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ABQ – Addictive Behavior Questionnaire

Nel DSM 5 il costrutto di dipendenza viene sottoposto a rivisitazione a favore del costrutto
di Addiction, che oggi include in un'unica classe diagnostica sindromi cliniche
apparentemente distinte come uso di sostanze o gioco d’azzardo. Termini come abuso e
dipendenza confluiscono oggi nell’unico quadro dei disturbi correlati a sostanze e dei
disturbi da addiction. La parola dipendenza viene omessa nella terminologia diagnostica
ufficiale a causa della sua incerta definizione e per la necessità di evidenziare i ruoli del
craving, non limitando la diagnosi alla sola presenza dei sintomi di:
a. Tolleranza: ricerca di aumentate dosi  varia in base alle caratteristiche fisiche
b. Astinenza: varia in base alla sostanza.
Vi sono tre livelli di gravità del disturbo da uso di sostanze:
1. Lieve: 2 – 3 sintomi
2. Moderato: 4 – 5 sintomi
3. Grave: 6 o più sintomi.

1.1 Caratteristiche diagnostiche


La diagnosi comporta:
- compromissione del controllo dell’uso della sostanza
- compromissione della vita sociale, lavorativa, interpersonale
- uso della sostanza in situazioni pericolose, e i problemi fisici o psicologici causati dall’suo
della sostanza
- sintomi di tolleranza e astinenza.
Specificare inoltre se il soggetto sia in:
a. Remissione precoce  minimo di 3 ma meno di 12 mesi senza soddisfare i criteri
del disturbo da uso di sostanze (con l'eccezione del craving)
b. Remissione protratta  minimo di 12 mesi senza soddisfare i criteri del disturbo da
uso di sostanze (con l'eccezione del craving).

2. Modello integrato delle Addiction


In ambito clinico, la messa in atto di comportamenti di addiction rappresenta un esperienza
dalla forte componente sensoriale che permette di stabilizzare stati affettivi dolorosi
attraverso la reiterazione ossessiva del comportamento di addiction (Carretti, Craparo,
Schimmenti). Le condotte di dipendenza rappresentano per il soggetto un rifugio mentale
per ricercare uno stato di piacere che riesca ad antagonizzare il dolore psichico. Lo spettro
impulsivo-ossessivo-compulsivo è alla base del comportamento di dipendenza e del
craving (desiderio incontrollabile).

2.1. L’impulsività: introduzione generale


Impulsività  bassa soglia di produzione di risposte attive a stimoli esterni o interni,
caratterizzata da disinibizione motoria e comportamenti aggressivi  disposizione alla
reazione rapida e non pianificata; difficoltà ad anticipare gli effetti del comportamento e
apprendere dalle conseguenze;
- Difficoltà a inibire o ritardare l’azione in modo appropriato;
- Esprimere eccessivamente frustrazioni e provare raramente ansia o senso di colpa.
Fattori rilevanti per la genesi e nello sviluppo dell’azione impulsiva sono: traumi infantili,
abuso fisico, psicologico e sessuale nell’infanzia, disturbi affettivi e disfunzioni cerebrali.
L’impulsività fa riferimento a condizioni molto diverse come:
- aggressività impulsiva
- abuso di droghe
- violenza
- manifestazioni sintomatiche di diversi disturbi mentali o nel controllo degli impulsi
- spese eccessive
- comportamenti sessuali a rischio.
Fattori che concorrono alla messa in atto di un’azione impulsiva possono manifestarsi:
Impulsività comportamentale Impulsività cognitiva
Inadeguata ed eccessiva spinta appetitiva Compromissione delle funzioni esecutive
e ridotta capacità di elaborare stimoli necessarie per organizzare un
emozionali. comportamento adeguato al contesto 
corteccia prefrontale e orbito-frontale.

Può derivare anche da una compromissione della corteccia orbito-frontale o dalle


afferenze serotoninergiche.

2.2. Ruolo della corteccia frontale nel controllo degli impulsi


La corteccia prefrontale è considerata il centro esecutivo del SNC e responsabile di
organizzazione di strategie e idee, controllo degli impulsi, presa di decisione ed empatia;
inoltre è sede della memoria di lavoro che permette di mantenere in uso solo le info più
importanti che ci forniscono le abilità che garantiscono la messa in atto di un
comportamento adeguato al contesto. Studi effettuati su pazienti con lesioni nella zona
orbito-mediale nella PFC mostravano comportamenti impulsivi e aggressivi improvvisi e
immotivati con inconsapevolezza delle conseguenze delle loro azioni. È dunque
ipotizzabile una relazione diretta tra la messa in atto di comportamenti impulsivi e lesioni
nel circuito prefrontale orbito-mediale. Inoltre le interconnessioni della PFC con regioni che
processano informazioni emotive dimostrano come la PFC ha anche il ruolo di regolatore
delle emozioni, dell’attenzione focalizzata e del comportamento.
La scelta di uno stimolo di fronte a una moltitudine coinvolge processi cognitivi come la
memoria di lavoro e a lungo termine, la capacità di scelta volontaria e di valutare le
conseguenze a lungo termine, tutte funzioni compromesse in soggetti impulsivi. Studi
mettono inoltre in evidenza il ruolo delle monoaminoossidasi-A MAOA, neurotrasmettitori a
funzione inibitoria nella messa in atto di comportamenti antisociali. È stata individuata una
correlazione tra carenza di attività nelle MAOA, maltrattamenti nell’infanzia e
comportamenti aggressivi o impulsivi.
2.2 La natura ossessivo-impulsivo-compulsiva del craving
L’incompleta maturazione dei processi inibitori regolati dalla corteccia prefrontale, implicati
nel controllo degli impulsi, provoca una vulnerabilità che può interagire con altri fattori
genetici e ambientali; se questi sono patologici, moltiplica la vulnerabilità alla dipendenza.
Da un punto di vista neurobiologico, condizioni di maltrattamento e abuso producono una
riduzione dell’attivazione nelle aree dell’ippocampo e della corteccia prefrontale coinvolte
nella percezione sensoriale e nella memoria autobiografica; al contempo si assiste as un
incremento dell’attivazione cerebrale delle aree connesse alla memoria emotiva e al
comportamento quando il soggetto è sottoposto a stimoli che richiamano gli eventi
traumatici. A ciò si aggiungono gli affetti del trauma interpersonale precoce sul sistema
degli oppioidi endogeni, quali la dopamina. Durante i primi anni di vita l’organismo è
sensibile alle condizioni dell’ambiente esterno e se queste sono inadeguate può verificarsi
anche un arresto permanente dello sviluppo cerebrale. Esperienze di fallimento precoce
nella relazione caregiver-bambino causano alterazione nel rilascio di ormoni come
corticosteroidei e altri neuropeptidi. Questi eventi produrranno una permanente difficoltà a
tollerare alti livelli di attivazione  il soggetto non riesce a vivere pienamente gli stati
emotivi piacevoli.
Esperienze di abuso e maltrattamento causano dunque un deficit psicobiologico che non
permette al soggetto di elaborare o integrare le emozioni sottese a vicende dolorose 
indurre il soggetto all’uso compulsivo di un oggetto-droga, che permetta il ritiro difensivo in
uno stato mentale dissociato dalla coscienza ordinaria. Questo ritiro indebolisce
ulteriormente la capacitò di regolazione affettiva alimentando il bisogno compulsivo di
mettere in atto i comportamenti di dipendenza grazie alla quale si esperisce la sensazione
di piacere. Si crea così un circolo vizioso in cui la memoria della produzione di piacere
(egosintonica) e la ritualizzazione compulsiva volta alla riduzione del dolore (egodistonica),
alimentano pensieri e fantasie ossessive di ripetere le esperienze additive. Il soggetto vivrà
così un desiderio incoercibile che produrrà l’impulso a compiere l’azione nonostante
comporti effetti negativi.

Craving  condizione sindromica di base delle addiction, caratterizzata da urgenza di


ricerca di piacere e una messa in atto irriducibile, anche a svantaggio della volontà del
soggetto. Da un punto di vista neurobiologico riguarda un piacere appetitivo che si associa
all’eccitazione comportamentale, in grado di facilitare l’apprendimento incentivo
pavloviano. Il craving assume nelle diverse addiction le caratteristiche dell’impellenza e
della compulsività, soprattutto in presenza di specifici stimoli esterni o interni, in particolare
si attiva in risposta a eventi stressanti o particolari situazioni emotive. Secondo Hollander
impulsività e compulsività rappresentano i due estremi di un continuum nel quale i
comportamenti additivi possono oscillare da un rinforzo positivo (produzione di piacere) a
un rinforzo negativo (riduzione del dolore).
Disturbi - Disturbo ossessivo-compulsivo Si caratterizzano per una
compulsivi - Anoressia nervosa accentuata ansia anticipatoria e una
- Disturbo da depersonalizzazione tendenza ad evitare situazioni di
- Ipocondria pericolo.
- Sindrome di Tourette
Disturbi - Disturbi del Cluster B Si caratterizzano per la ricerca del
impulsivi - Disturbi del controllo degli impulsi rischio, scarsa ansia anticipatoria e
- Parafilie una ridotta capacitò di evitamento
del pericolo.

In entrambe le classi si riscontra l’incapacità di inibire la messa in atto di comportamenti


ripetitivi. Carretti, Craparo e Schimmenti hanno proposto dei criteri psicodinamici per la
diagnosi di dipendenza patologica:

Ossessività Impulsività Compulsività

pensieri ricorsivi delle irrequietezza, ansia o comportamenti di


esperienze di dipendenza agitazione quando non è
dipendenza ripetitivi che il
o ideazioni di possibile mettere in atto il
soggetto si sente
programmare le comportamento di obbligato a mettere in
esperienze di dipendenza dipendenza.
atto anche contro la sua
future ricorrente fallimento nel stessa volontà.
pensieri relativi al resistere ai desideri di tali comportamenti sono
comportamento di dipendenza. volti a evitare o prevenire
dipendenza sono stati di disagio o alleviare
egosintonici ma anche l'umore disforico.
causa di disagio e ansia

Queste tre dimensioni si pongono alla base del craving, e grazie a queste si può
comprendere come non possano essere solo gli affetti fisiologici generati da una sostanza
o comportamento a portare all’addiction.
I meccanismi psicodinamici alla base del craving sono:
fattori di rischio evolutivo, gran
disgregolazione produzione di stati
parte riconducibili alla relazione
di attaccamento affettiva emotivi dolorosi

Incapacità di regolare gli impulsi

Impulsività Compulsività
 Scarsa ansia anticipatoria  ansia anticipatoria
 piacere egosintonico  ritualizzazione egodistonica
 craving  craving

Queste riflessioni sono utili per una maggiore comprensione sulle ragioni per cui approcci
alla cura delle dipendenze solo di tipo rieducativo o farmacologico risultano infruttuosi e
inefficaci a lungo termine.
Le conseguenze negative delle condotte, se non elaborate o mentalizzate dal soggetto
attraverso processi di insight resteranno in secondo piano rispetto alle funzioni
autocurative che il craving sostiene, perciò molto spesso i soggetti dipendenti presentano
anche altre diagnosi psichiatriche, e la dipendenza è solo la punta dell’iceberg.
Il craving inoltre costituisce una forma di anestesia dal dolore, in quanto l’uso
dell’oggetto-droga conduce il soggetto in uno stato mentale dissociate, che rappresentano
il tentativo fallimentare di produrre una risposta adattiva allo stato di sofferenza, attraverso
la ricerca di una sostanza o un comportamento che riesca temporaneamente ad
anestetizzarlo.

CAP. 3 ADDICTIVE BEHAVIOR QUESTIONNAIRE – ABQ

3.1 Severity Index


L’ABQ è uno strumento di autovalutazione per la diagnosi di un disturbo correlato all’uso di
sostanze o da addiction secondo le indicazioni del DSM-5. Lo strumento permette di poter
elaborare una diagnosi sia categoriale che dimensionale. È costituito da due strumenti:
1. Severity Index – SI
2. Seven domains Addiction Scale – 7DAS

È formato da:
1. Istruzioni generali da sottoporre al cliente prima della somministrazione
2. Scheda anagrafica: domande su info anagrafiche, caratteristiche fisiche, stato civile,
titolo di studio, professione, religione, sport. Infine sono presenti domande sul
numero di sedute di trattamento svolte.
3. Scheda di rilevazione, tipologia e frequenza di addiction  rilevare se e con quale
frequenza il soggetto fa uso di sostanze psicotrope o alcol: fra i componenti additivi
sono stati aggiunti il gioco d’azzardo e internet, sebbene il DSM-5 non suggerisca
ancora la diagnosi di quest’ultimo.

Laddove dovesse emergere l’uso di sostanze, gioco d’azzardo o internet, si procede con
la:
4. Somministrazione di una o tutte e quattro le parti di cui si compone il Severity Index:
SOSTANZE, ALCOL, GIOCO D’AZZARDO, INTERNET.
Ogni parte è composta da due sezioni:
A) Valuta i comportamenti additivi
B) Concerne lo spettro ossessivo-impulsivo-compulsivo, quindi il craving.
5. Seven DAS: composta da 7 aree relative ai diversi costrutti legati alle addiction.

 Disturbo da uso di sostanze e uso di alcol  parti 1 e 2.


La sezione A -> di entrambe le aree è costituita da 17 item con risposta dicotomica, che
corrispondono ai raggruppamenti sintomatologici per il disturbo da uso di sostanze
secondo le indicazioni del DSM-5:
- item 8 e 14: valutano l’esistenza di comportamenti antisociali per reperire la sostanza
- item 9: info sulla percezione che persone significative per il soggetto hanno per le sue
condotte.
- item 11 e 12: valutano la presenza di stati di disagio o pregressi trattamenti seguiti.
La sezione B -> permette di valutare il livello del craving e l’incidenza dei tra fattori
Ossessività, Impulsività, Compulsività.
Nella parte 1  ci sono 8 item relativi all’uso di sostanze;
Nella parte 2  ci sono 7 item relativi all’uso di alcol;
con risposta likert a 5 punti che va da MAI a SEMPRE.
 Disturbo da gioco d’azzardo  APA: comporta il rischiare qualcosa di valore
nella speranza di ottenere qualcosa di maggiore. Tali soggetti mostrano difficoltà nel
controllare la spinta a giocare e finiscono per investire crescenti quantità di soldi nel
tentativo illusorio di poter limitare la perdita. Spesso giocano quando si sentono a
disagio o irrequieti a causa di lunghi intervalli senza giocare. Bugia e manipolazione
possono rappresentare un modo per procurarsi denaro o per continuare a giocare.
La parte 3 comprende la Sezione A di 15 item e la Sezione B di 12 item per la
valutazione del craving.
- item 5 -> valuta il rapporto del gioco con la salute psicofisica (depressione, ansia)
- item 13 -> valuta il rapporto del gioco con problemi legali
- item 7 -> info sulla percezione che l’ambiente ha del comportamento del soggetto
- item 10 -> relativo a pregressi trattamenti per il GAP.

 Internet Addiction  nel DSM-5 è inserita nelle “Condizioni che necessitano


ulteriori studi”, ma la ricerca empirica sottolinea che tale addiction è collegata a
problematiche di natura psicologica, psicopatologica e psicosociale.
La Sezione A ha 14 item e la Sezione B 7 item per la valutazione del craving.

3.2. La Seven Domains Addiction Scale – 7DAS


Esplora 7 domini psicologici determinanti per lo sviluppo e ilo mantenimento di una
dipendenza patologica, ognuno dei quali si compone di 7 domande con risposte a 5 punti
da MAI a SEMPRE.
 Dominio 1: Ansia da separazione da figure significative.
 Dominio 2: Disregolazione affettiva incapacità del soggetto a individuare,
differenziare e comunicare le proprie emozioni.
 Dominio 3: Dissociazione somatoforme e psicologica senso di incoerenza che
porta il soggetto a manifestare sentimenti di estraneità verso sé, il proprio corpo e gli
altri.
 Dominio 4: Esperienze traumatiche infantili
 Dominio 5: Discontrollo degli impulsi
 Dominio 6: Comportamenti compulsivi e ritualizzazione tendenza del soggetto
a mettere in atto comportamenti ripetitivi e talvolta pericolosi.
 Dominio 7: Pensieri ossessivi ricorrenti e persistenti, eccessiva attenzione al
giudizio degli altri e confusione e agitazione quando deve prendere decisioni.

CAP 4 SOMMINISTRAZIONE E SCORING


La somministrazione richiede: questionario, modulo di risposta e griglie per lo scoring.

- Popolazione a cui è destinato  persone che stanno svolgendo un trattamento


residenziale o semi-residenziale, con problemi di dipendenza in ambito giuridico o
carcerario. Si utilizza anche per la ricerca qualitativa o quantitativa.

- Requisiti professionali è necessaria una specifica preparazione in psicologica clinica,


psicoterapia o psichiatria. L’interpretazione dei punteggi è ristretta ad esperti qualificati,
altrimenti si potrebbe compromettere la validità del test.
Somministrazione
Una volta compilata la scheda di rilevazione tipologia e frequenza di addiction si
somministra il Severity Index e successivamente il 7DAS. Qualora il cliente si opponesse
alla somministrazione o l’intervistatore avesse bisogno della sola diagnosi di un disturbo
additivo è possibile somministrare solo il SI. Si consigliano comunque entrambi per un
profilo completo del funzionamento psicologico.
Gli esaminato dovrebbero essere incoraggiati a rispondere onestamente; i soggetti devono
essere informati che non esistono risposte giuste o sbagliate e che è importante
rispondere alle affermazioni nell’ordine preposto.
NON sono previsti limiti di tempo.
Se vengono rilevate delle risposte non date l’esaminatore dovrebbe richiedere al soggetto
di rispondere; in caso di risposta multipla di scegliere solo una risposta per ogni
affermazione per non inficiare la validità del questionario.

Scoring
Lo scoring avviene direttamente sul questionario. Per ogni sezione bisogna sommare i
punteggi grezzi, e dove opportuno trasformarli in percentili.
- Attraverso la sezione A del SI è possibile formulare una valutazione del livello di gravità
del disturbo. I cutoff si ottengono attribuendo a ogni risposta affermativa 1: la somma
costituisce il punteggio grezzo totale che può rientrare in:
a. Lieve  5 – 6 punti grezzi
b. Moderato  7 – 8 punti grezzi
c. Grave  9 e più punti grezzi.
Queste soglie sono state ricavate da analisi statistiche delle indicazioni del DSM-5 e delle
ricerche empiriche sulle tipologie di addiction.
- La sezione B del SI valuta il livello di gravità del craving. Gli item vengono sommati,
assegnando il valore grezzo 0 1 2 3 4 alle risposte date. Poi i punteggi vengono calcolati in
percentili. Anche in questo caso ci sono tre livelli di gravità:
a. Lieve  ≥ 60° percentile
b. Moderato  ≥ 75° percentile
c. Grave  ≥ 85° percentile.
La sezione B permette di valutare in maniera descrittiva quanto i tre fattori di ossessività,
impulsività, compulsività incidano sul desiderio di craving.

Infine il punteggio del 7DAS si ottiene dalla somma dei punteggi ai singoli item, trasformati
successivamente in percentili.

Modulo di profilo I punteggi vengono riportati sul modulo di profilo che permette di
tracciare graficamente il profilo di addiction del soggetto, offrendo una visualizzazione
immediata del suo stato. Il profilo accompagna la relazione clinica al termine della
diagnosi.

CAP. 5 INTERPRETAZIONE DEI PUNTEGGI


La valutazione di un comportamento additivo viene fatta valutando in quale fascia ricade il
punteggio ottenuto dalla Sezione A del SI, tenendo conto che un punteggio cutoff di 5 è
degno di attenzione clinica. La Sezione B è utile per integrare la valutazione della Sezione
A.
CAP. 6 STANDARDIZZAZIONE E SVILUPPO DELLE NORME

Sviluppo dell’ABQ
1. Individuato il relativo costrutto di interesse;
2. Stesura e selezione degli item;
3. Somministrazione e verifica delle proprietà psicometriche (attendibilità e validità)
versione finale dello strumento, sottoposta poi a standardizzazione.

Standardizzazione
Selezione del campione: strategie del gruppo-criterio di riferimento. Sono stati identificati
due gruppi suddivisi in base alla provenienza:
1. Gruppo non clinico, tutti soggetti non in trattamento reperiti casualmente
2. Gruppo clinico, soggetti in trattamento psicologico e o farmacologico,
ospedalizzati, selezionali su base diagnostica.

Procedure normative
Derivazione dei percentili: per il campione normativo vengono presentati: media,
deviazione standard, valori di asimmetria e curtosi di ogni scala dell’ABQ. I punteggi grezzi
sono stati riportati su un grafico e sia la distribuzione di frequenza che quelle di frequenze
cumulate sono state attentamente esaminate e trasformate in distribuzioni percentili ad
eccezione del SI parte A.

CAP. 7 ATTENDIBILITA’ E VALIDITA’


Attendibilità  si riferisce all’accuratezza, alla coerenza e stabilità dei punteggi ottenuti
in situazioni e momenti diversi. Nel caso dell’ABQ l’attendibilità è stata verificata mediante
studi di coerenza interna: grado con cui gli item di una scala misurano un singolo costrutto,
o il grado di coerenza dell’item all’interno del test, utilizzando il coefficiente alfa di
Cronbach  correlazione media di tutte le possibili combinazioni di risultati all’interno di
una scala ed esprime una stima dei limiti più bassi del test (lower bound). I risultati
indicano una coerenza interna soddisfacente.

Validità  quanto uno strumento è in grado di misurare il costrutto di interesse. Le prove


di validità dell’ABQ sono basate su:
1. Struttura fattoriale  verificata mediante analisi fattoriali esplorative che
evidenziano strutture unidimensionali per le varie scale dei due questionari.
2. Validità convergente  paragonare punteggi con altri strumenti di misura della
personalità come: Toronto Alexithymia Scale TAS; Dissociative Experience Scale II;
Traumatic Experience Checklist.
3. Validità discriminante  confronto dei punteggi delle scale del SI sezione B e della
7DAS. I risultati indicano che il test è in grado di discriminare tra soggetti addicted e
non.

Il test è utile in contesti come le comunità terapeutiche e le aziende sanitarie che si


occupano del trattamento di alcune forme di addiction.

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