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ATTI DEL CONVEGNO: CORPO REALE E CORPO IMMAGINARIO. L'APPROCCIO OLISTICO IN PSICOSOMATICA
ORGANIZZATO DALLORDINE DEGLI PSICOLOGI DELLA REGIONE ABRUZZO - Seminario ECM (4 Crediti)
Teoria e Pratica attraverso gruppi esperienziali di Training Autogeno con Visualizzazioni Guidate e Addestramento
alle relazioni interpersonali attraverso i Gruppi Balint - AULA MAGNA Facolt di Psicologia Universit G. d'Annunzio
Chieti / Sabato 4 settembre 2010 - ore 9,00 - ore 18,00
M.V. Costantini: Introduzione al Convegno ................................................................................................... Pag. 2
F. Agresta: Il corpo- sintomo, i sogni e il processo di mentalizzazione nelle psicoterapie
psicosomatiche analitiche (individuali, di coppia e gruppali) .............................................................. 5
A.M. Rotondo: Lunit mente-corpo nelle terapie corporee .............................................................. 20
A. Serroni: Sintomi e simboli nellesperienza del training autogeno psicosomatico
con visualizzazione guidate ......................................................................................................................................... 27
Intervista a Domenico Nesci e Tommaso Poliseno Sullindividuo, sul gruppo,
la relazione... il sogno (a cura di Domenico Agresta e Fausto Agresta) .................................................... 34
G. Lai e P. Lavanchy: La consulenza come bilateral verbal trade ................................................. 43
QUESTIONI FONDAZIONALI DELLE SCIENZE UMANE
E. Faretta, P. Parietti: Ipnosi come tecnica integrata ed integrabile nella piiec in ambito
psicosomatico ....................................................................................................................................................................... 53
COSCIENZA/ESPERIENZA: MEDICINA E PSICOLOGIA SUL CAMPO:
F. Agresta, S. Iansante, C. Pelusi, A. Bianconi, M. Cavallo, A. DAmato, R. De Luca,
B. Feliziani, I. Furno, A. Giannandrea, C. Mangifesta, M.A. Martelli, R. Rastelli, P. Silvestri:
La famiglia Addams (dal vomito - sintomo del figlio - alla terapia di coppia).
Un Approccio Familiare-psicoanalitico. Esperienze di Tirocinio con Studenti .......................... 64
ABBIAMO RICEVUTO:
E. Giusti, A. Bonessi, V. Garda: Psicosomatica nel mondo occidentale ed orientale:
dal significato agli sviluppi teorici (parte I) ......................................................................................................... 77
PROSPETTIVE IN LIBRERIA.......................................................................................................................................... 92
NOTIZIE - XXIII CONGRESSO NAZIONALE SIMP - Parma 19-22 maggio 2011 ..................... 95
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INTRODUZIONE AL SEMINARIO:
CORPO REALE E CORPO IMMAGINARIO:
LAPPROCCIO OLISTICO IN PSICOSOMATICA
Maria Vincenza Costantini
Il tema proposto originale e molto stimolante. Ci sar una parte teo-
rica e una parte in cui lesperienza della pratica clinica avr lo scopo di illu-
strare la metodologia. Essa riguarder lapproccio alla clinica psicosomatica
attraverso luso dellimmaginario, area simbolica sostitutiva dei sogni non
ricordati, per arrivare a contattare lo spazio occupato dal sintomo.
Oltre a questo, lesperienza del gruppo Balint sar vissuta da voi come
area di ascolto allargato, dove la singola percezione diventa larmonia di pi
percezioni condivisibili.
Il seminario ci offrir una ipotesi di lettura di ci che si intende per
corpo reale (sintomi con un loro signicato) e corpo immaginario (fantasie,
fantasmi, sogni non ricordati, etc.).
Credo che da questa differenziazione partita lidea di S. Freud per la
teorizzazione clinica della psicoanalisi.
Seminari come questi hanno lo scopo di abituare i giovani professio-
nisti ad avere una capacit di ascolto psicodinamico, l imparare ad ascol-
tare di Balint, la conditio sine qua non che si apprende dallesperienza,
nel momento in cui la psicoterapia diventata lo strumento veloce per la
remissione del sintomo e non lattenta valutazione dello stesso come veicolo
di meccanismi difensivi non adeguati.
Il sintomo psicosomatico in molte situazioni una decostruzione di un
processo che la mente ha adattato a s per far fronte agli urti emotivi dei
cicli vitali non ben assimilati dal sistema egoico. Cos Freud, per eccellenza,
ha intuito quanto sia forte il legame tra sintomo corpo e sintomo mente,
ATTI DEL CONVEGNO:
CORPO REALE E CORPO IMMAGINARIO.
LAPPROCCIO OLISTICO IN PSICOSOMATICA
ORGANIZZATO DALLORDINE DEGLI PSICOLOGI DELLA REGIONE ABRUZZO
- Seminario ECM (4 Crediti)
Teoria e Pratica attraverso gruppi esperienziali di Training Autogeno con Visualizzazioni Guidate
e Addestramento alle relazioni interpersonali attraverso i Gruppi Balint
AULA MAGNA Facolt di Psicologia Universit G. dAnnunzio CHIETI
Sabato 4 settembre 2010 - ore 9,00 - ore 18,00
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perch entrambi legati da un continuo dinamicizzarsi e oggetto di inafferra-
bili procedure di assestamento continuo e variabile.
Da questo pilastro, Freud ha spostato la sua attenzione al sogno per-
ch una strada attraverso cui si manifesta linconscio se e solo se la parte
delle cinque sensorialit aperta.
Nel sogno la vista c perch il sognatore vede immagini, ludito c
perch ci sono parole che raccontano la storia del sogno stesso, il gusto
c perch il sognatore vive emozioni amare o dolci, (risveglio improvviso),
lodorato c come impressione di profumi cos come il tatto organizzato
attraverso il contatto tra i personaggi. Certamente le aree sensoriali meno
operative come: sapore, odore, tatto, bisogna ricavarle dallatmosfera del
sogno (transfert del terapeuta) perch sono le prime vie sensoriali e quindi
pi oggetto di un rimosso a favore di quelle pi evolute, quali vista e udito.
Se la porta semiaperta ci sono tratti di ricordo del sogno; se quasi
chiusa ci sono ricordi ash e, se completamente chiusa, la memoria senso-
riale spenta.
Le strategie che il terapeuta ha non sono molte, la parola una di
queste e bisogna saperla usare perch pu essere la chiave di apertura o
di ulteriore chiusura visto che la stessa dice dellinconscio del terapeuta. Il
terapeuta stesso pu fare solo proposte e non secche considerazioni sul ma-
teriale perch pu capitare che la chiusura della porta data da contenziosi
evolutivi del s per mancanza o assenza di buone relazioni genitoriali.
A proposito di questo mi sentirei di dire che nellatmosfera psicosoma-
tica ci pu essere la presenza di pi nuclei autistici (momenti di ritiro del s
dalla relazione) che, a seconda del livello evolutivo difcile, si presentano in
metameri corporei diversi.
I sintomi viscerali sono pi vicini a fraintendimenti relazionali del pri-
mo livello dello sviluppo del s. Pi ci si allontana dai primitivi nuclei del s
e pi troviamo sintomi sostitutivi a prevalenza psichica. Quindi, la differenza
nel registro della memoria sensoriale, che specularmente pu o non pu
proiettare sul corpo la difesa.
Riettendo un po di pi basta spostare lattenzione sulla teoria dei
neuroni specchio per vedere quanto lattivazione di alcune aree corticali
dotate di propriet specchio, producono un meccanismo di accoppiamento
diretto tra informazioni visive con rappresentazioni motorie ad esse corri-
spondenti...
Tale sistema condizione necessaria ma non sufciente per imitare,
perch altra propriet dei neuroni specchio quella di partecipare al con-
trollo regolatore tra S e R.
Il regolatore non pi la teoria imitativa del bambino per cui il trau-
ma genera il sintomo, ma va visto come leccessiva e ripetuta esposizione
allevento traumatico.
E allora come stimolare, o meglio come preparare il corpo spesso
cos compresso e sofferente (il corpo sintomatico) e il corpo ferito (ma-
lattia psicosomatica) a recuperare le proprie emozioni, le fantasie represse
in loco, e tutto il materiale intrapsichico che P. Sifneos ha sintetizzato nella
parola alessitimia?
Cosa fare quando le emozioni bloccano la persona? Come si pu
aiutare il paziente somatico a sciogliersi? Soltanto dopo questa prima fase
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possibile che il paziente somatico cominci a ricordare i primi sogni che
non aveva mai ricordati o, se li aveva ricordati qualche volta, si presentava-
no, come hanno scoperto gli psicoanalisti francesi P. Marty, L. Kreisler, S.
Lebovici e M. Soul, come sogni qualitativamente poveri, crudi e aridi
di emozioni. Al tempo stesso, i vissuti e i ricordi sono in-carnati nel corpo
malato, e meccanizzato. Questi fatti si possono ascoltare dai pazienti che
raccontano i primi sogni e che somatizzano, per esempio ai visceri (rettoco-
lite ulcerosa), allo stomaco (ulcera duodenale), o come attacco asmatico
sempre durante il sogno (sonno). Accade che, durante il lavoro analitico di
interpretazione, essi ri-vivono le stesse emozioni e sintomi uguali (nello stes-
so organo) a quando stavano sognando (dormivano).
A questo punto, sul lone di M. Balint e di B. Luban-Plozza, il corpo in
psicoterapia analitica riprende cos quella funzione attiva e sognante tanto
che si potrebbe dire, parafransando M. Sapir, nel sogno il corpo parla allor
quando scopriamo il corpo a corpo in psicoterapia.
Possiamo dire che stimolare il corpo, rispettare il corpo e permettere
al corpo di ritrovare quellunit somatopsichica, o psicosomatica che dir si
voglia, rappresenta il primo obiettivo dello psicologo e psicoterapeuta oggi.
Chiaramente, nel prosieguo delle terapie, lapprofondimento con il lavoro
onirico nella relazione terapeutica resta lobiettivo qualitativamente valido.
E importante, per, sottolineare che, il sogno quando non c, bi-
sogna attivarlo capendo per perch farlo e valutando attentamente se la
presenza eccessiva della corporeit va rispettata. Forse la strategia delle
visualizzazioni guidate pu, lo diranno gli specialisti del settore, essere uno
strumento organizzativo, perch accada ci che suggeriva Bion, ovvero lin-
conscio pu essere nella coscienza, il sogno pu stare nel sonno, ma nella
coscienza il sogno c perch chiunque sa quanto nei momenti di difcolt
ci che salva la possibilit di immaginare.
Dott.ssa Maria Vincenza Costantini, Psicologa, Psicoterapeuta di formazione analitica,
Consigliere Ordine Regionale degli Psicologi
Indirizzo dellAutore: Dott.ssa Maria Vincenza Costantini
Via Silvino Olivieri, 93
66100 - Chieti
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IL CORPO-SINTOMO, I SOGNI E IL PROCESSO
DI MENTALIZZAZIONE NELLE PSICOTERAPIE
PSICOSOMATICHE ANALITICHE
(INDIVIDUALI, DI COPPIA E GRUPPALI)
Fausto Agresta
1. Introduzione: Mente-corpo e il sogno nellunit psicosomatica
La tesi sostenuta in questo lavoro la scoperta sempre pi viva che i
sogni, almeno dal racconto che ne fanno i nostri pazienti, toccano il corpo
pi di quanto si pensi o venga ricordato da molti articoli e ricerche sui so-
gni. E pur vero che ladozione di tecniche corporee di indirizzo analitico,
durante la terapia, stimola il sistema olistico mente- corpo a reagire e a
produrre dei ricordi, delle emozioni e, poi, dei sogni legati al corpo, alle
sensazioni e ai fatti duri della vita, insomma, a quel contatto primigenio
madre bambino. Nei disturbi somatoformi e ancora di pi nelle malattie
psicosomatiche - dove i tratti alessitimici di pazienti psicosomatici sono pi
marcati e i sogni sono particolarmente inibiti, bloccati (crus: crudi,
aridi) e quasi mai ricordati - tali tecniche risultano essere molto utili e in-
dispensabili per favorire lo sblocco del mondo dellimmaginario e onirico
(Agresta F., 2002; 2010; Biondi M., 2001; Parietti P., 2008; Di Donato R.,
1985; 2002; Sapir M., 1986; 2000; Sifneos P., 1990; 2002). Sappiamo che il
sogno riesce a dare una forma simbolica ad esperienze pre - verbali, a vissuti
originariamente presimbolici per cui come scrive M. Mancia permette
anche di esprimere a parole ci che faceva parte della storia preverbale. In
virt di questo processo, il sogno pu rendere pensabili, anche senza il ricor-
do, emozioni passate depositate nella memoria implicita e parti strutturali di
un inconscio non rimosso (2003). Se il corpo, allinizio della vita del neo-
nato un tuttuno con la mente, e se lattivit onirica gi pronta per espri-
mere il suo linguaggio che sar senzaltro corporeo, ladulto in analisi usa il
proprio corpo, quando rivive alcune esperienze preverbali che la situazio-
ne analitica ripropone e comunica il dolore, la gioia, laggressivit, le emo-
zioni. E acquisito, ormai, che durante i sogni (che identichiamo nelle fasi
del sonno REM) si producano, allo stesso tempo e paradossalmente, uno o
pi scenari onirici saturi di immagini e di fantasmi emotivi, e una situazione
corporea molto particolare: movimenti oculari rapidi, calo di temperatura,
battito cardiaco e pressione sanguigna irregolari, ipotonia muscolare, (talo-
ra) pene in erezione, irrorazione sanguigna del cervello in aumento; inne,
modicazioni neurormonali. Questa complessa struttura paradossale (sonno
paradosso o REM) dimostra in maniera assoluta che il mondo dei sogni
media e costruisce una unione, quella pi sosticata, tra soma e psiche, tra
corpo e mente (Agresta F., 1986; 1988; 2001; 2002; Mancia M., 1994; 2003)
che si ripropone a livelli meno accentuati nelle tecniche corporee.
Accade, qualche volta, che i pazienti raccontano quei sogni in cui i
corpi sono, o sono stati investiti, o toccati, in quel determinato sogno, in ma-
niera non tanto e non solo immaginica cio quando il paziente racconta
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che sogna un qualcosa che riguarda lidea di un cambiamento, di uno stato
psichico particolare nel o del suo corpo quanto, invece racconta di una certa
o di una forte, modicazione corporea reale, di una percezione concreta, non alluci-
natoria, al risveglio, di uno stato oggettivo di violenza che accade durante il sogno
e dentro il proprio corpo, al di l delle modicazioni siologiche del sonno REM,
sopra descritte. Anche nel racconto dei sogni i pazienti stessi sono testimoni, al
risveglio, di vari accadimenti, paurosi e piacevoli: Mi sono svegliato di colpo
con una angoscia, seduto sul letto, il cuore mi batteva a mille allora; avevo
un nodo alla gola...mi sembrava di strozzarmi: avevo sognato di essere stato
sgozzato (giocatore dazzardo pentito...); ho sognato di avere un rapporto
anale con un donna e mi sono svegliato di soprassalto pensando, come altre
volte, di prenderlo io...avevo un dolore tto tto nellano, mentre ho avu-
to uneiaculazione anche nel sogno (era venuto perch impotente); nel
sogno una forza mi spingeva a trasgredire, unaltra mi diceva di no...un for-
tissimo mal di testa...e unangoscia come se fossi stata frustrata da unazione
interrotta violentemente...mi sono svegliata con la pressione molto alta...lho
misurata e mi schiavano le orecchie! (medico).
2. Freud e le relazioni doggetto
In questa relazione pu essere colto quello che da anni il nucleo
della concettualizzazione postfreudiana del modello relazionale della mente,
rispetto al primo modello pulsionale. Tale trasformazione ha valorizzato la
storia personale, affettiva ed emozionale del soggetto a partire dalla relazio-
ne primaria che il bambino ha con la madre e con lambiente in cui cresce.
Queste prime esperienze sono legate alla sensorialit e al corpo attraverso
cui la madre trasmette al neonato affetti ed emozioni indispensabili per la
sua crescita mentale (Mancia M., 1994; 2003). Le ultime ricerche, dagli
psicoanalisti ai costruttivisti, hanno fatto convergere tutti gli studiosi in un
risultato concreto e chiaro: nei primi tempi di vita esiste ancora quella sim-
biosi totale tra madre e bambino, i cui corpi biologici anche se sono stati
separati alla nascita, non si sono separati dai corpi mentali, n dalle forti
emozioni di entrambi, n, tantomeno, nei rispettivi funzionamenti psichici
della madre e del bambino. Non abbiamo la possibilit di conoscere il con-
tenuto del sogno del bambino piccolissimo, questo s. Ma conosciamo lori-
gine delle prime esperienze legate ai sensi, alle emozioni, ai primi costrutti
fantasmatici e del pensierio (Dolto F., 1984; Gilliron E., 1995; Onnis L. et
alii, 2001). Oggi, per, gi i bimbi di 2/3 anni, se stimolati, raccontano i
primi brevi sogni.
A questo riguardo M. Mancia precisa che queste prime esperienze
sono legate alla sensorialit e al corpo attraverso cui la madre trasmette
al neonato affetti ed emozioni indispensabili per la sua crescita mentale
(2003). Dobbiamo ricordare anche che tutto il preverbale e il presimboli-
co incamerato e depositato nella memoria che Mancia chiama implicita,
perch non possiamo averne il ricordo, dato che le strutture necessarie alla
memoria esplicita o autobiograca non maturano prima dei 2 - 3 anni di vita.
Pertanto queste esperienze preverbali e presimboliche verranno a formare
un nucleo inconscio del S non rimosso che condizioner la vita affettiva, emo-
zionale, cognitiva e persino sessuale delladulto (Mancia M., 2003).
Nelle nostre esperienze, seguendo il lone che prospetta una psico-
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terapia di tipo dinamico psicosomatico e relazionale a pi livelli (verbale,
non verbale, corporeo, analogico, simbolico e onirico, secondo il mio model-
lo dinamico psicosomatico: Agresta F., 1997; 2002), abbiamo la possibilit di
seguire molti racconti di sogni di pi istanze soggettive (individuo, coppia,
famiglie e gruppi) e, al tempo stesso, di osservare e registrare la risposta
dei pazienti al cambiamento del setting, in fase di regressione corporea. Come
reagisce il soggetto col corpo (sintomi e disturbi psicosomatici), ai cambiamenti dina-
mici e a quelli strutturali nel quadro analitico? Qual il transfert dei pazienti? Come
reagiscono i corpi nei sogni e come sono i sogni di alcuni tipi di personalit? (Marty
P., 1991). Come cambiano le loro immagini mentali chiamate sovrastrutture
psichiche dellimmaginario dei soggetti in analisi (Sapir M., 1986; Uva V., 1992;
Agresta F., 1997; 2001; 2001; 2003)?
A tal proposito ricordiamo che Freud, in una lettera del 6 novembre
del 1917 allallievo e collega S. Ferenczi, denisce sintomi groddeckiani le
sofferenze somatiche che non hanno cause direttamente organiche ma ven-
gono provocate da fantasie inconsce. Il Maestro ufcialmente negava le
malattie somatiche ma, nella corrispondenza con alcuni allievi, ascoltava
e leggeva il linguaggio del corpo, del corpo che parla e al quale allo stesso
tempo si parla- come accade nelle forme isteriche. Poi, al tempo stesso, ha
negato il corpo nelle malattie neurotiche.
Comunque, in accordo col metodo clinico, losservazione e lascolto
terapeutico rappresentano la via regia da seguire: losservazione non aset-
tica, non neutra ma intrisa di una relazione speciale, contraddistinta dal
transfert e dal controtransfert e dallinterpretazione analitica del terapeuta.
E proprio nella situazione transferale che il soggetto pu rappresentare nel
sogno stesso la sua situazione personale, conittuale, in cui egli, spesso, ri
- attraversa il corpo bambino, quando la dimensione intrapsichica e difen-
siva della struttura dellIo, non riesce a contenere, strutturalmente e olistica-
mente, il conitto stesso. O, pi a ragione, il corpo ripropone i conitti preverbali e
simbolici che si erano gi strutturati nei due - tre anni di vita. Cos, quando il corpo
vive il sogno, anche drammaticamente, signica che prima era tenuto
scisso da una parte della mente: era una cellula dormiente; ri-costituire
una migliore dimensione unitaria del sistema mente - corpo, nellattualit
della relazione terapeutica, risulta utile e necessario, in una visione globale
delle malattie psicosomatiche (Biondi M., Mantua V., 2001). Dobbiamo con-
siderare che pur vero che i pensieri, le percezioni e le emozioni del sogno
sono specici per ciascun soggetto permettendogli di fare da tramite fra le
pi arcaiche esperienze dellinfanzia attivate dal transfert e quelle attuali
presenti nel transfert (Mancia M., 1994).
Gli individui con Disturbo Borderline di Personalit possono avere
una modalit di boicottaggio di se stessi nel momento in cui lobiettivo sul
punto di essere realizzato (per esempio, ritirarsi da scuola quando sono in
procinto di diplomarsi, distruggere una relazione proprio quando chiaro
che potrebbe durare).
A ben vedere le caratteristiche di base proprie di questi disturbi ap-
partengono ad un modo di essere delluomo contemporaneo che vive alla
ricerca di emozioni, possibilmente forti. Lemozione forte quella alla
quale si crede e ad essa si afda una momentanea ed efmera sicurezza, che
si anche in grado di comunicare ad altri. Questa emozione efmera copre
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spesso una condizione alessitimica, intesa come incapacit a percepire
le sensazioni, le emozioni e la gioia, provenienti dal corpo, che potrebbe
essere inquadrata come caratteristica comune in molti casi di disturbo bor-
der-line. Questo spiegherebbe il tentativo di risvegliare un corpo non per-
cepito perch anestetizzato, mediante agiti anche cruenti (rapporti sessuali
agiti o subiti in modo violento, grafarsi, ferirsi, automutilarsi) (Agresta F.,
Di Donato R., 2004).
3. Psicosomatica clinica individuale: il corpo a corpo
Ala, 37 anni, era venuta in cura per uno stato confusionale, per de-
pressione e stati ansiosi diffusi. Sino alladolescenza aveva sofferto di attacchi
di asma. Il suo problema era rappresentato da un suo legame terribilmente
conittuale con la propria madre tanto che era convinta della bont ma-
triarcale della sua famiglia (compresi i nonni materni); avendo lei ricevuto
una educazione libertaria, di tipo femminista cos come la nonna e la
madre nella vita familiare viveva una prassi sociale libertaria e di famiglia
aperta, anni settanta, ottanta. In verit, nellambito del rapporto madre
- glia, la madre controllava intrusivamente e seduttivamente tutta la vita
di Ala (stessi amici, stessi locali, stessi party, ecc.). Dopo la nascita di sua
glia Beba, di 3 anni, Ala si sentiva ancora pi soffocata da sua madre. Du-
rante la psicoterapia prende coscienza di questo conitto paradossale e, nel
momento in cui dice alla madre con difcolt e paura di non venire pi
a casa sua senza un suo assenso, cominciando cos a mettere dei limiti pi
rigidi in vista di una separazione normale fra lei e la madre, Ala fa diversi
sogni. Uno particolare: Stavo sul balcone con mia glia, eravamo abbrac-
ciate; una donna mi dice di volare - Vola, vola - . Io mi accorgo che c un
vento forte che ci pu portare in alto, come un turbine. La voce continua:
vola, vola. Nel sogno, penso al suicidio mio e della bambina, poi il volto di
mia madre mi appare come un ash. Mi sveglio con un sussulto, ansiman-
do, con forti attacchi di asma, di forte dolore al torace, sono angosciata, ma
dico: Oddio, solo un sogno! Realizzo che una cosa di testa, penso alla
terapia e mi calmo, e il mio attacco di asma diminuisce, questa volta senza
farmaci. Nella realt adesso io e Beba ci abbracciamo spesso.
Beba ha cominciato a parlare da quando Ala si sta staccando da sua
madre e le ha aperto uno spazio mentale; in contemporanea, Beba non vuol
rimanere da sola con la nonna.
Alberto, 15 anni, malato di rettocolite ulcerosa emorragica e con struttura
alessitimica, senza sogni e fantasie, somatizzava la sua aggressivit e i suoi
sensi di colpa sullintestino, alla luce dei dati psicodiagnostici e clinici (Agre-
sta F., 2001; 2003). Inviato dai medici dellOspedale, trattato anche con la
psicoterapia analitica di rilassamento corporeo perch ha molta difcolt
ad aprirsi e a ricordare i sogni. Dopo otto mesi di psicoterapia pi facile
capire il suo funzionamento psichico da una serie di sogni particolari: essi
sono pieni di sensi di colpa: infatti, Alberto si aspetta sempre una punizione
a lungo termine (riparazione dalla colpa che lo tiene in tensione) e c un
divario netto tra i suoi fantasmi e il principio di realt. A periodi, ricorda so-
gni sullo stesso tema (colpa e punizione, senza somatizzare). Alberto dorme
molto, mentre prima, per anni, e durante i diversi ricoveri in Ospedale, ha
sofferto dinsonnia. Un sogno tipo (gennaio): Mi sono sognato che era il
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mese di giugno ed ero andato a scuola a vedere i quadri e ho visto che ero
stato bocciato e mio padre per punizione mi ha chiuso dentro la cameretta
per tutta lestate, senza mangiare ma solo a studiare. Nella realt, la fami-
glia non affatto cos, e a scuola Alberto non ha grandi difcolt. La sua sto-
ria clinica mette in luce i suoi sensi di colpa che si riferiscono ora che pu
mentalizzarli senza somatizzazione al forte legame pre - edipico che aveva
con la madre (ha dormito con loro no a dieci anni) e per la punizione
sempre attesa dal padre. Diciamo che, in questo caso, il corpo non soffre
pi, non perde pi sangue, laggressivit repressa non pi scaricata in bas-
so, ma in alto: Alberto, mentalizzando, pu sognare senza soffrire. Para-
dossalmente il corpo si staccato dalla mente. Per questo, e altri casi con
diagnosi simile, la dinamica intrapsichica e relazionale abbastanza chiara:
una inconscia fusione con la gura materna e un profondo senso di colpa
inconscio: questo conitto tra simbiosi e separazione crea una tensione inconscia
che si esplica col senso di colpa verso la gura paterna (autorit). Laggressivit che
ne consegue rimossa e somatizzata a livello intestinale (Agresta F., 1997; 2001;
2002). Il livello di mentalizzazione, in mancanza di sogni, pu essere ottenu-
to soltanto con lappoggio di tecniche di rilassamento con visualizzazioni: in-
fatti, allinizio della psicoterapia, come per altri casi con diagnosi simile, si
rivelato vincente lavorare per circa un anno con le tecniche di rilassamento
e con le visualizzazioni guidate, specialmente con un pre adolescente, ales-
sitimico e con forti sensi di colpa inconsci relativi al suo legame genitoriale
(Agresta F., 2001; 2003). Dalle mie esperienze (2003) la dinamica inconscia
della rettocolite ulcerosa la seguente: sensi di colpa preedipici (aggressivi-
t orale ed anale) tensione e attesa per la punizione aggressivit scaricata
sulla parete intestinale. La rabbia inesprimibile perch manifestarla implica
la ribellione che pu causare il castigo dellabbandono. Sotto leffetto dei
sensi di colpa, la rabbia accumulata, con il suo carico di distruttivit, si tra-
sforma in autoaggressivit e viene incorporata. Lincorporazione esprime
un vissuto inconscio che si somatizza a livello intestinale. Dopo due anni,
continuando il rilassamento guidato ora proposto in maniera abbastanza
regressiva, Alberto arriva tutto depresso e racconta un sogno (i sogni li porta
ogni due mesi circa): sogna di aver ucciso il padre in maniera camuffata (
il padre che uccide laltra parte del padre stesso) e iniziamo ad affrontare
laggressivit repressa e somatizzata verso la gura paterna, tra laltro, molto
autoritaria. Durante questo sogno ha avuto dolori fortissimi allintestino e
la terapia di rilassamento proposta durante la seduta, dopo il racconto del
sogno, afevolisce ora una depressione da sensi di colpa che pi menta-
lizzata e meno somatizzata. Il processo di desomatizzzazione in psicoterapia
psicoanalitica, almeno allinizio, deve essere afancato dalle tecniche di ri-
lassamento, sia per favorire nel paziente la ripresa del sonno naturale, come
primo obiettivo, sia per abbassare il livello di ansia, e sia per favorire lafe-
volimento delle difese rigide inconsce che non permettono allimmaginario
di esplodere come ricordo del sogno(Assoun P., 1997; Agresta F., 2003).
Inne, questo approccio terapeutico favorisce lemergere del linguaggio del
corpo intero e quello sintomatologico interpretato a livello simbolico; favori-
sce il recupero del sistema corpomente, cio la persona intera il cui corpo
parla con le emozioni una volta represse e negate, col linguaggio non verba-
le e comincia, con grande resistenza, a ricordare i pochi sogni che allinizio
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non vengono assolutamente memorizzati. Questa negazione onirica spesso
cos dalla nascita (Amore M., 1991; Di Donato R., 2006; Agresta F., 2003):
infatti, i sogni sono incastonati e depositati nel corpo. E senza il messag-
gio onirico non ci sar mai cambiamento intrapsichico e strutturale.
4. I sogni nel corpo
Quando possiamo osservare i sogni nel corpo? Forse, nel momento
in cui rompono la barriera delle difese. E quando registriamo questi so-
gni che inondano il corpo? Possiamo affermare che questi tipi di sogni si
registrano soltanto in momenti di conitto e di regressione: avvengono in
momenti particolari della cura, momenti intrinseci al soggetto (resistenze ai
cambiamenti, difesa dai cambiamenti) ed estrinseci al soggetto stesso (fatti
reali, problemi a scuola, morte di un familiare, cambiamento nel setting:
per es., due gruppi in analisi hanno cambiato il setting per iniziare il rilas-
samento analitico). Nelle giornate precedenti e in quelle successive c stata
una regressione signicativa per ogni partecipante del gruppo e ognuno ha
reagito con sogni che esprimevano, in alcuni casi, solo un disagio psichico
con immagini intorno al corpo e, in altri, pi sogni dove erano riproposti i
sintomi sici che avevano indotto il paziente ad iniziare la cura. In questa
nuova esperienza e durante la terapia di rilassamento, si ri - crea uno status
psicologico ed affettivo di tipo materno - infantile (Di Donato R., 2002; Sapir
M., 1984) in cui lindifferenziazione mente - corpo viene riprodotta e, al
tempo stesso, analizzata. Scrive M. Mancia: Alla base di questa concettua-
lizzazione c lidea di una indifferenziazione mente corpo [] di una loro
identit che corrisponde a momenti della vita intrauterina, a partire dai qua-
li la mente si differenzierebbe dal corpo, anche se la formazione di una vita
mentale separata dal corpo avviene dopo lesperienza della nascita (1994).
Ricordiamo solo che nel primo anno di vita il neonato vive nella fase REM
per circa 16 ore su 24.
5. Psicoterapia di Rilassamento di Gruppo (A)
Gruppo composto da sette persone, due maschi e cinque donne.
Rileviamo alcuni sogni raccontati nella seduta precedente linizio del rilas-
samento (i partecipanti che erano stati sempre seduti sulle sedie, nella se-
duta successiva dovevano distendersi per terra, su piccoli lettini da palestra,
in una posizione circolare di gruppo e in cui i loro corpi, che non erano
mai stati toccati, venivano toccati dalla mano del Terapeuta, sulla fronte,
sulla mano, secondo la tecnica del Rilassamento analitico di Sapir). Mary,
36 anni, ha forti mal di testa, dolori alla gamba e alla schiena. Da tutti gli
esami clinici non risultano problemi organici. Mary porta diversi sogni che
riguardano diverse parti del proprio corpo. Prima di allora, i sogni erano di
contenuto ossessivo, di difesa psichica, e il corpo non era mai stato inve-
stito. Sogno n. 1: Avevo sulla schiena e sulla pancia molti brufoli. Chiedo a
mio marito di passarmi una spugna, ma lui non lo vuole fare. Allora, mi dico
che avrei dovuto chiederlo al Dott. Agresta. Sogno n. 2: Mi passo la mano
dietro la nuca e mi si stacca un neo molto grande che mi resta in mano e mi
lascia una ferita dietro la nuca. Sogno n. 3: Mia suocera mi taglia, contro
la mia volont, i capelli dietro la nuca. Sogno n. 4: Vado dal mio medico
(lo stesso che lha inviata al T.) per far vedere la gamba che mi fa male. Lui
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mi ci inla uno spillo pi volte ed io non sento dolore. Il dottore mi dice
che non c niente da fare, quindi me la devo tenere cos. Poi vado in ba-
gno perch avevo le mestruazioni che in quel momento erano abbondanti.
Oltre il sangue espello una massa strana che io osservo e penso che sia un
feto appena abbozzato. La gamba era la sinistra, mentre nella realt quella
che le faceva male era la destra! Nella realt le sono tornate le mestruazioni
abbondanti, con forti perdite e pezzi di sangue, come dice lei. Dopo la
seduta, le perdite diminuiscono quasi subito, lei se ne accorge e poi si sente
meglio. Licia, 37 anni, presentava vomito psicogeno, dolori gastrici e attacchi di
panico con gravi disturbi della personalit. Avendo sposato un cugino di pri-
mo grado, il padre, in particolare, non aveva mai accettato questa situazione
tanto che, per dodici anni, aveva riutato di vederla. Poi si incontrano, il
padre rimane qualche mese a casa di un parente che abitava vicino la casa
della glia (il padre viveva in Argentina) e si riconciliano. Quando il padre
riparte dice alla glia di tornare con lui, lasciando il marito. Dopo tre mesi il
pap comincia a star male e si ammala di tumore ai polmoni e Licia, per un
periodo, lassiste laggi in Ospedale. Dopo la morte del padre, Licia rientra
in terapia e porta un sogno che la sconvolge: sogna che il padre era vivo e
lei aveva un forte orgasmo, irrefrenabile, e pensa, appunto nel sogno, che
faceva lamore col padre. Si sveglia in preda allangoscia, ha ancora lorga-
smo, ed in preda agli incubi: E proprio un incesto- racconta. Proprio di
questo era stata accusata dal padre, quando aveva condannato il suo matri-
monio con suo nipote, glio di sua sorella. Ma anche il padre aveva sposato
sua cugina di secondo grado, la madre della paziente!
6. Psicosomatica e Psicoterapia di Rilassamento di Gruppo (B)
Gruppo composto da otto persone: tre maschi e cinque donne. Tecla,
31 anni, con gravi disturbi della personalit e con attacchi di panico. Da
bambina aveva subto seduzioni da parte di uno zio e da una persona anzia-
na. La sua dinamica era questa: darsi ai maschi per farsi accettare. Da tempo
ha sviluppato fortissimi dolori alla schiena. Dopo ripetute visite specialistiche,
sono state escluse cause organiche. Le tecniche di rilassamento corporeo di
senso analitico vengono proposte come integrazione approfondita dellespe-
rienza analitica e psicoterapeutica. Si lavora molto sul signicato simbolico
dei sintomi rappresentati dal mal di schiena e sui sogni raccontati. Ecco
alcuni sogni: Mi trovavo in una piazza ed era notte fonda; sono seduta su
uno sgabello da bar davanti ad un bancone per servire, come cameriera,
caff e birra; non ero sola perch vedevo dei miei amici avvolti nei sacchi a
pelo che dormivano; mi ritrovo a pensare al mio mal di schiena e alla solu-
zione per poterlo guarire: dovevo fare lamore con un mio carissimo amico,
direttore di unazienda, il quale nellatto sessuale era posto sotto lo sgabello
e io seduta sopra. Al risveglio ho avuto un fortissimo mal di schiena!. Altro
sogno: Mio padre e mia madre erano nella mia camera e assistevano ad un
cambiamento, dovevo indossare un abito bianco di lana che a me non piace-
va perch avrebbe esaltato i miei anchi, ma nellindossarlo vado in unaltra
camera e mio padre mi segue e io so che mi sta sbirciando. Mi sveglio con
un fortissimo mal di schiena e devo rimanere tutta la giornata a letto. Altro
sogno: Ero in casa, e mia madre e mio zio mi dicevano che mio padre era
morto in aereo; non provavo nessuna emozione e dissi loro che almeno po-
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tevamo andare al funerale. Un altro sogno: Immaginavo di desiderare ses-
sualmente Gianni, una guardia giurata; e solo allidea, il mio corpo dava sin-
tomi di spavento, svenimento e mal di schiena. Altro sogno: Ero in unaula
scolastica ma buia e con me cerano ragazzi e ragazze, illuminavo la stanza
con il palmo della mano, e improvvisamente entra nella stanza un uomo che
forse era il nostro professore dallo sguardo profondo ma molto cattivo; ho
capito che voleva uccidermi ma io ero pronta ad affrontarlo. Cos, mi dirigo
verso di lui ma, nel combatterlo, lui mi fa cadere per terra e con dei chiodi
messi nelle mani mi costringe a non muovermi: mi sveglio con fortissimi do-
lori alle mani. Mi sveglio e ho un prurito fortissimo che si esteso su tutta la
mano e poi no alle braccia. Dopo una settimana un altro sogno: Ero nel-
la mia camera da letto con una donna anziana accompagnata da un cagno-
lino, ma poco dopo la faccio uscire perch si dimostrava invadente; dopo
aver chiusa la porta, un uomo violento, a tutti i costi, voleva far lamore con
me e vedo dal buco della serratura il suo pene. Io ero spaventata dalla sua
irruenza, ma accetto di farmi penetrare attraverso un buco posto al centro
della porta. Ero schifata e disgustata dallo sperma che mi usciva anche dalla
schiena, lungo la colonna vertebrale. Mi sono rincuorata nel vedere sul mio
cellulare i miei desideri scritti sotto forma di SMS: CASA, AEROPORTO,
VASO DI FIORI. Al risveglio Tecla ha un fortissimo mal di schiena, mentre
per tutta la settimana era stata bene. La donna col cane rappresentava sua
madre e luomo violento, il padre. Nel lavoro di gruppo la simbologia ha
rappresentato, rispettivamente, quello che rientra nei desideri e negli obiet-
tivi di Tecla: andare a vivere da sola, partire (utero con ori e rinvigorito).
Nella simbologia psicosomatica del lavoro di gruppo si detto che la schiena
rappresenta il peso della vita e la colonna vertebrale simboleggia la gura
paterna, appunto come colonna della vita, sulla quale Tecla non ha mai
potuto appoggiarsi. Nella relazione analitica transfert controtransfert, si
ripropone il conitto paterno ogni volta che Tecla deve prendere decisioni
reali, di lavoro, di indipendenza (patente di guida, andare a vivere da sola,
risparmiare i soldi che guadagna) nella dinamica corpo a corpo di gruppo.
7. Riessioni
E proprio vero che il corpo, come recita il libro dei morti egiziano e
tibetano, pieno di dei. Noi diciamo di fantasmi, di emozioni, di affetti.
Lo scopo della psicoterapia analitica con indirizzo psicosomatico anche
quello di far ri - vivere gli dei che si annidano dentro il corpo, di dar loro
un senso e un tono. E questo anche pi signicativo allorquando la parola
non sufciente a dar voce alle sofferenze e ai sensi di colpa inconsci. In tal
caso, il rilassamento analitico si dimostrato un valido aiuto in questo tipo
di approccio, specialmente nel campo delle psicosomatosi dellinfanzia e delladole-
scenza e in quelle malattie che coinvolgono massicciamente il corpo (Assoun, P. - L.,
1997). Altre volte, in accordo con Sapir, per preparare una psicoterapia ana-
litica proprio per quei pazienti troppo chiusi nel proprio guscio corporeo e
alessitimico (Sami - Ali, 1987; Mc Dougall J., 1988; Sifneos P., 2007).
8. Esperienze con studenti di psicologia
Da alcuni anni (2000-2009) portiamo avanti come Conduttori in cop-
pia (M/F) diverse esperienze di Training Autogeno (TA) con Visualizzazioni
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Guidate (VG) con gruppi di studenti e laureati in Psicologia (10-12 p.),
nellambito delle attivit della SIMP Pescarese. Il processo di mentalizzazio-
ne che rimane bloccato con altre terapie verbali, si sblocca, proprio negli
interventi con TA con VG: i sogni aumentano, i ricordi ad essi collegati ri-
emergono, le emozioni e laggressivit, che una volta erano stati mentali
repressi e inibiti, nell iter terapeutico, trovano uno spazio pi attivo e dinami-
co. Inoltre, riaforano i ricordi di accadimenti, con fantasie e sogni che
riemergono con un simbolismo sempre pi dinamico, mentre la memoria si
riattiva in maniera globale. Le Visualizzazioni Guidate sono il trait dunion tra la
mente e il corpo nella misura in cui i pazienti psicosomatici alessitimici scaricano
sul corpo laggressivit scissa dallemozione e langoscia ad essa legata. Quando Car-
lo, sofferente di rettocolite ulcerosa (Agresta F. et alii, 2006; 2010), riferisce
di alcune forti emozioni legate alla sua prima infanzia, somatizza durante la
distensione, oppure durante la presentazione di Visualizzazioni che tocca-
no subito il corpo, proprio per mancanza di simboli che hanno la funzione
di difendere il corpo, attraverso la mente attiva e dinamica, diciamo crea-
tiva e simbolica. Il miglioramento si avr quando Carlo ricorder pi sogni
(con unaltra Terapeauta) e dai sogni emerge il conitto pre-edipico che
si canalizzava tout cour sul corpo. La pratica terapeutica ci ha permesso di
vericare limportanza e lefcacia della funzione del simbolo nelle visua-
lizzazioni guidate come confronto tra fantasma e realt. Questo nuovo ap-
proccio vuole indicare un avvicinamento, un punto di contatto tra un ricordo
ancora coperto e un fantasma che, nella ri-attivazione regressiva del T.A.,
si presenta o come sintomo, o come simbolo intrecciato ad un conitto
intrapsichico, legato ad una reminiscenza ancora repressa e/o somatizzata,
a seconda della struttura di personalit. Lo scopo primario non quello di scopri-
re, ma quello di far sentire a livello concettuale quel fatto o quel ricordo che in-
timamente legato al sintomo del corpo o a qualcosa legato alla sofferenza del corpo, un
linguaggio del corpo ri-attivato proprio in quella seduta con quella visualizzazione.
Il soggetto si meraviglia di questa emozione, legata al corpo e al fatto di allora;
pu ri-vivere, attivamente e concretamente il qui e ora e il l e allora, nella dimensione
balintiana dellunit mente-corpo, attraverso la dimensione parola-corpo. La coppia
dei Terapeuti, come nella terapia di rilassamento di Sapir, evoca la coppia genitoriale
fantasmatica e in particolare il fantasma materno rimanda al vissuto legato alla
regressione uterina e alla madre uroborica, mentre il fantasma paterno al fantasma
della castrazione.
I risultati raggiunti con i gruppi (pi di 100 partecipanti) sono stati:
miglioramento della qualit della vita in rapporto alla sensibilizzazione
dellunit mente- corpo, esperienza catartica personale, maggiore riconosci-
mento e vissuto soggettivo riguardo al simbolo (e al simbolismo mente-cor-
po), migliore capacit di percezione dei vissuti emozionali in rapporto alle
varie somatizzazioni, pi capacit di ascolto degli altri; ricordi/affetti, allar-
gamento della coscienza creativa, abbassamento dellansia e dellangoscia e
scomparsa di diverse somatizzazioni. Contemporaneamente aumenta il processo di
mentalizzazione che permetter un allentamento delle difese e un maggiore
ricordo dei sogni che diventano pi pregnanti rispetto alla dinamica perso-
nale. Il punto nuovo che abbiamo rilevato e che mettiamo in atto dopo al-
cune V.G., cos come avviene nei primi colloqui di consultazione sottoforma
di interpretazione di prova (E. Gilliron) rappresentato dagli Interventi
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di prova , tra il VII e lVIII incontro di ogni livello. Gli interventi di prova
sono proposti dopo la verbalizzazione del vissuto del partecipante al gruppo e
al Terapeuta. Gli interventi del T. sono focalizzati e brevi (1 o 2 per ogni
livello) e hanno lo scopo di una prova vericabile riguardo ad unipotesi
interpretativa - in chiave psicodinamica e simbolica - che il soggetto potr
datare e ricordare rispetto alla propria storia personale e familiare (eventi
traumatici, vissuti, ricordi). Lo scopo anche quello di saggiare il tipo di
intervento psicoterapeutico pi appropriato e/o il grado di profondit della
ipotetica interpretazione adatta al setting e al soggetto. Inoltre, questo stato
suggestivo aiuta il paziente somatico cos difcile da trattare ad aver pi
ducia non solo nella terapia della parola, ma anche nel linguaggio del
corpo che nel Nostro sempre negato, razionalizzato e non compreso (re-
lazione bianca con i pazienti Fujsiama). Lintervento focalizzato riguarda
il legame del sintomo (problema/emozione particolare) presentato, il vissuto
pre-edipico (come fantasma) e latteggiamento intrafamiliare nascosto che sotten-
de alla ipotetica dinamica familiare primitiva e, di conseguenza, come lega-
me e problema sintomatologico. Cos, per alcuni tratti, possiamo scopri-
re una verit in diretta. Il partecipante ri-propone in chiave somatica e/o
simbolica, nella dinamica relazionale con la coppia terapeutica, la dinamica
del suo problema primario, come conitto intrapsichico- relazionale. Non
si va oltre, ma si pu vericare quel fatto, quella situazione, partendo dallhic
et nunc della dinamica relazionale del gruppo e chiedendo al partecipante
la verica reale illinc et tunc del suo problema. La verit psicosomatica
viene appena sorata. Questa apertura molto suggestiva e tocca le di-
fese e linsight della persona che prende coscienza che alcune difese troppo
rigide si vanno sciogliendo e si prepara, con maggiore ducia di base, alla
via del cambiamento intrapsichico, interpersonale, somatico e simbolico
per il livello successivo. Esempi. I Livello. Visualizzazione: Il piccolo lago. La
visualizzazione descrive un sentiero di montagna in una splendida giornata
primaverile in cui piano piano si arriva ad un piccolo lago soffermandosi ad
ammirare la natura rinata. Federica: Ho avvertito la pesantezza e il calore
solo a pezzi, la voce femminile mi ha aiutato a sentire il cuore, che prima
non avevo mai ascoltato. Nel plesso solare ho sentito freddo. Nella visualizza-
zione ho visto una strada con i pini alti, non riuscivo a vedere il sole. Ho vi-
sto la salita, la discesa e inne il lago, ma non vedevo mai il sole. Poi quando
lei ha detto di andare via, sono scappata subito; era una situazione che non
mi piaceva. Intervento: E lei che non vede il sole, il sole calore, comunica
emozioni, parole...se lo riuta, ha paura di comunicare. Qui per lalbero
che copre il sole, lei si difende dal caldo, inconsciamente ha sentito troppo
caldo e poi ha smesso.....(posso chiedere se c un problema somatico a
livello della pancia? Problema intrapsichico?). Federica: S, soffro sempre
di colite. Visualizzazione. Colline inglesi: Questa visualizzazione descrive la
penisola di Cornovaglia (Inghilterra) con tutta la sua meravigliosa natura
circostante Mary: Ho sentito il cuore che mi batteva nello stomaco. Inter-
vento: E contenta, ha scoperto qualcosa a livello sentimentale? (...) Manca
la verit, quella reale.... Mary: No, nessuna novit. Nella visualizzazione ho
visto tutto, ma non trovavo elementi miei, seguivo la lezione (lapsus), ma.
Intervento: Lezione? La lezione mi fa pensare a un insegnante... centra un
professore dinglese!. Lei: (tossisce...tenta di parlare...): E vero, ricordo il
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mio professore di inglese delle superiori che ha sempre avuto una grande
ammirazione per me, era sempre molto protettivo nei miei riguardi e spesso
mi faceva battere il cuore!.
Unaltra partecipante che chiameremo Lisa su questa visualizzazione
riferisce: Allinizio mi sentivo persaho iniziato a sentire lodore di cande-
le spente. Intervento: Lodore di candele spente farebbe pensare alla morte
intesa come mancanza del tocco del padre. Si pu pensare al senso di colpa
per la separazione della madre rispetto al padresi pu dire che nel suo
immaginario come se lei durante la notte non abbia permesso ai suoi genitori di
stare a lume di candela mentre lei era in cameretta. Lisa: S, succedeva che mio
padre viaggiava di notte e quando tornava io, che in sua assenza stavo nel
lettone di mamma, dovevo tornare nel mio lettino con grande paura: spesso,
mia nonna che stava con noi, in una camera pi grande, accendeva i lumini
quando tornava il mio pap, suo glio. Visualizzazione: La lotta contro la pio-
vra. La visualizzazione descrive gli abissi del mare, e si chiede di affrontare
una grossa piovra, un mostro marino che semina terrore e morte. Dopo un
lungo lottare, si chiede di colpire lanimale no alla sua morte, e di trasci-
narlo in supercie. Alla luce del sole, questo animale si ridimensiona, no
a trasformarsi prima in una strega maligna, poi in una vecchia, e si chiede
di seguirla in una oscura foresta. Il paesaggio lentamente si trasforma, e si
chiede di salire le pendici di una montagna. Arrivati alla vetta, la vecchia
si trasforma in una fata e tutto splendenteClara: Nella visualizzazione
volevo dire basta, volevo muovermi ma il corpo era pesante, quasi bloccato.
come se listinto di uccidere la piovra e la ragione combattessero Poi ho
ucciso la piovra, stavo male. Intervento: Forse per i sensi di colpa? Per c
la sua liberazione con lo stare maleUccidere la piovra non rappresenta
una liberazione! E la liberazione dalla madre piovra. S, vero- aggiunge
Clara- quante volte mi sento di colpire mia madre e mi si paralizzano le
braccia. Visualizzazione: Lotta contro il drago. La visualizzazione descrive un
sentiero di montagna che porta ad una foresta, e si chiede di sentirsi come
Sigfrido, che porta con s una spada. Poco dopo compare un drago di di-
mensioni enormi, e si chiede di ucciderlo, conccandogli la spada dritto
al cuore. Terminata questa grande impresa, si chiede di lavarsi del sudore
e del sangue presso una fontelacqua fresca rigenera e toglie ogni fatica,
puricaLuca: stato bellissimo, nella visualizzazione ho sentito molto
calore per tutto il corpo soprattutto quando ho ammazzato il drago. Poi,
dopo averlo ammazzato, ho visto una fontana di pietra circolare da dove
fuoriusciva dellacqua che mi bagnavaMi sentivo puricato, mi sentivo
bene. Intervento: Quando il calore non fa pi paura una lotta tra la
vita e la morte, tra leccitazione e la morte (simbolicamente luccisione
del drago rappresenta luccisione del padre). Luca: Ho ripensato, mentre
lei parlava, a quante volte ho discusso con mio padre...una volta, avevo 5-6
anni, gli ho lanciato una scarpa da tennis che lo ha colpito sul petto. E mi
sono sentito perso...Pap mi ha preso in braccia e mi ha sculacciato e mi
ha detto che non lo dovevo fare pi... stato un padre buono (piange)...
purtroppo lho perso 5 anni fa. Nelle ultime sedute del III Livello le parti
dellinconscio si aprono e comincer a parlare o attraverso il corpo o a
ricordare sogni (che non possono essere raccontati), o nelle visualizzazioni,
a raccontare la storia della propria infanzia, della relazione con i genitori, i
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conitti, laggressivit e la sessualit. Emergeranno la mancanza di risposte,
di condivisione del piacere relazionale, forti difese edipiche e sublimazione,
risomatizzazioni super egoiche, senso di colpa tra il preedipico e ledipico,
freddo, impressioni glaciali, difese, ristrutturazioni, confronto con la realt
del fantasma. Successivamente non compaiono pi somatizzazioni, il corpo
sollevato.
Visualizzazioni: con musica (Ninne-nanne). Angelo riferisce: Esercizi cor-
porei benissimopeso concentrato su spalle e testa.non riuscivo a chiude-
re gli occhi.mi ha fatto piacere sentire la musichettaho visto mia madre
che pensava a me, lontana...la madre diceva: Ti voglio bene e il bambino era
troppo piccolo per rispondere. Intervento: Cos? Una mancanza di con-
divisione del piacere relazionale? Problemi di allontanamento?. Angelo: S,
da piccolo sono stato spesso in Ospedale per vari ricoveri e interventi...quan-
do non cera mia madre che faceva i turni di notte, cera unamica o la zia...
la madre mi cantava le canzoncine per bambini; le altre non mi cantavano
nulla. Liliana: A me piaciutamolto carinala seconda musica era quel-
la di mia madrele mani erano ghiacciate...il corpo caldoper mi sono
rilassataho ricordato quandero piccolama anchio non ho risposto a
mia madre (mancanza di risposta). Linda: Mi sono rilassata tantissimomi
sono quasi addormentatasentivo freddoavevo brividi di freddo a tutto il
corpoho visto la chiesa...era un eremo sulla rocciail suono era come un
mio occhio che mi scrutava dentro(occhio incarnato)...non lho visto lo
sentivo io che mi scrutavoun momento di raccoglimento sulla mia vitasu
quello che sto facendo adesso.Sentivo questo occhio dentro. Intervento:
Come mai questa trasformazione dal suono arcaico alla religione? C una
forte difesa edipica e sublimazione religiosa dalla ninna-nanna alle musiche
religiose. Perch questa sublimazione? Le voleva cantare il rock e non glielo
hanno permesso?. Linda: (Scoppia a ridere): E pazzesco...io suonavo in
un gruppo con sole ragazze metal...e i miei, dopo tante liti, mi hanno per-
messo di suonare soltanto in chiesa...allora locchio era mia madre?.
Visualizzazione: Il faro. Marilena: Il corpo bene.. le dita tagliate dal fred-
do a metho visualizzato il porto...non volevo entrare dal bassodallalto
vedevo un fascio di luce che usciva dalla vetrata...la luce mi veniva davanti,
ma non mi toccavapoi lho sentito allo stomaco questo fascio di luce, mi
sono avvicinata, mi sono girata e ho lasciato la barca che mi aveva portato
lil faro come una guida alla salvezza...mi sono addormentata, poi mi sono
svegliata con un dolore alla nucaho pensato di andare verso...ho pensato
a Ulisse che ho ritrovato. Intervento: C un problema di meta, di viaggi
e di ritrovare il faro, un simbolo fallico, paterno...Pensava di averlo perso
dopo un viaggio?. Marilena: Mi sto emozionando...s, dottore, mio padre,
quando avevo 10 anni, era partito allestero e ha subito un incidente vicino
al porto di Marsiglia...ha avuto le gambe rotte da una macchina di servizio
che lui non aveva visto...ed stato tre mesi in Ospedale e siamo andati pi
volte a trovarlo...lui lavorava l.
9. Conclusioni
Gli interventi di prova del T. A. sono focalizzati e brevi (1 e 2 per
ogni livello), a differenza delle risposte dialogiche, di rinforzo e di ascol-
to del Terapeuta, rispetto alla maggior parte delle verbalizzazioni di ogni
- 17 -
soggetto. Gli interventi, come vedremo nella parte clinica, hanno lo scopo
di trovare un riscontro reale, una prova, approfondimento riguardo
alla capacit di insight del soggetto stesso; un incontro da costruire tra ci
che interpretabile da parte del Terapeuta e ci che viene verbalizzato
in diverse maniere (simbolica, analogica e/o sintomatologica) da parte del
soggetto. Ci che viene coniugato come intervento di prova pu essere veri-
cato soltanto dal partecipante. Si tratta di unipotesi interpretativa che il sog-
getto potr datare e ricordare riguardo alla propria storia personale e/o
familiare (eventi traumatici, vissuti, ricordi, perdita, conquista, conitto in
atto). Quindi, particolare risalto viene dato alle verbalizzazioni specialmente
alla ne di ogni livello. Questo tipo di intervento ci d un aiuto anche per
sostenere la possibilit di proseguire, senza incontri supplementari, il prosie-
guo regolare dei livelli. Lintervento focalizzato riguarda il legame del sin-
tomo/ problema/emozione- quello particolare che stato presentato - e il
vissuto pre-edipico, come fantasma/ atteggiamento intrafamiliare nascosto
che sottende alla ipotetica dinamica familiare primitiva e, di conseguenza,
come legame sintomatologico. Cos, per alcuni tratti, possiamo scoprire
una verit in diretta. Il partecipante ri-propone in chiave somatica e/o
simbolica il suo problema relazionale come matrice (un po nascosta) del
suo passato, e come conitto intrapsichico in atto che il Conduttore pu
legare al passato. Non si va oltre, non si approfondisce di pi, come si fa in
psicoterapia analitica. Partendo dallhic et nunc della dinamica relazionale
del gruppo il Conduttore chiede al partecipante la verica reale (illinc et
tunc del suo problema). La verit viene appena toccata. Questa aper-
tura molto suggestiva e tocca le difese e linsight della persona che
subito ha pi ducia nellesperienza emozionale che sta vivendo, come nel
G. Balint, anche se con una tecnica diversa. Tutto ci permette di sciogliere
maggiormente alcune difese troppo rigide e preparare, attraverso un tocco
di interpretazione, ad una eventuale psicoterapia attraverso una maggiore
ducia di base che la via del cambiamento sia per il livello successivo, sia
per ulteriori approfondimenti che esulano dalla pagina razionale.
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Fausto Agresta Psicologo, Psicoterapeuta analista, Gruppoanalista, Libero Professionista.
Direttore Centro Studi di Psicologia e Psicosomatica Clinica (CSPP) e Direttore Responsa-
bile della Rivista N. Prospettive in Psicologia e Coordinatore della SIMP Pescarese. Prof. a
c. di Psicosomatica e Compiti vitali, Cattedra di Psicologia Clinica (Prof. M. Fulcheri), Fa-
colt di Psicologia, Universit G. dAnnunzio Chieti-Pescara. Ha insegnato allUniversit
di LAquila Psicologia Generale, Psicosomatica e Psicologia Sociale. E Docente e Didatta
di Psicosomatica allIPAAE e presso altre Scuole di Specializzazione.
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LUNITA MENTE-CORPO
NELLE TERAPIE CORPOREE
AnnaMaria Rotondo
1. Terapie corporee e processi mentalizzazione e desomatizzazione
Terapia un termine che ci fa pensare ad una malattia. Cos mala-
to il corpo o la mente? O la mente e il corpo insieme?
Oggi parliamo del corpo che soffre e del linguaggio del corpo, da una
parte e, dellequilibrio psichico, dallaltra. Il corpo, quando viene investito
da una sofferenza carica di emozioni, di angoscia, di aggressivit o di inibi-
zioni- e questo stato tende a cronicizzarsi- pu essere in un qualche modo
trattato con tecniche psico-corporee, in combinazione e/o come supporto
ad una eventuale psicoterapia? Nella medicina organicistica anche le ma-
lattie multifattoriali sono ormai considerate da tempo di natura cosiddetta
psicosomatica. Il tipo di psicoterapia che proponiamo, secondo il modello
dinamico psicosomatica, proposto da F. Agresta sin dal 1994 e pubblicato
come trattato di Medicina psicosomatica e Psicoterapia analitica (1997), si spe-
cica sia nel lavoro di integrazione di e interpretazione dei nessi tra i vari
livelli di comunicazione - livello longitudinale - (parole, non verbale, sinto-
mi, lapsus, metafore, simboli, linguaggio analogico, sogni), sia nellanalisi
psicodinamica dei rapporti comunicazionali e interpersonali nella coppia,
nella famiglia e nel gruppo - livello trasversale. In questa visione olistica e
integrata rileviamo che uno o pi membri di una famiglia presentano turbe
psicosomatiche (senza lesioni, cio disturbi funzionali, come emicranie, coliti,
lombalgie, somatizzazioni multiple) e/o malattie psicosomatiche (con lesioni,
come ulcera, asma, gastroduodenite, colite ulcerosa ed emorragica, diabe-
te, ipertensione essenziale, neurodermatiti) o, anche, altre malattie del
corpo organizzate in senso pi perverso, come lanoressia e la bulimia,
la tossicodipendenza e lalcolismo. In questo modello di Fausto Agresta
inserito come struttura di base lapproccio teorico clinico denominato
appoggio oggettuale di E. Gilliron (1990 -1994) che, riprendendo la teoria
biopsicosociale (Engel G.A.,1967), considera lapparato psichico legato sia allaspet-
to biologico che a quello ambientale. Nel suo insieme, esso si enuclea nel lavoro
analitico sul setting e sui legami tra lintrapsichico e linterpersonale, da una parte e
tra quelli infrastrutturali per ogni individuo, dallaltra (analisi dei cinque livelli in
rapporto dinamico). Il vantaggio di questa interpretazione complessa e globale
della relazione analitica che la richiesta daiuto e, conseguentemente, la
psicoterapia di tipo analitico pu iniziare da un qualsiasi punto di partenza
riguardo alla domanda e alla richiesta daiuto dellinterlocutore, che sar
pi o meno esplicita, mascherata o sintomatica, o proprio di tipo corporea
(Dottore, ho sempre il mal di testa; soffro di attacchi dansia...mi prende
il cuore il respiro...il mal di stomaco, soffro di rettocolite ulcerosa, ecc.).
Lo sviluppo della psicoterapia psicodinamica-psicosomatica ha come
obiettivo il processo di mentalizzazione sempre pi evoluto che in stretto
rapporto al percorso inverso, nella dimensione olistica delluomo (unit
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mente-corpo), che quello della desomatizzazione: infatti, la mentalizzazione
del conitto inconscio si concretizza nel precipuo lavoro di interpretazione
simbolica, analogica e onirica (4 e 5 livello) che parte dallanalisi dei li-
velli conittuali del mondo dei fantasmi originari somatizzati nel corpo e delle
relazioni interpersonali e tra i corpi (1, 2 e 3 livello), no ad arrivare ad
un cambiamento intrapsichico con nuove rappresentazioni individuali, di
coppia, di gruppo. Le nuove rappresentazioni psichiche (Agresta F., 1997),
di conseguenza, favoriscono sia la diminuzione del senso di colpa inconscio,
sia quelli dei vissuti edipici e pre - edipici, man mano ri - vissuti durante la terapia.
Pi sogni, pi desomatizzazione: il processo di mentalizzazione porta lin-
dividuo, la coppia e il gruppo ad un distacco dai conitti e dalle angosce
che partono dal corpo portatore di sofferenze e di somatizzazioni multiple
verso una organizzazione psichica sempre pi isterica seguendo le nuove
costruzioni delle sovrastrutture psichiche dellimmaginario che si vanno
evidenziando nei sogni. Di conseguenza, anche le relazioni interpersonali e la
struttura di carattere subiranno, nel tempo, un cambiamento visibile. Il corpo par-
ler un nuovo linguaggio, non pi quello di malattia. Loriginalit di questo
modello permette di intraprendere un lavoro psicodinamico psicosomatico
a tutti i livelli considerandolo alla luce dellunit psicosomatica delluomo.
In questi contesti e in questo setting (laboratorio sperimentale) si vanica
ogni eventuale visione solo psichica o solo corporea dellindividuo, ovvero
solo sintomatica o solo relazionale della richiesta daiuto. Questo approccio
olistico rappresenta la sintesi tra la psicoanalisi e la terapia sistemico - relazio-
nale indirizzata ai disturbi e alle malattie psicosomatiche specialmente nelle
psicoterapie analitiche brevi.
Accanto a questi pazienti somatici, accanto a quelli pi propriamente alessiti-
mici che non ricordano mai sogni e che non hanno una vita fantasmatica, n una
capacit di simbolizzare, il corpo soffre in una maniera molto pi evidente e il sintomo
assume un valore accentuato di difesa e di vantaggio secondario.
Inoltre, la maggior parte di queste patologie non ha eziologia precisa
od unica perch anche per quelle di origine autoimmune non se ne cono-
sce la motivazione dinnesco; di conseguenza, spesso, sono identicate o
nellarea della genetica, in quella microbiologica (vedi lulcera), nellarea
stress / distress (!) e nella cattiva alimentazione (senza che ci si chieda le
motivazioni inconsce della pulsione a mangiare o del riuto del cibo, gioca-
re, ecc.).
2. Ricerche sui Neuroni specchio nellunit mente- corpo
Molte sono le tecniche sperimentate e usate per comprendere meglio
le malattie psicosomatiche attraverso il corpo: dallipnosi classica a quella
psicodinamica, dal rilassamento progressivo di Jacobson, al biofeedback
elettromiograco sviluppata da M. Biondi; la relaxation di indirizzo psicoa-
nalitico di M. Sapir, la distensione immaginativa di P. Parietti, il T. A. con
visualizzazioni guidate di Widmann e le esperienze ormai classiche di R. Di
Donato e di F. Agresta, di senso analitico. In effetti, le predette tecniche si
basano sulla comprensione da parte del paziente del proprio stato di ten-
sione muscolare dovuto allo stress, specica di alcune patologie come la
cefalea muscolo-tensiva, linsonnia, i disturbi dansia e con la conseguente
possibilit di produrre uno stato di rilassamento dopo lacquisizione delle
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tecniche speciche, cos da poter attivare il rilassamento attivo nel momento
della necessit come una tecnica cognitivo-comportamentale con in pi le
visualizzazioni guidate.
Studi di indirizzo neurologico sono stati fatti per cercare di trovare un riscontro
pi oggettivo e per dare una risposta alla perenne questio, cio allunit mente- cor-
po: come interpretare la disunit della sintomatologia del corpo malato e la mente
sofferente: una risposta labbiamo con le ricerche sui NEURONI SPECCHIO.
Sin dal 1950 i ricercatori Gastaut e Bert iniziarono a osservare i cam-
biamenti nellelettroencefalogramma (EEG) di persone che assistevano a
rappresentazioni cinematograche; la spiegazione di questi cambiamenti
sono state comprese attraverso gli studi di Giacomo Rizzolati il quale ha sco-
perto, nel 1990, che la stessa parte di cervello si attivava sia quando un indi-
viduo osservava unazione compiuta da un suo simile, sia quando la compiva
direttamente. Il dato interessante era che quellazione era stata vista per la
prima volta dal soggetto-controllo (es. macaco) durante gli esperimenti. La
spiegazione, sempre osservando i cambiamenti dellattivit cerebrale, era
che la vista, il pensiero senza azione e lazione davano lo stesso risultato,
quindi percezione, azione e cognizione non possono essere pi concepite
come funzioni separate affermano Antonelli e Luchetti (2007). Un rilievo
importante la dimostrazione che neuroni specchio negli uomini, situati nel-
la zona fronto-parieto-temporale cerebrale, intervengono anche nellempatia,
denita come il processo con cui rappresentiamo il comportamento degli
altri dentro noi stessi, ed uno strumento di comprensione del vissuto estra-
neo... Il concetto di empatia implica lintegrazione di diversi aspetti, quali
percezioni, esperienze, emozioni, comunicazioni non-verbali e linguaggio,
relazioni; e poi, visione del mondo, storia ed quindi molto pi ampio del
semplice concetto di simpatia che implica la capacit come modo di vivere,
gioire e soffrire insieme (Antonelli C., Luchetti M., 2007).
La vera comunicazione esiste solo quando c la volont da parte del
soggetto a scambiare qualcosa ovvero di mettere in comune qualcosa, dico-
no ancora i due Autori. Esempio: si ipotizzato che i bambini autistici non
riescono ad entrare in sintonia con il mondo che li circonda perch non
hanno un sistema specchio normofunzionante.
Il libro di G. Gastaldo e M. Ottobre del 2002, Dottore, posso guarire?,
riporta gli esperimenti eseguiti dal neurochirurgo W. Peneld, il quale du-
rante alcuni interventi chirurgici, in anestesia locale, stimolava parti del lobo
temporale di pazienti che cos ricordavano avvenimenti della loro vita infan-
tile che erano stati rimossi. Non solo i pazienti ricordavano le situazioni vis-
sute, ma anche le emozioni. Questa una situazione vissuta da tutti noi: ogni
tanto sentiamo emozioni tipo rabbia, paura, sensi di colpa, fobie, senza
causa apparente ma, evidentemente, qualche situazione ci ha stimolato tanto
da far riaforare alla mente il ricordo dellemozione. Gastaldo e Ottobre spiegano
che le paure e le fobie possono ricondursi ad un passato ancestrale, in cui
il corpo si preparava allincontro con il leone con... tachicardie, aumento
dellattivit respiratoria, contrazione muscolare: il tutto per essere pronti a
difendersi dal pericolo. Cos ognuno di noi prepara il proprio corpo nelle
situazioni di pericolo, ma se il pericolo reale non c e il corpo reagisce alla stes-
sa maniera, allora parliamo di fobie. Perch accade questo? Perch il pericolo
nellinconscio, cio nella dimensione pi profonda della nostra mente, della nostra
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dimensione esistenziale e matriciale e non sappiamo quando pu comparire ed questo
che ci fa ancora pi paura.
La paura pu essere quella della morte non quella insita natural-
mente nelluomo ma una paura patologica che come una rabbia esage-
rata, cio non correlata alla situazione vissuta diventa un meccanismo che
scatta, come se ci fosse un terribile pericolo, un danno mortale, una
perdita incolmabile; allora tali circuiti e meccanismi, diventano inadeguati,
ci rendono difcile se non impossibile lesistenza.
Tutto ci scritto dai citati autori per spiegare come queste reazioni,
comportamenti e modiche del nostro essere psicosico vengano organizza-
ti in tempi molto precoci della nostra infanzia quando, e se, mancata una
adeguata protezione genitoriale o per gravi distorsioni del rapporto con le
gure genitoriali.
In psicoanalisi attuale ricordiamo le ricerche sull infant research
(Stern); in antropologia da ricordare la teoria mimetica (Ren Girard): en-
trambi dimostrano come a livello osservativo- clinico per il primo, sociale/
culturale nel secondo- luomo trova il suo equilibrio nei processi di rispec-
chiamento e di mimesi (copiare) riscontrabili; inne, in profondit, nella
gruppoanalisi (rispecchiamento di parti di s e dellaltro da s). Persino
nella letteratura si ha lo stesso tipo di riessione sul discorso dello specchio
(il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde).
Lunica soluzione per queste distorsioni psichiche e perci comporta-
mentali e relazionali sembra essere la psicoterapia ma, spesso, c una paura
al cambiamento anche se il desiderio di ritrovare un equilibrio forte; ora,
se il nostro equilibrio dipende anche dal mondo circostante, specie quello
familiare, se questo equilibrio rischia di diventare non pi adattivo, come
superare questa dinamica disfunzionale? Forse la tecnica pu essere quella di
far comprendere al paziente da se stesso come cambiare, rilassarsi e prendere
coscienza dei sintomi sici, se ci sono, ma soprattutto trovare la correlazione
tra il disagio di vivere e il nostro mondo intrapsichico ed interpersonale.
La tecniche corporee, quindi, sono essenziali per sciogliere le difese
psichiche tanto da far aforare il mondo intrapsichico e quindi pian piano
far lavorare la dimensione profonda: per esempio, attraverso il ricordo e
lanalisi dei sogni che, specialmente nelle malattie psicosomatiche, sono fon-
damentali nella cura e nella visione globale della personalit. Chiaramente
queste tecniche, come se toccassero, in fase regressiva, parti del cervello:
mano e parola ci riportano al maternage e al suo vissuto primitivo, alla quali-
t delle relazioni interpersonali che, in ultima analisi, sono la base di ci che
nella relazione terapeutica si rappresenta nel qui e ora.
Come ha detto M. Sapir queste tecniche possono preparare ad una
psicoterapia verbale l dove manca la possibilit di esprimere emozioni con
parole adatte e con fantasie e simboli.
3. Teoria della tecnica del Training Autogeno con Visualizzazioni Guidate
A questo punto possiamo introdurre il discorso sul TRAINING AUTO-
GENO con visualizzazioni guidate che, come molte volte spiegato, agisce sul
campo e sullunit mente-corpo, allentando la tensione muscolare con
gli esercizi della pesantezza e del calore; le tachicardie con gli esercizi del
cuore; il respiro con gli esercizi specici. Il discorso dellimmaginario con
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le simbolizzazioni e con le visualizzazioni recitate ad hoc completano tale
tecnica. La lettura simbolica del corpo, quella delle visualizzazioni, il dialogo
empatico e un tocco di interpretazione seguendo il linguaggio delle visua-
lizzazioni stesse porta il rimosso a galla, in supercie, stimolando la mente
alla desomatizzazione e alla mentalizzazione in un processo elaborativo
delle emozioni e degli affetti e dei ricordi veri e/o distorti ad esse legate. Si
pu quindi affermare che il Training Autogeno con visualizzazioni guidate
sensibilizza lunit mente-corpo, crea unesperienza catartica personale;
con tale tecnica c maggiore riconoscimento e vissuto soggettivo riguardo
al simbolo, migliore capacit di riconoscimento dei vissuti emozionali in
rapporto alle varie somatizzazioni, e pi ascolto degli altri, come ha scritto
Fausto Agresta.
Per la riuscita di esercizi di T.A. la costanza, perch allinizio c la
relazione con il terapeuta, ma poi il paziente che concentrandosi passiva-
mente, pensando con la propria mente ai comandi e non, riascoltando
la voce del terapeuta arriver alla COMMUTAZIONE, cio alla capacit di
arrivare ad uno stato di distensione passiva simile al sonno. Si parte, come
scriveva J. H. SCHULTZ, dalla muscolatura del braccio con il quale si scrive
e che viene vissuto in modo pesante e rilassato; quindi associato alla
calma che rafgurata dalla parola, poi come pensiero, come rappresenta-
zione del vissuto.
AUTOGENICITA: ci che viene da s. E importante questa parte del
T. A. perch come dice Heinrich Wallnofer nel libro Sani con il T.A. e la
psicoterapia autogena nella persona ammalata o disturbata, la cui perso-
nalit oppressa non solo dai limiti dellambiente, ma anche dalle tensioni
del mondo interiore, il lavoro autogeno equivale con il suo potenziamento
dellio, ad unautentica liberazione interiore (2008).
Riassumendo. La COMMUTAZIONE AUTOGENA la condizione in
cui ognuno pu disporsi a rilassarsi, a tranquillizzarsi in maniera autonoma.
Ancora Wallnofer parla di IDEOPLASIA cio della capacit del corpo di
credere che quello che si immagina sia vero. E stato gi detto che il T.A. con
visualizzazioni guidate facilmente e con empatia, riporta alla mente in manie-
ra simbolica, ricordi del passato e se la tecnica viene usata come psicoterapia
pu esserci anche interpretazione. Le simbologie usate nelle visualizza-
zioni sono fondamentalmente quelle usate dai sogni e dagli archetipi, dai
miti e dalle abe; spesso sono rimaste nascoste nel nostro mondo interiore
provocando conitti e quindi una sintomatologia o disagio psichico; se usate
con il T.A. possono nalmente apparire come riscoperta di un passato dolo-
roso, ma nalmente meno pauroso perch si pu leggere come un qualcosa
di non reale: qualcosa che, se interpretato nel modo giusto e nel momento
giusto, ci fa rappresentare una realt diversa vissuta nello spazio del setting.
Se si chiede ad un paziente perch per es. durante la visualizzazione della
ninna nanna c stata una forte emozione e magari il pianto...si cerca di
tornare indietro nella memoria e i ricordi ci riportano ai ricordi di mamme
che sembravano tristi mentre le cantavano, ma poi si scopre che la tristezza
era la nostra; o nonne che non ci sono pi e che hanno lasciato un dolore
che non avevamo ancora ascoltato...il passato, quasi sempre, lo possiamo
rileggere diversamente e accettare una lettura catartica, pi distaccata, pi
matura.
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Linterpretazione, nella posizione transferale e controtransferale del
terapeuta o dei terapeuti, in queste tecniche, a sua volta aiuta il soggetto a
mentalizzare e gli facilita il ricordo dei sogni: di conseguenza, facendo cono-
scere il proprio mondo interiore (inconscio) il soggetto diventa pi libero,
somatizza di meno e le difese patologiche dellIo si ridimensionano e si raf-
forzano quelle pi deboli.
Esistono molte ricerche sperimentali (tratti dalle riviste internazionali
come Psychosomatic and Psychotherapy e Medicina Psicosomatica) sugli effetti
positivi del rilassamento funzionale come ad esempio lo studio effettuato nel 2009 da
C. Lahmann, M. Nickel, T. Schuster e collaboratori, dal titolo: Functional Rela-
xation and Guided Imagery as Complementary Therapy in Asthma: A Ran-
domized Controlled Clinical Trial (Rilassamento funzionale e visualizzazioni
guidate come terapia complementare nellasma: uno studio clinico randomizzato
con gruppo di controllo). Tale ricerca ha dimostrato che - su 64 persone tratta-
te per quattro settimane ed esaminate dopo 4 mesi- le 16 trattate con rilassa-
mento funzionale avevano dei miglioramenti siologici a lungo termine. Lo
studio quindi ha confermato leffetto positivo del rilassamento sui parametri
respiratori e ha suggerito beneci a lungo termine signicativi e clinicamen-
te rilevanti del rilassamento come opzione terapeutica complementare non
farmacologica.
Altri studi fatti in vari anni (dal 1991 al 2087 da autori diversi: M.
Biondi, C. Widman, J. Hoyer, K. Beesdo, es. Psychotherapy and Psychoso-
matic, 2007; 2008; 2009) riguardano sia lansia generalizzata che la cefalea
muscolo tensiva o lipertensione arteriosa; anche in questi casi, controlli a
lungo termine rispondevano bene alle terapie di rilassamento. Nel lavoro di
J. Hoyer, K. Beesdo e collaboratori del 2009 dal titolo Worry Exposure ver-
sus Applied Relaxation in the Treatment of Generalized Anxiety Disorder
(La Worry Exposure in confronto al Rilassamento Applicato nel trattamento
del disturbo dansia generalizzata), il rilassamento viene utilizzato quale ele-
mento di paragone ad alta efcacia per il trattamento dellansia rispetto alla
cosiddetta Worry Exposure: stato messo in evidenza come questultima,
elemento chiave della terapia cognitivo comportamentale per il trattamento
del disturbo dansia generalizzato, abbia le medesime capacit terapeutiche
del rilassamento. In questi studi non si parla di sogni o di ricordi ma solo di
aspetti psicosiologici; per, la risposta del corpo spesso la stessa: c una
distensione e un miglioramento del contatto con se stessi, col proprio passa-
to e una speranza di qualit del futuro.
Degli aspetti dinamici e simbolici e pi squisitamente psichici, nella dimensione
relazionale e psicosomatica, aspetti questi che rimandano ai cosiddetti esercizi supe-
riori delle Visualizzazioni guidate, parleranno sia la Dott. A. Serroni sia, in maniera
pi analitica, il dott. F. Agresta.
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Editore, Roma;
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28. Widman C., (2004), Le terapie immaginative, Edizioni Magi, Roma.
Anna Maria Rotondo medico, psicoterapeuta analista, membro del CSPP, SIMP e
Prospettive in Psicologia, Pescara.
Indirizzo dellautore: Dott. Anna Maria Rotondo
Via Dante n. 43, Pescara
e-mail: rotondo.annamaria@tiscali.it
- 27 -
SINTOMI, SIMBOLI E VISUALIZZAZIONI GUIDATE
NELLESPERIENZA DEL TRAINING AUTOGENO
PSICOSOMATICO CON VISUALIZZAZIONE GUIDATE
Angela Serroni
Cenni storici
Tra il 1880 e il 1915 si svilupparono verso la ne del diciottesimo
secolo, lipnosi, in Francia, con Charcot (1870-1890) e con H. Bernheim
(1884 - 1886) e la psicanalisi, a Vienna, con Freud (Studi sullisteria 1893-1895;
LInterpretazione dei sogni, 1900). Tra il 1908 e il 1912 in Austria e in Ger-
mania si svilupp, invece, come metodo il Training Autogeno di J. H. Schul-
tz, neurologo berlinese. J. H. Schultz stato medico e allievo dellipnotista
Oskar Vogt. Studiando e applicando lipnosi con alcuni pazienti, osserv che
molti di essi nelle verbalizzazioni avvertivano sensazioni di peso e calore,
un ritmo respiratorio e cardiaco calmo, calore alladdome e fresco alla fron-
te. Schultz pens dindurre direttamente queste sensazioni tramite formule
verbali ed esercizi da ripetere a casa ai ni dellapprendimento. In questo
modo nasce il metodo del Training Autogeno. Gli allievi hanno sviluppato
diverse modiche valide anche per bambini e adolescenti allargando le sfere
che riguardano limmaginario e la psicosomatica (Eberlein G., 1998; Wid-
mann C., 1986; Wallnfer H., 2007).
Agli inizi degli anni 60, in Francia, M. Sapir, psichiatra e psicoanalista
fondatore della Societ Francese di Medicina Psicosomatica, allievo di J.H.
Schultz e di M. Balint, ha sviluppato la tecnica del rilassamento analitico:
una tecnica che Sapir ha denito psicoterapia breve con un signicato
analitico, indirizzato, primariamente, per pazienti somatici che erano,
in genere, riutati dagli psicoanalisti cosiddetti ortodossi e non potevano
accedere al metodo psicoanalitico. Come preparazione e come sensibilizza-
zione alla psicoanalisi, diceva Sapir. Fra gli altri Autori di riferimento della
psicodinamica psicosomatica, tra i vari indirizzi, citiamo F. Alexander, M. Ba-
lint, P. Sifneos, J. Cremerius, E. Gilliron, B. Luban-Plozza, K. Rohr e, in Ita-
lia, M. Biondi, P. Parietti, R. Di Donato, F. Agresta, L. Peresson, C. Widman.
Introduzione al metodo
Il Training Autogeno con Visualizzazioni Guidate una terapia cor-
porea elaborata dal Dott. F. Agresta e dai suoi collaboratori costituita dagli
esercizi base di Schultz e da Tavole di visualizzazioni guidate di I, II, III Li-
vello, che variano da seduta a seduta. Per quanto riguarda le problematiche
sul simbolismo e la psicosomatica, e gli aspetti relazionali si fa riferimento
alle ricerche di L. Peresson, C. Widman, M. Sapir, P. Parietti, R. Di Donato e
F. Agresta.
Gli esercizi base hanno una nalit psicosiologica e si propongono
lattenuazione del sintomo e labbassamento dei livelli di ansia, mentre le
visualizzazioni guidate si occupano pi dellaspetto catartico, psicologico,
relazionale e sono nalizzate a dinamizzare linconscio e a favorire la deso-
matizzazione di vari disturbi psicosomatici. Il T. A. con V. G. viene proposto
- 28 -
in tre periodi modulari dapprofondimento, gi standardizzati e con diverso
grado delaborazione (I,II, e III Livello), di 10 sedute ciascuno, pi tre in-
contri introduttivi allinizio del Corso. Il metodo costituito da tre momen-
ti: 1) esercizi base; 2) visualizzazioni; 3) verbalizzazioni e interpretazione dei
vissuti nella dimensione balintiana relazionale.
Elementi di setting
Tutti i partecipanti del gruppo occupano una stanza nella quale sono
previsti 5/6 materassini a terra per 5/6 partecipanti, 5/6 comode sedie per
gli altri; due sgabelli per i conduttori ed una/due sedie in disparte per los-
servatore (i) che vi rimarr seduto (e in continuo silenzio). I partecipanti si alter-
nano sui materassini per poter svolgere gli esercizi e sulle sedie per vederli
svolti da altri. I conduttori (in genere una coppia e, se individuale, un solo
Terapeuta), si pongono in relazione impartendo le istruzioni degli esercizi e
vericando personalmente alcuni parametri siologici, come sollevare bre-
vemente le mani e lasciarle ricadere e toccando, poi, i partecipanti, durante
i vari esercizi, alle mani, al petto, alladdome ed alla fronte, nelle zone nomi-
nate, con una sequenza ssa, allinizio. Si instaura cos una doppia comunica-
zione basata sul verbale e sul corporeo (mano e parola). Questo doppio messaggio
aumenta e stimola la regressione e predispone il paziente al fantasma del
passato quando la gura materna, in particolare, lo coccolava, lo accarezzava
o lo rimproverava, specialmente nellora delladdormentamento (...o non
avveniva tutto ci?).
I conduttori danno le consegne verbalmente. Il conduttore comunica
qualcosa attraverso il tocco e i partecipanti riferiranno vissuti e sensazioni
del contatto dando luogo cos ad una vera dialettica. Mano e parola, tono
della voce, momenti particolari del tocco e poi, il toccare come intrusio-
ne, come partecipazione, come comunicazione corpo a corpo e infra-
verbale/verbale sono tutti elementi della comunicazione tra terapeuta e pa-
ziente (Sapir M., 1980; Agresta F., 2002; 2007). Gli esercizi si dividono in due
parti: quelli inferiori e quelli superiori: gli esercizi inferiori sono somatici e
quelli superiori sono mentali. I primi hanno il ne di apportare un rilas-
samento corporeo e si basano sulle indicazioni di Schultz: 1. pesantezza; 2.
calore degli arti; 3. battito del cuore calmo e forte; 4. respiro calmo e regola-
re; 5. plesso solare caldo; 6. fronte leggermente fredda; gli esercizi superiori
seguono sempre quelli inferiori e consistono nel visualizzare una scena con
caratteristiche visive, proposta e descritta dai conduttori. Il terapeuta sceglie
un tema, un simbolo, tratto dal mondo della natura, dalla vita simbolica e
da quella onirica, dagli archetipi. Attorno al simbolo scelto si costruisce una
scena o una trama verso cui il paziente proietta il proprio mondo interno e
vi partecipa in prima persona (o si riuta, o sfugge o rimuove, ecc.). Il parte-
cipante viene accompagnato, con le parole recitate da uno dei Terapeuti,
ad entrare nella scena, a guardare con gli occhi della mente, a provare e
riprovare sensazioni ed emozioni; inne, pian piano, ad uscire dalle visualiz-
zazione guidate. Al termine della visualizzazione, ai partecipanti viene chiesto
di riportare lattenzione prima sul corpo e, successivamente, sono stimolati a
riprendersi, lentamente, dallo stato di passivit del corpo e dallattivit della
mente: la ripresa, lenta e graduata.
Dopo qualche minuto, seduti sul tappetino e appoggiati ad una parete,
- 29 -
o seduti in gruppo, i partecipanti, verbalmente e uno per volta, a turno, fan-
no un resoconto della loro esperienza partendo dalle sensazioni corporee e
non, concomitanti agli esercizi inferiori, per poi passare al vissuto associato
alla visualizzazione. Su questi elementi si basa il colloquio verbale, con il
conduttore leader (coppia): vissuti, emozioni, somatizzazioni varie, fughe
dalle visualizzazione, benessere, malessere. Non c una relazione vera tra i
partecipanti (di gruppo), ma solo tra i singoli ed il conduttore leader (uno
ad uno). Ogni dinamica laterale viene bloccata non essendo questa tecnica
corporea una psicoterapia analitica di gruppo.
Esercizi base e metafore
Gli esercizi base sono sei: pesantezza, calore, cuore, respiro, plesso
solare e fronte fresca; sono orientati sul soma e permettono laforare di
vissuti, sensazioni, emozioni del corpo. Le parole del terapeuta comunica-
no col paziente a tre livelli, per ogni esercizio: 1. prima anatomicamente;
2. siologicamente; 3. metaforicamente. Per esempio nellesercizio della pe-
santezza: la formula : Il mio braccio destro pesante (da ripetere, men-
talmente, come se si vedesse un lm sottotitolato, 5 o 6 volte). Lesercizio
della pesantezza ha come nalit la distensione muscolare. Ad ogni esercizio
base, accanto alla comunicazione delleffetto psicosiologico dellesercizio,
il terapeuta accompagna la spiegazione con una semplice analogia o metafo-
ra che cambia, specialmente allinizio. Lesercizio della pesantezza ha come
nalit la distensione muscolare. Lanalogia potrebbe essere: un tronco dalbe-
ro abbattuto. E cos per tutti gli esercizi.
Il corpo pesante. 1 esercizio, viene associato, analogicamente, ad un
blocco di cementoo ad un sacco pieno di sabbia; il corpo caldo, 2 eser-
cizio, ad un bagno caldoo come se sorassi la sabbia calda; il battito del
cuore, 3 esercizio, al tic tac di un orologio o al rintocco di una campana;
il ritmo respiratorio, 4 esercizio, allondeggiare di un campo di grano mosso
dalla brezza estiva o alla chioma di un albero mosso dal vento, dalla bufe-
ra, la pancia calda (plesso solare irradia calore), 5esercizio, ad una borsa di
acqua calda sulla pancia o come se stessi bevendo una bibita calda; la fron-
te fresca, 6esercizio, ad un batuffolo di cotone imbevuto di acqua freddao
ad una leggera brezza sulla fronte. Lanalogia aiuta il paziente ad accostare
due immagini lontane per somiglianza, ma basate su libere associazioni di
pensiero, di sensazioni, piuttosto che di nessi logici. Questo lavoro mentale aiu-
ta la capacit creativa e simbolica del paziente.
Visualizzazioni e simboli
Le Tavole di visualizzazioni vengono proposte sin dalla prima seduta
e saranno di I, II, e III livello in relazione ai tre periodi modulari di 10
sedute ciascuno (tra un livello e un altro c un intervallo che va da tre a
cinque mesi). Si parte da immagini simboliche a carattere generale, distensi-
ve e rilassanti, tratte dal mondo della natura di I Livello (mare, montagna,
primavera, sorgente, ume, bosco-radura, deserto-oasi), per poi, passare,
gradualmente, a scene a carattere pi specico e pi profondo sia sul piano
psicologico che catartico di II e III Livello (caverna, Cenerentola, Alice
nel paese delle meraviglie, lo specchio, il castello, il silenzio interiore, la
passeggiata immaginaria, grotta e ricerca della madre e del padre, lotta con
- 30 -
il drago, lotta con la piovra).
Le visualizzazioni rappresentano, secondo R. Desoille, unaltra via
daccesso allinconscio, oltre a quelle descritte da Freud e da Jung come
il sogno e le associazioni libere. I simbolismi, proposti nelle visualizzazioni,
hanno in s un effetto terapeutico e catartico (G. Durand). Il contenuto
simbolico delle immagini, proposte nelle visualizzazioni, ampiamente
noto: lacqua rimanda alla madre (liquido amniotico) come il ume, il lago,
il mare, la foresta, il bosco, la caverna, loceano, la sorgente, la luna. Tra i
simboli paterni, proposti nelle visualizzazioni, ricordiamo: il sole, il serpen-
te, il drago, il pesce, il vecchio saggio e lelefante ecc. Tra i simboli dellin-
conscio troviamo i seguenti temi di scene simboliche: il pozzo, la folla, la
miniera, il vulcano, la cantina (Serroni, 2008). I temi della Primavera (I
livello), dellUovo (II Livello) e della Crisalide (III Livello) possono essere
proposti come simboli della rinascita e della separazione. Le visualizzazioni
viaggio nello spazio e viaggio in aerostato di I livello simboleggiano la
separazione. Visualizzazioni come lotta con il drago (simbolo paterno),
ragno e ragnatela (simbolo materno) di II livello e lotta con la piovra
(simbolo materno) di III livello favoriscono lespressione dellaggressivit e
permettono al paziente di affrontare il fantasma paterno e materno.
I Livello
Nel I livello della tecnica vengono proposti gli esercizi base secondo
la metodica di Schultz e visualizzazioni guidate graduali e leggere tratte dal
mondo della natura con nalit distensive, catartiche e ristrutturanti. Si lavora
pi sul corpo che sulle visualizzazioni. Il terapeuta, ad un I livello, dopo i
temi introduttivi (3), piccolo lago (simbolo materno), montagna (simbo-
lo paterno) e mare, propone la sorgente, il ume, (simbolo materno,
liquido amniotico), caverna (simbolo materno, utero), colline inglesi (la
roccia) al padre, la primavera che rimanda alla nascita e alla rinascita.
L. Peresson propone temi a carattere esistenziale quali: radura e ume
(1983), C. Widman propone tra le visualizzazioni ad azione ristrutturante,
La Primavera come simbolo di rigenerazione (1980). La visualizzazione
del mare viene per prima proposta da R. Desoille (1974) dove il soggetto
viene invitato a immaginare di discendere in fondo al mare, pi in basso pos-
sibile. Al soggetto viene offerta cos la possibilit di re-incontrare la madre
e di ri-sperimentare in chiave proiettiva e simbolico-relazionale il rapporto
con la gura reale della madre. Anche la visualizzazione della montagna
viene proposta per primo da R. Desoille che, con formule appropriate, invita
il paziente a scalare una montagna (1970). La montagna, rimanda simbo-
licamente e archetipicamente al padre e quindi evoca nel soggetto tutte le
conittualit e non presenti nel suo legame con il padre (Serroni A., 2003).
II Livello
Nel II Livello si riduce un po il tempo per gli esercizi base e, dal 6 esercizio, si
propongono visualizzazioni guidate pi ampie e profonde. Le visualizzazioni affron-
teranno temi quali deserto-oasi(difcolt della vita), il piccolo anatrocco-
lo (la trasformazione interiore), Alice nel paese delle meraviglie (viaggio
alla scoperta dellinconscio), ragno e ragnatela (simbolo materno), il
castello (personalit: Super-io, Io, Es), i labirinti della mente (situazione
- 31 -
nevrotica attuale), viale alberato (percorso della nostra vita), Vecchio
saggio (incontro con il fantasma paterno), Silenzio interiore (ascolto
interiore), occhio interiore (lo sguardo del Super-Io), la Passeggiata im-
maginaria (le scelte da compiere nella vita). L. Peresson propone tra i temi
meditativi il Silenzio interiore (approfondimento interiore) e Vecchio
saggio (incontro con il fantasma paterno). Nella visualizzazione I labirinti
della mente (situazione nevrotica attuale, individuazione) si riesce a passa-
re attraverso il labirinto, luogo privilegiato della lotta tra lIo e lInconscio,
per avviarsi senza paura verso il processo dindividuazione. L. Peresson
propone tra i temi delle visualizzazioni Il Labirinto come simbolo della
situazione nevrotica attuale (1983).
Ci si allontana gradualmente dal corpo e con le visualizzazioni c
unintrospezione, approfondimento e riessione interiori. Il soggetto so-
matizza di meno e inizia a pensare e a riettere di pi allinterno delle stesse
visualizzazioni.
III Livello
Nel III livello si riducono ulteriormente gli esercizi base a formule pi
globali, mentre nelle visualizzazioni, sempre pi simboliche e metaforiche,
c un rispecchiamento della persona e si reincontra il fantasma come in
queste metafore: grotta e ricerca del padre, grotta e ricerca della madre
(esplorazione della conittualit edipica del soggetto). Si propongono visua-
lizzazioni come: il porcellino di terracotta (gli antichi legami), crisalide
(rinascita), la rosa che sboccia (lespansione), guardarsi allo specchio
(sub-personalit), lotta con il drago (gura paterna castratrice), lotta con
la piovra (simbolo materno). R. L. Carrozzini indica tra i temi legati alla
meditazione Il Mos, La ninfea, Il porcellino di terracotta, il diaman-
te e La crisalide (1991). L. Peresson propone tra le visualizzazioni a tema
transpersonale la Crisalide e ricerca delluomo addormentato (1983).
Widman indica tra i temi analitici: lo Specchio (le varie sub-personalit), e
Immagine riessa nellacqua (immagine ideale di s) (1980). Nella visua-
lizzazione Lotta con il drago (III Livello) si affronta il tema dellaggressi-
vit, connesso allarchetipo del male (Peresson L., 1980), alle immagini
minacciose dellinconscio (Widman C., 2004), ai fantasmi originari (Gil-
liron E., 1997) e quindi alla problematica edipica e pre - edipica (Agresta F.,
2010; Serroni A., 2007).
Conclusioni
Per quanto riguarda luso del linguaggio musicale in queste tecniche
precisiamo che questo tipo di comunicazione, molto importante, limitato
ad una, max due sequenze per ogni livello. Linserimento di brani musicali
o di ninne-nanne (stabilite con largo anticipo), avviene nel primo livello tra
la 6
a
e la 7
a
seduta; poi, nel secondo livello e nel terzo si propongono brani
musicali (conosciuti e non) dove la regressione maggiore, a seconda delle
musiche proposte e del ritmo, dalle omofonie e dal timbro della voce del
padre e della madre presentati. In queste esperienze, possiamo dedurre
che tutto ci che ritmo, melodia, e ci che rientra nelle ecolalie, nei cenni,
nelle omofonie tutto contribuisce a formare quel colore e quel calore che
caratteristica tipica del rapporto madre-bambino.
- 32 -
Vorrei concludere con le parole di Jung che, in una relazione tenu-
ta ad Ascona (CH) e riportata da B. Luban-Plozza (1986), a proposito del
linguaggio musicale, ha detto: Ci che la musica esprime coi suoni iden-
tico a ci che i fantasmi e le visioni esprimono con le immagini...Io posso
soltanto suggerirvi che la musica rappresenta il movimento, lo sviluppo ed
il cambiamento dei motivi nellinconscio collettivo. Di forma musicale
lespressione del carattere ciclico dei processi inconsci. Certamente in que-
ste esperienze di rilassamento di tipo psicosomatico, ogni prassi, ogni tipo di
linguaggio del corpo ed ogni atto, qualsiasi forma di contatto, nel momento
stesso del rilassamento, assume un senso profondamente simbolico e una
lettura psicodinamica e psicosomatica e interpersonale. Non c nulla della
messa in atto in quanto atto trasgressivo, proponendosi esso come tera-
pia corporea, con i propri canoni e con proprie regole: nel metodo stesso
insito il toccare, il movimento, la parola, il silenzio, il suono; a tutto ci bi-
sogna dare un senso analitico, come ci ha insegnato Sapir, e un signicato
simbolico, sintomatico e relazionale, secondo la nostra prassi terapeutica e
seguendo la tradizione della Societ Italiana di Medicina Psicosomatica: oli-
stica, psicosomatica e somatopsichica della Sezione Pescarese.

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29. Widman C., (2004), Le terapie immaginative, Edizioni Magi, Roma.
Angela Serroni Psicologa, Psicoterapeuta, Analista e libero professionista. Specializzata
in Psicoterapia ad indirizzo psicoanalitico nella Scuola Quadriennale di Medicina Psico-
somatica Psicoanalitica della SIMP Abruzzese (Direttore: Dott. R. Di Donato). Ulteriore
formazione SIMP Pescarese (Dott. F. Agresta). Ha conseguito un Training di formazione
in Psicoterapia di Rilassamento Analitico (Relaxation di M. Sapir) presso ASSIR (Associa-
zione di Rilassamento Analitico), (Direttore Dott. R. Di Donato). Conduttrice di gruppi di
Training Autogeno con Visualizzazioni guidate presso CSPP (PE). Didatta CSPP (Centro
Studi di Psicologia e Psicosomatica clinica), (Direttore: Dott F. Agresta). Ha ricoperto un
incarico professionale, come conduttrice di gruppi di Training Autogeno Respiratorio
presso il Reparto Ostetrico dellOspedale Civile di Teramo.

Indirizzo dellautore: Dott. Angela Serroni
Via della Fonte, n. 1, Teramo
Cell.3386262287
e-mail: angelaserroni@virgilio.it
- 34 -
INTERVISTA A DOMENICO ARTURO NESCI
E TOMMASO ACHILLE POLISENO
A cura di Fausto Agresta e Domenico Agresta
Domenico Arturo Nesci Psichiatra, specializzato anche in Crimino-
logia Clinica e Psichiatria Forense. Come Psicoanalista (Full Member della
International Psychoanalytic Association IPA - e della Canadian Psychoa-
nalytic Society) ha dato vita insieme ad 11 Colleghi di varie parti del mon-
do ad unassociazione senza scopi di lucro, The International Institute for
Psychoanalytic Research and Training of Health Professionals (IIPRTHP)
di cui Presidente dal 1999. Membro della Direzione Scientica della Scuo-
la Internazionale di Psicoterapia nel Setting Istituzionale (riconosciuta con
D.M. del 12 Febbraio 2002), coordina dal 1993 i Corsi in Psico-Oncologia
dellUniversit Cattolica del Sacro Cuore. E Ricercatore Confermato del-
lIstituto di Psichiatria e Psicologia della Facolt di Medicina e Chirurgia
della stessa Universit, nonch Dirigente Medico di I Livello del Servizio
di Consultazione Psichiatrica del Policlinico Universitario A. Gemelli. E
autore ed Editor di diversi volumi e di oltre 100 lavori in inglese, francese
ed italiano su riviste scientiche. Docente di numerosi insegnamenti presso
i Corsi di laurea triennali e le Scuole di Specializzazione della Facolt di
Medicina e Chirurgia della Cattolica, ha insegnato a Stanford (Psicologia)
e UCLA (Psichiatria) dal 1983 ad oggi, nei mesi estivi. E stato insignito
del titolo di Distinguished Visiting Professor per lattivit didattica svolta
dal 1999 al 2001 presso il Dpt. of Psychiatry della University of California
Los Angeles. Il pi venduto dei suoi libri stato pubblicato nel 1991 da
Armando Editore La notte bianca - studio etnopsicoanalitico del suicidio
collettivo.
Tommaso Achille Poliseno psichiatra, specializzato anche in Crimi-
nologia Clinica e Psichiatria Forense. Gruppoanalista, Membro Ordinario
del Laboratorio di Gruppoanalisi di Roma (C.O.I.R.A.G.), lavora come
responsabile di una Comunit Terapeutico - Riabilitativa della ASL Roma E.
Insegna Igiene Mentale presso il Corso di Laurea in Scienze Infermieri-
stiche del Dipartimento di Scienze Sanitarie Polo Infermieristico Padre
Luigi Monti Universit degli Studi di Roma Tor Vergata. Inoltre
Docente e Conduttore dei gruppi di lavoro dei Corsi di Perfezionamento
e dei Corsi di Formazione in Psico-Oncologia dellUniversit Cattolica del
S. Cuore di Roma. Insieme al Dr. Nesci ed alla Dr.ssa Simonetta Averna (gi-
necologa ecograsta) ha fondato The International Institute for Psychoa-
nalytic Research and Training of Health Professionals di cui il Segreta-
rio. Insieme al Dr. Nesci membro della Direzione Scientica della Scuola
Internazionale di Psicoterapia nel Setting Istituzionale ed curatore del
volume Metamorfosi e cancro: studi di psicooncologia (Societ Editrice
Universo, Roma 1997), di capitoli in libri, monograe (con altri autori) e
- 35 -
oltre 70 articoli in riviste o atti di Convegni. E Direttore Responsabile della
rivista telematica Doppio Sogno www.doppio-sogno.it.
Nota redazionale.
Chieti, 20 Novembre 2010.
In occasione del Convegno Le terapie di Gruppo, organizzato dal-
lOrdine degli Psicologi dAbruzzo e coordinato dalla Dott.ssa M.V. Costan-
tini, abbiamo avuto modo di intervistare i Dottori Nesci e Poliseno riguardo
ai loro ultimi ed interessanti lavori nella clinica psicoterapeutica, senza
trascurare alcuni punti chiave riguardanti la psicoanalisi e la gruppoanalisi.
Per quanto riguarda i lavori del Convegno suddetto abbiamo registrato una
larga partecipazione e un interesse crescente degli Psicologi sul sogno, sulla
psicoanalisi, sulla dimensione psicosomatica e sul Social Dreaming. Lincon-
tro si animato con i contributi del Dott. Domenico Agresta e la relazione
della Dott.ssa Silvia Ingaldi.
Da diversi anni ormai sia Nesci sia Poliseno si occupano di clinica,
di formazione e di studi in ambito oncologico. Grazie ad una ormai pi
che quindicinale esperienza sul campo, si svolgono molte ricerche sulle
pi innovative modalit di lavoro nella psicoterapia di stampo analitico e
gruppoanalitico, attraverso il The International Institute for Psychoanalytic
Research and Training of Health Professionals, ente gestore della Scuola
Internazionale di Psicoterapia nel Setting Istituzionale (S.I.P.S.I.), diretta
proprio dal Dr. Domenico A. Nesci e dal Dr. Tommaso A. Poliseno, nel qua-
dro di un protocollo di intesa con lUniversit Cattolica.
Per quanto riguarda i lavori del Convegno suddetto abbiamo registra-
to una larga partecipazione e un interesse crescente sul sogno, sulla psicoa-
nalisi, sulla dimensione corporea e sul Social Dreaming.
SULLINDIVIDUO, SUL GRUPPO,
LA RELAZIONE...IL SOGNO!
a cura di Domenico Agresta e Fausto Agresta
D. AGRESTA: La prima domanda quella di rito: quale stato il vostro
percorso formativo e culturale allinterno del movimento psicoanalitico e gruppoana-
litico?
D. A. NESCI: Sia io che Tommaso ci siamo formati studiando Medicina
allUniversit Cattolica, nel Policlinico Agostino Gemelli con una impronta
precisa: quella di padre Gemelli che era contemporaneamente un medico,
uno psicologo e un frate francescano. Latmosfera culturale nella quale noi
ci siamo formati era aperta a considerare luomo in tutte le sue espressioni
- 36 -
vitali: il corpo, la psiche, ma anche lo spirito! Al Gemelli abbiamo avuto la
fortuna dellincontro con Leonardo Ancona, uno dei cui meriti scientici
quello di aver cambiato latteggiamento della Chiesa Cattolica nei confronti
della psicoanalisi. Prima di Leonardo Ancona, la psicoanalisi era sostanzial-
mente riutata dalla Chiesa. Dopo Leonardo Ancona, la psicoanalisi diven-
tata qualcosa rispetto a cui addirittura la Chiesa ha potuto concepire lidea
di avere un debito, un debito di gratitudine... sto pensando allultimo libro
di Leonardo Ancona: Il debito della Chiesa alla Psicoanalisi.
D. AGRESTA: Un cambiamento molto importante per gli sviluppi scientico
culturali del periodo ed una innovazione osservabile nellattualit, giusto?.
NESCI: Direi proprio di s. Leonardo Ancona, cos aperto a tutto, ha
fatto venire alla Cattolica ad insegnare gure come Ignacio Matte Blanco e
Salomon Resnik che erano portatori dellapertura del pensiero psicoana-
litico a tutte le scienze, a tutte le discipline: la matematica, lantropologia,
la storia dellarte. In questa prospettiva tutte le discipline che riguardano
luomo davano un contributo al pensiero psicoanalitico, oltre ad esserne a
loro volta fecondate. Abbiamo avuto la fortuna di formarci in un clima cul-
turale di grande respiro. Tommaso ha scelto la gruppoanalisi ed io ho scelto
la psicoanalisi, abbiamo fatto entrambi un percorso formativo istituzionale,
nelle rispettive societ scientiche, ma entrambi ci siamo ritrovati stretti in
queste stesse societ a cui continuiamo, comunque ad appartenere con un
legame profondo e quindi senza preoccuparci delle cos dette ortodossie.
Abbiamo visto infatti che, molto spesso, i pazienti, soprattutto i pazienti
gravi, quelli che si incontrano in setting istituzionali, gli psicotici nei Servizi
psichiatrici territoriali, i malati di cancro negli ospedali generali, avevano
bisogno di qualcosa che non rientrava n nellortodossia del setting rigida-
mente inteso (gruppoanalitico o psicoanalitico che fosse), n nellortodossia
di un approccio teorico univoco. La nostra Scuola di Psicoterapia (in cui in-
segnano o hanno insegnato Resnik, Badaracco, Scarfone, Oremland, e molti
altri psicoanalisti di livello internazionale) nasce quindi dal riconoscimento
della centralit del paziente e del suo bisogno di essere accolto ed aiutato
ad elaborare le sue angosce, nei limiti del possibile per quella persona e per
quel contesto di cura istituzionale (anche lo studio privato unistituzione,
pur se molti se ne dimenticano). Lobiettivo del nostro insegnamento della
psicoterapia psicoanalitica non quello di formare psicoterapeuti che sele-
zionano pazienti da psicoterapia per il loro studio privato ma operatori
sanitari (soprattutto psicologi) che riescano ad inserirsi in quipes di cura
multiprofessionali, a dialogare con Colleghi di altre Scuole psicoterapeuti-
che, ad aiutare i pazienti che si rivolgono al Servizio Sanitario Nazionale per
ricevere un aiuto psicologico al loro profondo malessere. Siamo convinti che
questo tipo di formazione dar una marcia in pi ai nostri psicoterapeuti
anche nel setting dello studio privato, un setting che concepiamo come
qualcosa che si costruisce, nel tempo, insieme al paziente, in modo transizio-
nale... trasformando quegli elementi che sono diventati non pi funzionali e
che, se trasformati in un feticcio, rischiano di bloccare la terapia invece che
promuoverla.
- 37 -
D. AGRESTA: Vi chiedo, quindi, come si possono coniugare, anche rispetto ai
corsi di formazione che svolgete alla Cattolica, o alla scuola di specializzazione della
S.I.P.S.I., ma anche rispetto allesperienza clinica di supervisione, il lavoro di un
gruppoanalista con uno psicoanalista e viceversa?
T. A. POLISENO: Questa congiunzione particolare altamente sim-
bolica: lo abbiamo capito con gli anni, proprio lavorando insieme. Il fatto
di poter continuamente confrontare due paradigmi (il cerchio del gruppo
ed il lettino dello psicoanalista, su cui Domenico ha scritto un bellissimo stu-
dio etnopsicoanalitico http://www.doppio-sogno.it/numero8/etno.htm) e
continuamente sperimentarli nella pratica del lavoro ci rende disponibili ad
avventurarci in nuove sperimentazioni (come lo studio ecograco della vita
prenatale, negli anni Novanta, luso dei Balint-like groups e dello psicodram-
ma di scene cliniche nei Corsi di Psico-Oncologia, la produzione del format
televisivo Doppio Sogno in collaborazione con RAISAT Cinema e poi con
lIstituto di Stato per la Cinematograa e la Televisione Roberto Rossellini
di Roma) ed a coltivare sempre, grazie ai nostri allievi/Colleghi, la pratica
di osservare le nostre modalit di intervento, oltre che delle caratteristiche
del campo nel quale si opera. Queste diverse culture, quella gruppoanalitica
e quella psicoanalitica, ci hanno aperto tutta una serie di orizzonti che sono
del tutto nuovi. Direi che, per riprendere proprio il discorso di Domenico,
lorizzonte nuovo, scoperto essenzialmente nella clinica, quello della cen-
tralit del paziente e non quello delle teorie. Una visione complessa non
solo del paziente (che pu essere concepito come un gruppo) ma pi in
generale (nel caso della formazione) dellinterlocutore che si ha di fronte e
che per noi la gura centrale e rimanda cos nello sfondo la propria teoria
di riferimento. La teoria diventata, negli anni, per noi, qualcosa di diverso,
non una fonte identitaria assolutistica e ideologica, ma uno strumentario
che poteva attingere ad una serie di altri contributi; come anche Ancona
ci aveva insegnato, gli altri riferimenti potevano essere la losoa, lantro-
pologia, larte... qualunque cosa mantenesse viva la capacit di pensare del
terapeuta o del conduttore.
D. AGRESTA: Mi sembra che stiate parlando di una prospettiva di lavoro che
contempli lindividuo ed il gruppo indistintamente ma in funzione della relazione e
perci del setting. Pu essere letta in questo modo?
POLISENO: Non indistintamente ma contemporaneamente. In effetti
da questa prospettiva di lavoro, a partire da culture diverse ma non per
questo contrapposte, che noi abbiamo compreso che era fondamentale con-
cepire in maniera relativistica lassetto del lavoro. Lavorare in questo modo,
ci ha permesso di dedicarci molto, molto di pi direi, allemergere ed alle
emergenze nellambito sia formativo che terapeutico dellanalisi del setting,
della domanda e della relazione terapeutica, del funzionamento della mente
e dei processi inconsci. da l che poi, devo dire, si sviluppato proba-
bilmente il discorso del Social Dreaming modicato con il Workshop di
Cinema e Sogni, perch attraverso queste variazioni di metodi, di tecniche,
si restituisce centralit, ad esempio, al sogno. E l dove, appunto, il sogno
- 38 -
la parte centrale, ci si rende conto che si tratta di una emergenza. Il sogno
unemergenza di un nuovo pensiero, una rielaborazione di quanto la
memoria ha sedimentato al suo interno, la sovrapposizione dei resti diurni
con la memoria pi antica. E questo continuo affacciarsi dellemergente nel
campo terapeutico ha bisogno di essere accolto in un nido culturale che
una specie di humus...
D. AGRESTA: Humus pu voler dire anche il modo di lavorare della mente
e dellinconscio, cio la matrice ed il sistema di riferimento affettivo e culturale dei pa-
zienti? Vorrei domandare, pensando alla dimensione clinica, come deve essere questo
humus per il terapeuta, e come pu lavorarci per aiutare il paziente?
POLISENO: Questo humus deve mantenere la sua caratteristica di li-
bert, altrimenti lo stato nascente non pu produrre, di fatto, nuove apertu-
re e nuovi sviluppi al pensiero e alla cultura. Quindi devo dire che la nostra
diversit stata e rimane fondamentale: un modello che anche un model-
lo di scuola che ci fa dire con molta semplicit, con una battuta: mai da soli
in questo lavoro, soprattutto quando si tratta di un lavoro di conne e di
frontiera con le patologie gravi o con la Psico-Oncologia. Mai da soli vale
anche per il terapeuta individuale, quello che lavora nello studio privato,
perch abbia chiaro che necessario avere sempre il suo contesto di riferi-
mento come altro polo della sua mente con cui continuamente si confronta
e, quindi, una dialettica che si annuncia a chi ci ascolta, al paziente o agli
allievi, o ai gruppi di formazione; una dialettica che annuncia gi il supe-
ramento di unottica prettamente individualistica e di laboratorio cos come
quella con cui stata inizialmente concepita la psicoanalisi. La psicoanalisi
io la considero qui come una metafora delloperazione scientica, tra la ne
dellOttocento ed i primi del Novecento, che la stessa che ha portato a
costruire il vetrino in anatomia patologica. un artefatto di laboratorio, che
fonte di una notevole conoscenza, ma non esaurisce la conoscenza in s se
quel vetrino non riferito ad un organo, ad un organismo e ad una clinica
dei sintomi; preso in s, come vetrino, assolutamente inutilizzabile. Quin-
di, questi nostri laboratori individuali, sono importantissimi, ma il terapeuta
deve sapere che la sua conoscenza non si esaurisce cos, non nisce cos.
D. AGRESTA: In questo senso non casuale che il sogno, di nuovo, rientra
come lo strumento pi utilizzabile sia nel lavoro individuale che di gruppo, ma so-
prattutto come strumento universale vista la convergenza delle varie scienze umane e
sociali, antropologiche e psicologiche e, non ultimo, le neuroscienze.
NESCI: Assolutamente s! Il sogno fondamentale. Nel Workshop Ci-
nema e Sogni, in fondo, si andata a recuperare la dimensione antropolo-
gica del sogno e del sognare. Le culture orali primarie, cio quelle che non
conoscevano la scrittura, quelle che tramandavano oralmente il loro sapere,
quelle che erano costituite da individui gruppali, come li chiamava Briffault,
il group-individual della preistoria da cui solo successivamente si sarebbe
evoluto lindividuo come noi lo conosciamo oggi, sognavano, condividevano
i sogni e si muovevano in un universo armonico e simbiotico, gli eterni del
sogno studiati da Rheim (gli aborigeni australiani) lungo linee di miti, di
- 39 -
canti e di sogni. Nellinconscio tutto questo profondamente radicato e tut-
to questo va recuperato se ci si occupa della psiche umana.
F. AGRESTA: Io che mi occupo di problemi del corpo e quindi pi o meno
di malattie psicosomatiche ho potuto rilevare che la psicoterapia o individuale o di
gruppo comunque legata alla domanda propria della mente e del corpo e viceversa;
pensando al sogno ci ancora pi visibile. Ho notato comunque, dalla mia espe-
rienza, che la richiesta sempre pi pressante di persone, di famiglie per bambini, di
coppie che vengono per il corpo sofferente. Vorrei sapere quanto la vostra Scuola di
Specializzazione in Psicoterapia (SIPSI) aperta anche alla visione balintiana della
psicosomatica?
POLISENO: Io direi che nasciamo con la psicosomatica, nasciamo con
le riessioni di Gaddini, sulla relazione mente-corpo e poi sullesperienza
clinica concreta dellaiuto agli operatori nei Balint-like groups dei Corsi di
Psico-Oncologia. O forse nasciamo allinverso, non dalla psicosomatica ma
dalla somatopsichica. Ci occupavamo delle stomie, verso la ne degli anni
Settanta. Lenterostomia un evento somatico estremamente complesso per-
ch una funzione normalmente nascosta, viene portata alla vista; non solo,
lantica incontinenza del bambino, superata nel corso dello sviluppo, viene
drammaticamente riattualizzata dalla perdita degli snteri. Noi, quindi, ab-
biamo aperto la nostra ricerca ponendoci proprio questa domanda: come
cambia la mente quando cambia il corpo? Come pu avere, e per quali stra-
de accade che ci sia, un potere trasformativo dellassetto psichico, in virt di
unalterazione grave dello schema corporeo? E, quindi, lesperienza con gli
operatori, che sono degli ottimi mediatori di questi vissuti per i pazienti che
avevano subito uno stoma - quindi lapertura sulla pancia di un buco che
rendeva pervio il conne tra mondo interno e mondo esterno, che li faceva
regredire alla fase anale e che suscitava una serie di dinamiche relazionali
con i familiari e con gli operatori - ci ha aperto tutto un mondo che era, a
quellepoca, poco esplorato. Il mondo della somatopsicosi, potremmo dire.
Questa nuova apertura ci stata di grande aiuto per mantenere in dialettica
il discorso di prima, che non solo mente-corpo ma anche corpo-mente,
in un continuum ineludibile che oggi ha preso la strada del sogno come
elemento chiave, probabilmente... chiss, dei processi psicosomatici? Lidea
suggerita da Bion, il pensiero onirico della veglia, una forte guida in que-
sto senso, quello che forse ci permette di rintracciare quanto di psicosen-
soriale viene prodotto in ogni stato affettivo ed emotivo dei gruppi e delle
persone e che viene tradotto in una narrazione. E questo derivato narrativo,
sostanzialmente, che il frutto della rielaborazione degli elementi psicosen-
soriali, secondo me ne costituisce, di fatto, non solo una prospettiva teorica,
ma anche una vera e propria terapia, qualcosa che consente ai pazienti di ri-
solvere le loro tensioni che hanno trovato soluzioni somatiche. Il corpo pu
essere visto implicato pienamente nel percorso di vita di una persona, pu
consentire alla mente di funzionare, attraverso il recupero della sua dinami-
cit onirica, che un fenomeno psicosomatico ma anche somatopsichico, e
che per questo, credo, sia fondamentale anche come scenario ed orizzonte
prospettico proprio di ogni azione terapeutica.
- 40 -
NESCI: Lultima creatura della nostra scuola di pensiero, e cio la
Psicoterapia Multimediale (Nesci, 2009, http://www.psychomedia.it/psic-
onco/n4-09/villella2.htm) come se continuasse questo discorso narrativo
psicosensoriale: dal sogno al cinema, dal mondo delle immagini a quello
dei suoni. Nella Psicoterapia Multimediale si aiuta il caregiver, quello che
rimasto bruciato dalla relazione di cura con un malato oncologico dopo che
muore e che, da solo, deve poi rimanere a vivere un lutto che, oltre a privar-
lo di un affetto, lo priva anche di un ruolo che si era andato costruendo nel
tempo: occuparsi di... Per questo il lutto oncologico spesso un complicated
grief, un lutto complicato. Questo nuovo metodo di psicoterapia che aiuta
il paziente a costruire oggetti della memoria che ripercorrono, con le im-
magini e con una canzone (una musica che richiama alla mente la persona
cara che stata perduta), tutta la vita di chi ci ha lasciato, costruisce una
sorta particolare di Art Therapy, sia attraverso le sedute in cui si elaborano
i ricordi, sia attraverso la costruzione delloggetto che poi pu essere messo
anche online, in rete, su un sito internet creato appositamente dal nostro
Istituto internazionale e che consente ai familiari, con una password riser-
vata, di accedere a questa memoria in qualunque momento e da qualunque
luogo. In quel mondo virtuale che internet (e che sembra una versione
contemporanea dellarcaica cultura sinciziale del group individual) questo
nuovo tipo di psicoterapia pu andare a collocare in uno spazio neutrale
quellambivalenza verso loggetto damore perduto che ci ha lasciati, che ci
ha tradito, che ci ha abbandonato, e risolvere in modo imprevedibile, anche
rapido, situazioni che altrimenti possono cronicizzarsi e determinare delle
depressioni croniche che invalidano profondamente queste persone che
prima si sono dedicate al malato e che poi, dopo la sua scomparsa, si amma-
lano loro stessi.
F. AGRESTA: Ricordando un attimo il sogno visto come comunicazione, per
riprendere, in parte, una parola di un titolo di un libro di Lai la conversazione del
sogno, siamo passati, come stato pure detto, oggi, al Convegno, dalla interpretazio-
ne alla narrazione onirica. Si pu dire cos?
POLISENO: S, specialmente nei gruppi lo possiamo riformulare cos:
linterpretazione un fatto che almeno noi abbiamo abbandonato comple-
tamente, che neanchio, nella mia attivit di gruppoanalista, utilizzo. Non
interpreto quasi mai.
F. AGRESTA: Lanalista non deve indovinare pi niente...
POLISENO: Non c pi niente da indovinare, ma come dice Freud in
Costruzioni in analisi, c da costruire linterpretazione, casomai. Questa
unattivit che oggi noi concettualizziamo ancora pi in maniera complessa
nel concetto di campo. E una produzione del campo terapeutico.
F. AGRESTA: Direi pi Foulkes che Bion, in questo senso, no?
POLISENO: In questo senso pi Foulkes che Bion, perch la mia
- 41 -
matrice di formazione Foulkes. E allora poter sviluppare e catalizzare,
come funzione del conduttore, questo tipo di attivit del gruppo consente
la soluzione di nodi conittuali in maniera molto creativa e molto utile an-
che per chi ascolta, per chi non membro apparentemente e direttamente
interessato in quel processo. In effetti, questa modalit di lavoro la usiamo
anche nei gruppi di formazione. Il nostro metodo appunto non interpreta-
tivo in senso assoluto perch ovvio che lassetto formativo e non terapeu-
tico ma, sto pensando, che si sviluppata negli anni anche una particolare
attenzione a chi assente, a chi non voleva partecipare. Quindi, sia nel
piccolo gruppo terapeutico che nei grandi gruppi formativi, sostanzialmente
io e Domenico omettiamo assolutamente di costringere le persone ad essere
presenti, a parlare, e quindi di costringere il gruppo ad indagare quello che
di inconscio depositato altrove. No, si tratta invece di un consentire a ci
che rimosso, probabilmente, di svolgere la sua funzione di equilibratore,
di retroazione, di feedback, di possibilit, anche per chi si esposto in prima
persona, di poter fantasticare, di poter fuggire; e viceversa per chi fuggito,
non essendo sanzionato, di poter tornare per ricominciare a parlare. A noi
interessa di pi poter ristabilire la dialettica interna, piuttosto che sanziona-
re le persone facendo presupporre che ci sia unidealit, uno stato ideale
psichico da raggiungere, mentre lo stato ideale, tra virgolette, per noi, non
pu che essere il conitto. Ma un conitto dinamico che costantemente
chiude e riapre il discorso o la narrazione, perch effettivamente questo, nei
sogni, si vede molto bene.
NESCI: Ma questo si vede anche nella Psicoterapia Multimediale, dove
di fatto si realizza una narrazione per immagini e con i suoni. La musica in
questo senso meravigliosa perch un linguaggio universale ed arcaico,
perch la musica pu essere apprezzata da tutti. La musica dissolve i conni
individuali e ci riaccosta al group individual simbiotico, privo di limiti/con-
ni individuali. Noi sappiamo che il feto sviluppa una competenza acustica
molto prima di qualunque altra competenza psicosensoriale e questo un
dato fondamentale per capire la regressione e per imparare a valorizzare
suoni e immagini nel processo narrativo di una terapia.
F. AGRESTA: Una battuta nale: transfert e controtransfert, da una parte,
controtransfert e transfert, dallaltra. Cosa ancora c dietro?
NESCI: Transfert e controtransfert ci sono sempre e sono la base di
tutto. E proprio lemozione che il terapista sente dentro di s nella rela-
zione con il paziente che lo pu guidare. Ma transfert e controtransfert si
delineano in una situazione di triangolazione che va al di l della coppia
analitica, come si diceva un tempo. La coppia analitica ha sempre alle spalle
altri gruppi, altri setting, il paziente vive in una famiglia e il terapista ha una
scuola, un gruppo di riferimento. Noi oggi non facciamo pi le supervisioni
come una volta. Oggi, a scuola, quando un allievo vuole portare un caso
clinico lo fa in un clima associativo e di sospensione del giudizio, poi si va
a dormire e il giorno dopo ci raccontiamo e condividiamo i sogni stimolati
dallincontro tra quel paziente e quel terapista, e quindi c una triangola-
- 42 -
zione gruppale, una circolarit, che si unisce al lavoro della coppia analitica.
E il workshop Clinica e Sogni ultima versione dellidea originaria del
workshop Cinema e Sogni che riassunta in un breve cortometraggio
di Filippo Arturo Nesci, pubblicato sul numero 9 della rivista on line www.
doppio-sogno.it. Con lunica differenza che invece di un lm, per stimolare i
sogni della notte, si utilizza la presentazione di un caso clinico.
POLISENO: Anche io una battuta brevissima; transfert e controtran-
sfert? Io scelgo ci che lega il transfert al controtransfert e posso chiamare il
controtransfert il mio transfert per il paziente.
F. AGRESTA e D. AGRESTA: Grazie anche da parte dei Lettori della Rivista.
Il dopo-Convegno allUniversit di Chieti (da sin.): Dott.ssa S. Ingaldi, D. Nesci, Dott. D. Agresta,
Dott.ssa M. V. Costantini, Dott. T. Poliseno, Dott. F. Agresta.
Universit di Chieti: Aula Magna, Facolt di Psicologia. Alcuni tra i Relatori, da sinistra:
Dott. D. Nesci, Dott. T. Poliseno, Dott. D. Agresta.
- 43 -
LA CONSULENZA
COME BILATERAL VERBAL TRADE*
Giampaolo Lai, Pierrette Lavanchy
La nostra presentazione ha lobiettivo di offrirvi, per discuterne, il mo-
dello di consulenza aziendale che utilizziamo. Il modello che vi offriamo si
basa sulla teoria del bilateral verbal trade. Il bilateral verbal trade un mercato
bilaterale di parola, tra due mercanti che convengono sulla Piazza del Merca-
to di Parola. I due mercanti sono due agenti complementari: un venditore e
un compratore. Il compratore il manager aziendale, spinto sulla Piazza del
mercato a comprare dalla triade: 1) un debito, 2) una mancanza, 3) un male.
Il venditore il consulente o fornitore, come lo chiameremo dora in avanti,
che sulla Piazza del mercato aspetta il compratore per vendergli i suoi beni di
parola. Lincontro dei due agenti la convergenza di una doppia speranza: la
speranza di guadagno. Il guadagno la remissione del debito, il riempimento
della mancanza, la bonicazione del male. La speranza di guadagno si decli-
na, consapevolmente o non, nella formula dellesprance de gain, derivata da
Pascal e in qualche modo simile alla expected utility di Milton Friedman.
P(c
1
s
1
, d
1
, I) =
Tav. 1. - Formula della speranza di guadagno, esprance de gain.
s
1
uno degli eventi dello spazio S degli eventi o stati incerti portati
dal trader compratore o manager. Per esempio, nella clinica psicoanalitica,
s
1
potrebbe indicare il racconto da parte del paziente di una crisi di panico.
d
1
una delle azioni dello spazio D delle azioni verbali compiute o
delle decisioni eseguite dal trader venditore o fornitore consulente. Sempre
nella clinica, d
1
potrebbe indicare una interpretazione.
c
1
il risultato o la conseguenza dellazione d
1
nello spazio C delle
conseguenze della Piazza del Mercato di Parola. P una probabilit della
formula aperta. Detto questo possiamo cos leggere la formula della speran-
za di guadagno:
qual la probabilit che, ascoltando il racconto s
1
del trader
compratore manager, se il trader venditore fornitore decide
lazione di parola d
1
, ottenga il risultato c
1
, avendo a disposizione le
informazioni I?
Tav. 2. - Translitterazione della formula dellesprance de gain.
Chiariremo la teoria del bilateral verbal trade discutendo le sue tre
principali caratteristiche. Mostreremo concretamente come il trader vendi-
tore fornitore consulente maneggia lapparato teorico pratico del bilateral
verbal trade sulla Piazza del Mercato di Parola con lausilio di alcune vignette
di situazioni di incontro con trader compratori manager. Anticipiamo una
curiosit. I trader compratori manager delle vignette, due appartenenti a
una medesima multinazionale, il terzo a una credit bank, presentano una
identica struttura di domanda, ovvero di debito, di mancanza, di male: la
dilazione, la procrastinazione. Ma forse non dovremmo parlare di curiosit,
- 44 -
se teniamo conto del fatto che la procrastinazione uno dei comportanti e
delle tendenze pi diffuse di cui tutti noi, come individui e come membri di
unAzienda, partecipiamo a livelli pi o meno forti o pi o meno costosi per
noi e per gli altri. Accenneremo, insieme a voi, sia pure a volo di uccello,
alle principali teorie che cercano di spiegare il fenomeno della procrastina-
zione e le proposte di risolvere il problema economico, esistenziale e clinico
che pone. Poi mostreremo il nostro modo di considerare il medesimo pro-
blema dalla prospettiva del bilateral verbal trade che, a nostro avviso, presenta
notevoli vantaggi rispetto ai precedenti trattamenti.
Chi siamo?
Ma ora, dopo aver situato la scena sulla Piazza del Mercato di Parola
occupata dai due attori principali, che sono il trader compratore manager e
il trader venditore fornitore consulente, conviene spendere due parole per
presentare i due screenwriter, sceneggiatori, che sono Pierrette Lavanchy and
your humble servant. Siamo entrambi medici, laureati, Pierrette allUniversit
di Losanna, e your humble servant allUniversit di Bologna, psicoanalisti,
membri ordinari della Societ Svizzera di Psicoanalisi e della International
Psychoanalytical Association, IPA. Il nostro core business, cio la principale at-
tivit volta a produrre fatturato, lattivit psicoanalitica individuale, che
ciascuno di noi svolge con clienti o customers in genere sdraiati sul lettino di
analisi. Accanto a questo core business, ci siamo occupati di formazione nelle
strutture psichiatriche di giovani allievi e nelle strutture aziendali di consu-
lenza aziendale, che consideriamo un marginal or incremental business con una
leggera forzatura del signicato che questo sintagma ha originariamente
nella economia e nanza. Ricordo con piacere, perch allora ero molto
giovane, il mio primo lavoro come consulente aziendale a Milano, nella Ri-
nascente, nel 1967 o 1968. Attualmente lavoriamo Pierrette e io, indipenden-
temente, come fornitori aziendali (fornitori il titolo che ci viene dato nelle
fatturazioni) di due aziende multinazionali.
Lalgoritmo della sequenza sulla Piazza del Mercato di Parola
Diciamo subito che il primo incontro con il Manager aziendale avviene
sulla Piazza del Mercato di Parola costituito dallo studio del trader venditore
fornitore consulente. Lincontro dura circa unora e mezza, secondo proce-
dure che non necessario ricordare qui, anche per proteggere il copyright.
Dopo qualche giorno mandiamo un rapporto di come sono andate le cose
al manager incontrato, che rivediamo dopo due settimane, in un incontro
chiamato di restituzione, per discutere sulla domanda se si riconosce o non
nella istantanea snapshot che gli abbiamo inviato. Inne ci accordiamo su
quelle che sono la o le criticit del suo prolo e concordiamo sei incontri,
a distanza di un mese luno dallaltro, per parlarne assieme sulla Piazza del
Mercato. Questo pacchetto di azioni, che si estende su sette-otto mesi, dura
da pi o meno venti anni, con le multinazionali attuali, da circa trenta o
quaranta se consideriamo altre aziende nazionali, del servizio pubblico sani-
tario in particolare.
Esempio n 1. Alessia, Sales Management director
Cominciamo da Alessia, Sales Management Director, che, trovandosi a Pa-
rigi per ragioni di lavoro, stabilisce la Piazza del Mercato on line anzich nello
- 45 -
studio del fornitore consulente. Lincontro, uno dei sei previsti dal contratto,
avviene sotto forma di chat, cio per messaggi istantanei tramite Skype.
Alessia inizia scrivendo che le cose vanno bene, quanto a progetti fu-
turi o appena iniziati che dipendono da lei, per il resto sta nicchiando un
po, perch c unaltra cosa che deve fare. Ha avuto la notizia che un suo
articolo verr pubblicato in una raccolta di scritti economici da una casa edi-
trice nota, con diffusione assicurata. Le verr pagato molto bene. bello,
scrive, ed molto contenta. Tuttavia il curatore della rassegna le ha chiesto
modiche. La scadenza vicina, eppure lei non ha ancora aperto il le.
Invece uscita a lavorare, seduta a una terrasse de caf, su un nuovo progetto
per il lancio di un prodotto; tornata a casa ha cucinato; poi ha sbrigato un
lavoro di routine e ha rinviato la correzione. Ora dovr fare tutto pi rapida-
mente, perch non ne ha voglia. Riconosce che scattato proprio in lei un
impulso di dimostrare loro che sbagliano: anzich fare subito una cosa
noiosa in cui devo assumere una posizione reattiva, un s s s correggo,
ho preso e sono andata a mettermi in qualcosa che - al momento - controllo
completamente, pura creazione.
Questi doni di parola da parte del trader compratore Alessia, esprimo-
no la s
1
della formula della esprance de gain che conosciamo, e si congurano
come il debito che spinge il trader compratore manager a recarsi sulla Piazza
del mercato. Il problema per il trader venditore fornitore di decidere qua-
le sua azione d
1
avr la maggiore probabilit di trasformare s
1
in c
1
, cio di
rimettere il debito, di colmare la mancanza, di bonicare il Male del trader
compratore manager Alessia. Ma prima di rispondere a questa domanda
passiamo a un altro esempio.
Esempio n. 2. Federico Chief Risk Ofcer in una banca
Appena arrivato alla Piazza del Mercato, Federico esordisce dicendo
che da tre giorni in una tensione crescente, da quando ha ricevuto dal
responsabile della sua sezione la consegna di iniziare e portare a termine
per la met di ottobre, cio fra poco pi di tre settimane, unoperazione im-
portante in collaborazione con un suo pari grado di una banca olandese. Da
luned ha rinviato a marted la presa di contatto con il collega, da marted
a mercoled, e ancora oggi non sicuro se domani decider di iniziare la
pratica. Il suo dilazionare lo ascrive al fatto che il lavoro che gli si prospetta
gli sembra difcile e complicato, con una pagina di trenta item da prendere
in esame. E poi perch il responsabile gli ha fatto capire che deve attenersi
allalgoritmo abituale, mentre invece Federico vorrebbe utilizzare procedure
differenti che gli hanno dato buoni risultati in situazioni recenti. Con il tem-
po che passa si rende conto dei rischi che corre a presentare un lavoro tirato
via in fretta, non solo per s, ma anche per il coinvolgimento del collega
austriaco. Mentre se invece riuscisse a mandare la sua impresa a buon ne e
entro i tempi stabiliti ci potrebbe avere un peso forse decisivo per una sua
eventuale promozione economica alla ne dellanno.
Come nelle parole dette da Alessia al suo ingresso sulla Piazza del
Mercato, cos anche in queste di Federico il trader venditore fornitore legge
il debito, la mancanza, il Male che hanno spinto il trader compratore Fede-
rico al mercato, la s
1
della formula della speranza. E questa s
1
ha la struttura
della paralisi, dellimmobilit, della passione a rinviare a domani le cose che
- 46 -
Federico potrebbe fare oggi, pur essendo convinto che, nella bilancia costi
beneci, dal rinvio deriveranno solo disagi e danni. Anche qui con Federico
come prima con Alessia ci confrontiamo con un paradosso delle teorie clas-
siche della economia, costruite sullipotesi del mercante come individuo ra-
zionale guidato nelle sue azioni dalla regola della massimizzazione dellutile,
utility function. Qui, al contrario, sia Alessia sia Federico sembrano seguire la
regola della massimizzazione della perdita, loss function.
Esempio 3. Stanislao, country sales manager
Dopo il nostro primo incontro sulla Piazza del Mercato e il successivo
incontro di restituzione della istantanea allora scattata, avevamo ssato il
primo della serie di sei incontri che si sarebbero scaglionati a distanza di un
mese luno allaltro con il programma di focalizzarci su quella che Stanislao
riteneva essere larea di sua maggiore criticit, ovvero le relazioni con gli al-
tri, il saperci fare, fossero pari grado e sottoposti. Ma due giorni prima della
data dellappuntamento Stanislao lo disdice in nome di un impegno di lavo-
ro in un paese straniero, ssandone uno successivo di dieci giorni. Allora
ssata, mi telefona molto cordialmente dicendomi che si trova in un ingorgo
di trafco e che arriver con dieci minuti di ritardo. Arriva con un ritardo
di mezzora. Parla con naturalezza del ritardo. Dice che una sua difcolt
personale, perch spesso in ritardo, ma anche che conseguente alla mol-
teplicit dei meeting, che sono uno dopo laltro e non lasciano respiro, no
a 5, 6, 7 in un giorno, ci che rende la puntualit abbastanza complicata.
Lascia cadere il tema del ritardo e chiede: Come sta? Sta bene?, Grazie,
dico, e lei?; Bene, ribatte. Comunque riprendiamo a parlare della sua ge-
stione del tempo, che viene trattato come s
1
, un suo debito, una mancanza,
un Male. La gestione del tempo gli riesce difcile soprattutto quando si trat-
ta di chiudere un meeting, che tende a prolungare di molto oltre il dead line,
con il risultato di accumulare ritardi per i successivi meeting.
Esempio 4. Mario
Solo a volo di uccello per dire che un manager del reparto ven-
dite, la cui difcile gestione del tempo riguarda il ritardo con cui si alza al
mattino e il conseguente ritardo con cui arriva in sede. Sente la sveglia, sa
che dovrebbe alzarsi, ma sceglie di restare nella cuccia. Poi quando si alza
e verica il ritardo preso da accessi di ansia, per cui prende ansiolitici.
Interessa dire che ha 40 anni, un belluomo, magro, alto, sportivo, ma non
sposato. Aumenta via via le dosi di ansiolitici.
Procrastinazione
La s
1
nello spazio degli eventi naturali variabili, cio delle parole dette
dal trader compratore manager, sia per Alessia, sia per Federico, si congu-
ra nella caratteristica immagine del debito, della mancanza, del male, che
prende il nome di dilazione, procrastinazione.
La procrastinazione latto del differire a domani, del rimandare.
Latino procrastinare, composto parasintetico con pro-

di crastinus di
domani (da cras domani).
Tav. 3. - Def. di procrastinazione. Dizionario etimologico della lingua italiana, Cortellazzo
Zolli.
- 47 -
La procrastinazione un fenomeno ubiquitario che, dal punto di vi-
sta epidemiologico sembra in costante aumento negli ultimi anni. Dal mio
osservatorio limitato di psicoanalista e di fornitore consulente mi sento di
condividere questa affermazione. Ne hanno trattato articoli e libri di psico-
logi e di loso, ma, pertinente al nostro incontro di oggi, ne ha trattato in
un articolo del 1991, su The American Economics Review, vol. 81, Issue 2, pp.
1-19, con il titolo Procrastination and Obedience, il premio Nobel per la sica
del 2001 George A. Akerlof [premio spartito con Michael Spence e Joseph
Stiglitz, con la seguente motivazione: for their analysis of markets with asimmetric
information. Sono gli autori che hanno lanciato la teoria della information in
economics, affermando che information affects decisions in every context.]
Aneddoto di un rinvio allinnito
Larticolo Procrastination and obedience di Akerlof comincia con un aned-
doto personale. Akerelof e Stiglitz, che avrebbero condiviso il Premio Nobel
qualche anno pi tardi, si trovavano entrambi in India. Stiglitz torna in Ame-
rica e chiede a Akerlof di inviargli per posta alcuni abiti che non avevano
trovato posto nella valigia. Akerlof naturalmente accetta lincarico, non sa-
pendo in quale dramma lavrebbe precipitato. Infatti comincia a pensare che
data la complicazione della burocrazia indiana e la sua propria inattitudine a
svolgere incombenze pratiche, ci avrebbe dovuto spendere un giorno di lavo-
ro. Cos rinvia di giorno in giorno, di settimana in settimana, per pi di otto
mesi, no al momento in cui viene a sapere di un collega americano che stava
tornando in patria al quale afda gli abiti di Stiglitz. Questo il problema di
Akerlof, che fa piacere naturalmente a tutti noi e a tutti i manager nel vedere
che anche un premio Nobel pu essere un procrastinatore. Per Akerlof, il
suo piccolo episodio importante nel senso che la procrastinazione dimostra
come il principio di Socrate e poi delleconomia che un individuo razionale
si muove secondo la regola della massimizzazione dellutile violata. Mostra
insomma i limiti del pensiero razionale. Il fenomeno della procrastinazione
appare poi alla base di altri fenomeni correlati pur se diversi, come labuso
di droga, di alcol, tutte le addiction insomma, le dipendenze, (smetto doma-
ni), i drammi di persone anziane in America che rinviano le assicurazioni
per la vecchiaia, i pericoli delle persone affette da glaucoma e che rischiano
la cecit perch rinviano luso delle gocce necessarie, i rischi delle donne che
rinviano i controlli periodici tipo pap test e mammograa, e via di seguito.
Quanto alla procrastinazione nelle Aziende, c un libro di Alex Taylor: Sixty
to 0: An inside look at the collapse of General Motors and the Detroit auto industry,
dove gli autori raccontano dei danni economici conseguenti alla procrastina-
zione nel collasso di colossi come General Motors, che sarebbe stata provocato,
non tanto o soltanto dalla crisi del mercato globale, quanto dalla condotta
self defeating di manager procrastinatori. Chi si occupa un po della politica
americana, ha in Obama e nella sua Amministrazione un esempio perfetto
di procrastinazione, nella forma di un Presidente soldato riluttante, che non
vuol dire pacista, ma di commander in chief che rinvia gli aiuti militari richiesti
dai generali che poi saranno dati ma con ritardo. Comunque, il modello della
procrastinazione tutti noi labbiamo studiato nellAmleto di Shakespeare(cfr
articolo di Pierrette Lavanchy Asimmetria e Procrastinazione in Hamlet su
Tecniche conversazionali n. 41, 2009, www.tecnicheconversazionali.it).
- 48 -
Spiegazioni del fenomeno. Le spiegazioni date del fenomeno sono
tutte razionali, e parlano di ignoranza, di perfezionismo e scarsa ducia di
s, di planning fallacy, di incoerente gestione del tempo, di akrasia o difetto
di volont, in linea con il razionalismo di Socrate il quale diceva che luomo
non fa il male ma solo non conosce il bene. Le Terapie che vengono propo-
ste sono corollari della tesi razionalista. Alcuni propongono un rafforzamen-
to della volont, considerata un po come un muscolo che si rafforza con
lesercizio, secondo il punto di vista aristotelico delladdestramento delle vir-
t. Interessante il concetto di extended will, cio delle stampelle delle tecni-
che e degli strumenti esterni allanima, come per esempio quando Ulisse si
fa legare allalbero della nave per evitare di fare ci che non vorrebbe fare,
pur volendolo, ovvero buttarsi nelle braccia delle sirene e sfracellarsi contro
gli scogli. Un altro esempio di extended will ssare dei dead line, delle sca-
denze brevi, cio tornare alle interrogazioni obbligatorie nella scuola invece
che agli esami alluniversit che si possono rinviare. Su un tuttaltro piano si
situa il progetto di cura psicoanalitica, che per non tratta il fenomeno della
procrastinazione nel suo isolamento ma inserito nella complessit della vi-
cenda di Edipo che vuole e non vuole uccidere il padre e quindi tergiversa.
La teoria del bilateral verbal trade
Lattivit basica sulla Piazza del Mercato alla quale partecipa la coppia
di due mercanti, di un venditore e un compratore, di uno psicoanalista e il
suo analizzante, o del fornitore venditore consulente e il compratore mana-
ger uno scambio di parole. Le parole sono i verbal assets, i beni verbali che i
due mercanti, venditore e compratore, si scambiano, comprano e vendono.
Le parole del trader compratore esprimono sempre una domanda legata alla
triade: debito, mancanza, Male. Le parole del fornitore consulente rimet-
tono il debito, riempiono la mancanza, bonicano il male, in caso di fair
trade, di mercato felice. Che adeguatamente rappresentato dalla Tav. 4, che
abbiamo ricavato dal premio Nobel per leconomia del 2007 Myerson, moti-
vata dalla sua teoria del mechanism design, che stabilisce the optimal allocation
of scarce resources. Un fair trade si ha quando [vedi Tav. 4] il prezzo, p, effet-
tivamente pagato alla ne di una transazione pi basso di quanto il trader
compratore pensasse di dover pagare allingresso di mercato e pi alto del
minimo al disotto del quale il trader venditore non intendesse scendere al-
lingresso di mercato. La formula che rende conto di questa descrizione la
seguente:
A ---------x -------p --------------y ---------- B
Tav. 4. - Entrambi i trader, trader venditore A, e trader compratore B, ci guadagnano.
Se andiamo a saturare nella Tav. 4 le tre variabili insature con numeri
cardinali, x e y esprimendo il valore soggettivo di ciascuno trader che alle
variabili li attribuisce, e la variabile p che esprimer il prezzo effettivamente
pagato alla ne della negoziazione, arriviamo alla formula 5:
A ---------x [=0.4]-------p [=0.5] ------y [=0.7] ---------- B
Tav. 5. - Fair trade. Le variabili sono state saturate da numeri cardinali che ne deni-
scono il valore matematico.
- 49 -
Se il trader compratore B, in arrivo di conversazione si aspettava di
pagare 0.7, e di fatto paga 0.5, avr guadagnato y-p = 0.7-0.5 = 0.2. Dal canto
suo, se il trader venditore A si aspettava di spuntare almeno un prezzo di 0.4,
e di fatto ottiene 0.5, guadagner p-x = 0.5-0.4= 0.1. Il guadagno del merca-
to, cio di tutti e due gli agenti implicati nel bilateral trade, sar dato da [y-p]
+ [p-x] = [y x] = [0.2+0.1] = 0.3. Il che la misura di un fair trade, di un
mercato in attivo per entrambi i trader, che rappresentiamo nella gura 3.
[y-p] + [p-x] = [y x] = [0.7 0.5]+[0.5-0.4] = 0.3
Tav. 6. - Fair trade. Calcolo per un mercato in attivo per entrambi i trader.
Non sempre un trade funziona bene. Quando un trade non funziona
bene di ha un bad trade. Un bad trade, un mercato infelice, un mercato in
perdita, si ha quando il prezzo effettivamente pagato si situa alla sinistra del
prezzo preventivato per il trader venditore. La formula la seguente:
A --------- p [= 0.3] --------x [= 0.4] ----------- y [= 0.7] --------- B
Tav. 7. - Modello di un bad trade. Quando il trader venditore A ci perde. Lo spostamento
della p a sinistra della x rappresenta il movimento della perdita del trader venditore A.
Il valore -1 misura lo sbilanciamento del mercato a sfavore del ven-
ditore A. Il trader venditore A, invece di guadagnarci, come si aspettava, ci
perde. Il prezzo pagato, p, al di fuori dellintervallo virtuoso, tra la x e la y
della Tav. 14; in particolare per il trader venditore ha un valore minore (0.3)
del limite minimo (0.4) sotto il quale non intendeva scendere in ingresso di
mercato. Gracamente, questa situazione viene caratterizzata dalla posizione
di p a sinistra di x come evidenzia bene la Tav. 16. Dal canto suo, il trader
compratore, essendo entrato nel mercato con laspettativa di non spendere
pi di 0.7, e trovandosi a pagare 0.3, ben al di sotto del massimo oltre il
quale non intendeva andare, appunto 0.7, ci guadagna 0.7-0.3=0.4, secondo
i calcoli mostrati nelle Tavole 14 e 15. Si capisce quindi che qui parliamo di
bad trade dalla prospettiva del trader venditore.

Gli incentivi del trader venditore fornitore, il d
1
della formula della
esprance de gain
Obiettivo di un incentivo d
1
da parte del trader venditore di spostare
la p del prezzo tra x e y
A --------- p [= 0.3] --------x [= 0.4] ----------- y [= 0.7] --------- B
Tav. 8. - Modello di un bad trade. Quando il trader venditore A ci perde. Lo spostamento
della p a sinistra della x rappresenta il movimento della perdita del trader venditore A.
La risposta alla procrastinazione e allinvidia da parte del fornitore
che adotta il bilateral verbal trade si sviluppa secondo un algoritmo
in quattro passi:
1) Il primo passo del trader fornitore di trasformare loggetto che il
manager crede essere una sua propriet, una propriet dannosa o patologi-
ca, come la procrastinazione, in una dichiarazione di debito nei confronti di

- 50 -
unaltra persona. Il manager Federico non procrastina in una campana di ve-
tro. Ma procrastina nel mondo compiendo azioni relativamente al suo diret-
tore che gli ha chiesto di compiere unazione. Non solo, ma procrastina in re-
lazione a s stesso, iniggendosi un danno in una self defeating action, unazio-
ne di attacco contro di s. La procrastinazione implica un danno di immagi-
ne e di ritorno economico anche per il suo direttore, quindi per lazienda.
2) Il secondo passo successivo che il trader fornitore compir sar
molto semplice, e consiste nel confrontare il trader manager compratore
sulla relazione non cooperativa ostile alla base della procrastinazione: Ma,
mi dica, se lei inigge un danno non soltanto a se stesso ma anche al suo
direttore, allora ce lha con lui. A volte il manager assicura che con il suo
superiore tutto procede bene. Poi per, come con Federico, salta fuori che
il suo direttore, assieme al quale partito allo stesso livello, successivamente
lo ha scavalcato raggiungendo una posizione di preminenza. Federico poi
anche irritato perch il direttore vuole fargli percorrere cammini che a lui
non vanno bene. Ce n abbastanza per giusticare il conitto tra Federico
e il direttore, che, nella procrastinazione, assume sempre la forma dellin-
vidia. Quindi il trader venditore mostra la situazione di una relazione non
cooperativa anzi ostile del trader compratore verso il suo referente diretto,
impregnata dalla passione ubiquitaria in ogni gruppo e in ogni azienda, la
passione dellinvidia che trova nella procrastinazione il veicolo spesso pi
adatto per raggiungere il suo bersaglio distruttivo e autodistruttivo.
Invidia est odium felicitatis alienae
linvidia lodio della felicit degli altri.
Tav. 9. - def. di invidia da parte di Agostino.
Invidia est tristitia de felicitate vel gloria alterius
linvidia consiste nella tristezza per la felicit o per la gloria di un altro.
Tav. 10. - Da Tommaso, De Malo.
Secondo Gregorio Magno, linvidia ha cinque glie, che sono lodio,
la maldicenza, la diffamazione, lesultanza per le avversit altrui, lafizione
per la prosperit altrui:
Afictio in prosperis, exultatio in adversis
Tav. 11.
Sed invidia, cum sit tristizia, non procedit ex libidine, quae est appetitus
delectationis
Ora linvidia, essendo una tristezza, non procede dalla libidine, che
desiderio del piacere.
Tav. 12. - Agostino
3) Il terzo passo dellalgoritmo del conversante che adotta la proce-
dura del bilateral verbal trade si appoggia alla Theory of repeated games, messa a
punto dal premio Nobel per leconomia del 2005 Robert Aumann al quale il
- 51 -
Premio stato conferito for the works on conicts and cooperation. La lecture rila-
sciata da Aumann ha il titolo War and Peace, e in sostanza dice che per passa-
re da una relazione di non cooperazione a una di cooperazione occorrono
ripetute azioni, non ne basta una sola. Nel corso delle ripetute azioni, noi
personalmente pensiamo, che si aumenti tra i due trader, tra trader compra-
tore e trader venditore, la quota di common knowledge che allinizio sempre
ristretta e dubbiosa.
I vantaggi del modello del bilateral verbal trade
I vantaggi del modello del bilateral verbal trade sono a nostro avviso
numerosi e consistenti, in particolare su due o tre campi di riessione e
lavoro.
1) Luso del lessico e dei concetti del mercato. Luso del lessico del
mercato aiuta a ridurre le stereotipie del linguaggio psicologico quando gli
psicologi lo applicano alle Aziende. Luso del modello del mercato costringe
sia il fornitore venditore sia il manager compratore a considerare lincontro
sulla Piazza del mercato di parola come una precisa relazione tra un vendi-
tore e un compratore, dove la posta in gioco sono verbal assets, beni di parola
lanciati dai due trader, ciascuno in cerca di una speranza di guadagno. Dove
uno va per comprare parole e laltro per vendere parole. In tal modo si con-
tribuisce a separare il ruolo del fornitore da quello di uno psicoanalista che
cura il manager o di un supermanager che indottrina il manager.
2) Il modello del bilateral verbal trade costringe il manager venditore a
uscire dallindeterminatezza di sapere che cosa va a fare da questa persona
strana dalla quale aspettarsi non si sa che cosa. Il manager compratore deve
avere chiara lidea che se va alla Piazza del mercato vuol dire che si trova in
una condizione di debito, che le parole che dice, s
1
, hanno sempre il valore
di Male, un male da bonicare, di un debito da estinguere. Con la speranza
di trasformare il male in un preferibile bene futuro, cio di far passare s
1
a
c
1
. Se non ha debiti e vuoti e mali, il manager se ne sta a casa sua.
3) La proiezione sulla Piazza del Mercato di Parola di ci che la psico-
logia classica fa abitare dentro lanima dellindividuo, permette di cogliere
immediatamente che il comportamento di un individuo orientato sempre
su unaltra persona. Pi precisamente, la procrastinazione di un manager
non sar la propriet patologica di un individuo, che un qualche psicoana-
lista o coach o guru potr guarire, ma la posta in gioco di una negoziazione
complessa di mercato che il manager in una situazione di debito inizia e
intrattiene con un fornitore venditore esperto sulla Piazza del mercato, dal
quale potr ricevere beni di parola epistemici o pratici, attraverso i quali
estinguere il suo debito o almeno rendersi conto di che cosa si tratta.
4) Tutto questo passa attraverso esercizi ripetuti, repeated games, incon-
tri ripetuti sulla Piazza del mercato di parola, che aumentano la sempre scar-
sa allinizio quota di common knowledge, snodo ineludibile per il passaggio da
una relazione non cooperativa ostile a una relazione cooperativa.
In conclusione. Sulla Piazza del Mercato di Parola si incontrano due trader,
il trader fornitore venditore e il trader manager compratore. bene che il trader forni-
tore disponga dei talenti pi rafnati e sperimentati per vendere al trader compratore
manager le parole pi adatte per estinguere il debito, la mancanza, il male che lhanno
- 52 -
spinto al Mercato. Il manager dal canto suo in genere un capitano coraggioso pieno
di talenti che naviga su mari colmi di insidie e infestati spesso dalla nebbia della
incertezza, della imprevedibilit. Lincontro sulla Piazza del Mercato di Parola pu
essergli di aiuto, a volte, nel disincagliare i talenti dai tentacoli del debito e del male.
*La consulenza tra complessit e impresa. Seminario di Alta Formazione per Imprenditori, Mana-
ger, Professionisti e consulenti. Organizzato da AAC Consulting, Maria Grazia Mazzali e Armando
Caroli, Parma, sabato 16 ottobre 2010.
Questa Relazione ci stata inviata da G. Lai che ringraziamo.
G. Lai medico e psicoanalista, membro ordinario della Societ Svizzera di Psicoanalisi e
dellInternational Psychoanalitic Association (IPA). Dirige la Scuola di Specializzazione del
Conversazionalismo di Parma. E Direttore Responsabile della Rivista Tecniche conver-
sazionali on line, www.tecnicheconversazionali.it. E autore di numerosi volumi e articoli
scientici.
P. Lavanchy, medico e psicoanalista e membro ordinario della Societ Svizzera di Psi-
coanalisi, Direttore scientico della Scuola di Specializzazione del Conversazionalismo
di Parma. E Redattore capo della Rivista Tecniche. Ha scritto diversi articoli scientici e
alcuni libri, tra cui: Il corpo in fame, Rizzoli, Milano, 1994.
ABBONAMENTO A
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Il costo di UN SOLO NUMERO della Rivista di DIECI (10) Euro.
L'Abbonamento annuale A DUE (2) NUMERI della Rivista N. PROSPETTIVE
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L'importo relativo (abbonamento, numero singolo o altro) deve essere versato
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LIANA N. PROSPETTIVE IN PSICOLOGIA - Via Bologna, 35 - 65121 PESCARA (I).
P.S. Specicare bene la causale del versamento.
ON-LINE: http://www.prospettiveinpsicologia.com/index.html
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QUESTIONI FONDAZIONALI DELLE SCIENZE UMANE
IPNOSI COME TECNICA INTEGRATA
ED INTEGRABILE NELLA PIIEC
IN AMBITO PSICOSOMATICO*
Piero Parietti, Elisa Faretta
*Abbiamo voluto inserire i lavori della Dott.ssa Faretta e del Prof. Parietti nella
Rubrica Questioni Fondazionali della Scienze Umane...sembrerebbe strano e ci
si aspetterebbe, invece, un lavoro losoco, da epistemologo, da antropologo come
sempre stato...ma abbiano pensato ma, pi scientico e fondazionale dellIpnosi? E,
poi... pi umano della comunicazione interattiva sotto ipnosi e con tutto ci che
comporta il ricordare, lelaborare, il primo Freud...quanti traumi, lutti e casi risolti.
Cos, abbiano chiesto alla Dott.ssa Faretta e al Dott. Parietti di continuare la
loro attiva collaborazione con noi ed essi ci hanno gentilmente inviato questo lavoro
che rappresenta la prima parte sulla Tecnica dellIpnosi che si collega al lavoro che
gi in precedenza pubblicato sul Fasc. n. 39 di Prospettive in Psicologia e che tratta
della PIIEC. Quindi lIpnosi, quale tecnica integrata ed integrabile, va inserita nel
contesto pi ampio rigurdante la PIIEC, il loro metodo specico di intervento(nota
della Redazione).
Premessa
Lipnosi ha una sua storia, che non va dimenticata, comporta delle
modalit pratiche operative che utilizza nelle sue applicazioni terapeutiche
attuali.
La storia
La storia caratterizzata dalle teorie che si sono succedute nel corso
degli anni e dalle molteplici tecniche elaborate ed impiegate nella pratica
clinica.
Lapproccio indiretto
Lattualit applicativa costituita dalla rivoluzione determinata dal-
lintroduzione di tecniche induttive indirette, conseguenti agli studi e alle
esperienze condotte da M.H.Erickson e quanti hanno collaborato con lui
(E.L.Rossi, S.I. Rossi, Haley, Bandler, Bateson, ed altri.)
Ipnosi come tecnica integrabile
Grazie a ci nel corso degli ultimi tempi lipnosi, in quanto possibile
strumento psicoterapeutico, ha riscontrato un nuovo interesse, dimostrando
di sapersi arricchire attraverso il confronto con altri approcci clinici.
Le prospettive
Levoluzione degli studi potr derivare dalle esperienze della pratica
clinica essendo costituita anche dalla possibile e reciproca integrazione con
altre tecniche e dalle scoperte della neurosiologia, in particolare quelle
- 54 -
relative alla memoria traumatica (Van der Kolk, studi sulle neuroimmagini
della memoria traumatica).
Ipnosi ed integrazione nella PIIEC
Nel presente lavoro presentiamo lipnosi secondo una prospettiva
particolare, quella di una possibilit di utilizzazione in ambito psicosomatico
e pi precisamente come tecnica integrata nel contesto della Psicoterapia
Integrata Immaginativa ad Espressione Corporea (PIIEC).
Cio, di quella tecnica che abbiamo elaborato alla ricerca di modalit
pratiche di operare nellambito psicosomatico ove si manifesta una relativa
inefcacia delle terapie solo verbali e di quelle ad esclusiva focalizzazione
corporea (rilassamento). E della conseguente necessit di avere a disposizio-
ne modalit in grado di agire sia a livello corporeo che mentale. La nostra
scelta stata quella di elaborare una modalit operativa che potesse integra-
re tra loro tecniche diverse ma compatibili con possibilit speciche di inter-
vento in condizioni e situazioni diverse e molteplici ed abbiamo denominato
tale modalit di intervento psicoterapeutico con lacronimo di PIIEC.
Ma che cosa la PIIEC?
Ne abbiamo gi scritto nel fascicolo 39 del maggio 2008 su Prospettive in
Psicologia, a cui pertanto rimandiamo il lettore. In questa sede, come ab-
biamo in precedenza enunciato ci soffermeremo particolarmente su una
specica modalit tecnica tra quelle integrate: lipnosi che consideriamo nel
contesto degli stati modicati della coscienza in relazione alla terapia psico-
somaticamente orientata.
Stati modicati della coscienza
Tali stati o condizioni possono essere ottenuti attraverso lutilizzazione
di tecniche speciche che possono prevedere differenti modalit:
w Sia ricercando condizioni di attenzione diffusa quali quelle che si posso-
no ottenere con il rilassamento per ottenere la costruzione di immaginative
(Tecnica Breve).
w Sia realizzando forme di focalizzazione consapevole secondo una particolare
utilizzazione della Meditazione Mindfulness anche nelle sue attuali espres-
sioni occidentali della Mindfulness-Based Cognitive Terapy (MBCT) e della
Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR).
w Sia, ancora, inducendo condizioni di monoideismo plastico (trance ipnotica)
secondo le tradizionali modalit induttive dirette ed indirette sulla base di
quella che viene indicata come lipnosi moderna di derivazione ericksoniana.
La tecnica ipnotica
La tecnica ipnotica, secondo la nostra impostazione, fondamen-
talmente basata su di un approccio psicodinamico, le cui modalit operative
vanno comunque sempre personalizzate ed inserite nel contesto relazionale
terapeuta /paziente (T/P).
Il contesto relazionale va inteso quale cornice al cui interno si svolge il
lavoro psicoterapeutico attivato dalla domanda di aiuto del paziente soffe-
rente e dalla risposta tecnica (ma non solo) del terapeuta. In questa prospet-
tiva possono essere scelte ed applicate tecniche che sono sorte ed utilizzate
- 55 -
secondo modelli teorici molteplici. Ci anche per la considerazione che la
focalizzazione del lavoro psicoterapeutico pu avvenire in riferimento alla
storia del paziente o alle prospettive future dello stesso. Una focalizzazione
del lavoro centrato quindi su carenze, debolezze, blocchi, conitti inconsci
irrisolti del paziente utilizzando anche tecniche ipnotiche alla ricerca delle
loro origini, causalit e senso (tecniche tradizionali di ipnoanalisi).
La focalizzazione del lavoro pu per essere anche centrata sulla sco-
perta e la individuazione delle potenzialit o risorse non conosciute o non
utilizzate o bloccate del paziente (modalit di derivazione ericksoniana)
Questo senza dimenticare le possibili correlazioni esistenti:
da una lato tra le componenti psicoemotive e le strutture e funzioni cere-
brali
dallaltro tra i meccanismi relazionali e i meccanismi di destrutturazione
/ ristrutturazione psico-neuro-siologica e funzionale che propria dello
stato/relazione ipnotica.
Su queste basi cerchiamo quindi di attuare un approccio terapeutico
che, partendo dai sintomi portati e/o dalle problematiche vissute dal pa-
ziente, cerca di agire, contemporaneamente:
sia sul versante psicologico/relazionale
sia su quello neurofunzionale.
Nessun cultore della terapia con mezzi psicologici e nessun profes-
sionista del settore, pu ignorare come lipnosi, pure nella sua travagliata
esistenza, dal 1700 ad oggi abbia sempre svolto un ruolo signicativo, in
riferimento alle condizioni ed alle conoscenze del momento, nelle possibi-
lit di curare o almeno aiutare i sofferenti di molte forme patologiche, non
solamente di quelle psichiche.
Questo sia riferito alle discutibili esibizioni mondane di Mesmer (ma
in quel periodo non vi era nulla, al di l della arrogante presunzione di
una certa casta medica, che potesse aiutare al momento chi soffriva di certi
disturbi), sia alle attuali sosticate applicazioni ad impostazione neo-erick-
soniana. Ma fu soprattutto nella seconda met dellottocento che lo studio
della fenomenologia ipnotica acquis una signicativa importanza clinica, e
fu alla base del sorgere e del progressivo evolvere, della tecnica psicoanali-
tica...Freud, infatti, ebbe occasione di apprendere, attraverso la frequenta-
zione di Charcot a Parigi oltre che di Liebault e Bernheim a Nancy, ci che
allora si conosceva dell ipnosi. Fu proprio praticando lipnosi che Freud
ne riconobbe i limiti per superare i quali fu costretto, quasi, ad inventarsi la
psicoanalisi. Va pertanto anche ricordato che se ogni forma di psicoterapia
ad orientamento dinamico , in qualche maniera, comunque debitrice della
psicoanalisi, questultima sorta dai tentativi di terapia delle pazienti affet-
te da isteria. A sua volta listeria, quale forma morbosa riconosciuta, e non
come manifestazione simulatoria, nella storia della clinica, appare collegata
allipnosi, quale possibile tecnica terapeutica.
Tutto questo grazie, particolarmente, al pionieristico anche se a volte
criticato lavoro di Charcot. Ed ancora va ricordato come proprio alla distin-
zione pre-psicoanalitica freudiana tra psiconevrosi (isteria) e nevrosi attuali
(equivalenti dansia), possano ritrovarsi le origini di quella che negli anni
venti inizi a qualicarsi come psicosomatica.
- 56 -
Poich, n il malato, n il terapeuta, n le diverse forme morbose, in
particolare quelle psichiche, fanno parte di un mondo a s stante, ma risen-
tono, anche condizionandolo, del contesto socio-culturale in cui agiscono o
si manifestano, abbiamo ritenuto utile presentare, seppure sinteticamente
alcuni aspetti non solo della fenomenologia ipnotica, ma anche della sua
storia. Conoscendo alcuni di tali aspetti e, magari approfondendoli, si potr
ricostruire una certa continuit nel progressivo svilupparsi delle conoscenze
e delle pratiche psicoterapeutiche sino ad oggi. E in tutte queste condizioni,
lipnosi sempre presente, anche se non sempre come modalit tecnica-
mente strutturata. Attualmente, soprattutto dopo Erickson, lipnosi, anche
se continua ad essere chiamata in questo modo, ha rinunciato alla ritualit
suggestiva e si andata costituendo quale una particolare forma di comuni-
cazione, dotata di proprie modalit ed attribuzioni che, apprese, possono
essere opportunamente applicate in contesti comunicativi molteplici e non
soltanto in quelli ritualizzati della clinica. Le potenzialit di questa moda-
lit comunicativa, rende inoltre possibile la integrazione con molteplici
altre forme di terapia, potenziandone gli effetti ed essendone a sua volta
potenziata. Questo lambito in cui espletiamo la nostra ricerca e il nostro
operare professionale che, a partire dalla Distensione Immaginativa, si con-
cretizzato nella Psicoterapia Immaginativa ad Espressione Corporea [P.I.I.E.C.],
quale modalit di psicoterapia integrata.
Ma che cosa e a che cosa serve lipnosi?
Potremmo abbozzare una risposta partendo in negativo e cio chia-
rendoci: che cosa non ipnosi, soprattutto in riferimento a pregiudizi e a
conoscenze non adeguate. Non vanno denite come ipnotiche tutte quel-
le condizioni di torpore della coscienza causate da mezzi chimici o sici
(farmaci - traumi) che, seppure fenomenologicamente assimilabili a com-
portamenti ipnotici, non sono caratterizzati da una psicogenesi rappresentativa
suggestiva e riproduttiva del fenomeno [Granone]. Pertanto, lipnosi non ,
nonostante certi suoi trascorsi e le manipolatorie modalit di presentazione
fattane dalla televisione, qualche cosa di fascinoso e, nello stesso tempo
di preoccupante. Cio qualche cosa che rimanda a mondi colorati di
magico e di misterioso. Mondi nei quali agirebbero individui a loro volta
strani e misteriosi in possesso di poteri particolari. Individui che ssando
il proprio sguardo in quello dellaltro [a me gli occhi] possono, attraverso
il loro cosiddetto uido magnetico, fargli fare, soggiogandone la volont,
cose strane, pericolose o vergognose delle quali, il soggetto ipnotizzato, non
conserverebbe il ricordo.
Ma che cosa pu essere invece lipnosi
Lipnosi pu invece essere una tecnica, o la risultante della applicazio-
ne di una serie di modalit tecniche, in contesti terapeutici, da parte di pro-
fessionisti seri, preparati e responsabili. In questa prospettiva non va consi-
derata ipnosi (seria) tutto ci che, a livello spettacolare, ci viene propinato
con tale nome su palcoscenici teatrali o su schermi televisivi.
Qualche tentativo di denizione
Tuttavia, accertato quanto detto, non possiamo ancora dire in che cosa
consista questa benedetta ipnosi. E, in realt, nessuno sembra essere attual-
- 57 -
mente in grado, e chiss se e quando lo sar in seguito, di spiegare in manie-
ra esauriente la realt di questa strana condizione. Dellipnosi, la cui storia si
perde nei tempi, sono state offerte denizioni ed interpretazioni molteplici
e differenti, quando non addirittura contrastanti. Ognuna di queste deni-
zioni ed interpretazioni va considerata come una delle possibili prospettive
dalla quale osservare le molteplici sfaccettature del fenomeno ipnotico. Una
possibile prospettiva quella che denisce lipnosi come:
un particolare stato psicosico
che, evocato da un soggetto (induttore) in un altro soggetto (indotto)
decorre, si svolge, si modica e si intensica
nel corso del rapporto tra i due soggetti (induttore e indotto). [Guantieri]
Si tratta di uno Stato che pu variare, in relazione:
alla tecnica adottata (modalit induttiva e di approfondimento),
alla disponibilit del soggetto indotto,
alla abilit dell induttore,
passando:
da una condizione di sonnolenza,
ad una di apparente integrit di coscienza,
sino alla condizione di maggiore profondit (sonnambulismo).
La Fenomenologia dello stato ipnotico: pu variare in relazione:
alle tecniche induttive adottate
alla suscettibilit ipnotica del soggetto indotto
al tipo di relazione instaurata tra i soggetti coinvolti (induttore e indotto)
alla eventuale patologia presentata dal paziente.
Questa fenomenologia pu interessare vari organi, apparati, funzioni,
del soggetto indotto e, in particolare:
lapparato muscolare
attraverso variazioni, spontanee o indotte, del suo tono che vengono deni-
te con i termini di:
catalessia o condizione di rigidit muscolare non controllabile volontaria-
mente dal soggetto indotto (es., senso di peso che impedisce il movimento)
essibilit cerea costituita da una attivit motoria che porta ad assumere le
posizioni indicate dalloperatore (in particolare posture degli arti) e che,
lasciate a s, tendono a mantenere, per un certo tempo, e senza sensazio-
ni soggettive di fatica, la posizione assunta (es: un braccio sollevato)
Inibizione o stimolazione dei movimenti (in particolare degli arti) vissuti
dal soggetto indotto come se agissero da soli, cio indipendentemente
da impulsi coscientemente e volontariamente inviati (es: sollevamento o
levitazione di un arto o, al contrario, impossibilit ad effettuare movi-
menti o paralisi.
Organi di senso
Le prestazioni sensitive e sensoriali possono modicarsi nel senso della loro:
intensicazione,
diminuzione,
abolizione,
distorsione.
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Memoria
Possono aversi manifestazioni sia spontanee sia indotte espresse come:
accentuazione ipermnesie
riduzione ipo o amnesie (globali o focali, cio relative solo ad aspetti o
eventi specici).
Funzioni vegetative
Possono essere modicate tramite induzioni esterne quali i suggeri-
menti dellinduttore che attivano nel soggetto indotto, delle rappresentazio-
ni mentali relative a situazioni speciche collegate, ad esempio, a sensazioni
di calore, freddo, sforzo ecc.
IPNOSI: UNO STATO DI COSCIENZA PARTICOLARE
Tra le diverse e molteplici angolazioni da cui la condizione ipnotica
pu essere considerata, quella relativa allo stato della coscienza risulta essere
essenziale. Granone ha denito lipnosi come uno stato di coscienza partico-
lare durante il quale sono possibili notevoli modiche comportamentali e/o
somato viscerali, per linstaurarsi di un monoideismo plastico auto ed etero
indotto. Si tratterebbe quindi di un particolare modo di essere dellorganismo
che si instaura ogni qualvolta intervengano speciali stimoli dissociativi, preva-
lentemente emozionali (eterogeni o autogeni). La risposta a tali stimola-
zioni porterebbe alla realizzazione di quella che stata indicata come stato
di trance ipnotica.
Ci troveremmo cos di fronte, sempre citando Granone, a
una sindrome clinica specica e a se stante (nella nosograa delle sindromi
conosciute)
con possibilit di comunicazione anche a livello non verbale
con una regressione a comportamenti che possono essere deniti para-
siologici.
Una sindrome che si instaura ogni volta che si suscitano:
un certo grado di dissociazione psichica e di regressione
dei fenomeni di ideoplasia con conseguente trasformazione
q in realt subiettiva (somato - viscerale)
q od obiettiva (deformazioni percettive e allucinazioni di tipo ipnagogiche o
ipnopompiche) di quanto viene intensamente immaginato.
Va ricordato che questo autore opera una distinzione tra trance e
ipnosi.
La trance
Sarebbe costituita da una dissociazione dellIo (con distacco dal tem-
po e dallo spazio circostante) che, a seconda delle peculiarit costituzionali
del soggetto, pu sfociare, come da una porta di ingresso:
in una situazione mistica (producente stigmate o allucinazioni varie)
messianica,
o creativo artistica,
o ipnotica con ideoplasie proprie di questo stato e riguardanti
la percezione,
- 59 -
la memoria,
lideazione ecc...
Lipnosi
Sarebbe invece una regressione dellIo al servizio dellIo con un funziona-
mento ed un comportamento primordiale atavico, sensibilizzante i sistemi di
metacomunicazione [ed aggiunge]:
Ma se essa una regressione al servizio dellIo vuol dire che insorgono precisi limiti
al suo impiego . Poi si chiede: Che cosa un ipnotizzatore pu fare compiere a un
soggetto?
E si risponde:
tutto quello che si accorda con la sua (del soggetto) personalit profonda istintivo -
affettiva; per cui non potremo fare mai, con lipnosi, di un criminale un galantuomo
o viceversa; a meno di non ricorrere allinganno, alterando per le sue percezioni ma
non la sua personalit.
Ed aggiunge ancora che:
anche lalterazione delle percezioni ha dei limiti o delle facilitazioni che di-
pendono dalla specica sensorialit del soggetto.
Soggetto che, facendo riferimento alla P.N.L. (Programmazione Neu-
ro Linguistica) ...pu essere
q un visivo
q un uditivo o
q un cenestesico
per cui a una persona predisposta a recepire lesperienza del mondo esterno
pi attraverso ludito che non la vista, sar pi facile che sperimenti delle
allucinazioni negative visive piuttosto che uditive..
Suggestionabilit costituzionale di apparato
Un aspetto interessante, ancora messo in luce da Granone, tramite la
formulazione terminologica di suggestionabilit costituzionale di apparato
sta ad indicare una maggiore o minore perviet della ideoplasia ipnotica verso
una determinata struttura organico viscerale (digerente, respiratorio, sessuale
ecc). Con ci facendo rilevare che: insorgono altri limiti alle realizzazioni
ipnotiche, in rapporto alla specica costituzione del soggetto per cui in una
persona potremo provocare un ponte catalettico (che interessa lapparato
motore) mentre questo stesso soggetto potr non sopportare la puntura di
un ago. Di conseguenza riteniamo un errore parlare di ipnosi pi o meno
profonda come si fa comunemente, con riferimento alla intensit dello sti-
molo risvegliante dal sonno, mentre invece si tratta del livello di responsivit
del soggetto agli imput ipnotici ricevuti.
Stato Relazione passante per il corpo
LIstituto Bernheim ha adottato una denizione elaborata da Guan-
tieri secondo cui lipnosi viene considerata come uno stato e una relazione
interpersonale particolare a cui dovrebbe fare da corollario lespressione,
proposta da Parietti, passante per il corpo, in tal modo coinvolgendo mol-
teplici risposte corporee auto ed etero indotte. Denizione che potrebbe
essere rappresentata gracamente con la formula:
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I = S/R x C
I = ipnosi
S = stato
R = relazione
C = corpo
Si tratta degli aspetti o elementi che sono propri della condizione
ipnotica e che di per s, in quanto tali, o inseriti nel contesto di forme di
terapia strutturate, rendono possibile il ricorso allipnosi in psicoterapia...
una questione di termini.
Cerchiamo quindi di meglio denire signicato, ruolo e funzioni dei
termini impiegati:
Stato
Inteso come stato dinamico di coscienza modicata, caratterizzato da
un incremento della attivit immaginativa che porta al manifestarsi di una
prevalenza di rappresentazioni mentali del mondo interiore nei confronti
della percezione sensoriale esterna.
Da ci ne deriverebbe la capacit, da parte del soggetto, di realizzare
rappresentazioni mentali autonome nei confronti delle percezioni senso-
riali oggettive.
Questo stato viene anche denito, in relazione ai livelli di vigilanza
identicati, come quarto stato (detto anche di non sonno-non veglia) men-
tre gli altri stati corrispondendo:
il primo allo stato di veglia;
il secondo a quello di sonno profondo;
il terzo a quello di sonno rem o dei movimenti oculari rapidi collegati al-
lattivit sognante.
Relazione
Intesa come una particolare modalit comunicativa che si svolge su di
un duplice livello (razionale ed emotivo) in cui linduttore:
dice
informa
propone
ordina.
al soggetto di
fare o non fare
determinate azioni (es: alzare o non potere alzare le braccia o aprire gli
occhi).
I mezzi utilizzati per ottenere tutto ci sono:
il linguaggio verbale caratterizzato da informazioni prescrittive (fai cos-
non fare cos)
il linguaggio non verbale costituito tanto dalla parola nelle sue componenti
espressive (tonalit - modulazione - ritmo), quanto da manipolazioni cor-
poree (passi)
la strutturazione del contesto che si declina particolarmente nelle componen-
ti spaziali e corporali (prossimit - distanza - incombenza).
Si tratta di una modalit relazionale comunque regressivache si
- 61 -
svolge ad un duplice livello razionale ed affettivo tra un individuo che sup-
posto sapere (linduttore) e un altro, sofferente, che chiede aiuto (colui che
indotto).
Questo in terapia. Tale relazione si viene a strutturare
in base al tipo di induzione adottata
ed agli aspetti della quale su cui, a sua volta interferisce.
Ricordiamo che le tecniche induttive si costruiscono attraverso una
articolata integrazione di stimoli che sono in grado di avviare i processi
psico-neuro-siologico-relazionali che sono caratteristici della condizione
ipnotica.
Queste tecniche possono essere suddivise in:
Manipolazioni siche
Caratterizzate da limitazioni sensoriali motorie ideative che si veri-
cano in seguito a stimoli che tendono a
restringere lampiezza del campo percettivo
e, nel contempo, ad aumentarne la profondit.
Ci in quanto focalizzano lattenzione del soggetto, facendola con-
vergere su questi stimoli e sulla loro sorgente (lattivit - le parole - i gesti
- dellinduttore).
Questi stimoli, a loro volta, possono presentarsi come:
improvvisi e violenti (a me gli occhi-compressione delle giugulari-sofo in
faccia)
deboli e continui (monotonia e ripetitivit delle formulazioni dellopera-
tore).
Fattori relazionali e motivazionali
Sono caratterizzati dagli atteggiamenti e dalle espressioni mimiche e
verbali dellinduttore attraverso i quali vengono:
soddisfatti bisogni
attivate capacit
del soggetto indotto, portando lo stesso ad adottare delle condotte imitative
nei confronti del soggetto induttore (il terapeuta).
Passante per il corpo
A questo proposito possiamo dire, con Santini e Campanella, che il
corpo costantemente presente nellesperienza ipnotica.
Si tratta, infatti, di una esperienza globale a cui concorrono:
sia elementi psichici (sensazioni-emozioni- attivit immaginative)
sia elementi che provengono dal corpo (percezioni sensoriali - movimenti)
che sono articolati tra di loro in un contesto relazionale denito rapport.
Il corpo e lipnosi
Nellipnosi il corpo interviene e si manifesta:
sia come tale nella sua realt di corpo anatomico [il corpo cosa che occupa
spazio e che si pu vedere, toccare, odorare(il koerper dei fenomenolo-
gi di lingua tedesca)]
ma anche come corpo vissuto, capace di sensazioni (il leib degli autori
tedeschi).
- 62 -
Nella esperienza ipnotica come se si realizzasse una specie di sintesi
tra:
il corpo che si ha e il corpo che si
il corpo che appare e il corpo che si vorrebbe avere
in ipnosi
lesperienza corporea assume aspetti differenti in relazione a fasi diverse:
Nella fase induttiva
come se il corpo si ponesse quale mediatore del processo di transizione tra
lo stato di coscienza normale e quello modicato che caratterizza il vissuto
dellipnosi. La fenomenologia che si manifesta in tale fase sembra correlabi-
le a una serie di variabili quali:
la postura eretta con caduta nelle induzioni dure;
la postura seduta con induzioni morbide e progressive;
la postura sdraiata nelle induzioni evocative di ricordi ed emozioni;
le dispercezioni corporee costituite da sensazioni soggettive spontanee o
indotte di variazioni di volume - forma - peso - calore - collocazione spazia-
le del corpo e dei suoi vari distretti;
la motilit che pu essere attivata (levitazione) o inibita (blocchi-paralisi);
le modicazioni siologiche nelle soggettive percezioni di sensazioni
neuro-vegetative sia a carico di organi e apparati (cardiovascolare - respira-
torio - digerente - escretorio);
in certe componenti biochimico-ematiche.
Nella fase induttiva
il corpo non scompare e non passivo ma assume una parte attiva.
La mente, infatti, a seguito delle stimolazioni (verbali e non) dellin-
duttore viene indirizzata a focalizzarsi sulle sensazioni che le provengono
dal corpo in una esperienza, tanto comune quanto insolita, trattandosi di
sensazioni certamente comuni ma difcilmente percepite nella quotidianit
delle esperienze vissute.
Si tratta delle sensazioni indotte di:
pesantezza
contrazione e detensione muscolare,
atteggiamenti posturali che si realizzano nella fase induttiva.
Potremmo sostenere che la senso-percezione del corpo accompagna la
mente durante tutta la fase induttiva sino a quando:
la sensazione soggettiva del corpo vissuto
e limmaginazione del corpo (rappresentata mentalmente)
introducono la nuova esperienza denibile come ipnotica.
Nella fase di stato
Il corpo in grado di fare movimenti con ci recuperando, seppure in
modo peculiare e caratteristico, quella mobilit variamente ridotta o inibita
dalle tecniche induttive.
Si tratta di movimenti che, al di l di quelli automatici e di quelli ries-
si per recuperi posturali di comodit, possono essere indotti:
sia direttamente da impurt delloperatore (es: cammina - muoviti),
- 63 -
sia indirettamente quale espressione di processi immaginativi attivati (es:
immagina di salire o scendere una scala).
Approccio pluridimensionale
Lapproccio appena descritto pu essere denito come pluridimensio-
nale in quanto attraverso questo possono scaturire una serie di correlazioni
ed integrazioni tra esperienze e teorie neurosiologiche psicologiche di-
namico relazionali che conducono a quella denizione di ipnosi preceden-
temente enunciata e che possiamo risintetizzare come :
Stato (di coscienza modicata) e rapporto interpersonale:
denibili come regressivi
e interpretabili in termini neuro-psicodinamici
e attivabili in conformit con determinati principi
e ad opera di stimoli adeguati
che inducono deprivazione sensorio-motoria
attivando un evoluzione motivazionale
che pu tradursi e realizzarsi in fenomeni specici (indotti o spontanei)
che possono essere, come sono, ampiamente utilizzati a ni sperimentali e
clinici sia diagnostici che terapeutici. sulla base di questi dati e sulla loro
articolata integrazione che il terapeuta induttore elaborer le sue diverse
modalit operative, che troveranno nellapproccio induttivo adottato lele-
mento orientativo del suo intervento.
(FINE Prima Parte. La II parte sar pubblicata sul prossimo numero: 45). La Bibliograa sar
pubblicata alla ne del lavoro).

Piero Parietti
Psichiatra, Psicoterapeuta, Presidente Societ Italiana di Medicina Psicosomatica. Direttore
scientico Centro Studi Psicoterapia Integrata Immaginativa ad Espressione Corporea.
Direttore Scuola di Specializzazione ad orientamento psicosomatico dellIstituto Riza di
Milano.
Indirizzo dellAutore: Piero Parietti
Via L. Anelli,1- 20122- Milano
p.parietti@piiec.com
Societ Italiana di Medicina Psicosomatica
via L. Anelli 1 - 20122 Milano
www.simpitalia.com
Elisa Faretta
Psicologa Psicoterapeuta, Responsabile e Coordinatrice Centro PIIEC -Milano. Cotrainer
e Superviore EMDR Italia ed Europa. Direttivo SIMP e EMDR. Responsabile per la SIMP
area Psicoterapie integrate e Psicotraumatologia.
Indirizzo dellAutore: Elisa Faretta
E. faretta@piiec.com
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COSCIENZA / ESPERIENZA
MEDICINA E PSICOLOGIA SUL CAMPO
LA FAMIGLIA ADDAMS
(DAL VOMITO E DALLA INSONNIA DEL FIGLIO ALLA
VISIONE GLOBALE, SISTEMICO-PSICOANALITICA E
ALLA TERAPIA INTEGRATA DI COPPIA)*
Fausto Agresta, Sabrina Iansante, Carmela Pelusi, Alessio
Bianconi, Manuela Cavallo, Alessandra DAmato, Rosa De Luca,
Barbara Feliziani, Ilary Furno, Alessandro Giannandrea, Caterina
Mangifesta, M.Antonietta Martelli, Roberta Rastelli, Paola Silvestri
Antefatto
Laltro anno ricevo una telefonata a casa dal Signor Antonio (una
persona che mi conosce). Mi chiede se posso parlare con una sua amica che
ha bisogno di consultarmi. Gli rispondo che, anche se sono molto occupato,
non posso dire di no ad Antonio e che la signora avrebbe potuto telefonarmi
nel pomeriggio allo studio. La telefonata arriva puntuale, io le dico che mi
aveva telefonato il Signor Antonio e la signora mi accenna al problema del
glio Gianni, di 14 anni, che vomita spesso, non dorme e non vuole andare
a scuola. Io le sso un appuntamento alla famiglia per il luned successivo
(il giorno della telefonata era gioved), ma lei sottolinea che difcilmente il
glio sarebbe venuto insieme con loro. Le rispondo che, in tutti casi, avrei
desiderato parlare con i genitori: o la coppia o tutta la famiglia. Lei accon-
sente e mi dice che sarebbe venuta lei insieme col marito, cos avrei potuto
consigliare riguardo alla problematica. Io rispondo che ero daccordo:
comunque sarebbe stato meglio se fossero venuti tutti. Non chiedo, per la
fretta, se cerano altri componenti della famiglia: (lapsus del Terapeuta).
Inizio
Il giorno stabilito si presentano, con 5 minuti di anticipo, in quattro:
la signora Elena, di 39 anni, il marito, Stefano, di 40 anni, il ragazzo, Gianni
di 14 ed una ragazzina, Giovanna, di 10 anni. Prima di entrare la signora
fa come per dire che la ragazzina pu aspettare fuori, nel corridoio. Io, un
po stupefatto e sorridendo, li faccio accomodare, naturalmente, tutti nella
stanza della consultazione. Io sto per nire una seduta, in unaltra stanza.
Entro e vedo che sono schierati uno di fronte agli altri: la ragazzina alla
mia destra, poi il pap, la mamma e di fronte, da solo il ragazzo, come un
imputato, tutto rosso in viso (vedere gura pag. 5). La madre, musicista,
una bella donna, indossa i jeans ed ben truccata; il pap, rappresentante
in una ditta, somiglia ad un orso buono: lui ed i gli sono un po robusti e
cicciotelli, come sottolineer nel corso del primo colloquio. Il pap ha anche
una Azienda Agricola in una grossa cittadina, vicino al loro paese, che gesti-
sce insieme con un fratello e una sorella. Praticamente sempre al lavoro.
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La signora Elena esordisce dicendo che il problema il ragazzo che
vomita spesso, e che prima era pi grasso: adesso dimagrito ed ha perso
tre taglie. Io chiedo di spiegarmi meglio come conoscono il Signor Antonio
e come avvenuto linvio. La signora risponde che non stato Antonio a
mandarli da me, ma il suo medico di famiglia, il dott. Rossi, il medico di
famiglia del paese, al quale aveva raccontato a pi riprese il problema del ra-
gazzo. Allinizio non ricordavo di conoscere questo dottore, ma dopo ho ca-
pito che si trattava di un compagno conosciuto tramite altri amici, nei primi
anni di universit e che non lo vedevo da molto tempo. La signora prosegue
spiegando che ha chiesto il nome di un bravo psicologo al dott. Rossi e lui le
ha fatto il mio nome. In pi, ha chiesto ad Antonio. Cos Antonio ha deciso
di raccomandarmi la sua amica. Elena continua a parlare dei problemi del
ragazzo ( ancora la signora ad intervenire), del fatto che lui non voleva
venire e insiste a parlare del sintomo: il cibo. Il ragazzo vomita appena dopo
aver mangiato. Chiedo al giovane il suo nome e cos Gianni prende la parola
per la prima volta e racconta subito della nonna materna, Anna (che vive
con loro), la quale molto insistente per quel che riguarda il cibo, lo forza
sempre a mangiare, cos lui dopo ogni pasto va in bagno e vomita. Continua
e dice che non ce la fa pi a dire alla nonna e alla mamma che non vuole
mangiare, cos pian piano ha cominciato a parlare di questo abbuffarsi,
riempirsi, anche se la signora giustica subito sua madre Anna. Infatti,
dice: Lo fa perch gli vuole bene. Tra laltro, entrambi i gli sono un po
robusti e ritengo che il problema del cibo abbia un signicato primordiale
e sintomatico nella comunicazione della famiglia. Gianni, comunque, insiste
nel dire che non ce la fa pi a ripetere che la nonna lo forza no allinvero-
simile. Il pap si tira fuori da questi problemi e afferma che esagerano tutti;
lui capisce il glio e non gli dice niente, anche perch sono tutti un po
pienotti. La madre nega con la testa e comincia a criticare il padre per la sua
assenza: Tu non ci stai mai, che ne sai; tu fai due lavori e non ci stai mai!
- aggiunge arrabbiata.
Osservando il padre e la ragazzina, noto che c unintesa particolare:
durante il colloquio entrambi giocano con le dita, Giovanna intreccia le sue
dita tra quelle del padre. Penso subito ad un alleanza inconscia con una
comunicazione non verbale molto collusiva. A questo punto chiedo cosa
ne pensa il padre della situazione, e lui risponde: Io preferisco non immi-
schiarmi, meglio che lascio stare, loro esagerano. Se intervengo dovrei
stare sempre a discutere, e comunque il problema non grave, siamo tutti
un po obesi in famiglia. Nelle sue parole ho notato un po dironia, che
chiaramente va interpretata come difesa. Egli non entra nella lotta. A questo
punto faccio notare che dalle parole di Gianni tutti hanno ascoltato che la
nonna, che vive con loro, forse un po opprimente verso tutti. Chiedo se
sono daccordo sul fatto che le pressioni sul cibo siano da intendersi come
un modo per controllare tutti i membri della famiglia: daltronde, Gianni,
di notte, non riesce a dormire...dice che pensa a quello che gli succede di
giorno...e gira per casa!
La signora Elena a questo punto prende di nuovo la parola, racconta
che sono andati a vivere in un grosso paese di montagna da sua madre in
occasione della nascita della glia, perch proprio allora lei aveva trovato un
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posto di lavoro e non sapeva a chi lasciare i bambini, visto che suo marito a
casa non c mai. Poi aggiunge: Poi Dottore le devo confessare che soffro da
13 anni di attacchi di panico, prendo psicofarmaci e sono in cura da uno psichiatra,
nella Clinica [...]. Parla un po del suo problema. Io prendo le parti del
ragazzo e gli dico ironicamente che forse stato lui a portare in terapia la
madre e non il contrario, dopo che la mamma, al telefono, diceva che non
il glio desiderava venire. Chiedo al marito cosa ne pensa dei problemi di
sua moglie, e lui dice che, se deve proprio parlare, ci sarebbe anche la zia
Giuditta, la sorella della signora che vive vicino a loro, che entra sempre al-
limprovviso in casa e comanda; lei si affaccia e dice: Beh, avete mangiato?;
cos torna a prendere spazio di nuovo il sintomo del ragazzo. Poi la madre
dice che Gianni anche lanno scorso non studiava, si era lasciato andare....
ora non vuole pi andare a scuola!
Chiedo al pap Stefano qualcosa riguardo alla sua famiglia dorigine.
La nonna paterna vive con uno dei suoi gli e il ragazzo dice che con loro
si trova benissimo,

perch non gli chiedono mai niente, come suo padre,
che molto inattivo e se ne tira fuori, mentre dalla parte dei parenti della
mamma c una iperattivit. Sia il nonno materno, che il nonno paterno
vivono in campagna. La dinamica si comincia ad allargare: c un conitto tra
madre e glio ed una accondiscendenza tra padre e glia. Nella coppia non c
unalleanza forte: la signora accusa il marito di essere assente come gura
paterna,

perch non prende posizione. C un disaccordo latente, poi ci
sono nonna e zia che interferiscono pesantemente sulle decisioni della fa-
miglia. Il ragazzo il paziente designato, ma il vero paziente la famiglia che non
funziona, e (dis) funzionano i membri sostituti: la zia e la nonna materna. Faccio
in modo di stimolare la riessione sulla necessit di restituire il potere alla
coppia, dicendo che Anna e Giuditta hanno tanto pi potere su di loro,
quanto pi la coppia percepita come disunita e senza potere. Anche Gian-
ni daccordo, infatti dice: Sono come cani che quando vedono un pezzo di carne
si azzannano tutti quanti, invece io dico che se andate pi daccordo gli altri non vi
azzannano. Bisogna ridare un po di potere al padre... Ma se la signora va
contro il marito, lui si alleer sempre di pi con laltra femmina, la glia.
T: IPOTESI: Bisogna conittualizzare la coppia, bisogna che litighi-
no, o meglio che dialoghino. Si va avanti ancora a parlare del sintomo del
glio, mentre il padre e la ragazzina continuano i loro giochi con le dita.
Presto, per, il discorso torna sui problemi della signora, che anche
oggi al lavoro era svenuta. Elena dice: Io sto male, dottore, devo viaggiare ogni
giorno, ho gli attacchi di panico. Io le rispondo che importante che lei ha
parlato dei suoi problemi e che mi preoccuperei pi per lei che per il glio:
lei una vittima della famiglia, perch il perno della famiglia la signora
Anna che comanda tutti.
T: Alla ne, ho proposto che avrei avuto bisogno di parlare con la
coppia, poi avrei rivisto il ragazzo; loro erano daccordo. Probabilmente i
sistemici avrebbero preferito continuare a vedere tutta la famiglia, ma c un
problema di coppia in cui la mamma sta male, in una situazione delicata e
prende psicofarmaci; inoltre la coppia non ha mai parlato da sola.
Bisogna capire perch ci sia stata proprio adesso lorigine della crisi.
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Non lho chiesto, lo chieder pi avanti. Posso solo ipotizzare unorigine
della crisi a livello edipico, ma non mi ancora chiaro. Se accettano di ve-
nire in coppia, allora vogliono lavorare sulla coppia; se non avessero voluto
continuare la terapia non avrei potuto fare niente, e ci sarebbe stata una
rottura.
Chiedo al glio se preoccupato della salute della madre e lui dice:
Si, dottore, sono molto preoccupato per mia madre, se penso a questo,
spesso, vomito. Quindi, il vomito esprime soprattutto il riuto di quella situazione
familiare. Chiedo alla ragazzina: Com andata? e lei, che stata in silenzio
tutto il tempo, mi risponde che andata bene, che proprio cosi che stan-
no le cose. Io aggiungo: Anche pap ha parlato bene. Si, cos. A questo
punto la madre ripropone il glio e aggiunge: Per, dottore, lei mi deve
vedere mio glio, anche se lui non vuole venire. Siete daccordo che ci ve-
diamo prima noi e poi rivedremo tutta la famiglia? entrambi i coniugi sono
daccordo. Sulla porta, prima di uscire, la signora mi ringrazia, Non ho mai
fatto un colloquio cos, sono stata bene. Dallo psichiatra non ho mai potuto
parlare cosi mi dice.
Dopo una settimana richiamano, poi disdicono lappuntamento per
questioni di lavoro. Poi, dopo due settimane, vengono per il secondo collo-
quio.
T:[[Commento]: Possiamo dire che con questo metodo della teoria
dei sistemi complessi e della psicanalisi di gruppo, il problema del singolo
diventa il problema della famiglia, il sintomo ricondotto nel sintomo della
famiglia: il nodo parte della rete, per dirla alla Foulkes. Perch lerrore
che spesso si fa soprattutto con i ragazzi di tentare di curare il sintomo, ma
non di ristrutturare le dinamiche familiari.
In questo caso particolare c una signora di 41 anni che prende psico-
farmaci da molto tempo, quindi non posso fare la psicoterapia singola alla
signora, perch salterebbe tutto il sistema. Ammesso che siamo ancora in
tempo per ristrutturare tutta la persona, non facile con un marito con cui
non va daccordo, il glio con il suo sintomo, la glia alleata con il padre,
nonna e zia che opprimono tutti. Ricordiamo che la cultura quella di un
paesino, dove bisogna prendere atto di una certa struttura matriarcale e cul-
turale che condiziona la famiglia. Quando lei ha chiesto cosa dovessero fare, le
ho detto che devono imparare a difendersi dagli attacchi esterni. Le ho detto: E
vostro compito controllare i vostri gli, e lei deve avere il coraggio di difendersi da
sua madre. Cos ho ridato il potere al padre, criticando indirettamente la
suocera; ho detto ad Elena di avere il coraggio di accettare la madre, perch
ne vittima, ed il ragazzo ha capito che sono daccordo con lui. Anche Gio-
vanna daccordo con me: la volevano tenere fuori la porta, io lho fatta en-
trare, ed ho rispettato il suo silenzio. Alla ne tutta la famiglia alleata con
il Terapeuta (tranne la nonna). La signora ha accettato ci che stato detto
del ruolo negativo di sua madre e di sua sorella che nella famiglia sono per-
sone opprimenti. Alla ne Elena ha aggiunto: In ogni caso, dottore, non
posso sospendere le medicine? Ho chiarito che ne avremmo parlato con
pi calma nel colloquio successivo e che il mio compito non poteva interfe-
rire con quello dello psichiatra. Doveva chiedere al suo psichiatra e al suo
- 68 -
medico di famiglia che in contatto con lo specialista. Ha tentato, alla ne,
di farmi colludere. Possiamo dire ancora che siamo passati dal sintomo
alla simbologia del sintomo. Dalla richiesta per un paziente designato alla
visione globale della famiglia e quindi della coppia per altri due-tre colloqui,
prima di decidere se chiudere lintervento o aprirlo con una nalit da de-
nire. Questo un progetto minimo].
FAMIGLIA ADDAMS: SECONDO COLLOQUIO
Riprendendo il lo del primo colloquio, nella strategia psicodinamica
e sistemico-familiare e seguendo il mio modello di intervento dinamico - psi-
cosomatico (Agresta F., 1997; 2001; 2007) si tende a spostare il problema dal
sintomo al sistema (in questo caso il gruppo di famiglia). Per cui il sintomo
non mai la malattia da curare, da sopprimere, ma un messaggio che ha
diversi signicati. Sappiamo, senza dirlo apertamente, che, simbolicamente,
il vomito del ragazzo esprime il riuto pi o meno cosciente della situazione
esistenziale e del mondo esterno (gruppo familiare), ma, soprattutto, del
proprio S (proiezione inconscia di un quid che il ragazzo non accetta
e in cui il corpo diventa un mezzo di comunicazione). Altrove (Agresta F.,
2002; 2002), ho descritto casi estremi di anoressia dove c un riuto totale
di parti del proprio inconscio e del proprio corpo. Quindi, se noi leggiamo
il sintomo in una rete relazionale dinamica-gruppale familiare

possiamo
pensare che esso esprima, senzaltro, un disagio del gruppo familiare che
tende a coprire il disagio interiore, col mangiare sempre di pi (abbuffar-
si, fame da bue: bulimia).
- 69 -
Rispettando gli accordi, alla seduta successiva venuta soltanto la
coppia, ma con molto ritardo (circa 15 minuti il che da ritenersi una resi-
stenza). In questi casi, si pu scegliere di essere direttivi o non direttivi, come
prevede lindirizzo psicodinamico. Lappuntamento era ssato per le 9:15,
ma soltanto alle 9:30 mi citofona la signora, scusandosi per il ritardo dovuto
al trafco e dicendo che il marito stava ancora cercando il parcheggio, cosic-
ch la terapia iniziata con altri 7 minuti di ritardo, nellattesa che arrivasse
anche il marito. Essi si giusticano dicendo che sono partiti alle 8:30 dal
paese vicino e non sapevano che ci fosse il problema del parcheggio.

.

. (
una buona scusa per la resistenza). La prima cosa che devo pensare di far
rispettare il setting: faccio notare loro che, indipendentemente dagli altri ap-
puntamenti, ho cercato di far recuperare 5 minuti, perch vengono da fuori
ed ho preso coscienza che stanno molto male. La posizione della coppia era
sbilanciata: la moglie era protesa in avanti verso il Terapeuta e parlava solo
con me, mentre il marito stava pi indietro e tra di loro non comunicavano.
Cera una disposizione a triangolo scaleno.
Elena ha cominciato a parlare dei suoi sintomi, dicendo: Dottore sono
stata molto male questa settimana, proprio questa mattina sono svenuta, sono molto
apprensiva. Ho accumulato tanta ribellione contro tutti, per ho i sensi di colpa La
signora continuava a parlare col Terapeuta, parlava sempre lei e il marito
un po sulle sue stava dietro col corpo, cos le ho fatto notare la disposizio-
ne spaziale: Signora, vede, le faccio notare che lei parla soltanto con me, non con
suo marito. E lei: No, parlo anche con lui e si girava. Alla ne sono riuscito a
farli parlare tra di loro ed ho riportato la comunicazione a triangolo isosce-
le al cui vertice stavo io e loro alla base.
Subito dopo, lei si tirata un po dietro, il marito un po avanti e han-
no cominciato a discutere ed ho fatto questa focalizzazione, chiedendo loro:
Posso chiedervi quante altre volte avete parlato da soli?. E lei: In 17 anni
mai, solo di notte per litigare, perch ci sono mia madre ed i gli.
T: Questo lobiettivo del secondo colloquio: stabilire un dialogo nel-
la coppia e fare in modo che lo sfogo del sintomo abbia termine dando la
possibilit di parlare e di farsi ascoltare alla coppia stessa. La posizione del
Terapeuta dinamicamente attiva: infatti, li lascio parlare ed ascolto.
Si accusano a vicenda di non essere mai in casa: il marito prende la
parola con difcolt, la perde, poi riesce a prenderla di nuovo,

incolpando
la moglie di essere sempre fuori casa e lei a sua volta rimprovera il marito
dicendo: Sei stato sempre in giro a lavorare, va bene, non ho mai potuto
fare afdamento su di te. Non prendi mai posizione, io mi sono dovuta ap-
poggiare molto a mia madre.
C sempre difcolt con queste persone che non hanno mai tempo
per se stesse tranne che per il lavoro: una resistenza. Stefano cos le rispon-
- 70 -
de: Io sono stato fuori, ma ho riportato sempre lo stipendio con gli straor-
dinari potevamo mangiare anche un po di meno (ridendo).
C stato solo un piccolo accenno al ragazzo ed al suo tentativo di
dimagrire, perch si era ingrassato negli ultimi mesi; adesso dorme di pi,
prima andava in giro per la casa, di notte!
Faccio notare che importante che il padre abbia un rapporto positivo
col glio, perch ho notato che la madre dialoga un po di pi con lui, ma il
padre nega subito la triangolazione e dice: Con mio glio ci vado daccor-
dissimo, tanto che andiamo al bar insieme. Quando c la negazione non
insisto, non li devo convincere; sto cercando soltanto di stimolarli per sag-
giare le loro difese: sono avvicinamenti dinamici ed interpretazioni di prova.
Alla ne Stefano dice: Comunque dottore, io sono molto preoccupato per mia
moglie e lei distinto: Si, preoccupato e poi diglielo che sei geloso. Lui: Si, ma la
colpa tua che non stai mai a casa, perch sei impegnata in politica, a scuola... .
Lui: Ma il problema non grave, perch non una gelosia patologica... lo so che non
mi tradisci.., che ti vorrei pi a casa forse scappi perch c tua madre? Lei: Pu
darsi... ma ora ho anche le vertigini, oltre agli attacchi di panico!
Successivamente la signora Elena ha ripresentato il problema delle
medicine e le ho chiesto perch lo stesse chiedendo al Terapeuta. . . mi dice
che lo psichiatra le ha detto che deve continuare a prenderle, anche se non
curano la personalit.., ma lei vorrebbe lasciare. Le faccio notare che alla
ne della consultazione non si pu affrontare un problema cos importante
e che gi oggetto di chiaricazione da parte di altri.
Al momento di pagare, il marito mette una parte, la moglie un altra, ma non
avendo il resto dico loro di pagare la prossima volta. Quindi, questo fa capire che
una famiglia che non progetta, non programma; labbiamo visto nel tempo, nel par-
cheggio e nei soldi. Li dovevo salutare, stavamo quasi sulla porta, era tardi e alla ne
i soldi la signora non me Ii ha dati siamo sempre al limite, nell area del limite,
nel momento del passaggio del conne.
T: [[Commento]. A differenza della prima seduta, quando la signora,
davanti al marito geloso, ha tentato di entrare nell area della seduzione
(Non ho mai fatto un colloquio cos) e ringraziandomi per il colloquio
stesso, questa volta mi ha squalicato,

non accordandosi con il marito per
pagare normalmente: questo il doppio messaggio. Tutte le coppie spezza-
te, scisse fanno cos: non preparano a casa i soldi prima, perch in genere
non mentalizzano prima e perch nessuno dei due chiede allaltro: Hai i
soldi per la seduta?.
I punti fondamentali del secondo colloquio sono:
1 - non si parlato del sintomo, se non una volta sola: questa la di-
mostrazione che non quello il problema fondamentale;
2 - una coppia sbilanciata che non ha mai parlato da sola;
3 - alla ne c stata una squalica verso il terapeuta,

non mettendo
laltro pezzo dei soldi: la signora ha fatto un lapsus, non voleva pagare e
quindi non ha accettato la seduta, perch sa che piano piano arriver il con-
to, ma daltro canto arriver il conto anche al marito; comunque, al di l
della frenata, hanno accettato di tornare per altri 2, 3 colloqui;
- 71 -
4 - il ritardo (anche alla ne, con le due chiamate) va interpretato
come resistenza.
La mia strategia dei primi colloqui non sistematicamente sempre
uguale. Alla ne dei colloqui si d una indicazione diagnostica; dopo si pro-
pone un programma di massima e se accettano, si inizia; se non accettano, si
accetta la loro decisione (il riuto). Non abbiamo deciso niente, per il mo-
mento: sto ascoltando la coppia e sto lavorando sulla dinamica del sintomo
come vantaggio secondario. Loro sono venuti per risolvere il vomito psico-
geno del glio, che pu essere anche ossessivo, ma il sintomo nasconde mol-
te altre cose; il ragazzo non ha pi armi per esprimere il suo disagio e deve
ricorrere ad una forma anomala per comunicare che non ce la fa pi.
La coppia pi parla tra s, pi vomita parole; quindi come sintomo
della coppia si crea il vomito di parole: questo accade, spostando cos la
persecuzione sulla dinamica interattiva di coppia. Pi si lascia respirare,
con un nuovo spazio, pi la coppia respira nel luogo generalmente e
simbolicamente occupato dal SINTOMO del glio, tanto pi il glio stesso
vomiter di meno. Spazio del sintomo, spazio delle parole e dei lamenti so-
matici.
In questo caso siamo partiti dal 3 livello (soma); non trattandosi di
una coppia nevrotica, ancora troppo presto per introdurre i sogni.]
Nota sul vomito:
Da dieci anni ho in cura una signora con una struttura mentale perver-
sa, che un anno prima di consultarmi, ha presentato il sintomo del vomito,
andata dai medici, ha preso le medicine, ma il sintomo si ripresentava, e
alla ne si convinta che si trattasse di un problema psicologico. Questa
signora ha un problema con gli uomini: non riesce ad avere rapporti sessuali
e prova piacere solo nell autopunirsi e nella masturbazione. Dopo un anno
ha sognato una donna che le passava vicino e le diceva tu sei omosessua-
le e lei rispondeva: no, come ti permetti? Non vero. Ne seguito un
battibecco nel sogno. Ho forzato un po linterpretazione e ho detto: Pro-
babilmente c una parte omosessuale in lei, ma lei, contrariata, ha negato.
Nella seduta successiva tornata arrabbiata e piangendo, gridava: io non
sono omosessuale; sembrava il primo giorno di terapia e quindi ho dovuto
farle capire che questa parte omosessuale, omoaffettiva, rimasta ingabbiata
in uno strato arcaico dellinconscio che nalmente stava venendo fuori, non
congiunta con la parte eterosessuale; il riuto di questa situazione porta il
vomito, che ha un signicato relazionale e di difesa, per cui lei, quando si
deve avvicinare ad un uomo, non ha abbastanza energie per affrontarlo. Alla
ne della seduta mi ha confessato che quella settimana non aveva vomitato
per niente.
FAMIGLIA ADDAMS: TERZO COLLOQUIO
Ha richiamato il marito dopo due settimane. Ci troviamo al terzo col-
loquio e questa volta sono venuti con cinque minuti di anticipo. La parte
iniziale del colloquio si focalizzata di nuovo sulla problematica del cibo,
perch Gianni ha vomitato per tre giorni di seguito e poi per dieci giorni,
per la prima volta, non ha pi rimesso il cibo; quindi ho inserito queste
- 72 -
equazioni: cibo=affettivit, cibo=madre, cibo=latte, cosicch alla base del
cibo c il controllo della madre. A questo punto ho proposto questa lettura:
Mi rendo conto che il cibo nella vostra famiglia assume un ruolo fondamentale. E
lei: bisogna andare molto indietro per capire i difetti di oggi. Questa frase
dimostra che avvenuto l insight.
T: Dovete sapere che nei primi colloqui c sempre questa matrice che
si riproduce: dai sintomi alle resistenze e poi ad un attenzione pi approfon-
dita al sintomo, in questo caso il vomito del glio, che se si riesce a spostare,

fa emergere la dinamica della relazione madre-glio e la storia della madre;
dal punto di vista psicanalitico ci si arriva con lassociazione libera.
La signora Elena ripercorre la sua vita saltando dalla nascita no ai
ventanni; racconta di aver avuto una gravidanza bruttissima, perch non
aveva pi il liquido amniotico quando stava nascendo Gianni, e non ha pi
dormito per i successivi due/tre anni, perch il piccolino strillava sempre e
stava sveglio. I medici dicevano che era sano. Le chiedo : Allora eravate da
soli?. E lei: Si, per avevo bisogno della presenza di mia madre. Anche i fatti
obiettivi condizionano la vita psichica: il bambino e la mamma che non
dormivano, il padre che non cera mai e, da un punto di vista logico,

laiuto
della nonna, che abitava a 200 metri da loro, era indispensabile; dal punto
di vista psicanalitico possiamo dire che, nelle condizioni in cui si trovava,
Elena non ha mai tagliato il cordone ombelicale con la propria mamma.
Riprendiamo la storia del cibo: Dottore, lei deve sapere che mio glio dalla nasci-
ta ha sofferto di stomatite per due/tre mesi... per farlo mangiare aveva bisogno delle
medicine; cos, stato in Ospedale un mese, poi non ha dormito per due/tre anni, e
abbiamo avuto grossi problemi per farlo mangiare. Insomma la colpa stata data
alla stomatite. Il marito ha sottolineato che hanno sofferto, che ci sono stati
problemi. . . Forse, anchio ho viziato mio glio e non gli dico niente ...non lo rim-
provero, sono passivo. Poi Elena non tornata al sintomo,

ma ha parlato un
po di s e ha detto: La morte di mio padre mi ha molto segnata, mi ha cambiata
completamente e mi ha ridimensionata. Elena, dai primi anni di vita, risalita
no a 18 anni quando morto il padre, e ricorda che qualche anno dopo
sono venuti a mancare anche i nonni, quindi due anni di morti. Poi, la mia
gravidanza stata una tragedia ...lho vissuta male ...anch io vomitavo, adesso
mi ricordo, caspita... vomitavo mi girava anche la testa. ..mio padre. Forse non lho
superato il trauma? Cosa mi pu dire, dottore? T: S, probabilmente, ora lei
comincia a ricordare i fatti, ma avvicina anche le emozioni vede Signora,
lei stava gi male secondo un certo modo di leggere la sofferenza. Ora, fon-
damentalmente, la signora che parla di pi di se stessa; non c ancora una
dinamica di coppia se non ogni tanto, nessuno scambio di parole tra di loro.
C una triangolazione bilaterale senza uno sviluppo della base.
- 73 -
Anche io stavo male, dice lui, perch gli stessi problemi che avevo allora con
il datore di lavoro, li ho oggi con la mia attivit e per non addolorarla non le dicevo
niente. Usa la tecnica dellevitamento del conitto e gi comincia ad inserir-
si nel dialogo di coppia. Lei recrimina di non essere mai stata compresa dal
marito, per parlano sempre a triangolo aperto verso il Terapeuta, con due
binari, senza entrare in conitto aperto! C passivit in tutte le cose. Lei sem-
pre un vulcano: si difende e riprende lattacco al marito, rivolgendosi, non
al marito stesso, ma di nuovo al Terapeuta: Lui esce, va al bar, si fa qualche
bicchiere con gli amici; io sto in politica e lui geloso... anche se stato lui a
spingermi in questa attivit, perch doveva occuparsene lui,

ma essendo un
impiegato benestante, nel piccolo paese, per non essere accusato e criticato
dalla gente ci ha messo me. La moglie Elena continuava a parlare contro
Stefano ed il Terapeuta le ha fatto notare questo movimento di difesa: Si-
gnora, lei parla con me, si rivolge solo a me... forse dovrebbe virare verso
suo marito, non le pare?. Elena: Si, cos, dottore, ma non ce la faccio a
guardarlo in faccia (e lo guarda).
T.: Poi, un altro punto, Signora. Lei non mi fa parlare, mi precede
sempre. Lintuizione di prima va bene, per se mi precede sempre, non mi
d la possibilit di esprimermi. Quindi se interpreta il pensiero del bambino che ha
fame, va bene, ma se il bambino non avesse fame?
T: [Sappiamo, dagli studi di Gilliron e dalle nostre ricerche in psico-
somatica che se la mamma anticipa troppo i bisogni del bambino, gli causer
problemi di dipendenza che possono sfociare nellossessione del cibo, nella
tossicodipendenza e nellalcol (Agresta F., 2007)].
Elena: Dottore, per lei, forse, lei ci sta allarmando... io non ci penso a tutto
questo.
T.: Allora Signora come mai lei dopo molti anni capisce tutto...se lei sa qual
lorigine della crisi, come mai venuta adesso e non prima?.
Lei: Perch sono andata dal medico che mi ha mandato dal neurologo e io
avevo svenimenti, tachicardia, mal di pancia, mi mancava laria e poi gli attacchi
dangoscia; quando stavo sola mi sentivo male, poi non mi sono mai sentita capita.
T: [[Commento]. Lobiettivo cercare di dare la possibilit di riequi-
librare un po la comunicazione della coppia. Tra laltro nessuno ha parlato
del glio, del sintomo, sembra che sia sparito tutto.]
Elena: S, sto riettendo su quello che mi ha detto...forse corro troppo, s,
quando sono angosciata.
E venuto fuori un altro problema. Stefano prende la parola e dice
apertamente con gli occhi un po bassi: Devo parlare, per ...mi vergogno...sto
sempre solo perch il mio pi caro amico mi ha chiesto di mettermi in unaltra lista in
contrapposizione a mia moglie... quindi ho dovuto scegliere e adesso mi evita.
T: [[Commento]. C un triangolo in cui lex amico lo mette contro la
moglie e viene un po isolato. Se lui d man forte agli amici si allontana dalla
moglie, se si riavvicina alla moglie lo evitano. Fanno di tutto per non farli
andare daccordo, per tenersi quell amicizia infantile-adolescenziale. Inter-
pretandolo dal di fuori, vedo che questo amico vuol tagliare il legame con la
moglie nel momento in cui stanno crescendo.]
- 74 -
Alla ne sbotta Elena, dopo che il marito si aperto. Elena: Dottore,
devo proprio confessarlo: il padre di questuomo (dellamico Ndr) mi ha violentata
da piccola, era alcolista. Il Terapeuta la guarda, ascolta e non dice niente
con le parole... solo una grande partecipazione emozionale. Il Terapeuta ha
preferito non approfondire direttamente e ha interpretato la dinamica ado-
lescenziale in questo modo: Signora, riettiamo su questo pensiero... deve capire
che per questa amicizia adolescenziale suo marito sta male. Il Terapeuta ha difeso,
interpretando, un po la posizione del marito (ferito) e ha cercato di far
comprendere alla moglie che ci vuole del tempo per capire che questamico
geloso di loro due. A questo punto, Stefano si avvicina sicamente alla
moglie, ma lei non ne vuole sapere. Terapeuta: Signor Stefano, lei pu riettere
ed accettare questa posizione di difesa di sua moglie. Lei, Signora Elena pu riettere
ed accettare un po di pi che suo marito addolorato per questa scelta. Come volevasi
dimostrare un problema di coppia.
Al terzo colloquio non hanno parlato affatto del sintomo. Alla ne chiedo
loro, ad entrambi: Allora il ragazzo come va col cibo?. - Ah, io non gli dico pi
niente, mangia quello che vuole, per continua a lamentarsi della nonna che
insiste sempre - dice la mamma. Stefano: Eh, si proprio cos, mia suocera
pesante. Al momento dei saluti li invito a telefonarmi la settimana succes-
siva per prendere appuntamento, perch sono impegnatissimo nelle succes-
sive settimane. Ma come spesso succede, si presentano le resistenze: lei non
vuole smettere di parlare e torna ad attaccare il marito, ma a quel punto ho
dovuto chiudere la seduta: lho interrotta e ho dato unaltra volta la frustra-
zione alla signora Elena. Hanno pagato anche per il colloquio precedente,
ma lei se n andata un po frustrata e non compresa, mentre il marito Ste-
fano ha detto: se non fossi venuto qui dal dottore non avrei mai potuto parlare.
T: [[Commento] Ho avuto anche la sensazione che la Signora si sia
sentita troppo attaccata... pu darsi anche che non telefonino pi, perch
non mi hanno confermato che mi avrebbero richiamato, inoltre probabil-
mente gi hanno capito dentro di s il problema. Se per sopravvivere hanno
bisogno di un sintomo, lo riprodurranno; se hanno capito il messaggio e
sono capaci di affrontarlo ritorneranno, ma la moglie ha molti disturbi gravi
di personalit, i cosiddetti attacchi di panico (che coprono una forte ango-
scia di separazione dalla mamma), che implicherebbero una psicoterapia
analitica individuale, che per non ha senso in quanto sconvolgerebbe tutto!
Deve continuare, comunque, a prendere i farmaci.
Lideale sarebbe fare per sei mesi due colloqui al mese (visto che ven-
gono da fuori), lobiettivo di riequilibrare la comunicazione e di ridare po-
tere alla coppia nel senso psicodinamico, riettere su di loro e sul passato,
insomma farli sfogare soprattutto a livello catartico]
RIFLESSIONI E DOMANDE DEI TIROCINANTI
D - Perch lei non d lappuntamento, ma si fa richiamare?
R - Dal mio punto di vista do la responsabilit e la possibilit alla fami-
glia di scegliere se venire o no; il prezzo della libert, del favorire lindi-
pendenza e la presa di coscienza. Parto dal presupposto che la persona pu
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scegliere. Molti mi chiedono di ssare lappuntamento, ma non lo faccio,
perch la prassi questa. Con questa coppia avrei dovuto farmi richiamare
anche per il quarto colloquio, comunque adesso devono decidere loro, de-
vono farsi i conti, vedere se sono preoccupati, se hanno soldi e tempo per
venire in terapia, devono parlare. Il vantaggio che se decidono di tornare,
portano a termine la terapia: lascio sempre la porta aperta. E importante
osservare e sentire emozionalmente le resistenze e come funziona la coppia,
non solo a livello interpersonale,

ma anche nella loro dinamica inconscia.
Per ora, mentre lui nasconde tutto, lei non sta mai zitta. Se lui non parla,
vuoi dire che ha molte cose da dire, probabilmente riguardo al suo rapporto
con la madre.
D - Se non continuassero la terapia il sintomo comparirebbe di nuovo?
R - Se non tornano molto probabilmente il sintomo si ripresenter, ma
sono nevrotici gravi, non psicotici, linsight lhanno avuto e hanno capito.
Bisogna che la moglie dia al marito la possibilit di parlare di pi. Il nostro
obiettivo che se il sintomo cibo una disfunzione della comunicazione
conscia e inconscia della coppia, dobbiamo prima riequilibrare il livello con-
scio e reale e poi decidere con loro se vogliono lavorare sul livello inconscio.
Se loro accettano di lavorare pi in profondit,

propongo di cominciare con
il lavoro sui sogni che un lavoro dinamico psicosomatico. A questo punto il
sintomo non ha pi ragione di essere.. . ma il sintomo di chi?
D - Lo propone lei di cominciare a parlare dei sogni?
R - Si, perch se il sintomo troppo forte non ne parlano. Questa cop-
pia ha un funzionamento borderline e c un disturbo relazionale grave.
D - Se non chiamassero pi, ce la potrebbero fare da soli a risolvere i
problemi?
R - Penso di no... presentano ancora una resistenza,

perch dicono di
non avere mai tempo: se fosse cos realmente sarebbe meglio che non tor-
nassero, chi si vuol curare trova spazio per la terapia. Io ho detto loro che
ho bisogno di quattro/cinque colloqui... se loro mi daranno questa possibili-
t,

io potr dar loro una risposta pi chiara; ma se non accettano, hanno un
problema con la gura paterna, con lautorit, a livello inconscio. Poi c da
dire che per tredici anni lei ha negato i problemi andando dal neurologo e
se adesso abbandonasse i sintomi cadrebbero le difese della famiglia psico-
somatica (cosa c dietro una famiglia di facciata?)
D - Se le cose si risolvono allinterno della coppia, la nonna in casa
sempre una minaccia?
R - Non si pu rivoluzionare lassetto familiare, ma se loro continuano
la terapia tolgono potere alla nonna. Bisogna dare pi spazio a lui e meno a
lei, cos possono riavvicinarsi, anche se lei si tira un po indietro, perch lo
accusa giustamente di averla trascurata per troppo tempo; le recriminazioni
ci sono sempre, ma normale. Lei si sentir meno in colpa quando litiga
con la madre e si sapranno difendere di pi. Vivono in un paese piccolo da
tanto tempo con la nonna: difcile andarsene ora. La gente, la vox populi,
la nonna... questa matrix diventerebbe un pensiero persecutorio!
- 76 -
D - Il marito che rapporti ha con la suocera?
R - Lui evita, non conittualizza, ma dovr anche lui entrare in gioco.
Lui ha scelto una linea di neutralit, credendo che non sia una comunicazio-
ne. Adotta il meccanismo di difesa dellisolamento: si ritrova solo anche con
gli amici, ha paura della sua aggressivit. Se accetteranno di fare un lavoro
sullimmaginario cresceranno.
N.B. La coppia non si far sentire per circa due mesi. La signora richiamer - c stato un
ricovero di una settimana della Signora (il Terapeuta parla con entrambi i genitori) perch
essi desiderano intraprendere una terapia Familiare - Psicoanalitica (andranno tutti e quat-
tro da una Terapeuta della Famiglia). Il ragazzo, invece, dopo le prime sedute, chieder,
anche un approccio individuale da un altro terapeuta come da Terapia integrata. Questo
testo stato oggetto di Lezione agli studenti della Facolt di Psicologia di Chieti per lesa-
me di Compiti vitali e Psicosomatica (Prof. F. Agresta).
Fausto Agresta, Carmela Pelusi, Direzione Scientica.
Sabrina Iansante, Comitato di Redazione.
Membri della redazione
*Il presente lavoro frutto di integrazione e apporti sia delle teorie sistemico - familiari, sia del
modello dinamico psicosomatico. Gli apporti degli specializzandi e dei tirocinanti sono stati utili
al dibattito e al lavoro di formazione dello psicologo in generale, in rapporto sia allanalisi della
domanda, sia alla tecnica dei primi colloqui, fondamentali per gli psicologi di base.
- 77 -
PSICOSOMATICA NEL MONDO OCCIDENTALE
ED ORIENTALE: DAL SIGNIFICATO
AGLI SVILUPPI TEORICI*
Edoardo Giusti, Bonessi Alessandra, Garda Virginia
Il concetto di psicosomatica sempre esistito, la medicina ippocratica
da duemila anni il modello psicosomatico che racchiude la complessit
della malattia e riproduce allunit il misterioso salto dalla mente al corpo
(Lalli, 1997). E difcile identicare la paternit del termine psicosomatico,
che stato utilizzato nella letteratura medica e psicologica con signicati
molto diversi tra loro; sembra che la sua origine sia piuttosto recente e risal-
ga agli inizi del 1800, quando, fallito il tentativo di creare una medicina uni-
taria, si radicava una sempre pi netta distinzione tra psichico e somatico.
Nel 1818 J.C. Heinroth, esponente della medicina ad orientamento psicolo-
gico, conia il termine psicosomatico per reagire alla tendenza eccessiva
alla separazione mente-corpo che si stava affermando nella cultura dellepo-
ca (Trombini, Baldoni, 2001). Nel 1822 K.W. Jacobi, esponente della medici-
na organicista, propone il termine somato-psichico, una sorta di inversione
delle parti, segno dellimproduttivit del riduzionismo esclusivamente al so-
matico o allo psichico. In entrambi i casi si avvertiva lesigenza di riunire ci
che era stato separato e che nasceva proprio dalla tendenza opposta, ovvero
dalla separazione tra psiche e soma. Non un caso che per un lungo perio-
do i due termini siano sempre stati scritti separati da un trattino psico-so-
matico, per sottolineare la necessit di scindere ma anche la necessit di
riunire. Attualmente la tendenza al trait-dunion scomparsa; perch, al di
l dellaspetto linguistico-grammaticale, c la tendenza a riunire realmente
le due componenti nellottica del superamento del dualismo psiche-soma
(Lalli, 1997). Infatti, la psico-somatica (scritta con il trattino) postula a prio-
ri la scissione del somatico dallo psichico. Lessere umano viene distinto in
due grandi insiemi: lo psichico ed il somatico, secondo unantropologia dua-
listica in cui le due funzioni, pur trovandosi unite in un unico essere, sono
reciprocamente distinte, governate da meccanismi e leggi differenti. La psi-
cosomatica (scritta senza il trattino) fa capo, invece, ad unantropologia di
globalit secondo cui viene postulata a priori ununit inscindibile, olistica.
Non esistono conni interni tra psichico e somatico e le due componenti
svolgono una stessa funzione inglobante sa cui deriva una scambievole reci-
procit. Le orgini delluomo sono nella psicosomatica (scritta senza tratti-
no). Negli anni il termine psicosomatico stato utilizzato nei contesti pi
disparati rischiando di assumere signicati vaghi e ambigui; quindi neces-
sario chiarire alcuni dei signicati che esso assume quando viene utilizzato
nei contesti clinici o di ricerca. C. Trombini e F. Baldoni (2001) ne hanno
evidenziato alcuni, come riportato qui di seguito. Pu riferirsi alla convinzio-
ABBIAMO RICEVUTO
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ne o al sospetto che un disturbo corporeo abbia unorigine psichica. Con il
concetto di malattia psicosomatica si indicato per lungo tempo una catego-
ria di patologie mediche che si riteneva avessero una causa psicologica, per
distinguerle dalle altre la cui origine era organica. Si tratta di una concezio-
ne del rapporto causa-effetto di tipo lineare che risulta molto semplicistica e
che ancora oggi, purtroppo, molti medici e psicologi adottano nel trattare
di psicosomatica. In realt non esiste una malattia che sia solo psichica o
solo somatica; pu indicare linuenza di fattori psicologici di processi cor-
porei, e si parla in questo caso di sintomi psicosiologici. Gli aspetti psicolo-
gici vengono studiati in relazione a quelli corporei, insieme ad altri di natu-
ra sociale o ambientale, in una prospettiva multifattoriale, anche se ancora
legata ad una concezione causale di tipo lineare; pu riguardare linuenza
che i processi corporei, sani o patologici, possono avere sulla psiche; ad
esempio, una malattia cronica pu avere effetti sulla qualit della vita e favo-
rire linsorgenza di disturbi psicologici ed emotivi. Il termine pi appropria-
to somatopsichico. Pu essere utilizzato per riferirsi a quelle condizioni
patologiche nelle quali le funzioni di un organo o di un apparato risultano
alterate, senza che sia identicabile una base biologica. Si parla allora di sin-
tomi funzionali o fenomeni di somatizzazione, con la conseguenza di una
sofferenza psichica ed emotiva. Pu essere utilizzato per indicare un tipo di
personalit che predispone allo sviluppo di malattie: la personalit psicoso-
matica, ad esempio, viene riferita a pazienti con caratteristiche di alessitimia,
che manifestano una difcolt a riconoscere ed esprimere le proprie emo-
zioni e che tendono a viverle sul piano somatico. Pu indicare lo stile comu-
nicativo o la modalit di relazione tipica di una famiglia allinterno della
quale uno o pi membri sono predisposti ad ammalarsi somaticamente: le
famiglie psicosomatiche. Pu descrivere una modalit di approccio al pa-
ziente nella quale si tengano presenti sia le componenti corporee sia quelle
psicologiche, ambientali e sociali. Lesempio il modello biopsicosociale,
che uno degli orientamenti pi inuenti della psicosomatica moderna. I
diversi signicati che pu assumere il termine psicosomatico rendono lidea
delle contraddizioni che si incontrano affrontando questa problematica che
se non si specica il quadro teorico di riferimento. F. Antonelli, presidente
della Societ italiana di Medicina Psicosomatica, in un famoso articolo, Le
nuove frontiere della medicina psicosomatica (Medicina Psicosomatica,
1980) sottolinea che la psicosomatica, come ogni disciplina scientica, ne-
cessita di modelli teorici di riferimento che propongono sempre nuovi modi
di comprendere le dinamiche di un fenomeno e testimoniano il progredire
della ricerca scientica. La SIMP (Societ Italiana di Medicina Psicosomati-
ca) nel maggio del 1997 ha approvato un consensus statement sulla psicosoma-
tica a cura di Ferruccio Antonelli e Massimo Biondi che, anche se non un
animante adottato e discutibile su alcuni punti, comunque un ampio pun-
to di riferimento per chi si interessa di psicosomatica. Con tali professionisti
come portavoce, la medicina psicosomatica si pone come obbiettivo di riu-
manizzare il rapporto medico-paziente, di recuperare il vissuto di malato e
delle sue emozioni, piuttosto che focalizzare lattenzione sulla malattia, e di
integrare, tra i fattori di rischio delle malattie siche, le variabili di persona-
lit, gli stili di vita, i modelli comportamentali, le relazioni interpersonali.
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Ci non signica sminuire limportanza della malattia n pretendere che at-
traverso questa via si guarisca la malattia, ma dare importanza al malato e
alla relazione medico-paziente per fare in modo che il paziente accetti me-
glio ci che nella sua malattia inevitabile. In tale ottica, la psicosomatica
moderna, tenendo conto delle vane difcolt a cui va incontro, deve adotta-
re un modello multidimensionale dellessere umano che permetta di inte-
grare paradigmi diversi che considerino gli aspetti di natura psicologica,
biologica, relazionale, sociale e ambientale, tollerandone le differenze e le
contraddizioni. Prima ancora di Cartesio nel mondo greco presocratico e
sosta sapienti della maggior parte delle culture del Medio ed Estremo
Oriente cercarono di individuare un principio unico che spiegasse la vita. In
Omero, ed ancora di pi in Platone ed in Aristotele, seppur con una diversa
impostazione di pensiero, possiamo rilevare alcuni spunti di medicina psico-
somatica antica. Omero, padre della poesia e del pensiero mitico greco, con
psiche e soma spiega rispettivamente lanima e il corpo, i quali assu-
mono un signicato completamente diverso da quello teorizzato in Platone
e in Aristotele, che hanno segnato il pensiero losoco no al Medioevo.
Per Omero il soma il corpo privo di potenzialit, quindi morto. Lanima,
invece, strettamente collegata alla corporeit e allo stesso tempo, separata
dal corpo, unombra che solo reincarnandosi potr riacquistare memoria.
Platone nella sua losoa separa il mondo delle idee (idos) da quello della
materia indistinta (caos). Egli ritiene che solo il mondo delle idee sia immu-
tabile e fonte di conoscenza, mentre quello concreto, della materia indistin-
ta, pu essere solo oggetto di opinioni. Platone vede lorigine di tutte le cose
nellanima, intesa come principio unitario di ogni possibile senso umano,
che esiste di per s e trascende il corpo: Lidea. Questa distinzione tra idee e
mondo materiale rimasta nei secoli alla base del pensiero occidentale, di-
ventando il cuore della nostra visone scientica. Aristotele riprende il pen-
siero del suo maestro Platone e parla di dualismo intrinseco (isomorsmo =
unit di forma e materia), con un prevalere dellanima sul corpo, dove lani-
ma nulla sembra poter patire n fare senza il corpo (Agresta, 1997). La lo-
soa di Cartesio (Descartes, 1596-1650) segna ufcialmente la nascita della
scienza moderna e la separazione netta tra spirito e materia, denendo le
due realt in corpo (res extensa) e spirito (res cogitans). Il corpo ed il mondo
della realt sono concreti, possono essere scomposti in parti e studiati me-
diante losservazione; il pensiero, invece, il carattere, le emozioni, restano
dominio assoluto della losoa, non hanno estensione e non sono divisibili
(Trombini, Baldoni, 2001). Cartesio, con la famosa frase cogito ergo sum, ha
separato la mente dal corpo ed ha afdato alla mente il compito di control-
lare il corpo invece che identicare luomo occidentale con lorganismo in-
tero (Capra, 1999). La chiave per studiare la mente si trova nella riessione
su s stessi e nel dialogo con gli altri; la chiave per studiare il corpo consiste
nellanalizzarlo come un lavoro di biomeccanica. Per conoscere ci che
complesso, diceva Cartesio, studiate ci che semplice. Studiate un germe e
alla ne saprete qualcosa sulla malattia che vi associata. Egli, infatti, svilup-
pa una visione molto elaborata dellessere umano, ritenendo che possa esse-
re studiato come una macchina nel suo funzionamento corporeo e come
tale essere descritto. Secondo Cartesio lanima delluomo risiede nella
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ghiandola pineale, oggi nota come sede di produzione della melatonina, al
centro del cervello, punto nel quale si ha un contatto, ovvero dove particelle
di materia trasportate dai nervi comunicherebbero allanima i mutamenti
del corpo (tuttavia spirito e materia sono come due ingranaggi nella stessa
macchina ma senza una possibile interazione). Questa visione interna fram-
mentata delluomo rispecchia anche la sua concezione del mondo esterno,
visto come un insieme di oggetti ed eventi separati. Il concetto di uomo-
macchina di Cartesio ha favorito il prevalere della visone meccanicistica e
deterministica che alla base della scienza occidentale, molto vicina alluo-
mo studiato dalla nostra medicina. Il funzionamento corporeo descritto
come conseguenza di un rapporto lineare causa-effetto in cui il sistema ner-
voso centrale e i mediatori neuroendocrini assumono molta importanza. Lo
spirito occidentale, con Cartesio ed altri come portavoce (Spinoza, Leibniz.
Galileo, Newton), focalizzandosi sulla ricerca della scienticit a tutti i costi,
mediante la conoscenza razionale, lobbiettivit del metodo, lapproccio spe-
rimentale, ha nito col perdere di vista i bisogni umani, le emozioni, le espe-
rienze soggettive, relegandole al luogo del mistero, inaccessibile allo studio
scientico. Lessere umano, in tale visione meccanicistica, nisce per diven-
tare troppo analitico, oggettivo, concettuale, impersonale e concepito come
un insieme di organi e funzioni, allontanandosi dal senso di unicit e dalla
complessit del reale (Frigoli, Cavalleri, Otolenghi, 2000). Ci ha portato
allinsoddisfazione della scienza ufciale e di conseguenza alla nascita di me-
todi di cura non tradizionali, nel tentativo di trovare risposte ai bisogni del-
luomo allinterno di una visione multidisciplinare e complessa che vede
nellintegrit psicosomatica le condizioni di salute e malattia. Lo spirito
orientale si fa portavoce di una visione organicistica dove tutte le cose sono
collegate tra loro, sono solo differenti aspetti della stessa realt ultima. La
concezione mistica orientale sintetica, integrativa, non sistematica, intuiti-
va, soggettiva, immediata ed agisce sotto la spinta emozionale primordiale.
In Oriente e nella societ primitive, anche se con modalit diverse, anima e
corpo non sono considerate entit separate luna dallaltra; luomo il mi-
crocosmo delluniverso. Questo modo di essere nel mondo delluomo espri-
me lintrinseca ricerca di unicazione degli opposti, lUnit al di sopra di
tutto che permette la convivenza armonica degli stessi (Frigoli, Cavallari,
Ottolenghi, 2000). Gli aspetti di relazione tra luomo ed il cosmo (ambien-
te), tra anima e corpo, delineano un iniziale punto dincontro di temi che
saranno poi sviluppati ai nostri tempi. Forse, se avessimo una visione pi am-
pia del mondo, volgendo lo sguardo allOriente, capiremmo meglio lOcci-
dente. In Oriente luomo, come tutto il cosmo, rappresenta la manifestazio-
ne dellenergia creatrice in una visione unitaria di mente-corpo. Qualunque
sia la patologia il sintomo che manifestiamo, il nostro stato naturale quello
dellincertezza e della salute. Il principio fondamentale della medicina tibe-
tana, infatti, che non si pu curare il corpo separandolo dallo spirito. La
medicina tradizionale cinese fa delluomo un microcosmo energetico in in-
terscambio continuo con il macrocosmo. LAyurveda, la scienza degli antichi
Indiani, afferma la purezza del corpo, della mente, del linguaggio come fon-
damento del benessere umano; le stesse basi concettuali e applicative valgo-
no per lagopuntura, lo yoga, la riessologia, lo shiatzu, il reiki, lomeopatia,
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la toterapia, la macrobiotica, che nel loro concetto di salute fanno propria
una visione olistica delluomo, e quindi della medicina. La nalit di queste
pratiche di rispondere al bisogno terapeutico di cura e pi profondamen-
te di risolvere il vuoto esistenziale proprio delluomo moderno, lacerato da
una dimensione corporea sempre pi estranea e una psiche sempre pi in
grado di proporsi come garante della soddisfazione dei bisogni pi imme-
diati. Anche agli inizi della cultura occidentale la tradizione ippocratica, con
la sua interrelazione fra corpo, mente e ambiente, aveva orientato lo studio
delle malattie in modo totalizzante. Rispetto allarte della guarigione, Ippo-
crate aveva evidenziato limportanza delle forze risanatrici intrinseche agli
organismi viventi; il ruolo del medico era quello di aiutare le persone, con
sostanze tratte dalla terra, ad esempio minerali specici, a sviluppare il pro-
cesso di guarigione senza arrecare danno al malato. Secondo Ippocrate la
malattia unentit unica che invade tutto lorganismo e si manifesta con
sintomi dellorgano pi colpito; lorganismo poi, con le sue emozioni, pas-
sioni, umori, legato cos strettamente alla natura da creare ununit inscin-
dibile. Ogni malattia che si manifesta nel corpo doveva essere studiata nelle
sue cause psicologiche, cos come ogni difcolt emotiva doveva essere
esplorata nei suoi effetti somatici. Questo approccio olistico di tipo medico e
terapeutico, con le varie losoe e scoperte innovative che si sono man
mano affermate nella storia, ha subito profondi cambiamenti. Con Cartesio,
come si detto, assistiamo a concezioni innovative nello studio delluomo:
anatomia, siologia e patologia. Da allora la medicina, denita scientica si
andata sempre pi affermando non solo come metodo di studio, ma an-
che come approccio alluomo e alle sue problematiche. La moderna psico-
somatica, allinterno di questa cornice losoca-scientica, si andata sem-
pre pi delineando in una pluralit di orientamenti teorici che vanno dalle
scienze biologiche no alle discipline sociali. Tra questi, la concezione psico-
somatica ispirata alla psicoanalisi riveste ancora oggi un ruolo di fondamen-
tale importanza. La psicoanalisi nacque nel periodo a cavallo tra il XIX e XX
secolo, con gli studi e lopera di un giovane neurologo viennese, Sigmund
Freud, che la propose come metodo di trattamento dei disturbi mentali.
Freud utilizz il metodo della cura con le parole, uno strumento totalmente
diverso da quello di natura chimica, sica, biologica, usato no ad allora
dalla pratica medica. Anche se con enormi difcolt, riusc a crearsi spazio
allinterno del mondo medico e scientico e soprattutto nel contesto razio-
nalista che caratterizzava la medicina dinizio Novecento. Le straordinarie
osservazioni sui disturbi isterici di Freud costituirono una pietra miliare nel-
la costruzione del pensiero psicosomatico. Era lepoca in cui la neurologia
scopriva che a determinati sintomi, ad esempio una paralisi motoria, corri-
spondeva una precisa lesione in una determinata area del cervello; Freud,
con i suoi studi pioneristici sullisteria, rivel una importante verit scienti-
ca, ovvero che le pazienti isteriche con la loro sintomatologia, violano le
leggi della medicina. Lapparato psichico aveva il potere di indurre modi-
cazioni e sintomi anche gravi a livello corporeo e un trattamento di tipo psi-
cologico come quello della parola poteva curare i disturbi di tipo somatico.
Un altro elemento importante che il pensiero psicoanalitico introdusse nella
concezione psicosomatica, oltre alla cura della parola come strumento tera-
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peutico, fu una concezione simbolica della malattia. Listeria aveva un preci-
so significato allinterno della vita del malato; i sintomi, oltre ad avere
unorigine psicologica, erano correlati anche a situazioni speciche della
vita emotiva, istintuale e relazionale del malato; ci voleva dire che se il con-
itto psicologico era centrato, ad esempio, intorno al fatto che un paziente
non voleva vedere una determinata situazione, il sintomo isterico si pre-
sentava sotto forma di una cecit isterica (Frigoli, Cavallari, Ottolenghi,
2000). Gli studi sullisteria fornirono unottima chiave di lettura per altre
forme di malattia, andando oltre la rivoluzionaria scoperta delle cause psico-
logiche dellisteria e affermando oggi che esiste una differenza tra una ma-
lattia che colpisce, ad esempio, lapparato cardio-circolatorio e una che col-
pisce lapparato digerente. Un ulteriore fattore di grande rilevanza che con-
tribu alla nascita della moderna concezione psicosomatica la scoperta
dellinconscio, il pi importante contributo che la psicoanalisi ha dato al
pensiero moderno. Freud scopr che tutto ci che rimosso dalla coscienza
ha un effetto rilevante, dinamico sulla personalit, e che gli avvenimenti
dimenticati a livello di coscienza agiscono poi a livelli pi profondi. La parte
sommersa, non direttamente visibile, pu essere conosciuta attraverso lo stu-
dio di fenomeni come i lapsus, gli atti mancati, i sogni, le fantasie inconsce,
il transfert e i sintomi delle malattie, che se adeguatamente interpretati pos-
sono rendere conscio ci che linconscio cela. Freud parl per la prima volta
di pulsione denendola una sorta di spinta, di carica energetica che fa ten-
dere lorganismo verso una meta; egli scopr come la pulsione nascesse dal
corpo e dovesse poi trovare uno sbocco. Se tale sbocco si scontrava con le
inibizioni, le angosce, i conitti nevrotici di cui soffriva il paziente, si presen-
tava la malattia psichica e/o sica. Anche loriginaria concezione di Freud
della malattia, che nel corso dellevoluzione del pensiero psicoanalitico
stata modicata, precisata, corretta, contiene una grande verit psicosomati-
ca: la frustrazione delle esigenze del corpo si manifesta nelluomo sotto for-
ma di malattia (Frigoli, Cavallari, Ottolenghi, 2000). Il pensiero di Freud fu
enormemente condizionato dalle osservazioni di Groddeck, che interpreta-
va tutte le malattie organiche alla luce dei conitti inconsci e come linguag-
gio dellEs (Lalli, 1997). Ogni malattia, secondo Groddeck, causata da noi
stessi come mezzo simbolico difensivo per scaricare le nostre angosce. LEs
esprimeva lesistenza di una forza da cui veniamo vissuti anche in una pol-
monite, in un cancro o in una cardiopatia; esprime il concetto di inconscio
allargato dove psiche e soma sono una cosa sola (Cagli, 2002). Linconscio
parla attraverso il corpo, diceva Groddeck, esprimendo anche ci che lIo, la
parte pi evoluta delluomo, non direbbe mai, in quanto soggetto alla cen-
sura. Egli riteneva che tutte le malattie rappresentassero segnali del corpo
attraverso cui linconscio comunica allesterno lesistenza di un conitto
emotivo irrisolto e non razionalizzato. Inuenzato dai contributi di Reich
sulla corazza caratteriale e i meccanismi di difesa, Groddeck parla del cor-
po come di un libro aperto in cui possibile leggere le paure, i desideri, le
esperienze, le lotte e le scontte. Egli ha pi di tutti valorizzato la centralit
dellEs, inteso come origine della vita istintuale, del corpo e delle sue mani-
festazioni, considerandolo come espressione di una libido che la psicoanalisi
classica aveva elaborato solo dal punto di vista psichico (Frigoli, Cavallari,
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Ottolenghi, 2000). Si deve per a F. Alexander, uno psicoanalista ungherese,
il tentativo di mettere a punto il primo modello psicosomatico con lintrodu-
zione del concetto di nevrosi vegetativa (termine che indica i disturbi del-
lequilibrio omeostatico) e le nuove ricerche sulleffetto degli stati di attiva-
zione siologica cronica generata da emozioni inappropriate agli stimoli.
Egli ha posto le fondamenta della scuola psicosomatica americana, attiva
negli Stati Uniti intorno agli anni Trenta; fond il Chicago Institute for
Psychoanalysis (Agresta, 1997), continuando il lavoro intrapreso da Freud e
insieme ad H. F. Dunbar fond linuente rivista Psycosomatic Medicine,
che divenne un prestigioso punto di riferimento per le pubblicazioni scienti-
che in questo campo ed anche per le terapie brevi (Trombini, Baldoni,
2001). Ad Alexander si deve laver sottolineato il ruolo, nellambito dei di-
sturbi psicosomatici, del sistema nervoso autonomo, detto anche sistema
nervoso vegetativo, sullimpronta degli studi di Walter Cannon, il primo che
concluse che lorganismo gode di una condizione di auto mantenimento
della salute, lomeostasi, e che molte sue funzioni sono controllate dal siste-
ma nervoso centrale. La grande intuizione di Alexander riguarda la funzio-
ne di regolatore del sistema nervoso autonomo, diviso in simpatico e pa-
rasimpatico, agendo il primo sullattivit, il secondo sulla passivit (Frigo-
li, Cavallari, Ottolenghi, 2000). Lattivit riguarda fenomeni come: aumento
della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, del ritmo respiratorio in
situazioni che richiedono meccanismi di attivazione, come ad esempio la
lotta o la fuga; si ha invece passivit o risparmio siologico quando non es-
sendo pi necessaria lattivazione, lorganismo deve ritornare nello stato di
quiete e risparmiare dal punto di vista adattivo le energie siche preziose
alla sua sopravvivenza. Secondo Alexander, se lazione inibita, ovvero se
cronicamente lorganismo si trova in preparazione o in una situazione di
allarme, il sistema stimolato in continua iperattivit e ci pu portare a
disturbi funzionali e a lesioni organiche. Ci avviene, ad esempio, quando
una determinata situazione esterna suscita una reazione emotiva come an-
sia, rabbia, paura ed il corpo subisce delle rapide modicazioni siologiche,
come laumento dei battiti cardiaci, laccelerazione del respiro ed altre pi
profonde e non visibili (ghiandole endocrine che rilasciano ormoni utili per
sostenere le condizioni di allarme, inibizione delle funzioni alimentari, e
cos via). Se le condizioni esterne, le nostre inclinazioni personali, i vincoli
sociali e culturali ci impediscono di eliminare la causa della reazione emoti-
va, lattivazione siologica viene costantemente mantenuta, si cronicizza
provocando alterazioni organiche. Alexander classica i disturbi psicosoma-
tici a seconda che dipendano da una situazione cronica di iperstimolazione
del sistema simpatico o del sistema parasimpatico, rappresentando tali situa-
zioni il punto di partenza per linsorgenza della patologia psicosomatica. Al-
liperstimolazione cronica del sistema simpatico appartengono i disturbi
cardiaci, vascolari, il diabete, le cefalee, lipertensione arteriosa; allipersti-
molazione cronica del sistema parasimpatico appartengono le coliti, lulce-
ra, lasma e i disturbi intestinali. Nel primo caso c uninibizione dellag-
gressivit, nel secondo caso uninibizione dei bisogni di dipendenza (Agre-
sta, 1997). Il punto fondamentale di questo modello che il comportamento
aggressivo determina uniperattivazione del sistema neuroendocrino (ipota-
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lamo-iposi-surrene/sistema simpatico) con un coinvolgimento, in partico-
lare, del sistema circolatorio. Linibizione esterna, impedendo il manifestarsi
di impulsi aggressivi, produrrebbe nei soggetti un ulteriore innalzamento
del sistema circolatorio, determinando la comparsa di forme di patologia
come, ad esempio, lipertensione arteriosa ed altre patologie sopraindicate.
Il bisogno di nutrimento inappagato e la percezione della propria dipen-
denza infantile comporta, invece, uniperattivazione, secondo Alexander, si
esprimerebbe attraverso una ipersecrezione ghiandolare ed una ipercontrat-
tilit delle pareti gastriche. Il risultato di questa continua iperattivit secreto-
ria pu manifestarsi con ulcera gastrica, coliti, asma, disturbi intestinali ri-
guardanti liperstimolazione del sistema parasimpatico. Le teorie di Alexan-
der rivoluzionarono gli studi sulla psicosomatica affrontando per la prima
volta il problema dellorigine delle malattie in una prospettiva multifatto-
riale. Egli, infatti, riteneva che i fattori emotivi svolgessero un importante
ruolo, interagendo con gli altri elementi somatici e ambientali allinterno di
un unico processo. Fedele alle teorie di Freud, Alexander sottoline che
sono le prime esperienze infantili che determinano modelli di risposte di-
verse: i traumi legati alla nascita, il clima emotivo in cui vive il soggetto nel-
linfanzia, il bagaglio ereditario e le malattie organiche patite nellinfanzia
potrebbero aumentare la vulnerabilit di determinati organi. Nasce cos
spontanea la domanda: perch, allora, nellindividuo si manifesta una pato-
logia specica tra le varie del gruppo; ovvero, perch ad esempio, un blocco
nellaggressivit pu portare un individuo a soffrire di emicrania e un altro
di artrite? Per rispondere a questi interrogativi Alexander svilupp la teoria
del conitto specico, secondo la quale ci che genera una patologia ed un
processo di somatizzazione non solo la natura dellemozione dominata da
stati di attivit o passivit, ma soprattutto lintensit del conitto che il sog-
getto sperimenta rispetto a tali stati, quindi i tratti qualitativi della sua perso-
nalit. Alexander, e forse questo il punto debole del suo pensiero, den i
conitti specici per ciascuna delle malattie classiche sulla base del tipo di
personalit, utilizzando non solo i proli di personalit della Dunbar, ma
due importanti costrutti che caratterizzano due aree della patologia contem-
poranea nei paesi occidentali: il prolo di tipo A (Friedman e Rosenman,
1959), che caratterizzava le persone che presentano problemi nellarea car-
diovascolare (competizione, irritabilit, aggressivit, ostilit, diffidenza,
ecc.); il prolo di tipo C (Temoshok, 1985), che caratterizza le persone con
diversi tipi di cancro (negazione delle proprie emozioni, proiezione dei pro-
pri bisogni negli altri, passivit, ecc.) (Tomassoni, Solano, 2003). Oggi, la
teoria della specicit del conitto formulata da Alexander conserva ancora
un notevole valore, anche se la sua importanza stata considerevolmente ri-
dimensionata. F. Dunbar, medico e psicoanalista, ha lasciato numerosi scritti
sulla psicosomatica e ha lavorato molto su casi clinici attraverso luso della
diagnosi psicodinamica, costruendo proli di personalit dei pazienti ulce-
rosi, cardiopatici, asmatici, ecc.; ogni prolo si riferiva a pazienti con caratte-
ristiche personologiche simili una sorte di clich caratteriale per ogni ma-
lattia psicosomatica (Agresta, 1997). La Dunbar ha parlato cos di una per-
sonalit cardiopatica, una personalit delliperteso, una personalit predi-
sposta agli incidenti e cos via, ritenendo che ci fosse nella personalit psico-
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somatica una sorta di fragilit specica, come un punto debole sul quale si
scaricherebbero le situazioni stressanti che la persona incontra nel corso
della vita. Si ricollega cos ad Alexander, ritenendo che qualsiasi emozione
possa contribuire a produrre un disturbo organico e che solo la vulnerabilit
dellorgano leso sia responsabile della localizzazione della malattia, non ne-
gando che anche altri fattori, non emotivi, possano determinare la qualit
della risposta siologica. Il lavoro della Dunbar, anche se importante dal
punto di vista clinico, ha molti limiti. Fu accusata, infatti, di focalizzarsi solo
sugli aspetti del comportamento osservabile a livello esteriore, senza analiz-
zare i vissuti inconsci da cui, secondo la prospettiva psicodinamica, traggono
origine le emozioni umane (Canali, Pani, 2003). Alle innovazioni pioneristi-
che di Freud e di Groddeck, algi studi di Alexander e a quelli della Dunbar
seguirono studi di altri specialisti di formazione psicoanalitica. Tra i pi emi-
nenti citiamo L.

A. Chiozza, della scuola argentina, il quale ritiene che alla
base di ogni disturbo psicosomatico ci sia una specica fantasia inconscia.
Le idee o le fantasie inconsce sono chiavi di innervazione degli affetti ed il
sintomo somatico costituisce lo sviluppo di tale idea inconscia (Lalli, 1997).
Il sintomo che si manifesta nel paziente non casuale, ma caricato di un
senso che indica una specica dinamica inconscia collegata al fallimento di
un rapporto interpersonale signicativo, soprattutto nei primi anni di vita,
che si manifesta come conversione nel somatico. Corpo e anima, pertanto,
vanno considerati come un insieme che li rende paragonabili a due facce
della stessa medaglia. Questi concetti rappresentano un contributo impor-
tante, in quanto un sintomo va inserito allinterno del ciclo vitale del pazien-
te e proprio in questo senso ogni patologia dovrebbe essere vista come pa-
tobiograca, cio una sorta di biograa medica che racchiude la storia delle
malattie di un paziente e si intreccia con la storia della persona intesa in sen-
so tradizionale. Studiare la patobiograa di un paziente signica anche leg-
gere la sua patologia non come unarida sequenza di fatti biologici, ma
come un susseguirsi di eventi problematici legati alle dinamiche conittuali
della psiche (Frigoli, Cavallari, Ottolenghi, 2000). Pur nellambito di un
orientamento strettamente psicoanalitico, Chiozza propone un diverso ap-
proccio al problema psicosomatico fornendo una risignicazione della
malattia nel contesto dellesistenza, no a comprendere che la malattia non
pu che presentarsi in quel momento e in quel modo. Quello di Chiozza
non solo un modello di comprensione, ma anche e soprattutto un model-
lo operativo, in quanto linterpretazione e la restituzione di senso al pazien-
te di per s terapeutica. J. Mc Dougall, tra i pi noti psicoanalisti francesi
contemporanei, ha parlato del corpo come del teatro dove si svolgono le
trame della vita psichica; il corpo gioca il suo dramma analitico come in una
rappresentazione teatrale. Ritiene che negli stati psicosomatici il corpo
come se diventasse folle, iperfunziona oppure inibisce le funzioni somatiche
normali, suggendo anche ai processi siologici. Mc Dougall sostiene che le
emozioni precoci intense minacciano lintegrit psicosica e costringono la
persona ad erigere una barriera difensiva potentissima (rimozione primaria)
per preservare la sopravvivenza psichica e rendere il campo inaccessibile alla
consapevolezza (dsaffection) - (Mc Dougall, 1990). A tal proposito, appro-
fondisce lo studio dellalexitimia ritenendola la caratteristica fondamentale
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del malato psicosomatico, e sostiene che lindividuo psicosomatico-alessiti-
mico utilizza il tipo di difese simile a quelle utilizzate dal soggetto psicotico
di fronte alla frammentazione sica e mentale e alla confusione riguardo al
corpo come contenitore. Sono persone che hanno innalzato barriere di di-
fesa per prevenire il ritorno di esperienze traumatiche che minacciano il
senso di identit ed integrit, tant che la Mc Dougall parla di dsaffection
nel caso del paziente che non capace di restare in contatto con le proprie
emozioni (Agresta, 1997). Insieme ai fenomeni psicosomatici, considera
ogni attacco alla salute o allintegrit sica in cui entra in gioco un fattore
psicologico, ad esempio le predisposizioni agli incidenti sici, sottolineando
la tendenza a rompere con molti aspetti della vita, ma che non potendo
sempre farlo, le persone rompono inconsapevolmente loro stessi; linclina-
zione ad ammalarsi, la tossicodipendenza stessa come un tentativo psicoso-
matico di venire a capo del dolore mentale ricorrendo a sostanze esterne
che tranquillizzano la mente e aboliscono in via provvisoria il conitto psi-
chico (Mc Dougall, 1990). Quanto espresso da Mc Daougall non altro che
la scia degli studi di Winnicott e del modello psicodinamico in cui si sottoli-
nea come il mentale si costituisca progressivamente come evoluzione del so-
matico. Nel corso dello sviluppo, il neonato che precedentemente conside-
rava il proprio corpo, il mondo interno ed il mondo esterno come un insie-
me non organizzato, impara a differenziare le sensazioni interne da quelle
esterne e le espressioni affettive. Man mano che le funzioni cognitive si auto-
nomizzano da quelle affettive il bambino comincia ad elaborare gli affetti in
unit dotate di signicato. Questo processo interno di differenziazione dal
somatico allo psichico non avviene secondo una spinta puramente siologi-
ca innata, ma modulato dalla relazione primaria con la gura materna,
quella che Winnicott chiama holding. Sulla base del modello psicodinamico
in psicosomatica si afferma, cos, che il disturbo psicosomatico un decit
evolutivo, in quanto le funzioni mentali non consentono al soggetto di ela-
borare adeguatamente le proprie emozioni a livello simbolico. Conseguente-
mente si puntualizza che il disturbo psicosomatico non solo un decit in-
trapsichico ma soprattutto un decit relazionale. Nella prospettiva cognitivo-
comportamentale il disturbo psicosomatico viene letto come il risultato del
modo in cui il soggetto elabora le sensazioni corporee, in base alle cognizio-
ni e alle esperienze passate e al conseguente comportamento. Il soggetto
che avverte un comune sintomo somatico (affaticamento, cefalea, insonnia,
ecc.), in determinate circostanze e sotto linuenza di fattori associativi
come aspettative, ansie, paure, pu essere indotto a prestare attenzione a
determinati stimoli provenienti dal proprio corpo e ad amplicarli. Barsky &
Klerman (1983) deniscono questa modalit somatic amplication (amplica-
zione somatica), la tendenza, cio, ad amplicare selettivamente il livello -
siologico delle sensazioni siche e ad attribuire loro un signicato di sinto-
mo. Il ltro di attenzione selettiva, insieme ad altri ltri associati, possono
condurre ad assunti di base (credenze e pensieri automatici) che, non co-
scienti, sfuggono al controllo volontario e si insediano automaticamente. La
persona comincia a pensare in maniera catastroca, stabilendo connessioni
di tipo associativo e non logico fra gli eventi, riportando sensazioni siche
comuni a cui d un signicato di malattia. La cristallizzazione dei meccanismi
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alla base dellattenzione selettiva e dei pensieri automatici pu portare alla
formazione degli stili di coping, ovvero modalit cognitive e comportamentali
di reagire agli stimoli in modo stereotipato senza adattarsi alle diverse condi-
zioni di realt. Uno degli stili di coping pi utilizzati in campo psicosomati-
co labnormal ilness behavior (il comportamento di malattia), ovvero il persi-
stente stile disadattivo della persona che si vive come malata nonostante non
ci siano evidenti riscontri organici e/o clinici (Porcelli, Todarello, 2004).
Lindividuo vive immerso in una molteplicit di stimoli che tendono a modi-
care le sue condizioni precedenti e che richiedono unazione continua di
riadattamento. Lapparato cognitivo funge da ltro nei confronti degli stres-
sor esterni ed interni facendo in modo che si verichi solo in alcuni casi
unattivazione emozionale, con i suoi correlati comportamentali e biologici.
Sia nel caso di eventi che di situazioni stressanti, la reazione emozionale che
ne consegue dipende, oltre che dallintensit dello stressor, da diversi fattori
quali il ricordo di esperienze precedenti e delle relative modalit di control-
lo, associazioni a livello simbolico con altri eventi o situazioni, inferenze an-
ticipative sulle conseguenze dellevento e consapevolezza delle conseguenze
delle proprie reazioni sulla rete di rapporti sociali ed interpersonali. Tutti
questi fattori condizionano sia il comportamento che la reazione biologica
che si accompagna allattivazione emozionale. La terapia cognitivo-compor-
tamentale, nata verso la met del secolo scorso, analizza gli schemi compor-
tamentali e cognitivi del paziente cercando di identicare e modicare quel-
li disfunzionali appresi sulla base di una predisposizione genetica e costitu-
zionale. Il presupposto che la sofferenza ha origine dallapprendimento di
comportamenti e schemi mentali nocivi e distorti che producono la malat-
tia. Lintervento, centrato sul paziente, mira a modicare schemi di reazione
stimolo-risposta formulando un programma che rinforzi il cambiamento
spesso con lausilio della tecnologia (videoregistrazioni, macchine per il bio-
feedback, ecc.). La psicoterapia cognitiva-comportamentale una procedu-
ra metodologica che ha dimostrato la sua efcacia specie nel trattamento
della depressione e dei disturbi ossessivi-compulsivi. Unimportante differen-
za tra il modello psicodinamico e quello cognitivista che lorigine del di-
sturbo psicosomatico nel modello psicodinamico avviene alla base, ovvero
nel decit evolutivo delle funzioni di simbolizzazione e di elaborazione degli
affetti; nel modello cognitivista, invece lorigine del disturbo psicosomatico
avviene successivamente, sulla base del modo di pensare e di comportarsi in
seguito ad una particolare sensazione somatica o vissuto di malattia. Le pri-
me teorie del comportamentismo (Watson, Skinner, Wolpe, ecc.) non tene-
vano conto della libera volont dellindividuo e delle variabili interne, in-
trapsichiche, non direttamente osservabili. Successivamente, con lapproccio
cognitivo (Ellis, Beck, Kelly, ecc.), si considerava la funzione svolta dai pro-
cessi di pensiero nel regolare i comportamenti individuali. Sono stati eviden-
ziati, ad ogni modo, alcuni limiti: spesso, lapproccio cognitivo-comporta-
mentale risulta troppo focalizzato sul sintomo e diventa difcile lavorare sul
superamento dei conitti profondi. Tale approccio, inoltre, utilizza un mo-
dello prevalentemente educativo dove al cliente viene insegnato labilit
ad affrontare problemi reali, ponendosi non come guaritori ma come inse-
gnanti, addestratori. Sul versane dellapplicazione sociale della formazione il
- 88 -
risultato chiaro ed efcare, ma non si pu dire lo stesso sul versante clinico
(Goldfried, 2002). La poca attenzione che si d alle variabili relazionali, al-
lascolto della persona piuttosto che del sintomo, rende difcile la terapia
ed una migliore qualit della vita (Giusti, Montanari, Montanarella, 1997).
Volgendo lo sguardo ancora pi lontano nellampliare i presupposti teorici
della visione psicosomatica, consideriamo il lone della ricerca psicosiolo-
gica, che, gi dagli anni 40, si sviluppa soprattutto in America, ed promos-
so da illustri esponenti di quegli anni come Wolf, Hinkle ed altri. Wolf, insie-
me ad Hinkkle, riprende il concetto di stress di Selye, il primo ad usare in
senso moderno tale concetto e a denirlo come una risposta adattiva e di-
fensiva non specica dellorganismo ad ogni richiesta dellambiente. Lo
stress non necessariamente un fattore negativo, tant che si soliti distin-
guere te eustress, attivazione positva delle energie, dal distress, attivazione
negativa vissuta come disagio e sintomo della malattia. Le reazioni non spe-
ciche di cui parla Selye si esplicano in tre fasi: reazione di allarme, resisten-
za, esaurimento; queste tre fasi caratterizzano la sindrome generale di adat-
tamento (Frigolo, Cavallari, Ottolenghi, 2000). Durante la fase di allarme
vengono stimolati il sistema nervoso simpatico (SAM: sympatho-adrenome-
dullary), e il sistema HPA (Hypothalamo-pituitary-adrenocortisol). Durante
la fase di resistenza di ha liperstimolazione degli stessi sistemi, dal momento
che il meccanismo omeostatico del corpo cerca di compensare gli effetti -
siologici degli stressor. Se, invece, lorganismo non riesce a fronteggiare gli
stressor si ha lesaurimento. I sintomi dellesaurimento si possono manifesta-
re come malattia o morte, in caso di prolungata esposizione agli stressor
(Bolle et al., vol. 2, 2002). Wolf, a partire da questi studi, afferma che la ma-
lattia psicosomatica implica una risposta ad una situazione di stress conti-
nuo. Lorganismo reagisce naturalmente ad uno stimolo dannoso con speci-
ci meccanismi di difesa; il problema, infatti, nasce quando le richieste sono
eccessive o quando sono troppo prolungate nel tempo; se la stimolazione
diventa cronica, anche la reazione lo diventer e ci porta a lungo termine
ad alterazioni patologiche. Questi studi, anche se con dei limiti derivanti da
una concezione meccanicistica dellindividuo o da una riduzione allo stimo-
lo-risposta rispetto alla complessit delle reazioni individuali, sono interes-
santi perch focalizzano lattenzione sulla relazione psicosiologica della
persona con lambiente, a differenza della psicoanalisi che si era limitata,
invece, allesame delle componenti emotive di essa. Pi tardi, le ricerche
sulla psiconeuroendecrinoimmunologia (PNEI), sviluppatasi negli anni 80,
mettono in evidenza linterazione dei vissuti psichici con il funzionamento
del sistema nervoso, che agisce attraverso il sistema endocrino ed il sistema
immunitario; le basi dellunit olistica psicosica danno una migliore com-
prensione delle relazione tra mente e corpo. Una visione olistica in cui la
psiche, ossia il pensiero, la coscienza e lemozione diventano elementi uidi
e dinamici direttamente implicati in ogni processo nervoso, endocrino e im-
munitario. Queste ricerche disconfermano ci che no a tempi recenti si
era sempre ritenuto, ovvero che il sistema immunitario agisce in maniera
piuttosto indipendente. Tali studi, infatti, descrivono le svariate connessioni
neuroanatomiche, neurochimiche e neuroendocrine tra il cervello e il siste-
ma immunitario stabilendo che tra questi esistono strette relazioni e che
- 89 -
alterazioni in un sistema evocano alterazioni nellaltro (Boll et al., vol. 3,
2002). In tale circolarit di complessi meccanismi legati allo stress, la malat-
tia psicosomatica deriva sia da un effetto locale diretto, sia dalla risposta de-
gli organi bersaglio ai sitemi coinvolti, sia dagli squilibri delle loro recipro-
che interazioni. Questo approccio si rif alle ricerche di Alexander e alla
concezione delluomo come un organismo costituito da strati, che corri-
spondono a veri e propri ltri (ltro cognitivo e ltro emozionale), in cui la
risposta allo stress data dalla progressiva azione di strati o ltri sempre pi
profondi di difesa che hanno una funzione di adattamento e contempora-
neamente possono rendere complessa una risposta ad un evento stressante
semplice. Il dato pi sconcertante, infatti, la produzione contemporanea
di neuro peptidi, particolari proteine, sia a livello centrale da parte del siste-
ma nervoso, con funzioni di neuromodulazione, sia a livello periferico da
parte di cellule appartenenti a sistemi diversi quali il sistema endocrino o
immunitario, ponendo il problema del signicato funzionale di questa dop-
pia rappresentazione polipeptidica centrale e periferica. Le scoperte della
neurosiologa Candice Pert (1988) sui neuro peptidi indicano che essi de-
vono essere considerati delle molecole psichiche, in quanto non trasmetto-
no solo informazioni ormonali e metaboliche, ma emozioni e segnali psi-
cosici: ogni stato emotivo (amore, paura, piacere, dolore, ansia, ira, ecc.),
con le sue complesse sfumature chiamate sentimenti, veicolato nel corpo
da specici neuro peptidi. Prima si supponeva che le sostanze chimiche
coinvolte nella trasmissione nervosa fossero di un solo tipo, i neurotrasmetti-
tori, molecole semplici, eccitatrici o inibitrici, a struttura non plipeptidica e
a rapida inattivazione, attualmente identicate in noradrenalina, adrenali-
na, serotonina, acetilcolina, Gaba (acido gamma amino butirrico), dopami-
na. Ora si sa che la stessa cellula nervosa libera anche neuro peptidi (feno-
meno chiamato cotrasmissione), molecole pi grosse e pi complesse.
Con una vita pi lunga, cos che ogni impulso, durante il suo tragitto, viene
modulato dai neurotrasmettitori, dai neuro peptidi e dal tipo dei recettori
coinvolti. I neuro peptidi e i loro recettori sono stati rinvenuti in ogni parte
del corpo e non soltanto nel sistema nervoso e la meccanica dellattivazione-
inibizione stata soppiantata dalla logica pi complessa della neuromodu-
lazione. Lo psicologo francese Jean-Francois Lambert, riguardo al processo
di neuromodulazione, ha valutato le possibili variazioni di comunicazione in
una singola sinapsi di un neurone no alle migliaia di differenti possibilit.
Egli ha dimostrato che in questo nuovo modello del sistema nervoso, men-
tre i neurotrasmettitori classici servono a trasmettere segnali alquanto aspe-
cici ed elementari, i neuromodulatori neuropeptidici hanno durata relati-
vamente lunga, sono numerosi, e con funzioni integrate, tanto che si parla
di sistemi neuro peptidici, ed esercitano la loro azione su aree sinaptiche assai
vaste modulando le centinaia di migliaia di impulsi elementari che attraver-
sano le vie nervose, cos da inuenzare funzioni sempre pi complesse e il
comportamento stesso. Egli ha affermato che lintero corpo pensa che
ogni cellula o parte del corpo sente e prova emozioni, elabora le pro-
prie informazioni psicosiche e le trasmette ad ogni parte attraverso una t-
tissima rete di comunicazioni (Pert, 1988). Finalmente la medicina scopre
che il corpo non una macchina e lantica divisione tra mente e corpo non
- 90 -
ha pi ragione di sussistere: al vecchio concetto bisogna sostituire quello di
psicosoma (bodymind), in cui ogni aspetto psicosico umano visto come
parte di ununica organica realt. Alla base di questo modello costruttivista
lessere umano considerato come ununit inscindibile di corpo (sistemi:
endocrino ed immunitario) e mente (aspetti neurologici o cognitivi) passan-
do biologicamente da coinvolgimenti emotivi a risposte pi profonde radica-
te nel corpo come il cancro, le malattie reumatiche, il diabete e cos via. Si
pu cos comprendere come un grave disturbo mentale non possa essere
separato da unuguale alterazione dellidentit corporea. Uno degli aspetti
pi signicativi delle ricerche sulla psiconeuroimmunologia che le variabi-
li psicosociali quali esperienze di stress, depressione, scarso supporto sociale,
difcolt di coppia, e nelle relazioni ed altre inuenzano i processi di malat-
tia attraverso il loro effetto sul sistema immunitario (Boll et alii. Vol. 3,
2002). La maggior parte degli esperti in PNEI, smitizzano le conoscenze tra-
dizionali sullo stress, addirittura cercano di evitare totalmente luso del ter-
mine stress e parlano di fattori psicosociali nella malattia. Questri fattori
comprendono unampia gamma di aspetti: lo stile di vita della persona, il
suo lavoro, il luogo di residenza, il sesso, la razza, lo status sociale, la perso-
nalit dellindividuo, tutti fattori che sembrano notevolmente coinvolti nel-
linsorgere delle malattie. Le ricerche del dottor Ishigami dellIstituto Ishi-
gami di Osaka, in Giappone, che ha lavorato prevalentemente con pazienti
affetti da tubercolosi, hanno evidenziato, inoltre, un importante aspetto: le
persone non sono organi bersaglio indifesi di qualsiasi evento stressante che
incontrano nella vita, ma il modo in cui percepiscono questi attacchi alla
loro salute mentale e sica produce una grande differenza per la risposta
corporea. Altre ricerche di Seligman evidenziano che lo stress acuto, di bre-
ve durata, pu indebolire il sistema immunitario pi che gli stress prolungati
nel tempo che possono cessare di avere effetti negativi oltre un certo limite.
Non solo le persone possono abituarsi a colpi durissimi, ma possibile che
diventino pi resistenti a causa di essi. Tali ricerche sono state approfondite
anche da altri studiosi. Spielberg Crier parlano di stress minimo, cio di
elementi costanti della vita quotidiana che non prevedono incontri con la
morte o con gli stress maggiori della vita, ma sono meno drammatici come:
lavorare con colleghi con i quali difcile porsi in relazione, il ritardo di un
volo aereo, essere impreparati di fronte a imprevisti quotidiani, contrattem-
pi pi banali, importanti oppure no, che sono fattori di indebolimento del
sistema immunitario (Locke, Colligan, 2001). Nonostante negli ultimi
ventanni sia stato approfondito lo studio dellimmunologia, si ancora lon-
tani da una piena comprensione, data la complessit del sistema immunita-
rio e delle sue componenti. Le ricerche attuali cercano soprattutto di deter-
minare i meccanismi immunologici specicatamente coinvolti; in particola-
re, cercano di risalire a quale tipi di stressor inuenzano il sistema immuni-
tario, quanti cambiamenti sono calcolabili e quali sono le differenze indivi-
duali sensibili alla vulnerabilit del sistema immunitario (Boll et alii, vol. 3,
2002). Capire questi meccanismi aiuta la ricerca ad identicare i fattori pi
vulnerabili allo stress e a denire il tempo di azione per capirne meglio il ri-
schio. Anche se noto che gli interventi psicosociali mirano a ridurre lo
stress e a valorizzare gli stili di coping migliorando la qualit della vita, la ri-
- 91 -
cerca attuale in PNEI sta ancora cercando di valutare lestensione degli
effetti sul sistema immunitario e linuenza sulla saluta psichica.
(ne prima parte) (La seconda parte verr pubblicata sul n. 45).
Bibliograa: consultare il volume.
* Questo testo tratto dal volume: Salute e malattia psicosomatica: signicato, diagnosi
e cura, Giusti E., Bonessi A., Garda V., (2006), Capitolo 3 pag. 97 - 127, Editrice Sovera,
Roma.
Ringraziamenti: Si ringrazia il Prof. E. Giusti per la pubblicazione di questo interessantissi-
mo lavoro, tratto dallimportante pubblicazione.
Edoardo Giusti Presidente dellAISPEC e direttore della scuola di specializzazione in
Psicoterapia Integrata autorizzata con Decreto Ministeriale. E professore a contratto pres-
so la Scuola di specializzazione in Psicologia Clinica dellUniversit degli Studi di Padova.
Svolge attivit di ricerca clinica e di supervisone didattica per i psicoterapeuti.
Indirizzo dellAutore: Prof. Edoardo Giusti
Alessandra Bones,si Psicologa psicoterapeuta e consulente in sessuologia clinica. Svolge
attivit privata ed opera in ambito scolastico sia con lo sportello dascolto sia conducendo
gruppi di educazione socio-affettiva. Inoltre ha approfondito la tematica del fenomeno
dellintroversione come possibile fenomeno di disagio.
Virginia Garda Psicologa e psicoterapeuta, svolge attivit privata a Roma e Salerno.
Collabora con la Societ Italiana di Medicina Psicosomatica, sezione Salernitana. Si occupa
di formazione e della conduzione dei gruppi esperienziali allinterno dei corsi ECM per
medici di medicina di base.
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PROSPETTIVE IN LIBRERIA
FAUSTO AGRESTA
IL LINGUAGGIO DEL CORPO IN PSICOTERAPIA
Glossario di Psicosomatica
(Prefazione: Piero Parietti)
Alpes Italia, Roma: I Edizione, marzo 2010, pagg. 272; Euro:19,00
Il linguaggio del corpo in psicoterapia: Libreria Edison, Pescara: Presentazione Libro di F. Agresta
il 20 giugno 2010. Da sin: Franco Farias, M.V. Costantini, F. Agresta, E. Faretta. e P. Parietti.
DALLA PREFAZIONE di Piero Parietti
La psicosomatica una disciplina dai signicati ambigui e dalle attribuzioni molteplici
e spesso apparentemente antitetiche. Il collega Fausto Agresta uno studioso serio ed
appassionato che ha preso sul serio la psicosomatologia diffondendone la conoscenza e
cercando di strutturarne, per quanto possibile, i concetti esplicativi, sia nellambito della
propria attivit professionale di docente e di psicoterapeuta individuale e di gruppo, sia
nel contesto della Societ Italiana di Medicina Psicosomatica quale organizzatore di Corsi,
Convegni, come Coordinatore della Sezione di Pescare e di responsabile dell

area di
attivit degli Psicologi. per anche lautore di pubblicazioni interessanti ed originali di
cui gli esempi pi signicativi sono, a mio parere, il testo pubblicato nel 1997 Malattie
Psicosomatiche e Psicoterapia Analitica e la rivista semestrale Nuove Prospettive in Psi-
cologia giunta ormai al XXIII anno dalla sua fondazione ed al quarantesimo fascicolo. Il
libro citato illustra infatti in maniera chiara, tanto la storia della Medicina Psicosomatica,
quanto la critica elencazione delle teorie e dei modelli teorici progressivamente elaborati,
sempre con il supporto esplicativo di situazioni cliniche affrontate. Un testo che dovrebbe
essere letto e studiato da quanti si occupano di psicosomatica. La rivista, tramite contri-
buti originali e interviste a tutto campo a livello nazionale ed internazionale, ha trattato e
tratta, di tutte le impostazioni di lavoro teoriche e pratiche tradizionali, ma anche attuali
in ambito psicologico (ma non solo) secondo unottica psicosomatologica. Lattuale pub-
blicazione costituisce un ulteriore importante contributo allattivit svolta, con merito
e successo, dallautore nella sua costante diffusione di conoscenza della psicosomatica,
con una modalit pratica ed originale bene espressa dal suo titolo IL LINGUAGGIO DEL
CORPO IN PSICOTERAPIA e dal sottotitolo: Glossario di Psicosomatica. Ritengo che il dare
particolare risalto alla dimensione corporea in psicoterapia, ove comunemente predomina
la dimensione del mentale, costituisca una precisa scelta dettata dallorientamento psico-
somatista dellautore. Questo in quanto la chiamata in campo del corpo pone in primo
- 93 -
piano la duplice caratterizzazione dello stesso tra corpo reale fondato sul codice biologico
e focalizzato sulla oggettivit della osservazione clinica, e corpo vissuto o fantasmatico,
basato su di un codice simbolico ed espresso dalla soggettivit individuale della persona sof-
ferente. Differenziazione bene espressa dai fenomenologi di lingua tedesca, con i termini
rispettivi di koerper [corpo biologico] e di Leib [corpo vissuto], che costituisce una
articiosa separazione sostanzialmente messa in atto nella operativit clinica dalla medi-
cina focalizzata sul koerper e dalla psichiatria centrata sul leib, e che la psicosomatica
tende invece ad unicare soprattutto attraverso il coinvolgimento dei soggetti implicati in
quella particolare relazione terapeutica che Michel Sapir ha indicato con lespressione di
corpo a corpo tra medico e paziente. Formulazione che richiama linuenza balintiana
sulla impostazione culturale di questo autore francese che ha avuto un ruolo fondamen-
tale assieme a quello di Boris Luban

-

Plozza nella scelta balintiana fatta dalla SIMP negli
anni settanta del secolo scorso, per lattivit formativa dei propri soci. Due amici scompar-
si quelli citati, il francese Michel e lo svizzero Boris, entrambi di origine russa e il maestro
di origine ungherese Michael Balint, che hanno fortemente e positivamente inuenzato
latmosfera culturale della SIMP di cui Fausto Agresta un autorevole esponente. Ma la
chiamata in causa del corpo, secondo la prospettiva indicata, comporta anche una pos-
sibilit di integrazione pratica tra le due componenti culturali, sorte nellambito della
psicosomatica e della sua storia evolutiva, costituite da quelle che lo psichiatra Carlo
Lorenzo Cazzullo, riconosciuto maestro e pioniere della medicina psicosomatica in Italia,
indicava come nosograca e metodologica. La prima, quella nosograca prende
(prendeva) in considerazione alcune particolari forme di malattia, denite appunto come
psicosomatiche, la cui origine sarebbe da individuare in dinamiche conittuali psichi-
che inconsce somatizzate. La seconda, quella metodologica (pi attuale), centrata non
tanto sullaspetto nosograco della malattia, quanto invece sul tipo di approccio da parte
del terapeuta allindividuo comunque sofferente, considerato secondo una prospettiva
globale comprendente anche la relazione terapeutica attivata. La chiamata in causa della
relazione interpersonale tra lindividuo sofferente e lindividuo (professionista) che lo
IL LINGUAGGIO
DEL CORPO
IN PSICOTERAPIA
Glossario di Psicosomatica
di FAUSTO AGRESTA
Volume di 272 pagine
Prezzo di copertina: 19,00
possibile ordinare il volume
a 19,00 (+ spese di spedizione):
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Via Cipro 77 - 00136 Roma
mandando una e-mail con i propri
dati a: info@alpesitalia.it
telefonando o inviando un fax
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( 19,00

+ 3,00 per spese di
spedizione)
Su richiesta presso le librerie
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assume in cura appare come un superamento della articiale ed assurda suddivisione tra
forme psicosomatiche e non di malattia. Nel glossario, che comporta la illustrazione di
terminologie molteplici con la citazione di modalit terapeutiche derivate da modelli teo-
rici diversi ed arricchite dalla esemplicazione di casi clinici ricavati sia dalla letteratura,
sia dalla esperienza clinica personale le problematiche prima indicate trovano adeguata
espressione. Al termine del libro nellappendice NUOVO TIPO DI INTERVENTO
IN PSICOSOMATICA: Gruppoanalisi e Psicosomatica, Agresta esplicita, anche con la
citazione di esperienze cliniche affrontate, la propria modalit operativa esponendola,
coraggiosamente (in quanto non spesso avviene), alle valutazioni ed alle critiche dei Let-
tori, quale base per riessioni e possibili elementi di discussione tra addetti ai lavori ed
anche questo motivo di merito. Come ulteriore motivo di merito lavere voluto fornire
un utile strumento di studio e di lavoro tramite lelencazione di oltre mille indicazioni
bibliograche sullargomento.Tutti motivi quelli citati per cui ho accettato di buon grado
di fornire una presentazione al lavoro dellamico Fausto che ringrazio affettuosamente
per la sua richiesta.
Piero Parietti,
Psichiatra, Psicoterapeuta, Presidente della Societ Italiana di Medicina Psicosomatica
(SIMP) e Responsabile della Formazione. Direttore della Scuola ad indirizzo Psicosoma-
tico Riza, Milano.
NOTIZIE
A Pescara le DUE GIORNATE DI GRUPPI BALINT
(13/14 novembre, 2010) condotto da K. Rohr
Si sono svolte a Pescara le Due Giornate di Gruppi Balint condotto da Klaus
Rohr, psichiatra e psicoterapeuta svizzero, allievo di M. Bleuler, M. Boss, G. Bally
e di M. Balint. Ricordiamo che il Dott. Rohr stato Past President della Societ
Svizzera di Psicosomatica e Societ Svizzera di Psicoterapia Medica; Conduttore
Internazionale Federazione Gruppi Balint (Londra) e da poco Socio Onorario
della Federazione Svizzera Conduttori Gruppi Balint, insieme col Dott. A. Trenkel.

Il Dott. Klaus Rohr tra i partecipanti del Gruppo Balint che ha condotto a Pescara. Ci scusiamo con
alcuni dei partecipanti che non si vedono in foto: Agresta Domenico, Di Maio Luca, Giannandrea
Alessandro, Sigillo Emilia.
- 95 -
C stata una larga ed entusiastica partecipazione di professionisti psicoterapeuti,
psicologi, medici, specializzandi e studenti. Il X Incontro di Gruppo Balint (pi due
Incontri a Lucerna, nello studio del Dott. Rohr, nel 1989 e 90), ha avuto luogo nel-
la Sede del Centro di Psicologia, Psicosomatica clinica e Psicoterapia Analitica e
di Gruppo (CSPP) di Pescara, diretta dal Dott. F. Agresta. Organizzazione: SIMP
Pescarese, CSPP e N. Prospettive in Psicologia.

CONGRESSO NAZIONALE SIMP del 2011:
PREGIUDIZIO E TERAPIA
a partecipazione internazionale
Parma, 19 - 22 maggio 2011
(PRIMO ANNUNCIO)
XXIII Congresso Nazionale SIMP PARMA: 19-22 maggio 2011 PREGIUDI-
ZIO E TERAPIA. Presidenti: Piero Parietti, Giampaolo Lai, Carlo Maggini
SIMP PESCARESE (Coordinatore: Dott. Fausto Agresta) - Proposta:
- SIMPOSIO: Psicoterapia Integrata: il processo terapeutico della Psicoso-
matica e della Psichiatra
1. Ferdinando Pellegrino (Salerno): Psichiatria di Liason e Psicosomatica
2. Maria Vincenza Costantini (Chieti): La Rappresentazione del corpo nella mente
3. Fausto Agresta, AnnaMaria Rotondo (Pescara): La funzione del sogno in
psicoterapia psicosomatica. Caso Clinico.
WORKSHOP: SIMP PESCARESE
Gruppi esperienziali di Training Autogeno con Visualizzazioni Guidate.
Conduttori: F. Agresta, A.M. Rotondo, A. Serroni, C. Pelusi
Gruppi Balint con la Partecipazione del Dott. Klaus Rohr (Lucerna).
Quote di iscrizione:
Prima del 28 febbraio 2011: 200 euro per i soci SIMP; 300 euro per i non soci;
100 euro per studenti e specializzandi
Oltre 28 febbraio 2011: 250 euro per i soci SIMP; 350 euro per i non soci; 150
euro per studenti e specializzandi
Sede: Centro Congressi Camera di Commercio - Via Verdi, 2 - Parma
Presidenti del Congresso: Piero Parietti, Giampaolo Lai, Carlo Maggini
Comitato scientico: i membri del direttivo Simp eletto, i coordinatori delle sezioni
locali, i responsabili darea, i rappresentanti delle societ scientiche partner, altri
a vario titolo da segnalare.
Segreteria scientica: presieduta da Antonino Minervino, composta da: Maria Ziril-
li, Fausto Agresta, Massimo Rosselli, Elisa Faretta, Carlo Simionato, Luisa Merati,
Rocco Cacciacarne, Giovanna Bronzini, Massimo Rosselli, Antonio Suman.
Per il programma vedere il Link del Congresso:
http://it.calameo.com/read/000364640236db109640e
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Associazione IL NODO Group - Formazione, Consulenza e Ricerca
TAVISTOCK & Portman NHS Foundation Trust
CESMA di Elio Vera - La scuola dei manager
Organizzano dal 24 al 27 Febbraio la 14 edizione della Group
Relations Conference Italiana: Autorit, leadership e innovazione
per organizzazioni che cambiano; al Centro Convegni Villa Cagnola -
Gazzada (VA). La Conference ha il compito primario di esplorare le relazioni
interpersonali nei gruppi e nei sistemi organizzativi. Il lavoro si basa sul modello
formativo frutto delle ricerche condotte dal Tavistock Clinic & Institute di
Londra. Si organizzeranno diversi tipi di eventi di gruppo per riprodurre la vita
di unorganizzazione: i partecipanti daranno vita a tutti gli aspetti di un sistema
organizzativo sperimentando dal vivo le modalit di nascita e di affermazione
della leadership; in modo da compiere un percorso di consapevolezza per
analizzare, trovare e comprendere nuove modalit di gestione del proprio ruolo e
delle proprie responsabilit. Le organizzazioni spesso vivono situazioni di ansia
e di incertezza per i profondi cambiamenti culturali e di mercato da affrontare,
cos lo stato mentale delle stesse, cio quello che avviene sotto la supercie,
deve venire stimolato per generare idee nuove. Nel corso di questa formazione
i partecipanti impareranno ad usare sia gli strumenti dellintelligenza analitica,
razionale sia quelli pi legati allintelligenza emotiva. La lingua del Seminario
sar lItaliano; lInglese potrebbe essere la seconda lingua. I partecipanti stranieri
sono incoraggiati a iscriversi, poich lesperienza di lavorare con due lingue offre
lopportunit di osservare assunti culturali che altrimenti rimarrebbero nascosti.
Direttore: Franca Fubini; Vice Direttore: Giovanni Foresti; Amministratori:
Giampiero Divotti, Franco Tassone; Consigliere scientico: Anton Obholzer.
Per maggiori informazioni consultare il sito www.ilnodogroup.it, o inviare una mail
ad ali2011@ilnodogroup.it.

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