perch senza l altro non sopravviverebbe, per contemporaneamente indipendente nel senso che, se le cose vanno sufficientemente bene, quello che la madre e i genitori e la famiglia fanno non plasmare il bambino secondo i loro desideri, ma semplicemente consentire, fornire i presupposti perch quell infante si sviluppi secondo la sua personalissima modalit e quindi nessuno pu prevedere cosa diventer se le cose vanno bene. Pi alto il livello di predittivit, pi vuol dire che probabilmente c stato una pressione molto forte a scapito della creativit, dell autenticit del soggetto. Un altro processo di sviluppo che appunto collegato a un aspetto delle funzioni materne quello che Winnicott chiama REALIZZAZIONE, la realizzazione la progressiva presa di coscienza della realt, il progressivo entrare in rapporto con la realt e il tollerare questo rapporto. Questo processo in relazione con quell aspetto della funzione materna che Winnicott definisce <<la presentazione dell oggetto>>: la madre presenta all infante il mondo a piccole

dosi, cio in maniera direttamente proporzionale alla sua capacit di gestirlo, tollerarlo, elaborarlo. Questa relazione della realt poggia le sue basi su quello che il vissuto d illusione, e Winnicott dice: <<il seno presentato all infante nel momento stesso in cui l infante disposto ad accoglierlo, in modo tale ce nell esperienza il soddisfacimento come se l infante sapesse di cosa aveva bisogna, prende le forme di qualcosa di reale>>, cio il seno viene vissuto come una propria allucinazione (pag 93) e Winnicott scrive: <<penso a questo processo come se due linee venissero da direzioni opposte, suscettibile di avvicinarsi l una all altra. Se queste si sovrappongono, si verifica un momento di ILLUSIONE, un frammento di esperienza che pu essere preso sia come una sua allucinazione, sia come un elemento che appartiene alla realt esterna>>, cio l illusione che il seno appartenga alla realt esterna una realt creata da s. <<In altre parole l infante si accosta al seno quando eccitato ed pronto ad allucinare qualcosa, che sia adatto a subire un attacco. In quel momento il capezzolo reale appare, cosicch il bambino pu sentire che era proprio il capezzolo che aveva allucinato. Cos le sue idee si arricchiscono di particolari reali, che gli giungono attraverso la vita, il tatto, l odorato; e le successive esperienze allucinatorie si arricchiscono di questo materiale>>. Questo sar la base per la capacit di rievocare quell esperienza di soddisfacimento laddove quella esperienza non si pu avere subito e quindi la funzione dilatoria. Il processo dunque di REALIZZAZIONE, cio entrata in rapporto con la realt, legato a questa capacit della madre di presentare l oggetto al momento giusto, e il paradosso che la base del rapporto con la realt vissuto come un illusione. Un altro processo che va poi considerato, nella fase di sviluppo primario, la FUSIONE DEGLI ISTINTI, che sar in relazione con la questione dell aggressivit, dei limiti e della frustrazione. Infine in questa fase del sostenere, la dipendenza assoluta dice Winnicott c anche l alba dell intelletto, cio qui si mettono i presupposti perch l intelletto possa funzionare come una delle caratteristiche dell unit tra psiche e soma e non come cosa a s ed in relazione allo stesso discorso, cio se il bambino pu godere di un momento in una fase in cui soltanto e non reagisce, si svilupper successivamente l intelletto e quindi il pensiero come processo di separazione, aiuta la tolleranza della frustrazione, ecc. come qualcosa di strettamente collegato alle esperienze corporee, altrimenti, se questo bambino si trova di fronte alla realt troppo presto, comincia ad utilizzare l intelletto precocemente, mette in atto le sue capacit intellettive precocemente per comprendere quello che incomprensibile, per contenere quello che l esterno non contiene. Quindi Winnicott ci presenta un idea dell intelletto, dunque dell intelligenza, dunque del pensiero come una funzione che si viene a sviluppare una volta che un unit mente corpo si iniziata a strutturare e dunque che questo processo di sviluppo che la Personalizzazione (che lui definisce l insediamento della Psiche nel corpo) cominciato e sulla base di questo pu essere utilizzato in una fase pi avanzata dello sviluppo dell intelligenza, il pensiero con una funzione specifica, una funzione DILATORIA del soddisfacimento, e questo ci riporta alla fase della DIPENDENZA RELATIVA, che questa seconda fase in cui le basi sono state messe, i processi di sviluppo sono partiti. E in questa fase della DIPENDENZA ASSOLUTA il bambino si iniziato a strutturare in qualche maniera, secondo varie direttrici, l io si cominciato ad INTEGRARE, quindi comincia a diventare in grado maggiormente di organizzare l esperienza sensoriale in qualcosa che diventa un esperienza dell io, che collega questa organizzazione e queste esperienze con un unit mente-corpo, con s come persona. E l insieme di queste cose corrisponde all aver messo le basi per quello che sar la relazione con l oggetto, le basi che si creata questa unit mente-corpo e si creata questa membrana limitante, che cos collegata all Handling materno, una membrana limitante che consente di procedere nello sviluppo attraverso una differenziazione tra me e non me, che sono le basi per la relazione con la realt e anche per la tolleranza della realt, perch man mano che il neonato si struttura e quindi diventa relativamente pi forte rispetto all inermit delle origini, comincia a prendere contatto con la realt e quindi comincia a prendere contatto con la propria dipendenza, e dunque con l importanza incomparabile dell oggetto e dunque con l angoscia di perdere questo oggetto. E l l intelligenza viene utilizzata con funzione dilatoria, cio quello che nella prima fase diventata un esperienza continuativa

dell io: ad es. ell allattamento se le cose vanno sufficientemente bene si collega qualcosa che interno al bambino con qualcosa che esterno, e successivamente, nella fase della dipendenza relativa, quando quindi parte anche la funzione intellettiva, l intelligenza, il pensiero, il neonato sar in grado di utilizzare questa esperienza, che diventata un bagaglio su cui pu contare, grazie all affidabilit, alla monotonia delle cure materne, pu utilizzarlo per poter aspettare un po che il soddisfacimento arrivi. Quindi quando un po pi strutturato, un po pi forte, il fatto che il seno non arrivi immediatamente non lo fa andare in pezzi, ma si attiva quel processo che recuperare, rievocare questa esperienza di soddisfacimento nel ricordo, rievocarla e sulla base della fiducia che si creata in cure sufficientemente buone, poter aspettare che quel seno arrivi, dunque attendere tempo, senza doversi angosciare. Il neonato molto piccolo non pu aspettare molto a lungo perch come se fosse un andare in pezzi. Quando diventa un po pi grande inzia a poter attendere e questo poi tutto collegato al discorso sul piano della teoria tradizionale al passaggio dal principio di piacere al principio di realt. E quindi se le cose vanno bene, l intelligenza, l intelletto come lo chiama Winnicott, una delle funzioni dell unit psiche-soma, cio viene da questa unit mente-corpo e quindi parte dall esperienza corporea che vengono elaborate, diventano fantasie. Infatti la psiche per Winnicott l elaborazione immaginativa di dati sensoriali fisici del bambino che corrisponde al concetto di REALTA INTERNA, FANTASIA, e che ha uno stretto ancoraggio col corporeo, perch un elaborazione sul piano psichico di qualcosa che avviene nel corpo, dove per questa unit mente corpo si mantiene. E l intelletto una delle funzioni di questa unit che viene utilizzato con la funzione del POTER ATTENDERE, posto che per nella fase precedente il neonato abbia potuto prevalentemente ESSERE, dice Winnicott, cio non dover REAGIRE agli stimoli esterni, godere di una copertura dell io materno che lo protegge dalla realt. La realt sarebbe traumatizzante, la realt quella della sua dipendenza assoluta e quindi della sua inermit totale, realt con cui potr fare i conti nella misura in cui sar pi forte. Quando le cose non vanno bene e quindi questa copertura dell Io in qualche misura fallimentare (cure materne caratterizzate da carenze specifiche continuative) il rischio che in gioco un rischio psicotico, perch appunto la psicosi e infatti proprio dal funzionamento della diade, dalla qualit delle cure di cui l infante pu godere, si traggono indicazioni per la psicosi: se le cose vanno bene in questa fase l infante pu godere di una base di sanit che significa libert dalla psicosi. Winnicott dir che la psicosi l effetto di un fallimento ambientale in queste fasi precocissime. Non si parla di giusto o sbagliato perch introdurrebbe una valutazione di ordine morale che non c proprio, cos come non si pu insegnare come fare la madre, perch non fa altro che far sentire in colpa la persona, laddove il sostegno psicologico va a lavorare, in tutte le sue forme fino all analisi, a rafforzare il soggetto perch diventi maggiormente in grado di gestire la sua vita in una maniera pi sana per lui. Ed lo stesso discorso di quando Winnicott dice il bambino anche INDIPENDENTE, nel senso che se le cose vanno bene, l educazione, il sostegno dei genitori non un plasmare l altro, ma dargli quelle basi solide perch lui possa fare la sua vita nel suo modo creativo e indipendente. Dunque se le cose vanno bene diventa l intelletto una delle funzioni dell unit psiche-soma, se le cose non vanno bene, se l ambiente supportivo (una madre sufficientemente buona pu essere tale nella misura in cui ha potuto godere di un supporto) carente, quando le cure non sono sufficientemente adeguate, quello che accade che l infante si trova precocemente a dover fare i conti con una realt potenzialmente traumatizzante senza un apparato, senza una struttura psichica che lo aiuti a gestirla e quindi come se la realt comparisse prima del tempo. Il neonato reagisce a questo, che vive come URTI, come intergerenza a quello che la continuit dell essere. Laddove l infante pu godere di queste cure si sviluppa una continuit dell essere sulla base di queste cure materne, il bambino, mentre procede nell integrazione dell io, in certi momenti si pu concedere anche il lusso di essere non integrato, che sono momenti di rilassamento assoluto, perch ha fiducia di ritrovarla quella integrazione. Quando le cose non vanno bene il bambino si trova a dover fare i conti con la realt prima del tempo, con la realt della propria inermit, e la vive come interferenza, come unri nella continuit dell essere e rispetto a questo REAGISCE e

organizza delle difese e in questo organizzare delle difese, che hanno tutte a che fare con questo concetto dell autosostenersi, cerca di sostituire quello che gli manca dall esterno con un qualcosa di interno, si auto sostiene al posto della madre, al prezzo, naturalmente, di tutto quello che ha a che fare con l autenticit, la spontaneit, il poter essere piuttosto che reagire alla realt. Cio il fatto che questo reagire alla realt nelle situazioni in cui le cose vanno bene comincia in un periodo successivo, reagisce dunque con un apparato che pi strutturato per lui non ha danno. Quando invece questo diventa una caratteristica del vissuto dell infante in questa prima fase ed costretto SEMPRE a reagire, non c pi spazio proprio per l ESSERE, cio l essere si oppone al reagire e in questo trovarsi di fronte alla necessit di reagire agli urti che vengono dall esterno pu diventare una modalit di vita che lo struttura: questo discorso verr ripreso con il FALSO SE , perch il prezzo che paga che questo vero s che sta nascendo e pu nascere, pu svilupparsi, pu rafforzarsi, nella misura in cui gode di una copertura totale, in cui pu rimanere isolato dice Winnicott, deve stare isolato, si perde ed come se la vita dell infante fosse solo reattiva, reattiva a disturbi che vengono dall esterno a cui deve far fronte perch non c nessuno che lo faccia al posto suo. Facendo questo utilizza l intelletto precocemente e ci pu essere un attivazione molto precoce delle funzioni intellettive che sembrano funzionali, per non detto che questa sia una cosa sana, perch l intelletto utilizzato molto precocemente si scinde dall unit mente-corpo e diventa una cosa a s, un funzionamento a s, che procede indipendentemente dagli altri processi di sviluppo. E come se Winnicott ci indicasse come essere sufficientemente sano quell essere umano che pu utilizzare tutte le sue capacit fisiche, intellettive, psichiche in una maniera armonica e integrata e quando questo non avviene semmai ci sono delle scissioni, per cui semmai si sviluppa moltissimo l area intellettiva, ma l area emotiva rimane immatura. Laddove gli urti sono troppo continuativi, l infante vive solo in relazione agli urti, la sua esistenza, il suo essere non reale, esiste soltanto nel reagire agli urti, diventa uno schema di vita solo reattivo, esiste solo nella misura in cui reagisce, altrimenti non esiste. L infante ha dunque bisogno di vivere questa esperienza di onnipotenza come se fosse in un guscio e nella misura in cui riesce a non fare i conti che possono partire i processi di sviluppo e si pu continuare ad esprimere, cio il nucleo del s si rafforza e comincia ad esprimersi e Winnicott dice che il vero s in azione il gesto spontaneo dell infante, che la madre accoglie e supporta rendendolo reale, supportando la sua onnipotenza e questo gesto spontaneo sar la base della sua autenticit e del suo svilupparsi in maniera personale e unica. E nella misura in cui questo vissuto di illusione reiterato, nella misura in cui la madre in maniera continuativa in questa fase iniziale fornisce un supporto all onnipotenza del neonato, questi comincia anche ad acquisire la fiducia nella sua capacit magica di creare le cose e di soddisfare i suoi bisogni: questo diventa una base per la forza dell io che lo aiuter ad affrontare pian piano la realt, man mano che esce da questo vissuto di illusione e non va dimenticato che uscire dal vissuto di illusione comporta fare i conti con un dramma, la dipendenza, l impotenza. E il neonato pu farlo senza andare in pezzi nella misura in cui gode delle acquisizioni della fase precedente: l illusione la base del rapporto con la realt. Dice Winnicott che l infante un essere immaturo sempre sull orgoglio di un impensabile angoscia, ci che lo protegge dal cadere in preda a queste angosce la copertura dell io materno. Quindi con questo discorso non solo si collegato la PRESENTAZIONE DELL OGGETTO con la REALIZZAZIONE, cio nella misura in cui la madre presenta l oggetto nel momento in cui l infante disposto ad accoglierlo e gli consente di vivere questa illusione, questa breve esperienza di onnipotenza, questa la base per il rapporto futuro con la realt come qualcosa di esterno da me. E qui c un paradosso: il rapporto con la realt e la sua accettazione possibile nella misura in cui si potuto godere di un illusione, l illusione alla base del rapporto con la realt. Si collegato poi l HOLDING con l integrazione dell io, l HANDLING con la PERSONALIZZAZIONE. L handling materno, questa manipolazione che fa del corpo del bambino, diventa fondamentale per questo insediamento della psiche nel soma che porta il bambino ad avere un unit psiche-corpo e che lo porta ad avere anche una membrana che lo orienta, cio che distingue quello che dentro da quello che fuori ed anche questo una base per

quello che sar il rapporto con la realt: per avere un rapporto con la realt come altro da me devo avere una membrana limitante che dal punto di vista fisico la pelle e quindi tutto il discorso sulla manipolazione della madre che porta alla percezione di un confine, che il discorso dell io corpo di Freud. Ecco perch l handling della madre collegato al discorso della PERSONALIZZAZIONE come processo di sviluppo del bambino e ancora L HOLDING, questo contenere, questo tenere in braccia, tenere unito sostiene l INTEGRAZIONE dell io, che diventa poi quella funzione del s mutata all organizzazione dell organizzazione dell esperienza: mettere insieme i dati dell esperienza corporea per farne un esperienza dell io. Quindi si detto che l infante un essere immaturo sempre sull orlo di un impensabile angoscia, impensabile perch non c una struttura per pensarla, non c un apparato per pensarla, qualcosa di estremamente primitivo. Dice Winnicott che quando le cose vanno sufficientemente bene, le cure materne non vengono ricordate, non c niente che possa far ricordare le cure materne, perch l infante si accorge di qualcosa solo quando qualcosa non va bene perch si accorge di reagire a un urto. Quindi anche questa presa di consapevolezza della realt precoce, l urto, la realt prima del tempo e questo reagire questo essere costretto a reagire in un momento precoce, quando non ancora in grado di farlo, avvertito con un dolore di intensit e di qualit psicotica: ogni minaccia all isolamento del nucleo del s, questa base di protezione totale, come se fosse una campana dal mondo e lo aiuta ad illudersi che magicamente onnipotente, viene vissuta come un interferenza a cui l infante deve reagire ed una interruzione alla continuit dell essere e se diventa troppo continuativa finisce che l infante esiste solo in quanto reagisce, esiste e ha un senso dell esistenza solo quando si reagisce. La psicosi l effetto di un fallimento continuativo ambientale e le difese psicotiche sono tutte collegate a un auto sostenersi, cio quando le cose non vanno bene di fronte a queste interferenze continue che riguarda l essere, l infante reagisce e cerca di supplire al sostegno materno che manca. E quando Winnicott parla di AGONIE IMPENSABILI lui le definisce cadere per sempre, andare in pezzi, essere senza relazioni con il corpo, l isolamento completo che sono angosce che sono presenti nella psicosi e rispetto alle quali le difese psicotiche cercano di intervenire. E qui c la differenza tra NON INTEGRAZIONE e la DISINTEGRAZIONE e la ININTEGRAZIONE, perch si detto che all inizio l infante inintegrato, il processo di sviluppo dell integrazione dell io deve partire e nella misura in cui l infante pu godere del supporto materno, dell holding, potr anche godere di momenti di cui non ha bisogno di sentirsi integrato, sono i momenti di rilassamento assoluto, di NON INTEGRAZIONE(si pu non sentirsi integrato perch si basa sulla fiducia che quell integrazione la ritrover, dentro il contenitore materno), quando questo aspetto molto carente, il bambino confrontato all urto che si qualifica come un cadere un andare in pezzi, rispetto al quale il bambino, l infante reagisce con la difesa di tipo psicotico che la disintegrazione: perch una difesa? Perch l agisce lui, non la subisce, si disintegra e lo fa nell ambito della sua onnipotenza (vedi Freud rocchetto: il piacere del farsi attivo,dell imporre all altro quello che altrimenti devo subire passivamente). Nelle psicosi ovviamente tutto quello che ha a che fare con le acquisizioni dello sviluppo legate alla realt sono danneggiate, il senso del tempo e dello spazio, i confini tra me e non me e Winnicott racconta che Londra era sotto i bombardamenti e i suoi pazienti psicotici non se ne accorgevano. La disintegrazione viene vista come una produzione attiva di caos per difendersi da questo caos che deriva dall impossibilit di integrarsi, carenza dell handling materno pongono l infante di fronte ad angosce impensabili, agonie primitive, quello che io sento di essere e il corpo non sono in relazione, e per difendersi da questa agonia l infante si depersonalizza, anche qui fa attivamente quello che altrimenti subito. L agonia quell essere senza orientamento e c qui il problema relativo al rapporto con la realt, i confini, che una caratteristica psicotica, questa labilit dei confini tra interno ed esterno (Freud parlava dell allucinazione dello psicotico in relazione al discorso di come gli elementi interni passano attraverso l apparato: quello che realt interna viene percepito come percepiente dall esterno e torna in forma persecutoria). Un altro aspetto della funzione materna molto importante la FUNZIONE DI SPECCHIO, la funzione di specchio materna che sar in collegamento con il

FALSO SE , cio la funzione di specchio materna consente al s del bambino di trovare spazio e di esprimersi, dunque di ESISTERE: esiste ci che viene visto, ci che non viene visto rimane scotomizzato da qualche parte e se questo diventa la caratteristica della relazione della diade, questa una pressione a cui il bambino reagisce rispondendo alla richiesta della madre (che vede solo quello che vuole vedere e non il bambino in s), e ovviamente il verso s affonda sempre pi, diventa sempre pi isolato, fino a quando pu essere talmente tanto separato dal falso s da essere in isolamento totale. La realt psicotica: l essere continuamente isolati non vuol dire che non c relazione col mondo, ma non c nessuno sul tipo di canale con cui il vero s possa comunicare col mondo). FUNZIONE DI SPECCHIO MATERNA E QUESTIONE DEL FALSO SE . Si continua a stare nella prima fase di vita del bambino quando parliamo di FUNZIONE DI SPECCHIO,ma si evidenzia un altro aspetto delle cure materne che sono fondamentali per tutta la questione del POTENZIALE EREDITARIO che pu svilupparsi in maniera sufficientemente sana secondo le sue direttrici di sviluppo e che se tutto va bene consente a questo nucleo del vero s di svilupparsi, di cominciare ad esprimersi nella misura in cui trova spazio e si detto dell ILLUSIONE in rapporto a questo e di quanto importante il lavoro materno che sostiene l onnipotenza dell infante. Quindi questo gesto spontaneo dell infante che Winnicott definisce il verso s in azione che sar poi successivamente l idea personale quando il bimbo accede al pensiero, pu esprimersi nella misura in cui viene supportato dal lavoro materno, che all inizio si configura come un supporto all onnipotenza e consente al bambino di sentirsi onnipotente e creatore del mondo: in questa maniera acquisisce fiducia nella sua possibilit di esprimersi e attraverso l affidabilit delle cure materne,si costruisce una fiducia all interno dell infante che lo porta a dare avvio ai processi di sviluppo e ad esprimersi in maniera autentica e spontanea. Winnicott insistente molto su questo concetto dell AFFIDABILITA e per certi versi come se fosse peggio una madre non affidabile che una madre sufficientemente buona, nel senso che una madre che a volte affidabile e a volte non lo a volte in grado di supportare l infante e a volte non lo , questo crea nell infante uno stato di tensione molto elevato, cio non consente tutto quello STARE che si oppone al reagire e che fondamentale perch questo se si sviluppo e si detto anche che all inizio il vero s deve stare isolato, perch nella misura in cui gode di questa copertura dell io materno, pu dare, pu essere isolato, pu non esprimersi se non ne ha voglia, pu non integrarsi in certi momenti, nonostante il processo di integrazione sia avviato e questo il discorso dei momenti di non integrazione che sono stati di rilassamento, che sono poi alla base della capacit di distrarsi successiva. Questo va visto in opposizione con la disintegrazione, che la difesa, la difesa che l infante mette in atto di fronte all inaffidabilit materna che lo pone in uno stato di tensione e confusione per cui deve reagire subito, prima del tempo, agli stimoli, alla realt. La difesa l attivazione di questa confusionalit, che diventa per protettiva nella misura in cui non la subisce, ma la agisce. Per quanto riguarda la FUNZIONE DI SPECCHIO (230 pag), l articolo di Winnicott parte da un richiamo alla teoria di LACAN, che parla dello STADIO DELLO SPECCHIO, ma Winnicott si differenzia dall apparato di Lacan perch lacan dice, guarda questa pulsione dell importanza dello specchiarsi riferendosi solo al punto di vista dell infante, nella sua importanza per lo sviluppo dell infante, ma quello a cui non pensa l altro lato, quello che questa funzione svolta dalla madre e nella maniera in cui svolta facilita o meno delle acquisizioni nel bambino. Quindi il punto di vista di Winnicott sull apparato materno e come questo apporto incide in questa complessit dello sviluppo iniziale. Winnicott ci dice che per poter cercare creativamente il mondo e guardare creativamente il mondo, in maniera spontanea, autentica, il verso s che si sviluppa significa che l infante avr uno schema corporeo personale, una realt interna sentita come autentica e personale che sar poi alla base della differenziazione con l esterno. Quando poi si andr nella seconda fase della DIPENDENZA RELATIVA, tra queSti processi di sviluppo si creata la famosa membrana limitante che distingue il ME dal non ME e significa che l infante ha una realt interna, mentre all inzio questo non esiste. Solo nella misura in cui comincia a integrare l esperienza per guardare creativamente il mondo deve avere introiettato il VISSUTO DI ESSERE VISTO, Winnicott qui si richiama

all allattamento, esperienza primaria, di base, all interno della quale poi nelle prime fasi tutto si svolge e dice che il neonato quando al seno materno non guarda il senso, ma guarda il volto della madre e nel guardare il volto della madre vede s stesso. Questo non una novit, dice Winnicott ma quella che una novit che dipende da questo ESSERE VISTO, dipende da questo RISPECCHIAMENTO perch si sviluppa in una maniera sufficientemente sana. E in particolar modo dipende da questo il suo SENSO DI SE e SENSO DI ESISTERE, quello che viene visto ha accesso all esistenza, quello che viene rispecchiato, quello che l infante di s trova rispecchiato nel volto della madre accede all esistenza., quello che viene rispecchiato, quello che l infante di s trova rispecchiato nel volto della madre accede all esistenza. Winnicott scrive: <<la madre guarda il bambino e ci che in essa appare in rapporto con ci che essa scorge>>, quello che la madre in grado di vedere del suo bambino quello che il bambino avr rispecchiato ed quello che acceder all esistenza di se. Altrove Winnicott dir l esser visto LO SPAZIONE DELL IDENTIFICAZIONE PRIMARIA, non approfondisce questa questione, per ci ritorna se pensiamo a quello che Freud intendeva come identificazione primaria, questo bagaglio, questa base, questo sviluppo che porta a vedere in questo processo precocissimo (precedente all investimento oggettuale), un identificazione che avviene prima di investire l oggetto quindi in termini winnicottiani prima della capacit di avere una membrana, che permetta di distinguere e quindi di investire un oggetto percepito come diverso da me. Quindi qualcosa che precoce e che si configura poi come una base solida su cui l infante pu affidarsi per affrontare poi l eccesso e la conflittualit che il rapporto con l oggetto, in quanto diverso da me, comporta. E in qualche maniera ritorna questo, nella misura in cui il visto pu accedere pul accedere all esistenza, che vuol dire che parti di s possono cominciare ad esprimersi nella misura in cui vengono viste. Si immagini un bambini che pu essere visto solo quando malato, quando aggressivo o al contrario quando solo buono e allora cosa sar del resto che fa parte della sua personalit? Winnicott dice viene scotomizzato, non pu accedere all esistenza, non pu accedere allo spazio di espressione e per quanto riguarda l aggressivit se non ha spazio di espressione (vedi anche aggressivit in relazione alla fusione dei due istinti), pu vivere solo in uno stato di dissociazione, non integrata nel s: la violenza proprio l espressione di una repressione dell aggressivit che non ha potuto seguire lo sviluppo di integrazione e che quindi si pu manifestare soltanto in una forma di scarica eccessiva. Naturalmente tutto questo bisogno dell infante di essere visto, come tutti i bisogni, si trasforma all inizio della madre, ma poi proviene dalle figure importanti, il padre, la societ e diminuisce man mano che va avanti lo sviluppo, diventiamo sempre meno dipendenti da questo bisogno di essere visti nella misura in cui abbiamo introiettato l esperienza di essere stati visti e dunque di aver potuto trovare uno spazio di espressione per tutte le parti della nostra personalit. E qui Winnicott, considerando lo sviluppo sufficientemente sano, a un certo punto mette dentro questo discorso, cio rispetto al bisogno di essere visto e quello che comporta per l infante, cio la possibilit di accedeRE all esistenza e di esprimersi, che a sua volta in stretta relazione con la capacit che l infante acquIsisce successivamente di percepire oggetti che sono sempre pi oggetti oggettivi, cio esterni ma all inzIio non lo sono Quando si parlato dell illusione e di questa immagine che Winnicaott da delle due linee che si sovrappongono, l infante nel momento in cui ha un bisogno che inespresso, ma che il bisogno del senso ed pronto ad accoglierlo l che compare il seno ed sua creazione onnipotente e cio dal punto di vista dell evoluzione del rapporto con l oggetto un oggetto soggettivo, cio un oggetto parte di s, non il seno della realt esterna, una sua creazione onnipotente. Nell evoluzione del rapporto con l oggetto ma mano che procedono questi processi di sviluppo, l infante diventa capace di percepire e di avere relazioni con oggetti sempre pi oggettivi, attraverso un passaggio intermedio, che quello del TRANSIZIONALE. La questione dello specchio e quindi del rispecchiamento in correlazione con la capacit crescente dell infante di percezione, che parte anc essa da un momento in cui la percezione non ancora quella di un oggetto esterno, ma una percezione magica in qualche modo, che Winnicott chiama APPERCEZIONE, quindi c un passaggio progressivo tra un poter essere, nella misura in cui sono visto, che corrisponde a

quello che Winnicott dice: <<quando guardo sono visto, cos esito>>, cercano di mettere in parole il vissuto dell infante, che naturalmente lui deduce in maniera ricostruttiva dai pazienti adulti in stadio di grande regressione. Non sono cose queste che possono essere dedotte da un osservazione diretta dell infante e della madre, perch appartengono a un vissuto interno che pu essere messo in parole in maniera trasformata, condensata, ecc, soltanto retrospettivamente. Quindi nella misura in cui lo specchio materno gli restituisce parti di s. Tutte le parti di s, le buone e le cattive , queste possono esistere. Nella misura in cui c questo vissuto, pu accedere a questa fase successiva, che quella della a-percezione, che viene espressa cos: <<ora posso permettermi di guarda e di vedere, nella misura in cui ho avuto accesso all esistenza>> posso permettermi di guardare e di vedere, ma siamo ancora nel momento dell oggetto soggettivo, cio dell oggetto che non ha una dimensione di alterit. E quello che ci sta aggiungendo che queste possibilit di sentir vivere questo vissuto di illusione e di percepire, cogliere questi oggetti che pure vengono dalla realt esterna, un entrare in maniera progressiva nella realt, in piccole porzioni della realt, ancora in una esperienza di onnipotenza, ancora in un vissuto di onnipotenza, che per comunque sono dati che appartengono alla realt. E man mano che il bambino fuoriesce dall onnipotenza prenderanno sempre pi il sopravvento in un rapporto inversamente proporzionale. La possibilit di aere questo vissuto strettamente connessa alla possibilit di aver avuto questa esperienza di rispecchiamento, cio che questo nucleo del s ha trovato uno spazio di esistenza nella misura in cui stato visto dalla madre e quindi in questa operazione di rispecchiamento. Cos come dall illusione nasce il rapporto con la realt, dall appercezione, questa percezione magica di qualcosa che ancora nell ambito della propria onnipotenza, nasce la percezione e quindi quello che lui scrive dicendo: << ora guarda creativamente e ci che io appercepisco lo percepisco anche>> che anche la possibilit di vedere oggetti interni e esterni : quindi un oggetto che oggettivo, nel senso proprio di aver raggiunto questo stadio di differenziazione. Che cosa accade se la madre non in grado di svolgere questa funzione di rispecchiamento? Tutto il lavoro materno possibile nella misura in cui vi tutto quello che Winnicott chiama la PREOCCUPAZIONE MATERNA PRIMARIA, nella traduzione del saggio indicata come apprensione che p una traduzione scorretta perch aprrensione nella nostra lingua rimanda di pi a un elemento ansiogeno, mentre la preoccupazione proprio essere preoccupati di qualcosa. E questo concetto importante perch laddove la madre non in grado di svolgere questa funzione una madre occupata da altro, la cui mente non ha spazio per l infante e quindi in qualche maniera PRE-OCCUPATA, occupata da qualcos altro che l infante. Quando si parlato dell holding come tenere in braccio fisicamente e questo tenere in vraccio che non solo fisicamente un tenere insieme i pezzi non integrati dell infante, ma un tenere nella mente della madre, in quanto una madre che in grado di rispecchiare e quindi di svolgere la sua funzione di specchio una madre che ha spazio nella mente per il proprio infante e i suoi bisogni, anzi all inzio questo spazio preso talmente dall infante al punto che uno stato di ritiro, che , se non fosse quello della madre che si occua del neonato di poche settimane, sarebbe uno stato psicotico. Quindi possono essere tanti i motivi per cui la mente del neonato occupata da ltro, pre-occupata e quindi l infante non trova spazio, ci possono essere motivi contingenti, pu essere presa dal lutto che un altro lavoro naturalmente, pu essere una madre depressa e qui entra anche ingioco la questione che pu essere una madre che non ha potuto godere a sua volta di questa funzione e non in grado di assolvere questa funzione, anche se questo da un lato vero e dall altro no, nel senso che pu anche accadere che una madre che non ha potuto godere di questo vissuto quando nata riesce attraverso le vicende della sua vita a utilizzare questa funzione anche come RIPARAZIONE delle sue carenze, come compensazione. E questo ci dice anche quanto sono complesse le cose ed difficile predeterminare quello che accadr: comunque quando per motivi interni o esterni o entrambi, una madre non in grado di avere uno spazio mentale per l infante e quindi non in grado di vederlo nei sui aspetti, potrebbe essere perch ha problemi lei stessa con degli aspetti della sua personalit, che non pu vedere nell altro, e entrano in gioco tutta una serie di elementi di altro

ordine, come per esempio si pu pensare a tutta la questione dell immagine che la societ ha tra maschio e femmina, l aggressivit che il bambino maschio ha molto pi accettata socialmente e d anche rafforzata comunque quando le cose non vanno sufficientemente bene queto lavoro materno di accogliere il gesto spontaneo dell infante che espressione del suo verso s, di rafforzarlo, di supportarlo e di costruire cos la fiducia nell infante di avere uno spazio di espressione, al gesto spontaneo dell infante la mdre contrappone un suo gesto con una richiesta di dargli senso, non lei che da senso al gesto dell infante, ma c come un inversione, i bisogni della madre prevalgono in qualche maniera o l incapacit, l impossibilit della madre di accogliere determinati aspetti. E anche qui ci ritrovi ameno nel discorso che fondamentale, in questa prima fase, che questa situazione l infante, rispetto alla questione dello specchio, scorge il volto della mamma prima del tempo, scorge la realt prima del tempo ed costretto a reagire: se c una richiesta inconscia di dare senso a quello che un gesto della madre, a cui l infante reagisce, e se questo diventa uno schema di vita, l infante esister solo in relazione ai bisogni dell altro, cio sono come tu mi vuoi, esiste solo nela misura in cui condiscende alle richieste dell altro e naturalmente non c spazio per la propria autenticit, creativit, non c spazio per il vero s. Se questo schema relazionale, reattivo nel primissimo vissuto dell infante diventa la costante e non solo se prevale nlla madre queste richieste di accondiscendere ai suoi bisogni, dare senso ai suoi gesti, ma anche se la madre a volte in grado di rispecchiare altre no (l inaffidabilit), l infante dovr imparare a fare il bollettino meteorologico degli umori della madre , pu diventare bravissimo in questo, perch pu perdere la speranza di trovare un rispecchiamento, di trovare uno spazio di espressione e quindi andr non soltanto alla ricerca nel mondo di qualcuno o qualcosa che possa rispecchiarlo, ma rispetto al rapporto con la madre pu andare alla ricerca del momento giusto in cui la madre in grado di fare quest opera di rispecchiamento, di andare a cercare di comprendere e prevedere quali sono i momenti in cui pu godere di questa funzione e quando no. Anche qui comunque tutto reattivo e in questo discorso entra naturalemente anche quello dell UTILIZZO PRECOCE DELL INTELLETTO, perch per fare tutto questo lavoro, specialmente in bambini molto dotati dice Winnicott, l intelletto si mette al servizio di questa funzione, ma anche l troppo precocemente e quindi viene ad essere inficiato quello che un processo estremamente delicato dell integrazione delle funzioni intellettive con l esistenza psicosomatica, diventa un funzionamento a s, che mira a questo scopo, a cercare di soddisfare questi bisogni di rispecchiamento laddove sono possibili, nella madre quando disponibile e altrove come possibile. Per completamente l opposto del poter STARE e GODERE della copertura materna sufficientemente salda e affidabile al punto di potersi permettere momenti di non integrazione, di rilassamento, ma sempre solo reattivo e naturalmente laddove queste configurazioni diventano schemi di vita si pu venire a creare un circolo vizioso, nel senso che se a d esempio la madre in grado di vedere il suo bambino solo in determinate condizioni, ad esempio solo l aggressivit pu rompere questa sorta di apatia materna, e quindi provoca come un risveglio della madre in questa funzione di specchio, l infante ha l espereienza di essere visto in quelle determinate condizioni, quindi quelle determinate condizioni si rafforzano perch sono le uniche che gli danno la senazione di potersi esprimere e quindi si rafforzer quell aspetto di personalit. (O si pensi pure quando il bambino malato). Queste sono cose che poi si trovano molto in tutti i lavori che si fanno anche nei bambini pi grandi, negli asili, nelle scuole, dove ci sono quei bambini molto aggressivi o iperattivi che semmai trovano attenzione negli adulti soltanto in quelle condizioni l: il bisogno di quei bambini molto spesso quello di essere visti in altre condizioni, quando sono tristi, quando sono calmi, non solo quando sono iperattivi o aggressivi perch quello funziona da rinforzo. Nella pratica dell osservazione questo lavoro di arrivare al punto di riuscire a vedere quello che nel bambino non stato visto porta delle modificazioni straordinaria. Questa possibilit di essere visto anche in relazione naturalmente con le FANTASIE MATERNE sul proprio bambino, con i desideri della madre inconsci e naturalmente anche in relazione con tutto quel lavoro che la madre deve fare per mettere insieme il bambino immaginato con il bambino reale, che pu essere molto diveso,e

questo pu avvenire anche semplicemente sul genere dell infante, cio se il desiderio molto forte era di avere una bambina invece di un bambino , quasi come indicare una strada alla infante, dirgli che in quella direzione si pu sviluppare perch l che trova una via di accesso. Quando le cose vanno sufficientemente bene la personalit si struttura in maniera tale che c un VERO SE , che corrisponde a questo nucleo che si sviluppato, che ha trovato spazio di espressione e che pu godere di una realt interna personale e di uno schema corporeo sentito come personale e diventa sempre pi complesso, e possiamo dire che la personalit composta da questo nucleo del vero s e da una zona periferica, dice Winnicott, che il FALSO SE . Una zona periferica che pi in rapporto con la realt e che la base dell ADATTAMENTO SOCIALE, cio quello che ci consente di entrare in rapporto con tutte le esigenze del mondo esterno anche nella misura di richieste che vengono dal mondo esterno, richieste rispetto all educazione, alla socialit, per andare incontro a dei compromessi che non mortifichino troppo il nucleo centrale della personalit. Quindi il falso s come se fosse il SE CUSTODE (cos lo chiamava una paziente di Winnicott), e questa zona periferica della personalit compiacente alle richieste esterne (educazione ed adattamento sociale), per in una misura tale che non mette in discussione il bisogno di espressione del vero s. E come se il falso s avesse il compito di difendere, di custodire il vero s e di dargli possibilit di esprimersi, facendo un compromesso con la realt. Se le cose vanno sufficientemente bene il compromesso non metter in discussione l autenticit della persona, ma si ferma laddove le richieste della realt mettono troppo in discussione questo nucleo interno e in questo senso Winnicott scrive:<< nella situazione di salute il compromesso cessa di diventare lecito quando la posta in gioco diventa cruciale>>, quando cio per adempiere alle richieste della realt richiesta una mortificazione dell autenticit della persona. Quando succede questo il vero s capace di annullare il s compiacente. Quindi il falso s ha questa funzione di trovare dei compromessi che permettono di soddisfare le richieste che provengono dall esterno, ma di soddisfare anche i bisogni di espressione che vengono dal vero s, in modo che i compromessi che noi facciamo con la realt non diventino una caratteristica di schema di vita, non prendono tutto il vissuto, ma lo prendono nella misura in cui necessario per l adattamento sociale, posto che ci sono spazi di espressione per il vero s. Quando questo compromesso mette in discussione troppo il vero s, il falso s salta,perch c un vero s sufficientemente forte che pu rifiutarsi. E dunque questo vero s, cos come nella primissima fase di vita ha la necessit di essere totalemtne isolato, di non essere costretto dalla realt esterna che si configura come urti a reagire, c una parti di noi, della nostra personalit che deve rimanere isolata: un mito questa cosa che bisogna comunicare tutto, ma ci sono delle parti molto intime di noi che emergono solo in determinate situazioni, con determinate persone o hanno bisogno di rimanere protette, isolate, di non esprimersi. E quando appunto le cose non vanno sufficientemente bene invece, tutto questo spazio di espressione o di sviluppo del vero s mortificato, in gradi diversi (Winnicott nell articolo presenta una gradazione di falso s , dalla situazione di sanit a quella di patologia) e questo in relazione con quanto naturalmente stato mortificato nella sua espressione del suo sviluppo il vero s o quanto ha trovato spazio. E l nella dinamica della diade, invece di prevalere questo bisogno del nucleo centrale dell infante di trovare lo spazio di espressione di supporto e di sviluppo dunque, prevalel inverso, cio prevale il bisogno della madre e dunque c una richiesta di adempiere a quelle che sono i bisogni della madre, di essere compiacente alle richieste, c come un soffocare da parte della madre di quello che lo spazio di autenticit e creativit dell altro. E anche qui troviamo una situazione di reazine, per cui l infante pu godere delle cure materne soltanto nella misura in cui compiacente alla richiesta della stessa, che ha un effetto di rinforzo. Dice Winnicott che:<< questo s compiacente, che poi il FALSO S, pu diventare talemtne forte, che pu diventare una specialit quella dell IMITAZIONE>> ( vedi il film: talento di Mr Ripley o Zelig), io esisto e sono soltanto in relazione a come TU MI VUOI. Naturalmente questa capacit di adatarsi alle richieste dell altro, che diventa appunto capacit imitativa, pu essere anche la base del processo di SUBLIMAZIONE, dice Winnicott, per esempio della capacit di reciazione, per una cosa l attore che

sviluppa queste straordinarie capacit di mettersi nei panni di una persona e di diventare un altra persona nella recitazione, ma che mantiene una sua vita privata e un suo senso di realt altrove; altra cosa sentirsi reali solo nell imitazione. Lo stesso fenomeno acquisisce caratteristiche diverse nel senso di come vissuto, la cosa importante che si sia sviluppato questo senso di autenticit che non sempre si pu esprimere, nel senso che non sempre si pu essere spontanei o autentici, per c un area della vita in cui lo possiamo essere. Il FALSO S dunque una difesa, questo nucleo periferico che ha il compito di proteggere il vero se e di trovare quei canali per cui il vero s si esprima, ma in una situazione patologica pu diventare una difesa che Winnicott mette tra le difese psicotiche, cio una difesa dallo sfruttamento e dunque una difesa dall annientamento del vero s: cio nella misura in cui l infante non pu avere questo vissuto di espressione attraverso il gesto spontaneo e questo gesto spontaneo non solo non viene visto, ma addirittura viene coperto da un gesto materno e da una richiesta materna, essendo quel gesto spontaneo il vero s in azione, questa dinamica rappresenta un pericolo di annientamento del vero s, nella misura in cui non solo non pu essere, non pu esprimersi, ma deve piegarsi totalmente ai desideri dell altro. In questo senso il falso s rappresenta una difesa rispetto a questo nucleo, che fino a un certo grado di patologia, pu rimanere inviolato. La costruzione del falso s che prende sempre pi spazio una difesa dall esperienza di sfruttamento del vero s, sfruttamento perch piegato al bisogno dell altro e quindi annientamento del vero s. E anche qui naturalmente troviamo che l intelletto attivato precocemente e messo al servizio della difesa pu essere molto utile in questa operazione di compiacenza di rispondere al desiderio dell altro, ad essere bravo a capire il desiderio dell altro e adeguarsi, che in una certa misura normale, lo facciamo tutti , ma nella misura in cui ci non comporta un eliminazione dello spazio di espressione autentica. Questa difesa del falso s che si attiva per proteggere il vero s dall annientamento pu diventare talmente forte, talmente strutturata che finisce per diventare una minaccia per il vero s, nei casi pi gravi; nel senso che nasce come difesa (difesa di ordine psicotico che si attiva in questa fase precocissima contro le condizioni di carenza ambientali molto pericolose) e nella sanit il vero s esiste e ha trovato spazio di espressione, ma contemporaneamente si sviluppata questa zona periferica di personalit che ha il compito di svolgere questo compromesso con le richieste della realt esterna e quindi quella parte della nostra personalit che frutto dell educazione, ma andando avanti in questa gradualit Winnicott parla di una situazione in cui il falso s ha il compito di trovare quelle condizioni per cui il vero s stesso si esprime e quindi semmai attraverso sostituti delle figure primarie, ma se questo non accade, se non possibile trovare queste compensazioni, entrano in gioco di difese pi forti per cercare di difendere questo nucleo di autenticit che rimane e se questo tentativo fallisce in maniera reiterata e qui, dice Winnicott,che c il RISCHIO DI SUICIDIO perch se il falso s non riesce nel suo compito, quindi c un senso di un se reale che per non si potuto esprimere e questo Falso s non riuscito a trovare uno spazio di espressione, l unica via di fuga per evitare lo sfruttamento del vero s quello di ANNULLARE TUTTO e quindi il falso s ha il compito di organizzare il suicidio. Il paradosso che questo non un livello pi grave del falso s, perch esiste ancora un qualcosa, che si trover anche ll analisi di altri fenomeni, e per Winnicott estremamente importante, esiste ancora la speranza, la SPERANZA di trovare degli spazi di espressione, che se viene delusa in maniera reiterata, pu portare al suicidio. Pi si avvicina alla patologia, pi questa speranza non esiste pi e quindi paradossalmente il fenomeno sembra meno grave, ma in realt rispetto a questa idea dell importanza per la sanit di un sentirsi reali, sentirsi veri e spontanei, tutto questo ovviamente viene a mancare. Comunque la cosa importante in questo livello intermedio di gravit, cio il livello in cui esiste ancora il vero s ed esiste ancora la speranza che trovi un canale di espressione, che qualcuno possa supportarlo, li che c il rischio di suicidio, se questa speranza viene delusa troppo a lungo. Un livello successivo come se ci fosse molto pi falso s che vero s, esiste ancora il verso s, per pu esistere solo in situazioni di ritiro assoluto (diventa psicosi). Tutto questo di cui stiamo parlando, questo insieme fatto da tutti gli spetti della funzione materna e dei processi di sviluppo e come entrano in

gioco questi due aspetti nel funzionamento della diade, tutto questo pu essere visto come il passaggio dal principio di piacere al principio di realt sul piano della teoria tradizionale. Nel livello pi grave il falso s si costituisce come PERSONA REALE e gli altri lo prendono come persona reale, neanche il soggetto si rende pi conto che c una mortificazione di una parte autentica e sono anche le persone pi brillanti, dice Winnicott, possono essere persone molto brillanti, per il contatto con la realt solo reattivo e compiacente, per cui pu avere un grande successo una persona tutta falso s,e, naturalmente neanche pi il suicidio ha senso, perch se non c stato proprio spazio, non esiste nemmeno la percezione di qualcosa che manca (sono persone che non andranno mai in analisi), per non c autenticit e creativit possivile e non c , dice Winnicott, possibilit di RIPOSO, inteso come stato i rilassamento, non integrazione, che sarebbe vissuto come CROLLO PSICHICO, quindi non si pu fermare mai. Non ha senso il suicidio , scrive Winnicott (pag 251), e per l individuo in tale caso estremo, veramente non conta di essere vivo o morte. Il suicidio di scarsa importanza quando un tale stato di cose fortemente organizzato in un individuo, e persino lo stesso individuo, non in alcuno modo consapevole di ci che avrebbe potuto essere o di ci che stato perduto o che manca. Winnicott nel suo articolo dice pure che bisogna stare molto attenti alle persone dal falso s, perch c talmente una capacit di costituirsi come persone reali e di farsi prendere come persone reali, che c un livello di inganno profondissimo e bisogna stare molto attenti sia rispetto al training analitico, cio a non prendere in training analitico le personalit falso s molto spiccate, perch il rischio quello di fare un analisi eccellente, brillante, soltanto che l analista ha avuto a che fare solo col falso s, che bravissimo a rispondere a tutte le sollecitazioni inconsce dell analisa, ma non si smuove di una virgola. Una paziente di Winnicott lo chiama il S CUSTODE, sottolineando questa funzione di difesa e Winnicott scrive (pag 181) che <<si deve riconoscere che, nell analisi di una falsa personalit, l analista pu parlare al vero S solo al falso s del paziente. E come se una balia portasse un bambino, e dapprima l analista discute il problema del bambino senza prendere contatto con lui (la balia il falso s e il bambino il vero s). L analisi ha inizio finch la balia non lascia il bimbo solo con l analista e fino a che il bambino non in grado di restare solo con lui e di cominciare a giocare. Al punto di transizione, quando l analista comincia ad entrare in contatto con il vero s del paziente, interviene necessariamente un periodo di estrema dipendenza, che spesso viene misconosciuto nella pratica analitica. Il paziente ha una malattia, o in qualche altro modo d all analista una possibilit di assumersi la funzione di FALSO SE (balia), ma l analista a questo punto non riesce a vedere ci che sta succedendo e di conseguenza altre persone hanno cura del paziente che diventa dipendente da loro in un periodo di regressione mascherata alla dipendenza, e l occasione perduta. Gli analisti non preparati ad andare incontro ai pesanti bisogni dei pazienti che diventano dipendenti in questo modo devono dare attenzione che i loro casi non includano tipi di falso s>>. Un altro esempio, in questo caso clinico, quando Winnicott parla di un paziente che aveva gi svolto un analisi in maniera estremamente brillante, ma che aveva cercato poi un altro analisita perch da qualche parte di s sentiva che non era servita quell analisi, e nella misura in cui c ancora questo bisogno di chiedere non siamo naturalmente nella fase pi grave, perch l non c possibilit di riconoscere l altro, perch chiedere significa anche la fiducia di trovare qualcosa e avere quella sufficiente strutturazione psichica per lavorare sulle carenze. Comunque nell esempio clinico di Winnicott dice che questa persona tornata da lui e dice che all inizio si pu fare analisi solo al falso s, come se non permettesse il contatto in una sorta di difesa dall angoscia impensabile dell annientamento del vero S. Quindi soltanto se si riesce a costruire una base sufficientemente solida, che a un certo punto la balia (il falso s) consente di fare intravedere cosa c dietro e man mano lavorare l. Winnicott racconta la svolta dell analisi con questo paziente che c stata quando a un ceto punti lui ha detto:<< io mi rendo conto che lei non esiste>>, cio ha fato parola ad un vissuto perch il paziente finalmente abbia il senso di vedersi riconosciuto un bisogno che stato sempre mortificato e l si apre lo spazio. Nel momento in cui l infante, avendo potuto godere della copertura materna e di questo breve periodo di illusione ha iniziato a progredire lungo le vie di sviluppo

come 1) PROCESSO DI INTEGRAZIONE DELL IO, 2) PERSONALIZZAZIONE, 3)REALIZZAZIONE con tutte le basi per entrare in rapporto con l oggetto, con la realt che sono nel vissuto di illusione. Quindi l infante dispone di un Io che ha iniziato ad integrarsi e che dunque inizia ad essere in grado di organizzare l esperienza a partire dai dati sensoriali che riceve e dispone di un unit psiche corpo grazie al processo di personalizzazione e di una membrana limitante, che ha iniziato a formarsi e che anch essa la base per il rapporto con gli oggetti perch comporta una differenziazione tra interno e l esterno. Il nucleo del s si dunque iniziato a sviluppare grazie all apporto materno, questo vero s si gi cominciato ad esprimersi e c questo inizio di sentire uno schema corporeo di una realt interna, che entrer poi nella dinamica della relazione con quella esterna. Ovviamente, parallelamente a queste acquisizioni di sviluppo dell infante, ci sono delle modificazioni nelle cure materne, man mano che il bambino (4-6 mesi) ha iniziato a svilupparsi, la madre progressivamente si DEIDENTIFICA da quela identificazione possente e totale che le consentiva di comprendere i bisogni del suo infante dal di dentro (erano una cosa sola) e comincia a far decrescre le sue cure e inizia a comprendere che i bisogni del bambino cominciano a essere proprio quelli dell idea dell allontanamento materno, perch in grado di tollerare. E come se la madre sapesse a un certo punto che i bisogni del bambino sono cambiati e sono cambiate le capacit, ed capace di ATTENDERE. Naturalmente fondamentale questo DEADATTAMENTO materno, perch costringe il bambino a procedere sulla strada dello sviluppo in modo graduale e questo venir meno della madre progressivo, i fallimenti, che significa che non risponde subito o che non comprende subito e che quindi che nel vissuto dell infante entra qualcosa che nell ordina della frustrazione, che lo costringe ad attendere e a utilizzare le sua nuove acquisizioni per poter attendere senza sentire di andare in pezzi, perch ha delle capacit che lo aiutano a tollerare questa dilazione. Una madre sufficientemente sana nella FASE DELLA DIPENDENZA RELATIVA, deve riadattarsi, perch mantenere un adattamento magico ai bisogni dell infante (anzi del bambino), in una fase in cui il bambino comincia ad essere in grado di attendere, sarebbe soffocare lo sviluppo, sarebbe un far perdere al bambino quell elemento propulsivo che il venir meno progressivo e graduale dell apporto materno, che lo costringe a fare i conti con la realt e a sviluppare il pensiero. E in riferimento poi all altro processo di sviluppo fondamentale che la FUSIONE DEI DUE ISTINTI, AGGRESSIVITA E AMORE, il riadattamente materno significa anche che la madre d all infante, al bambino motivi di collera, perch non rispondendo immediatamente ai bisogni, immettendo dunque la frustrazione, la frustrazione, la frustrazione induce collera, ma la collera anch essa propulsiva per l entrata in rapporto con la realt. L aggressivit importante per l entrata in rapporto con la realt, dice Winnicott, se non ci fossero motivi di collera il bambino non sarebbe costretto a fare i conti con questa realt che entra nel suo vissuto e che lo costringe a fare qualcosa e che corrisponde poi a un processo di integrazione di queste due componenti istintuali . Comunque fatto sta che la differenza relativa un dramma, perch vero che il bambino pi grande ed pi attrezzato per fare i conti con questa realt che entra nel suo vissuto, ma questa realt che entra nel suo vissuto significa che il bambino costretto progressivamente a fare i conti con la realt della sua dipendenza della sua impotenza, della sua dipendenza dall oggetto, il bisogno dell oggetto. Non un caso che i neonati non mostrano subito paura e ansia all allontanamento della madre, occorre un po di tempo perch nei primissimi mesi di vita, visto che l infante in una situazione di indifferenziazione, non si accorge che la madre altro da s, la perdita prolungata della madre viene vissuta come mutilazione, non genera frustrazione, si perde un pezzo di s. Nella dipendenza relativa il bambino si confronta col dramma della perdita della madre e il bisogno della madre diventa possente, perch il bambino ha iniziato a differenziare tra s e la madre e ha iniziato a sentire il bisogno per la sua sopravvivenza della presenza materna ed quindi quell oggetto, non uno qualsiasi. Anche per la madre un dramma per certi versi e se le cose vanno sufficientemente bene la madre aiutata in questo suo progressivo deadattamento dal bisogno e dal desiderio di prendersi la sua vita, a cui aveva completamente rinunciato, aiutata dal desiderio per il padre, per dice Winnicott per certi versi pi facile il lavoro

dell illusione per la madre che non quello della disillusione. (la madre o sveglia dall illusione), pi difficile sia perch questi processi ovviamente non sono mai lineari, ma un andare avanti e indietro, cio il bambino nella fase di dipendenza relativa alterna momenti doe prevale il bisogno di fusione a momenti dove prevale il bisogno di differenziazione, e la madre sta dietro a tutto questo (del resto anche in Freud nello sviluppo psicosessuale parliamo di cose diverse, ma non che andare avanti significa perdere quello che c dietro) e si vedr con il TRANSIZIONALE che il bisogno di ritrovare momenti in cui il dolore della separazione si attenua esistono anche per noi, solo che sono iscritti pienamente nel principio di realt, sono temporanei, mentali e prendono poi le sembianze di certee aree della nostra vita. Quindi per la madre pi difficile stare dietro i tempi del bambino, stare dietro a questi bisogni altalenanti e dice Winnicott paradossalmente pi facile per una madre inesperta, perch come se le madri che hanno avuto molti figli acquisissero poi degli automatismi che possono rendere pi difficile stare al passo coi tempi personalissimi di quel bambino, anche perch i bambini sono diversi tra di loro, procedono in maniera differente e poi certo per la madre c anche questa questione di dover fare i conti con una perdita di potere, il potere assoluto con l infante inerme che dipende da noi che faticoso, soffocante, ma anche gratificante dal punto di vista narcisistico. Allora la madre deve rinunciare anche a questo ed naturalmente aiutata da questo desiderio di riavere la sua vita e da questa figura paterna che fondamentale che nella mente della madre, il desiderio sessuale l aiuta. Cio una madre sufficientemente sana compensata di questa perdita di indispensabilit dal fatto che questo de adattamento, questa disillusione, lo aiuta a riprendersi parti della sua vita ed compensata anche dallo sviluppo del bambino, perh una madre sana gratificata dal vedere che il bambino si sviluppa e ha sempre meno bisogno di lei. Quindi i suoi bisogni narcisistici, se non sono troppo elevati tali da finire col soffocare questi processi, vengono compensati dal fatto che questo bambino si sta sviluppando e sta acquisendo delle capacit. In tutto questo naturalmente importante capire che cosa significa il de adattamento sul piano dell interazione quotidiana: la madre si accorge che i bisogni del bambino sono cambiati, che non ha bisogno di un adattamento assoluto, ma che in grado di dare un segnale per il soddisfacimento dei bisogni e di conseguenza lei attende che arrivi questo segnale. Dunque molto importante che non anticipi i bisogni del bambino significa che nella mente del bambino, grazie alle esperienze avute nella primissima fase di vita,iniziano ad operare dei meccanismi mentali che sono funzionali a questo lavoro della dilazione, dell attesa, della tolleranza, della frustrazione, senza che sia troppo angoscioso. E qui poi Winnicott riprende la famosa nota di Freud del:<< purch vi si includano le cure materne>> perch quella nota continua con il discorsdo della allucinazione e Winnicott, riprendendo questa nota, che in questa nota appunto Freud sta parlando gi del bambino non dell infante, laddove scrive: <<l infante probabilmente allucina l appagamento dei propri bisogni interiori, rivela il proprio malessere per stimoli troppo forti e per il mancato soddisfacimento mediante la scarica motoria dell urlare e del dimenarsi e sopra di ci attua il soddisfacimento allucinatorio>> (pag 212). Nel vissuto dell illusione, che visto da Winnicott come questo sovrapporsi delle due linee, da un lato l infante con il suo bisogno che non ha caratteristiche, l0infante non sa che ha bisogno del seno, e il seno che arriva nel momento in cui pronto a riceverlo e con questa esperienza che reiterata che monotona impara che proprio del seno che aveva bisogno. Il seno per arriva con tutta una serie di dati sensoriali che sono appunto il sapore, il calore, le sensazioni tattili, etc. pi avanti, quando semmai l allattamento finito, c la mamma che prepara la pappa, ci sono tutti i rumori della cucina, sono tutti dati dell esperienza reale che il bambino quando un po pi grande, in grado di rievocare nel suo mondo interno. E questo rievoca il soddisfacimento in maniera allucinatoria e rievocando nel suo mondo interno, in maniera allucinatoria, questa esperienza di soddisfacimento, pu aspettare che il seno vero arrivi. Quindi l allucinazione funzionale alla dilazione, lo aiuta a tollerare l assenza del seno e la non risposta immediata. E naturalemtne anche qui i tempi sono importanti, nel senso che per quanto pi grande, per quanto dotato di un bagaglio i esperienza, il bambino deve incominciare a utilizzare in forma

organizzata questi dati per anticipare allucinatoriamente il soddisfacimento. Le vie di sviluppo sono partite, quindi l infante dispone di una serie di cose, dispone di un IO che ha iniziato a integrarsi e quindi che in grado di organizzare l esperienza, dispone di una membrana limitante e di un corpo che procede in maniera integrata con la psiche e con l intelletto. La dipendenza relativa si riferisce allo stato in cui l infante e in questa fase ci sono tutti i concetti del deadattamento materno, della disillusione (percorso che deve fare l infante sostenuto dalla madre) che a sua volta corrisponde a un processo di separazione, grazie a questa realt interna che si venuta a creare e che si sta progressivamente differenziando dall esterno. Se il bambino presenta molta ansia all assenza della madre in questa fase perche comincia a percepire che lui e la madre non sono pi una cosa sola e quindi la perdita pericolosa (prima la perdita se c era non era vissuta come perdita di un oggetto esterno, ma come perdita di una parte di s, una mutilazione=. Qui entra la dinamica della frustrazione che un altra cosa, mi posso arrabbiare, pu essere molto angosciosa se questa attesa si prolunga nel tempo, per in qualche maniera qualcosa che arriva ad un apparato psichico che comunque si iniziato a strutturare e che ha delle capacit di difendersi rispetto a prima. Da cosa dipende il fatto che il bambino sia in grado di tollerare per un certo tempo? Che cosa successo? Attraverso queste esperienze reiterate, monotone della prima fase, non solo si creato un mondo interno che si cominciato a differenziare da quello esterno, ma nel mondo interno del bambino si costruita una fiducia in quello che Melanie Klein chiamer OGGETTO BUONO INTERNO. Nel vissuto interno del bambino c una madre buona, sufficientemente buona, affidabile, c un soddisfacimento che arriva si costruita la fiducia in tutto questo, che lo aiuta a sopportare l attesa e il dolore per il fatto che non arrivi subito. E come se il bambino avesse introiettato questa esperienza positiva, che il suo bagaglio adesso e che lo aiuta a mantenere la fiducia che quelle cure arrivino anche quando sono fallimentari, e in questo essere fallimentare lo costringono a fare delle cose. L allucinazione per Freud e anche per Winnicott il prodromo del pensiero, da l che si sviluppa il pensiero, il pensiero nasce nell assenza, nasce per necessit. Naturalmente i tempi sono importanti, i tempi di attesa sono importanti e il bambino pu attendere un certo tempo, che corrisponde al tempo in cui in grado di mantenere questa immagine di un soddisfacimento di cure buone che arriveranno. Oltre un certo tempo, c il rischio che questa immagine sfumi al punto tale che si perde e l angoscioso e la madre sa quanto pu aspettare il bambino, che anche una capacit che cresce, naturalmente, questa dell attesa. Quindi nell illusione il seno l oggetto creato dall Io onnipotente, e non distinto dall infante, nell allucinazione il seno che allatta ricreato nella mente del bambino, un operazione mentale, quindi gi un oggetto oggettivo, un oggetto della realt esterna, comincia ad essere un oggetto della realt esterna che deve arrivare ha fiducia che arrivi. Mentre cresce dunque la capacit del bambino di capire tutto questo processo di separazione, l onnipotenza decresce, per prima di arrivare a quello che Winnicott chiama il rapporto con la realt percepita come esterna da me , che rispetto al rapporto con l oggetto Winnicott chiamer << dell uso dell oggetto>>, nel senso delle capacit di usare l oggetto concepito esternamente da me, prima di arrivare a quello, c una fase di compresenza di queste due cose, che aiuta nel percorso ed proprio il TRANSAZIONALE. In questo svegliarsi dall illusione, con questo dramma della dipendenza relativa, il bambino aiutato anche da altre capacit e per esempio, dice Winnicott la capacit di fare identificazioni (allattamento al seno: il bambino mette il dito nella bocca della mamma: si sta identificando con la mamma, e quindi anche li questo sollievo derivante dal fatto che agisce l esperienza invce di subirla. Ed un sollievo per l impotenza, per la dipendenza mettersi al posto di, identificarsi. Si mette il pollice in bocca: quel poccile che parte del corpo del bambino, che sta per qualche altra cosa, ma non ancora un simbolo, sta per il seno, lo aiuta ad aspettare, per ancora sotto il controllo onnipotente del bambino, perch parte del suo corpo. In quel gioco Winnicott dice di mettere il dito nella bocca della madre come l espressione esterna di un processo interno che sta avvenendo che il bambino si identifica con la madre e quindi con quella di cui lui ha bisogno, e questo lo aiuta a tollerare questa dipendenza. E il vantaggio del mettersi in una posizione attiva, in

un esperienza dolorosa che quella di sentirsi dipendente e quindi bisognoso in maniera totale dall altro e contemporaneamente c0 un mettere dentro questa esperienze buone che vanno a formare quello che la Klein chiamer oggetto buono interno, che diventa utile al bambino per tollerare tutto il dolore, la frustrazione, la rannia, che deriva da questo entrare in contatto con la dipendenza. Quando il bambino ha questa buona esperienza come se nel prendere il latte come il mettere dentro cose buone, che diventano l il baluardo per far fronte a cose cattive, dell ordine del gestire la frustrazione, l aggressivit, i desideri di aggressione verso l oggetto con tutte le ritorsioni, la paura di perdere un oggetto fondamentale perch lo abbiamo attaccato, il mondo interno feroce: anche Freud e il super Io quello che giudica e punisce, ma ha anche un elemento protettivo che contemperer quello rimproverante, perch noi abbiamo introiettato sia tutto l ambito dell educazione, dell osservazione, ma anche tutte le funzioni di sostegno, di protezione delle figure genitoriali, che nel nostro mondo interno aiutano a tenere a bada quelli che la Klein chiama gli oggetti cattivi. Il processo che sta dietro l identificazione l introiezione: i popoli primitivi che mangiano i nemici o gli animali che hanno delle qualit importanti, perch pensano che poi lo diventeranno loro: ora questo sul piano fisico esattamente quello che avviene sempre, dall esperienza noi prendiamo e mettiamo dentro. E nell identificazione anche, che un processo pi evoluto di un mettere dentro cose, che provengono dall esterno innanzi tutto dalle figure primarie naturalmente. In questa fase entra in gioco LA QUESTIONE DEL TRANSIZIONALE. [pag 61] Winnicott parla di esperienza di soddisfacimento, succhiarsi il pollice, per contemporaneamente il bambino fa anche altro cose, cio con l altra mano il bambino prende in bocca, insieme con le dita, un oggetto esterno, per esempio una parte di lenzuolo o di coperta; in un modo o nell altro il pezzo di stoffa tenuto in bocca e succhiato o non proprio succhiato; gli oggetti usati comprendono naturalmente tovaglioli e ( pi tardi) fazzoletti, e ci dipende da che cosa a portata di mano e disponibile; il bambino incomincia nei primi mesi a tirare la lana e a raccoglierla e ad usarla per la parte dell attivit che ha a che fare con l accarezzare, meno comunemente la lana viene deglutita non senza complicazioni,compaiono attivit della bocca accompagnate da azioni come mani-mani , i balbettii, rumori anali, le prime note musicali e cos via. Ed come se in quest area di illusione cominciasse ad entrare qualche altra cosa, anzi entra gi da prima qualche altra cosa, questo prendere in mano qualcosa o fare dei suoni, qualche cosa che appartiene alla realt esterna, ma che nel momento della fase primaria non ancora percepito come appartenente alla realt esterna, per concorre a questa esperienza di soddisfacimento. E legato all esperienza corporea, nel senso che ha a che fare con qualcosa del tatto e l OGGETTO TRANSIZIONALE, ch un oggetto che parte dell esperienza della prima fase, per qualcosa che proviene dalla realt esterna e che poi pian piano, diventa un oggetto privilegiato, cio il bambino stabilisce una relazione privilegiata con questo oggetto, che pu essere un pezzetto di stoffa, una bambolina, quello che si vuole: non importante quello che l oggetto ma la funzione che ha per il bambino, la relazione che il bambino ha con quell oggetto e si chiama transazionale perch ha questa caratteristica fondamentale di traghettare, cio parte dall onnipotenza e traghetta fuori dall onnipotenza. Dice Winnicott che l oggetto transizione sta tra il pollice e l orsacchiotto e per essere transazionale deve avere delle caratteristiche tra cui fondamentale che sia a termine, cio c una fase in cui importante, ma poi quell oggetto, a un certo punto, viene progressivamente disinvestito, perde di importanza, va sullo sfondo nella misura in cui ha fatto il suo lavoro e nella misura in cui poi il transazionale si diffonde nei fenomeni transizionali. Laddove un oggetto ha una funzione di mettere un tappo a una mancanza Winnicott parla di OGGETTO CONSOLATORIO, per c una funzione di fissazione a quella cosa, che non ha quindi funzione di traghettare da un altra parte, ma rimane ancorata l (vedi fenomeno tossicodipendenza) un surrogato, ma non propulsivo per lo sviluppo, una compensazione a una mancanza che per rimane tale, mentre l oggetto transazionale un viaggio, il viaggio verso il simbolo che sarebbe l orsacchiotto. Dice Winnicott l oggetto che STA TRA, tra il pollice e l orsacchiotto, il pollice come soddisfacimento sostitutivo per che fa parte del mio corpo ed ancora sotto il mio controllo onnipotente

e l orsacchiotto che un vero e proprio simbolo di qualcos altro. E qualcosa che viene utilizzato che parte dall area dell esperienza primaria, l area dell llusione e che progressivamente viene utilizzato dal bambino in momenti specifici, nel passaggio tra la veglia e il sonno, nei momenti di difficolt ed quel momento INTERMEDIO, se noi lo vediamo dal punto di vista di come si evolva la relazione con l oggetto, in cui sono dentro le caratteristiche della prima fase e della seconda e per contemporaneamente, contenendo entrambe le caratteristiche, PARADOSSALE, deve contenere paradossi dice Winnicott. Dice che non ne corpo del bambino, n corpo della madre, n un oggetto interno, n un oggetto esterno contemporaneamente entrambi per il bambino, Dal punto di vista del bambino l oggetto trnasizionale parte di s e parte della realt esterna, contemporaneamente creato dal bambino nella sua onnipotenza e trovato dal bambino nella realt esterna, contemporaneamente unisce e separa, come una fase intermedia che contiene il passato e inizia a contenere il futuro, che ha questa funzione fondamentale di traghettare dal passato al futuro che quello della relazione con l oggetto esterno. Questi paradossi non vanno sciolti, dice Winnicott insensato chiedere al bambino se l ha creato o trvato, se quell oggetto la mamma o s stesso, perch contemporaneamente entrambe le cose e in questo senso paradossaled trnasizionale nella misura in cui contineie il paradosso, nella misura in cui questo paradosso non va sciolto. La caratteristica fondamentale che sia a termine, cio nell esperienza del bambino, ma mano che comincia a definirsi come una 3 area della mente, che sta tra la realt interna e realt esterna che contiene entrambe e che guarda caso nella vita adulta po sar tutta quell area legata all esperienza che danno piacere, dalla filosofia, dalla cultura, alla funzione dell opera d arte, a una partita a tennis. Winnicott scrive: <<che cosa facciamo quando ascoltiamo una sinfonia di Beethoven o andiamo a vedere una pinacoteca o leggiamo a letto un bel libro o giochiamo a tennis? Che cosa fa un bambino quando seduto a terra e gioca sotto gli occhi della madre? Che cosa fa un gruppo di adolescenti che partecipa a un concerto Pop? Piuttosto dove sta? Dove siamo in quei momenti? Siamo in un area intermedia che non ne dentro n fuori, e nella misura in cui un luogo di rposo dove la separazione e tutta la difficolt del rapporto con l alterit, con il conflitto, si potessero attenuare senza per essere delirante>> Cio sono momenti, luoghi, in cui siamo in un area intermedia in cui siamo uniti e separati. E una fusione che si crea, temporanea, iscritta nel principio di realt, passa, per ne abbiamo bisogno per attenuare ogni tanto la fatica della vita e della relazione on gli altri. E dunque come se ci fosse bisogno di un intermedio prima di fare i conti con la realt esterno in quanto alterit, che appunto significa impotenza. E si pensi a un bambino dai (dai 6 mesi ai 2 anni) come vive tutto questo, che sprovvisto di tutta la struttura ben consolidata delle esperienze che ci hanno aiutato ad affrontare le difficolt . E come se si dovesse potenziare a 100000 quello ce noi proviamo di fronte a una cosa che ci fa sentire impotenti, sono dolori fortissimi e Winnicott ci mostra come se c bisogno di una gradualit, che per si mantiene anche quella nella vita adulta perch abbiamo bisogno di allentare in certi momenti queste tensioni legate a tutto il lavoro che dobbiamo fare, nel confrontarci con l esterno, nel prendere e dare, i conflitti e tutto il resto appresso. Il gioco l area transazionale per eccellenza: il bambino nel gioco riproduce qualcosa che ha a che fare con la propria realt interna, per con oggetti che sono della realt esterna e dunque l c anche una funzione di elaborazione in pi oltre che il piacere di essersi sollevato dalle tensioni.( vedi esempio clinico famiglia con vari bambini, dove uno sembra sviluppare quello che lui definisce un oggetto consolatore l altro un oggetto transazionale golfino). La cosa fondamentale che perch sia transazionale deve aiutare nel transito e poi, una volta aiutato nel transito, viene un po lasciato andare ed importante dice Winnicott anche che rimanga sempre uguale a s stesso: poich quello l oggetto sul quale si riversa la libido e aggressivit del bambino, che sono il suo bagaglio pulsionale, importante che ad esempio non venga lavato, perch quello anche un elemento di continuit dell esistenza del bambino,<<zozzoso e buono>>, gli serve cos, diventa un'altra cosa non pi lui se viene lavato. Winicott infine sottolinea che oggetti transazionali possono essere tante cose, una musichetta e la cosa importante guarda la relazione che il bambino ha e a pag.63 indica la qualit

speciale nel rapporto, cos il bambino assume diritti, lo ha creato, per contemporaneamente c un limite alla sua onnipotenza, perch nella misura in cui viene dall esterno, trovato dalla realt esterno, l oggetto trattato con affetto e al tempo stesso amato con eccitamento e mutilato, l oggertto dell investimento pulsionale del bambino, non deve mai cambiare a meno che non venga cambiato dal bambino (quindi una cosa il presentare gli oggetti tra cui il bambino potr scegliere, altra cosa imporre, sia nel darlo, sia nel toglierlo naturalmente, deve sopravvivere all amore istintuale ed anche all odio e se questo fosse una caratteristica alla pura aggressivit (questa questione della SOPRAVVIVENZA che inizia nel rapporto con la madre fondamentale e da il via all integrazione tra amore e odio), al bambino deve sembrare tuttavia che l oggetto dia calore, o che si muova o che abbia un suo tessuto, o che faccia qualcosa che provi l esistenza di una sua propria vitalit o realt ( un oggetto vivo per il bambino): proviene dall eserno secondo il nostro punto di vista, ma non secondo quello del bambino. N viene dall interno, non un allucinazione (come il compagno immaginario ad es), il suo destino che gli venga gradualmente concesso di essere disinvestito di cariche, in modo tale che nel corso degli anni non diventa tanto dimenticato, quanto, piuttosto relegato nel limbo. Con questo Winnicott vuole dire che di norma l oggetto transizionale non va dentro , ne il sentimento ad esso relativo va necessariamente incontro a rimozione. Non viene dimenticato e non viene rimpianto. Perde valore e ci per via del fatto che i fenomeni transizionali si sono diffusi, si sono sparsi sull intero TERRITORIO INTERMEDIO tra la realt psichica e interna e il mondo esterno come viene percepito tra due persone in comune, vale a dire sull intero campo culturale. Tutto questo discorso, questa importanza del transizionale anche nella vita adulta, significa che in fondo, per quanto il processo di separazione sia fondamentale per lo sviluppo, non esiste una separazione definitiva e assoluta, perch anche quando siamo separati abbiamo bisogno di momenti, di luoghi in cui questa separazione, con tutto il dolore che comporta, si riduce. E noi siamo appunto nel passaggio tra l illusione transizionale, uso dell oggetto, oggetto soggettivo oggetto transizionale oggetto oggettivo, come se a partire da quest area illusoria comincia ad entrare qualcosa della realt esterna che poich il bambino pi in grado, perch pi grande, di cominciare a differenziare, quel qualcosa comincia essere percepito come realt esterna, per non completamente, ancora realt interna e quindi in questo lo aiuta a progredire in maniera non traumatica verso un lavoro difficile che quello di entrare nel principio di realt, tanto difficile che non possiamo essere sempre e solo nella realt: questo ce lodice Winnicott, ma ce lo dice anche Freud quando parla del rapporto tra l ideal dell io e l io, che quel desiderio di ritornare indientro, di trovare una fusione rimane di sottofondo, per inscritto nella realt. Per un compromesso, non siamo capaci di rinunciare a qualcosa che abbiamo gi sperimentato e forse la realt, sempre guardata in faccia, sarebbe traumatizzante anche nell adulto. Naturalmente una cosa avere un luogo di riposo, altra vivere nell illusione! TEMA DELL AGGRESSIVITA : l essere umano attraversa quindi queste 3 fasi, quella del SOSTENERE, quella del VIVERE CON e quella del VIVERE TUTTI INSIEME, che poi corrispondono alla DIPENDENZA ASSOLUTA, DIPENDENZA RELATIVA e a VERSO L INDIPENDENZA, laddove questo verso l indipendenza indica sia un non arrivare mai in una maniera totale e definitiva a un indipendenza e questo lo si visto in tanti modi, anche parlando del TRANSIZIONALE , cio come importante che quel LUOGO DI RIPOSO, che il transizionale si conservi, anche nella vita adulto, per in una forma differente e quindi come porzioni di illusione ci servono nella vita adulta a sopportare meglio il rapporto con la realt. Quell espressione VERSO L INDIPENDENZA indica quindi questa terza fase di cui lui per in realt non ci parla, dicendo a un certo punto che tutto il resto, tutto quello che viene dopo la dipendenza relativa, che appartiene a questa fase in cui l infante e poi il bambino ha pienamente acquisito questa capacit di differenziare questo USO DELL OGGETTO, che la capacit pi raffinata della relazione con l oggetto, che corrisponde al momento in cui l oggetto pienamente differenziato, anche se pure questo PIENAMENTE DIFFERENZIATO va preso con le pinze, nel senso che tante volte nella vita adulta ci capita di avere una relazione dove predominano gli elementi

soggettivi, che noi proiettiamo sulla relazione e sull altro, quindi anche questo va modulato. Winnicott dir quel VERSO L INDIPENDENZA io non lo tratto, perch corrisponde a quello che ha detto Freud sull Edipo e sul tramonto, e ritorna questa idea che Winnicott ci ha detto: <<tutto il mio lavoro sta in quella nota di Freud, purch vi si includano le cure materne>>quindi in questa fase precocissima che Freud ha sottovalutato tutto il lavoro di Winnicott, poi il resto lo riprende dalla teoria classica. Li si muove quindi sempre in queste prime fasi, anche nel caso dell evoluzione dell AGGRESSIVIT, che ha questa grossa rilevanza rispetto alla funzione che si istaura nel RAPPORTO CON L OGGETTO e quindi in questo percorso progressivo che conduce il bambino all acquisizione del principio di realt. Preliminarmente va per fatto un piccolo accenno alla QUESTIONE DELLA FANTASIA, che per Winnicott <<elaborazione immaginativa delle sensazioni che partono dal corporeo e quindi dal pulsionale>>, sinonimo di psiche ed qualcosa di molto primitivo, cio esistre prima che esista un Io integrato. Nell evolversi di questa danza tra madre e bambino e quindi in questo poter godere del bambino, dell infante, in questa fase di cure sufficientemente buone, monotone, etc, la fantasia del bambino contenuta dal lavoro materno e si pu arricchire di dati che provengono dalla realt e quindi progressivamente si viene a creare un reciproco arricchimento tra fantasia e realt. Naturalmente la fantasia importantissima, stiamo parlando della ricchezza del mondo interno, per all inzio molto primitiva, cio funziona secondo regole molto primitive. Winnicot a proposito di questo dice che <<tenendo in considerazione la potenza della fantasia, dell incidenza della fantasia sulla realt, ad esempio non sempre i bambino sono soddisfatti dopo un buon pasto e questo si spiega pensando alla fantasia che c dietro, secondo la quale di fronte al soddisfacimento del desiderio la fame che viene soddisfatta nel momento in cui il seno non viene pi desiderato, quel seno scompare per il bambino e questo pu essere molto angoscioso. A proposito di questo discorso (pag 94) Winnicott scrive che<< nello stadio evolutivo pi primitivo, che pu essere conservato nella malattia e verso il quale si pu regredire, l oggetto si comporta secondo leggi magiche, cio esiste quando desiderato, si avvicina quando viene avvicinato, ferisce quando viene colpito. Infine scompare quando non pi desiderato. Quest ultimo caso il pi terrificante ed espressione del vero annientamento. Non desiderare l oggetto, come risultato del soddisfacimento, significa distruggere l oggetto. Questa la ragione per cui i bambini non sono sempre felici e contenti dopo un pasto soddisfacente>> Nella nota poi Winnicott indica un altro caso che ci mette in relazione col discorso dell aggressivit quando dice: <<menzioner solo un altra ragione per la quale l infante non viene soddisfatto dalla soddisfazione. Si sente imbrogliato. Potremmo dire che egli ha l intenzione di sferrare un attacco cannibalesco e viene messo fuori combattimento da un sonnifero, il cibo. Nel migliore dei casi, non gli resto che posticipare l attacco>>. Si detto che la fantasia un elaborazione immaginativa di sensazioni e di impulsi che provengono dal corpo, quindi delle pulsioni, quindi amore e odio che convergono nell esperienza di soddisfacimento e laddove le esperienze primarie, di cura, che poi ruotano tutte intorno all esperienza dell allattamento sufficientemente sana, aiuta a convogliare queste due radici pulsionali in un esperienza soddisfacente. Si sta parlando di quell altro processo di sviluppo che la funzione DELLE RADICI PULSIONALI, il processo di fusione che Freud chiamerebbe l IMPASTO tra amore e aggressivit, entrambi soddisfatti nell esperienza di allattamento, nell esperienza al seno. Quel rivolgersi al seno del bambino, talvolta con amore, talvolta con aggressivit (attacco cannibalesco) e nel momento in cui arriva il seno e attraverso il latte, il calore, seda questo desiderio cannibalesco, come se l infante si sentisse imbrogliato laddove vuole sferrare l attacco cannibalesco e invece viene sedato da un sonnifero. Questo mette in relazione con il discorso dell aggressivit nella fase precoce, che Winnicott chiama la SPIETATEZZA PRIMITVA. Winnicott scrive: << l infante si accosta al seno quando eccitato ed pronto ad allucinare qualcosa che sia adatto a subire un attacco>> e gi si vede che c una dinamica aggressiva in questo e questa spietatezza primitiva parte dell amore primitivo, ma stiamo parlando anche di una fase in cui l infante non assolutamente in grado di essere consapevole di questa spietatezza, non consapevole dell oggetto, vive esperienze istintuali nelle quali le cure materne lo aiutano in un lavoro di organizzazione

di queste esperienze che dal punto di vista delle due radici del comportamento istintuale sono un aiutare A METTERE INSIEME a IMPASTARE a FONDERE l aggressivit e l amore in una esperienza soddisfacente. La madre in grado di accogliere anche l aggressivit del bambino, capace di tollerarla, quindi il bambino la pu esprimere, nella misura in cui questo possibile, nella misura in cui la madre non pu, per motivi vari, tollerare questo aspetto di spietatezza ( il neonato morde il capezzolo, il feto scalcia nella pancia) anche l ci troviamo di fronte ad un meccanismo come di SCISSIONE, deve nascondere questo s spietato e a quel punto pu dargli vita soltanto in uno stato di DISSOCIAZIONE. Quindi invece di procedere verso l integrazione delle due radici pulsionali, si scindono nella misura in cui l una non pu trovare spazio. Per l aggressivit, laddove pu trovare spazio, pu essere espressa e pu trovare spazio parte dell amore, dice Winnicott.Nella concezione di Winnicott viene sottolineato anche, rispetto a questo discorso dell aggressivit, l aspetto vitale dell aggressivit, la chiama FORZA VITALE, una parte serve proprio alla motilit, a muoversi. Naturalmente si in questa fase al di l della consapevolezza, al di l di un oggetto anche iniziato a percepire in maniera oggettiva, siamo nel campo dell illusione, siamo nella fase dell onnipotenza del bambino, dove per anche la fantasia molto allarmante, perch si pensei se come nella fantasia dell infante come quel non desiderare pi il seno significa l averlo distrutto, quanto importante che dopo, a scadenze regolare, quel seno torni, come va a rassicurare la fantasia interna: la realt ridimensiona la fantasia e questo vale anche per noi, chiunque pu avere l esperienza di qualcosa in fantasia terribilmente allarmante (esame all universit), poi invece in realt non cos. Ora qui va immaginato potenziato, centuplicato tutto questo, perch avviene in un neonato che totalmente inerme, che non dispone ancora di un IO integrato, di una membrana litante, di un unit psico-corpo, quindi vive soltanto questa esperienza istintuale come qualcosa che lo pu squassare dall interno oppure se contenuta, pu essere utilizzata per arricchire il suo mondo interno. E quando diciamo contenuta , significa anche che quel seno ritorna, allora non lo ho distrutto, la fantasia viene ridimensionata e quindi l infante diventa sempre pi audace, nella misura in cui riassicurato dalla realt, dalle cure monotone, diventa sempre pi audace nello sperimentare il bagaglio pulsionale, che a sua volta va ad arricchire il suo mondo interno, che diviene un esperienza soddisfacente, ma che soddisfa le due radici del comportamento istintuale. Quindi da un lato c questo processo di INTEGRAZIONE, in cui queste due radici si integrano andando a formare esperienze soddisfacenti per l io, che man mano organizza l esperienza grazie anche a tutti i dati di realt che vengono nell esperienza delle cure (si ricordi come questo pu essere collegato rispetto all importanza dell allucinazione nella fase della dipendenza relativa, dove i dati di realt diventano poi il bagaglio dell infante che poi in grado di rievocare quando ne ha bisogno e nell anticipare tale esperienza pu attendere senza andare in pezzi) e quindi vi proprio un progressivo entrare nella realt nel mondo spietato dell infante. Da un lato dunque questo processo di integrazione nella esperienza di soddisfacimento, di allattamento che soddisfa entrambe, amore e aggressivit, dall altro una parte di questa AGGRESSIVITA convogliata nella motilit. Dice Winnicott:<< l impulso al movimento, la forza vitale del neonato che lo porta a muoversi, si trasforma nell aggressivit nella misura in cui incontra un ostacolo>> perch l ostacolo crea frustrazione e la frustrazione crea aggressivit e l ostacolo all onnipotenza dell infante, in misura progressiva, c sempre nel vissuto dell infante (per fortuna) ed in relazione con i progressivi fallimenti materni. La madre fallisce, fallisce e ripare e nalla misura in cui fallisce, quello che vive l0infante una frustrazione, un ostacolo al suo potere assoluto, un ostacolo che scatena aggressivit nella misura in cui provoca la frustrazione. Cos facendo, nell incontro con l ostacolo e dunque frustrazione che genera aggressivit, l infante si accorge pian piano anche del bisogno dell oggetto, si accorge pian piano che non onnipotente. <<la madre che non fallisce, non da all infante occasione di andare in collera!>> Nella misura in cui l infante e poi il bambino sperimenta le frustrazioni legate al fallimento materno ovvero sperimenta ostacoli al soddisfacimento illimitato e quindi sperimenta l aggressivit, costretto ad accorgersi del suo bisogno dell oggetto, della sua dipendenza dall oggetto,

della realt. L aggressivit la forza propulsiva della differenziazione, una funzione fondamentale per l entrata nella realt. Soltato in questa dinamica di ostacolo-frustrazione-aggressivit chel infante si accorge della realt esce fuori dall illusione; se la madre non fallisce, perverte il suo sviluppo, lo seduce e quindi lo tiene in uno stato illusorio che per alla lunga patogeno e perverte il suo sviluppo perch poi in Winnicott c sempre questa idea di Un POTENZIALE DI SVILUPPO, cio laddove il neonato incontra un ambiente facilitante, un ambiente sufficientemente sano, i suoi processi di sviluppo si mettono in moto in maniera naturale, cos come in maniera naturale la madre si occupa del bambino e modifica la sua funzione, il suo lavoro in relazione alle acquisizioni del bambino. Quindi Winnicott dice: <<c un bisogno di limite>>, c un bisogno dell ostacolo, cio una spinta innata ad incontrare l ostacolo che significa una spinta innata allo sviluppo, se l ostacolo e la dinamica che si crea con l aggressivit quello porta fuori dall illusione quindi lo sviluppo e l entrata della realt. Winnicott ci dice anche che le esperienze aggressive danno un sentimento di realt molto apprezzato, aggressive in questo senso, in questa dinamica dell incontro con l ostacolo, con il limite. L apoteosi di tutto questo l ADOLESCENZA dove il ragazzo deve rifare il secondo processo di separazione e individuazione e dove tutte le forze dell adolescente sono proprio sul mettere alla prova il limite, ma ne ha bisogno del limite, aiuta a differenziare e incontrare un limite significa anche ridimensionare l onnipotenza. Se questo limite non viene incontrato e se l onnipotenza viene invece supportata pi a lungo finisce col diventare angosciante, si pensi a quanto pu essere angosciante per un neonato, ma anche per un adolescente, che fa un gioco sul limite e vedere poi che lui pi forte dell ostacolo, che lui pi forte del genitore, a questo punto la fantasia inconscia di distruggere il genitore ha trovato veramente che lo distrugge. E quanto invece rassicurante questo vissuto che l altro sopravvive agli attacchi, che un ridimensionare la propria onnipotenza e la propria fantasia. E qui torna il discorso gi visto, anche parlando di Freud, che quello che pericoloso per la societ la DISSOCIAZIONE DELL AGGRESSIVIT, cio quanto tutto questo perrcorso che comporta, che implica unno spazio di espressione dell aggressivit, che facilita la sua integrazione, il suo impasto con l amore, non possibile e tutta questa parte del vissuto della realt interna dell infante e poi dell adulto deve essere sicssa e poi dissociata: ed l che si manifesta come VIOLENZA, altrimenti segue un processo di integrazione, diventa funzionale ad un obiettivo costruttivo (si pensi al discorso di Freud dell aggressivit, del sadismo che viene messo al servizio della meta genitale e diventa un fine costruttivo). Winnicott in realt non parla di distruttivit,m perch la distruttivit l espressione delle componenti scisse, non integrate di questa aggressivit ma parla di un potenziale aggressivo che si sviluppa in questi modi, in maniera poi costruttiva. Certo rispetto alla questione dell ostacolo e del limite anche qui tutto relativo, nel senso che se quel limite e quell ostacolo incontrato dal neonato non progressivo, ma o irrompe precocemente nel vissuto di illusione o troppo violente, pu essere vissuto come un urto e anche qui costringe l infante a reagire Il limite un entrata di dati di realt nel mondo illusorio dell infante, ma questa irruzione troppo violenta o troppo precoce della realt disturbata dell infante in questo suo stato di essere soltanto e lo spinge a reagire alla realt, a mettere in moto tute le sue capacit per reagire a quello che vive come urto ( come il discorso del falso s da un altro punto di vista). In questa fase della SPIETATEZZA PRIMITVA, il bambino nell area dell illusione e la madre contenendo l aggressivit e l amore aiuta a questo processo di impasto, senza che il bambino si accorge di essere spietato, senza che si accorga di desiderare di distruggere, che poi per lui come distruggere l oggetto amat, perch sono acquisizioni dello sviluppo. Per winnicott anche la CAPACIT DI SENTIRSI IN COLPA, DI PREOCCUPARSI DELL ALTRO un acquizione dello sviluppo, possibile nella misura in cui in questa fase ha potuto rapportarsi a quella che Winnicott chiama la MADRE OGGETTO, la madre bersaglio dell esperienza istintuale alo stato grezzo, ha potuto rapportarsi ad essa e viverne la sopravvivenza, cio ha potuto esprimere la sua aggressivit che parte del suo amore su questa madre non vissuta ancora come oggetto intero, non vissuta ancora come differenziata da s e ha avuto di ritorno un esperienza di contenimento di questa aggressivit, nella misura in cui la madre accoglie e sopravvive

all attacco. E sul piano del rapporto con l oggetto, la fase dell oggetto soggettivo, non un oggetto differenziato, quella che Winnicott chiama ESSERE IN RAPPORTO CON L OGGETTO, che per non significa quello che intendiamo in senso comune, non essere in rapporto con un oggetto esterno, ma essere in rapporto con l oggetto proprio questo essere in rapporto nel senso di un identit tra me e l altro, dove l altro non un altro da me, ma diceva Winnicott, un FASCIO DI PROIEZIONI,l altro soltanto l oggetto su cui vengono proiettate tutte le fantasie e tutti i bagagli istintuali dell infante, non percepito minimamente come differenziato. Nell articolo sulla capacit di essere solo si parla di RELAZIONALITA DELL IO, che in realt una pessima traduzione per quello che W. Intende ESSERE IN RAPPORTO CON L OGGETTO, cio la prima modalit di relazione). La questione dell essere in rapporto la si trova anche, nel senso di questo vissuto d identit altrove come nel discorso sulla CREATIVITA dove W parla dell elemento femminile puro e dell elemento maschile puro. Naturalmente l elemento maschile puro e l elemento femminile puro non sono del maschio e della femmina, ma sono modalit che appartengono a ciascuno di noi: questo elemento femminile puro in relazione con questo vissuto d identit, sulla base del quale si costruisce il rapporto con la realt considerata come esterna. Se l illusione alla base del rapporto con la realt, allora questo si i dire anche in un altro modo: dal punto di vista dell infante, nell area dell illusione, che ne rapporto con l oggetto nel senso che uno con l oggetto, fuso con l oggetto, questo W. Lo chiama l elemento femminile puro, che anche alla base di comprensione empatica dell altro, di mettersi nei panni dell altro, ma che una capacit che non solo femminile, ma un una personalit adulta convergono entrambi gli elementi con la prevalenza dell uno o dell altro. L elemento maschile puro si riferisce a quello che sul pinao dell evoluzione del rapporto con l oggetto, corrisponde alla fase in cui l oggetto pinaemente differenziato, per cui entra in gioco la questione della frustrazione, ella relazione con l altro, che pu essere frustrante (del resto laddove le cose non vanno bene in quest area di fusione dell indifferenziazione primaria, quello che compare non la frustrazione ma la mutilazione, un penso che viene perso perch non c ancora una relazione con l altro, che una cosa che si acquisisce successivamente e che possibile nel momento in cui si vissuta quella fase l). L esperienza di identit, l esperienza di essere uno con l altro, che non soltanto l esperienza dell infante ma anche della vita adulta e che alla base della capacit come quella di mettersi nei panni degli altri, Winnicott la chiama dunque ELEMENTO FEMMINILE PUR, mentre invece quello che ha a che fare con l elemento maschile puro si riferisce alla capacit pi evoluta di una relazione che con un oggetto esterno, dove c una dinamica di frustrazione, per lo riconosco ome reale, quindi riconosco che se delle cose non vengono soddisfatte perch dalla realt non vengono soddisfatte, non implica una perdita di parti di me perch sono distinto dall altro, mentre quello che va male nello stadio primitivo una perdita di pezzi, in questo senso una mutilazione. E queste due modalit di essere in rapporto con l altro fanno parte della personalit adulta di ciascuno di noi. (la madre riguarda l area dell illusione: l elemento femminile; il padre quello della differenziazione: elemento maschile). Quindi quando in questa prima fase il neonato pu godere di una copertura dell io materno, sperimenta nelle sua fasi di eccitazione, che sono le fasi in cui si mette in rapporto con questa madre oggetto (Winnicott distinguer la madre oggetto dalla madre ambiente) e per il bambino la madre oggetto la madre delle fasi di eccitazione, il bersaglio delle esperienze istintuali allo stato grezzo, la madre ambiente la madre della fase di quiete, di calma, che all inzio sono distinte nel bambino, sono scisse e man mano si vanno integrando in quell immagine unica di un oggetto intero madre) e godendo di questa copertura dell io, le sue esperienze istintuali convergono nell esperienza di soddisfacimento, quindi pu esprimere aggressivit e amore, pu iniziare l impasto tra queste due componenti nella misura in cui tollerato e accettato dalla madre. E quindi diventa sempre pi audace nello sperimentare i propri istinti e le proprie pulsioni e le utilizza per arricchire il proprio mondo interno, questo significa anche che l eccitazione non viene vissuta come pericolosa, perch contenuta. L eccitazione pu essere sgradevole nella misura in cui non stata frenata, ridimensionata, ci sono momenti di eccitazione che possono essere vissuti in maniera torturante

dal bambino, un ACNE FISICO, che pu essere a un certo punto bloccato solo da una << bella sculacciata>> come se fungesse da contro investimento a un eccesso che si alimenta da s. Quando la fase della spietatezza primitiva, della pre-integrazione dell aggressivit parte e parte in maniera sufficientemente sana e si da avvio all integrazione (in queste esperienze convergono amore e aggressivit e diventano soddisfacimenti, per il vissuto del bambino), le due immagini della madre, la madre oggetto e la madre ambiente vengono a convergere sempre di pi andando a formare un oggetto che diventa sempre pi intero e sempre pi esterno. L aggressivit del bambino porta a una capacit anche di gestire, di integrare questa aggressivit, nella misura in cui la madre in grado di tollerarla, di accettarla, e di vedere questi gesti aggressivi come parte del vero s del bambino, senza spaventarsi troppo, sopravvivendo. E pronta ad accogliere i suoi gesti spontanei ed pronta ad accoglierli rimanendo se stessa senza ritorsioni, laddove il bambino nel mondo interno si aspetta ritorsioni alla sua aggressivit, la realt non da ritorsioni, ma d l accettazione di questi gesti di aggressivit e dice Winnicott, la madre d al bambino il tempo di accorgersi che lei stessa oggetto della sua aggressivit, cio da il tempo di accorgersi che la madre oggetto la stessa della madre ambiente, che la madre aggredita lo stesso oggetto della madre amata, le due immagini si vanno riunendo. E nella misura in cui si accorge pian piano che l oggetto del suo amore anche l oggetto della sua aggressivit sperimenta l angoscia, sperimenta l angoscia di perdere anche l oggetto amato. Contemporaneamente sperimenta l angoscia per le ritorsioni all aggressivit (cos come io ti voglio distruggere, tu vorrai distruggere me), ma la realt ridimensiona tutto questo e nella misura in cui dall altro polo della diade quello che viene un contenimento a tutto questo, quest angoscia di trasforma in SENSO DI COLPA. (Qui c un parallelo con la Klein, in cui gli oggetti buoni e gli oggetti cattivi vanno ad integrarsi in un oggetto uomo e il passaggio successivo dello sviluppo che la Klein chiama la posizione depressiva). Il momento in cui comunque il bambino in grado di accorgersi che l oggetto amato e l oggetto odiato sono lo stesso oggetto, e dunque sperimenta la colpa per aver attaccato questo oggetto, un acquisizione per lo sviluppo. Winnicott anche quando pensa alle immagini interne e del bambino (madre oggetto e madre ambiente) tiene sempre dentro la madre, sia come oggetto esterno che come oggetto interno, rispetto alla Klein, e questa angoscia provata di fronte alla percezione sempre maggiore che sono lo stesso oggetto e quindi la paura di ritorsioni, la paura di perdere l oggetto, lo fa sentire in colpa per i suoi attacchi aggressivi, sperimenta anche il desiderio di riparare, distrugge e poi ripara. Nella misura in cui la madre accoglie questo gesto ripartivo lo supporta, quel senso di colpa si trasforma e diventa PREOCCUPAZIONE PER L OGGETTO, che implica dice Winnicott, <<prendersi anche la responsabilit dei propri istinti>>. Naturalmente tutto questo va visto reiterato mille e mille volte, il gesto aggressivo che viene accolta che genera colpa perch si accorge che anche l oggetto amato, spinge a riparare e quella riparazione viene accolta dalla madre, e si costruisce nel bambino anche una fiducia nella proprie capacit riparative, che lo aiuta a sopportare la distruttivit che parte del suo vissuto comunque, perch pu riparare quello che distrutto e c un grande bisogno di riparare nei bambini, dice Winnicott. Quindi si crea questo circolo benigno: l esperienza istintuale, la percezione dell effetto di questa esperienza istintuale, cio che anche l oggetto amato pu morire sotto l onda della mia aggressivit e la pura della ritorsione, e quindi l angoscia che diventa senso di colpa perch sta distruggendo anche l oggetto amato, bisogno, desiderio di riparazione, accettazione della riparazione, costruzione della fiducia nella possibilit di riparare e il senso di colpa si trasforma in proeoccupazione, capacit di preoccuparsi. Facendo riferimento ad una fase di sviluppo pi avanzat<a Winnicott fa un esempio clinico di un bambino che aveva delle inibizioni e poi in analisi si scopre che c era un fortissimo senso di colpa per la morte di un fratellino avvenuto prima che lui nascesse (vedi la potenza della fantasia) e laddove la realt ratifica la fantasia questo amplifica moltissimo l agoscia, il senso di colpa. Il saggio l uso di un oggetto e l entrare in rapporto attraverso le identificazioni un saggio scritto poco prima di morire (1968) un saggio presentato a New York in una conferenza molto importante e qui

Winnicott ricapitola tutta la sua concezione sull aggressivit. Questo lavoro non fu accolto bene, e qui ritorna questo discorso dell aggressivit e dell importanza dell aggressivit, della sua funzione rispetto all entrata nel principio di realt quindi questa idea che l aggressivit serve a collocare l oggetto nella realt esterna, che uno dei compiti pi importanti da parte dell essere umano e anche dei pi difficili, cio collocarlo al di fuori del proprio controllo onnipotente, collocarlo all esterno ed entrarvi in relazione in una maniera tale che questa relazione, questa dinamica conflittuale, che implica la frustrazione, arricchisca entrambi: la relazione con la realt che diventa un arricchimento con il mondo interno, reciproco naturalmente. Una capacit di entrare nella realt, di collocare l oggetto nella realt esterna, che non una capacit che si raggiunge in maniera definitiva una volta per tutte, ma che si raggiunge a intermittenza, dice Winnicott, e questa un esperienza che si fa tranquillamente nella normalit della nostra vita, nella patologia certo presente in maniera massiccia, ma quel partire dall oggetto, dal rapporto con l oggetto soggettivo, dalla funzione in cui l oggetto questo fascio di proiezioni, fatto soltanto delle proiezioni della nostra realt interna gettata addosso, che questo entrare in rapporto con l oggetto , di cui parla Winnicott, a questa fase intermedia successiva del transizionale in cui l oggetto contemporaneamente ancora in parte un fascio di proiezioni, ma non solo, perch contemporaneamente un oggetto della realt esterna, quindi questo paradosso del transizionale e nella misura in cui rimane paradossale che ha funzione transizionale l oggetto e che quindi che traghetta verso questo rapporto con un oggetto oggettivo, differenziato, esterno che quello che W chiama l uso dell oggetto ma che non ha nessuna idea di sfruttamento, anzi , quando le cose vanno bene un entrare in rapporto con un oggetto esterno da me con una capacit acquisita di preoccuparmi dell oggetto, che non richiede una modificazione di aspetti di me, ma implica la capacit acquisita non solo di esprimere, ma di lavorare questi aspetti pulsionale del mio mondo interno nella relazione con l altro. Una capacit raffinata e non raggiunta in maniera definitiva, perch anche senon vogliamo pensare al paranoico conclamato, capita a tutti noi, senza accorgersene, attribuire all altro qualcosa che riguarda noi stessi, nell ordine del desiderio, della paura, di una preoccupazione, poi, nella misura in cui l altro dice di ridimensionare questa fantasia, noi ci limitiamo. E una capacit che si raggiunge a intermittenze, cio ci sono dei momenti in cui comunque l oggetto torna a essere parzialmente un fascio di proiezione. Le acquisizioni dello sviluppo non sono mai definitive e questo nella patologia lo si vede in maniera evidente, per si sa anche che il rapporto tr normalit e patologia solo questione di grado ed questo il motivo per cui sia possiamo da un certo punto di vsta comprendere profondamente degli elementi della patologia, perch sono appartenuti al nostro vissuto, per in un senso di sviluppo, superati ed integrati, forse questo anche il motivo per cui leggere la psicanalisi come leggere un enciclopedia medica, vi un effetto di suggestione molto forte, legato al fatto che quello che ci distingue dalla patologia, anche la pi grave una questione di grado. Allora il paranoico quello che non ha pi relazione con la realt, ha solo relazione con qualcosa che il proprio mondo interno, proiettato sull esterno, ma modalit persecutorie e paranoiche in piccolo ci sono in ognuno di noi con la differenza che rientrano. Si dunque visto che il SENSO di colpa una capacit che il bambino acquisisce a un certo grado di sviluppo, e cos avviene pure per quella che Winnicott definisce LA CAPACITA DI ESSERE SOLO. Il discorso sulla colpa poi ci porta ad affrontare quello sulla TENDENZA ANTISOCIALE, perch Winnicott, agli esordi della sua carriera da psicanalista si occupato molto con la moglie di bambini antisociali e anche rispetto all antisocialit ci d un immagine che esprime un senso per certi versi inatteso. Cos anche originale per il discorso dell aggressivit, perch in fondo in Freud come anche nella generazione successiva Klein il discorso dell aggressivit riguarda gli aspetti negativi e collegato pi al discorso della frustrazione, della rabbia ecc, se non al concetto freudiano di pulsione di morte, mentre Winnicott mette l accento sulla funzione costruttiva, sia in relazione all entrata in contatto con la realt, perch l aggressivit che consente di raggiungere quella capacit, di svolgere quel compito tra i pi difficile per l essere umano, cio collocare l oggetto al di fuori del proprio controllo onnipotente, sia in relazione all aspetto gioioso, legato a

tutta la dinamica e il cielo benigno dell aggressivit, che nella misura in cui il bambino ha spazio di espressione per la propria aggressivit e nella misura in cui la madre in grado di tollerarla e di accettarla di buon grado come parte del suo vero s, e nella misura in cui, attraverso l acquisizione del senso di colpa, sperimenta la capacit di riparare, come se a livello della FANTASIA INCOSCIA, nella reiterazione di questo cielo benigno, si viene a consolidare una fiducia nella propria capacit interna di riparare e quindi dice W, a livello profondo continuer una FANTASIA DISTRUTTIVA dell oggetto, ma prevarr pi la gioia del RITROVAMENTO DELL OGGETTO rispetto alla DISTRUTTIVITA , nella misura in cui l oggetto pu essere riparato dal bambino. E quindi c una coppia inscindibile in questo discorso,la FANTASIA DISTRUTTIVA e la SOPRAVVIVENZA DELL OGGETTO, perch naturalmente ovviamente in questo discorso c tutta la questione della fantasia distruttiva che dal punto di vista della fantasia del bambino implica la perdita, l annientamento dell oggetto. Questa fantasia che viene ridimensionata sul piano di realt dal fatto che l oggetto non solo sopravvive ma rimane se stesso: la madre rimane s stessa, amorevole, ma diventa un gioco tra madre e bambino, anche sul piano dell aggressivit. E in questo senso, in tutta questa dinamica che se le cose vanno bene istaura questo cielo benigno, in gioco un potenziale distruttivo con le sua funzioni importantissime per lo sviluppo, laddove quando parliamo di distruttivit vera e propria, in realt quello che accade laddove questo cielo benigno per qualche motivo non si potuto instaurare e dunque l aggressivit della forza vitale si manifesta come distruttivit pura, al di fuori dunque di questo processo di integrazione, di impasto, di fusione, tra le due componenti del comportamento istintuale. Nella fase della pre-integrazioni, quando si parla di spietatezza primitiva e quando si parla di un rapporto con l oggetto che non ancora un oggetto esterno, ma un oggetto soggettivo, quindi quando parliamo propriamente di essere in rapporto con l oggetto , dove in gioco questa madre bersaglio delle esperienze istintuali che Winnicott chiama la madre oggetto, nella misura in cui la madre oggetto si a contenitore di questi elementi aggressivi, facilita l avvio di questo processo di sviluppo che l impasto tra amore e aggressivit. Quindi nell esperienza di soddisfacimento, che prima di tutto quella dell allattamento, vanno a convergere sia elementi di amore, si a elementi di aggressivit, vengono soddisfatti entrambi e quindi inizia questo processo di integrazione. Rispetto ai fallimenti inevitabili della madre, che abbiamo visto sono fondamentali per lo sviluppo, perch aiutano il passaggio a quell altra fase fondamentale definita il DRAMMA DELLA DIEPNDENZA RELATIVA dramma perch il bambino che non pi un infante e che dispone di un bagaglio maturativo rispetto ai processi di sviluppo, il bambino inizia a poter percepire il bisogno che ha dell oggetto e quindi inizia a percepire dati di realt nella misura in cui la madre fallisce e quindi lo pone di fronte ad una frustrazione: il soddisfacimento non avviene subito, ma c un tempo, che proporzionato alle capacit del bambino di tollerare quell assenza, che a sua volta, rispetto al mondo interno, significa quel tempo progressivamente crescente in cui il bambino in grado di mantenere un immagine interna di una madre che cura di lui. Se questo tempo si allunga troppo e laddove troppo non una quantit assoluta, ma sempre relativa alla capacit del bambino, svanisce questa immagine progressivamente, quindi il bambino non ha pi quello che la Klein definirebbe quell oggetto buono che lo aiuta a preservare la sua fiducia e lo aiuta a far fronte all oggetto cattivo. In questa entrata nella dipendenza relativa, che possibile nella misura in cui la madre fallisce, d al bambino motivi di collera, questo fallimento viene vissuto come frustrazione dal bambino. La frustrazione genera aggressivit e in questo processo contemporaneamente il bambino accede pian piano alla consapevolezza del bisogno che ha dell oggetto, quindi a dati di realt ed un dramma perch progressivamente deve fare i conti con il suo bisogno dell oggetto, con la sua dipendenza dall oggetto, dunque con la sua impotenza, e questo un dramma, che corrisponde al PROCESSO DI DIFFERENZIAZIONE e all entrata del PRINCIPIO DI REALTA . Ovviamente nella misura in cui il bambino si accorge del suo bisogno dell oggetto, questo oggetto progressivamente collocato in una realt esterna, perch non essendo sotto il suo controllo onnipotente, dunque sempre pi esterno, nella realt. Madre oggetto e madre ambiente si vanno riunendo nel suo vissuto, quindi la madre delle fasi di

eccitazione e delle fasi di quiete si vanno riunendo e anno progressivamente a diventare un OGGETTO INTERO, che rispetto al bambino e alla sua aggressivit un processo che lo porta ad acquisire la capacit di sentirsi in colpa, man mano che si rende conto che l oggetto odiato, l oggetto che lo frustra, che lo costringe ad attendere, lo stesso oggetto amato: quindi se distrugge l uno distrugge anche l altro. Quindi l angoscia della perdita dell oggetto amato, sulla scia della sua aggressivit e le paure di ritorsione perch il mondo interno del bambino magico ed allarmante, vige la legge del taglione uno dei motivi di contrasto della Klein con A. Freud questa innovazione kleiniana attraverso l analisi su bambini molto piccoli, che anticipa la nascita del super-io, non ne senso del super-io freudiano, ma nel senso che la klein mostra che all origine, prima ancora che ci possa essere l accesso alla triangolazione c qualcosa dell ordine del superio molto spietato e dice Winnicott che nel processo si passa da una paura nuda e cruda, per qualcosa di spietato che ci annienta, che ci pu annientare nella misura in cui noi desideriamo distruggerlo, progressivamente si accede a un rapporto con un essere interno, venerato, che anche capace di comprendere e perdonare: quindi quest altro aspetto del super-io di protezione, nella misura in cui il bambino ha potuto godere di tutti questi vissuti precedentemente, che hanno ridimensionato la sua aggressivit. Inoltre diventa sempre pi audace nel gestire le proprie fantasie distruttive, nel maneggiare la sua aggressivit, perch non ci sono pericoli troppo gravi rispetto a questa aggressivit, nella misura in cui l oggetto sopravvive, accetta la riparazione. E dunquein questo processo che conduce all acquisizione del senso di colpa, il versante positivo come se il bambino non si fissasse sul senso di colpa, ma la colpa si trasforma in preoccupazione per l oggetto, che comporta a una capacit di maneggiare la propria aggressivit integrata, impastata con l amore: quindi non implica una repressione dell aggressivit, anzi Winnicott dice che il problema sorge quando l aggressivit viene repressa, quando non c spazio di espressione per l aggressivit, l che diventa violenta, l che si genera rabbia. Questo processo, questo cielo benigno verr continuato in fantasia, continuamente l oggetto verr distrutto in fantasia e continuamente verr gioiosamente ritrovato e scrive Winnicott: <<la distruzione il sottofondo inconscio dell amore per un oggetto reale, vale a dire un oggetto al di fuori dell area del controllo onnipotente del soggetto>> e quindi la distruzione parte dell amore, nella misura in cui integrata e impastata, nella misura in cui ha potuto seguire questo percorso ed entrare in questo cielo benigno. Le acquisizioni dello sviluppo, per quanto siano fondamentali, non vanno intese come acquisizioni tout-court, nel senso che entriamo nella realt e ci rianiamo, abbandoniamo, ci svegliamo dall illusione e siamo sempre con i piedi per terra, ma abbiamo bisogno di momenti di riposo di aree di riposo, perch la relazione con la realt comporta un gran lavoro e anche una grande sofferenza spesso, perch avere un rapporto con qualcuno che veramente altro da me implica immediatamente la messa in discussione di me, la messa in discussione che certamente la base per un arricchimento reciproco, per comporta un lavoro difficile e non un case che nell adulto e nella societ rimane una grossa difficolt ad avere a che fare col diverso, che spesso relegato in un luogo dove caricato di tutta la negativit e attaccato (e quello il frutto del processo di scissione). Naturalmente anche qui possiamo essere in grado di gestire la diversit, con tutto ci che implica, se abbiamo potuto procedere a questo processo di integrazione tra aggressivit e amore, abbiamo potuto procedere e quindi entrare nella realt: per comunque il diverso ci spaventa e a questione come ci spaventa quanto ci spaventa e come reagiamo. Comunque ci pone un problema, ma un problema tanto elevato che ci spinge ad attivare difese individuali e collettive? Questa la differenza! (Difesa: scissione e proiezione e dunque persecuzione). Tutto questo per dire che non c un andare avanti soltanto, ma c sempre un andare avanti e tornare indietro,e il bambino non ha solo bisogno di separarsi, ma ha bisogno talvolta di ritrovare la fusione e quindi alterna, va avanti e indietro e stare dietro a tutto questo estremamente difficile. Winnicott scrive rispetto alla collocazione temporale delle fasi che <<la maggior parte dei processi aventi inizio dalla prima infanzia e poi nella vita adulta e fino alla vecchiaia>> e la cosa pi eclatante l ADOLESCENZA come secondo processo di individuazione e separazione a livello pi

avanzato. La CAPACIT DI PREOCCUPARSI PER L OGGETTO infine il versante positivo della colpa: laddove la colpa per la distruzione pu essere riparata si attenua la colpa e diventa cura per l altro, preoccupazione per l altro. Questo significa anche, essendo queste acquisizioni dello sviluppo, che nell ottica di Winnicott la MORAL non l effetto di un indottrinamento, ma c un bisogno naturale del bambino di anare verso un comportamento morale che ha a che fare con la preoccupazione dell oggetto. Non serve a nulla indottrinare, ma serve lavorare su quelle carene che sono alla base di una mancanza di un processo di integrazione, che, sostenendo lo sviluppo potenziale, porta la capacit di preoccuparsi per l altro. E naturalmente questo possibile nella misura in cui le esperienze positive hanno prevalso su quelle negative, che in termini Kleiniani significa che si costruito un oggetto buono sufficientemente saldo che protegge dall oggetto cattivo. Nell ottica di Winnicott nonostante rimane l importanza del processo di integrazione delle due componenti dl comportamento della vita istintuale, rimane anche sempre una porzione di aggressivit non impastata, che si manifesta come distruttivit. Per anche qui questione di grado: quanto prevale questa aggressivit rispetto al resto che stato lavorato. In questo discorso, sulla questione dell oggetto cattivo e dell oggetto buono, mentre nella Klein c un idea di una fase molto precoce in cui prevale questo meccanismo della scissione con dei meccanismi peculiari di difesa, che poi porta ad una fase di integrazione, di riunione di questi oggetti scissi e scotomizzati, in Winnicott non c pi l idea di un integrazione tra i due aspetti che parte in maniera differente, per fin da subito, perch abbiamo visto che sin da subito ci sono dei fallimenti materni, minimi all inizio, ma importanti. Quindi questo processo di integrazione, di cui abbiamo parlato nella fase di illusione, in cui partono anche tutte le altre linee di sviluppo, parte all inizio e Winnicott vede, differenziandosi dalla Klein, la scissione di parti buone e parti cattive di s come l esito di una difesa e non come fase naturale dello sviluppo precoce. Cio laddove le cose non sono andate sufficientemente bene e dunque questo sviluppo nel processo di integrazione non ha potuto procedere, e quindi l impasto non ha potuto procedere, il bambino pu attivare una forma di difesa che si basa sulla scissione per cercare di proteggere l oggetto buono dalla sua distruttivit. Quindi come una conseguenza di carenze e non una fase normale di sviluppo come per la Klein . Per la Klein la scissione la prima modalit di rapporto con l oggetto a prescindere da come sono andate le cure, a prescindere dalla qualit delle cure. Per Winnicott quando il bambino in preda alla sua aggressivit, ma mano che accede all ambivalenza, l unico modo che pu avere per proteggere l oggetto buono scinderlo, per poter riversare tutto l amore su un oggetto, separato da tutta la sua aggressivit sull oggetto cattivo. Naturalmente questo non fa altro che rafforzare le qualit di entrambi gli oggetto, il buono diventa buonissimo, quello cattiva diventa cattivissimo, e quindi nella misura in cui snon sono integrati si perde anche quella capacit di preservare. NEll articolo sulla Psicanalisi e senso di colpa (142), che fu scritto per i 100 anni della nascita di Freud, c tutta una ricapitolazione dell apporto freudiano dove appunto si trova l importanza della realt interna, della fantasia, dell intenzione inconscia, che quello che conta rispetto al senso di colpa, cio, rispetto alla dinamica con il super-io, io posso anche non passare all atto, posso odiare qualcuno, non attaccarlo, ma desiderare in fantasia profondamente di farlo, e questo genera il senso di colpa generando tutta una serie di meccanismi di difesa per proteggerci dal senso di colpa e Qinnicott cita Lady Macbeth che si lava continuamente le mani per cercare di lavare un onte che non ha commesso. Un altra cosa, pure gi trovata in Freud che il CRIMINE E FIGLIO DELLA COLPA, ma a questo punto non colpa intesa come quella acquisizione dello sviluppo che porta alla preoccupazione, ma qualche non andata e schiaccia il soggetto su quell elemento del senso di colpa. E Freud ci aveva mostrato come gli atti criminali sono spesso l effetto di un senso di cikpa inconscio molto potente, che trova sollievo nella realt nella misura in cui trova dei confini cio si passa da un sentisi banalmente in colpa per ogni cosa, al sentirsi in colpa per quella cosa, che d un sollievo, perch almeno solo una e l atto criminale aiuta. Trova dei confini. Winnicott dice che il sentirsi in colpa senza che si riesca a trovare un motivo nella realt esterna pu dare una sensazione di follia. Parla anche della questione della colpa in relazione a tutta la

costellazione edipica e quindi come tensione tra Io e Super-Io,ecc. E poi aggiunge che le acquisizioni della psicoanalisi pi recenti soprattutto quelle kleiniane relative a questa anticipazione della nascita del super-io (un super-io per non strutturato, ma molto primitivo dove vige la legge del taglione), mettono in evidenza l evoluzione di un Super-io da qualcosa che internamente si manifesta in tutta la sua spietatezza a qualcosa che pu essere severo ma anche in grado di comprendere e perdonare. Rispetto alla questione della colpa e alla funzione che la realt ha nel dare sollievo ad una colpa molto potente legata ad una fantasia interna, ritorna il discorso dell importanza dei limiti e delle regole che abbiamo trovato in vari momenti: le regole circoscrivono anche il senso di colpa nella misura in cui se rispetti quelle regole nel Super-io prevarr l aspetto comprensivo, se non le rispetti ti puoi sentire in colpa, in un ridimensionamento della fantasia interna che sempre molto pi spietata. I limiti e le regole sono dati di realt che circoscrivono questo senso di colpa che po essere molto persuasivo, cio posso sentirmi totalmente in preda dell oggetto cattivo, degli oggetti distruttivi verso l esterno a verso a me stesso, e rispetto alle fantasie distruttive verso l esterno posso sentirmi in colpa al punto tale che solo la realt pu entrare con una funzione di ridimensionamento, perch in una dinamica con le regole, il senso di colpa circoscritto a non rispettarle quelle regole. A quel punto non mi devo pi sentire in colpa per una mia fantasia, ma soltanto se quella regola non la rispetto: la regola pone un freno all onnipotenza del bambino, che poi per certi versi rimane in noi e pu prevalere in adolescenza. L onnipotenza non qualcosa di positivo, ma qualcosa di tossico, significa anche che sono potente al punto tale che se desidero semplicemente che una persona muoia, la stessa muore e si pensi quanto questo pu farmi sentire in colpa. Il fatto che la realt infici quello che io mi aspetto nella mia fantasia onnipotente, mi fa entrare sempre pi nel principio di realt e quindi circoscrive, d confini, da un angoscia senza motivo, senza limitazioni, diventa un angoscia limitata a un qualcosa di preciso che posso gestire. Allora in questo senso il limite delle regole un bisogno del bambino: c0 un bisogno innato nell andare alla ricerca di un ostacolo (=limite) ostacolo e limite che poi vengono svolti dai genitori nella loro funzione educativa. Ma le regole e i limiti significa anche che, nel momento in cui il genitore svolge la funzione normativa, si prende una responsabilit da adulto, altrimenti quella responsabilit cade addosso al bambino, che si deve gestire da solo, in una maniera primitiva come il suo mondo interno. Invece un demandare all adulto questo potere, questa responsabilit e quindi ha un effetto rassicurante, cio il bambino pu appoggiarsi a qualcun altro e sa che a quel punto buono se rispetta certe regole, cattivo se non le rispetta. Questo ostacolo avr una funzione fondamentale per entrare in rapporto con la realt e rimanerci. Questo ci mette molto in contatto col discorso della TENDENZA ANTISOCIALE. I fenomeni dell antisocialit che sono le bugie, la distruttivit, l enuresi notturna, i piccoli furti, fanno parte dello sviluppo, di qualunque sviluppo sano che aiutano a giustificare un senso di colpa inconscio e per Winnicott un segnale che viene data all ambiente. Certo i fenomeni dell antisocialit possono arrivare anche a fenomeni molto gravi, si possono anche incistare per cui possono sfociare in una psicosi (i grandi atti criminali), per lui non parla di questi fenomeni, ma parla dell antisocialit come parte dello sviluppo sano del bambino. Dice Winnicott che la tendenza antisociale l effetto di una DEPRIVAZIONE, ora questa deprivazione si oppone al concetto di Privazione: un bambino de-privato sta meglio di un bambino privato, nel senso che un bambino che ha vissuto una privazione un bambino che ha vissuto carenze molto grosse, come se non l avesse avuto l apporto materno, mentre un bambino deprivato, un bambino che ha avuto delle cure sufficientemente sane e che a un certo punto, le ha perdute ma comunque ha una base solida che comunque parte del suo bagaglio. Dunque in questo senso un bambino che sa meglio dal punto di vista della patologia. Un bambino deprivato un bambino che ha potuto vivere l illusione, quindi questa fase precoce in cui era un Dio creatore del mondo nella misura in cui non distingueva tra s e la madre, e ha iniziato anche a percepire un oggetto esterno. Ha iniziato e quindi un bambino che in grado da qualche parte sapere che la sua carenza proviene dall ambiente esterno, perch un inizio di processo di differenziazione c stato. Dice Winnicott: in grado di percepire che

l origine del danno risiede nell ambiente, non siamo nell ambito della mutilazione e anche qui si nota come siamo in una fase un po pi evoluta, non la fase dell appercezione, che quella percezione magica tipica della fase della fusione. Quindi un bambino che ha potuto godere di queste cose e che dunque da qualche parte percepisce che l origine del danno risiede nell ambiente e poi l ha perso questo oggetto in qualche modo (da cure sufficienetemnte buone passato ad una relazione in cui ci sono delle cure deficitarie, in un modo o nell altro) e il momento in cui il bambino compie l atto antisociale corrisponde al momento della SPERANZA di recuperare l oggetto perduto. Questo ancora una volta l apporto estremamente creativo di Winnicott. Quando il bambino fa piccoli furti, quello che sta cercando la madre: un segnale dato all ambiente di attrezzarsi per far fronte a una carenza, che dell ordine di una carenza di un processo di integrazione fra aggressivit ed amore. Il bisogno di rubare per il bambino, di prendersi qualcosa in maniera violenta, qualcosa di estremamente prezioso di cui ha bisogno e di cui si sente carente l oggetto madre. Poi i furti si scoprono a un certo punto, l aggressivit del bambino, un segnale che d all ambiente perch si occupi di lui. La cosa importante dunque che il momento dell atto antisociale il momento della speranza, attraverso quell atto, quella distruttivit, da qualche parte il bambino ha la speranza di ritrovare l oggetto perduto, il contenimento perduto, le cure che a un certo punto sono state carenti. Questo pu essere anche messo in relazione con il discorso del FALSO SE : il grado intermedio del falso sp. Quello dove paradossalmente c maggior rischio di suicidio, quello in cui viene mantenuta la speranza di ritrovare lo spazio del vero s. Se questo non possibile c il suicidio, ma laddove questa speranza non si proprio potuta costruire oppure si persa definitivamente, non c nemmeno quella, c solo una personalit falsa. Allora un bambino deprivato n bambino che mantiene la speranza di ritrovare quello che ha avuto e che ha perso; un bambino proivato non ce l ha questa speraznza ed molto pi grave. E quel rubare un suo diritto, perch quell oggetto stato creato da lui nella sua onnipotenza, gli appartiene. Dal punto di vista pulsionale l atto antisociale un segnale di DEFUSIONE, un segnale all ambiente di aiutarlo a riprendere il processo di integrazione delle componenti pulsionali. Winnicott scrive che nel momento della speranza, nel momento dell atto antisociale il bambino riconosce che la crudelt sta per diventare una caratteristica e di conseguenza sollecita l ambiente affinch sia pronto ad affrontare il pericolo e si organizzi per tollerare il danno , quindi in qualche maniera un segnale all ambiente per aiutarlo a preservare un oggetto dalla sua distruttivit, aiutandolo ad integrare. In questo senso importante riconoscere anche il dato positivo. Cio che n bambino che sta cercando in qualche maniera anche di preservare l ambienete perch sa che sta prevalendo la sua distruttivit (paradosso) e solo l ambiente lo pu aiutare a ritrovare l integrazione ovvero l ambivalenza nei confronti dell oggetto e dunque la preoccupazione. E un modo di preservare l oggetto! Certamente se questa ricerca non d frutti, svanir pian piano la speranza nel bambino e quindi sar molto pi difficile prevenire le derive pi pericolose della tendenza antisociale. Un altra capacit acquisita dal bambino la anche c un discorso analogo e c questo amore di Winnicott per i paradossi. Il paradosso che si sviluppa la capacit di essere soli e di goderne, soltanto se si potuto vivere l espereinza di essere solo in presenza di qualcuno. Quando pian piano si costituisce un IO SONO e si costituito un interno ed estterno, possiamo essere in grado di essere soli senza sentirci soli, perch abbiamo potuto vivere un esperienza di essere soli, ma all interno di un contenitore, che quello materno, abbiamo potuto cominciare a sperimentare una situazione protetta questo sentirci soli, che poi diventa anche un bisogno sano in certi momenti della vita e che non necessariamente si schiaccia sull essere abbandonati, perch c qualcosa all interno che continua a farci compagnia, che quello che la Klein chiamerebbe l oggetto buono, questa madre interiorizzata, queste cure interiorizzate che prima le abbiamo vissute, poi diventano parte del nostro mondo interno e nella misura in cui diventano parte del nostro mondo interno possiamo anche darle a qualcun altro. Possiamo godere di essere soli perch conserviamo qualcosa internamente che alla fine ci preserva da quel senso di abbandono, che deriverebbe da quel prevalere di esperienze negative.

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