Ogni nostra azione ed ogni nostro apprendimento coinvolge i processi della memoria.
Grazie ad essa noi sviluppiamo una personalità in grado di agire coerentemente con il mondo, di
fare esperienze e soprattutto di esserne consapevoli. Solo grazie alla memoria possiamo rievocare
le nostre esperienze passate, considerarle e pianificare di qui i nostri comportamenti futuri.
Non esiste solo un tipo di memoria, ma un insieme complesso di circuiti naturali che presiedono a
differenti sistemi di memoria con specifiche funzioni:
- MEMORIA PROCEDURALE (abitudinaria): controlla un'ampia serie di sequenze motorie ormai
acquisite e di automatismi (es. guidare l'auto, nuotare, andare in bici). Senza di essa
dimenticheremmo come si fanno le cose.
- MEMORIA A BREVE TERMINE O DI LAVORO: per uno spazio limitato di tempo, richiama
informazioni di diversa natura. Essa si occupa del cosa e soprattutto del perchè. Ci permette di
creare ipotesi, esprimere giudizi, confrontare e discutere.
Presiede a molti processi cognitivi.
- MEMORIA SENSORIALE: ci permette di utilizzare dati, informazioni, immagini, suoni e stimoli di
ogni genere. Tutto ciò che proviene dal mondo esterno e che poi accede alla nostra mente,
avviene per mezzo di essa.
Sia la memoria a breve termine (o di lavoro) che quella sensoriale sono coinvolte nell'attività di
problem-solving.
- MEMORIA A LUNGO TERMINE: qui sono depositate tutte le nostre conoscenze ed esperienze.
- MEMORIA A LUNGO TERMINE EPISODICA: attraverso la quale si organizzano gli accadimenti del
mondo e della nostra vita, sulla base di precise coordinate spazio-temporali.
- MEMORIA A LUNGO TERMINE SEMANTICA: nella quale è depositato il nostro sapere e dove i
concetti astratti sono custoditi e stabilmente organizzati.
La memoria può abbandonarci per traumi o per l'insorgenza di patologie. Ad esclusione di queste,
la memoria non ci abbandona, subisce dei cambiamenti con gli anni, le sue funzioni diminuiscono
ed anche la loro efficacia.
GLOTTODIDATTICA E PSICOLOGIA
GLOTTODIDATTICA: scienza interdisciplinare e teorico-pratica ed ha come fine ultimo la ricerca di
possibili soluzioni ai problemi legati all'educazione linguistica.
Le aree interessate sono: le scienze del linguaggio e della comunicazione, le scienze
dell'educazione e della formazione, le scienze pedagogiche e le scienze della cultura e della
società.
Nella prima metà del '900, la psicologia è stata dominata dal comportamentismo. In materia
scientifica, il comportamentismo riguardava comportamenti che potevano essere descritti e
osservati in modo oggettivo.
I processi mentali (memoria, attenzione, emozioni) sono regolati dalla scatola nera della mente. A
partire dagli anni '50, l'affermarsi del cognitivismo ha rappresentato una rivoluzione per la
psicologia. La psicologia cognitivista si interessa proprio agli aspetti contenuti nella scatola nera,
ora aperta ed indagata grazie allo sviluppo dell'informatica. I cognitivisti studiavano proprio i
processi di elaborazione mentale, cosa che i comportamentisti ritenevano opportuno non
prendere in considerazione.
Negli anni '70 verrà capito che la mente è in grado di riflettere sulla lingua e sviluppare una
conseguente competenza metalinguistica.
Lo stimolo passa nella scatola nera, che genera una risposta.
L'input subisce un'elaborazione, successivamente ne subisce altre due, fino a diventare un
contenuto cosciente. Questo procedimento avviene nel deposito delle informazioni.
MEMORIA E GLOTTODIDATTICA
Nella letteratura glottodidattica la memoria è stata del tutto trascurata, in quanto considerata
come processo della mente osservabile, e dunque non degna di indagine scientifica. E' stato grazie
al cognitivismo che la memoria è stata riportata al centro dell'indagine psicologica.
Descrivere la compressa architettura ha senso, nella glottodidattica, solo se collocata all'interno di
un approccio cognitivo-emozionale.
Hilgard descrive la mente a tre componenti: emozione, cognizione e motivazione. Tali fattori sono
profondamente integrati tra loro.
VARIABILI UMANISTICO-AFFETTIVE
Nell'apprensione di una nuova lingua straniera tutte le nostre risorse individuali vi sono coinvolte.
In una condizione emotiva-affettiva non siamo in grado di fornire una "performance" corretta
(situazioni d'ansia, es.). Non può comunque questo essere considerato un errore, ma piuttosto
una normale tappa nel cammino dell'acquisizione.
RIFLETTERE E ORGANIZZARE
Una persona normodotata non è più portata di un'altra all'apprendimento di una lingua, ma è in
grado di elaborare strategie che gli consentono di strutturare ed organizzare l'apprendimento in
modo efficace e produttivo. Un buon funzionamento delle attività mnestiche consente un buon
apprendimento.
Le strategie di acquisizione, comunque, variano da persona a persona. Sono diversi i gradi di abilità
nell'uso.
"La ripetizione meccanica, senza alcun tentativo da parte del soggetto di organizzare il materiale,
non può condurre all'apprendimento."
(dal testo "Il ruolo della memoria nell'apprendimento delle lingue" - M.Cardona)
MOTIVAZIONE E MEMORIA, NELL'APPRENDIMENTO LINGUISTICO (cap.1)
- L'EDUCAZIONE LINGUISTICA -
Ragioni per imparare la lingua > Decidere di imparare la lingua > Come imparare la lingua >
Sostentamento degli interessi
IL LOBO TEMPORALE
E' una delle regioni della corteccia cerebrale coinvolta nei processi di memoria. Esso include: la
neocorteccia temporale, la regione dove ha sede la memoria di lavoro (working memory),
l'ippocampo, l'amigdala e il sistema limbico, coinvolto sia in funzioni cognitive (memoria), che
nelle emozioni.
Il lobo temporale è l'area in cui ha sede il ricordo consapevole: la memoria esplicita o dichiarativa.
L'IPPOCAMPO
E' ampiamente coinvolto nelle funzioni della memoria dichiarativa a lungo termine, dei processi di
immagazzinamento di dati ed eventi. Ha un ruolo cruciale nei processi di memoria del lobo
temporale.
Esso rappresenta un'importante area di convergenza tra: corteccia sensoriale, corteccia visiva e
corteccia uditiva. Essi ricevono l'input che l'individuo riceve dall'interazione col mondo. Le
informazioni vengono inviate all'ippocampo, suddiviso in zona peririnale, paraippocampale ed
entorinale. Una volta elaborate, le informazioni ritornano alla corteccia olfattiva per essere
immagazzinate come ricordi, nella memoria a lungo termine.
Un determinato stimolo emotivo avviene in un determinato contesto all'interno del quale viene
assunto e valutato. In questo processo l'ippocampo collabora con l'amigdala, nella formazione del
condizionamento contestuale. Luoghi e spazi assumono un determinato valore emotivo positivo o
negativo. In base alle relazioni che il soggetto stabilisce tra essi. Le risposte emotive provenienti
dall'amigdala derivano dalla valutazione contestuale che essa riceve dall'ippocampo.
L'AMIGDALA
E' un'area del sistema limbico. E' situata nella parte mediale del lobo temporale. E' responsabile di
molti aspetti del comportamento emotivo: paura, ansia e stress.
Essa è in contatto sia con l'ippocampo che con il talamo sensoriale, dal quale riceve informazioni
(meno sofisticate rispetto a quelle che riceve dalla corteccia sensoriale). E' coinvolta anche nei
processi di memoria (emotiva) che rientrano nella memoria implicita.
Per l'amigdala vengono individuate due strade:
- strada alta: lo stimolo emotivo passa per il talamo sensoriale, giungendo nella corteccia
sensoriale e finendo nell'amigdala, generando risposte emotive;
- strada bassa: lo stimolo emotivo passa per il talamo sensoriale giungendo direttamente
nell'amigdala e generando risposte emotive.
L'amigdala è connessa con molte aree del cervello: talamo sensoriale, corteccia sensoriale,
corteccia transizionale, ippocampo e corteccia mediale prefrontale.
Essa non solo interagisce con altre aree coinvolte nei circuiti della memoria emotiva, ma anche
con quelli deputati alla memoria esplicita.
Pertanto è necessario definire i due sistemi di memoria:
- implicita: tutto ciò che riguarda il ricordo emotivo. L'amigdala è tra le aree di maggiore
importanza;
- esplicita: ha sede nel lobo temporale mediale, in cui l'ippocampo svolge un ruolo importante.
In determinate circostanze questi due sistemi agiscono parallelamente.
IMPLICAZIONI GLOTTODIDATTICHE
Motivazione, emozione e processi cognitivi, non sono separabili né sul piano psicologico né su
quello neurofisiologico. Molti fattori rappresentano una variabile importante sulla performance
che non sempre corrisponde alla reale competence dell'allievo.
E' necessario creare le condizioni ottimali, affinché la prima si approssimi quanto più possibile ad
essere strumento attendibile per valutare la seconda.
In un CONTESTO UMANISTICO-AFFETTIVO:
è evidente che anche un'esperienza spiacevole o una valutazione negativa (o fallimento di
un'attività) può essere stimolante e positiva nel rinnovare la sfida all'apprendimento.
Se l'errore commesso è riconducibile alla performance e si è trattato di uno sbaglio, l'allievo
possiede gli strumenti linguistici e metalinguistici giusti per poter intervenire, comprenderlo ed
autocorreggersi. Se l'errore è riconducibile alla competenza, l'allievo potrebbe non aver capito
dove ha sbagliato e perché. L'intervento ed il consiglio dell'insegnante diviene fondamentale.
I SISTEMI DELLA MEMORIA (cap.3)
LA MEMORIA SENSORIALE
Le informazioni che ci giungono dall'esterno passano attraverso diverse modalità sensoriali.
1 livello: di qui passano processi che riguardano fenomeni legati alla percezione. L'informazione
entra dal sistema sensoriale periferico, permane per almeno (tempo estremamente limitato) 2/3
secondi in un registro sensoriale in grado di trattenere una rappresentazione dettagliata
dell'informazione. Tale registro può trattenere molta informazione, ma solo per brevissimo tempo.
Se non interviene un'ulteriore elaborazione dell'input, essa decade.
In sintesi:
ci sono registri di memoria corrispondenti ai diversi sistemi sensoriali. Essi hanno la funzione di
mantenere disponibile l'informazione per un tempo più lungo di quello di esposizione ai sensi.
L'informazione viene elaborata, trasformata e ricodificata in base ai successivi livelli. Si passa da
un'elaborazione dal codice sensoriale al codice simbolico astratto.
Una sola modalità di accesso (visiva o uditiva) non è sufficiente a creare una traccia duratura. La
loro compresenza offre le caratteristiche di una presentazione completa dell'input. L'uomo infatti
ricorda: il 10% di ciò che vede, il 20% di ciò che ascolta ed il 50% di ciò che ascolta e vede.
La presentazione di un nuovo lessico deve dunque basarsi su tecniche che coinvolgono entrambi i
codici uditivo e visivo.
LA MEMORIA A BREVE TERMINE
La distinzione tra due diversi tipi di magazzini di memoria, risale al XIX secolo.
William James uno dei padri della psicologia, sosteneva la presenza di una memoria primaria, che
ha il ruolo di renderci consapevoli di qualcosa che è appena accaduto, e di una memoria
secondaria, riguardante il recupero di un'informazione: qualcosa che è stato assente nella nostra
memoria ed ora torna a rivivere di nuovo.
La distinzione tra MBT e MLT iniziò ad essere indagata scientificamente a partire dagli anni '50,
sostenendo un dibattito tra l'esistenza di un modello unitario e l'ipotesi di una struttura multipla.
LO SPAN DI MEMORIA
Esso definisce la capacità della memoria immediata. Lo span di memoria non è dato da un certo
numero di unità immagazzinabili nella MBT, quanto dalla loro organizzazione. Lo psicologo
americano George Miller sostiene che la MBT abbia una capacità di "7 +/- 2", si memorizzano sette
elementi più o meno due. I sette elementi non vanno intesi come singoli elementi discreti, ma
come raggruppamenti di unità superiore di significato (chunks).
Una maggiore organizzazione implica una maggiore possibilità di trattenere di più l'informazione.
La MBT ha una capacità limitata di chunks, ma non si può determinare la quantità di informazione
che essi possono contenere.
Lo span di memoria nei bambini è inferiore in base alla minore velocità di articolazione.
TEORIE DELL'OBLIO
La MBT ne possiede una forma rapida.
Si parla essenzialmente di più fenomeni.
L'INTERFERENZA
Che può essere di due tipi:
- retroattiva, la perdita della traccia è dovuta all'intervento dello stimolo successivo;
- proattiva, quando un materiale appreso in precedenza interferisce negativamente con materiale
appreso successivamente, sfavorendone il ricordo.
In entrambi i casi, il livello di interferenza è dovuto alla similarità della traccia.
Maggiori sono le caratteristiche simili dell'input, maggiore il grado di interferenza.
Nella MLT, alcuni scienziati dimostrarono come l'oblio non aumentava in base allo scorrimento del
tempo, quanto dal grado di somiglianza degli stimoli successivi.
IN GLOTTODIDATTICA
E' necessario (durante i processi di apprendimento): variare le tecniche di presentazione e
riflessione sull'input da acquisire; rinnovare la tipologia dello stimolo in base all'area semantica di
appartenenza, favorendo l'indebolimento di una interferenza proattiva, ottimizzando la
memorizzazione; non concentrare lo studio del lessico in un unico blocco, ma riprenderlo
gradualmente, modificando le tecniche di presentazione.
Lo stimolo nuovo entra in competizione con l'altro, ma può consolidarsi nuovamente.
Durante l'apprendimento di una nuova lingua, questo avviene durante la somministrazione (per
esempio) di quesiti a scelta multipla, riguardo forme morfologiche e ortografiche: in base alla
competenza sociopragmatica ed anche in base al riconoscimento della forma corretta.
INTERFERENZA E INTERLINGUA
Nell'approccio strutturalista l'errore è riconducibile al verificarsi di transfer negativo o positivo tra
lingua madre e lingua target.
Secondo la teoria dell'interlingua l'errore non solo risulta essere un problema, ma sarebbe
l'espressione fisiologica di un processo dinamico, una grammatica dinamica e personale
dell'allievo, che condurrebbe alla continua fase di ripetizione e dunque di assimilizzazione
dell'errore, collocandosi in un "continuum" tra lingua madre e lingua target.
Secondo Selinker, il concetto di interlingua viene definito sulla base di 5 processi di
apprendimento: strategie di apprendimento, strategie di comunicazione, ipergeneralizzazione,
transfer di insegnamento prodotto da materiali e metodologie, transfer linguistico.
Durante il processo dell'interlingua è probabile che ci sia un fenomeno intra linguistico di
interferenze proattive e retroattive.
LA PROFONDA CODIFICA
I processi di elaborazione dell’informazione avvengono lungo un continuum: si parte dall’analisi
dei tratti sensoriali e fisici, l’elaborazione diviene profonda a livello semantico. Un’elaborazione
più profonda dà origine ad un ricordo più stabile, perché più connesso a livello semantico.
IL CICLO FONOLOGICO
E’ diviso, a sua volta, in due componenti: il magazzino fonologico, è responsabile
nell’intrattenimento dell’informazione di tipo linguistico. La traccia è destinata a decadere dopo
1.5,2 secondi, se non interviene il circuito articolatorio che per mezzo del reharsal rinfresca l’input
e lo rimanda al magazzino fonologico, consentendo di recuperare l’informazione, che altrimenti
andrebbe perduta.
Tutto ciò determinerebbe nella MBT:
- Una somiglianza fonologica
- La soppressione articolatoria
- Il discorso a cui non si presta attenzione
- La lunghezza delle parole.
IL TACCUINO VISUO-SPAZIALE
Altro sotto insieme del modello della memoria di lavoro è il taccuino visuo-spaziale. Esso è
coinvolto nei processi di mantenimento e manipolazione delle immagini visuo-spaziali, assieme al
materiale verbale che in un secondo momento viene codificato sottoforma di immagine.
La possibilità di creare immagini verbali aiuta meglio a favorire il ricordo. Esse sviluppano sia codici
verbali che codici visivi. La possibilità di una doppia codifica consentirebbe una maggiore capacità
di rievocazione.
Un fenomeno significativo per il taccuino visuo-spaziale è quello della parola-aggancio: le immagini
svolgono un ruolo determinante e molto utile nell’apprendimento.
Il taccuino visuo-spaziale è stato meno indagato del ciclo fonologico, ed alcune problematiche ad
esso legate non sono state del tutto risolte.
Esso è un sistema multiplo, con componenti che individuano ed elaborano stimoli relativi al “che
cosa” (percezione visiva) riguardante la specificità delle informazioni e il “dove” (percezione
spaziale) dove sono localizzate le informazioni.
Il taccuino coinvolge le rappresentazioni della MDL, ma per il suo funzionamento dipende
dall’esecutivo centrale della MDL.
L’ESECUTIVO CENTRALE
Secondo Baddley, ha un ruolo centrale nell’attenzione cosciente, e dunque avrebbe le
caratteristiche di un sistema attentivo.
Il controllo delle azioni per l’esecutivo centrale avviene in 2 modalità: gli stimoli esterni che
attivano schemi consolidati precedentemente, guidano l’attività del soggetto automaticamente; in
caso di nuove attività, o quando è necessario decidere rapidamente di fronte ad una situazione
imprevista/di pericolo, l’intervento dell’esecutivo centrale in questo caso, implica coscienti
operazioni di volontà che possono modificare il comportamento in corso.
In caso di contemporanee attività che si stanno svolgendo, interviene il “catalogo delle decisioni”.
Baddley identifica 4 importanti processi gestiti dall’esecutivo centrale:
- L’orientamento del focus dell’attenzione
- La distribuzione dell’attenzione
- Il cambio di focus dell’attenzione
- La funzione di collegamento tra MDL e MLT.
LA DIFFUSIONE DELL’ATTIVAZIONE
Il modello di Collins e Quillian presentava tuttavia, alcuni limiti oggettivi. Il tutto infatti si basava su
principi logici e non empirici.
L’organizzazione gerarchica era troppo rigida. Il processo di rappresentazione seguiva un percorso
unico e obbligatorio. La distanza tra i nodi era costante ed equivalente, ciò fece pensare ad una
collocazione arbitraria. Il tempo di reazione dovrebbe essere uguale per tutto, anche se vari studi
conducono al fatto che tutto dipenda da una soggettiva conoscenza del mondo di un individuo.
Il tutto implica che tra i diversi nodi intercorrono connessioni di diverso tipo: la relazione tra i nodi
non è omogenea, non vi è una stretta organizzazione gerarchica.
I CAMPI SEMANTICI
La nostra mente tende a categorizzare la conoscenza del mondo. E’ possibile utilizzare tecniche
che coinvolgono i vari campi semantici in attività di esclusione ed inclusione di carattere
insiemistico.
LE MAPPE SEMANTICHE
Esse si basano su principi fondamentali come l’immaginazione, l’associazione e il raggruppamento.
Un concetto si lega ad altri concetti del lessico mentale attraverso una serie di reti, di associazioni
semantiche.
L’insegnante scrive una parola al centro della lavagna ed invita gli allievi a suggerire qualsiasi
parola che può essere messa in relazione ad essa. In questo caso si parla di “tecnica di
brainstorming”, costituisce una tecnica di pre-lettura per gli allievi, prima di affrontare. L’allievo
attiva schemi mentali su quell’argomento ed espande il vocabolario con nuove associazioni. Può
anche essere assunta come strategia personale.
LE MNEMOTECNICHE IN CONCLUSIONE…
Non possono sostituire una tecnica didattica, ma possono aggiungersi alla normale attività. Anche
se, le tecniche mnemotiche (modalità di recupero dell’item) non sono di aiuto allo sviluppo della
competenza comunicativa.