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MEMORIA

- Semantica: codifica, mantiene e recupera le conoscenze di tipo fattuale. Recupero della


conoscenza.
- Espisodico-autobiografica: contiene ricordi di eventi con una precisa collocazione spazio-temporale.
Recupero di un episodio specifico.
questa distinzione non è accettata dal punto di vista teorico, in quanto compiti diversi possono
essere gestiti da un unico sistema di memoria a lungo termine.
Autobiografica: è rappresentazione di sé, aiuta ad anticipare eventi futuri, a condividere con gli altri,
ad affrontare eventi attuali.

AUTONOESI: consapevolezza che permette di distinguere quando un fatto è attualmente vissuto, quando è
ricordato e quando è semplicemente rappresentato.
Il ricordare eventi passati permette di violare la legge dell’irreversibilità del tempo; sembra che la capacità
di muoversi mentalmente nel tempo, e quindi la capacità di rappresentazione di un tempo soggettivo, sia
tipica degli esseri umani e sia frutto eccezionale e tardivo del processo evolutivo.
È molto raro che una persona confonda ciò che sta vivendo, ciò che sta ricordando e ciò che sta inventando,
in quanto la capacità autonetica di avere una rappresentazione di sé in un tempo soggettivo permette di
discriminarli.
Autonesi, rappresentazione di sé e tempo soggettivo costituiscono la memoria episodica e permettono di
viaggiare mentalmente nel tempo.

MEMORIA AUTOBIOGRAFICA
Permette di conservare e recuperare informazioni che riguardano le proprie esperienze di vita e la relazione
con il mondo intorno a noi.
Ha quattro funzioni: direttiva, sociale (rende possibile la condivisione di esperienze personali con gli altri),
creare e mantenere una rappresentazione del sé (integrando il ricordo autobiografico con le esperienze
attuali) e permette di affrontare le situazioni difficili (il ricordo autobiografico di esperienze positive può
fornire un supporto per risolvere le situazioni attuali).
L’indipendenza della memoria autobiografica rispetto a quella semantica ed episodica è fonte di
discussione.

MODELLO DI MEMORIA AUTOBIOGRAFICA (Conway e Oleydell-Pierce)


Un evento autobiografico contiene tre tipi di conoscenze organizzate gerarchicamente.
1. PERIODI DELLA VITA: lunghi segmenti di vita misurati in anni/decadi che rappresentano l’ossatura
della nostra memoria autobiografica in quanto consentono di collocare lungo la linea del tempo i
nostri ricordi.
2. EVENTI GENERALI: riguardano sia eventi ripetuti nel tempo che un evento singolo. Questo tipo di
conoscenze può essere formato da un gruppo di ricordi legati ad un tema specifico (ministoria)
(Robinson). Contengono le conoscenze circa il raggiungimento degli scopi e veicolano anche
informazioni o valutazioni sul Sé.
Robinson: ne fanno parte i ricordi della prima volta.
3. EVENTI SPECIFICI: dettagli che riguardano il ricordo, arricchendolo. Permettono la capacità di
immaginare e di vedere un ricordo con l’occhio della propria mente.
Loftus: non sono necessariamente veri e possono essere modificati.

L’integrazione di questi tre livelli di conoscenza permette di aver accesso al proprio passato, interpretare il
presente ed avere previsioni sul futuro. In caso di “scollamento” fra questi livelli si può avere
disorientamento dell’identità, in quanto manca la capacità di dare giusta collocazione temporale ai ricordi,
pensando di viverli nel presente.
RICORDI AUTOBIOGRAFICI E FONDAMENTO DEL SE’
- SELF-REFERENCE EFFECT: le informazioni coerenti con l’idea che si ha di sé vengono ricordate in
modo più dettagliato e sono più facilmente accessibili rispetto ad info discrepanti (Wagar e Cohen
__> studi: nei canadesi-asiatici emerge con le parole che riguardano descrittori sociali, nei
partecipanti canadesi-europei emerge una facilitazione nel riconoscimento delle parole nella
condizione in cui il giudizio riguardava il sé). Soggetto ad interferenze culturali.
- SELF-MEMORY SYSTEM: integrazione fra conoscenze autobiografiche e working self (= vissuto in
continua modificazione che l’individuo ha di sé) (Conway e Pleydell-Pierce). Nella costruzione di
questa rappresentazione (il sé), intervengono vari processi cognitivi, fra cui la memoria di lavoro, ch
permette di mantenere attive in memoria le informazioni coerenti con le proprie conoscenze
autobiografiche così come di codificarle, creando rappresentazioni mentali degli eventi e dei propri
comportamenti in linea con l’idea di sé

RICORDI CON VALENZA NEGATIVA


L’apparire di pensieri e/o ricordi spiacevoli vissuti come intrusivi è un’esperienza comune, ma non quando
sono troopi.
DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS
- Caratterizzato dalla presenza di ricordi che irrompono nella normale attività cognitiva in modo
rapido e spontaneo. Questi ricordi si presentano come eventi frammentari e disorganizzati.
- Vi è un’intensa rivisualizzazione delle scene traumatiche (flashback) accompagnate da attivazione
fisiologica (come se si rivivesse l’esperienza traumatica).

TEORIA DELLA DOPPIA RAPPRESENTAZIONE (Brewin, Dalgleish e Joseph): i ricordi degli eventi traumatici
sono immagazzinati in due modi diversi:
1. Verbally accessible memory: caratteristico del ricordo autobiografico ordinario, recuperato sia
autonomamente che coscientemente, interagisce con altre conoscenze autobiografiche
(contribuisce ad interpretare eventi presenti, passati e futuri).
 Sentimenti di colpa e di rabbia perché ci si sente responsabili del verificarsi dell’evento
 depressione
2. Situationally accessible memory: caratteristico dei sogni e dei “flashback” collegati al trauma,
recuperato solo automaticamente, non si integra coi ricordi autobiografici, senso di rivivere
l’evento traumatico in modo intenso ma frammentario.
 Paura, orrore, sensazione di essere indifeso, provate al momento dell’evento traumatico.
Producono sensazione di rivivere quello che è accaduto.
 DPTS

A seconda del tipo di ricordo che continua ad intromettersi possiamo distinguere pazienti con DPTS da
quelli depressi.

Conferma la teoria di Beck sull’attivazione di credenze negative (dati da schemi latenti) sul sé nella
depressione.
Strategie per evitare l’insorgere di questi ricordi:
- Distrazione
- Soppressione
il tentativo di non far insorgere questi ricordi può sortire l’effetto contrario (studio “orso bianco”), in
quanto lo sforzo a non pensare a quel determinato pensiero lo mantiene attivo. Solo la distrazione di un
pensiero concorrente può facilitare la soppressione di quello non voluto.
meccanismi di inibizione inefficaci sono associati a basse prestazioni di memoria di lavoro e di
intelligenza. (studio orso bianco  gli anziani hanno più “intrusioni” degli altri).
La prestazione in compiti cognitivi è direttamente proporzionale alla capacità di tenere a bada pensieri
intrusivi.

L’OTTIMISMO NELLA MEMORIA


- Persone con alti punteggi nella tendenza a cooperare o a stare insieme agli altri (ESTROVERSIONE)
hanno maggiori ricordi legati ad esperienze di amore, amicizia o rifiuto.
- Persone con alti punteggi di COSCIENZIOSITA’ hanno maggiori ricordi relativi al conseguimento di
scopi o al fallimento.

- Gli anziani tendono a ricordare maggiormente eventi positivi, facendo emergere che la valutazione
della propria vita migliora con l’aumentare dell’età.
 TEORIA DELLA SELETTIVITA’ SOCIOEMOTIVA (Carstensen): il fatto di percepire il tempo come
limitato porta gli anziani a rivolgere l’attenzione verso emozioni più positive e a sperimentare
un maggior senso di benessere psicologico, oltre al fatto che dimenticano gli aspetti negativi
degli eventi velocemente.
Controversie: alcuni non hanno confermato differenze legate all’età, non c’è stata molta
attenzione circa il contenuto dei ricordi e alla corrispondenza fra valutazione affettiva e
contenuto del ricordo. I ricordi esaminati sono stati principalmente di tipo volontario, mentre
quelli involontari raramente.

 esperimento Schagman, Schulz e Kcacilashvli: hanno studiato il contenuto di ricordi involontari, che
spontaneamente affiorano nella vita quotidiana degli individui, analizzando la corrispondente valenza
affettiva a questi assegnata.
- Obiettivo: analizzare il contenuto dei ricordi autobiografici involontari, verificando se esistono delle
differenze legate all’età nel contenuto e nella valenza affettiva assegnata ai ricordi.
- Metodo: annotare su un diario per una settimana i ricordi involontari, riportando: contenuto,
valenza affettiva (positiva, negativa o neutra), il proprio umore al momento dell’affiorare del
ricordo (in quanto può influenzare il tipo di ricordo recuperato  mood cogruency effect)
- Risultati: non sono emerse differenze per i ricordi positivi, mentre per quanto riguarda quelli
inerenti a incidenti/malattie/eventi stressanti la percentuale è maggiore per i giovani rispetto agli
anziani. Ciò avviene perché gli anziani considerano gli eventi negativi meno negativi rispetto ai
giovani. (no differenze per quelli positivi).
 Gli anziani non tendono a ricordare più eventi positivi, ma meno eventi negativi.
 La riduzione dei ricordi negativi è dovuta alla maggior frequenza dello stile repressivo negli
anziani rispetto ai giovani. Lo stile repressivo è caratterizzato dalla tendenza a evitare emozioni
negative e a non ricordare eventi negativi. Confermato da studi di Borella.

IL PIACERE DI RICORDARE
Leopardisti: persone che amano ripensare ai propri ricordi e lo fanno molto frequentemente e hanno
ricordi più vividi.
Questionario sensibilità alla memoria (QMS: Borella, Caretti e De Beni): sulla sensibilità alla memoria (=
atteggiamento che le persone hanno di fronte ai loro ricordi, ossia la loro propensione a ricordare)
Item su aspetti:
- Abitudine a ripensare ad eventi del passato, frequenza ed intensità del ricordo
- Piacere per il presente e orientamento al futuro (valorizzazione degli eventi)
- Tendenza a riconsiderare eventi di vita recenti
- Implicazioni emotive e legame affettivo con il proprio passato
- Memoria autobiografica come punto di riferimento
Risultati: le ragazze e gli adolescenti tendono ad essere più leopardisti rispetto a maschi e adulti (negli
anziani non ci sono differenze di genere). La differenza emerge principalmente negli eventi passati da molto
tempo, mentre il ricordo di eventi più recenti (fino ai 6 mesi) non correlano con la dimensione di sensibilità
della memoria.

Cornoldi e de Beni: relazione tra sensibilità alla memoria e alcuni aspetti della personalità.
Zimbardo: la propensione al ricordo è in relazione con l’atteggiamento verso il tempo, distinto in 5
dimensioni: piacere del presente (edonista), orientamento (degli obiettivi) al futuro, considerazione positiva
del passato, considerazione negativa del passato, fatalismo rispetto al presente e futuro trascendentale
(autocontrollo, preoccupazione per le conseguenze, spiritualità).
La sensibilità alla memoria è in relazione con:
- Il piacere del presente: i partecipanti con maggiore sensibilità alla memoria affermano di
sperimentare con più frequenza l’esperienza di perdere il senso del tempo, perché assorti in attività
piacevoli
- L’orientamento al futuro: capacità di programmare e portare a termine i propri progetti
- Considerazione positiva del passato
 La sensibilità alla memoria è un atteggiamento di valorizzazione degli eventi che hanno
caratterizzato la propria storia, legato ad una soddisfazione del momento presente e alla
propensione a immaginare e realizzare scenari futuri (non è una fuga dal presente).
TIME PERSPECTIVE QUESTIONNAIRE

TIME PERSPECTIVE THEORY:


- Il tempo gioca un ruolo fondamentale nel modo in cui le persone danno senso, coerenza e
continuità agli eventi
- La time perspective (ZTPI) ci da una misura di quanto i tre fattori temporali (passato-presente-
futuro) influenzano il nostro comportamento e di quanto ci adattiamo al cambiamento.
per una buona risoluzione dei conflitti entrambe le parti dovrebbero essere future-oriented, ma spesso
sono past-oriented (negative).

Wong e Watt: studio sugli anziani, i ricordi sono di tipo:


- Integrativo: fanno riferimento alla life review (capacità di riflettere e interpretare gli eventi del
passato, riconciliando le discrepanze fra aspirazioni ideali e realtà e accettando gli eventi negativi
della vita.
- Strumentale: contribuiscono al vissuto soggettivo di competenza e contiguità. Riguardano il ricordo
di progetti del passato e dei tentativi passati di superare le difficoltà e di come questi possano
essere utili per risolvere problemi del presente.
 Queste tipologia di ricordi distinguono anziani istituzionalizzati/non e soddisfatti/non.
 I non istituzionalizzati riportano spontaneamente un numero maggiore di ricordi integrativi e
strumentali rispetto agli istituzionalizzati e l’effetto del livello di soddisfazione sul tipo di ricordo
è più marcato.
 Un atteggiamento di valorizzazione e di riflessione nei confronti del passato è associato a vissuti
di benessere e di soddisfazione verso il presente.

Haight, Coleman e Lord: promuovere un atteggiamento di riflessione (life review) rispetto al passato può
contrastare la depressione, in modo da portare all’apertura verso le emozioni negative in modo da
padroneggiarle, in contrasto con la ruminazione.

ORIENTAMENTO SPAZIALE

L’ESPERIENZA DELLO SPAZIO E LA RAPPRESENTAZIONE SPAZIALE


Ci sono molte differenze individuali nella rappresentazione dello spazio, e in alcune culture le abilità spaziali
definiscono il livello di intelligenza (es. aborigeni).
Cognizione spaziale (spatial cognition): in quanto le ricerche sullo spazio si concentrano sul costrutto dal
punto di vista psicologico. L’enfasi è su come le persone rappresentano lo spazio, sui sistemi simbolici
adottati, su come si muovono in esso, sui modi e sulle strategie usate per orientarsi e sugli strumenti di
orientamento.
geografi: categorie costituenti uno spazio
psicologi cognitivi: insieme delle abilità spaziali e le diverse rappresentazioni
psicologi clinici: difficoltà spaziali in pazienti con disturbi neurologici o psichiatrici.

ABILITA’ SPAZIALI DI BASE


Abilità spaziale: capacità di rappresentare, trasformare, generare e recuperare informazioni simboliche di
tipo non linguistico (Linn, Petersen).

Test di Corsi: presentazione di una tavoletta, al di sopra della quale sono disposti in modo casuale un certo
numero di cubi. L’esaminatore tocca con l’indice una sequenza di cubi e l’esaminato la deve riprodurre.
Ogni volta si aggiunge un cubo finchè l’esaminato non sbaglia. La capienza della memoria a breve termine
spaziale è data dal numero di cubetti correttamente riprodotti in sequenza prima dell’errore.
test di questo tipo vennero usati per la selezione del personale (soprattutto per l’esercito).
si chiedono se misurano un solo tipo di intelligenza spaziale o una serie di sottoabilità.

McGee: 2 fattori nelle abilità spaziali:


- Visualizzazione spaziale: capacità di visualizzare una configurazione dinamica, comprendere il
movimento, manipolazione mentale e trasformazione di oggetti
- Orientamento spaziale: memorizzazione delle relazioni spaziali tra elementi in una configurazione
statica, posizione rispetto al corpo dell’osservatore e identità dell’oggetto.
usato nella selezione del personale e nella previsione degli apprendimenti scolastici (relazione fra i 2
fattori e abilità matematiche, disegno tecnico, creatività progettuale).

Linn e Petersen: metanalisi per verificare l’esistenza delle differenze di genere nella codifica, ritenzione ed
elaborazione di informazioni visuospaziali. Tre categorie spaziali:
- Spatial perception (percezione spaziale):
1. capacità di determinare delle relazioni spaziali rispetto alla posizione del proprio corpo in
presenza di informazioni distraenti.
Witkin: stile dipendenza-indipendenza dal campo, Rod and Frame Test (mettere un
bastoncino in posizione verticale all’interno di una cornice ruotata di 22 gradi), Water Level
Test (studia l’evoluzione delle abilità spaziali, consiste nel disegnare o identificare una linea
orizzontale all’interno di una bottiglia parzialmente rovesciata).
2. Capacità di percepire una figura estrapolandola dal contesto
accomuna il RFT con l’Embedded Figure Test: compito dipendenza-indipendenza dal campo.
- Mental rotation (rotazione mentale): capacità di ruotare mentalmente gli oggetti bidimensionali e
tridimensionali in modo accurato e rapido.
 Card Rotations Test, Cube Comparisons Test
 Mental Rotation Test: presentazione di una figura astratta composta da più cubi, che dovrà
essere confrontata con figure sottostanti, al fine di individuare le due identiche a quella di
confronto e differentemente ruotate nello spazio.
Gli stimoli usati sono nati con Metzel e Shepard: scoprono correlazione tra tempi di risposta nel
giudicare se due stimoli sono uguali o meno ed entità della rotazione, concludendo che viene
attuata una rotazione mentale analoga a quella che verrebbe operata su un oggetto fisico
(interpretato come analogia fra immaginazione e percezione visiva)
considerato un fattore separato perché richiede l’utilizzo di una strategia globale, in cui l’intera
configurazione viene ruotata mentalmente.
- Spatial visualization (visualizzazione spaziale): coinvolta nei compiti in cui è richiesta una
manipolazione attiva e a passi successivi di informazioni presentate spazialmente. Questi compiti
possono coinvolgere processi simili a quelli implicati in compiti di percezione spaziale e di rotazione
mentale, ma possono essere risolti attraverso l’applicazione di molteplici strategie.
Paper Folding, Paper Form Board, Differential Aptitude Test. Sono compiti che richiedono
strategie analitiche di risoluzione, tra le quali possono anche entrare processi di rotazione e di
percezione spaziale.
la prestazione è direttamente proporzionale alla capacità di scegliere la strategia più adatta al
tipo di compito per ogni item, ed è quindi sostenuta anche da conoscenze e forme di controllo
metacognitive.
relazione fra Spatial Visualization e misure di intelligenza fluida.

DIFFERENZE DI GENERE (Linn ePetersen)


Risultati diversi per le sottoabilità spaziali considerate.
- Percezione spaziale: differenze già a partire dagli 8 anni, diventano significative dai 18 e restano
stabili per tutta la vita, con prestazioni a favore dei maschi.
- Rotazione mentale: differenze stabili e significative dai 13 anni. Le donne sono meno abili a
compiere la rotazione mentale o mettono in gioco strategie meno efficienti, di tipo analitico.
media delle donne più lenta dei maschi, ma divisa in due sottogruppi: uno al pari dei maschi,
l’altro che abbassa la media, quindi ci sono due tipologie di donne.
le donne danno le risposte con più cautela rivedendo la domanda e perdendo tempo (cosa che le
penalizza nel test)
- Visualizzazione spaziale: no differenze. Qui sono fondamentali non solo le gli aspetti cognitivi, ma
anche quelli strategici e le abilità metacognitive sovraordinate all’esecuzione del compito. Le
strategie usate dai due sessi sono diverse (femmine: verbali) (maschi: spaziali).
Coluccia e Louse: le differenze fra i sessi sono dovute alla funzionalità della memoria di lavoro
visuospaziale.

DIFFERENZE DI GENERE NEL MRT: TEORIE BIOLOGICHE, FATTORI AMBIENTALI E ASPETTI MOTIVAZIONALI
- Coluccia e Louse: fattori biologici, da studi sull’effetto di estrogeni e testosterone sui topi.
Testosterone a femmine nel periodo prenatale porta a incremento, castrazione a maschi porta a
decremento.
- Fattori ambientali, che possono agire isolatamente o in relazione ai fattori genetici. I bambini
maschi tendono a prediligere giochi che hanno una componente spaziale molto forte e mettono in
atto più comportamenti più esplorativi. Alcune ricerche hanno “addestrato” le ragazze,
evidenziando che possono arrivare allo stesso livello dei ragazzi, a dimostrazione che i fattori
ambientali influiscono.
teorie integrazioniste: fattori biologiche e fattori esperienziali interagiscono nel determinare il
livello di prestazione e nel potenziare vicendevolmente il loro effetto.
Casey: donne ottengono prestazioni migliori al MRT quando determinanti biologiche e ambientali
interagiscono favorevolmente tra loro.

DIFFERENZE DI GENERE NEL MRT: L’INFLUENZA DEGLI STEREOTIPI DI GENERE


Stereotype Threat (=minaccia dello stereotipo, Steele e Aronson): i membri di un gruppo minoritario
ottengono prestazioni inferiori in attività che vengo o stereotipizzate, la preoccupazione dello stereotipo
conferma lo stereotipo e produce una diminuzione della prestazione al compito. Si può evitare tramite la
teoria incrementale delle abilità e il confronto con compiti affrontati in modo strategico.

ABILITA’ DI ORIENTAMENTO (environmental abilities)


Nella corteccia vi sono due vie distinte: what (forma, aspetti visivi) e where (posizione, aspetti spaziali).
Nasce dagli esperimenti di Tolman sull’apprendimento latente.
- Mappe cognitive: riproduzioni mentali dell’ambiente, rappresentazioni dinamiche, funzionali
all’esecuzione efficace di compiti di orientamento: DISTORSIONI, (per questo Tversky cognitive
collage) poiché non sono rappresentazioni fedeli dell’ambiente, costruite di volta in volta per poter
svolgere il compito (Passini cognitive mapping). Il processo di schematizzazione è funzionale alla
riduzione del carico cognitivo, facilita l’elaborazione delle info e ne permette l’integrazione (ma
introduce errori sistematici e distorsioni).
DISTORSIONI SISTEMATICHE DELLE MAPPE COGNITIVE:
I. Sovrastima delle distanze tra località collegate da percorsi tortuosi anziché rettilinei (Byrne)
II. Quartieri più centrali e distintivi da un punto di vista percettivo (case dello stesso tipo,
uguale stile strutturale) della città di Boston venivano rappresentati con contorni e limiti più
definiti e quindi più separati dai quartieri circostanti (Lynch)
III. Si tende ad intersecare a 90 gradi strade che invece formano nella loro intersezione un
angolo diverso (Byrne)
IV. Città appartenenti allo stesso stato vengono stimate come più vicine rispetto a città
appartenenti a stati diversi.

- Orientamento geografico: capacità di cogliere la propria posizione rispetto ai vari oggetti situati
sulla superficie della terra.
- Senso dell’orientamento: valutazione del proprio e altrui orientamento geografico, mette in luce le
differenze individuali nella sua valutazione (Kozlowsky e Bryant)

Due tipi di conoscenza ambientale, cui corrispondono due tipi di rappresentazione:
- Survey: mappa. Città dall’alto.
- Landmark: centrata sulle relazioni spaziali intercorrenti tra punti di riferimento significativi,
- Route: rappresentazione di percorso basata sulla individuazione e riconoscimento dei singoli
landmark e dei percorsi che li connettono. Navigazione del percorso stesso.

 Vi è una gerarchia a livello di età: prima landmark, poi route e infine survey. E allo stesso modo
avviene l’acquisizione di conoscenze su un posto sconosciuto da adulti.

ABILITA’ DI ORIENTAMENTO
La rappresentazione survey non è solo diretta conseguenza della familiarità, può dipendere da:
- Caratteristiche ambientali: più gli spazi sono complessi, con percorsi tortuosi maggiore sarà la
difficoltà di giungere a una rappresentazione survey
- Modalità di apprendimento dell’ambiente: da mappa o attraverso navigazione. Attraverso la mappa
c’è una migliora stima delle distanze in linea d’aria, con la navigazione sulle distanze effettive.
- Caratteristiche della persona: questionario sul senso dell’orientamento e sulle rappresentazioni
spaziali (Pazzaglia, Cornoldi e De Beni)

RAPPRESENTAZIONI E STRATEGIE SPAZIALI


Lawton: due tipi di strategie attivate in compiti
- Orientamento: basata sulle conoscenze survey, utilizza riferimenti spaziali fissi e globali, come i
punti cardinali o la posizione del sole, per ambienti esterni, o la configurazione globale dell’edificio,
in ambienti interni.
- Percorso: basata sulla conoscenza dei luoghi e dei percorsi e focalizzata su informazioni relative al
percorso, quali ad esempio le istruzioni verbali su quando e dove operare un cambiamento di
direzione.

 Non in tutti i compiti le strategie sono ugualmente efficaci (route: ambiente complesso)
(survey: distanza in linea d’aria). La route strategy è più associata a stati di ansietàderivanti
dalla paura di perdersi, in quanto appena manca un elemento i soggetti si ritrovano sprovvisti
degli elementi necessari per risolvere il problema.
 Soggetti con alti punteggi survey sono più abili nella rotazione mentale: hanno la comune
abilità di integrare rappresentazioni diverse in un’unica rappresentazione visuospaziale e di
manipolare attivamente stimoli visuospaziale.

DIFFERENZE DI GENERE NELL’ORIENTAMENTO GEOGRAFICO, NEL SENSO DELL’ORIENTAMENTO E NELLA


RAPPRESENTAZIONE DELLO SPAZIO
Gli studi hanno avuto risultati molto diversi fra loro, in quanto hanno usato compiti diversi.
1. Navigazione in ambiente poco familiare
- Maschi = Femmine: se il percorso viene appreso attraverso una precedente navigazione (le
femmine ricordano più dettagli visivi)
- Maschi > Femmine: se il percorso viene appreso da mappa, oppure si tratta di un percorso
complesso, inserito in un ambiente naturale
2. Indicazione di direzione: migliori prestazioni dei maschi
3. Disegno di mappa: maschi e femmine con uguali prestazioni  femmine più accurate coi landmark,
maschi più accurati nei percorsi.

RELAZIONE TRA ABILITA’ DI BASE E ORIENTAMENTO


Abilità spaziali di base = capacità di generare, mantenere e trasformare immagini visive astratte. Metodi
psicometrici.
Apprendimento ambientale = capacità di acquisire e utilizzare info sugli attributi spaziali di ambienti fisici.
Esperimenti sul campo/in laboratorio.

Lorenz e Neisser: prove spaziali insieme a compiti di navigazione su percorsi poco familiari e di
orientamento. L’analisi fattoriale evidenziò fattori indipendenti per i compiti di apprendimento ambientale,
che venivano distinti in conoscenza di landmark, di percorsi e di coordinate geografiche quali i punti
cardinali. Dunque vi è indipendenza tra abilità spaziali valutate tra abilità spaziali valutate con prove
psicometriche e capacità di orientamento valutata nell’ambiente con compiti costruiti ad hoc.

Hegarty: analoghe conclusioni da uno studio che testava la relazione tra compiti di tipo ambientale e
classici test di abilità spaziale.

l’abilità di muoversi nell’ambiente, pur richiedendo in parte una generale abilità di mantenimento ed
elaborazione di stimoli astratti, si basa anche su altre variabili che necessitano di essere meglio identificate.

Allen: analizzato i legami fra abilità spaziali (con test psicometrici), memoria spaziale-sequenziale e la
capacità di assumere prospettive spaziali diverse (compiti sperimentali in lab), abilità di orientamento
(compiti spaziali sul campo). Le analisi hanno evidenziato che le abilità di base risultavano in relazione con
la memoria sequenziale e la prova di assunzione di prospettiva. Queste, a loro volta, erano in relazione
specifica con i compiti ambientali: la prova di memoria spaziale sequenziale prediceva le conoscenze
topologiche; il compito di assunzione di prospettiva era predittivo rispetto alle stime di direzione.
Dunque, in generale, le abilità spaziali sono in relazione con la generale abilità di orientamento, ma si tratta
di una relazione mediata da almeno due abilità intermedie. Chi ha buona abilità spaziale generale, ed è
quindi in grado di ritenere e manipolare mentalmente stimoli astratti di tipo visivo, è più abile in compiti di
memoria sequenziale di percorsi e in un compito di assunzione di prospettiva.

LE ABILITA’ SPAZIALI NEGLI ESPERTI

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