Sommario: 1. Introduzione; 2. Aspetti Psicologici della Memoria; 3. Anatomo
Fisiologia della Memoria; 4. Mediatori Chimici della Memoria; 5. Neuropeptidi e Plasticit; 6. LEngramma; 7. Sedi della Memoria; 8. Tipi di Memoria; 9. Apprendimento; 10. Alterazioni della Memoria; 11. Amnesia e Stati Dissociativi; 12. La Memoria dellanziano; 13. Demenza; 14. Conclusioni; Bibliografia.
1. Introduzione Ma dove avr messo quei documenti? Dove sono finiti i miei occhiali? Il nome di un attore? Dove abbiamo lasciato la macchina? La data di un appuntamento? Come ho potuto dimenticare quellimpegno? Quante volte capita di porgersi queste domande? Cosa disturba il ricordo? Cosa impedisce di utilizzare informazioni che pure si possiedono? C qualche dato che sarebbe utile ricordare ma che non si riesce a richiamare alla memoria? Il compito che ci si propone di dare qualche risposta a queste ed altre domande. La memoria pu essere considerata come il meccanismo che permette di fissare, conservare e rievocare esperienze ed informazioni acquisite dallambiente (interno ed esterno) e, nelluomo, derivate anche dal pensiero e dalle emozioni. La memoria la capacit di un organismo vivente di conservare tracce della propria esperienza passata e di servirsene per relazionarsi al mondo e agli eventi futuri. La funzione in cui si esprime la memoria il ricordo, la cui diminuzione o scomparsa determina loblio. Come fenomeno normale che descrive la fase discendente di ogni processo mnemonico, loblio va tenuto distinto dallamnesia, che un fenomeno patologico. La memoria una funzione fondamentale della mente umana, senza il suo coinvolgimento, infatti, non potrebbero operare con successo le funzioni psichiche superiori, come la percezione, il riconoscimento, il linguaggio, la pianificazione, la soluzione di problemi o il prendere decisioni. Le funzioni psichiche, che comprendono anche lattenzione, la coscienza, il pensiero, la critica, lintelligenza, laffettivit, listintualit, la volont, hanno sede fisica in strutture cerebrali ben definite, ed operano in modo diffuso attraverso connessioni interneuronali. Le strutture mnesiche cerebrali si formano durante lo sviluppo embrionale e la loro particolare espressione dipende dalla struttura delDNA, mentre il tipo di sviluppo e lesperienza determinano la quantit di ricordi. Cos la memoria, come ogni funzione psichica, ha due aspetti: uno innato, di base che dipende dal DNA dei genitori e un altro, acquisito, dipendente dal tipo e quantit di stimoli e dallambiente; entrambi gli aspetti sono importanti per avere nellet adulta un solido impianto delle funzioni psichiche. Lapprendimento e la memoria sono influenzati da altri processi psichici, cos veglia e stato emotivo condizionano la quantit e il tipo di informazioni che vengono memorizzate. La memoria rappresenta il copione che descrive lo svolgersi dellesistenza della persona, nella sua continuit e nella costanza della sua identit. La memoria, pertanto, nel suo aspetto sensoriale ed emotivo, d un sottofondo unitario ed integrante agli eventi del mondo interno. Confrontarsi con il passato significa interrogarsi sul significato dellesistenza nel suo continuum temporale. Un flusso di figure e di episodi del passato si impone alla coscienza agganciandosi al presente, per gettare un ponte tra ci che si stati, ci che si e ci che si vorrebbe essere. 2. Aspetti psicologici della memoria La natura della memoria e le modalit del suo funzionamento sono state affrontate in termini diversi e talvolta contrastanti dalle varie scuole psicologiche in base ai rispettivi orientamenti teorici. Le prime ricerche, a partire da Ebbinghaus, si basano sul modello associativo, che in seguito stato contestato dalla psicologia della forma secondo la quale la memoria non spiegabile in termini di nessi associativi ma, come per i processi percettivi, in termini di organizzazione dellinsieme memorizzato, che tende sempre ad assumere la struttura pi semplice, pi economica e pi regolare. A questa tesi si opposto il comportamentismo, per il quale la memoria un capitolo dello studio dellapprendimento che possibile spiegare in termini di condizionamento sul modello stimolo-risposta. Il cognitivismo ha contestato la tesi comportamentista relativa allunicit del processo di memorizzazione, distinguendo una memoria a lungo, a breve e a brevissimo termine (o memoria iconica). Questultima non sarebbe sottoposta a fenomeni di interferenza semantica come accade alle prime due forme di memoria. Inoltre la memoria a lungo termine non avrebbe alcun rapporto con lambito percettivo, che invece caratterizza la memoria a breve termine e quella iconica. Il cognitivismo, che ha fatto della memoria loggetto specifico del suo studio, ha inoltre elaborato modelli interpretativi mutuati dalle categorie concettuali della teoria dellinformazione e della cibernetica. Infatti la costruzione di memorie per calcolatori permette di elaborare modelli che si rivelano validi anche per il funzionamento della mente umana e viceversa. Infine, nellambito della sociobiologia, R. Dawkins ha introdotto il concetto di meme, che a suo avviso rappresenterebbe la controparte culturale del gene, sarebbe cio lunit dellereditariet culturale che avrebbe alcune propriet dellevoluzione biologica con possibilit di trasmissione culturale da individuo a individuo. Dawkins distingue i memi, che sono le unit di informazione conservate nella memoria, dai prodotti dei memi, che sono le loro manifestazioni esterne percepibili. importante che il cervello non sia impegnato in altri compiti quando memorizza un evento. La questione dellinterferenza, ossia di come le nuove informazioni apprese interagiscono con le vecchie, un punto fondamentale per la formulazione di teorie dellapprendimento e del ricordo. Se ad una scolaro si presentano definizioni senza che tra queste sia lasciato del tempo e sempre in una forma diversa, egli non pu immagazzinare tutto il materiale nello stesso momento, poich il processo biologico dellimmagazzinamento di informazioni (la memoria immediata) non lo consente. Il docente, allora, non fa altro che distruggere gli impulsi gi eccitati con informazioni nuove che li inibiscono proprio per la loro somiglianza. Si parla in questo caso di interferenza: ci che sarebbe stato necessario per lapprendimento e la ritenzione, cio una risonanza interna dei contenuti mnesici gi esistenti, non pu verificarsi. Se si deve recuperare un ricordo, pi facile farlo se esso risveglia un significato, se si riferisce ad un oggetto animato o inanimato, meno se ne privo. Certe cose si possono ritenere solo per qualche istante, altre invece il tempo appena necessario per superare un esame, altre ancora rimangono in testa per tutta la vita. Ci avviene perch entrano in gioco emozioni intense, desideri personali, preferenze, e naturalmente i momenti di straordinaria commozione, le situazioni importanti, oppure eventi spiacevoli, che colpiscono o impressionano profondamente, per un motivo qualsiasi. La fissazione e la rievocazione del vissuto sono strettamente associate al corretto funzionamento dellattivit di coscienza. Non tutto ci che si presenta in ogni istante nel campo di coscienza viene stabilmente memorizzato: immagazzinato solo ci che ha una rilevante connotazione emotiva. Tanto pi profondo il livello di destrutturazione della coscienza, tanto minore la fissazione del vissuto. Per quanto riguarda la particolare esperienza del ricordo del vissuto, si notato che i sogni possono essere ricordati, almeno per qualche tempo, se prodotti nel sonno REM (rapid eye moviments) immediatamente precedente al risveglio. Anche le esperienze deliranti e allucinatorie dei disturbi della coscienza tendono a essere pi o meno rapidamente cancellate dalla memoria. Ricordare non corrisponde a recuperare immagini statiche immagazzinate nella memoria, non viene acquisito levento di per s ma la potenzialit di attivare categorie di quella esperienza. Ricordare vuol dire ricostruire dinamicamente unesperienza in un nuovo contesto, attraverso il continuo rimaneggiamento di mappe neuronali, attraverso un continuo lavoro di elaborazione e ricatalogazione in termini di rilevanza biologica/adattiva, risignificazione. Il ricordo non , perci, la semplice ripetizione di una esperienza passata ma la ricostruzione di una fantasia, secondo procedure non dissimili da quelle della immaginazione. Limmaginazione - nel senso di previsioni e programmi - si dispiega come una ininterrotta narrazione di potenzialit future che originano da eventi passati. Il confronto tra scenari ricordati e scenari immaginati, tra esperienze vissute e obiettivi prefigurati, tra le emozioni ed i sentimenti che ad essi si accompagnano, guider la scelta delle decisioni future. La memoria - come Giano bifronte - guarda al passato, ma anche al futuro: le prospettive tendono ad avere una coerenza con le esperienze passate. Sorgente di tale continuit la incessante ricostruzione della propria identit, ottenuta modellando - anche in termini neuronali - il passato ed il futuro come aspetti di una stessa scena, attraverso la capacit - solo umana - di raccontare a s e ad altri il passato ed il futuro. Nella narrazione vecchie storie vengono risignificate, pensieri e sentimenti del passato vengono distanziati dal presente, fantasie sul futuro vengono attualizzate e rivalutate. Linconscio essenzialmente memoria che non pu essere ricordata. Gran parte delle operazioni psichiche che vengono comprese sotto la definizione di memoria, avvengono al di fuori del controllo della coscienza. La selezione del materiale percettivo, limmagazzinamento delle cosiddette tracce mnesiche, il riaffiorare improvviso di ricordi estranei al contesto del momento, sono tutti processi estranei alla volont cosciente. Secondo S. Freud, la traccia mnestica non unimmagine della cosa, ma la sua trascrizione nellapparato neuronico dove gli engrammi sono depositati in diversi sistemi e in relazione con altre tracce fra loro legate per simultaneit, causalit e successione cronologica. Questi sistemi sono alla base delle catene associative, mentre il loro grado di accessibilit alla coscienza dipende dalla riattivazione promossa dallinvestimento, dal controinvestimento e dal disinvestimento. Proprio il processo analitico, che possiamo vedere come un paradigma generale dello svolgersi della persona e delle sue relazioni, corre lungo la memoria, cos come labbiamo intesa, ed ha come fine la percezione pi ordinata e precisa degli oggetti interni e della loro reciproca posizione, funzione strettamente legata alla memoria. Freud distingue la rappresentazione e limporto daffetto, per cui tutti i ricordi in linea di principio vengono trascritti, ma la loro rievocazione dipende dal modo in cui vengono investiti: Nelle funzioni psichiche bisogna distinguere qualcosa (importo daffetto, somma di eccitazione) [...] che pu essere aumentato, diminuito, spostato, scaricato e che si stende sulle tracce mnesiche delle rappresentazioni quasi come una carica elettrica sulla superficie dei corpi. La teoria della traccia mnesica costringe Freud a stabilire unincompatibilit tra coscienza e memoria: Troviamo difficile credere che leccitamento lasci anche nel sistema P-C [percezione-coscienza] tracce permanenti siffatte. Se rimanessero sempre consce, ben presto limiterebbero la capacit del sistema di ricevere nuovi eccitamenti, se invece diventassero inconsce, ci metterebbero di fronte al problema di spiegare lesistenza di processi inconsci in un sistema il cui funzionamento per il resto caratterizzato dai fenomeni propri della coscienza. Con la nostra ipotesi che situa il processo del diventare cosciente in un particolare sistema non avremmo per cosi dire cambiato nulla n guadagnato nulla. Pur ammettendo che questa considerazione non sia probante in modo assoluto, essa pu tuttavia indurci a supporre che il diventare cosciente e il lasciare dietro di s una traccia mnestica siano processi tra loro incompatibili allinterno di uno stesso sistema. S. Freud parla di amnesia infantile a proposito dellestrema difficolt nel ricordare gli eventi della prima infanzia. Le ipotesi non psicoanalitiche formulate in proposito sono: o che il bambino esperisca il mondo in modo diverso dalladulto per cui da adulto non riesce a rievocare le scene infantili, oppure che lo scarso immagazzinamento dipenda dallo scarso sviluppo del linguaggio. Per Freud, alla base dellamnesia infantile c la rimozione. C. G. Jung utilizza il concetto di engramma per spiegare la memoria inconscia: Linconscio, considerato il campo storico della psiche, contiene in forma concentrata lintera serie di engrammi che da tempo incommensurabile hanno condizionato lattuale struttura della psiche. Gli engrammi non sono che tracce funzionali che indicano la frequenza e lintensit massime secondo le quali generalmente la psiche umana ha funzionato. Questi engrammi funzionali si presentano come motivi e figure mitologiche che si riscontrano - talora identici, talora assai simili - in tutti i popoli e che si possono agevolmente ravvisare anche nei materiali inconsci delluomo moderno. Loblio la dimenticanza parziale o totale delle esperienze passate, descrivibile graficamente con la curva delloblio, messa a punto per la prima volta nel 1885 da Ebbinghaus, che dimostra come la diminuzione del ricordo sia rapida allinizio e pi lenta in seguito. Lintensit della caduta di detta curva dipende ovviamente dalla qualit del materiale appreso (verbale o motorio, con senso o senza senso), dal tipo di memoria misurata (reintegrazione, rievocazione, riconoscimento), dalle condizioni di apprendimento con le conseguenti ripercussioni sullimmagazzinamento e sul consolidamento. Per spiegare loblio esistono tre teorie interpretative: 1. La teoria della traccia mnestica che ipotizza, oltre a un decadimento spontaneo della traccia col passare del tempo per effetto dei normali processi metabolici del cervel1o, una sua distorsione sistematica responsabile pi dei cambiamenti qualitativi che di quelli quantitativi del ricordo. La psicologia della forma ha mostrato come una relativa omogeneit fra gli elementi percepiti o la mancanza di una chiara e definita struttura crei condizioni sfavorevoli non solo per la fssazione del ricordo, ma anche uninibizione retroattiva per gli altri, per cui nel ricordo le figure tendono a divenire pi simmetriche di quel che sono, oppure accentuano le loro irregolarit; se poi assomigliano a qualche oggetto specifico, tale somiglianza viene accentuata con conseguenti distorsioni, come nel caso dei racconti successivi di una stessa storia. 2. La teoria dellinterferenza o inibizione che ipotizza uninibizione dovuta allattivit svolta nellintervallo di tempo che corre tra lapprendimento e il ricordo. A questo proposito si distingue uninterferenza o inibizione retroattiva quando ogni nuova acquisizione rende pi difficile il ricordo del materiale precedentemente acquisito, ed una proattiva quando rende pi difficile lapprendimento e il ricordo di materiale nuovo. Linterferenza si registra non solo tra compiti differenti. ma anche tra sequenze dello stesso compito con maggior interferenza retroattiva nei riguardi delle prime parti o maggior interferenza proattiva nei riguardi delle ultime, mentre le parti centrali sono oggetto di entrambe le interferenze, per cui sono le pi difficili da ricordare. Una diminuzione dellinterferenza si ha riducendo, e al limite eliminando, lattivit tra lapprendimento e il ricordo; ci spiega perch loblio, durante il sonno, assai inferiore alloblio durante lo stato di veglia. 3. La teoria della rimozione, elaborata da Freud, che ha concepito loblio come un meccanismo di difesa volto a proteggere la psiche da esperienze dolorose che possono riferirsi a desideri insoddisfatti, a conflitti non risolti o a impulsi socialmente riprovevoli. Questo tipo di oblio non comporta la scomparsa o il deterioramento delle tracce mnestiche, ma semplicemente il loro mancato recupero che lanalisi si propone di riattivare. I meccanismi indicati da Freud quali responsabili di questo oblio sono la condensazione e lo spostamento, non il tempo: Se le tracce mnestiche sono rimosse, si pu rilevare che esse non subiscono modificazioni durante lunghissimi intervalli di tempo. Linconscio soprattutto fuori del tempo. Il carattere pi importante e pi strano della fissazione psichica che tutte le impressioni si conservano. non solo nella medesima maniera in cui furono accolte, ma anche in tutte quelle forme che hanno assunto durante gli sviluppi ulteriori. [...] Secondo la teoria, dunque, si potrebbe ripristinare il ricordo di ogni stato precedente del contenuto mnemonico, anche se i suoi elementi hanno da tempo sostituito tutte le relazioni primitive con altre pi recenti. Partendo dallindicazione freudiana secondo cui loblio da rimozione un meccanismo di difesa psichica, C. Musatti formula la legge dellottimismo mnestico secondo cui noi esercitiamo proprio unazione selettiva sullinsieme dei nostri ricordi, nel senso che ricordiamo pi facilmente e durevolmente gli avvenimenti piacevoli che non gli accadimenti spiacevoli del nostro passato. Ci dimostra leffettiva tendenza a dimenticare che si sviluppa in presenza di elementi spiacevoli. Questa tendenza risponde appunto a unintrinseca finalit biologica: la difesa dal dolore, che agisce anche quando si ossessionati da ricordi spiacevoli, perch questi hanno sostituito altri ricordi sepolti ancora pi spiacevoli. Unulteriore spiegazione delloblio si potrebbe trovare nel fatto che, durante il processo di formazione della rete di cellule cerebrali, certi percorsi si sono fissati meglio di altri: gli impulsi vi passano pi facilmente favorendo il collegamento delle associazioni corrispondenti. In qualunque momento. sia avvenuta questa modificazione strutturale provocata da esperienze o pensieri particolarmente incisivi, leffetto lo stesso: impulsi che magari dovrebbero passare per le stesse cellule, ma attraverso altre ramificazioni, sono svantaggiati e non giungono a destinazione bench in teoria esistano le relative connessioni e il ricordo sia immagazzinato. Talvolta loblio importante per la vita: protegge ed aiuta a mantenere lequilibrio psichico. Certamente queste informazioni che non si riesce a richiamare volontariamente alla coscienza influiscono dallinconscio sul comportamento quotidiano e perci la psicoterapia si proposta di studiare con i suoi metodi (uno di questi lipnosi) le cause del comportamento non controllato coscientemente. 3. Anatomo fisiologia della memoria Il processo mnesico lespressione non di un singolo sistema unitario, ma piuttosto di una interazione di molteplici sistemi che modulano le varie fasi del processo stesso (registrazione, immagazzinamento e rievocazione delle informazioni). I sistemi conivolti sono molteplici, in diverse regioni corticali (il lobo temporale, la regione frontale sia centromediale sia dorsolaterale, nuclei corticali), in nuclei della sostanza grigia sottocorticale (lippocampo, il talamo) ed nel cervello anteriore basale. Uninformazione in arrivo non viene semplicemente trattenuta o dimenticata, ma si sofferma in tre stadi di diversa durata. I sistemi, biologici o artificiali, di immagazzinamento dellinformazione necessitano di: 1. poter essere codificati (encoding); 2. poter essere immagazzinati (storage); 3. poter essere accessibili e poter essere recuperati (retrieval). Tutti gli impulsi che pervengono allindividuo tramite le percezioni derivanti dagli organi di senso, circolano immediatamente nel cervello sotto forma di oscillazioni elettriche e, dopo dieci o venti secondi, si perdono. Se non c alcun interesse o se le informazioni si possono ricollegare ad associazioni gi presenti, queste percezioni passano dentro di noi come i rumori della strada o i suoni di una lingua straniera. La mancanza di interesse e limpossibilit di stabilire delle associazioni, oppure la contemporaneit di percezioni distraenti (ad es. il dolore), portano alla dispersione dellinformazione elettrica originaria, senza che essa venga consolidata nella memoria. Anche quando siamo di fronte ad avvenimenti con unintensa coloritura emotiva, prima che il ricordo venga immagazzinato in maniera definitiva, linformazione deve passare attraverso la memoria immediata e quella a breve termine. Quando le informazioni vengono etichettate come non interessanti per un ulteriore immagazzinamento e quindi respinte gi a livello di memoria immediata, queste percezioni devono essere dimenticate rapidamente: per permettere reazioni adeguate, infatti, non possono essere elaborate fino in fondo nella corteccia cerebrale. Mentre nei normali processi di pensiero gli impulsi in arrivo tramite la vista o ludito vengono elaborati nella corteccia cerebrale provocando reazioni coscienti, in questo caso invece le percezioni vengono avviate direttamente ai nervi motori, e quindi trasformate immediatamente in movimenti muscolari senza render necessario lintervento del pensiero a livello delle cellule grigie del cervello. La codificazione di materiale che avviene facendo riferimento a conoscenze pregresse, consente una rievocazione migliore rispetto alla semplice ripetizione di sequenze verbali. Questo determina la creazione di codici semantici pi ricchi che permettono al materiale di essere codificato secondo un numero di dimensioni maggiore rispetto ai codici fonologici o visivi. Interi gruppi di sinapsi possono essere bloccati da esperienze di stress che disturbano le sostanze trasmittenti. Gli impulsi giunti al cervello entrano in una specie di circuito elettrico chiuso, che si eccita per un tempo brevissimo. Per quanto breve sia la permanenza nella memoria, si possono salvare le informazioni dallestinzione richiamandole entro pochi secondi, cos vengono associate a qualche contenuto mnesico gi immagazzinato oppure entrano in risonanza con ricordi gi esistenti. La memoria immediata pu essere distrutta con una lieve stimolazione elettrica, cancellando tutta linformazione registrata negli ultimi diciotto secondi, cosicch il programma dapprendimento deve ricominciare da capo. Il secondo stadio, la memoria a breve termine (che dura allincirca per venti minuti), pu ancora essere cancellata, al contrario di quella a lungo termine, soltanto con un forte choc (basta pensare allesempio dellincidente). Il passaggio dalla memoria immediata a quella a breve termine corrisponde ad un filtro ed ha quindi una funzione assai importante: questo filtro ci protegge (almeno parzialmente) dal sovraccarico di informazioni, facilitando cos lorientamento. possibile dimenticare anche avvenimenti che, per la loro importanza, per la loro attrazione particolare o lalto significato personale, sono gi stati registrati coscientemente. Impressioni forti, che senzaltro hanno superato la memoria immediata, cio la fase puramente elettrica della corrente di ioni, possono ancora cancellarsi interamente. Questo possibile finch non sono passate nella memoria a lunga termine. I ricordi dellesperienza si possono cancellare per mezzo di una lieve stimolazione cerebrale, ma soltanto nei primi venti o trenta secondi: questa una prova della natura elettrica, non materiale, della memoria immediata. Altrimenti non si potrebbe bloccare con tanta facilit il passaggio dellinformazione dalla memoria immediata a quella a breve termine. Dopo alcuni minuti dallapprendimento, quando il ricordo ha gi superato la memoria immediata, ci vuole almeno un elettrochoc per estinguerlo, perch si tratta di sopprimere il passaggio dalla memoria a breve termine, gi pi solida, a quella a lungo termine. Alcune ore o giorni dopo il processo dellapprendimento, infine, non basta neanche lelettrochoc per far dimenticare quanto stato registrato; ci dimostra che il ricordo gi passato nella memoria a lungo termine, dove rimane conservato per sempre. Tali fenomeni si possono notare anche in incidenti stradali quando lautomobilista subisce uno choc. In questi casi la constatazione dei fatti unimpresa assai problematica. Lautomobilista dovrebbe spiegare agli agenti la dinamica dellincidente: cerca di pensarci, ma gli impossibile ricordare qualcosa. Anche la domanda, da quale parte gli sia venuto addosso il pedone, non aiuta. Sa soltanto che direzione ha preso a partire da casa e che stava arrivando sui viali di circonvallazione. Ogni volta che si sforza di richiamare alla mente gli avvenimenti successivi, perde il filo; ancora molto prima dellincidente, il ricordo gli sfugge. Uno stimolo sensibilizzante (nocivo) che attiva un gruppo di neuroni (facilitanti), alcuni dei quali hanno come neurotrasmettitore la serotonina (5HT), pu indurre i neuroni facilitanti a formare sinapsi asso-assoniche con le terminazioni dei neuroni sensoriali. Il substrato cellulare della sensibilizzazione a breve termine una forma di plasticit sinaptica detta facilitazione presinaptica, in cui la 5HT (liberata dallo stimolo nocivo) interagisce con recettori sulla membrana del neurone sensoriale attivando una proteina G che a sua volta attiva lenzima adenilato-ciclasi determinando laumento della concentrazione di AMP ciclico (AMPc) nei neuroni sensoriali. LAMPc attiva la protein- chinasi A (PKA) che determina la fosforilazione di diversi substrati proteici. Nel neurone sensoriale lattivazione della PKA produce tre importanti conseguenze: in primo luogo viene fosforilata una proteina integrale di un canale per il K+, ci produce un aumento o una diminuzione della sua attivit; secondariamente viene mobilizzata una maggior quantit di neurotrasmettitore; in terzo luogo si aumenta la quantit di vescicole sinaptiche disponibili. Linsieme di queste tre azioni determina una maggior liberazione di neurotrasmettitore e di conseguenza un aumento dellefficacia sinaptica. La conseguenza comportamentale la seguente: una stimolazione tattile data in una determinata sequenza produce una risposta riflessa sempre pi ampia e duratura in quanto le sinapsi che i neuroni sensoriali formano con il versante motorio del riflesso diventano sempre pi efficaci. Il ricordo neuronale dellesperienza dolorosa dura quanto laumento del riflesso di retrazione evocato dalla stimolazione tattile, per il periodo in cui le sinapsi sensitivo-motorie rimangono facilitate. La maggiore efficacia sinaptica rimane tale fino a quando i substrati proteici della PKA rimangono fosforilati. Alcune conclusioni possono essere tratte da questi risultati. 1. Eventi correlati con lapprendimento possono essere identificati in distinti distretti cellulari e strutture molecolari. 2. Lapprendimento a breve termine implica modificazioni nel circuito neuronale che sottende al comportamento. 3. I cambiamenti avvengono a livello delle sinapsi. 4. La modificazione dellefficacia sinaptica avviene attraverso lattivazione di un secondo messaggero. La cellula nervosa usa la cascata molecolare di secondi messaggeri intracellulari (come quella dellAMPc), anche come mezzo di immagazzinamento dellinformazione e modificazione di rappresentazioni interne. 5. La memoria a breve termine ha come substrato molecolare una modificazione covalente di proteine preesistenti per cui svanisce nellarco di poche ore. La ragione di questo deterioramento duplice: innanzitutto queste modificazioni covalenti sono rapidamente reversibili; in secondo luogo se anche la modificazione covalente fosse irreversibile la molecola proteica ha una vita breve, da qualche minuto a qualche giorno. 4. Mediatori chimici della memoria I sistemi neurotrasmettitoriali coinvolti nei processi mnesici sono numerosi e comprendono la noradrenalina, la dopamina, la serotonina, lacetilcolina, il GABA e i neuropeptidi. Per quanto riguarda il sistema noradrenergico, esso costituito principalmente da corpi cellulari che sono localizzati a livello del locus coeruleus, nel mesencefalo. Lattivit del sistema noradrenergico correlata allo stato di vigilanza e quindi influenza in modo indiretto i processi di apprendimento e di memorizzazione. Il sistema dopaminergico, attraverso la via mesolimbico-corticale, proietta su regioni limbiche come lippocampo dorsale e su aree della corteccia frontale e prefrontale. Esso svolge quindi un ruolo importante nel controllo dei processi di apprendimento. Sembra che le proiezioni colinergiche facilitino lelaborazione corticale degli stimoli modulando le interazioni tra sistema serotoninergico e noradrenergico. La specificit delle vie colinergiche a partenza dal nucleo basale di Meynert, le sue proiezioni allippocampo e alla corteccia cerebrale, lo specifico effetto amnesico dei farmaci anticolinergici e la distruzione dei neuroni colinergici nella demenza tipo Alzheimer, sembrano rendere univoca la relazione tra memoria e sistema colinergico. I nuclei colinergici basali e le loro connessioni con le formazioni ippocampali assumono importanza per il loro ruolo nelle funzioni cerebrali superiori. Il ruolo del sistema colinergico nella regolazione dei processi mnesici stato desunto dal riscontro di un deficit a carico di questo sistema in patologie in cui le capacit mnesiche sono selettivamente compromesse, come nella demenza di tipo Alzheimer. I neuroni colinergici localizzati in particolari regioni del SNC, aventi un ruolo significativo nei processi di apprendimento e di memorizzazione, suscettibili di danni irreversibili nella malattia di Alzheimer, sono particolarmente sensibili alle neurotrofine. Infatti la somministrazione del NGF in grado di contrastare danni sperimentali in questi neuroni colinergici. Di tutte le informazioni sensoriali che lo bombardano, il cervello deve scegliere quali ricordare. Lo fa con laiuto di due classi di proteine cerebrali con funzioni opposte, raggiungendo un equilibrio fra attivazione e inibizione dei processi biochimici della memoria. Un rappresentante di queste proteine, la fosfatasi 1 (PP1) ha un ruolo nella cancellazione dei ricordi, infatti animali privi di questa proteina imparano bene quanto gli altri ma dopo un intervallo superiore a cinque minuti il cervello, avendo la possibilit di bloccare la PP1, pu cementare i ricordi. Il calo di memoria dovuto allet in parte dovuto allaumento di PP1 rispetto alle proteine che aiutano la memoria, infatti inibendo la PP1 si pu invertire il declino mnesico associato allinvecchiamento. Inoltre altri componenti proteici cerebrali sembrano agire favorendo leliminazione dei ricordi, spiegando cos il peggioramento della memoria con let e le modalit attuate dal cervello per eliminare le informazioni non essenziali. Il ricordo non arriva alla memoria a lungo termine se bloccata la sintesi di proteine. Bloccando questa sintesi pi tardi, cio quando il ricordo gi conservato nella memoria a lungo termine, non si riesce pi ad estinguerlo. Una micromemoria saldamente registrata negli acidi nucleici delle cellule come le parole di una enorme e nello stesso tempo minutissima biblioteca, della quale la nostra riproduzione ci fa vedere soltanto una sola frase. Ogni singola cellula pu richiamare, secondo il bisogno, questi programmi e ordini depositati, cio pu ricordarsene: esattamente come facciamo noi in grande coi ricordi nel nostro cervello. Non si parte dallintero contenuto di informazioni, ma da un codice molecolare, da frammenti che compongono un tutto organico, come i singoli suoni e vibrazioni formano un brano musicale. recente la scoperta di un processo cerebrale che controlla la formazione dei ricordi permanenti. Segnali scambiati fra i neuroni stimolano la produzione delle proteine necessarie allimmagazzinamento a lungo termine dei ricordi. I ricordi che perdurano a lungo vengono conservati nel cervello mediante il rafforzamento delle connessioni, o sinapsi, fra i neuroni. Ci era gi noto da tempo ai ricercatori, perch i neuroni devono attivare la sintesi di nuove proteine per poter immagazzinare la memoria a lungo termine e rafforzare le sinapsi, ma il meccanismo con il quale essi svolgono questo compito era ancora sconosciuto. acquisizione recente che la via molecolare che consente ai neuroni di aumentare rapidamente la propria produzione di nuove proteine durante la formazione dei ricordi a lungo termine e il rafforzamento sinaptico controllata da un enzima (il MAPK), che innesca limmagazzinamento dei ricordi a lungo termine stimolando la sintesi di proteine. Secondo alcuni ricercatori anche la cipina, una proteina presente in tutto il corpo, nel cervello regola la ramificazione delle cellule nervose. La cipina interferisce con le modificazioni di forma dei neuroni, per lo pi nellippocampo, la struttura del cervello associata con la regolazione delle emozioni e dei ricordi. La crescita dendritica aumenta quando si apprende qualcosa. Una riduzione di questa ramificazione associata a diversi disturbi neurologici. I processi cerebrali responsabili dellimmagazzinamento e dellelaborazione dei ricordi sono simili a quelli dellinformazione genetica: la traccia costituita da acidi ribonucleici, (RNA), su di essa si raggruppano diverse molecole di aminoacidi nellordine prescritto. Queste si uniscono direttamente ad opera dei cosiddetti ribosomi, piccole strutture a forma di panini, atte ad annodare diversi amino acidi. Passando per questi ribosomi si formano dagli amino acidi catene di proteine, mentre la matrice di RNA si dissolve. Questo processo, comune a tutte le cellule, nei neuroni, al contrario delle cellule normali, comporta che determinati segnali percettivi stimolino a formazione di RNA, fissando materialmente il ricordo di tali segnali. Nelle cellule cerebrali, che non si dividono, non aumentano e non crescono pi, partecipando solo a pochi processi metabolici, queste proteine vengono conservate ed immagazzinate ed acquistano il ruolo di un deposito inattivo di informazioni. Quando sono riattivate da certi segnali, possono stimolare come molecole di riconoscimento le rispettive cellule cerebrali ad emettere anche loro dei segnali. In tal modo le cellule cerebrali coinvolte possono essere richiamate da determinate percezioni: questa la base per tutti i processi di pensiero e di memoria. Prima del decadimento della memoria immediata, la sua informazione viene assunta nel magazzino della memoria a breve termine, il quale legato alla formazione di una matrice di RNA, che dura per circa 20 minuti, sciogliendosi poi di nuovo come loriginale nella stampa, che dopo luso viene fuso. A questo punto quindi linformazione deve essere gi passata alla memoria a lungo termine mediante la formazione di certe proteine. La stessa memoria a lungo termine collegata quindi al deposito stabile delle proteine formatesi sulla rispettiva matrice di RNA. 5. Neuropeptidi e plasticit Il SNC si trova in uno stato di equilibrio dinamico, al mantenimento del quale partecipano i fattori di crescita e di differenziazione mediante la fine regolazione dei circuiti sinaptici. Il termine neuropeptidi (NRP) identifica i peptidi, composti formati da due o pi aminoacidi, contenenti uno o pi legami peptidici CONH, collocabili a livello intermedio tra aminoacidi e peptoni nella sintesi delle proteine, per i quali stata dimostrata presenza o funzione allinterno del sistema nervoso. I NRP vengono sintetizzati come una normale proteina a livello dei ribosomi, cio nel pericarion del neurone. Poi i NRP vengono immagazzinati in vacuoli fino al rilascio, che avviene grazie ad un meccanismo di trasporto attivo Ca++ dipendente I peptidi, cos come gli ormoni, dei quali condividono alcune propriet, sono efficaci in concentrazioni notevolmente inferiori a quelle dei neurotrasmettitori, nellordine di nanomoli, e talvolta agiscono a distanza dal sito di secrezione. Sembra che i NRP agiscano provocando modificazioni rapide sulle membrane neuronali e, per questo, alcuni Autori hanno ipotizzato che possano determinare anche il rilascio di neurotrasmettitori classici. Peptidi come lormone adrenocorticotropo (ACTH), la vasopressina, lormone stimolante i melanociti (MSH), intervengono in processi cognitivi quali lapprendimento, la memoria, lattenzione e la prestazione in test sperimentali. LACTH avrebbe un effetto stimolante sulla memoria a breve termine: a livello centrale lACTH e suoi analoghi hanno mostrato di influenzare e migliorare le capacit di prestazione, attenzione, vigilanza, apprendimento e memoria. La vasopressina (VSP, nota da anni come ormone antidiuretico, dati i suoi effetti periferici sulla regolazione dei fluidi e del bilancio elettrolitico) facilita il consolidamento dei ricordi, migliora il richiamo dei dati memorizzati, la concentrazione e lattenzione in pazienti affetti da sindromi psico-organiche. La vasopressina partecipa alla memoria dei comportamenti acquisiti, infatti ritarda lestinzione dei comportamenti appresi. Lossitocina, invece la accelera, facilitando lestinzione di comportamenti appresi (azione amnestica). La VSP avrebbe effetti facilitatori sulla memoria sociale, mentre lossitocina interferirebbe con il riconoscimento dei propri simili, LMSH ha, invece, migliorato i test di memoria visiva nelluomo, non quelli di ritenzione verbale. Situazioni di apprendimento che comportano uno stress determinino sempre la liberazione di endorfine. La prolattina (PRL) coinvolta nei processi di apprendimento e memorizzazione, in quanto si osservato che bassi livelli liquorali di PRL nelluomo sono correlati a deficit mnesici. La Sostanza P (SP) nellipotalamo laterale stimola i processi di apprendimento e di memoria, nellamigdala li riduce. Alcuni fattori trofici, chiamati di differenziazione neuronale, possono indirizzare un particolare neurone ad assumere un certo profilo trasmettitoriale e neuropeptidergico e controllare il tipo di sinapsi che questo instaura con le cellule cui si rapporta. Le citochine neuropoietiche sono i fattori di differenziazione pi studiati. Producono effetti sia sul sistema nervoso sia su quello emopoietico e possono intervenire nei processi di riparazione conseguenti a danno neuronale. I fattori di crescita e di differenziazione nel SNC possono essere coinvolti, cos, nelle risposte a danneggiamenti del sistema nervoso, nellinterconnessione fra il sistema nervoso e il sistema immunitario, nei cambiamenti dei ritmi biologici degli organismi (come avviene per gli ormoni steroidei), nelle trasformazioni della plasticit sinaptica correlate alla memoria ed allapprendimento, nella trasmissione sinaptica. I neuropeptidi oltre ad essere implicati in molte funzioni a livello tissutale, di regolazione di funzioni neuroendocrine, possiedono anche propriet di modulazione del comportamento. Ci in considerazione della co localizzazione insieme a neurotrasmettitori classici nelle sinapsi e nelle vie della neurotrasmissione. Vie neurotrasmettitoriali classiche sono modulate dai neuropeptidi, poich dimostrata la co-localizzazione con amine biogene, acetilcolina e Acido gamma amino butirrico (GABA). Lesioni del SNC o di nervi periferici danno luogo ad un aumento di produzione di molti dei fattori di crescita e di differenziazione sinora considerati. Lincremento rilevato potrebbe causare in modo direttamente proporzionale la comparsa e la crescita di nuovi assoni neuronali concomitantemente allincremento di neuropeptide. Il compito dei NRP quello di recuperare, mediante processi di plasticit neuronale e/o di crescita di nuove fibre nervose, la funzionalit danneggiata o persa. Leffetto delle neurotrofine si produce sia su neuroni siti nel SNC sia localizzati nel SN periferico. Per poter ottenere una risposta dalle neurotrofine deve essere presente il recettore specifico per una determinata neurotrofina sulla membrana del neurone. I neuropeptidi coinvolti nei processi di memorizzazione sono principalmente lossitocina e la vasopressina (VSP) ma lo sono anche lACTH, gli OE e la pancreostatina. I processi di apprendimento e di memorizzazione si possono riassumere in quattro fasi: 1. acquisizione ed immagazzinamento della memoria a breve termine, che ha una durata massima di un giorno; 2. consolidamento, che sembra coinvolgere strutture quali lippocampo e lamigdala; 3. immagazzinamento in engrammi a lungo termine; 4. richiamo delle informazioni acquisite. Neuropetidi ed amine possono influenzare tutti questi stadi, mentre il consolidamento sembra verificarsi solo in presenza di sonno paradosso nelle 24 ore. Queste osservazioni hanno condotto allipotesi che il consolidamento possa essere influenzato dagli alti livelli di VSP ed ACTH presenti durante tale fase di sonno. Questo spiegherebbe come piccoli stress aumentino le capacit mnemoniche. LACTH ed i peptidi ad esso correlati si trovano nellipofisi, il sito principale di produzione, ma stato identificato un circuito neuronale contenente ACTH a partenza dal nucleo arcuato dellipotalamo che proietta principalmente al setto, allippocampo, ad altri nuclei ipotalamici e allamigdala. ACTH e MSH sono anche presenti in varie aree nel midollo, nel ponte, nel mesencefalo, nel corpo striato, nella corteccia e nel cervelletto. LACTH sembra avere propriet neurogeniche: variazioni delle concentrazioni cerebrali di ACTH e dei peptidi ad esso correlati determinano evidenti alterazioni della funzione neuromuscolare e del comportamento. Questi fenomeni, che possono essere definiti di plasticit, di crescita e di espressione genica, sono presenti anche nellet adulta, anche se forse meno evidenti rispetto al periodo di sviluppo. Le implicazioni legate alla presenza di questa plasticit sono: 1. il sistema in uno stato di equilibrio legato al bilanciamento fra fasi di crescita e di non crescita, induzione di geni e repressione di geni; 2. i fattori di crescita e di differenziazione sono indispensabili per mantenere lattivit del sistema maturo; 3. di conseguenza questi fattori potrebbero essere utilizzati per interventi terapeutici. stato provato che fattori di differenziazione possono indirizzare lespressione genica, tanto che un neurone noradrenergico pu essere convertito in un neurone di tipo colinergico. Questo meccanismo mostra come sia presente plasticit sia nella crescita che nellespressione genica, pi evidente nella fase di sviluppo ma presente anche nella fase adulta. Questa plasticit comporta che il sistema neuronale si trovi in uno stato di equilibrio legato al bilanciamento fra fasi di crescita e di stasi, di induzione e repressione di geni; che per mantenere lattivit del sistema maturo siano indispensabili i fattori di crescita e di differenziazione, utilizzabili per interventi terapeutici. I fattori di crescita e di differenziazione possono recuperare neuroni la cui attivit si sta spegnendo e modificare il bilanciamento delle attivit svolte dai diversi sistemi trasmettitoriali e neuropeptidergici. Tra i fattori di crescita, denominati neurotrofine, il pi conosciuto il fattore di crescita neuronale (NGF, nerve growth factor), capace di recuperare dalla morte alcuni gruppi di neuroni embrionali, che muoiono durante le fasi di sviluppo. I processi di derivazione cellulare, di migrazione cellulare, di crescita degli assoni e di plasticit come pure i processi in base ai quali il neurone acquista delle specifiche caratteristiche che lo contraddistinguono da altri neuroni, contribuiscono alla differenziazione cellulare. La differenziazione cellulare permette ad una cellula di passare da un immaturo e non specifico fenotipo ad uno maturo e specializzato. Variazioni fisiologiche della stimolazione sensoria possono indurre notevoli cambiamenti nellespressione delle neurotrofine. Lesposizione alla luce dopo un periodo di buio pu raddoppiare i livelli di RNA messaggero per il BDNF nella corteccia visiva. Laumento potrebbe spiegare il riscontro della concomitante comparsa e crescita di nuovi assoni neuronali. Fra i neuroni particolarmente sensibili alle neurotrofine ci sono quelli colinergici, localizzati in particolari regioni del SNC, il cui ruolo nei processi di apprendimento e di memorizzazione e la loro perdita nella malattia di Alzheimer sono stati ampiamente studiati. In animale da laboratorio si stato dimostrato che la somministrazione del NGF in grado di contrastare i danni indotti da lesioni dei neuroni colinergici. Potenziamento a lungo termine (LTP) e depressione a lungo termine (LTD) sono implicati in processi di plasticit neuronale in diverse zone del sistema nervoso. Oltre alla durata, lLTP ha tre caratteristiche che lo rendono indubbiamente candidato ad essere un meccanismo mnemonico: 1. la cooperativit (non basta lattivit di una sola afferenza presinaptica per indurre lLTP, necessaria lattivazione di pi fibre); 2. la specificit (lLTP si genera solo a livello delle sinapsi formate dalle fibre afferenti attive e non in altre eventuali afferenze); 3. lassociativit (linduzione di LTP richiede una coincidenza temporale tra lattivit delle afferenze presinaptiche e lattivit della cellula post-sinaptica). lLTP presente nellippocampo, per linduzione dellLTP necessaria la contemporanea attivit delle cellule presinaptica e post-sinaptica. I fattori di crescita e di differenziazione sono in grado di agire nel tessuto nervoso adulto, come pure di avere un ruolo funzionale nella risposta a danneggiamenti di questo tessuto. Riassumendo si pu affermare che i fattori di crescita e di differenziazione nel SNC possono essere coinvolti in molti importanti processi, quali ad esempio: 1. le risposte a danneggiamenti del sistema nervoso come pure lintercomunicazione fra il sistema nervoso e il sistema immunitario; 2. i cambiamenti, come nel caso degli ormoni steroidei, che si hanno nei ritmi biologici degli organismi; 3. i cambiamenti nella plasticit sinaptica coinvolti nella memoria e nellapprendimento; 4. la trasmissione sinaptica. 6. Lengramma Non si pu paragonare la memoria durevole a correnti permanenti di ioni ma, piuttosto, a una sorta dincisione (il cosiddetto engramma). Si dice infatti che una cosa simprime nella mente, unespressione che sembra rispecchiare bene il processo reale. Limmagazzinamento inizia con impulsi elettrici cerebrali: la memoria immediata che per in base alla sola esistenza di tali circuiti elettrici non si mantiene in nessun caso pi di qualche secondo. Non esiste un centro neuronale della memoria. Le funzioni mnestiche sono correlate con le formazioni nervose superiori e sono regolate dallattivit corticale le cui cellule conservano le tracce mnestiche con ampia possibilit di vicariazione. Secondo alcuni la traccia mnestica o engramma del tutto ipotetica perch, come scrivono E. R. Hilgard e R. C Atkinson, la traccia mnestica non qualcosa che noi conosciamo o comprendiamo o qualcosa che possiamo indicare nel cervello. Si riferisce a qualsiasi rappresentazione, che persista nel nostro sistema nervoso di unesperienza che pu essere ricordata. La memoria non quindi localizzata in singole zone ma piuttosto il risultato dellinterazione dellintera attivit corticale. La persistenza dei ricordi lascia supporre che nella struttura del cervello si verifichi una trasformazione duratura che prevede, secondo lipotesi biochimica, che nelle cellule nervose la traccia mnestica si depositi sotto forma di particolari molecole di acido ribonucleico (RNA) prodotto dallattivit neuronale. Questa ipotesi troverebbe conferma nella possibilit, gi sperimentata a livello di animali inferiori, di trasferire biologicamente la memoria da un individuo a un altro. Ci sarebbe infatti un parallelismo fra trasmissione genetica della memoria e trasmissione della memoria genetica, depositata in sequenze di DNA in grado di determinare tutte le caratteristiche di una data specie e trasmetterle alla progenie. LEngramma corrisponde ad una traccia mestica e risale ad una teorizzazione proposta da R. Semon nel 1908. Questa traccia depositaria di un certo contenuto informativo ed conservata nel tessuto nervoso in forma di neurogramma grazie a stimoli che modificano il substrato organico. Quando il substrato attivato da uno stimolo analogo predisposto a rispondere sempre allo stesso modo. Semon ha ipotizzato che il complesso di tutti gli engrammi acquisiti costituisca la base della memoria, dove tutto ci che stato pensato, vissuto o sperimentato si mantiene in condizioni di disponibilit, pronto a riemergere e tornare alla memoria dietro un semplice richiamo. Si suppone che la base neurofisiologica che permette il processo mnemonico consista in modificazioni sinaptiche sotto forma di cambiamenti microstrutturali delle sinapsi delle cellule cerebrali. Gli engrammi sarebbero i moduli codificati di tutte queste modificazioni sinaptiche. Quando questi moduli sono attivati portano alla formazione di impulsi che sono copie dei moduli responsabili dellesperienza originale, disponibili per una decifrazione e quindi per una riutilizzazione ai fini della memoria. In questo quadro ipotetico, di certo c oggi solo il ruolo importante attribuito allacido ribonucleico (RNA) responsabile di una sintesi specifica da cui dipende lo sviluppo sinaptico e la conseguente attivazione della memoria. Il concetto di engramma stato utilizzato dalla psicoanalisi e dalla psicologia analitica per spiegare la memoria inconscia e i processi associativi. I meccanismi di trasferimento dellinformazione al nucleo, necessari per il processo di consolidamento, coinvolgono il sistema di trasduzione dellAMPc ed in particolare le proteine di tipo CREB. Il termine CREB (CyclicAMP Responsive Element Binding protein) si riferisce ad una famiglia di fattori di trascrizione attivati dallAMPc attraverso la PKA. In seguito ad un marcato e/o ripetuto aumento di AMPc, la subunit catalitica della PKA trasloca nel nucleo dove fosforila la serina di CREB permettendo che questa proteina si leghi ad una specifica regione di DNA detta CRE. Questa interazione porta allattivazione della trascrizione di geni cosiddetti precoci (immediate-early genes). Alcune delle proteine sintetizzate a partire da questi geni sono fattori di trascrizione che, a loro volta, inducono la sintesi di proteine che sono alla base delle modificazioni strutturali responsabili della codificazione a livello sinaptico della memoria a lungo termine. La ricerca del CREgramma si sostituita alla ricerca dellengramma che caratterizzava gli studi sulla memoria degli anni 50. La sede del cosiddetto engramma distribuita in maniera ampia ed equivalente in molti distretti del cervello. 7. Sedi della memoria Uno dei problemi pi affascinanti della moderna biologia riguarda i meccanismi molecolari alla base dellacquisizione, dellelaborazione e dellimmagazzinamento dellinformazione nel cervello delluomo. I processi di memorizzazione a lungo termine riconoscono a livello cerebrale aree e soprattutto circuiti abbastanza ben definiti. In particolare la memoria dichiarativa, archiviata nelle corteccie associative, poggia su un insieme di strutture diencefalico - temporali appartenenti al sistema limbico: il giro del cingolo, lamigdala, lippocampo e le cortecce paraippocampali. Allinterno di tale sistema la codificazione dellinformazione avviene attraverso strette connessioni sinaptiche coinvolgenti le diverse strutture. Gli stimoli esterni, percepiti a livello di cortecce sensitive primarie, vengono elaborati da aree corticali associative multimodali ed integrate in mappe neuronali. Tali aree corticali proiettano ad altre strutture corticali (giro paraippocampale e corteccia peririnale) che a loro volta attivano strutture dellippocampo, in particolare la corteccia entorinale, realizzando un sistema di convergenza dellinformazione. Questa procede quasi come in una sorta di imbuto dalla corteccia entorinale alle cellule del nucleo dentato e culmina nellarea CA3 dellippocampo. Qui sono presenti neuroni dotati di ricorrenti collaterali, strettamente connessi tra loro che realizzano - attraverso circuiti riverberanti - sinapsi (cio punti di contatto tra neuroni) cosiddetti forti, sede di una memoria autoassociativa. Cos i diversi aspetti dellinformazione primaria, raccolti separatamente da diverse aree corticali solo debolmente connesse tra loro, sono sintetizzati a livello di un numero relativamente ridotto di neuroni che contengono unistantanea della scena iniziale colta in tempo reale. quindi una memoria contestuale che dipende da associazioni arbitrarie che si verificano nella stretta finestra temporale che caratterizza le modificazioni sinaptiche, cio circa un secondo. Larea CA3 attiva larea CA1 e questa, attraverso il subiculum, nuovamente la corteccia entorinale con una proiezione questa volta divergente che compie a ritroso il percorso precedente, fino alle sinapsi collocate nelle cortecce che per prime hanno avviato il processo. Questa stimolazione allindietro comincia circa 100 millisecondi dopo linizio e trova quindi le sinapsi, da cui il processo partito, ancora attive e quindi in quello stato di modificabilit sinaptica che dura circa 1 secondo. Lungo tutto il percorso si verificheranno dunque delle modificazioni sinaptiche che determinano il formarsi di sinapsi forti o, nei termini di Edelmenn, di selezionare un circuito secondo un processo di darwinismo neuronale, cio privilegiando un circuito e, quindi, un tipo di informazioni rispetto ad altre. Un singolo neurone pu appartenere contemporaneamente a differenti gruppi assemblati di neuroni e, a seconda delle circostanze e dei segnali in arrivo, attivarsi in un gruppo o in un altro. La possibilit di scarica neurale incrementata dalla forza e dalla ripetitivit della stimolazione in arrivo cosicch si possono formare delle connessioni preferenziali, o facilitate. La traccia mnesica da considerarsi distribuita nel senso che non esiste un centro unico di memoria, in quanto molti distretti del sistema nervoso partecipano allimmagazzinamento di una determinata informazione; nello stesso tempo lengramma pu considerarsi localizzato, in quanto solo determinate strutture sono implicate nella codificazione mnesica di un certo evento e ciascuna di esse partecipa in maniera differente alla codificazione. Si possono ipotizzare graduali reclutamenti ed una continua riorganizzazione di sistemi neuronali per opera sia di una attivit endogena che in seguito ad attivit esterna tradotta dai sistemi sensoriali, oppure grazie allinterazione di entrambi questi tipi di attivit. Attraverso tale complessa serie di eventi lengramma matura nel tempo (probabilmente nella neocorteccia per quanto riguarda il contenuto dichiarativo) svincolandosi da strutture sottostanti come lippocampo o altre regioni del lobo temporale mediale. Questo processo spiegherebbe le forme graduali di amnesia retrograda osservate in certe sindromi amnesiche dopo rimozione della parte mediale del lobo temporale. Alcuni neurobiologi hanno identificato la regione del cervello chiamata cingolato anteriore come la responsabile del recupero e della conservazione dei ricordi remoti. La parte mediale del lobo temporale svolge una funzione chiave nel processo di memorizzazione del contenuto dichiarativo. Il sistema limbico serve solo come serbatoio temporaneo (parte mediale del lobo temporale) in quanto limmagazzinamento definitivo ha luogo nella neocorteccia. Larchiviazione e il recupero dellinformazione dichiarativa ascrivibile allinterazione tra siti neocorticali tra loro fisicamente separati ed il lobo temporale mediale. Il consolidamento consisterebbe in un processo di graduale connessione funzionale delle diverse aree che complessivamente contengono la rappresentazione dellevento. Danni al sistema limbico che includono la parte mediale del lobo temporale o strutture mediali diencefaliche interferiscono con la funzione mnemonica dichiarativa senza intaccare apprezzabilmente il processo di memoria procedurale. I gangli della base e le connessioni cortico-striatali hanno un importante ruolo funzionale nellacquisizione e nellimmagazzinamento dei contenuti procedurali. La corteccia cerebellare ed i nuclei cerebellari sono strutture implicate nellacquisizione e nellimmagazzinamento della memoria procedurale. Le cortecce prefrontali esercitano una funzione di controllo nella codificazione e soprattutto nel richiamo dei ricordi: consentono di mettere ordine, categorizzare, selezionare, ristabilire il giusto valore nella memoria. Daltra parte il loro il ruolo dei guardiani ed anche dei censori della memoria, possono non guidare il richiamo fino in fondo o possono censurare alcuni ricordi parziali a favore di altri o effettuare una verifica non accurata. La memoria implica un cambiamento pi o meno duraturo del rapporto sinaptico tra i neuroni, sia attraverso una modificazione strutturale sia mediante modificazioni biochimiche. Osservazioni sperimentali localizzano nellippocampo una delle sedi pi importanti per i processi di apprendimento e la memorizzazione. Il sistema GABAergico ha un ruolo rilevante nella regolazione dei processi di apprendimento e memorizzazione. Ci confermato dalla presenza di una grande quantit di recettori per il GABA nellamidgala, area coinvolta nei processi di consolidamento della memoria. Il legame fra lippocampo e la memoria noto agli scienziati sin dagli anni cinquanta, ma si sa poco di come questassociazione si manifesta nellattivit neurale. Lippocampo raccoglie informazioni semantiche a proposito delle parole, mentre il giro paraippocampale richiama le informazioni sensoriali relative alle parole. Diversi studiosi hanno identificato il modo con cui lippocampo contribuisce ad apprendere e a ricordare i fatti e gli eventi che costituiscono la nostra memoria a lungo termine, o memoria dichiarativa. Studiando lattivit dei neuroni dellippocampo, gli scienziati hanno capito come il cervello segnala la formazione di nuove memorie associative, una forma di memoria dichiarativa. Ci prova lelasticit dellippocampo in relazione allapprendimento. Il lobo temporale mediale in grado di differenziare termini veri da altri falsi. Mentre lippocampo raccoglie informazioni semantiche a proposito delle parole, il giro paraippocampale richiama le informazioni sensoriali relative alle parole, come laspetto e la voce di chi le ha pronunciate. 8. Tipi di memoria Nellaffrontare il tema della memoria da tenere in considerazione come la formazione e trasformazione del ricordo siano determinate dal fattore tempo e come i ricordi stessi assumano aspetti peculiari in relazione alla sfera emotiva e allattivit della coscienza. La reintegrazione il ricordo pi completo in grado di localizzare spazialmente e temporalmente nel proprio passato levento ricordato. Il riconoscimento lidentificazione, in unesperienza successiva, di uno stimolo precedentemente esperito, come quando un oggetto, una persona o una situazione ci appaiono familiari o gi visti. Il riconoscimento facilita laccesso a una traccia mnesica, ma non elimina del tutto la necessit della rievocazione, inoltre il contesto ha una parte importante nel ricordo, in quanto materiali appresi in un determinato ambiente sono meglio rievocati in quellambiente piuttosto che in un altro. Anche rilevante il modo in cui viene organizzato il materiale mnesico: possibile conservare una stabile capacit di recupero nel tempo se questo ben codificato e classificato Hebb ha intuito gi nel 1949 che la memoria non un sistema unitario, ma un insieme di sottosistemi integrati. Sulla base di questa intuizione ha distinto una memoria a lungo da unaltra a breve termine. Il ruolo del tempo nel determinare le memorie gi evidente considerando che la multifattorialit della memoria individuata sulla base della durata della traccia mnesica stessa. Ci riporta alla distinzione di memoria a breve termine, di capacit ristretta, cui accedono ricordi fedeli, ma di durata brevissima, inferiore ad un minuto, e di memoria a lungo termine, di capacit e durata praticamente illimitate, che sottende a tutte le nostre conoscenze, innate ed acquisite. Esistono, perci, due meccanismi di immagazzinamento delle informazioni che, in entrata, si collocano nella memoria a breve termine (MBT) dove sono soggette a una rapida dissoluzione. restaurata dalla ripetizione che pu essere di mantenimento per la sua conservazione nella memoria di breve termine, o di integrazione nelle strutture di memoria a lungo termine (MLT). Il materiale che sfugge alla ripetizione decade nelloblio. La ripetizione non pu aumentare la capacit del sistema di memoria, per cui il mantenimento possibile solo se il numero delle informazioni in entrata sufficientemente piccolo. Per questo si soliti rappresentare il processo di ripetizione come un anello che lascia la memoria a breve termine per poi ritornarvi, dove evidente che, se devono essere ripetute troppe informazioni, le ultime andranno perse prima che il processo di ripetizione possa iniziare. La velocit di ripetizione ha un ritmo molto simile a quello del linguaggio parlato. Il riapprendimento la ripetizione di unesperienza acquisita un po di tempo dopo la prima acquisizione. La memoria immediata per il materiale verbale sembra basarsi su un tipo di codifica fonologico, mentre la memoria a lungo termine sembra basata su codici semantici. La memoria a breve termine ha una capacit di circa 5 elementi che, non sottoposti a ripetizione, vengono subito perduti, come quando si comunica oralmente un numero telefonico. La memoria a lungo termine pensata invece come virtualmente illimitata, cos che ogni informazione che passa dalla MBT alla MLT, come ad esempio il proprio numero telefonico, vi trover una collocazione permanente. Nella MLT loblio non determinato da rapido deterioramento come nella MBT, ma dallincompletezza dei richiami necessari alla sua identificazione, per cui risulta difficile ripescare linformazione adeguata, come nel caso delle parole sulla punta della lingua. Nella MBT loblio determinato dal fatto che stimoli successivi hanno espulso linformazione che non ha potuto essere restaurata dalla ripetizione di mantenimento; nella MLT loblio pu dipendere o dal fatto che linformazione non mai stata trasmessa, o dal fatto che non sono disponibili richiami sufficienti alla sua identificazione. I meccanismi che favoriscono il passaggio dalla MBT alla MLT sono: - lattenzione che, se in generale favorisce la memoria, talvolta la inibisce, come quando pensare a ci che stato detto impedisce di fare attenzione a ci che si sta dicendo; - lelaborazione concettuale che associa le informazioni in entrata a conoscenze gi acquisite, migliorando il successivo recupero dellinformazione passata nella MLT; - le mnemotecniche che impongono unorganizzazione alle informazioni che non hanno rapporti fra loro, utilizzando i metodi dei luoghi dove alcune collocazioni geografiche servono come suggerimenti per ritrovare le informazioni, il metodo delle associazioni che collegano le informazioni inserendole in una storia significativa, il metodo delle parole-chiave a cui riconnettere informazioni non correlate, e altri espedienti che favoriscono il consolidamento, senza il quale non si ha il passaggio dalla MBT alla MLT. Lamnesia retrograda che si registra in soggetti che, dopo commozioni o lesioni cerebrali, manifestano unamnesia degli eventi immediatamente precedenti lincidente, conferma la teoria secondo cui lattivit neuronale deve disporre di un periodo di tempo, dopo una determinata esperienza, per il consolidamento delle informazioni, affinch queste possano essere incamerate in maniera stabile e definitiva nella MLT. Una particolare memoria, quella di lavoro, si pone tra la memoria a breve e quella a lungo termine, anche se sembra far parte della memoria a breve termine. Questo tipo di memoria trattiene a fuoco le informazioni per un tempo molto breve, dellordine di secondi, per consentire che esse siano analizzate, processate, confrontate da altri circuiti cerebrali: una sorta di taccuino della mente da utilizzare per la formazione di concetti ed in ultima analisi per pensare. La memoria di lavoro , quindi, un deposito di informazioni a breve termine, consistente in memoria che attiva e rilevante solo per un breve periodo di tempo. Pare che la capacit di divenire intenzionali sia legata al fatto che, istante per istante, si compattano i singoli scenari di working memory: possibile che la consapevolezza e, di conseguenza, lintenzionalit siano il prodotto della moltiplicazione working memory x tempo. La memoria di lavoro viene interpretata come una riverberazione dello stimolo, mentre gli altri tipi di memoria sarebbero il risultato della configurazione della matrice sinaptica, costituita dalle caratteristiche dei collegamenti tra i neuroni. Le procedure della memoria di lavoro hanno un ruolo di rilievo nella verifica della correttezza e plausibilit della narrazione del ricordo. Pi recentemente stato proposto un modello di memoria diverso da quello della memoria a breve termine, basato sul concetto di working memory strutturata in pi componenti. La struttura proposta si articola in almeno tre sottosistemi. Parte del sistema costituita da un centro di controllo dellattenzione, il cosiddetto central executive, che forma uninterfaccia tra la memoria a lungo termine e due o pi sottosistemi. Uno di questi, lo sketch pad, o blocchetto per appunti visuospaziale, un sistema che pu acquisire e manipolare il materiale mnesico di natura visiva o spaziale. Questo sistema sembra essere associato a strutture dellemisfero destro ed specializzato nel mantenimento dellinformazione visuospaziale, mentre linformazione verbale conservata utilizzando il loop o circuito fonologico, che un sistema che comprende un magazzino di informazioni acustiche a breve termine, accoppiato ad un processo di ripetizione articolatoria. Il centro esecutivo (central executive) considerato il responsabile della selezione ed esecuzione delle strategie e provvede a mantenere e spostare lattenzione a seconda delle esigenze. Il centro svolge anche la funzione di sistema attentivo di supervisione (SAS: supervisory attentional system), attivo quando si deve far fronte ad un problema inaspettato, o superareschemi abituali inadeguati in una situazione demergenza. Il SAS anche responsabile delle attivit di pianificazione e coordinamento. La capacit di working memory fondamentale nel definire lintelligenza, ci perch un gruppo di compiti di working memory mostra punteggi altamente correlati con le pi tradizionali misure dellintelligenza, basate su test di ragionamento. Il centro esecutivo anche responsabile della capacit di coordinare le informazioni provenienti da fonti differenti. Questo centro pu essere interessato da un danno frontale, da cui deriva la cosiddetta sindrome disesecutiva (dysexecutive syndrome), meglio nota come sindrome del lobo frontale. Il bagaglio delle nostre conoscenze comunque rappresentato da una memoria a lungo termine in cui le esperienze possono essere codificate in modo consapevole o meno. La formazione del ricordo impedita se viene effettuato un elettroshock durante la seduta di apprendimento, invece non c interferenza se lelettroshock indotto a distanza di ore dallapprendimento. Questo esperimento conferma lesistenza di due forme temporali di memoria: labile quella a breve termine, resistente quella a lungo termine. Il ricordo pu durare mesi, anzi una vita intera: non pu basarsi su modificazioni evanescenti ma deve essere sostenuto da modificazioni durature. Nonostante la memoria a lungo termine sia una estensione di quella a breve termine, il decadimento della prima ha un andamento temporale diverso dalla seconda e comporta che la memoria non sia un processo unitario. Sono, perci, state distinte forme temporalmente distinte di memoria: quella primaria e quella secondaria. La memoria primaria molto pi labile e molto pi suscettibile alla inferenza retroattiva della secondaria. Il contenuto mnemonico a breve termine pi facilmente cancellabile di quello a lungo termine. La trasformazione del ricordo a breve termine in quello a lungo termine necessita di un periodo di consolidamento durante il quale linformazione pu essere facilmente perduta e distrutta da diversi fattori disturbanti. Una propriet definitiva della memoria a lungo termine, che la distingue da quella a breve termine, la necessit della sintesi proteica in una preciso ambito temporale durante la fase dellapprendimento. La memoria a breve termine appare, cos, indipendente dalla sintesi proteica, mentre quella a lungo termine si rivela dipendente dalla sintesi proteica. Gli eventi responsabili della memoria consolidata avvengono nelle stesse cellule dove si verificano quelli responsabili della memoria a breve termine attraverso unestensione del sistema di trasduzione dal citoplasma al nucleo. Molte delle nostre azioni sono guidate da esperienze passate combinate con previsioni sul futuro. Uno dei grandi obiettivi della biologia consiste nello scoprire come le cellule del cervello possano creare una rappresentazione che si estende allindietro e in avanti nel tempo. La memoria esplicita o dichiarativa comprende la memoria dei fatti (o semantica) e degli eventi (o episodica). La prima si riferisce a conoscenze generali, condivise da vasti gruppi di persone e sostanzialmente decontestualizzate, corrisponde quindi alle nostre conoscenze enciclopediche, la seconda invece fortemente legata al contesto (chi, dove, come, quando), ha una forte componente di soggettivit e trova la sua espressione pi tipica nella memoria autobiografica. importante notare che mentre la memoria semantica pu essere espressa attraverso affermazioni, nomi, definizioni o brevi frasi, la memoria episodica possiede intrinsecamente una componente sostanzialmente narrativa, spesso con al centro il s. Tale distinzione - presenza o meno di una componente narrativa - secondo alcuni la caratteristica principale che differenzia memoria episodica e memoria semantica. I ricordi che vengono organizzati in base al tempo e al contesto sono chiamati memorie episodiche (in precedenza rievocazione). Una memoria episodica il ricordo di qualcosa senza alcun riferimento circostanziato al proprio passato. Lo schema di attivazione delle cellule suggerisce come lippocampo contribuisce alla formazione delle memorie episodiche. Parcheggiando unauto per recarsi al lavoro, i neuroni dellippocampo si attivano secondo uno schema legato a quel luogo. Durante la permanenza sul luogo di lavoro si prende spesso lascensore, ma non con lintenzione di recarsi in parcheggio, pertanto non si attivano i ricordi connessi al parcheggio. Quando si prende lascensore per tornare a casa, si attivano cellule che non erano state coinvolte durante gli altri viaggi nellascensore, perch lo scopo quello di raggiungere lauto. Questa una tipica memoria episodica con la quale verosimilmente il soggetto si incontrer una volta sola e con valenze soggettive: gli elementi visivi, uditivi, olfattivi, verbali registrati su aree corticali diverse, ma simultaneamente, sono convogliati verso un unico gruppo neuronale in cui risultano associati in ununica situazione contestuale. Questo insieme di informazioni soggiorner, in questa sorta di buffer di memorie episodiche, per settimane o mesi, finch non verr trasferito ad aree corticali con alta densit cellulare ed eventualmente classificato ed inquadrato temporalmente. Tale trasferimento sar tanto pi rapido quanto maggiore sar il numero degli stimoli da memorizzare: pi rapido in ambienti ricchi di stimoli, meno in ambienti poveri, cos da consentire la liberazione di circuiti che verranno occupati da nuove informazioni. Nellambito della memoria episodica, si distingue la memoria recente (che registra avvenimenti verificatisi entro lultima ora) e la memoria remota (che registra fatti avvenuti pi di unora fa). La memoria episodica fa riferimento al sistema coinvolto nella rievocazione di particolari esperienze o episodi. influenzata dal livello di attenzione e organizzazione, riflette limportanza di questi processi per lelaborazione di strutture di memoria che siano accessibili al recupero. La memoria semantica riguarda la memoria del significato delle parole. A differenza della memoria episodica, non ha carattere personale, ma piuttosto comune a tutti coloro che parlano la stessa lingua. La memoria semantica sarebbe gradualmente influenzata dai processi educativi, iniziando con la nostra conoscenza percettiva del mondo fisico intorno a noi, arrivando ad includere il linguaggio, la nostra conoscenza della societ fino a tutte le informazioni specialistiche dettagliate che acquisiamo nellambito dei nostri rapporti individuali o professionali. La memoria semantica immagazzina linformazione che ha avuto origine in molte esperienze separate che non sono rievocabili singolarmente. Mentre laccesso alla memoria semantica pu essere preservato nella sindrome amnestica, levidenza clinica suggerisce che senza la memoria episodica, il soggetto ha grosse difficolt ad aggiungere nuove informazioni alla memoria semantica. In sintesi si pu affermare che la memoria semantica consiste nellaccumulare le informazioni provenienti da numerosi episodi, riflette la nostra capacit di valutare globalmente linsieme degli episodi, enucleando e mettendo in risalto le caratteristiche che sono comuni a un gruppo di episodi diversi, mentre la memoria episodica rappresenta la capacit di estrarre e recuperare un singolo evento dallinsieme. Il cervello dispone oltre che di memoria dichiarativa, di memorie implicite. Esse consentono, per esempio, di ricordare come si va in bicicletta anche dopo anni e si parla pi precisamente di memoria procedurale e di fissare concetti astratti in questo caso la memoria detta semantica. Anche chi ha lippocampo danneggiato non perde questi tipi di conoscenza, che risiedono in unaltra regione, della corteccia cerebrale: il neopallio. La memoria a lungo termine pu essere divisa in due sottotipi: la memoria dichiarativa e la memoria procedurale. La memoria dichiarativa o esplicita, si distingue in un tipo episodico ed in un tipo semantico, direttamente accessibile alla coscienza, pu essere descritta a parole e concerne il vissuto storico individuale (forma episodica) oppure la conoscenza del mondo in generale (forma semantica). La memoria procedurale o implicita non direttamente accessibile alla coscienza e non pu essere descritta a parole in termini di fatti, dati specifici ed eventi ben localizzati nel tempo e nello spazio. la memoria che si forma in modo automatico ed ampiamente inconscio tramite pratiche motorie o percettive ripetute molte volte. La memoria implicita e fa riferimento ad abilit motorie come danzare, praticare uno sport, suonare uno strumento musicale o semplicemente guidare lauto che - pur apprese coscientemente e con esercizio ripetuto - vengono effettuate in modo automatico. La memoria procedurale ricorda come si svolge unazione sia fisica che mentale. La perdita della memoria procedurale porta a difficolt nello svolgimento delle attivit quotidiane quali il vestirsi, il lavarsi e cucinare. Essa include comportamenti che sono diventati automatici. La memoria implicita quella di cui si servono i classici riflessi condizionati, quella emotiva per cui il soggetto senza consapevolezza attribuisca ad un evento scatenante un significato ansiogeno o terrifico perch nella sua mente connesso a situazioni o suoni o immagini in grado di scatenare reazioni emotive quali ansia o paura. Lapprendimento implicito consiste in ci che viene appreso inconsapevolmente, attraverso messaggi cosiddetti subliminali, e che produce comportamenti consequenziali. La memoria non dichiarativa il prodotto di un gruppo di sistemi di apprendimento che sono in grado di accumulare informazioni, ma non di estrarre dallinsieme e identificare episodi specifici. un tipo di memoria specializzato nellaccumulare informazioni provenienti dalla realt circostante, ma non in grado di individuare e tenere separati i singoli episodi. Per recuperare ed organizzare un ricordo ci si pu servire di - Priming, ovvero della capacit di identificare una parola in condizioni di rumore o di riprodurre la parola quando viene loro proposta la radice o parte di questa. - Apprendimento procedurale, cio acquisizione di abilit motorie (come guidare una macchina) o cognitive (capacit di problem solving). - Condizionamento associativo, consistente nel comportarsi sulla base di unesperienza appresa senza riuscire a stabilire un collegamento con il ricordo dellesperienza. - Condizionamento valutativo, ovvero dellinfluenza dellesperienza pregressa sulla valutazione dellimportanza dello stimolo. 9. Apprendimento Lapprendimento un cambiamento permanente che si manifesta attraverso processi adattativi del repertorio comportamentale dovuto allesperienza. Lapprendimento comporta una variazioni del potenziale conoscitivo dellindividuo. Pu essere definito anche come una conoscenza organizzata che si struttura sempre meglio: per imparare necessario avere gi un bagaglio di conoscenze. In anni recenti stato provato che il cervello adulto in grado di riorganizzare e ottimizzare la sua struttura e le relative connessioni nervose. stato possibile ottimizzare il trasferimento di informazione tra neuroni comunicanti per mezzo di brevi, intensi stimoli elettrici e misurare quantitativamente questo miglioramento, che si riflette in una migliore risposte da parte del neurone. Questo test, detto Potenziamento a Lungo Termine (LTP), stato usato come unit di misura della capacit dei neuroni di adattarsi agli stimoli ambientali, che un equivalente dellapprendimento. I processi di apprendimento e di memorizzazione si possono riassumere in quattro fasi: 1. acquisizione ed immagazzinamento della memoria a breve termine, che ha una durata massima di un giorno; in precedenza era definita come registrazione, ovvero limpressione nel sistema nervoso dellevento percettivo, stadio in cui linformazione entra nellorganismo rimanendo a disposizione un tempo proporzionale al tempo di esposizione. 2. consolidamento, che sembra coinvolgere strutture quali lippocampo e lamigdala; ipotizza lesistenza di un processo nervoso perseverativo che porta a un consolidamento della traccia mnesica. Ci significa che, finch questo processo non compiuto, la traccia mnesica non completamente consolidata, per cui pu essere cancellata in tutto o in parte da eventi o trattamenti che non sono pi efficaci quando il processo di consolidamento concluso. 3. immagazzinamento (o ritenzione) in engrammi a lungo termine: consiste nellimmagazzinamento dellinformazione sensoriale, detto anche registro sensoriale, che d ai sistemi di estrazione delle caratteristiche e ai sistemi di riconoscimento di configurazioni il tempo (compreso tra 0,25-2 secondi) di operare, sui segnali in arrivo, scelte precise in ordine agli input rilevanti da discriminare da quelli inutili. Infatti lenorme quantit di informazione presente in unimmagine sensoriale non generalmente importante per interpretare il significato, per cui si rende necessaria una selezione ritentiva. 4. richiamo delle informazioni acquisite: il recupero, o ecforia, secondo R. Semon, il richiamo alla mente del materiale precedentemente immagazzinato nel registro sensoriale con la ritenzione e, ipoteticamente consolidato, reso disponibile per leffettivo ricordo. Il recupero dei ricordi non un processo semplice che segue la legge del tutto o nulla. possibile dimenticare qualcosa, ma conservare intorno ad essa informazioni che ne rendono possibile il recupero, come nel fenomeno delle parole sulla punta della lingua, dove i vocaboli che vengono in mente al loro posto hanno caratteristiche in comune con la parola dimenticata. Il recupero inoltre facilitato dalle immagini mentali che visualizzano lazione, dagli schemi di organizzazione del materiale da memorizzare, dalla frequente ripetizione che compie opera di consolidamento, e dal sovrapprendimento al di l della semplice acquisizione del materiale. Nella fase di apprendimento la regione temporale mediale potrebbe rapportarsi con i siti di immagazzinamento della memoria localizzati altrove nel cervello. Nellapprendimento complesso linformazione immagazzinata anche nella neocorteccia inferotemporale. Il cervello ha un ruolo fondamentale nella fase di apprendimento dellassuefazione a lungo termine di un riflesso, mentre il cervelletto implicato nella memoria motoria, nel condizionamento di un riflesso e nelle modificazioni plastiche cui pu andare incontro. Sistemi neuronali, determinanti il comportamento e la percezione sensoriale, quando si modificano, possono alterare la potenzialit alla reazione piuttosto che la reazione immediata allo stimolo. La durata dellapprendimento abbraccia un ambito temporale compreso tra pochi secondi ed un arco di vita. La memoria la ritenzione ed il recupero di tale rappresentazione interna. Lapprendimento di memorie semantiche in genere si verifica come un processo di decontestualizzazione e generalizzazione di memorie episodiche. La memoria episodica consente di creare un legame associativo tra situazioni che si verificano contemporaneamente nellarco di tempo utile per la modificabilit sinaptica. Perch la memorizzazione si verifichi sono necessari dei rinforzi esterni rappresentati dallo stato emotivo e dal livello di attenzione. Secondo il modello di Damasio, aree corticali diverse sono reciprocamente connesse con zone cosiddette di convergenza che, a loro volta, inviano e ricevono impulsi da una zona di convergenza localizzata nellippocampo. Lattivazione di un punto qualsiasi di questo circuito comporter laccensione di tutto il sistema. Una serie di eventi esterni pu determinare reazioni emotive di tipo somatico (variazioni del ritmo cardiaco o del respiro, pallore, rossore, sudorazione). Tali stati vengono registrati nel talamo, che connesso al nucleo dellamigdala, a sua volta collegata con lipotalamo e quindi con la regolazione endocrina e neurovegetativa. Lamigdala - considerata il centro della vita emotiva - a sua volta collegata bidirezionalmente allippocampo. Pertanto un determinato evento verr memorizzato anche con la sua coloritura emotiva, che d allevento un valore di base esclusivamente somatico aderente alle esigenze di adattivit e, in ultima analisi, di sopravvivenza. Nel ricordo riprodotto vi sar anche il significato in termini somatici, positivi o negativi, dellevento, senza che ci sia sempre consapevolezza del motivo di tale reazione emotiva. La detta modificazione dello stato corporeo viene registrata come un cambiamento del s. Le vie neuronali considerate sono condizionate da meccanismi di punizione e di gratificazione che possono intervenire nella codificazione della traccia mnesica e quindi nellapprendimento. questo il motivo per cui luoghi emotivamente accattivanti facilitano la memorizzazione. La risposta emotiva, infatti, non solo esprime il valore dellevento, ma funziona anche come propulsore di attenzione e memoria operativa. Un altro fattore che contribuisce alla registrazione dellevento , infatti, lo stato di vigilanza e di attenzione, attivato da vie di proiezione dal setto mediale allippocampo che sarebbero anche in grado di aumentare il tempo di modificabilit sinaptica consentendo una memorizzazione pi estesa e profonda. La contestualizzazione associativa del ricordo - legata alla simultaneit della situazione - fa s che questo possa essere evocato nel suo insieme da qualsiasi particolare purch facente parte della scena memorizzata Questo pu verificarsi perch la presentazione del frammento di ricordo attiva i neuroni della area ippocampale che proietteranno allindietro limpulso fino alle aree corticali che per prime avevano registrato levento, dove verr ripristinata limmagine primitiva (somma dellevento stesso, del suo valore biologico e del cambiamento dello stato del s che ha determinato). Saranno interessate solo queste aree corticali perch per queste era stato selezionato un circuito preferenziale attraverso la formazione di sinapsi forti. Daltra parte la attivazione, spontanea o intenzionale, di tale percorso a ritroso comporta ulteriori modificazioni di sinapsi che nel tempo avranno comunque subito ulteriori modificazioni. Il frammento di ricordo stimola il recupero automatico dellevento, un atto riflesso che avviene senza sequenziazione temporale, senza controllo di plausibilit o consistenza con altri elementi, senza intelligenza, ma probabilmente con fantasia. Attraverso questo processo, definito di ecforia, uno stimolo, unimmagine, un colore, un profumo, una musica, possono attivare una serie di ricordi a catena, apparentemente scollegati tra loro. Questo fenomeno evidente in alcuni pazienti amnesici, dove la narrazione del ricordo pu assumere aspetti bizzarri o del tutto implausibili. Le libere associazioni fanno riferimento ad elementi autobiografici quasi semantizzati (infermiere > feriti > PS > dimissione) per lemergere evidente di circuiti forti e possono assumere o meno un carattere di plausibilit. Tali narrazioni appaiono quindi come storie inventate seguendo limmaginazione, cio combinando tra loro particolari assunti da tuttaltra parte. Elementi di nonsense, assurdit, bizzarria sono presenti in racconti fantastici dedicati soprattutto ai bambini nei quali, per limmaturit di determinate aree cerebrali, frequente tale ecforia riflessa e disordinata, per quanto non priva di significati. La narrazione del ricordo pu svilupparsi in modo ordinato, sequenziale temporalmente e logicamente plausibile attraverso una serie di processazioni che vedono coinvolte essenzialmente le aree prefrontali, in particolare quelle ventromediane, attraverso la memoria di lavoro. Questa opera iniziando il recupero del ricordo in modo intenzionale, selezionando il metodo di recupero pi adatto, individuando frammenti strategici che per confronti successivi guidano il processo fino alla individuazione del ricordo parziale associativo. Attraverso il richiamo di informazioni codificate nella memoria a lungo termine e il confronto con lobiettivo, i ricordi vengono organizzati temporalmente (quando?) e nei contenuti (chi? come? dove? perch?). In questo senso la componente episodico/narrativa della memoria si distingue da quella semantica/non narrativa. Lindividuazione delle procedure di richiamo che intervengono nella costruzione della narrazione del ricordo stata possibile analizzando le modalit con cui individui normali rievocano. Si pu procedere da un inizio generico fino al recupero successivo, pi o meno intenzionale, di dettagli ulteriori, oppure ci si pu accontentare di memorie incomplete ritenendole complete, o perch se ne perduta linformazione o perch il loro valore emotivo non era forte, o ancora perch non sono accessibili in quel momento. Inoltre la narrazione pu essere falsata da memorie rese forti dallabitudine e, in un certo senso, di tipo semantico o dalla intensa componente emotiva che ne ha accompagnato la codificazione. Infine possono intervenire fenomeni deduttivi di tipo inferenziale. Il richiamo di eventi passati fornisce alla corteccia informazioni utili per edificare nuove rappresentazioni nelle aree associative. Ogni richiamo quindi modifica le sinapsi e di conseguenza la rappresentazione corticale del ricordo stesso. Pertanto il ricordo modificato dagli eventi sinaptici intrinseci alla rievocazione stessa e dagli eventi - del mondo esterno e conseguentemente sinaptici - accaduti successivamente. Come gi Freud aveva intuito, le tracce mnesiche possono assumere un diverso significato a partire da eventi successivi. Il recupero dellinformazione complessiva avviene per attivazione di un circuito forte, selezionato dalla stimolazione retrograda di una rete gi attiva. possibile comunque che - data lalta possibilit di accesso alle informazioni contenute nellippocampo - il frammento di ricordo attivi anche circuiti diversi, forse meno ripetuti, ma con maggior valore emotivo. Il sonno ha almeno due diversi effetti sullapprendimento: innanzitutto consolida i ricordi, proteggendoli da interferenze successive o dal deterioramento, inoltre sembra essere in grado di recuperare o di ripristinare i ricordi. Estese regioni del cervello sono coinvolte nellelaborazione dei ricordi durante una particolare forma di sonno, detta a onda lenta. Il sonno consente il consolidamento delle memorie da poco acquisite. In questo processo il ruolo pi importante per il sonno a onda lenta, profondo e senza sogni, rispetto a quello REM (rapid eye movement), associato con i sogni. Il sonno ha, inoltre, un impatto importante nel migliorare le capacit delle persone di imparare le lingue. Labilit degli studenti di ricordare parole straniere viene migliorata dal sonno, anche se gli studenti sembravano aver dimenticato parte di quello che avevano appreso durante il giorno precedente. Molto probabilmente durante il sonno il proprio deposito originario di ricordi viene sfruttato in una sintesi incontrollata (o dovuta a stimoli subconsci) di RNA nelle matrici genetiche. Questa rassegna notturna dei registri genetici suscita naturalmente una folla di associazioni nella corteccia cerebrale, cio i sogni. Siccome durante il sonno le informazioni non vengono fissate mediante una sintesi successiva di proteine, le visioni dei sogni scompaiono con la dissoluzione degli acidi nucleici, cio dopo venti o trenta minuti. Cos si ricordano soltanto gli ultimi minuti di un sogno, a meno che non ci si svegli durante la notte, fissando cos una parte delle ultime immagini sognate che possono allora essere rievocate anche la mattina seguente. Limmagazzinamento di tipo olografico rende possibile la creativit: dalle interrelazioni del gran numero di immagini conservate, luna sopra laltra, tutte quasi eguali eppure un po diverse, risulta il processo creativo che si esprime sempre di nuovo in particolari varianti. Creativit, intuizione ed idee non hanno una determinata sede nel cervello, ma nascono dallinterazione che propria dellimmagazzinamento multiplo di percezioni esterne ed interne, o meglio, non sono altro che questa interazione. 10. Alterazioni della memoria Lansia da esame, il terrore duna interrogazione improvvisa, o il black-out del candidato in un quiz televisivo avviene quando si verificano eventi associati a paura o eccitazione. Questi sono dei sentimenti collegati ad avvenimenti materiali. Percezioni insolute o associate al pericolo, oppure ricordi spiacevoli provocano, tramite il diencefalo e i gangli del simpatico, una stimolazione diretta delle ghiandole surrenali e di certe regioni cerebrali, le quali in pochi centesimi di secondo immettono in circolo due ormoni: ladrenalina e la noradrenalina, note come ormoni dello stress, con la funzione di preparare il corpo allattacco o alla fuga immediata, aumentando immediatamente la pressione sanguigna e il metabolismo degli zuccheri e dei grassi. Per ben dentro al cervello questi ormoni dello stress esercitano anche unaltra funzione: influiscono sui collegamenti tra i neuroni. Le sinapsi cio si devono attivare. E proprio questo processo pu essere disturbato e persino impedito dagli ormoni dello stress. La noradrenalina stessa, per esempio, una sostanza trasmettitrice, soprattutto per le sinapsi inibenti, e inoltre agisce come antagonista biochimico di unaltra importante sostanza trasmettitrice, lacetilcolina, di cui impedisce il rifornimento. Tutto questo un blocco naturale causato dal meccanismo dello stress, il quale, come vedremo ancora, deve in ogni caso essere interpretato alla luce dellistinto di conservazione, considerando che ogni riflessione ritarderebbe lo scatto che salva dal nemico. La natura non poteva prevedere che la nostra societ moderna collegasse proprio reazioni di stress e di allarme allapprendimento e al pensiero, cio a processi in cui non hanno niente a che fare. Nel pensiero, nell'apprendimento e nelloblio, oltre a questi disturbi di breve durata ve ne sono anche di cronici. Anche queste irregolarit, sia la lentezza nellapprendimento che lincapacit di cambiare un comportamento appreso, possiamo metterlo in relazione con lequilibrio ormonali delle surreni, in particolare con un altro gruppo di ormoni di questo sistema: lidrocortisone e il rispettivo ormone stimolante ipofisario, il cosiddetto ormone andrenocorticotrpico (ACTH). La mancanza o leccesso di ACTH disturbano lapprendimento: contenuti nuovi dellapprendimento vengono acquisiti con maggior difficolt ad alto livello di ACTH; questo ormone, quindi, necessario per una conservazione rapida e intensiva, ma un eccesso irrigidisce i contenuti appresi, impedendo cos lacquisizione di nuove informazioni. La memoria remota pu essere inaccessibile in caso di problemi di rievocazione, mentre quella pi recente pu essere definitivamente perduta quando la una traccia mnesica non si consolidata o non stata adeguatamente immagazzinata. Le alterazioni della memoria sono distinte in quantitative e qualitative. Le alterazioni quantitative sono le ipermnesie, le ipomnesie e le amnesie. Lipermnesia un aumento delle capacit mnestiche che si ha in due configurazioni: a) Lipermnesia permanente che comprende sia le capacit mnesiche globali che si rivelano al di sopra della media, sia quelle circoscritte ad alcuni temi particolari come cifre, date, poesie. Tale ipertrofia della memoria non corrisponde necessariamente ad una intelligenza superiore; infatti la possiedono anche alcuni soggetti con deficienze mentali, i cosiddetti idiots savants. b) Lipermnesia transitoria che consiste nella capacit di attingere a materiali solitamente inaccessibili alla coscienza. Pu verificarsi in casi di trauma o stress emotivi, durante stati febbrili intensi o di elevata tossicit, in caso di lesioni cerebrali, crisi epilettiche o maniacali, nonch durante terapia ipnotica o psicoanalitica. Le ipermnesie sono costituite da un aumento quantitativo delle capacit mnemoniche e si distinguono in permanenti e transitorie. Le ipermnesie permanenti, di natura non patologica, si osservano in persone molto dotate sul piano intellettivo; talora sono limitate ad argomenti specifici. Eccezionalmente possono essere presenti anche in soggetti oligofrenici. Le ipermnesie transitorie sono per lo pi connesse ad intensi stati emotivi, nellipomania, oppure a condizioni di alterata coscienza, come stati crepuscolari (isterici ed epilettici) o ancora in situazioni di catastrofe o di grande paura con rischio della vita. LIpomnesia un diffuso e progressivo indebolimento delle capacit mnesiche. spesso associata a fenomeni di impoverimento del substrato organico cerebrale, legato allet, a patologie psichiche e neurologiche, a sofferenza su base ipossica o tossica. La memoria a breve termine si riduce spesso a causa dellet e di malattie come la schizofrenia e il morbo di Parkinson, consente agli individui di ricordare informazioni per brevi periodi, durante il quale vengono valutate al fine di determinare unazione. La paramnesia unalterazione qualitativa della memoria dove i ricordi vengono deformati nel loro contenuto, nel loro significato e nella loro localizzazione spazio- temporale, in base alla psicopatologia in atto al momento dellelaborazione. Oltre alla confabulazione, che nella variet delle sue manifestazioni presenta tratti paramnestici, le figure pi significative di paramnesia sono: a) La reminiscenza, che pu essere definita una rievocazione senza riconoscimento, come nel caso della criptomnesia, caratterizzata dalla riemersione di un ricordo scambiato per unidea completamente nuova. b) La pseudoreminiscenza che una rievocazione errata, immaginaria o riferentesi a unesperienza psichica realmente vissuta in passato ma ricordata con un contenuto, un significato o una collocazione diversi da quelli reali (allomnesia), oppure attribuente caratteristiche di ricordo ad esperienze mai vissute (pseudomnesia). c) Lecmnesia per cui il soggetto vive come se fossero attuali ricordi della sua infanzia. Il fenomeno compare nella demenza e nellalterazione dello stato di coscienza dovuta a lesioni cerebrali o allassunzione di sostanze allucinogene. Questa reviviscenza della memoria, che per sfugge al controllo della coscienza, rende incerta la classificazione psicopatologica del fenomeno tra le forme di ipermnesia e paramnesia. Esiste anche chi classifica il fenomeno tra i processi di depersonalizzazione. d) Lesperienza di dj vu in cui una situazione nuova viene percepita come gi vista. Tale esperienza, detta anche falso riconoscimento, spesso vissuta con la sensazione di sapere cosa accadr dopo. Fenomeni di dj vu sono frequentemente descritti da soggetti epilettici e isterici per i quali lesperienza pu durare ore o giorni, mentre negli individui normali permane al massimo qualche secondo. La sensazione di familiarit del dj vu pu essere spiegata: come unerrata generalizzazione di esperienze passate applicata a una situazione che risulta parzialmente somigliante; come la perseverazione di uno stato emotivo precedentemente causato da una difficolt di adattamento al contesto presente; come il ricordo di fantasie inconsce riattivato dalla situazione attuale. Simili al dj vu sono il dj entendu con la sensazione di aver gi sentito ci che si sta udendo al momento, il dj fait in cui il soggetto convinto che quello che gli sta succedendo gli sia gi accaduto in precedenza, il dj pens come sensazione di aver gi formulato in passato lo stesso pensiero. e) Lesperienza di jamais vu, detta anche misconoscimento, che unesperienza in cui il soggetto percepisce situazioni a lui ben note come nuove ed estranee. Pu verificarsi nelle schizofrenie, in alcune crisi epilettiche, in stati di tossicit o di particolare affaticamento. Rientrano in questo campo la persuasione che individui o cose abbiano subito repentini cambiamenti o vere e proprie trasfigurazioni, da uomo a donna, da giovane a vecchio, o abbiano cambiato radicalmente fisionomia. 11. Amnesia e stati dissociativi Lamnesia una riduzione pi meno grave della capacit di ricordare. Pu avere una causa organica o psicogena. Nel primo caso le amnesie differiscono a seconda delle strutture cerebrali compromesse per cause traumatiche, tossiche, metaboliche, infiammatorie o degenerative. Lentit del disturbo dipende dalla sede, dallestensione, e dalleventuale irreversibilit. Caratteristica del disturbo amnestico , come vuole la legge formulata da T. A. Ribot, di preservare, contrariamente al discorso della memorizzazione, i dati acquisiti in un lontano passato, lasciando decadere per primi quelli di recente acquisizione. Il disturbo pu essere circoscritto a un determinato periodo di tempo e allora parla di amnesia lacunare che, in base al tipo di lacuna, pu essere semplice, sistematizzata o selettiva. Lamnesia lacunare pu essere inoltre transitoria o irreversibile. Se invece il disturbo diffuso con ricordi imprecisi sia per eventi recenti sia per eventi remoti che colpiscono la registrazione, la ritenzione e il recupero, allora si assiste a una modificazione del comportamento e della personalit. Lamnesia pu essere retrograda se riguarda fatti precedenti linsorgenza dellevento amnesiogeno, anterograda se riguarda i fatti successivi, retroanterograda se investe entrambi i periodi. I soggetti con un Disturbo Amnestico presentano compromessa la loro capacit di apprendere nuove informazioni, o sono incapaci di ricordare informazioni apprese precedentemente o eventi passati. Un danno cerebrale pu compromettere la memoria producendo difficolt nella acquisizione di nuove informazioni e perdita delle informazioni gi acquisite. Le cause dellamnesia possono essere molteplici e possono essere il risultato di un intervento chirurgico sul lobo temporale, dintossicazione cronica da alcool, traumi cranici, encefaliti, insufficiente ossigenazione, tumori e disturbi vascolari. Il disturbo amnestico persistente dovuto ad abuso di sedativi (ipnotici o ansiolitici), o di alcolici. Allabuso di alcol correlata una tipica forma amnestica classicamente descritta come sindrome di Korsakoff. In questa patologia, riscontrabile in alcolisti cronici, sono presenti difficolt sia a memorizzare nuovi eventi, sia amnesia per gli avvenimenti lontani nel tempo, precedenti allinstaurarsi della malattia. In questa forma morbosa i fenomeni di confabulazione hanno un significato compensatorio. Il soggetto elabora falsi ricordi per coprire la propria amnesia e rispondere in qualche modo alle esigenze sociali della situazione in cui si trova. Il deficit di memoria prodotto dalla somministrazione di medicinali antipsicotici pu essere interrotto attraverso la stimolazione con un farmaco D1-agonista, che agisce stimolando selettivamente questi recettori. Il farmaco si dimostrato efficace nel ripristinare la funzione di memoria a breve termine nei primati sottoposti ai test sperimentali. Nella sindrome di Korsakoff sono di frequente riscontro zone di atrofia corticale a carico dei lobi frontali e lesioni del nucleo talamico. I disturbi mnesici rappresentano il sintomo patognomonico in quelle sindromi caratterizzate da un declino delle funzioni cognitive, come le demenze, dove processi degenerativi primari o secondari del cervello rappresentano il fattore determinante per una diminuzione di quelle funzioni, come lattenzione e lapprendimento, che sono essenziali per un buon funzionamento della memoria. Le amnesie organiche, classificate in base alle strutture cerebrali compromesse, si distinguono in: 1) amnesie assiali dove la lesione interessa il Sistema reticolare ascendente e il sistema libico, indispensabili per la memorizzazione e lutilizzazione delle informazioni. Si manifesta con amnesia di fissazione caratterizzata dallincapacit di apprendere dati nuovi per i quali, dopo pochi minuti, non rimane alcun ricordo; evocazione mediocre del passato con disturbo della narrazione; adattamento discreto al presente per quel tanto che ha a che fare con situazioni familiari da lungo tempo apprese; 2) amnesie corticali con distruzione parziale o totale dellimmagazzinamento mnestico rappresentato dagli engrammi della corteccia dei due emisferi e drastica riduzione della possibilit di formare nuove associazioni. Le lesioni che distruggono una parte dellemisfero non determinano unamnesia di fissazione, ma turbe del linguaggio, dellacquisizione ed esecuzione dei gesti, dellorganizzazione del comportamento; 3) amnesie globali sono diffuse con gradi diversi e comportano non solo una riduzione delle possibilit mnestiche, ma anche una progressiva alterazione e diminuzione del patrimonio cognitivo. Le amnesie globali, oltre alla compromissione della memoria, investono tutte le capacit acquisite dal soggetto, linguaggio e gestualit compresi. Nellamnesia le strutture lese contribuiscono allimmagazzinamento ma non intervengono nellacquisizione n trattengono in archivio linformazione. Le sindromi amnesiche sono correlate a processi patologici situati in strutture ascrivibili al circuito limbico (la parte mediale del lobo temporale o le porzioni mediali del diencefalo). La amnesia anterograda dipende dalla disfunzione di una delle due regioni del cervello che corrispondono alla superficie mediale dei lobi temporali e allarea diencefalica mediana. Lamnesia anterograda comporta una incapacit ad acquisire e registrare nuove informazioni, quella retrograda potrebbe essere definita amnesia di rievocazione, per lincapacit di riportare alla coscienza engrammi fissati precedentemente. La amnesia retrograda e la amnesia anterograda sarebbero il risultato di un danno alla regione temporale mediale. Dopo un congruo periodo di tempo, le memorie diventano indipendenti dalla regione temporale mediale e questa area del cervello non pi necessaria per la conservazione della memoria o per il processo di rievocazione. Inoltre lamnesia pu essere generalizzata o semplice, a secondo se interessa tutti i ricordi, oppure se si riferisce a un determinato materiale mnemonico; si definisce sistematizzata, quando vengono cancellati tutti i ricordi riguardanti determinati fatti o persone. Lesioni bilaterali causano una amnesia globale, lesioni dellemisfero sinistro causano deficit a carico della memoria di materiale verbale, quelle dellemisfero destro a carico della memoria di materiale visuo-spaziale non verbale. Le amnesie organiche transitorie dipendono da alterazioni organiche passeggere in cui i disturbi della memoria, essendo associati a confusioni mentali e a compromissioni della vigilanza, rendono difficile unesatta valutazione dei processi mnestici. Lictus amnestico si manifesta in modo improvviso con unamnesia di fissazione e rapido oblio di ci che stato detto o fatto. Dopo la crisi, che dura diverse ore, il soggetto recupera improvvisamente o progressivamente le sue capacit mnestiche, mantenendo un vuoto di memoria per il periodo critico; Se il danno neuro-degenerativo lieve, il riapprendimento delle informazioni memorizzate ne migliora il riconoscimento. Oltre un certo livello di danno, quando lapprendimento diventa deteriorato, riapprendere informazioni precedentemente memorizzate pu essere controproducente. Le amnesie senili sono alterazioni fisiologiche che si manifestano con difficolt ad evocare nomi propri anche familiari, reperire oggetti che rientrano nella normale consuetudine, difficolt di acquisire nuovi dati se non rientrano nei temi del proprio passato interesse. Quasi annullate sono lacquisizione di nuove tecniche di pensiero e nuove strategie mentali. Il processo prende avvio in modo significativo a partire dal quarto decennio con una progressione che risulta inferiore nei soggetti che, per il loro buon livello intellettuale, sono in grado di acquisire nuove informazioni nel loro campo di interesse personale. In soggetti con la classica sindrome amnestica la memoria esplicita a essere elettivamente compromessa mentre quella implicita risulta conservata. Bench molti episodi di amnesia funzionale facciano seguito a un trauma cranico, Le amnesie psicogene sono prodotte da disturbi affettivi in soggetti con strutture cerebrali indenni. Lamnesia funzionale che compromette la memoria autobiografica un segno patognomonico di un gruppo di disturbi mentali noti come disturbi dissociativi. Lamnesia dissociativa contraddistinta dallincapacit di ricordare importanti informazioni riguardanti la propria storia personale, in particolare unesperienza traumatica. Esiste un meccanismo che permette di sopprimere consciamente alcuni ricordi. Freud sugger lesistenza di questo meccanismo un secolo fa. Vecchi ricordi e memorie terrorizzanti possono far s che si dimentichino pi facilmente le informazioni appena apprese. I medici hanno notato che quando si subisce unesperienza che suscita paura, la si ricorda per almeno un quarto della normale durata della vita. Inoltre, se a primati viene fatta ricordare ripetutamente una situazione angosciante, essi mostrano comportamenti simili a quelli degli esseri umani affetti da Disturbo Post Traumatico da Stress: evitano tutto ci che associato con lesperienza originale, e le loro memorie emotive a lungo termine interferiscono con la capacit di ricordare informazioni appena apprese. Freud ha individuato la causa del disturbo amnestico di origine psichica nella rimozione di particolari eventi di natura affettiva o conflittuale a scopo difensivo. La soppressione della rappresentazione cosciente dellevento o del conflitto non comporta la soppressione dellaffetto ad essa legato che si sposta su unaltra rappresentazione in modo che gli elementi rimossi non siano accessibili a tutto ci che potrebbe attivarli. Questa inattivazione non per assoluta, come dimostra il trattamento analitico in grado di far emergere il rimosso. Rifiutando linterpretazione basata sullimmaturit funzionale, Freud scorge nellamnesia infantile una rimozione riguardante la sessualit che si estende alla quasi totalit degli eventi dellinfanzia e che si risolve col declino del complesso edipico e con linizio dellet della latenza. Nellamnesia infantile Freud vede inoltre la condizione delle amnesie successive e, in particolare, quelle dellamnesia isterica che un sintomo nevrotico per cui si dimentica quello che non si vuole ricordare perch incompatibile con il concetto che uno ha di s, e riguarda un periodo di tempo circoscritto o un episodio particolare. Possono essere distinte tre forme di amnesia psicogena: - sistematizzata, che riguarda solo avvenimenti specifici; - localizzata, che riguarda un periodo di ore o di settimane; - generalizzata, che si riferisce a tutta la vita del soggetto. In questultimo caso, lamnesia si sovrappone ovviamente alla fuga, che pu essere di tre tipi: - lamnesia con cambiamento di identit; - lamnesia con perdita di identit; La maggior parte delle perdite psicogene di memoria autobiografica sono associate con qualche alterazione dellidentit. Lamnesia dissociativa (su base psicogena) comporta lincapacit di ricordare importanti notizie personali; di solito di origine traumatica o stressogena, e risulta troppo estesa per essere spiegata con una normale tendenza a dimenticare. Il disturbo comporta una menomazione reversibile della memoria, in cui i ricordi personali non possono essere recuperati in forma verbale. Solitamente lAmnesia Dissociativa si presenta come una lacuna, o una serie di lacune, riportate retrospettivamente, nella rievocazione di momenti della storia della vita di un individuo. Queste lacune sono di solito legate a eventi traumatici o estremamente stressanti. La caratteristica fondamentale dellamnesia dissociativa la perdita della memoria episodica, ossia della capacit del soggetto di rievocare particolari avvenimenti che appartengono alla sua esperienza personale; la fuga dissociativa comprende lamnesia, ma comporta anche un cambiamento dellidentit. La fuga dissociativa caratterizzata dalla confusione sulla propria identit, o dalla perdita dellidentit, o dallassunzione di unidentit nuova. Questo significa arrivare a dimenticare chi si , non solo quello che si fatto. Il disturbo dissociativo dellidentit assomiglia alla fuga, ma in questo caso il passaggio da unidentit allaltra e fra i corrispondenti sistemi di ricordi autobiografici ciclico. Ciascuna di queste identit (qualche volta indicate come alter ego) ha il proprio magazzino di ricordi autobiografici, che si riferiscono ad eventi ed esperienze che si sono verificati quando quella identit era dominante. Infine, gli alter ego sono separati da unamnesia simmetrica o asimmetrica, che impedisce a una personalit di conoscere le azioni, le esperienze o perfino lesistenza dellaltra. Lamnesia funzionale presente anche in altre forme di disturbi dissociativi. Un particolare tipo di amnesia dissociativa nota come sindrome di Ganser, tipica di soggetti reclusi. Nel disturbo sono spesso presenti risposte inesatte e approssimative alle domande, disfunzioni sessuali, menomazione nelle attivit, nelle relazioni interpersonali, auto-mutilazione o impulsi aggressivi, impulsi e gesti suicidiari. Lamnesia acuta pu risolversi spontaneamente allorch il soggetto viene allontanato dalle situazioni traumatiche a cui lamnesia era collegata; alcuni individui con amnesia cronica possono prendere gradualmente a rievocare i ricordi dissociati; altri soggetti possono sviluppare una forma cronica di amnesia. I soggetti che hanno avuto un episodio di Amnesia Dissociativa possono inoltre risultare predisposti a sviluppare amnesia in circostanze traumatiche successive. Le immagini oniriche sono ricavate in gran parte dalle esperienze recenti, pertanto persone colpite da amnesia in modo permanente, in cui si rilevano danni nella regione cerebrale chiamata ippocampo, pur riuscendo a trattenere informazioni per qualche minuto, subito dopo le dimenticano e non sono sostanzialmente in grado di aggiungere quanto appreso recentemente alla propria memoria dichiarativa o a quella episodica. Sono, infatti, compromesse sia la cosiddetta memoria dichiarativa - che permette di dichiarare una conoscenza, per esempio ricordare un nome sia la memoria episodica che consente di fissare le esperienze vissute. I disturbi qualitativi della memoria comprendono le allomnesie, le pseudomnesie e le criptoamnesie. Le allomnesie sono illusioni della memoria, cio distorsioni o deformazioni di engrammi precedentemente registrati. Lincompletezza e lambiguit rievocative sono generalmente in rapporto al tono affettivo ed a particolari contenuti di pensiero. Sono riscontrabili nei disturbi dellumore con rievocazione del passato in chiave pessimistica o nei disturbi psicotici ma possono osservarsi anche in condizioni normali. Le Pseudomnesie sono allucinazioni della memoria: comprendono i falsi riconoscimenti, cio riconoscere come ricordo una situazione mai sperimentata (dj vu o del dj vcu considerati come alterazioni dellaffettivit associata con la memoria) ed i falsi ricordi, produzioni compensatorie di fatti immaginari e fantastici in soggetti con gravi lacune mnemoniche (confabulazione, falsificazione della memoria in rapporto con un disturbo amnestico di origine organica, distinguibile in Confabulazione di imbarazzo, in cui il soggetto cerca di mascherare il suo vuoto di memoria di cui il soggetto si rende conto, e Confabulazione fantastica, in cui il soggetto che ha un vuoto di memoria descrive esperienze avventurose e fantastiche). La confabulazione fantastica per deterioramento organico da abuso di alcool e nel disturbo amnestico, su base organica ma non indotto da abuso di sostanze psicoattive. Caratteristica della confabulazione la notevole suggestionabilit, che dipende dallobnubilamento della coscienza, dallindebolimento delle capacit di giudizio e dallintervento della fantasia: una condizione molto somigliante ai sogni ad occhi aperti. Una tipo di confabulazione fantastica con contenuti persecutori si verifica in stato di coscienza lucida, quando il paziente si convince che altre persone vogliano danneggiarlo, derubarlo o di defraudarlo, e produce falsi ricordi di natura fantastica per giustificare tale convinzione. La criptoamnesia, un disturbo psicogeno, consiste nel vissuto di non riconoscere il ricordo come tale, perch questo perde il suo carattere mnesico specifico e viene esposto come fatto o idea attuale. 12. La memoria dellanziano Non infrequente che, invecchiando, capiti di ricordare chiaramente avvenimenti che non sono mai accaduti, o che si sono svolti in modo diverso rispetto a quanto rimasto impresso nella memoria. Gli anziani hanno una maggiore propensione a ricordare eventi mai successi. Il soggetto anziano manifesta un fisiologico deficit della capacit di memorizzare fatti recenti, mentre solitamente meno compromessa la memoria a lungo termine (fenomeno noto come legge di Ribot). Lanziano normale presenterebbe le seguenti funzioni cerebrali deficitarie: 1. velocit di apprendimento, di elaborazione di nuove informazioni, dei tempi di reazione a stimoli complessi; 2. memoria ed apprendimento; 3. funzioni sensoriali (in particolare la pallestesia); 4. forza muscolare; 5. postura; 6. deambulazione. La funzione mnesica si caratterizza per una riduzione delle capacit di fissazione e, in misura minore, di rievocazione; il linguaggio risulta alterato per una perdita dellefficacia espressiva con tendenza a ridurre soprattutto luso di aggettivi; si riduce la capacit di orientamento temporo-spaziale e la capacit psicomotoria di reazione, a livello intellettivo si riduce la capacit di risolvere quesiti complessi e di apprendere in tempo limitato nuove informazioni; a livello comportamentale si osserva tendenza alla depressione, labilit emotiva e comportamento stereotipato. Lanziano ha limpressione di essere espulso e di vivere al di fuori della vita sociale e culturale, maturando sentimenti di isolamento e di inutilit. La sua memoria ha valore soltanto come fenomeno soggettivo, senza alcuna legittimazione sociale, e non pi la memoria dispensatrice di norme e di regole per il gruppo di appartenenza. Lanziano, isolato e quasi fuori del tempo, in preda ad un sentimento di inadeguatezza e di inutilit, spesso indulge alla nostalgia ed alla apologia del tempo passato. Il vecchio diventa depositario della memoria. Ma non subisce passivamente limpronta del tempo, del passato, lo ricostruisce invece in un rapporto dinamico e creativo che rappresenta il momento distintivo del fare memoria. Nella rievocazione del vecchio gli avvenimenti trascendono la dimensione di un riferimento rigorosamente storico, di eventi temporalmente dati e cronologicamente riguardati, per entrare piuttosto nella forma del racconto storico. Gli uomini anziani con elevati livelli di testosterone nel sangue hanno una migliore memoria visiva e verbale e possono svolgere meglio compiti spaziali. Potrebbe esserci una modulazione ormonale delle capacit cognitive durante linvecchiamento. Nei soggetti anziani, noto, il deterioramento mentale pu essere secondario a disordini metabolici, malattie cerebrovascolari, farmaci, intossicazioni, lesioni intracraniche occupanti spazio, come, anche, ad infezioni croniche. Il decadimento cognitivo, associato a cause trattabili, rappresenta circa il 10-20% di tutte le cause note di demenza. Il processo che si instaura una correlazione tra perdita di terminali presinaptici, degenerazione neuronale e diminuzione della performance cognitiva e comportamentale. Avere livelli pi alti di testosterone libero associato con una riduzione del rischio di certi tipi di perdita di memoria. A differenza della forma legata, il testosterone libero pu circolare nel cervello e influenzare i neuroni. Il testosterone potrebbe, per, aumentare il rischio di tumori alla prostata sconsigliando, cos, lutilizzo terapeutico. Inoltre stimola la produzione di un numero eccessivo di globuli rossi, addensando il sangue e contribuendo al rischio di ictus. Molti anziani sviluppano una riduzione di tolleranza al glucosio, che impedisce al corpo di muovere il glucosio dal sangue alle cellule che ne fanno uso. Test cognitivi, radiologici e di laboratorio indicano che soggetti con livelli di zucchero particolarmente elevati hanno peggiori prestazioni nel test di memoria. Inoltre, il loro ippocampo pi piccolo. 13. Demenza Caratteristica comune nei soggetti pi anziani risulta, com noto, la diminuzione o le alterazioni della memoria, e quelle delle funzioni cognitive, spesso limitate ad un grado modesto che consente di mantenere un buon adattamento alla vita privata ed a quella sociale. In tale caso il deterioramento funzionale viene in genere considerato come unespressione dellinvecchiamento cerebrale fisiologico. I problemi iniziano quando la modesta menomazione iniziale progredisce fino ad un vero stato demenziale. Il modo di prevenire tale pericolosa eventualit,ed il momento pi opportuno per intervenire, sono ancora sconosciuti e rappresentano unimportante materia di studio nellinterpretazione del processo di senescenza. Le alterazioni della cognizione, che si associano allinvecchiamento, coinvolgono funzioni diverse (memoria, rapidit dei processi mentali, attenzione, linguaggio ed attivit visive e spaziali ) e passano da un semplice stato di riduzione mnemonica, attraverso un deterioramento cognitivo di grado moderato, allo stato demenziale conclamato. Un aumento della glicemia risultato associato a disturbi dellumore (per lo pi tristezza ed ansia), della memoria e della capacit di attenzione. Possibili cause di demenza trattabile comprendono lipotiroidismo, lintossicazione da farmaci, i tumori, lidrocefalo normoteso, lematoma subdurale, la depressione. La demenza un disturbo acquisito e con base organica delle funzioni intellettive che sono state in precedenza acquisite: memoria (a breve e lungo termine ) e almeno una tra pensiero astratto, capacit critica, linguaggio, orientamento spazio temporale, con conservazione dello stato di coscienza vigile. Attacchi epilettici possono provocare danni cerebrali e perdita di cellule nervose, in particolare, nelle aree dellippocampo che presiedono ai meccanismi della memoria, fattori ambientali possano avere effetti benefici sul recupero delle capacit cognitive. Anche in un cervello danneggiato, larricchimento ambientale migliora il recupero o la compensazione, ma non distinguibile leffetto sul danno istologico indotto dagli attacchi epilettici, nemmeno a livello di alterazione nella perdita di cellule o di sinapsi. Queste evidenze suggeriscono che le alterazioni ambientali abbiano un significativo peso biologico sulle funzioni cerebrali: modificare il contesto di vita di pazienti con danni cerebrali potrebbe diventare unefficace strategia di intervento. Nel complesso affetto da demenza oggi circa il 5% della popolazione over 65 anni, ma addirittura il 30% degli over 85. Con linvecchiamento, spesso i livelli di zucchero nel sangue salgono lentamente. In casi estremi, ci pu essere causa di diabete. Ma livelli di zucchero anche solo moderatamente alti possono provocare problemi di memoria e restringere lippocampo, la parte del cervello fondamentale per limmagazzinamento di nuove informazioni. Clinicamente si distinguono demenze corticali e sottocorticali: demenze corticali: (rappresentate soprattutto dalla malattia di Alzheimer) con estesa atrofia corticale, precoci alterazioni della memoria e successivamente perdita del pensiero astratto, agnosie, afasia, aprassia. demenze sottocorticali: pi precoce rallentamento dei processi cognitivi, meno perdita della memoria, ma alterazioni della personalit con apatia e rallentamento motorio. Una distinzione pu basarsi su un piano eziopatogenetico: Demenze primarie tra cui malattia di Alzheimer, malattia di Pick, afasia progressiva primaria e altre forme pi rare. Demenze associate a degenerazione neuronale primitiva:malattia di Parkinson, corea di Huntington, altre forme di sindromi extrapiramidali Demenza vascolare Demenze da prioni Demenza da disturbi endocrino-metabolici (patologie tiroidee, epatiche, da insufficienza renale) Demenza carenziale (sindrome di Korsakoff-Wernicke, pellagra, deficit di B12 e folati) Demenza da encefalopatie tossiche Demenza da malattie organiche di varia natura(tumori, traumi, sclerosi multipla) Demenza da infezioni (AIDS, meningiti, malattia di Whipple) Si ritiene che poco pi della met dei dementi sia affetto dalla malattia di Alzheimer, il 15% circa da demenza su base vascolare (demenza vascolare), il 15% da forme miste ed il restante 15% da forme di varia natura, tossica, traumatica, tumorale, infettiva, da idrocefalo normoteso. La demenza di Alzheimer La malattia di Alzheimer colpisce la memoria e le funzioni mentali (ad es. del pensare, del parlare, ecc.), ma pu anche causare altri problemi, quali confusione, cambiamenti di umore e disorientamento spazio-temporale. I primi sintomi sono rappresentati dalla difficolt a ricordare e la perdita delle capacit intellettive, possono essere cos lievi da passare inosservati, sia allinteressato che ai familiari e agli amici. Ma, col progredire della malattia, i sintomi diventano sempre pi percettibili, e cominciano a interferire col lavoro di routine e con le attivit sociali. triste constatare che la nostra memoria va a pezzi, ma non detto che per tutti sia cos. I problemi cognitivi associati allAlzheimer potrebbero essere meglio concettualizzati riferendosi a un deterioramento dellattenzione, anzich a una perdita della memoria in senso tradizionale. Recenti prove neurologiche legano la malattia di Alzheimer a disturbi fisiologici nei lobi frontali del cervello, dove avviene lelaborazione di gran parte dellinformazione, incluso il coordinamento delle funzioni relative allattenzione I pazienti di Alzheimer allo stadio iniziale, di solito, non sono in grado di immagazzinare nuovi ricordi a lungo termine. La briostatina migliora questa capacit stimolando la produzione di proteine essenziali per la memoria a lungo termine (aumenta la sintesi delle proteine che consolidano i ricordi a lungo termine). Infatti, lincapacit dei pazienti di Alzheimer di ricordare eventi di pochi giorni prima potrebbe essere legata alla carenza delle proteine che rafforzano i punti di contatto, o sinapsi, fra i neuroni del cervello. Molti ricercatori sono convinti che, ben lungi da avere una singola causa, la malattia di Alzheimer sia solitamente causata dalla combinazione di pi fattori di rischio. I nuovi studi, in effetti, dimostrano che la distruzione delle proteine della memoria pu richiedere linterazione di differenti molecole che promuovono la malattia. Alcuni ricercatori hanno scoperto che le proteine possono essere spazzate via non soltanto da elevati livelli di beta-amiloidi, ma anche da bassi livelli di beta-amiloidi in combinazione con alti livelli di attivit di Fyn. Beta-amiloidi e Fyn, cos, possono collaborare per dare origine ai cambiamenti cerebrali caratteristici dellAlzheimer. In un numero estremamente limitato di famiglie, la malattia di Alzheimer si presenta col carattere di malattia genetica dominante. stato scoperto un legame tra malattia di Alzheimer e cromosoma 21. Poich la sindrome di Down causata da unanomalia di questo cromosoma, i soggetti affetti da sindrome di Down hanno maggiori probabilit di sviluppare il malattia di Alzheimer. Una volta raggiunti i 40 anni di et, quasi tutti i pazienti con la sindrome di Down esibiscono le caratteristiche formazioni cerebrali del morbo di Alzheimer, anche se non tutti sviluppano la demenza. Gli adulti con la sindrome di Down presentano nella regione ippocampale del cervello una concentrazione di mioinositolo significativamente pi alta del normale. Questo incremento associato con una ridotta capacit cognitiva. Se fosse possibile ridurre terapeuticamente la concentrazione di mioinositolo potrebbe curarsi questa condizione. Una persona che ha subito un violento colpo alla testa possa essere a rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. Il rischio maggiore se al momento del colpo la persona ha pi di cinquant'anni e ha perso conoscenza subito dopo il colpo. I pazienti che soffrono del morbo di Alzheimer rimangono capaci di una specifica forma di memoria usata per lapprendimento meccanico delle cose, anche se i loro ricordi di cose e persone vengono cancellati. La scoperta suggerisce nuove strategie in grado di migliorare laddestramento e i programmi riabilitativi per conservare le funzioni cognitivi dei pazienti di Alzheimer e anche degli anziani sani. Sembrerebbe che nei malati di Alzheimer un certo numero di sistemi cerebrali sia pi intatto di quanto si pensasse. Fornendo ai pazienti gli stimoli e le istruzioni corrette, si potrebbero aiutarli ad usare in modo ottimale questi sistemi, migliorando cos le loro funzioni. Nonostante la malattia, determinati processi mnesici che in teoria dipenderebbero dalle regioni cerebrali danneggiate, rimangono fondamentalmente intatti. In futuro, in base a studi recenti, potrebbe essere possibile invertire gli effetti della perdita di memoria disattivando un transgene che causa i sintomi dellAlzheimer, persino nei pazienti che hanno perso tessuto cerebrale o neurale. Il rischio di contrarre la malattia a un certo punto della vita pu riguardare chiunque. Tuttavia un gene che si trova nel cromosoma19, ed responsabile della produzione di una proteina chiamata apolipoproteina E (ApoE) pu influenzare questo rischio. Alcune evidenze segnalano il ruolo cruciale svolto dal sistema colinergico nella demenza di Alzheimer tramite sia i recettori nicotinici che muscarinici. Il sottotipo m1 postsinaptico, localizzato prevalentemente a livello della corteccia, indubbiamente implicato nei processi mnemonici. Lesperienza clinica del trattamento della demenza di Alzheimer con agonisti ha dato risultati contrastanti, poich solo un numero limitato di pazienti risponde alla terapia migliorando le funzioni cognitive e comportamentali. Il ruolo eccitatorio dei recettori m1 ed m2, combinato con la loro localizzazione a livello della corteccia e dellippocampo, fa di questi siti importanti bersagli terapeutici per il trattamento farmacologico dei deficit cognitivi. Un recente studio ha evidenziato una riduzione dei sottotipi m1 e m2 ed un aumento del m4 nella demenza di Alzheimer. Una ricerca ha documentato uno dei fenomeni molecolari pi precoci che sono responsabili del neurodegenerazione cerebrale, cio della formazione di una sostanza responsabile delle prime perdite di memoria legate alla malattia di Alzheimer. Si tratta dellammasso nel cervello di peptidi beta amiloidi, sostanze che si accumulano intorno alle cellule e danneggiano la memoria prima della comparsa delle placche, normalmente associate al disturbo. Tali assembramenti danneggiano la memoria indipendentemente dalle placche o dalla morte di neuroni e, in specifiche circostanze, possono innescare una serie di eventi che portano allAlzheimer. Per questo persone che rischiano di ammalarsi del morbo di Alzheimer iniziano ad avere disturbi della memoria anche molti anni prima dellinizio dei sintomi clinici pi gravi. Gli studiosi hanno ipotizzato che causa del calo di memoria fosse una sostanza presente nel cervello e che questa fosse presente prima della morte cellulare. Per verificare questa ipotesi hanno utilizzato topi il cui profilo genico era stato manipolato affinch gli animali sviluppassero una perdita di memoria simile a quella osservata nelle persone prima di sviluppare il morbo di Alzheimer. Utilizzando quindi i topi con i primi segni di disturbo ma senza placche e senza morte cellulare nel cervello hanno scoperto una forma della proteina beta - amiloide distinta da quella che forma le placche. La prova dellinfluenza della sostanza arrivata quando questa stata estratta dai topi malati, purificata e iniettata in animali sani, che a loro volta hanno mostrato i primi sintomi di demenza. 14. Conclusioni La memoria un processo complesso, che permette di utilizzare lesperienza per accumulare conoscenza da utilizzare in termini maturativi sia sul piano psichico che cognitivo. Linfluenza dei fattori psicologici sulla memoria ormai riconosciuta ed acquisita. Il ricordo del vissuto la chiave daccesso allinconscio nellesperienza psicoanalitica. La memoria non consultabile in forma completamente automatica, ma in gran parte inconsapelvomente associata alle percezioni interne od esterne. Anche laspetto cognitivo di grande importanza nel permettere alla memoria di svolgere la sua funzione: il materiale da memorizzare deve essere trasformato in impulsi elettrici capaci di modificare il trasferimento di neurotrasmettori cerebrali in particolari circuiti neuronali. La traccia mnesica se ritenuta rilevante comporta lattivazione di agenti di trasferimento su un substrato organico protidico e modificazioni strutturali di connessioni interneuronali. Il processo mnesico pu essere alterato per motivi di ordine psichico e fisico. Dr. Giuseppe Giunta Psichiatra BIBLIOGRAFIA Abel T., Alberini C. et al., Steps toward a molecular definition of memory consolidation. 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