Le difficoltà di regolazione emotiva rappresentano un
potenziale fattore comune alla base delle problematiche
affettive e comportamentali degli individui nello spettro autistico, che frequentemente manifestano risposte amplificate ed un controllo emotivo deficitario. Per prima cosa ci dobbiamo chiedere come possa funzionare come si passa da scrivere una mente autistica, La metafora più esplicita e più chiara è quella di un ambiente caotico nel quale è presente un rumore di sottofondo difficile se non impossibile da silenziare e per di più caratterizzato da frequenti amplificazioni. Quindi la mente autistica ha delle caratteristiche particolari: È una mente che si iper-focalizza sui dettagli a causa di difficoltà di salienza percettiva, ovvero quella proprietà che distingue uno stimolo dagli altri in un contesto sociale. Una mente poco abile a integrare le informazioni sensoriali – interne e esterne – in un tutto coerente e ricco di senso. ensi rispondendo quindi in maniera esagerata o, contrariamente, in maniera ridotta agli stimoli. È caratterizzata da stati di costante allerta, ansia, irritabilità e disagio che portano ad un bisogno di controllo Tende a preservare in stati emotivi estremi e quindi ha delle difficoltà a rientrare da ondate di forte emozioni per tornare autonomamente a condizioni di serenità e equilibrio Predilige sistemi chiusi e prevedibili che porta ad un pensiero rigido e inflessibile poco predisposto ad accettare cambiamenti Ed infine è caratterizzata anche da difficoltà a modulare i comportamenti sule reazioni altrui poiché vi è una scarsa capacitò d’improvvisazione nelle interazioni sociali Per quanto una mente autistica si contraddistingua per questi tratti statici e poco adattivi, questo non significa assolutamente, come purtroppo comunemente sentiamo dire, che le persone autistiche non hanno emozioni, sono come dei robot, o addirittura non abbiano l’intenzione di farsi capire… Ecco, tutto questo è falso. Lo sostengono gli esperti che con l’autismo ci lavorano da anni e da altrettanto tempo lo studiano, ce lo dimostrano evidenze scientifiche e ce lo dicono le persone autistiche stesse. Ad esempio, per quanto riguarda gli studi in merito a questo argomento, è proprio questo recente studio condotto dalla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) e dall’Università di Vienna a dimostrare l’emotività nelle persone autistiche. Infatti, di fronte ad un dilemma morale, sia il campione autistico che il gruppo di controllo, prediligono una scelta empatica rispetto ad una utilitaristica. Inoltre, per rendere ancora più chiara la situazione, riporto una breve intervista fatta ad un ragazzo autistico con il quale ho un rapporto quasi quotidiano... Questo particolare periodo che stiamo vivendo è stato uno spunto di riflessione da condividere per far emergere i suoi stati d’animo... Quindi abbiamo visto che la difficoltà non sta nel provare emozioni, ma bensì nel riconoscimento delle emozioni proprie e altrui e nell’espressione di queste. Infatti nelle persone con autismo: le emozioni sono vissute in maniera piena e intensa e alle volte diventano addirittura pervasive e totalizzanti è presente una difficoltà nel decodificare l’ambiente che viene percepito come frammentato e confuso e che spesso, a causa di stimolazioni sensoriali anche comuni, provoca stati di sovra-eccitazione L’ansia è una componente presente quotidianamente a causa della vulnerabilità sensoriale, cognitiva, sociale e emotiva Ed infine le espressioni mimiche e comportamentali spesso non sono congruenti allo stato emotivo e rendono indistinguibili anche stati emotivi molto distanti. Le emozioni e gli affetti si integrano nella competenza centrale della regolazione emotiva per apprendere ed adattarsi funzionalmente alle situazioni della vita. Ma vediamo in che cosa consiste e quali siano le caratteristiche della regolazione emotiva. La regolazione emotiva non è un unico costrutto ma è data da una rete multidimensionale di processi integrati attraverso cui influenziamo l’esperienza emotiva interna, l’intensità la risposta ed il modo di esprimerla. In pratica, la regolazione emotiva risiede: Nell’abilità di rispondere alle richieste della vita in modo variegato, flessibile e socialmente adeguato Nella capacità di modulare sia l’esperienza interna che l’espressione delle emozioni Nella capacità di permettere sia il fluire di reazioni spontanee, sia il rallentamento delle reazioni automatiche quando richiesto Nelle strategie per tollerare e resistere alle emozioni eccessive Quindi adesso che è chiaro in che cosa consiste la regolazione emotiva, possiamo parlare di disregolazione emotiva, ovvero l’interruzione della stabilità interna dei processi mentali che sono legati alla costante e dinamica regolazione delle attività di cervello, mente, corpo e ambiente. In merito a questo, come supportato anche dallo studio del 2013 “Il ruolo della regolazione delle emozioni nel disturbo dello spettro autistico.”, gli individui con ASD presentano maggiori rischi di disregolazione emotiva rispetto ai pari a sviluppo tipico per una serie fattori che li rendono emotivamente più vulnerabili e che dopo approfondiremo. Sono molti gli eventi della vita quotidiana, sia a valenza positiva che a valenza negativa, che possono disorganizzare il mondo interno degli individui con ASD a tal punto da alterare in modo deciso il controllo sul corpo, sulla voce e sul comportamento ed innescando reazioni impulsive, alle volte fuori controllo. Si parla di manifestazioni ad alta intensità che comprendono crisi di collera furiosa, aggressività e agiti (auto ed etero) lesivi, urla e fughe... e manifestazione a bassa intensità che invece comprendono stati improvvisi di evitamento, sintomi depressivi, impassibilità, isolamento...
Studi dell’ultimo decennio dimostrano che nei bambini con
autismo, oltre alle difficoltà nelle aree linguistiche, sociali e relazionali, sia presente una compromissione dei meccanismi di simulazione incarnata, ossia di quei comportamenti imitativi del corpo che consentono di dare un contenuto esperienziale alle emozioni proprie e altrui.
A tal proposito, vi è uno studio del 2016 portato avanti da
un’équipe di psicoterapeuti dell’età evolutiva dell’Istituto di Ortofonologia di Roma che però evidenzia come, nonostante non si possa trovare una risposta empatica nel bambino con autismo, è invece possibile rintracciare la presenza di contagio emotivo, che non solo è contiguo alla capacità di sintonizzazione emotiva, ma è anche un valido precursore dello sviluppo dell'empatia. Il contagio emotivo rappresenta una forma primitiva di empatia ed è presente in quelle primissime fasi dello sviluppo, in cui non c'è ancora una differenziazione tra sé e l'altro, ne è un esempio il fatto che durante una conversazione, le persone automaticamente e continuamente imitano e sincronizzano i loro movimenti con le espressioni facciali, le voci, posture, movimenti e comportamenti strumentali dei loro interlocutori.
Il contagio emotivo si distingue dall’empatia poiché questa
necessita della mediazione dei processi cognitivi consapevoli, e quindi comporta la capacità di capire ciò che gli altri provano e di attribuire queste esperienze agli altri e non a sé stessi. Mentre il contagio emotivo è una risposta automatica e precognitiva di assimilazione e introiezione dei vissuti emotivi dell’altro che vengono vissuti come propri. Rintracciare questa tipologia di risposta emozionale risulta importante per monitorarne i passaggi evolutivi e per avere indicatori più specifici su cui basare l’intervento terapeutico permettendo di spostare il focus terapeutico dalla riduzione delle espressioni sintomatiche comportamentali del bambino, alla promozione dell’espressione delle sue capacità di regolazione emotiva.