DISTURBO DA SOSTANZE E DISTURBO DA USO DI SOSTANZE
Il disturbo da uso di sostanze implica la spiegazione dell'assuefazione e
dell’astinenza, dell’impulso ad assumere la sostanza perchè inizialmente la sostanze ci danno un surplus di godimento però questo effetto si esaurisce per cui noi siamo costretti ad assumere la sostanza semplicemente per evitare i disagi che ne derivano dall’astinenza. Se la sostanza è un eccitante, avremmo un sistema nervoso depresso; se la sostanza ha un effetto deprimente-rilassante sul sistema nervoso, saremmo super eccitati. Quindi abbiamo bisogno della sostanza per recuperare il nostro equilibrio e se non dovessimo farlo questo comporta sofferenza, ma nel momento in cui siamo entrati nel circuito infernale sarà difficile uscirne. Qual’è quindi la definizione di inferno? Il tormento che ricomincia identico sempre a se stesso, senza vie di uscita. (questa definizione deriva da Lacan…) Il DSM-5 riconosce all’interno della categoria dei disturbi correlati a sostanze disturbi da addiction, i disturbi indotti da sostanze e disturbi da uso di sostanze. Tra le novità introdotte nel DSM-5 c’è il riconoscimento di disturbi quali l’astinenza da cannabis, il disturbo da uso di tabacco e l’astinenza da caffeina.
I DISTURBI INDOTTI DA SOSTANZE
I disturbi indotti da sostanze comprendono l’intossicazione e l’astinenza. ● L’intossicazione è uno stato patologico causato dall’assunzione di una dose eccessiva di sostanza: il tossicodipendente, per continuare a sentire gli effetti della droga, è costretto quindi ad assumerne sempre più correndo il rischio di rimanerne intossicato. Questo stato può essere provocato anche da una miscela errata dei componenti della sostanza; le vieni conseguenze dell’intossicazione variano seconda della persona e della sostanza ingerita ma in generale implicano le funzioni percettive, lo stato di vigilanza, i processi cognitivi e l’attività psicomotoria. Quando l’intossicazione è particolarmente severa si parla di overdose, caratterizzata da difficoltà respiratorie cardiache: in tali situazioni si ricorre a iniezioni di naloxone (un farmaco salvavita che blocca gli effetti dell’overdose). ● l’astinenza insorge nel momento in cui il tossicodipendente sospende riduce l’assunzione della sostanza. I sintomi che si manifestano variano in base alla droga assunta ma in generale sono opposti a quelli che la droga stessa provoca (se induce sonnolenza e apatia nell’intossicazione, provoca insonnia e agitazione nell’astinenza). Le sostanze che possono provocare astinenza sono l’alcol, le anfetamine, la cannabis, la cocaina… La possibilità di avere una crisi di astinenza dipende anche dalla durata del periodo di assunzione della sostanza.
Dobbiamo immaginare che i neurotrasmettitori sono delle chiavi che entrano
nelle opportune serrature: abbiamo la serotonina, (migliora il tono dell’umore) l’ossitocina (importante nei legami di attaccamento), la noradrenalina (che mantiene il cervello acceso connessa con sport estremi), dopamina (che aumenta la gratificazione e il piacere, la motivazione e la spinta ad agire), … Questi neurotrasmettitori producono degli effetti sulla psiche e quindi le sostanze hanno la capacità, come se fossero delle chiavi false, di inserirsi in questo tipo di dinamica e produrre degli effetti.
Gli effetti delle droghe sul cervello e sull’organismo
le droghe in generale agiscono sui neurotrasmettitori, ossia molecole che hanno il compito di trasmettere l’informazione tra le cellule. tali sostanze sono incrementate notevolmente con l’assunzione di droghe, grazie ad esse infatti i circuiti cerebrali della gratificazione vengono attivati potentemente. Ed è in questo modo che scatta la dipendenza: il piacere è talmente intenso che si perde facilmente il controllo e l’uso diventa compulsivo. L’aumento smisurato della dopamina fa andare il cervello in tilt alterando il suo funzionamento. I danni provocati dalle sostanze stupefacenti interessano anche l’intero organismo: possono comparire vomito, nausea, alterazione del ritmo respiratorio e accelerazione del battito cardiaco. Le droghe favoriscono l’insorgenza dell'aterosclerosi e aumentano il rischio di infarto o di ictus. Infine, possiamo dire che non soltanto i tossicodipendenti di lunga durata possono avere conseguenze ma anche una sola dose può essere sufficiente per far insorgere determinati sintomi.
CIRCUITO DELLA RICOMPENSA
L’uso dei cellulari e in generale il fatto di ottenere una gratificazione immediata accende il circuito della dopamina e questo è strettamente connesso con la dipendenza dall’uso compulsivo dello smartphone. E’ stato condotto un esperimento sui ratti e si è visto che quando si inserisce un elettrodo nel cranio di un ratto e lo si collega con il centro del piacere che si trova nell’ipotalamo, poichè in esso ci sono diversi centri come quello del piacere, della fame, della sete, quando noi stiamo bevendo o mangiando si attiva quest’area del cervello che è collegata con il centro del piacere. L’elettrodo poi era collegato ad una leva che se azionata provoca delle scariche elettriche nell’ipotalamo. Questa evidenza che tutti i comportamenti di sopravvivenza possono essere messi da parte in questo giro infernale, cioè della ricerca delle sostanze del piacere tramite l’uso delle sostanze.
IL DISTURBO DA USO DI SOSTANZE
Questo disturbo insorge quando si fa un uso patologico della sostanza. Nel DSM-5 vengono stabiliti i criteri per diagnosticare te lo disturbo e sono: • la sostanza viene assunta in quantità maggiori o per periodi più prolungati • il soggetto dedica gran parte del suo tempo a cercare la droga o ad assumerla • l’uso ricorrente della sostanza provoca continui fallimenti • l’uso della sostanza non permette più alla persona di mantenere suoi rapporti interpersonali • pur essendo consapevole deve aver sviluppato una dipendenza il soggetto non riesce evitare di assumerla Affinché si possa dire diagnosticare il disturbo da sostanze devono manifestarsi nell’individuo: • il craving ossia un desiderio patologico che spinge il soggetto a consumare in modo compulsivo qualsiasi sostanza psicotropa • l’astinenza, qualora diminuisse o interrompesse l’assunzione della sostanza • Tolleranza che comporta una sua fazione alla sostanza tale da non sentire più gli effetti con il bisogno di aumentare le dosi. “craving” significa desiderio irrefrenato ed è indice di dipendenza psicologica (componente psico), la “tolleranza” dipende dall’assuefazione e insieme alla tolleranza indica la dipendenza fisica (componenti fisici).
Gli effetti della dipendenza da sostanze stupefacenti
La droga domina ogni aspetto della quotidianità del soggetto e diventa l’unico elemento in grado di modificare l’umore positivo e di ridurre lo stress. La dipendenza da una sostanza altera la personalità dei soggetti anche se non ne modifica la struttura di base. Il tossicodipendente entra in una dimensione di inganno e autoinganno: inganno nei confronti di amici e genitori, autoinganno cioè il soggetto si racconta che ha sempre il controllo della situazione. E’ evidente che l’assunzione della sostanza e l’ingresso nel circuito infernale della dipendenza, presenta delle caratteristiche comuni che però non possono stravolgere la struttura della personalità e siccome essa è un concetto complesso, l’aspetto fondamentale è proprio l’unicità irripetibile che dipende dalla storia. Sia come struttura che come storia personale la piega che uno prende dipende sempre dalla personalità (per esempio la scelta della sostanza). Quando uno entra nella dimensione dell’inganno e dell’autoinganno quello che viene neutralizzato è il principio di realtà, cioè il fatto di fare un'analisi delle conseguenze delle proprie azioni, e si manifestano 3 tendenze: 1°) la tendenza a utilizzare gli altri come mezzi, ingannarli e manipolarli per procurarsi la sostanza 2°) proprio perchè si sta rinunciando ad assumersi delle responsabilità, ci si rifugia prima in un atteggiamento passivo e poi vittimistico (cioè ci si presenta come uno che è stato sconfitto). La manipolazione degli altri avviene con bugie, il fatto di raccontare agli altri che si è vittime essendo al primo posto vittime dell’autoinganno perchè questo è un racconto che si fa a se stessi ma si crede talmente tanto a quello che si dice che poi si riesce anche ad ingannare gli altri e si rifà al terzo punto: 3°) la seduzione, che non riguarda solo l’aspetto fisico ma anche le doti culturali che possono sedurre le persone.
La tendenza dei tossicodipendenti è quella di mentire soprattutto nei confronti
delle persone propensi all’aiuto: assumono un atteggiamento vittimistico seducente c’è da sentire importanti. Chi cade nella trappola di fare il “salvatore” sviluppa la codipendenza non da una sostanza ma dal fatto di sentirsi l’unica persona che può salvare il tossicodipendente. Per poter avviare un percorso di uscita dalla tossicodipendenza è necessaria l’espressione della volontà del soggetto di uscire dalla dipendenza che avviene con supporto psicoterapeutico e la somministrazione di sostanze che devono servire per liberarsi dalle crisi di astinenza dalla dipendenza (es. come sostituto dell’eroina viene somministrato il metadone che serve scalare la dipendenza), se la cura è forzata è destinata al fallimento; un mezzo possono essere le comunità terapeutiche.