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DEPRESSIONE DISTURBI DELL'UMORE NEUROLOGIA

SEROTONINA E DEPRESSIONE: COS’È,


COME AUMENTARLA E GLI INTEGRATORI
di Dr. Roberto Gindro
Ultima modifica 04.04.2022

INDICE
INTRODUZIONE EFFETTI E RUOLO NELL’ORGANISMO
SEROTONINA E DEPRESSIONE SEROTONINA E SESSUALITÀ
COME AUMENTARE LA SEROTONINA? SEROTONINA, FARMACI E RICAPTAZIONE
SEROTONINA NATURALE IN FARMACIA: CONCLUSIONI
INTEGRATORI DI TRIPTOFANO
FONTI E BIBLIOGRAFIA

1 INTRODUZIONE
La serotonina (5-HT) è un neurotrasmettitore, ossia una sostanza in
grado di trasmettere informazioni fra le cellule del cervello e, più in
generale, del sistema nervoso; è stata per la prima volta isolata negli
anni ’30 ad opera di un ricercatore italiano, anche se verrà meglio
caratterizzata solo nei decenni seguenti.

La sua funzione principale è la regolazione del tono dell’umore, per


questo motivo negli anni la ricerca sulle basi biochimiche della
depressione si è concentrata sullo studio di questa molecola; il risultato è
la disponibilità di numerosi farmaci antidepressivi.

Un eccesso di rilascio di serotonina può condurre in specifiche condizioni


alla sindrome serotoninergica, una condizione causata in genere da un
errato uso di farmaci (abuso o interazioni) e caratterizzata da tre
tipologie diverse di sintomi:

Effetti cognitivi: mal di testa, agitazione, disturbi dell’umore, confusione,


allucinazioni, coma.
Effetti autonomici: brividi, sudorazione, ipertermia, ipertensione,
tachicardia, nausea, diarrea.
Effetti somatici: contrazioni muscolari involontarie, tremore.

Gli effetti che si manifestano sono proporzionali alla gravità della


sindrome e possono essere da appena percettibili a fatali.

iStock.com/portishead1

2 EFFETTI E RUOLO NELL’ORGANISMO


La sintesi di questa preziosa sostanza avviene a partire
dall’amminoacido triptofano e vedremo in seguito che questo aspetto
viene sfruttato per favorirne la produzione dall’esterno.

Gli effetti della sostanza sull’organismo sono molteplici:

Parete intestinale, dove determina l’aumento della motilità intestinale


e può causare nausea o vomito quando necessario,
Vasi sanguigni, dove causa vasocostrizione (ovvero una riduzione
della dimensione dei vasi sanguigni con conseguente riduzione del
flusso di sangue e aumento della pressione),
Sangue, dove promuove l’aggregazione delle piastrine nel processo di
coagulazione.

Più interessante relativamente all’argomento di questo articolo sono le


azioni che esprime a livello del sistema nervoso centrale, dove la
serotonina è in grado di:

regolare il tono dell’umore,


modulare il sonno,
intervenire sulla termoregolazione (temperatura corporea),
influenzare il desiderio sessuale,
alterare il senso dell’appetito.

Proprio alla luce di queste proprietà è intuitivo individuare numerosi


disturbi neuropsichiatrici dove questa sostanza gioca un ruolo di primo
piano:

emicrania,
disturbo bipolare,
disturbo ossessivo compulsivo,
ansia,
fame nervosa,
bulimia,
depressione,
eiaculazione precoce nell’uomo,
fibromialgia.

Questi effetti sono sfruttati, oltre che da numerosi farmaci (per esempio
gli antidepressivi) anche da alcune sostanze d’abuso: l’ecstasy (MDMA) è
per esempio in grado di favorirne un accumulo nel cervello per
scatenare sensazioni di benessere ed entusiasmo.

Elevati livelli di serotonina sono stati rilevati nei neonati colpiti dalla
sindrome della morte improvvisa del lattante, anche se purtroppo al
momento questo consente esclusivamente di distinguere a posteriori la
causa del decesso e non (ancora?) quello di prevenirlo.

Se iniettata a livello cutaneo provoca rapidamente dolore.

3 SEROTONINA E DEPRESSIONE
Diversa letteratura scientifica porta a ipotizzare un forte collegamento
tra la quantità di serotonina e l’umore: si ritiene che una significativa
alterazione del bilancio di questa molecola a livello del sistema nervoso
centrale potrebbe essere causa di depressione.

Questo può succedere per quattro ragioni fondamentali:

1. ridotta produzione della sostanza,


2. ridotta espressione dei recettori in grado di legarsi alla sostanza,
3. impossibilità da parte della sostanza di raggiungere il recettore,
4. carenza di triptofano, il precursore attraverso cui viene sintetizzata la
5-HT.

Se si verificano una o più di queste condizioni il paziente può andare


incontro a disturbi neuropsichiatrici, come

depressione,
disturbo ossessivo compulsivo,
ansia,
panico,
arabbia.

Una delle classi più usate ed efficaci di antidepressivi, gli SSRI (inibitori
selettivi della ricaptazione della serotonina, dall’inglese selective
serotonin reuptake inhibitors), agisce aumentando la quantità di
neurotrasmettitore libero e favorendo quindi la stimolazione dei recettori.

4 SEROTONINA E SESSUALITÀ
La serotonina funge da ritardante naturale nell’organismo maschile,
procrastinando l’orgasmo.

L’influenza del neurotrasmettitore sulla sessualità sembra tuttavia più


profonda, uno studio pubblicato su Nature del 2011 ha dimostrato che in
caso di carenza della sostanza in esemplari di topolini maschi, questi
andavano incontro alla perdita di preferenza sessuale verso le femmine,
tentando di accoppiarsi anche con altri soggetti maschi. La discussione
di questi risultati ha ovviamente generato polemiche e tesi controverse,
ma quello che interessa in questa sede è semplicemente sottolineare
l’impatto che può avere anche una piccola variazione delle quantità
disponibili di serotonina; nell’uomo è possibile verificare questo effetto
da una prospettiva opposta, i soggetti che assumono antidepressivi in
grado di aumentare la quantità in circolo vanno spesso incontro a un
calo del desiderio.

5 COME AUMENTARE LA SEROTONINA?


Da circa 50 anni la comunità scientifica si interroga su come manipolare
il sistema serotoninergico cerebrale per riuscire a modulare il tono
dell’umore; assistiamo quindi a una fervente ricerca sui possibili modi
per aumentare la quantità di 5-HT disponibile senza dover ricorrere
all’uso di farmaci che, pur avendo rivoluzionato la terapia della
depressione, si portano dietro diversi limiti:

possibilità di effetti collaterali,


ma soprattutto il pessimo rapporto rischio/beneficio in un ipotetico
utilizzo preventivo.

“In altre parole, come possiamo aumentare la serotonina disponibile


nel cervello per aumentare il senso di benessere e prevenire disturbi
mentali come la depressione?”

Sono stati individuati principalmente quattro approcci, non


necessariamente sempre efficaci o sufficienti, ma meritevoli di essere
approfonditi.

Non verranno invece prese in considerazione le formulazioni


omeopatiche di serotonina, perché prive di qualsiasi fondamento
scientifico.

Psicoterapia
È stato dimostrato che un soggetto esposto a situazioni piacevoli (nel
caso dello studio in esame veniva richiesto di descrivere ricordi
particolarmente piacevoli) aumenta immediatamente la sintesi di
serotonina cerebrale, mentre al contrario una situazione spiacevole
(evocare ricordi tristi, nel caso in esame) porta immediatamente al
risultato opposto.

Da questo interessante lavoro emergono due considerazioni importanti:

viene confermato il legame tra la 5-HT e l’umore,


viene dimostrato che una situazione esterna è in grado di alterare
immediatamente la produzione del neurotrasmettitore.

Il secondo punto può essere generalizzato, in quanto lo stimolo può


essere autoindotto (un ricordo, un’attività piacevole, una situazione
gratificante, …) o esterna (per esempio un percorso di psicoterapia).

Ovviamente siamo ancora nel campo delle ipotesi, ma è affascinante e


privo di controindicazioni pensare che quello che facciamo e che
pensiamo possa riflettersi in modo così pratico sul sistema
serotoninergico, tanto che il legame tra questo è l’umore sembra essere
non a senso unico, ma a due vie.

Esposizione alla luce


Il legame tra una maggior esposizione alla luce solare e la serotonina
non è certo una novità, infatti di fondamentale importanza “sembra
essere il nostro orologio biologico, la cui posizione è stata individuata nel
cervello, appena sopra il chiasma ottico che è l’incrocio dei due nervi
ottici. È una piccolissima zona estremamente sensibile alla luce. Quando
al mattino la luce passa per la retina dà l’avvio alla […] produzione della
serotonina di giorno e della melatonina di notte” (Fonte:
FondazioneVeronesi).

Su questo principio è stata messa a punto la cosiddetta terapia della


luce, un approccio poco conosciuto, ma che in realtà permette gradi
risultati anche nei pazienti depressi.

Sono numerosi gli studi che confermano, spesso in modo indiretto ma


ragionevolmente attendibile, che la quantità di 5-HT prodotta aumenti
con l’esposizione a intense fonti di luce, strategia non farmacologica che
permette quindi buoni risultati; a questo scopo risulta perfetta la luce
solare, al limite anche in giornate parzialmente nuvolose, o l’uso di
apposite lampade ad alta luminosità.

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Esercizio fisico
Non ci sono dubbi sul fatto che un regolare esercizio fisico migliori
l’umore e diminuisca i livelli di stress e ansia, è intuitivo e confermato da
numerosi lavori scientifici, ed è confermato anche l’effetto diretto sulla
produzione di serotonina, soprattutto in caso di esercizio aerobico.

Molti autori spiegano l’aumento drammatico della diffusione della


depressione nella società attuale con una riduzione drastica dell’attività
fisica e dell’esposizione al sole tipica dei nostri antenati
cacciatori/raccoglitori nella preistoria, tra l’altro diversi studi sembrano
indicare che l’aumento della produzione di 5-HT derivi proprio
dall’attività fisica in sé e non dall’eventuale ricompensa (che una volta
poteva essere la cattura dell’animale cacciato).

Dieta
Non deve stupire che possa esserci una connessione diretta tra
alimentazione e umore e, in particolare, anche con la produzione di
serotonina.

Facciamo però un passo indietro.

L’assunzione di triptofano, il precursore chimico della serotonina, è in


grado di stimolare la produzione del neurotrasmettitore, che invece non
può essere assunto come integratore in quanto tale (perché non è in
grado di superare la barriera ematoencefalica, quindi non può
raggiungere il cervello); l’effetto è confermato da numerosi studi, tanto
che in alcuni Paesi il triptofano è considerato un farmaco a tutti gli effetti,
pur essendo un aminoacido presenti in numerosi alimenti.

A questo proposito vale la pena tuttavia ricordare che l’assunzione di


triptofano puro aumenta la produzione di serotonina, ma questo non è di
norma vero per i cibi che lo contengono (fonte: Precursor control of
neurotransmitter synthesis).

Spiegare il motivo che sta alla base di questo limite va al di là dello


scopo di questo articolo, ma semplificando al massimo possiamo dire
che la presenza di altri amminoacidi (nelle proteine assunte con la
dieta) ne impedisce l’assorbimento a livello cerebrale.

Per aggirare questo limite alcuni autori propongono il consumo di


alimenti particolarmente ricchi di triptofano, in modo da far pendere la
bilancia verso questo amminoacido rispetto ai restanti e permetterne
così almeno un modesto assorbimento a livello del sistema nervoso.
L’obiettivo quindi non è tanto aumentare la quantità di triptofano di per
sé, ma aumentarla in rapporto alla quantità degli altri amminoacidi.

Immaginiamo che il triptofano sia un pezzo di lego di colore rosso, che è


possibile acquistare in due confezioni diverse:

nella prima confezione troviamo 5 pezzi rossi (triptofano), 5 pezzi blu e


5 pezzi verdi (che immaginiamo essere altri amminoacidi),
nella seconda confezione troviamo due pezzi rossi e un pezzo blu.

Per riuscire a far arrivare al cervello più pezzi rossi dovremo preferire la
seconda confezione che, anche se ne contiene meno in assoluto, ne
contiene una quantità superiore rispetto al totale dei pezzi presenti (2
pezzi su 3, contro i 5 pezzi su 15). Si tratta di una banalizzazione, ma che
spero che renda l’idea.

Ora la domanda sorge spontanea, quali alimenti consumare?

Tra gli alimenti con il miglior rapporto triptofano/proteine troviamo:

latte,
semi di sesamo,
semi di girasole,
spirulina essiccata,
soia cruda,
parmigiano Reggiano,
avena,
uova.

È stato infine dimostrato che assumere questi alimenti in un pasto ricco


di carboidrati (pane, pasta, …) può aumentare l’assorbimento del
triptofano a livello cerebrale, perché una parte degli altri amminoacidi
vengono sequestrati dalle cellule muscolari dietro l’impulso fornito dal
rilascio di insulina (a titolo di curiosità concludo il ragionamento
segnalando che la serotonina così prodotta viene in parte convertita in
melatonina, che potrebbe rendere conto della sonnolenza post-
prandiale tipica dei pasti ricchi di carboidrati).

Alcuni autori suggeriscono peraltro che il cattivo umore che spesso si


nota nei soggetti che seguono diete iperproteiche potrebbe essere
anche dovuto a questo aspetto, ossia all’insufficiente consumo di
carboidrati che non permette un adeguato assorbimento cerebrale di
triptofano.

6 SEROTONINA, FARMACI E RICAPTAZIONE


Poiché non è possibile somministrare direttamente serotonina, perché
verrebbe decomposta prima di arrivare a destinazione (inoltre non è in
grado di superare la barriera ematoencefalica, il filtro che protegge il
sistema nervoso), sono stati sviluppati approcci alternativi; il più diffuso è
rappresentato dai farmaci Inibitori selettivi della ricaptazione della
serotonina (SSRI).

Usati comunemente come antidepressivi, si ritiene che siano in grado di


aumentare la concentrazione del neurotrasmettitore nel cervello
bloccandone il riassorbimento (reuptake).

Immaginiamo di dover premere un interruttore per almeno 2-3 secondi


per accendere la luce, ma di non riuscire a tenerlo schiacciato per più di
un secondo; gli SSRI ci permettono di trovare la forza di premere più a
lungo, per il tempo necessario ad accendere la lampadina.

In realtà va detto che, se il meccanismo di azione è stato studiato e


accertato, l’idea che la depressione sia provocata da una carenza di
serotonina o altri neurotrasmettitori come la nor-adrenalina rimane ad
oggi poco più che un’ipotesi, peraltro non accettata dall’intera comunità
scientifica; alla luce di questo possiamo quindi dire che questi
antidepressivi sicuramente agiscono migliorando i sintomi della
depressione, ma non sappiamo con certezza il perché.

I primi effetti clinici si manifestano non prima della seconda settimana di


somministrazione, ma possono richiedere fino a un mese e più per
raggiungere la loro massima efficacia.

7 SEROTONINA NATURALE IN FARMACIA: INTEGRATORI


DI TRIPTOFANO
Abbiamo visto di come non abbia senso l’assunzione di serotonina tal
quale, perché non sarebbe in grado di superare la barriera
ematoencefalica per raggiungere il cervello, ma non dovrebbe a questo
punto stupire l’ampia offerta commerciale di integratori a base di
triptofano, l’aminoacido che ne rappresenta il diretto precursore.

A seconda del Paese preso in esame, il triptofano è venduto come:

integratore,
farmaco da banco,
farmaco che richiede ricetta.

In Italia è venduto in genere come integratore, a parte casi particolari in


cui formulazioni che contengono dosi elevate richiedono ricetta (e
contengono per la verità un derivato, l’idrossitriptofano).

Questo dovrebbe essere sufficiente a far capire che la sostanza è ancora


alla ricerca di un inquadramento preciso, ma sono già ragionevolmente
buone le conferme di efficacia per il trattamento di casi minori di
depressione, probabilmente grazie al suo effetto di stimolazione sulla
produzione di serotonina. Tra le formulazioni in commercio si trovano
quelle a base dell’aminoacido come tale, oppure a base di griffonia, un
estratto vegetale che ne è particolarmente ricco.

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È utile ricordare che naturale non significa sicuro, infatti sono noti diversi
possibili effetti collaterali associati alla sua assunzione:

nausea,
diarrea,
sonnolenza,
vertigini,
mal di testa,
secchezza delle fauci,
visione offuscata,
sedazione,
euforia,
nistagmo (movimenti involontari degli occhi).

Va rigorosamente evitata l’associazione con antidepressivi (in


particolare MAO inibitori, SSRI e SNRI) per evitare il rischio di incorrere
nella sindrome serotoninergica.

8 CONCLUSIONI
Non posso fare a meno di notare che la ricerca scientifica, pur partendo
da argomenti molto specialistici come la concentrazione di serotonina
nel cervello, arriva spesso a confermare che per favorire una situazione
di benessere è in molti casi sufficiente uno stile di vita sano.

Ripensiamo ai quattro modi visti per aumentare la quantità prodotta di


5-HT:

1. praticare attività piacevoli,


2. stare all’aria aperta,
3. esercizio fisico,
4. alimentarsi in modo sano.

Certamente è possibile ricorrere anche a integratori di triptofano per


aumentare la quantità di serotonina, ma perché medicalizzare una
situazione che probabilmente può essere gestita in modo più sano
attraverso l’acquisizione di uno stile di vita migliore?

9 FONTI E BIBLIOGRAFIA
Serotonin, Wikipedia EN, licenza CC BY-SA

How to increase serotonin in the human brain without drugs

AUTORE

DR. ROBERTO GINDRO


laureato in Farmacia, PhD.

Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.


Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e
scientifica.

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DOMANDE E RISPOSTE

Ma quindi assumere triptofano aiuta oppure no?

Dr. Roberto Gindro

Sembra che possa dare un aiuto, ma non dobbiamo fare l’errore di


pensare che sia paragonabile a un antidepressivo vero e proprio.

Il mio farmacista mi ha spiegato che il farmaco Seroxat (che mi ha


prescritto il medico) è serotonina, ma nell’articolo ho letto che non
esistono farmaci a base di serotonina.
Chi sbaglia?

Dr. Roberto Gindro

Sicuramente il mio collega ha voluto semplificare il concetto per


renderlo più comprensibile, perchè in effetti il risultato finale è più o
meno quello di aumentare la quantità di serotonina in grado di agire
a livello nervoso.
Questo obiettivo si ottiene riducendo il recupero della molecola una
volta che viene liberata nel cervello, in questo modo è come se ce ne
fosse di più.

Mi suggerisce un farmaco omeopatico per la depressione? Grazie mille!

Dr. Roberto Gindro

La ringrazio per la fiducia, ma purtroppo:


1. Non posso prescrivere o suggerire nulla.
2. Non credo all’omeopatia.

Esiste un esame del sangue che possa misurare i livelli di serotonina?

Dr. Roberto Gindro

No, anche perché ammesso e non concesso che l’ipotesi della


serotonina come responsabile dei vari disturbi descritti nell’articolo è
relativa a quella cerebrale e non quella eventualmente circolante nel
sangue.

ATTENZIONE

Le informazioni contenute in questo sito sono presentate a solo scopo informativo, in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la
prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica; si
raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata. Se si hanno dubbi o quesiti
sull'uso di un medicinale è necessario contattare il proprio medico. Leggi il Disclaimer »

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