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DISSOCIAZIONE E PSEUDOCRISI

Per parlare di dissociazione e pseudocrisi dobbiamo fare un passo indietro nella storia in quanto entrambi i
termini si rifanno alla vecchia concezione di ISTERIA ( oggi giorno si sente questo termine come “ sei
un’isterica” che utilizzato in maniera gergale indica un sintomo nevrotico, i sintomi sono simulati, anche se in
realtà in tutto ciò non c’è nulla di simulato; quando parliamo di simulato parliamo di un disturbo di personalità
il disturbo isterico di personalità è un disturbo nel quale c’è un attenzione sul proprio sé, nel quale l’
atteggiamento che vengono assunti si rifanno all’attirare l’attenzione ( fanno parte del claster B).

Quando parliamo di ISTERIA parliamo di tutt’altra cosa, per caprine appieno il significato bisogna fare dei
passi indietro:

- IL PAPIRO DI KAHUN 1990 A.C. «anomalie peculiari prodotte dal movimento dell'utero, che si
muove verso l'alto dal bacino, facendo pressione sul diaframma e dando origine a bizzarri sintomi
fisici e mentali»

Troviamo proprio una spiegazione organica per la quale si manifestavano questi sintomi ovvero l’utero e
secondo questo scritto ne deduciamo che solamente le donne potevano essere affette da isteria, l’utero
andava a spingere il diaframma e quindi andava a produrre questi sintomi.

- IV sec. A.C Il termine isteria compare per la prima volta nel Corpus Hippocraticum. Le
manifestazioni cliniche inspiegabili erano attribuibili alla posizione dell’utero e indirettamente,
all’astinenza sessuale

- Galeno  rigettò l’idea della migrazione uterine( ovvero del rialzamento dell’utero) ed elaborò la
teoria degli umori: la causa dei disturbi era la ritenzione delle secrezioni dell’utero che, corrompendo
il sangue, inevitabilmente portava all’irritazione dei nervi.

- All’inizio del Quattrocento fu promulgato il «Malleus Maleficarum», da papa Innocenzo VII al fine di
estirpare il male portato da uomini e donne «abbandonati al diavolo, incubi e succubi».

- Paracelso l'utero “viene internamento alimentato” e in mancanza delle sostanze necessarie alla
sua sopravvivenza “perde la sua vera natura e diviene freddo” producendo un violento spasmo.
L'eccessiva freddezza provoca acido e inevitabilmente si producono vapori e fumi che infettano tutti
gli altri organi, causando un attacco epilettico.

- Pinel Nevrosi come espressione di “alienazione mentale”, dovuta sia a elementi di natura morale
che fisica

- Charcot è stato molto importante nella storia dell’isteria in quanto fece due distinzioni di isteri
ovvero distinse:

- "l'isteria maior", i grandi parossismi che si ripetono sempre nella stessa maniera, parliamo di
manifestazioni simil epilettiforme.
- "l'isteria minor", si caratterizzata da insensibilità cutanea, restringimento del campo visivo ed
emianestesia ovvero sono persone che iniziano a non vedere più, a non provare più il senso del
dolore, c’è la possibilità che non riescono più a muovere gli arti.
Charcot per primo riconobbe nella genesi un peso della sfera affettiva e del significato dei traumi
precedenti, rimossi o meno, negli attacchi. 

- Per Janet «l'isteria è una malattia generale che modifica l'intero organismo». La “désgrégation” è
il risultato di una debolezza costituzionale nel funzionamento psicologico che in certi individui non
permette l’integrazione e la sintesi delle diverse funzioni mentali (sensazioni, ricordi, cognizioni,
affetto, volontà) al verificarsi di un evento traumatico: i ricordi e le sensazioni legate al trauma
passivamente vengono esclusi dalla coscienza e quindi dissociate.

Da JANET si inizia a parlare di TRAUMA


- FreudNell'isteria il paziente sperimenta nuovamente l'originario trauma psichico:
“causa della rimozione puo’ essere soltato un’impressione spiacevole, l’incompatibilita’ dell’unica
idea da rimuovere con l’insieme delle rappresentazioni mentali dell’Io. La rimozione rimossa pero’ si
vendica diventando patogena”.

Per Freud il meccanismo centrale dell’isteria sta nel meccanismo della rimozione. La frase:
La rimozione rimossa pero’ si vendica diventando patogena indica che stando nell’inconscio vuol dire che ad
un certo punto qusta rimozione ovvero Il ricordo del passato si ripresenta nel presente dando luogo a queste
manifestazioni.
Questo è il primo Freud il quale identificò il TRAUMA la causa della dissociazione e dell’isteria, mentre
l’ultimo Freud si allontanò da questo concetto.

- Al giorni d’oggi abbiamo il DSM-V che presenta un capitolo proprio sui DISTURBI DISSOCIATIVI
che sono:

 DISTURBO DISSOCIATIVO DELL’IDENTITÀ


 AMNESIA DISSOCIATIVA
 DISTIURBO DI DEPERSONALIZZAZIONE E DEREALIZZAZIONE
 DISTURBO DISSOCIATIVO CON ALTRA SPECIFICAZIONE
 DISTURBO DISSOCIATIVO SENZA ALTRA SPECIFICAZIONE

STEINBERG 2013 INTRODUCE UN’ALTRO ASPETTO

 I SINTOMI SIMIL-PSICOTICI come sentire i dialoghi interiori o voci o la presenza di queste. Questi
sintomi rappresentano tutti delle memorie implicite e/o una manifestazione delle parti ma
sfortunatamente tendono ad essere diagnosticati come sintomi schizofrenici sebbene vi siano delle
differenze tra sentire voci connesse al trauma e le allucinazioni uditive.

I soggetti con disturbi dissociativi d’identità riferivano di sentire le voci con un tasso di frequenza più alta
rispetto ai soggetti schizofrenici cioè tutti i giorni più volte al giorno. Riferivano voci di diverso genere
sessuale e di varie età, il contenuto delle voci risulta generalmente negativo e diretto personalmente a loro
come avente intento di sottolineare le inadeguatezze la mancanza di valore dell'individuo e di usare queste
accuse per giustificare che “meritassero di morire”.

Le voci degli schizofrenici risultavano essere meno numerose, non avevano genere o età diverse parlavano
in maniera più astratta, da un punto di vista religioso paranoico, non personale, seppur incoraggiando
anch’esse l'autodistruzione. Sono voci meno personali.
DISTURBI DISSOCIATIVI NEL DSM-V
La dissociazione viene considerata come un meccanismo di difesa nei confronti di eventi traumatici
come ad esempio abusi sessuali o maltrattamenti soprattutto nell'infanzia. i fenomeni dissociativi
sono presenti in diversi disturbi psichiatrici come la schizofrenia, i disturbi affettivi, i disturbi
somatoformi, il disturbo ossessivo compulsivo e disturbi di personalità soprattutto di tipo borderline. i
principali disturbi dissociativi sono:

1. Disturbo dissociativo dell’identità ( DID) si intende proprio la presenza di più identità, dove si ha la
disgregazione dell’identità caratterizzata da 2 o più stati di personalità distinti (ciascuno con i suoi
modi di percepire, relazionarsi e pensare nei confronti di se stesso e dell’ambiente). In alcune culture
può essere descritta come un’esperienza di possessione. La disgregazione comprende una marcata
continuità del senso di sé e consapevolezza delle proprie azioni accompagnate da correlate
alterazioni dell’affettività, del comportamento, della coscienza, della memoria, della percezione, della
cognitività o del funzionamento senso motorio tali sintomi e segni possono essere osservati da altre
persone o riferiti dall’individuo. Sono caratterizzati da uno sconvolgimento e/o discontinuità nella
normale integrazione di coscienza, memoria, identità, emozione, percezione, rappresentazione del
corpo e comportamento. I sintomi dissociativi possono potenzialmente compromettere ogni area del
funzionamento psicologico e sono vissuti come una intrusione nella consapevolezza e nel
comportamento, con perdita di continuità nell’esperienza soggettiva (sintomi positivi) e/o
impossibilità di accedere alle informazioni o controllare le funzioni mentali che normalmente sono
facilmente suscettibili di accesso o controllo (sintomi negativi). Sono persone che cambiano il tono di
parlare, la voce, atteggiamenti, diventano aggressivi.

COME PARLARE CON UN PAZIENTE con DISSOCIAZIONE non bisogna mai dire o parlare dicendo
TU ma bensì NOI in quanto siamo tutti esseri umani, siamo tutti uguali e abbiamo tutti gli stessi
meccanismi di difesa chi più e chi meno; i meccanismi dissociativi sono un contunuum ciò vuol dire che
dentro di noi esistono molte sfaccettature di noi ( quello che siamo oggi quindi degli adulti, quello che
eravamo da piccoli, noi emotivi, noi con un senso di colpa, noi traumatizzati). Quando si lavora con un
paziente dissociativo si parla di TAVOLO DISSOCIATIVO è come se noi facciamo immaginare al
paziente di mettere sul tavolo tutte queste parti parti sedute su un tavolo e dialogare tra di loro, le quali
interagiscono ma si arriva ad un punto dove la parte dominate della personalità prevale ed è quella parte
della vita quotidiana che va avanti sempre; nel momento in cui io non ho un IO BEN strutturato ed
identificato, ma a volte prende il sopravvento la mia parte traumatizzate e spaventata e diventa in quel
momento la parte dominante. Quindi nella dissociazione succede proprio ciò ovvero L’IO DELLA VITA
DI SEMPRE VIENE SOVERCHIATO DA UNA PARTE INFANTILE CHE è ANGOSCIATA,
TRAUMATIZZATA E VA AVANTI CON DELLE MODALITÀ DIFFERENTI, tra queste parti dissociate
esiste anche una parte aggressiva che c’è in tutti noi, questa parte aggressiva viene fuori per far capire
al paziente di star male.

1. Amnesia dissociativa (AD)è caratterizzata dall’avere delle lacune anamnestiche importanti è


l’incapacità di ricordare importanti informazioni personali come episodi di vita significativi per il
soggetto ( esempio non ricordo di essere sposato) oppure eventi traumatici non riconducibile per
estensione ad una banale tendenza alla dimenticanza.
Specificare se:

con fuga dissociativa( si intende un improvviso e inaspettato allontanamento da parte del soggetto; questo
allontanamento può durare da qualche ora a mesi e, occasionalmente, anche più a lungo. Se la fuga è di
breve durata, può sembrare che il soggetto abbia perso alcune ore di lavoro o torni a casa in ritardo, ma se
la fuga dura alcuni giorni o più a lungo, il soggetto può allontanarsi molto dalla propria casa, crearsi una
nuova identità e iniziare un nuovo lavoro, inconsapevole dei cambiamenti nella propria vita.

I ricordi sono stati immagazzinati con successo, ma risulta alterato il meccanismo di richiamo delle
informazioni. Pertanto si differenzia dalle amnesie permanenti dovute a danno biologico o a tossicità, dove la
perdita di memoria è irreversibile. Al contrario, nell’amnesia dissociativa, terminato l’episodio il paziente è
consapevole di avere una lacuna mnemonica
2. Disturbo di depersonalizzazione/ derealizzazione.

Con il termine depersonalizzazione, nel DSM V, si descrivono quelle esperienze persistente o ricorrente di


irrealtà, di sentirsi distaccato, o di sentirsi un osservatore esterno rispetto al proprio corpo o ai propri
pensieri, sentimenti, sensazioni, azioni (ad esempio: alterazioni percettive, senso distorto del tempo,
sensazione di un Sé irreale o assente, intorpidimento emotivo e/o fisico). L’individuo può sentirsi distaccato
da tutto il suo essere (“io sono nessuno”, “io non ho sé”); o può sentirsi staccato da aspetti di sé (ad esempio
dai sentimenti “so di avere sentimenti, ma io non li sento”; dai pensieri “i miei pensieri non li sento come
miei”; dal corpo o da parti di esso); o da sensazioni come il tatto, la fame, la sete, la libido.

Per derealizzazione si intendono la sensazione che il mondo esterno sia strano o irreale (ad esempio,
persone o oggetti sono vissuti come irreali, onirici, senza vita o visivamente distorti). Il soggetto può
percepire una alterazione strana e perturbante della misura o della forma degli oggetti, e le persone possono
apparire non familiari o meccanizzate così da perdere il senso della realtà del mondo esterno. Può
succedere di avere la sensazione che l’ambiente circostante sembri irreale: che il posto di lavoro non sia
familiare o che gli amici o i parenti sembrino estranei. La Derealizzazione è spesso accompagnata da
distorsioni visive soggettive come la sfocatura o il campo visivo ristretto o alterazione della distanza o delle
dimensioni di oggetti (ad esempio macropsia o micropsia).
Nella derealizzazione il paziente riferisce di aver perduto il senso di realtà e tutto il mondo esterno viene
descritto come avvolto in una nebbia, irreale come un sogno.

3. Disturbo dissociativo con altra specificazione


4. Disturbo dissociativo senza specificazione

CORE COMPONENTS dei disturbi dissociativi: ovvero quello che c’è in tutti i disturbi dissociativi

- Amnesia capacità di ricordare episodi di vita


- Derealizzazione
- Depersonalizzazione
- Alterazione dell’identità
- Confusione sull’identità il paziente può trovarsi in uno stato dove non sa dire chi è
SPETTRO DISSOCIATIVO

La dissociazione è un complesso processo neuropsicologico che ha come risultato la perdita degli aspetti
fondamentali della coscienza vigile, come la coscienza di sé (attuale o passata), del tempo e/o delle

circostanze esterne.

La dissociazione, soprattutto quando si passa nel versante patologico del continuum(si passa dalla
normalità alla patologia), arriva al versante patologico dove essa ha una funzione difensiva o di adattamento,
nel senso che serve ad allontanare dalla coscienza eventi traumatici che sarebbero, altrimenti, fonte di
angosce insostenibili. Ovvero la dissociazione è un meccanismo fisiologiche ognuno di noi ha facciamo
alcuni esempi:
esempio abbiamo la dissociazione quando vediamo un film e non ci ricordiamo il tempo che ci passa
introno oppure non ci accorgiamo che ci squilla il telefono,
esempio mentre guidiamo se non ci ricordiamo di aver fatto un tratto di strada è perché in quel momento
abbiamo avuto una dissociazione;
esempio mentre leggo un libro mi immedesimo talmente tanto che mi dimentico cosa ho intorno

È possibile identificare due aspetti principali della dissociazione che sono intercorrelati e costituiscono parti
integranti dello stesso costrutto: dissociazione psicoforme e somatoforme:

- La dissociazione psicoforme comporta un'alterazione nell'integrazione mentale delle esperienze


psicologiche; ed è la dissociazione in senso stretto identificata nei disturbi dissociativi del DSM; ed
sono i disturbi dissociativi di identità.
- la dissociazione somatoforme coinvolge principalmente un'alterazione dell’integrazione nel corpo di
esperienze mentali. Sono i disturbi da conversione, è come se un’energia psichica venga
convertita in un’energia somatoforme, la mia dissociazione rispetto ad un esordio traumatico
coinvolge il mio corpo e non la mente. Pazienti con pseudocrisi ovvero con crisi epilettico di natura
psicogena, è una manifestazione fisica che non è nient’altro che un aspetto dissociativo che si
manifesta a livello fisico. Perché avere una crisi epilettica? In alcuni casi sono stati dimostrati che
alcuni pazienti hanno avuto un abuso, quindi questi movimenti clonici servono ad allontanare il
carnefice con le braccia e con le gambe. Perché avere cecità psicogena ? Perchè ho visto attraverso
la vista ( senso stimolato) un qualche cosa che non avrei mai voluto vedere.

Negli articoli di letteratura si riscontrano una relazione positiva tra:

- la frequenza degli abusi


- Presenza di disturbi dissociativi

Con il termine abuso non intendiamo un abuso fisico in senso stretto, ma troviamo l’emotional neglect
ovvero il dire “sei uno stupido, non capisci niente” e ciò viene detto da persone le quali si sono presi cura
o persone molto strette come i familiari di questi soggetti e un abuso emozionale emozionale intimato da
un pattern intimo. Questi sono due esempi di abusi psichici.

Altri articoli ci dicono che:

- Un’età di insorgenza precoce, una lunga durata dell’abuso e un abuso parentale sono significativi
predittori di punteggi dissociativi elevati. Ovvero ciò significa che se sono stata abusata quando ero
molto piccola da un mio abuso è durato tanto tempo e in più ad avermi abusato è stato o sono stati
delle mie figure di riferimento è più probabile che sviluppi un disturbo dissociativo.
- Tutti i traumi correlati con la violenza sono associati a diverse patologie che
includono sintomi dissociativi, depressivi e di ansia
- Le dissociazioni con correlazioni ai diversi tipi di traumi e dissociazione stessa
sono riportati anche nella schizofrenia, disturbo bipolare e di personalità.

PSEUDO CRISI
come si vede nell’immagine troviamo delle fasi:

1)Un primo periodo caratterizzato da una contrazione e una fase di contorsione anche detto arco de
cercle

Le pseudo crisi come detto in precedenza si presentano come:

- Visivamente appaiono come crisi epilettiche, ma durante le pseudo crisi non ci sono alterazioni
epilettiformi dell’elettroencefalogramma.

La diagnosi di certezza di un paziente che ha crisi epilettiformi è data sotto registrazione


elettroencefalografica o holter ; ma poiché bisogna avere molta fortuna che ciò capiti mentre si faccia un EG,
troviamo una stimolazione anche definita immorale ed è il trattamento chiamato TEST del CEROTTO, il
quale aiuta a comprendere il trattamento che deve assumere.

Al paziente viene detto “ che verrà somministrato un cerotto che contiene una sostanza che scatenerà un
attacco epilettico, questo attacco non avverrà nelle persone che soffrono di epilessia, ma avverrà solamente
in persone che soffrono di crisi epilettiforme. La stessa cosa può esser fatta somministrando una soluzione
fisiologica al paziente.

L’epilessia e le pseudo crisi visivamente possono sembrare uguali, ma non è cosi


EP  epilessia
PNES pseudo crisi

Quando si ha un attacco epilettico i termini che


utilizziamo sono utilizzati anche per attacchi epilettiformi
parliamo di una:

1) Una fase detta FASE PRECRITICA ovvero prima


che si sviluppi la crisi vera e propria,
2) FASE CRITICA ovvero quando c’è la vera crisi
3) FASE POST CRITICA ovvero ciò che succede dopo
la crisi

1) nella FASE PRE CRITICA possono essere presenti i seguenti sintomi:


- Aura con allucinazioni uditive il paziente può sentire dei rumori o delle voci,
 Nell’epilessia le voci sono lateralizzate in quanto l’attacco epilettico nasce da un eccitamento della
corteccia che inizia da un lato e si diffonde all’intera corteccia o rimane confinata in una determinata
zona della corteccia. Quindi quando nell’epilessia i pazienti sentono le voci o i suoni quest’ultimi
sono determinati dalla corteccia temporale ( corteccia destra che si eccita).
 Nelle pseudo crisi il paziente sente le voci, ma non sono voci con provenienza lateralizzata
- Sintomi dissociativi
 non sono presenti nell’epilessia,
 sono presenti nelle pseudo crisi
- Sintomi onset è la presenza di altre persone nel campo di azione dell’individuo,
 nell’ epilessia ciò è indifferente in quanto l’epilessia avviene in presenza o in assenza di persone
 nelle pseudo crisi i sintomi onset avvengono prevalentemente quando c’è la presenza di un’altra
persona
- Rapporto col sonno
 l’esordio epilettico avviene solitamente al risveglio quindi quando si è in una fase ( sonno veglia ) e
mai durante il sonno
 nelle pseudo crisi possono esordire durante il sonno NREM e nello stadio di speudosleep ovvero
quando ci stiamo svegliando o addormentando.
- Incipit la frequenza
 l’epilessia è improvvisa e veloce da un secondo all’altro il paziente può avere un attacco epilettico
 nelle pseudo crisi è lento e graduale

2) FASE CRITICA è la fase della crisi vera e propria:


- presentazione
 per l’epilessia è una contrazione tonica ( rigidità degli arti )seguita da scosse cloniche generalizzate
e sincrone ( i fenomeni motori generalmente sono simmetrici e seguono una logica). Gli arti in
particolar modo le braccia si muovono insieme
 Nelle pseudo crisi presentano variabili con scosse discontinue e/o asincrone, in particolare
movimenti di spinta del bacino. Gli arti ( le braccia) si muovono in modo discontinuo gli uni dagli altri
e troviamo il movimento di spinta del bacino

- Fenomeno motorio quanto dura la contrazione


 Per l’epilessia fenomeni motori ( inferiore )<120s ( 2 min); se si va oltre ai 2 minuti si parla di stato di
male epilettico che è una patologia molto grave e va curata immediatamente.
 Nelle pseudo crisi fenomeno motorio ( maggiore) >120 s; la maggior parte delle pseudo crisi dura tra
i 3/ 5 minuti ma possono durare anche oltre alle 2:30/ 4 ore

La prima cosa da fare quando si vede una persona con una crisi ( a prescindere se di natura epilettica o
pseudo crisi) è vedere innanzitutto l’ora, questo perché la durata di queste crisi è indice di distinzione, se
si sospetta una crisi epilettica la prima cosa da fare è chiamare immediatamente un infermiere e un
medico in quanto il paziente rischia la vita, per la pseudo crisi anche se il fenomeno motorio può durare
oltre le 2.30 ora oltre a dare sintomi di stordimento e di dolore fisico al paziente non c’è rischio di vita.

- perdita di urine e feci


 l’epilessia c’è perdita
 nelle pseudo crisi  non c’è perdita o quasi mai

- interazione con l’esterno


 per l’epilessia non c’è nessun tipo di interazione medico-paziente ( fisica, verbale con l’esterno)
 nelle pseudo crisi c’è un’interazione medico- paziente ( fisica verbale con l’esterno), con la
modulazione della voce

- traumi si intendono traumi fisici


 per l’epilessia abbiamo traumi accidentali come ( morsus linguale , morsus labiale, r possono
presentare morsicatio sulle mucose orali), possiamo incorrere ad altri traumi accidentali come il
cadere e battere la testa, farsi male agli arti e alle spalle in quanto con la crisi c’è la perdita di
conoscenza
 nelle pseudo crisi troviamo la possibilità di traumi accidentali e di morsus, si dice con possibilità in
quanto qui la frequenza è minore.

3) FASE POST CRITICA si intende ciò che avviene dopo la crisi quando essa finisce
- Defervescenza
 l’epilessia com’è iniziata finisce; l’epilessia inizia improvvisamente e finisce improvvisamente
 Nelle pseudo crisi come inizia finisce; l’inizio delle pseudo crisi è lenta e graduale e cosi sarà la
fine lenta e graduale
- Respiro post critico
 Per epilessia il respiro è meno rapido con recupero meno precoce del ritmo fisiologico, è un
respiro molto rumoroso
 Nelle pseudo crisi il respiro riprende velocemente a tornare come prima

- Perdita di coscienza con immobilità


 nell’epilessia il paziente sviene
 Nelle pseudo crisi il paziente non sviene
- Confusione
 nell’epilessia è presente la confusione. Il paziente epilettico si rende conto successivamente in
modo autonomo di aver avuto una crisi,
 Nelle pseudo crisi non è presente la confusione, ma si può avere un residuo dissociativo. Il
paziente con pseudo crisi non si accorge di aver avuto una crisi

- Addormentamento
 nell’epilessia il paziente dopo aver avuto la crisi si addormenta per diverse ore in
quanto ha avuto una scarica elettrica che ha portato ad un esaurimento del sistema.
 Nelle pseudo crisi il paziente si addormenta o perché sono stanchi o non si addormenta
per niente.
- Ricostruzione dell’episodio
 Nell’epilessia la ricostruzione dell’episodio avviene in modo autonomo, ovvero dopo la crisi il
paziente epilettico si rende conto di aver avuto una crisi. Magari se si ritrova a terra non si
domanda il perchè sono a terra? cos’è successo?

 Nelle pseudo crisi, la costruzione dell’episodio non avviene in maniera autonoma, il paziente
dopo la crisi non si rende conto di che cosa gli è successo. Magari se si ritrova a terra si

 domanda perchè sono a terra? cos’è successo?

Nel 20 - 30% delle epilessie si riscontrano anche delle pseudo crisi.


TRATTAMENTI:
- Per l’epilessia il trattamento delle crisi avviene tramite antiepilettici i quali vanno assunti per tutta la
vita. Troviamo alcune epilessie caratterizzati da attacchi talmente tanto sporadici che non viene
dato nessun farmaco.
- Per le pseudo crisi si ha il trattamento con la psicoterapia in associazione ovvero una terapia sul
trauma ( EMDR) con una psicoterapia sistemica ( terapia con cognitivo comportamentale, sistemico
relazionale, analitica), e una psicoeducazione sul disturbo in quanto il problema sta nell’inconscio e
non nel conscio. La psicoeducazione è molto importante nelle prime fasi in quanto come dice Janet
non c’è un’integrazione e sintesi delle diverse funzioni mentali (sensazioni, ricordi, cognizioni, affetto,
volontà); bisogna lavorare sulla gestione e sul riconoscimento delle emozioni, in quanto alcune
emozioni sono intollerabili.

Esempio  a scatenare un attacco epilettico o una crisi dissociativa può essere QUALSIASI COSA, un
tempo si parlava di crisi epilettiche scatenate dagli odori, anche ricordi ( esempio sento l’odore di incenso
che proviene da una chiesa 10 anni fa è morto mio figlio a questo punto il mio cervello torna indietro alla
morte di mio figlio e in quel momento posso avere una crisi epilettiforme) ( esempio il 3 gennaio è morto
mio padre i pazienti quando fanno ad esempio il TMT si fermano rimanendo bloccati davanti al numero 3. In
questo caso ci troviamo di fronte a dissociazione traumatica).

Traumi della prima infanzia e volumi dell'ippocampo in pazienti con convulsioni epilettiche
e psicogeniche.
RISULTATI
La prevalenza del trauma infantile nei pazienti con PNES era più elevata rispetto ai pazienti con altre
diagnosi (p = 0,005) e il gruppo con PNES complessivamente ha ottenuto un punteggio significativamente
più alto sul CTQ (p = 0,002). Non è stata trovata alcuna associazione tra i punteggi CTQ e i volumi
dell'ippocampo; tuttavia, è stato riscontrato che i pazienti con una storia di abuso sessuale hanno volumi
dell'ippocampo sinistro più piccoli rispetto ai pazienti che non lo avevano (p = 0,043)

SIGNIFICATO:
I pazienti con PNES riferiscono di aver avuto un trauma infantile significativamente maggiore rispetto a quelli
con convulsioni epilettiche, e in entrambi i gruppi c'era una relazione tra una storia di abusi sessuali e
riduzione del volume dell'ippocampo sinistro. I pazienti con PNES e quelli con epilessia che hanno una storia
di traumi infantili hanno una qualità della vita complessivamente peggiore e una maggiore sintomatologia
psichiatrica.

Ci sono differenze di genere tra quelli con diagnosi di convulsioni non epilettiche


psicogene?
Gli attacchi psicogeni non epilettici sono sovrarappresentati dalle femmine; pertanto, le informazioni sulla
PNES nei maschi sono limitate

OBBIETTIVO:
L'obiettivo dello studio era determinare se le popolazioni maschili e femminili di pazienti con convulsioni non
epilettiche psicogene (PNES) differiscono, in termini di fattori demografici, sociali / clinici ed eziologici,
nonché di misure psicologiche.
RISULTATI:
Le donne hanno riferito di sperimentare significativamente più traumi sessuali (p = 0,007) rispetto agli
uomini. Le donne hanno anche approvato livelli significativamente più alti di dissociazione (p = 0,012) e
disturbi sessuali (p = 0,46). Al contrario, gli uomini hanno riportato un uso significativamente maggiore
dell'evitamento (p = 0,001) come strategia per far fronte allo stress e livelli più alti di depressione (p = 0,006)
Le donne hanno una percentuale maggiore nell’andare incontro alle pseudo crisi rispetto agli uomini, ma
tendenzialmente gli uomini che hanno le pseudo crisi sono molto più gravi in quanto sviluppano il
meccanismo di evitamento molto forte che non rende facile la cura poiché si ha proprio difficoltà di
riprendere quel contenuto in quanto c’è proprio un meccanismo di rimozione e di ripresa del contenuto
stesso.

Dissociazione in pazienti con convulsioni dissociative: relazioni con traumi e sintomi


convulsivi
SFONDO:
Questo studio aveva lo scopo di estendere l'attuale comprensione dei sintomi dissociativi riscontrati da
pazienti con convulsioni dissociative (psicogeniche, non epilettiche) (DS), compresi i tipi di sintomatologia
psicologica e somatoforma. Un ulteriore obiettivo era valutare le possibili relazioni tra dissociazione,
esperienze traumatiche, sintomi post-traumatici e manifestazioni convulsive in questo gruppo.
CONCLUSIONI:
Una gamma di sintomi dissociativi psicologici e somatoformi, esperienze traumatiche e sintomi post-
traumatici sono elevati nei pazienti con DS rispetto a controlli sani e sembrano correlati a manifestazioni
convulsive

L'approccio progressivo alla terapia di gruppo EMDR per traumi complessi e dissociazione:
uno studio caso-controllo
Astratto
La desensibilizzazione e il ritrattamento dei movimenti oculari è un approccio psicoterapico con efficacia
riconosciuta nel trattamento del disturbo da stress post-traumatico (PTSD), che viene utilizzato e studiato in
altre diagnosi psichiatriche parzialmente basato su esperienze di vita avverse e traumatiche. Tuttavia, al
momento non ci sono prove empiriche sufficienti per supportarne l'utilità in una diagnosi diversa da PTSD. È
comunemente accettato che l'uso di EMDR in pazienti gravemente traumatizzati richiede una fase di
stabilizzazione estesa. Alcuni autori hanno proposto di integrare sia la teoria della dissociazione strutturale
della personalità sia il modello adattativo di elaborazione delle informazioni che guida la terapia EMDR. Una
di queste proposte è l'approccio progressivo. Alcune di queste procedure EMDR saranno valutate in un
formato di terapia di gruppo, integrandoli insieme a regolazione emotiva, dissociazione e interventi
psicoeducativi orientati al trauma. Sono stati inclusi i pazienti che presentavano un'anamnesi di
traumatizzazione grave, principalmente traumi gravi e interpersonali precoci, associati ad ulteriori eventi
traumatizzanti significativi in età adulta. Al fine di discriminare l'effetto specifico delle procedure EMDR, sono
stati confrontati due tipi di gruppi: TAU (trattamento come al solito: solo intervento psicoeducazionale) vs.
TAU + EMDR (lo stesso intervento psicoeducazionale più procedure specifiche EMDR). Nel confronto pre-
post, più variabili hanno presentato cambiamenti positivi nel gruppo, comprese le procedure EMDR. Nel
gruppo TAU + EMDR, 4 delle 5 variabili misurate hanno presentato cambiamenti significativi e positivi: salute
generale (GHQ), soddisfazione generale (Schwartz), benessere soggettivo, e valutazione dell'utilità della
sessione terapeutica. Al contrario, solo 2 delle 5 variabili nel gruppo TAU hanno mostrato cambiamenti
statisticamente significativi: salute generale (GHQ) e soddisfazione generale (Schwartz). Per quanto
riguarda il confronto tra gruppi post-test, il miglioramento del benessere soggettivo era correlato
all'appartenenza al gruppo che includeva le procedure EMDR, con differenze statisticamente significative tra
TAU e TAU + gruppi EMDR [χ2 (1) = 14.226; p <0,0001]. Nel gruppo TAU + EMDR non c'era un paziente che
peggiorasse o non migliorasse; Il 100% ha riscontrato qualche miglioramento. Nel gruppo TAU, il 70,6% ha
riferito di alcuni miglioramenti e il 29,4% ha dichiarato di essere peggiorato o non migliorato

Il caso di Federica

Riferisce familiarità per patologie neuropsichiatriche: la madre viene riferita affetta da epilessia e da un
disturbo dell’apprendimento non meglio specificato, la zia materna e il cugino materno vengono riferiti affetti
da epilessia. La paziente fa risalire l’esordio psicopatologico all’età di 16 anni, anno in cui la paziente inizia a
sperimentare delle crisi, caratterizzate da: durata media di circa 15 minuti, inizio e termine delle crisi
graduali, situational onset presente, presentazione delle crisi con scosse discontinue e asincrone, movimenti
di spinta del bacino, assenza di perdita di urine e feci. L’inizio delle crisi viene descritto come “avevo la
sensazione di una parestesia al braccio destro, poi una forte sensazione di calore, e poi vedevo bianco”. Da
quel momento la paziente, senza riferiti controlli farmacologici, ha assunto terapia con Depakin CR 600
mg/die. A 27 anni, la paziente si ripresentava presso il Pronto Soccorso per vari episodi critici, caratterizzati
da aura epigastrica associata a cefalea e foto-fono-fobia, seguita da movimenti a scatti dei 4 arti, di cui la
paziente non serbava memoria; associati a stato confusionale e difficoltà nell’articolazione della parola.
Veniva effettuato EEG, non documentante alterazioni bioelettriche. Veniva inviata presso il Reparto di
Neurologia. Durante il ricovero veniva eseguito video-EEG: EEG non mostra alterazioni bioelettriche di
significato patologico. Venivano registrati due episodi clinici privi di correlato EEGrafico, della durata di circa
2 minuti. Diagnosi di dimissione: “Crisi psicogene in paziente con riferita epilessia generalizzata”.

STORIA TRAUMATOLOGICA:

• 6 anni: Perquisizione in casa. Presente sintomatologia post-traumatica rispetto a tale episodio.

• 8 anni: arresto del padre e successiva perquisizione in casa. Presente sintomatologia post-
traumatica rispetto a tale episodio.
DIAGNOSI MINI Plus 5.0:

• Episodio depressivo in anamnesi CTQ


• Episodio ipomaniacale in anamnesi
• Disturbo Post Traumatico da Stress Emotional Abuse 5
• Disturbo Somatoforme Physical Abuse 5
in quanto c’era la descrizione e riportava di vedere bianco, aveva Sexual Abuse 5
un caso di cecità psicogena non vedeva più e faceva difficoltà nel Emotional Neglect 13
parlare riportava la sensazione che in bocca avesse degli Physical Neglect 5
stuzzicadenti nelle mandibole non riusciva a chiudere la bocca Minimization 12

TAS(identifica l’alessitimia):76 incapacità di TAS: 31


esprimere in parole e incapacità di
compremdere le emozioni

• Identificare sentimenti 24/35


 Identificare sentimenti 7/35
• Descrivere sentimenti 11/25  Descrivere sentimenti 5/25
• Pensiero orientato verso l’esterno 30/40  Pensiero orientato verso
l’esterno 13/40
Positive per alessitimia Non più alessitimica
DES(valuta l’indice dissociativo): 35 DES: 7.5

• Amnesia dissociativa 11.07  Amnesia dissociativa 2.14


Il caso • di
• Funzionamento dissociativo 18.57  Funzionamento dissociativo 4.2
Stella
• Derealizzazione 5.35  Derealizzazione 1.7
Positiva per dissociazione Non più dissociata
CADSS:35 CADSS:0

• BDI: 26  BDI: 3

• BDI-cog 14  BDI-cog 2

• BDI-som 12  BDI-som 1
L’esordio psicopatologico viene ricondotto all’età di 44 anni, quando il marito 59enne muore in PS mentre
giungeva in ospedale per effettuare una visita di controllo cardiologica.
Rifesce poi di essersi trovata intubata, senza coscienza dell’accaduto. La paziente non porta
documentazione in visione nessuna documentazione “sono andata via, sentivo che mi si gonfiava la faccia e
mi si strappava la carne di dosso”
Da allora, riferisce circa 7 episodi pseudocritici alla settimana “faccio cose di cui non mi ricordo, mi capita di
uscire con scarpe diverse”.
A 47 anni viene ricoverata presso un reparto di Neurologia dove veniva esclusa la presenza di una patologia
di interesse neurologico.

STORIA TRAUMATOLOGICA:

• Nel 2015 morte improvvisa del marito

• DIAGNOSI MINI Plus 5.0: CTQ


• Episodio depressivo in anamnesi Emotional Abuse 9
Physical Abuse 9
• Episodio ipomaniacale in Sexual Abuse 5
anamnesi Emotional Neglect 5
Physical Neglect 5
• Disturbo Post Traumatico da Minimization 12
Stress
• Disturbo Somatoforme

TAS(identifica l’alessitimia): 73 TAS: 31

incapacità di esprimere in parole e


incapacità di compremdere le emozioni

• Identificare sentimenti 31/35  Identificare sentimenti 7/35

• Descrivere sentimenti 23/25  Descrivere sentimenti 5/25

• Pensiero orientato verso l’esterno  Pensiero orientato verso l’esterno


25/40 13/40
Positiva per alessitimia Non più alessitimica
DES(valuta l’indice dissociativo): DES: 7.1
42.5
 Amnesia dissociativa 0
• Amnesia dissociativa 18.57
 Funzionamento dissociativo 7.1
• Funzionamento dissociativo 27.5
 Derealizzazione 0
• Derealizzazione 6.07
non più dissociata
Positiva per dissociazione
CADSS:80 CADSS:11

• BDI: 43  BDI: 12
• BDI-cog 29  BDI-cog 11
• BDI-som 14  BDI-som 1

COSA FARE QUANDO UN PAZINETE HA UNA CRISI EPILETTICA O EPILETTIFORME?


Porre il paziente in posizione laterale di sicurezza con la faccia tenuta verso il pavimento in modo tale che se
dovesse vomitare non rischia l’ostruzione delle vie aeree e c’è meno possibilità di riscontrare un trauma
cranico. La gamba che NON si trova appoggiata al pavimento deve essere tenuta piegata e il braccio dello
stesso lato, in mancanza di un cuscino, deve essere posto sotto la testa. Se il paziente si sente male in
nostra presenza UNO di noi deve assolutamente tirare lontano il tavolo e cercare di metterlo in sicurezza,
deve mettergli un cuscino sotto la testa per fare in modo che non sbatta, mentre l’ALTRO va a chiamare
l’infermiere.

Se si trova vicino alla porta cerchiamo di allontanarlo in modo tale che non venga ferito.

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