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1 EMOZIONI E COMPETENZA EMOTIVA

Lo sviluppo emotivo
Vi sono due principali teorie sull’origine e sull’evoluzione delle emozioni:
Approccio differenziale: concepisce l’origine e lo sviluppo delle emozioni in una
prospettiva categoriale. Sostiene l’esistenza di un certo numero di emozioni innate,
detto set di emozioni primarie, che emergono già strutturate come una base di un
programma maturativo innato e universale.
Approccio della differenziazione: ritiene che le emozioni siano il risultato di un
processo di differenziazione da uno stato iniziale di eccitazione indifferenziata. Il
superamento di questo stato iniziale avviene in relazione a fattori sociali e culturali e
lo sviluppo cognitivo permette di dare significato agli eventi passando dallo stato di
eccitazione all’emozione vera e propria.
La competenza emotiva
La competenza è l’insieme di conoscenze e di abilità di comportamento, implica 5
principali abilità:
 Saper esprimere le emozioni
 Saper interpretare i comportamenti emotivi
 Saper controllare l’espressione emozionale in base al contesto
 Conoscere il vocabolario emotivo
 Saper far fronte alle emozioni dolorose
L’espressione delle emozioni e il suo sviluppo
Gli esseri umani comunicano tra loro attraverso l’uso di diversi sistemi di
comunicazione. La comunicazione non verbale ha diverse funzioni tra le quali quella
di esprimere le emozioni le emozioni.
Ad esempio il volto è molto importante sin dal periodo neonatale, i gesti che rivelano
gli stati emotivi delle persone in maniera più o meno esplicita, oppure la voce o il
contatto corporeo che è un bisogno primario dell’essere umano che viene soddisfatto
dalla relazione madre-bambino.
Vi sono 3 fasi principali sullo sviluppo dell’espressione emotiva:
 Prima fase: risposte presenti fin dalla nascita e fondamentali per la
sopravvivenza del neonato, regolate da processi biologici
 Seconda fase: da 2 mesi al primo anno, la relazione madre-bambino è
fondamentale e compaiono i primi comportamenti espressivi non intenzionali
che diventano sempre più intenzionali.
 Terza fase: dal 2 anno al 3 compaiono le espressioni di emozioni dette sociali,
per esempio la vergogna.
La comprensione delle emozioni e il suo sviluppo
Gli esseri umani sviluppano una conoscenza delle emozioni di cui fanno esperienza.
Comprendere le emozioni proprie e altrui vuol dire dare significato a eventi interni e
sviluppare una concezione della mente emotiva che ha la funzione di orientare le
azioni dell’individuo nelle interazioni sociali. La conoscenza consapevole che un
bambino possiede delle emozioni è definita teoria della mente emotiva.
Si riassumono 3 momenti evolutivi: il primo in cui si realizza la comprensione delle
cause esterne delle emozioni, successivamente si sviluppa la comprensione dei fattori
mentali e nell’ultima fase si comprendono i fattori riflessivi.
La regolazione delle emozioni e il suo sviluppo
La capacità di regolare le emozioni costituisce un’attività articolata ed è importante
per un buon funzionamento sociale. Essa è l’insieme dei processi estrinseci ed
intrinseci coinvolti nel monitoraggio, nella valutazione e nella modifica delle reazioni
emotive.
Per Gross la regolazione avviene secondo una sequenza di processi:
1. Selezione della situazione: è il primo tipo di regolazione emotiva, sono azioni
che rendono più probabile trovarsi nella condizione in cui si possono provare
emozioni che si desiderano.
2. Modifica della situazione: sono gli sforzi per cambiare lo stato delle cose
alterando il suo impatto emotivo.
3. Focalizzazione selettiva: consente di scegliere strategie come la
distrazione in base alla quale l’attenzione è distolta da stimoli che
hanno impatto emotivo spiacevole.
4. Cambiamento cognitivo o rivalutazione della situazione: le situazioni
vengono reinterpretate assumendo un significato diverso e producendo
risposte emotive differenti.
5. Modulazione della risposta emotiva: è l’unica che non riguarda gli antecedenti
emozionali ma le reazioni all’evento.
EMOZIONI
La paura
La paura è un’emozione di base che compare nel primo anno di vita del bambino,
accompagnata da elementi fisiologici come il sudore o il tremore. La paura può
essere definita come timore per una minaccia alla propria integrità fisica o
psicologica.
Il bambino crescendo sviluppa nuove capacità di selezionare i vari pericoli e di
prevederli e dunque le paure cambiano in base all’età. Nel periodo prescolare le
paure tendono a rivolgersi ad oggetti o animali, questi oggetti simboleggiano la
scoperta da parte del bambino che egli può fare del male, provando sentimenti
negativi nei confronti delle altre persone.
I bambini imparano molto presto a riconoscere le cause della loro paura, inizialmente
comprendono le cause esterne che la provocano e a partire dai 4 5 anni cominciano a
capire che la paura può avere anche una causa interna, come un ricordo o un pensiero.
La felicità
La felicità è un’emozione positiva definita come una condizione di appagamento nei
confronti della vita. Essa, a differenza della gioia, è uno stato emotivo di benessere
conseguente alla quantità di eventi positivi che viviamo nel corso del tempo.
La felicità in quanto emozione di base si manifesta attraverso un’espressione facciale
universalmente riconosciuta. In età prescolare i bambini provano felicità soprattutto
in situazioni di gioco e successivamente attraverso la condivisione di momenti
positivi con il gruppo dei pari e al successo scolastico e sportivo.
Verso i 3 anni comprendono che si può essere felici per cause esterne, dopo i 4 sono
in grado di collegare il vissuto emotivo di felicità a una credenza o una convinzione.
La rabbia
La rabbia è un’emozione di base che compare molto precocemente nell’individuo,
emerge come emozione in conseguenza alla delusione di un’aspettativa. Essa può
essere attivata da situazioni di conflitto come il possesso per qualcosa, dalla sconfitta
o dal fallimento.
La comprensione della rabbia implica sia il saper riconoscere i tratti distintivi in sé e
nell’altro, sia il saper distinguere la causa che ha determinato la rabbia in una precisa
circostanza. La regolazione interna è un’abilità molto complessa che inizia ad
emergere a 6 anni.
Gestire un’emozione come la rabbia può essere difficile non solo per i bambini ma
anche per gli adulti che non sempre riescono a fornire risposte adeguate alla
situazione.

La tristezza
La tristezza è un’emozione base negativa, è visibile nel bambino fin dai primi mesi di
vita in situazioni di dolore fisico, fame, sete, caldo o freddo.
Le cause della tristezza possono essere simili a quelle della rabbia e le due emozioni
possono essere provate in modo confuso o misto, ad esempio celando la tristezza
profonda manifestando atti di rabbia.
La comprensione della tristezza, come la rabbia, implica la capacità di riconoscere
tratti distintivi in sé e nell’altro e implica il sapere che è possibile distinguere la
causa.
La regolazione di quest’emozione può essere sia interna che esterna, la capacità di
regolazione interna è più complessa e comincia ad apparire in età prescolare. Essa
implica il riconoscimento dell’intensità con cui l’emozione è provata e la capacità di
modularla internamente per non esserne sopraffatti.

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