ORIENTAMENTI IN PSICHIATRIA
1. corrente psicodinamica: la malattia è una conseguenza di cause psicologiche.
2. corrente biologica-organicistica: qualsiasi sia l'espressione della nostra mente, deriva
solo da processi di ordine fisico-organico. Tutto deriva dal cervello e dal suo
funzionamento. Secondo questa corrente, la schizofrenia sarebbe un'alterazione dal
punto di vista anatomico nel cervello.
3. corrente sociologica: non si può capire la malattia mentale senza inserire la persona nel
suo contesto sociale; alcune manifestazioni assumono significati diversi a seconda del
contesto di appartenenza. (Esempio delle due diagnosi: da una parte la casalinga
depressa convinta di avere il malocchio, dall'altra l'uomo d'affari convinto anch'esso di
avere il malocchio; nel primo caso la convinzione del malocchio è perfettamente
coerente con le radici culturali, nel secondo no, quindi rispecchierebbe una forma di
delirio psicotico, mentre per la casalinga è solo depressione.)
Per prima cosa bisogna distinguere la percezione dalla sensazione: la percezione è l'attività
mentale che integra i dati forniti dalle sensazioni. Le sensazioni sono i dati che arrivano dagli
organi di senso; se essi non vengono integrati sono totalmente privi di significato.
L'attribuzione di significato avviene a livello della corteccia cerebrale.
Importante: nei disturbi della percezione, gli organi di senso funzionano correttamente.
Alterazioni quantitative:
• ipoestesie: percezioni in cui l'intensità della percezione è inferiore a quella dello stimolo
• iperestesie: percezioni in cui l'intensità della percezione è superiore a quella dello
stimolo
Alterazioni qualitative: Sono per lo più legate alla vista e riguardano specialmente i colori o le
dimensioni degli oggetti (micropsie/macropsie)
Illusioni: percezioni alterate della realtà verso cui la persona è in grado di attuare la critica (fare
valutazioni della realtà correggendo gli eventuali errori). Avvengono specialmente in condizioni
di particolare disagio, stress o tensione emotiva. (esempio: una persona al buio, spaventata,
che sente un rumore e lo scambia per passi umani mentre in realtà è un ramo mosso dal vento.
Si tratta di una percezione della realtà alterata, ma al momento della “verifica”, la persona si
accorge che si era fatta un'idea sbagliata).
Un tipo particolare di illusione sono le eidolie: attitudine della mente ad attribuire un
significato preciso a oggetti informi. Esempio: dare forma alle nuvole.
Allucinazioni: percezioni senza oggetto, verso cui la persona non è in grado di attuare la critica.
Si ha la percezione di qualcosa senza che esso sia reale, non esiste ciò che causa la percezione.
Importante, non si tratta però né di immaginazione né di ricordi. E' come se il percorso dello
stimolo fosse invertito rispetto al normale: non va dall'oggetto al cervello, ma dal cervello agli
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organi di senso.
Il paziente non è in grado di attuare la critica; nonostante l'evidenza, è assolutamente convinto
di quello che percepisce, perciò è del tutto inutile contraddirlo e cercare di farlo ragionare.
Ci sono vari tipi di allucinazioni:
• semplici: molto elementari, riguardano un unico organo di senso. A volte sono tra le più
difficili da riconoscere perchè si possono facilmente confondere con problemi fisici
dell'organo di senso (es. orecchio che fa sentire rumori)
• complesse: sono più organizzate rispetto alle prime, ma anch'esse riguardano un unico
organo di senso
• combinate: riguardano due o più organi di senso contemporaneamente
ALLUCINAZIONI UDITIVE
Sono le più frequenti. Variano molto, da semplici rumori a vere e proprie voci. La voce può
essere conosciuta o no, può essere più o meno vaga.
Queste allucinazioni si suddividono in base al contenuto:
• Imperative: le più frequenti. Si tratta di voci che danno ordini e comandi. Quasi mai il
paziente dice di sentire voci, perchè spesso sono proprio le voci a comandare di non
rivelarlo. Il paziente deve ubbidire alle voci, anche se gli impongono ordini in contrasto
con la sua volontà; non rispettare le voci lo metterebbe in uno stato di tale angoscia che
è preferibile ubbidire. Le conseguenze di queste voci possono essere anche molto gravi,
in base al livello di aggressività e violenza impartita dalle voci. Gli ordini possono essere
autolesionisti e portare anche al suicidio, oppure le violenze possono essere indirizzate
ad altri.
• Teleologiche: danno consigli, suggerimenti e a volte rassicurazioni. Possono essere
gradite al paziente, cosa che non aiuta il trattamento.
• Commento sonoro degli atti: le voci in questo caso commentano tutto ciò che fa il
paziente. Il commento è di tipo negativo, critico. Il paziente può esserne talmente
disturbato che si può ridurre all'immobilismo per non fare nulla che possa produrre una
critica.
• Colloquio di voci: due o più voci che parlano tra loro in tono offensivo verso il paziente.
Il paziente individua a chi appartengono queste voci, quindi si comporterà verso queste
persone in modo conflittuale.
• Eco del pensiero: si sentono i propri pensieri ripetuti ad alta voce. Attenzione, non è il
pensiero normale che si ripete in testa, il paziente lo percepisce proprio con le orecchie.
Diventa sgradevole perchè il paziente è convinto che tutti, come lui, sentano i suoi
pensieri.
Le allucinazioni uditive sono tipiche della schizofrenia.
ALLUCINAZIONI VISIVE
Meno frequenti delle uditive, non hanno una classificazione vera e propria perchè possono
riguardare infiniti oggetti (cose, animali, esseri umani e non..). Solo un tipo ha un nome
particolare: le allucinazioni zoofiche (il paziente vede animali, sempre piuttosto sgradevoli. È
uno dei sintomi principali del “delirium tremens”, sindrome dovuta all'astinenza di un alcolista
cronico)
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ALLUCINAZIONI TATTILI
Le forme più frequenti riguardano l'epidermide, altre meno frequenti riguardano la sensazione
del proprio corpo nello spazio.
Pseudo allucinazioni: situazioni in cui il paziente sente voci ma dall'interno del corpo, non con
le orecchie. Viene superato il confine interno-esterno.
Allucinosi: con questo termine si intendono due cose separate: le allucinazioni verso cui la
persona riesce a fare la critica, rendendosi conto che non possono esistere davvero, oppure
una serie di allucinazioni, una di seguito all'altra, dell'alcolista cronico, specialmente quando
beve. Di solito queste ultime vengono chiamate anche allucinazioni alcoliche.
Il pensiero è ciò che ci permette di comprendere la realtà esterna ed interna a noi. Ci permette
di dominare la realtà attraverso due strumenti: le astrazioni e le convenzioni (es: la parola
“tavolo” è un'astrazione verso l'oggetto e una convenzione tra gli uomini che usano tale parola
per descrivere un oggetto).
I disturbi del pensiero si suddividono in disturbi formali del pensiero e disturbi del contenuto.
I disturbi formali del pensiero riguardano il modo in cui si forma il pensiero, e sono i più
numerosi. Ne fanno parte:
• rallentamento ideatorio: il pensiero si forma più lentamente del normale. Può essere
scambiato per poca intelligenza perchè si allunga il periodo di latenza domanda-
risposta, anche per domande banali che non richiedono grossa conoscenza. Si può
riscontrare anche in disturbi di tipo fisico (es: ipotiroidismo)
• accelerazione ideatoria: i pensieri si formano con una velocità superiore alla norma. A
volte è così intensa che arriva alla cosiddetta “fuga delle idee” (pzt non riesce a stare
dietro a idee e pensieri). Queste persone vanno incontro alla logorrea. Si ha nei disturbi
dell'umore opposti alla depressione (manie) e nell'ipertiroidismo
• dissociazione del pensiero: perdita dei legami logici tra le singole idee. Il discorso che ne
esce è quindi completamente incomprensibile. Ci sono vari tipi di dissociazione del
pensiero: deragliamento, condensazione (due pensieri diversi vengono mescolati
assieme), iper inclusione (da un pensiero si passa a un altro per poi riprendere il primo),
blocco del pensiero (il pensiero si arresta prima di essere finito)
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• pensiero particolaristico: non si distinguono le cose importanti da quelle secondarie. Il
racconto risulta quindi pieno di info non rilevanti. È un disturbo presente anche in chi
soffre di epilessia
• pensiero ossessivo: pensiero che si impone nella testa e non si riesce a scacciare. Il
pensiero è egodistonico perchè non in sintonia con quello che pensa la persona. È un
tipo di pensiero presente nel disturbo ossessivo-compulsivo
• pensiero magico: convinzione che il pensiero possa modificare la realtà. Tipico dei
bambini piccoli e collegato al disturbo ossessivo-compulsivo
• pensiero autistico (o dereistico): pensiero staccato dalla realtà. La realtà è quello che si
sta pensando
• pensiero illogico: arriva a conclusioni inverosimili partendo però da presupposti logici.
(es: presuppposti logici: Cristo è uomo, io sono uomo. Conclusione illogica: io sono
Cristo)
• pensiero trasversale: la persona comprende la domanda fattale ma risponde in maniera
non coerente. (es: quando sei nato? A Genova)
I disturbi del contenuto riguardano ciò che la persona pensa. Quello che viene alterato è il
contenuto del pensiero.
• idea prevalente: pensiero che per la sua carica affettiva si impone su tutti gli altri
pensieri della persona
• delirio: pensiero alterato rispetto alla realtà verso cui la persona non è in grado di fare
critica (se la persona fosse in grado di fare critica, si tratterebbe banalmente di errore).
Con il delirio, la persona non è in grado di accorgersi che il suo pensiero non è la realtà,
quindi è del tutto inutile cercare di dimostrarle il contrario (vd allucinazioni). Ci sono
vari tipi di deliri: deliri primari (non collegati allo stato affettivo), secondari (congrui con
il disturbo affettivo del pzt), semplici, strutturati (hanno una loro logica e spiegazione,
come se fossero un racconto. Possono anche essere verosimili), bizzarri (al contrario
degli strutturati, sono inverosimili), lucidi (quando la persona ha uno stato di coscienza
normale, lucido), confusi (quando c'è alterazione dello stato di coscienza), persecutori
(pzt convinto di subire persecuzioni da persone ben precise, più o meno facilmente
individuabili. In base al modo di persecuzione vengono suddivisi in deliri di riferimento,
in cui c'è la convinzione che qualcuno stia parlando di lui o che alcune cose accadano in
riferimento a lui, es: notizie alla radio, e deliri di influenzamento, in cui c'è la
convinzione che la propria mente o il proprio corpo vengano modificati dall'esterno: i
pensieri non sarebbero loro, ma sarebbero “messi in testa” da altri. Es: onde
elettromagnetiche. Altri deliri persecutori sono il delirio querulomane, in cui il pzt è
convinto che tutti ce l'abbiano con lui, il delirio di veneficio, cioè la convinzione di essere
avvelenati; i pzt se la prendono con chi li circonda, arrivando anche a nascondere il
proprio cibo in modo che non sia avvelenato; ancora, il delirio di gelosia, distinto dalla
gelosia “normale” in quanto non c'è il sospetto di essere traditi, ma la vera e propria
convinzione del tradimento da parte del partner. Viene inglobato nei deliri di
persecuzione in quanto la persecuzione sarebbe il tradimento stesso). Oltre ai deliri
persecutori, troviamo i deliri depressivi (tra cui il delirio di colpa in cui il pzt incolpa se
stesso per eventi accaduti, anche se non c'è nessuna responsabilità oggettiva; il delirio
di rovina, in cui il pzt è convinto che la propria famiglia sia in rovina, accompagnato alla
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convinzione di esserne lui la causa; il delirio di negazione, o nichilistico o di Cotard, in
cui il pzt è convinto che parti del suo corpo non esistano più, o che non esistano più i sui
familiari. Quelli che vede intorno a lui sarebbero controfigure; il delirio ipocondriaco,
distinto dalla normale ipocondria perchè in essa c'è la paura di avere una malattia,
mentre nel delirio c'è l'assoluta convinzione di avere una malattia grave: il pzt non ha
bisogno di fare accertamenti medici perchè è sicuro di essere malato; nel caso in cui gli
esami gli dicessero il contrario, non ci crederebbe. Spesso questo delirio porta al
suicidio). Ancora, abbiamo i deliri espansivi (tra cui il megalomanico, o di
grandezza/onnipotenza, in cui c'è la convinzione di avere poteri eccezionali di vario
genere, dalle capacità fisiche a quelle intellettive; il delirio mistico, in cui c'è convinzione
di essere in contatto con entità superiori; il delirio genealogico, in cui c'è l'idea di
provenire da famiglie altolocate; il delirio erotomanico, in cui c'è convinzione di essere
amati da un'altra persona, più o meno famosa: questa convinzione porta il pzt a
comportarsi e assumere atteggiamenti coerenti con essa, portandolo a gesti di intimità
con la persona in questione. Il pzt giustificherà la reazione di allontanamento della
persona amata con la sua volontà di tenere segreta la loro relazione per evitare
scandali, il che andrà anche a rafforzare la convinzione dell'esistenza del rapporto). I
deliri si presentano in un quadro di psicosi: i persecutori sono tipici della schizofrenia,
quelli depressivi della depressione e, al contrario, quelli espansivi sono tipici delle
manie.
3. I DISTURBI DELL'AFFETIVITA'
Tristezza vitale: sofferenza talmente intensa che viene descritta non solo come mentale ma
addirittura fisica. E' vissuta talmente male che diviene spesso causa di suicidi, visti come
liberazione dalla sofferenza.
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Mania: condizione di euforia immotivata ed eccitazione. Il pzt ha un'ipertrofica valutazione
dell'io, ritiene di essere una persona con grandi capacità cui accadono situazioni piacevoli e
positive, tende ad interessarsi ad ogni cosa gli capiti; parla con tutti di tutto, è preso
perennemente da iperattività accompagnata però da difficoltà di concentrazione. Tende a non
rispettare le norme sociali non perchè sia un delinquente, ma perchè per lui non hanno
significato. I suoi rapporti sono all'insegna di promiscuità e rischio, non valuta mai le
conseguenze. Può anche essere una persona piacevole (quelle “di compagnia”), ma dopo un
po' diventa pesante nei comportamenti e nelle conversazioni, credendosi brillante. Tende a
non dormire in quanto troppo impegnato. Nei confronti del cibo assume comportamenti di
voracità alternata a digiuno in quanto troppo impegnato per avere tempo per mangiare.
Apatia: mancanza di provare emozioni. Dal pzt non è percepita come una cosa piacevole, al
contrario provoca sofferenza in quanto egli non prova trasporto verso i propri cari.
Abulia: mancanza di volontà, il pzt non è in grado di avere la spinta a fare qualcosa. È uno dei
sintomi della depressione che più crea disagio nei rapporti pzt-familiari, in quanto questi ultimi
spesso non capiscono che si tratta di un vero e proprio sintomo della malattia e spronano
sempre più insistentemente il pzt a fare qualcosa, senza che egli ci riesca.
Anedonia: incapacità di provare piacere, in senso lato, per qualsiasi cosa/attività. Ad esempio
si riscontra nel depresso che prima della malattia aveva la passione per una determinata cosa,
poi smette di interessarsi ad essa.
Disforia: condizione di irritabilità, si nota specialmente quando il pzt viene contrariato: la sua
reazione irritata può addirittura sfociare in violenza.
Labilità affettiva: soglia affettiva molto bassa, reazioni eccessive agli stimoli. Passaggi frequenti
e rapidi da condizione di gioia a tristezza, a causa di stimoli che di solito non sono così intensi
da giustificare la reazione del pzt.
Ambivalenza affettiva: si sperimentano due sentimenti opposti per lo stesso oggetto: l'aspetto
patologico è che la persona non se ne rende conto. Es: nel caso di Catullo odi et amo, non c'è
ambivalenza.
Fobie: paura immotivata verso oggetti, situazioni, persone o animali che di per sé non sono
pericolosi. Es: rupofobia (paura dello sporco inteso come qualsiasi cosa toccata prima da altri);
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agorafobia (paura di spazi aperti); claustrofobia (paura spazi chiusi); patofobia (paura di
malattie. Diverso da ipocondria in quanto con la fobia il pzt ritiene che ci possano essere
pericoli patologici in agguato nelle situazioni che sta vivendo. Es: germi nell'aria).
Spesso alle fobie si accompagnano tratti ossessivi.
Una discriminante per riconoscere una fobia può essere l'intensità della reazione.
4. I DISTURBI COGNITIVI
Oligofrenia: riduzione delle capacità cognitive prima che l'intelligenza si sia completamente
formata.
Demenza: riduzione delle capacità cognitive dopo che l'intelligenza si sia completamente
formata.
L'intelligenza si forma completamente intorno ai 18 anni d'età.
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Demenze:
• Degenerative: la causa di queste demenze è legata alla morte di neuroni a causa di una
degenerazione. La più frequente è la malattia di Alzheimer in cui la morte dei neuroni è
causata dal deposito in essi della sostanza amminoide. I sintomi sono: perdita della
memoria a breve termine, che poi si allarga a quella a medio-lungo termine. Vengono
perdute prima le capacità cognitive più articolate (matematiche, metaforiche..), insieme
al vocabolario. Si parla anche di labilità attentiva: i pzt non riescono più a concentrarsi.
Si riducono anche le capacità prestazionali, anche per compiti semplici. Incapacità di
programmare la sequenza delle azioni, anche per compiti abituali come vestirsi. A volte
compaiono anche deliri, ad esempio di essere derubati. Si distingue un Alzheimer
presenile (prima dei 65 anni) e uno senile (dopo i 65 anni); più precoce è la comparsa,
più dura sarà la malattia (di solito dall'esordio alla morte passano circa 8 anni). Bisogna
distinguere l'Alzheimer dalla pseudo-demenza, una depressione che ha manifestazioni
confondibili con la demenza, che spariscono se curati con antidepressivi; la differenza
sta nell'esordio: quello dell'Alzheimer è subdolo e poco evidente, a differenza di quello
della pseudo-demenza.
• Vascolari: encefalopatie multi-infartuali → infarti multipli. Si tappano alcune arterie non
facendo più arrivare sangue e ossigeno al cervello, provocando così la morte dei
neuroni. I sintomi possono essere sovrapponibili a quelli dell'Alzheimer, ma a differenza
di quest'ultimo, che ha un andamento rettilineo (peggioramento costante e continuo),
l'andamento delle forme vascolari è “a gradoni” (c'è condizione di stabilità, poi un
peggioramento netto a causa dell'episodio ischemico, poi una stabilizzazione, poi un
altro episodio ischemico ecc); ci sono possibilità di prevenire gli altri eventuali episodi
ischemici eliminando i fattori di rischio e usando anti-aggreganti che riducono la
coagulazione del sangue. La demenza vascolare può essere prevenuta preservando le
abilità cognitive, curando le funzioni del sistema cardiocircolatorio e facendo attenzione
all'alimentazione e al metabolismo dei grassi
Per coscienza propriamente detta si intende la capacità della persona di essere consapevole
dell'ambiente, situazione, momento in cui si trova → una persona cosciente sa dove si trova,
cos'ha intorno e che giorno è. Questa coscienza si misura valutando l'orientamento nello
spazio, nel tempo e nelle persone (capire il funzionamento e il ruolo delle persone). Per
confusione si intende la perdita dei parametri di coscienza. Per questo tipo di coscienza, i
disturbi si riferiscono ad un ampliamento dello stato di coscienza o ad un restringimento:
• La forma più frequente è il delirium (da non confondere con il delirio!): è uno stato
confusionale acuto perchè l'esordio è molto rapido: tutte le capacità di orientamento
sono perse. Il danno temporaneo al SN non comporta la morte dei neuroni ma una
sintomatologia simile alla demenza ma molto acuta. Il pzt diventa aggressivo, convinto
di essere perseguitato. Ridottissima capacità di concentrazione, sono presenti anche
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allucinazioni visive. Le cause sono varie, ma mai psicologiche → ci dev'essere causa
organica, tutto ciò che modifica il funzionamento del cervello (farmaci, uso di sostanze,
sangue meno ossigenato al cervello..); in genere le cause, in condizione di
ospedalizzazione, sono: predisposizione, febbre alta, encefalite, perdita di sangue,
immobilizzazione a letto. Come l'esordio, anche la fine di questo episodio è rapida (2-3
gg), perchè si scopre cosa l'ha causato e il pzt torna lucido. Non dovrebbe durare più di
una settimana, anche se l'andamento può essere fluttuante.
• Lo stato ipnoide, provato da ogni persona nel momento in cui si addormenta,
progressivo abbandono della coscienza
• L'alterazione onirica, in cui il pzt non è in grado di distinguere la realtà dalla fantasia
• L'alterazione oniroide, più grave, in cui pzt non distingue i suoi deliri dalla realtà
• Lo stato crepuscolare, un restringimento dell'ampiezza dello stato di coscienza
riscontrabile specialmente nei disturbi organici; si riduce progressivamente il campo
della propria coscienza.
Per coscienza dell'Io, si intende invece la consapevolezza di se stessi, riferita all'ambiente in cui
ci si trova. Si basa sull'attività (quello che faccio lo sto facendo io), l'identità (io so di essere me
stesso e di essere lo stesso di quando ero bambino), l'unità (io sono sempre io anche se provo
sentimenti diversi) e la diversità (io sono diverso da un altro). Qui le alterazioni sono:
• la depersonalizzazione: pzt non riconosce più se stesso. Può essere legato al fatto che
non riconosce più i suoi pensieri (depersonalizzazione autopsichica) o il proprio corpo
(somatopsichica) o se stesso nel suo ambiente esterno (allopsichica)
• il transitivismo: pzt attribuisce ad altri le proprie esperienze
• il disturbo dissociativo dell'identità (o di identità multiple): come se pzt avesse più
identità ognuna separata dall'altra
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ELEMENTI DI PATOLOGIA PSICHIATRICA
LE NEVROSI
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3. disturbo ossessivo-compulsivo (DOC). La mente del soggetto è occupata da pensieri
fastidiosi di cui non ci si riesce a liberare, che possono compromettere ad alto livello la
vita del soggetto
4. disturbo post traumatico da stress (DPTS). Interviene dopo un trauma importante che
caratterizza la vita dell'individuo, ad es un incidente grave. L'evento comincia a
ripresentarsi alla mente della persona sottoforma di pensieri, sogni e paure che si possa
realizzare ancora
5. disturbo acuto da stress. È uguale al precedente, ma si realizza in forma acuta, più
rapidamente
6. disturbo d'ansia generalizzato. Ansia costante che fa da compagna di vita. Solitamente
compare con il passare del tempo e in età avanzata, ma non sempre. A volte ci sono
altre patologie correlate (ad es la tossicodipendenza) che possono indurre l'ansia, che si
mantiene nel tempo
Un dato interessante è che gli ansiolitici sono i farmaci più usati nel mondo; non hanno effetti
collaterali ma inducono dipendenza anche perchè hanno un effetto reale.
I DISTURBI SOMATOFORMI
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che non va dal pdv estetico, ma il problema non esiste in realtà. Questi pzt si rivolgono
alla chirurgia estetica senza necessità di modificare qualcosa. Questi difetti vengono poi
ritenuti responsabili delle difficoltà incontrate dal soggetto, in quanto diventa molto
condizionante.
Come affrontare questi disturbi? L'errore più grave è di banalizzare l'aspetti fisico, perchè
questi pzt si esprimono attraverso il fisico in quanto hanno difficoltà ad addentrarsi nel loro
mondo interno. Bisogna dimostrare attenzione verso i sintomi fisici, anche attraverso esami
medici non troppo impegnativi. Cominciare poi a prospettare il fatto che ci possano essere
cause psicologiche alla base del disturbo, parlando di situazioni poco complesse come stress,
fonti di preoccupazione.. l'attenzione va mantenuta su entrambi gli aspetti, sapendo però che il
problema è di ordine mentale.
I DISTURBI DELL'UMORE/DELL'AFFETTIVITA'
La mania.
È la situazione opposta, caratterizzata da un'euforia esagerata e un buonumore inadeguato. C'è
una grande sensazione di forza, assenza di limiti e di inibizione, una concezione di sé a livelli di
onnipotenza, continuo movimento, fuga delle idee. Si parla di ipomaniacalità quando la mania
è contenuta. La disinvoltura riguarda anche l'uso del denaro; è proprio questo aspetto che
spesso mette in allerta la famiglia.
Anche in questo caso l'ipotesi eziologica è psicogena: il pzt maniacale sperimenta situazioni di
perdita.
Per quanto riguarda il decorso, sia la depressione che la mania possono comparire
episodicamente, ma è più comune la ripetizione della situazione (spesso i disturbi sono ciclici),
con frequenza sempre maggiore, finchè si avvicina molto ad un quadro di cronicizzazione.
Depressione e mania si possono anche alternare (disturbi bipolari).
Le complicanze sono il rischio di suicidio.
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I DISTURBI DI PERSONALITA'
Si manifestano in modo ridotto e insufficiente perchè inquinano un aspetto di vita che è intimo
e personale. Il sesso ha aspetti biologici e psicologici, è stato per anni oggetto di pregiudizi.
La sessualità dipende da 4 fattori collegati tra loro:
1. identità sessuale: qualificazione sessuale di un individuo che deriva dalle sue
caratteristiche sessuali biologiche
2. identità di genere: sensazione intima e profonda di essere un uomo o una donna.
Esprime la presenza di strutture interne maschili o femminili
3. orientamento sessuale: definisce l'oggetto degli impulsi sessuali di una persona
4. comportamento sessuale: modalità psicofisiologiche della risposta sessuale.
Comprende gli atteggiamenti psicologici verso la sessualità e gli atteggiamenti verso il
proprio partner sessuale
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Due condotte in particolare, un tempo erano considerate patologiche mentre ora non più:
la masturbazione, espressione di stati patologici solo nel caso in cui sia praticata in maniera
compulsiva o al di là del controllo razionale e si sostituisca completamente al rapporto
sessuale; e l'omosessualità.
Le patologie della sessualità più comuni sono le disfunzioni sessuali, definite come disfunzioni
patologiche caratterizzate da un'anomalia del processo che sottende il ciclo di risposta sessuale
o da dolore associato al rapporto:
• disturbi del desiderio sessuale
• disturbi dell'eccitazione sessuale
• disturbi dell'orgasmo
• disturbi da dolore sessuale
• disfunzione sessuale dovuta a una condizione medica generale
• disfunzione sessuale indotta da sostanze
• disfunzione sessuale non altrimenti specificata
LA SCHIZOFRENIA
Si compone di quadri clinici diversi gli uni dagli altri, per cui non è conosciuta l'eziopatogenesi.
Il decorso tende alla cronicizzazione. Ai tempi di Freud si parlava di demenza precoce in quanto
si evidenziava un deterioramento cognitivo, che nella schizofrenia è presente ma è da
distinguere da quello della demenza. Il termine schizofrenia vuol dire letteralmente “cervello
diviso”, in quanto le funzioni mentali vengono separate le une dalle altre.
Sintomi:
• sintomi cognitivi e comportamentali: deliri, distorsione della realtà e disorganizzazione
del pensiero, comportamenti bizzarri
• affettività impoverita, abulia, apatia → aspetti quasi di asocialità
• intaccate le funzioni neuropsicologiche; memoria, FE..
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Eziopatogenesi: non c'è una causa specifica che determini la schizofrenia, mentre la causa
scatenante sono spesso degli eventi traumatici. Le ipotesi vanno da quelle biologiche (danno
organico alla base) a quelle sociali ( l'accento è posto sulle situazioni che possono essere
elemento di disturbo e sofferenza per la persona), passando per quelle
psicologiche/psicodinamiche (relazioni primitive, conflitto con la madre, carenza di protezione
in infanzia..).
Ci sono stati tentativi di raggruppamento dei quadri clinici per tentare una classificazione. Sono
stati individuati 5 tipi di schizofrenia:
1. paranoide: il soggetto presenta deliri persecutori e allucinazioni collegate,
prevalentemente uditive
2. disorganizzata: esordio adolescenziale. La differenza con la paranoide è che i deliri e le
allucinazioni sono estremamente disorganizzati, senza una struttura logica e
organizzata. C'è una grande agitazione
3. catatonica: di questo tipo ci sono due versanti, quello mentale (deliri/allucinazioni con
vari oggetti) e quello motorio (disturbi della mobilità, ad es la persona è molto lenta o
assume posizioni che non si modificano)
4. indifferenziata: dominano i sintomi della sfera affettiva, in senso negativo (affettività
appiattita, persone poco attive e poco aperte al contatto..). È una schizofrenia giovanile
e i quadri clinici sono spesso osservati dagli insegnanti in base ai comportamenti dei
soggetti a scuola (alunni distratti, isolati..). C'è una prevalenza di sintomi negativi, poche
allucinazioni e pochi deliri
5. residuale: si tratta della schizofrenia cronicizzata, che col passare del tempo ha
comportato una riduzione dei sintomi. I soggetti hanno comportamenti spesso bizzarri
La schizofrenia curata ha una percentuale di ricaduta dimezzata rispetto a quella non curata.
Terapia:
• farmacologica, in un primo momento, grazie agli antideliranti
• psicoterapia successivamente, anche se la relazione terapeutica è difficile
• riabilitazione psichiatrica, specialmente per le forme residuali (di solito uin comunità); si
riabilitano aspetti che prima funzionavano e poi hanno smesso. Lo scopo è riportare
queste persone in un contesto di vita quotidiano
Gli interventi spesso si integrano tra loro per caratterizzare tutto il percorso di vita
dell'individuo.
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LE TOSSICOMANIE
Ne fanno parte i disturbi da uso di sostanze e quelli derivati dall'uso di sostanze. Per sostanze si
intendono le sostanze psicoattive, che quindi hanno attività sulla mente: droghe domestiche,
psicostimolanti, ma anche caffè, sigarette..
Ci sono alcuni passaggi per arrivare alla tossicomania:
1. utilizzo edonico: provare la sostanza per effetti piacevoli
2. uso/abuso problematico: la persona sta male, ha delle crisi, ricorda di aver provato una
volta quella sostanza che la faceva stare bene e allora la riprende. Sostanza come
medicina; uso massivo ma concentrato nel tempo
3. pensiero legato solo alla sostanza con conseguente ricerca: da questa fase inizia la
tossicomania. C'è bisogno di aumentare la dose perchè quella di prima non basta più
Caratteristiche:
• tolleranza (che distingue la droga dall''alcolismo)
• sintomi da astinenza
• problemi di ordine fisico o mentale (es cambio di personalità)
Anoressia mentale.
È una delle poche malattie mentali che può portare alla morte. Caratteristiche:
• immagine del corpo distorta
• grossa limitazione nell'assunzione di cibo che comporta un dimagrimento eccessivo
• amenorrea (è significativa per la diagnosi l'assenza di tre cicli consecutivi)
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con la madre per bisogno di indipendenza.
L'intervento medico si attua quando c'è il peso arriva sotto al limite consentito; è
indispensabile anche quello psicoterapico per le relazioni interne disturbate di questi pzt, che
devono essere messe in luce.
Obesità.
Assunzione eccessiva di cibo senza eliminazione, con una conseguente crescita di peso.
L'ipotesi causale è che alla base ci sia una mancanza di qualcosa che dia piacere al pzt, per cui
questo si sfoga sul cibo.
IL RITARDO MENTALE
Il ritardo mentale è una condizione clinica che comporta un funzionamento ridotto dal pdv
delle prestazioni del cervello; altri sintomi si possono associare alle demenze. Il ritardo può
essere lieve, medio o grave. Non ci sono terapie se non cercare di evitare le condizioni che lo
possono causare → prevenzione.
LA TERAPIA PSICHIATRICA
Terapia farmacologica.
Gli psicofarmaci sono in commercio dal 1950 circa. Hanno effetti collaterali e controindicazioni
come tutti gli altri farmaci, si consigliano per gli adulti e col passare del tempo la dose va
ridotta. I più diffusi sono i tranquillanti minori (xanax, lexotan, tavor..), che tolgono l'ansia e
inducono il sonno. Sono farmaci solitamente ben tollerati con pochi effetti collaterali. Non ci
sono controindicazioni tranne la miastenia (ribassamento muscolare abnorme. Questi farmaci
hanno un'azione miorilassante, quindi potrebbero complicare la malattia) e la dipendenza (c'è
il rischio che si diventi dipendente da questi farmaci).
Altri sono i tranquillanti maggiori (i neurolettici), che devono essere gestiti da specialisti.
Hanno un'azione sedativa (non ansiolitica), sui sintomi positivi della schizofrenia, hanno un
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effetto disinibente per quelli negativi e uno antimaniacale.
Controindicazioni per la sofferenza epatica e renale.
Effetti collaterali: tremori, rigidità muscolare, quadro simile al morbo di Parkinson (mimica
fissa, movimenti lenti, tremori), movimenti involontari della muscolatura facciale.
Richiedono controllo frequenti con lo specialista.
Un'altra categoria sono gli antidepressivi, che si distinguono in
• triciclici (più vecchi), che hanno un effetto maggiore ma anche più effetti collaterali
• serotoninergici (più recenti), che hanno un effetto meno evidente ma meno effetti
collaterali
L'effetto degli antidepressivi non è garantito, l'efficacia è molto legata al modo di
somministrazone.
Altri farmaci sono gli stabilizzatori dell'umore, usati quando c'è instabilità emotiva. Sono vecchi
farmaci antiepilettici che si è visto avere effetti sul tono dell'umore. Il più conosciuto è il litio.
Il vantaggio degli psicofarmaci è che si possono combinare, perchè curano il sintomo, non la
malattia. Qualcuno si può potenziare quando viene associato ad un altro. La terapia ma
monitorata e ad un certo punto sospesa → non vanno presi per sempre.
La psicoterapia.
Prescinde dai farmaci, poggia sulla relazione, che può essere individuale, di coppia o di gruppo.
Nasce fondamentalmente con Freud. Ci sono varie forme diverse tra loro ma con dei punti in
comune, tra cui la relazione e il dialogo, il contesto che necessita di alcune caratteristiche
precise, l'assenza di farmaci, la necessità di più tempo rispetto all'azione dei farmaci.
L'obiettivo dipende dal tipo di psicoterapia: la psicoanalisi porta al cambiamento, alcune sono
più di tipo supportivo dando un aiuto generico al pzt, altre mirano a risolvere un problema
specifico.
Le forme più conosciute sono:
• quelle di sostegno, in cui il terapeuta è un po' il “bastone” del pzt, in cui però il rischio è
che si crei una dipendenza
• le cognitivo/comportamentali
• le psicosessuali
• le psicoterapie analitiche
La riabilitazione psichiatica.
Si tratta di azioni e interventi volti a diminuire e alleviare le menomazioni e la disabilità negli
individui con disturbi mentali e a migliorarne la vita. Gli scopi sono la massima partecipazione e
integrazione degli individui nella famiglia, nella comunità e nella società; e la diminuzione della
disabilità e la promozione dell'integrazione sociale, cercando di ridurre le ricadute.
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