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L’individuo sviluppa la tolleranza, indicata da dosi notevolmente più elevate della sostanza necessarie per
produrre l’effetto desiderato, oppure dagli effetti della sostanza che si fanno marcatamente meno evidenti con
l’assunzione della quantità abituale.
I sintomi da astinenza, cioè effetti fisici e psicologici negativi, si manifestano quando l’individuo smette di
assumere la sostanza o ne riduce la quantità. L’individuo può anche servirsi della sostanza per attenuare o
evitare i sintomi da astinenza.
L’individuo assume la sostanza in quantità maggiori o per periodi più prolungati di quanto aveva previsto.
L’individuo riconosce che il suo uso della sostanza è eccessivo; può anche aver cercato di ridurre l’assunzione
senza però riuscirvi.
L’individuo dedica gran parte del suo tempo a procurarsi la sostanza o a riprendersi dai suoi effetti.
L’individuo fa un uso continuativo della sostanza nonostante i problemi psicologici o fisici da essa prodotti o
esacerbati.
L’individuo interrompe o riduce la propria partecipazione a molte attività sociali, lavorative, ricreative a causa
dell’uso della sostanza.
LA TOSSICODIPENDENZA
IL CRAVING
Il craving è il desiderio impulsivo per una sostanza psicoattiva, per un cibo o per qualunque altro
oggetto-comportamento gratificante: questo desiderio impulsivo, sostiene il comportamento
“additivo” e la compulsione finalizzati a fruire dell’oggetto di desiderio.
L’ADDICTION
Il termine “addiction” se letteralmente tradotto significa “essere dedito a, dipendenza, abitudine
a, passione, mania”. Nella terminologia correlata all’uso di sostanze stupefacenti si parla di
addiction quando l’individuo pur consapevole delle conseguenze negative di questo
comportamento tende a ripeterlo, senza riuscire a controllarlo. Nelle condotte di addiction si
ritrovano due comportamenti essenziali: una componente impulsiva di dipendenza, con vissuto
di perdita del controllo, ed una componente compulsiva, con coscienza della dimensione negativa
del comportamento e tentativo di contrastarlo. Vi è un meccanismo di attrazione-repulsione.
LA TOLLERANZA
Il fenomeno di risposta del sistema nervoso centrale tale da ridurre gli effetti delle ripetute
somministrazioni di droga e che dunque porta all’aumento della dose necessaria per avere gli
stessi effetti.
L’ASTINENZA
La sindrome di astinenza si ha in risposta all’adattamento neurologico. La mancanza di droga
provoca un effetto di scompenso che da luogo ai sintomi di astinenza. L’astinenza può essere
fisica e/o psichica. A seconda dalla sostanza prevale l’una piuttosto dell’altra.
PERCHE’ LE PERSONE ASSUMONO DROGHE?
COCAINA
ECSTASY
ALLUCINOGENI
INALANTI
MARIJUANA
HASHISH
L’EROINA
CHE COS’E’
L’eroina è una droga illegale che dà una forte dipendenza. Tra gli oppiacei, è sia la droga più
abusata sia quella ad azione più rapida. Si ricava dalla morfina, una sostanza naturale estratta
dai semi di certe varietà di papaveri. Generalmente, si vende sotto forma di polvere bianca o
marrone, o di sostanza nera, appiccicosa comunemente conosciuta con il nome di “gomma” o
“catrame nero”. Benché l’eroina di maggior purezza stia diventando più comune, la maggior
parte dell’eroina che si vende per strada è mischiata o “tagliata” con altre droghe o con sostanze
come zucchero, amido, latte in polvere o chinino (sale acido usato come antipiretico). Inoltre può
essere tagliata anche con stricnina o altri veleni. I consumatori di eroina sono a rischio di
overdose o di morte poiché non conoscono l’effettiva potenza della droga o il reale contenuto.
COME SI USA
Generalmente l’eroina viene iniettata, inalata, aspirata o fumata. Nella maggioranza dei casi un
tossicodipendente si inietta eroina fino a quattro volte al giorno. L’iniezione endovenosa produce
la maggiore intensità e il più rapido sopraggiungere dell’euforia (da 7 a 8 secondi), mentre
l’iniezione intramuscolare produce un inizio relativamente lento di euforia (da 5 a 8 minuti).
Quando l’eroina viene inalata o fumata, l’effetto più forte si sente generalmente tra i 10 e i 15
minuti. I ricercatori hanno confermato che tutte le forme di somministrazione causano
dipendenza. L’iniezione continua ad essere il metodo prevalentemente usato tra i
tossicodipendenti che si rivolgono ai servizi sanitari.
L’EROINA
Quali sono gli effetti immediati, a breve termine
Poco dopo l’iniezione (o l’inalazione), l’eroina arriva dal sangue al cervello. Nel
cervello, si trasforma in morfina e rapidamente si lega ai recettori degli oppioidi.
Generalmente i tossicodipendenti affermano di sentire un’ondata di sensazioni piacevoli,
uno “slancio” (“rush”). L’intensità del rush dipende dalla quantità di droga che si è
assunta e dalla rapidità con cui entra nel cervello. L’eroina crea dipendenza perché
arriva al cervello molto rapidamente. Con l’eroina generalmente il rush è accompagnato
da un accaloramento della pelle, secchezza della bocca e una sensazione di pesantezza
nelle estremità che può essere accompagnata da nausea, vomito e forte prurito. Dopo gli
effetti iniziali, chi ne fa uso, rimane assopito per molte ore. La funzione mentale si
offusca e la funzione cardiaca diminuisce. Anche la respirazione diminuisce molto, a
volte fino al punto di causare la morte. L’overdose di eroina è particolarmente rischiosa
se la droga è acquistata per strada dove non si possono controllare quantità e purezza.
L’EROINA
Uno degli effetti più dannosi è la dipendenza che crea nel soggetto che l’assume. La dipendenza è
una malattia cronica con ricadute, caratterizzata da una ricerca e da un uso compulsivi di droga e
da cambiamenti neurochimici e molecolari nel cervello. Una volta diventati dipendenti, lo scopo
principale nella vita dell’eroinomane diventa la ricerca e l’uso della droga. Le droghe cambiano
completamente il loro cervello e il loro comportamento. La dipendenza fisica si sviluppa con
l’aumento delle dosi. Con la dipendenza fisica, il corpo si adatta alla presenza della sostanza e se
l’uso viene bruscamente interrotto i sintomi di astinenza compaiono subito. La sindrome di
astinenza può presentarsi nel giro di poche ore dall’ultima volta che si è consumata la droga. I
sintomi includono inquietudine, dolore ai muscoli e alle ossa, insonnia, diarrea, vomito, brividi con la
pelle d’oca e tremori agli arti inferiori. L’intensità dei sintomi di astinenza raggiunge il livello più
alto tra le 24 e le 48 ore dopo l’ultima dose e diminuisce dopo circa una settimana. Tuttavia, alcune
persone hanno manifestato persistenti sintomi di astinenza anche dopo molti mesi. L’astinenza da
eroina non è mai fatale in adulti sani, ma può causare la morte del feto di una donna
tossicodipendente incinta. A volte, alcuni tossicodipendenti sopportano molti dei sintomi
dell’astinenza per ridurre la loro tolleranza alla droga e poter così provare nuovamente l’euforia
iniziale. Una volta si credeva che la dipendenza fisica e i sintomi dell’astinenza fossero le
caratteristiche chiave dell’assuefazione all’eroina. Ora è noto che questo non è esattamente
corretto, poiché il desiderio e la ricaduta possono presentarsi settimane e mesi dopo che i sintomi di
astinenza sono spariti.
L’EROINA
Quali sono le complicazioni mediche dell’uso cronico
Le conseguenze mediche dell’uso cronico d’eroina per via endovenosa
includono vene cicatrizzate o collassate, infezioni batteriche nei vasi
sanguigni e delle valvole del cuore, ascessi e altre infezioni dei tessuti e
malattie epatiche e renali e complicazioni ai polmoni. Molti degli
additivi che si trovano nell’eroina possono includere sostanze che non si
dissolvono nel corpo facilmente; questo può causare un’infezione o la
morte di piccoli gruppi di cellule negli organi vitali. Le reazioni immuni
a questi e altri agenti inquinanti possono causare artrite o altri problemi
reumatologici. Da non sottovalutare le infezioni (epatite B e C, HIV e
una varietà di altri virus trasmessi attraverso il sangue che poi di fatto
possono essere trasmessi ai partner sessuali e ai figli), trasmesse per
condivisione delle siringhe o rapporti sessuali non protetti.
L’EROINA
LA TERAPIA FARMACOLOGICA
Il metadone
Sono stati realizzati molti studi per capire il modo in cui la cocaina produce effetti
piacevoli e il perché crei dipendenza. Una delle ragioni sono gli effetti che ha sulle
strutture profonde del cervello. I ricercatori hanno scoperto che quando si stimolano
certe regioni del cervello si producono sensazioni di piacere. Durante degli studi
condotti con animali si è riscontrato, per esempio, che tutto quello che produce
piacere, come l’acqua, il cibo, il sesso e molte droghe d’abuso, aumenta l’attività nel
nucleus accumbens. I ricercatori hanno scoperto che nel momento in cui si manifesta
un evento piacevole, questo è accompagnato da un notevole aumento della quantità di
dopamina rilasciata dai neuroni. Spesso l’abuso continuo procura tolleranza; questo
significa che il cervello ha bisogno di una dose sempre maggiore e più frequente per
ottenere lo stesso livello di piacere provato durante l’uso iniziale. Studi recenti hanno
scoperto che, durante i periodi di astinenza, il ricordo dell’euforia associata all’uso di
cocaina o la sola esposizione a situazione ad esso associate, possono causare un
desiderio incontrollabile di assumere la sostanza e di conseguenza una ricaduta, anche
dopo lunghi periodi di astinenza.
LA COCAINA
Quali sono gli effetti a breve termine
Gli effetti della cocaina si presentano quasi immediatamente dopo il suo utilizzo e
spariscono nel giro di pochi minuti od ore. Generalmente l’assunzione in piccole quantità
fino a 100 mg, fa sentire il soggetto euforico, energico, particolarmente comunicativo e più
vigile mentalmente, specialmente nelle sensazioni visive, uditive e tattili. Ancora, la cocaina
può inibire temporaneamente l’appetito e il sonno. Alcuni consumatori ritengono che la
cocaina li aiuti a portare a termine le attività fisiche e intellettuali più rapidamente, mentre
ad altri produce un effetto opposto. La durata dell’immediato effetto di euforia dopo il
consumo varia a seconda della modalità di assunzione. Più è veloce l’assorbimento, più è
intenso ma breve l’effetto. Gli effetti fisiologici a breve termine sono: vasocostrizione,
dilatazione delle pupille, aumento della temperatura corporea, del ritmo cardiaco e della
pressione arteriosa. Il consumo di grosse quantità intensifica l’effetto ma può anche portare
ad avere comportamenti più stravaganti, trasgressivi e violenti. I consumatori possono
sperimentare tremori, vertigini, spasmi muscolari, paranoia o, dopo una serie di dosi, una
reazione tossica molto simile all’avvelenamento da anfetamina. Alcuni affermano che si
sentono inquieti, irritabili e ansiosi. In occasioni rare, si sono verificati decessi improvvisi
nel corso di un primo utilizzo di cocaina o poco dopo. I decessi cocaina – correlati sono
generalmente causati da arresto cardiaco o convulsioni seguite da arresto respiratorio.
LA COCAINA
Quali sono gli effetti a lungo termine
La cocaina è una droga che da forte dipendenza. Una volta provata può essere
difficile prevedere o controllare se e in che modo se ne farà utilizzo. Si pensa che gli
effetti stimolanti e di assuefazione siano principalmente il risultato della sua capacità
nell’inibire il riassorbimento della dopamina da parte delle cellule nervose. La
dopamina è rilasciata dal cervello come parte del sistema di gratificazione ed è
direttamente o indirettamente coinvolta nella proprietà di indurre dipendenza di tutte
le principali sostanze d’abuso. Si può sviluppare una considerevole tolleranza agli
effetti della cocaina, a tal punto che chi la consuma abitualmente riferisce
un’incapacità nel riuscire a provare le stesse sensazioni della prima volta che l’ha
consumata. Alcuni aumentano frequentemente le dosi per intensificare e prolungare
gli effetti euforici. Insieme alla tolleranza si può verificare anche un aumento della
sensibilità per gli effetti anestetici (insensibilità al dolore) e convulsivanti, senza un
incremento della dose. Questa maggiore sensibilità può spiegare alcune morti
verificatesi dopo un’assunzione di dosi basse di cocaina. Quando la cocaina è usata
ripetutamente e in dosi crescenti, può portare ad uno stato di irritabilità, inquietudine
e paranoia. Questo può portare a una vera e propria schizofrenia paranoide in cui
l’individuo perde il contatto con la realtà e soffre di allucinazione uditive.
LA COCAINA
Quali sono le complicazioni mediche che derivano dall’abuso
C’è una quantità enorme di complicazioni mediche associate all’abuso di cocaina. Le più
frequenti sono: disturbi cardiovascolari, disturbi respiratori, disturbi neurologici e disturbi
gastrointestinali. I sintomi fisici possono includere, vista annebbiata, febbre, spasmi muscolari,
convulsioni e coma. In base alle diverse modalità di assunzione si hanno effetti avversi diversi. Per
esempio sniffare regolarmente cocaina può portare alla perdita del senso dell’olfatto, emorragie
nasali, problemi di deglutizione, raucedine e irritazione generale del setto nasale. Ingerire la
cocaina può causare la cancrena nell’intestino perché riduce il flusso del sangue. Chi l’assume per
via endovenosa può avere reazioni allergiche, sia alla droga sia alle sostanze che vengono
aggiunte, che a volte possono provocare la morte. La cocaina tende a ridurre la necessità di
mangiare, pertanto l’uso abituale causa perdita d’appetito e di conseguenza perdita di peso e
malnutrizione. Le ricerche hanno dimostrato che potenzialmente esiste un’interazione pericolosa
tra cocaina e alcol. Se consumati insieme, l’organismo li trasforma in etilene di cocaina il cui
effetto nel cervello è più lungo e più tossico rispetto a quelli dati dall’uso separato di entrambe.
Coloro che se la iniettano, corrono inoltre il,rischio di contrarre malattie infettive (come l’HIV e
le epatiti). L’HIV si trasmette anche direttamente, per esempio quando una madre infetta
trasmette il virus al feto durante la gravidanza. con le relative conseguenze. Gli studi dimostrano
che l’uso di droghe interferisce anche con il giudizio nel determinare i rischi che si possono
presentare e, pertanto, i consumatori tendono a non prendere precauzioni quando hanno
relazioni sessuali, a condividere aghi e altri strumenti per iniettarsi la sostanza e, sia uomini che
donne, a praticare sesso in cambio della droga.
LA COCAINA
Quali trattamenti sono efficaci
L’assuefazione e l’abuso di cocaina sono un problema molto complesso
che porta a cambiamenti biologici nel cervello e ha ripercussioni nella
sfera sociale, familiare ed ambientale. Pertanto, il trattamento è
complicato e deve affrontare una varietà di problemi. Come in
qualunque trattamento, occorre determinare il quadro psicobiologico,
sociale e tossicologico del paziente. Attualmente non esiste nessun
farmaco per trattare nello specifico la dipendenza da cocaina. Si
stanno a tutt’oggi sperimentando farmaci per il trattamento. Gli
antidepressivi hanno mostrato di dare qualche beneficio contro i
cambiamenti d’umore che si verificano nel momento dell’astinenza. Si
conta molto sui trattamenti comportamentali che risultano essere molto
efficaci sia a livello ambulatoriale che in struttura residenziale.
L’ECSTASY
Che cos’è
E’ una sostanza illegale che agisce sia come stimolante che come allucinogeno,
producendo un effetto energizzante, così come distorsioni temporali e percettive e un
maggior piacere delle esperienze tattili. In genere, l’ecstasy, viene assunta per via
orale, sotto forma di pastiglie o capsule e i suoi effetti hanno durata che va dalle 3
alle 6 ore circa. La dose media riferita è di una/due pastiglie. Non di rado chi ne fa
uso ne assume una seconda dose nel momento in cui cominciano a svanire gli effetti.
L’ecstasy può avere effetti sul cervello alterando l’attività dei neurotrasmettitori, che
rendono possibile la comunicazione tra le cellule nervose in molte aree del cervello.
Inoltre, può interferire con la capacità di regolazione della temperatura corporea e
questo ha portato, in rare occasioni, a conseguenze mediche gravi, inclusa la morte.
Nonostante l’MDMA sia nota universalmente tra i consumatori come ecstasy, i
ricercatori hanno scoperto che numerose pastiglie non contengono soltanto MDMA,
ma anche una serie di altre sostanze o combinazioni delle stesse che possono essere
altrettanto dannose. Sostanze adulteranti riscontrate nelle pastiglie di ecstasy
acquistate per strada includono metamfetamina, caffeina, destrometorfano (prodotto
da banco per sedare la tosse), efedrina (sostanza stimolante utilizzata anche per il
controllo del peso), cocaina. Inoltre come per numerose altre sostanze d’abuso,
l’ecstasy raramente viene utilizzata da sola (spesso associata all’alcol e alla
marijuana).
L’ECSTASY
Breve storia dell’ecstasy
L’MDMA venne sviluppata in Germania agli inizi dl ‘900 come composto
precursore da utilizzare per la sintesi di altri prodotti farmaceutici. Durante gli
anni ’70 negli Stati Uniti alcuni psichiatri iniziarono a utilizzare l’ecstasy come
strumento psicoterapeutico nonostante la sostanza non fosse mai stata sottoposta
a sperimentazioni cliniche e non avesse avuto l’approvazione per un suo utilizzo
sugli esseri umani. Tra la fine degli anni ’70 e gli inizi degli anni ’80 l’ecstasy ebbe
un piccolo seguito tra gli psichiatri e alcuni la chiamarono persino “la penicillina
dell’anima” poiché sembrava favorire la comunicazione nei colloqui con i
pazienti, e si diceva che permettesse, a chi ne faceva uso di giungere alla soluzione
dei propri problemi. Fu inoltre in quel periodo che l’ecstasy iniziò ad essere
reperibile in strada. Soltanto alla fine del 2000 venne approvata la prima piccola
sperimentazione clinica per stabilire se la sostanza poteva essere utilizzata in
modo sicuro in condizioni attentamente monitorate per trattare il disturbo post –
traumatico da stress. Nel 1985 le autorità americane bandirono la sostanza
collocandola nella lista dei farmaci privi di dimostrata efficacia terapeutica.
L’ECSTASY
Chi abusa di ecstasy
L’ecstasy è diventata una droga diffusa, in parte per gli effetti piacevoli che una persona sperimenta già dopo
un’ora dall’assunzione di una sola dose. Tali effetti comprendono un senso di stimolazione mentale, calore
emozionale, empatia verso gli altri, benessere generale e diminuzione dell’ansia. Inoltre chi la usa, riferisce
un’intensificazione della percezione sensoriale come elemento peculiare. A causa delle sue proprietà stimolanti,
quando viene utilizza nei club e nelle discoteche può anche permettere di ballare per periodi prolungati. Ci sono
comunque alcuni consumatori che riferiscono effetti indesiderati immediati, tra cui ansia, agitazione e
noncuranza dei pericoli. Può provocare una serie di effetti collaterali quali, nausea, brividi, sudorazione,
digrignamento involontario dei denti, crampi muscolari e offuscamento della vista. E’ possibile anche
un’overdose di ecstasy. I sintomi possono andare dalla pressione alta, allo svenimento, agli attacchi di panico e
nei casi più gravi a una mancanza di coscienza e convulsioni. Uno degli effetti collaterali più significativi, sebbene
raro, è l’ aumento della temperatura corporea (ipertermia). Inoltre negli individui sensibili si può manifestare
disidratazione, ipertensione e infarto. Nelle ore successive all’assunzione, si verifica nell’individuo una
significativa riduzione delle capacità mentali. Questi effetti, in particolare quelli che interessano la memoria,
possono durare anche più di una settimana, in chi ne fa un uso regolare. La riduzione in modo rilevante della
capacità di elaborare le informazioni mette in evidenza i potenziali pericoli legati all’esecuzione di abilità
complesse o che richiedono abilità particolari (per esempio guidare). Nel corso della settimana successiva a un
uso moderato di ecstasy, molti consumatori riferiscono una serie di sensazioni che vanno dall’ansia,
all’incapacità di stare fermi, all’irritabilità, alla tristezza, che in alcuni individui può portare a gravi forme di
depressione. Nei consumatori abituali sono stati osservati anche livelli di ansia molto elevati, impulsività,
aggressività, disturbi del sonno, mancanza di appetito e ridotto interesse verso il sesso. Alcuni di questo disturbi
potrebbero non essere direttamente attribuibili all’ecstasy, ma potrebbero essere riconducibili ad altre sostanze
spesso utilizzate in associazione con essa quali la cocaina e la marijuana o altre sostanze adulteranti contenute
nelle pastiglie.
L’ECSTASY
Quali sono gli effetti sul cervello
Le droghe allucinogene sono presenti nella storia dell’uomo da migliaia di anni. Molte culture,
dai tropici fino all’artico, hanno utilizzato delle piante per provocare stati di distacco dalla
realtà e per precipitare in visioni, che credevano potessero offrire introspezioni mistiche.
Storicamente, le piante allucinogene furono molto usate nei rituali sociali e religiosi e la loro
disponibilità fu limitata dal clima e dalle condizioni del terreno. Dopo lo sviluppo dell’LSD, in
composto sintetico che può essere fabbricato ovunque, l’abuso di queste sostanze divenne
molto più esteso e dagli anni sessanta è cresciuto drammaticamente. Da quando si è stabilito
che non ne esiste un uso medico, tutto l’uso dell’LSD è illegale.
GLI ALLUCINOGENI
Le caratteristiche fisiche dell’LSD
L’LSD è una sostanza trasparente o bianca, inodore, solubile in acqua e sintetizzata
dall’acido lisergico, un composto derivato da un fungo della segale. L’LSD tra le
droghe conosciute, è la più potente per le sue capacità di alterare le percezioni: dosi
orali di soli 30 microgrammi possono produrre effetti che durano da sei a dodici
ore. Viene prodotto inizialmente in forma cristallina. Il cristallo puro può essere
schiacciato in polvere e mescolato con agenti leganti per produrre tavolette note
come “microdots” oppure sottili quadretti di gelatina chiamati “vetri”; più
comunemente viene dissolto, diluito e poi applicato su carta o su altri materiali. La
forma più comune dell’LSD è l’acido di carta assorbente, fogli di carta messi a
bagno nell’LSD e tagliati in piccoli francobolli per dosi individuali. Le variazioni
nella produzione e la presenza di contaminanti possono produrre LSD che varia da
trasparente a bianco, nella forma più pura, a marrone o nero. L’LSD
incontaminato comincia a degradare e a scolorire poco tempo dopo la sua
produzione e di conseguenza, gli spacciatori spesso lo applicano sulla carta colorata
per impedire che l’acquirente possa capire la purezza e l’età della droga.
GLI ALLUCINOGENI
Gli effetti
Il meccanismo preciso con il quale l’LSD altera le percezioni è ancora poco chiaro. Studi di laboratorio indicherebbero
che l’LSD, come le piante allucinogene, agisce su certi gruppi di recettori di serotonina e che i suoi effetti sono molto
spiccati in due regioni del cervello. Generalmente gli effetti cominciano da 30 a 90 minuti dopo l’assunzione e possono
durare fino a 12 ore. I consumatori chiamano le esperienze “trips” (viaggi) e le esperienze avverse e acute “bad trips”
(viaggi cattivi). Anche se la maggior parte dei trips includono sia aspetti piacevoli che sgradevoli, gli effetti della droga
sono imprevedibili e possono variare a seconda della quantità ingerita, della personalità del soggetto, del suo umore,
delle sue aspettative e dell’ambiente. I consumatori possono provare degli effetti fisiologici quali, aumento della
pressione sanguigna e del battito cardiaco, vertigini, perdita dell’appetito, bocca asciutta, sudorazione, nausea,
intirizzimento e tremori; ma gli effetti più notevoli di questa droga riguardano le emozioni e i sensi. Le emozioni
possono oscillare rapidamente dalla paura all’euforia, con transizioni così rapide da avere la sensazione di provare
molte emozioni simultaneamente. L’LSD ha anche effetti drammatici sui sensi. I colori, gli odori, i suoni e le altre
sensazioni sembrano essere estremamente intensificati. In certi casi le percezioni sensoriali possono mescolarsi, in un
fenomeno noto come sinestesia nel quale la persona sembra udire e sentire i colori e vedere i suoni. Le allucinazioni
distorcono o trasformano le forme e i movimenti; possono anche generare la percezione che il tempo passi molto
lentamente o che il corpo stia cambiando forma. I consumatori sviluppano rapidamente un elevato grado di tolleranza
agli effetti della droga e dopo un uso ripetuto hanno bisogno di dosi crescenti per produrre gli stessi effetti. La
tolleranza è di breve durata e scompare se il soggetto smette di assumere la droga per diversi giorni. Non risulta nessuna
evidenza che l’LSD generi sintomi di astinenza se un uso cronico viene interrotto. Ci sono due effetti a lungo termine
associati all’uso di questa droga: il disturbo psicotico indotto da allucinogeni e il disturbo percettivo persistente da
allucinogeno.
GLI ALLUCINOGENI
Il disturbo psicotico indotto da allucinogeni
Gli effetti dell’LSD possono essere descritti come una psicosi indotta da droga: distorsione o disgregazione
della capacità della persona di riconoscere la realtà, di pensare in modo razionale o di comunicare con gli
altri. Alcuni consumatori riportano effetti psicologici devastanti che persistono dopo la fine del trip, con la
produzione di uno stato simile ad un disturbo psicotico di lunga durata. La psicosi persistente indotta da
LSD può manifestarsi con oscillazioni drammatiche, dalla mania alla depressione profonda con forti
disturbi della percezione visiva e allucinazioni. Questi effetti possono durare per anni e colpire persone con
nessuna storia clinica di questo tipo e nessun altro sintomo di disturbo psicologico.
Alcuni ex consumatori riportano esperienze conosciute in gergo come “flashback” e definite nel mondo
medico con la sigla HPPD. Questi episodi sono ritorni periodici spontanei, ripetuti e talvolta continui, delle
distorsioni sensoriali originariamente prodotte dall’LSD. L’esperienza può includere allucinazioni, ma
generalmente consiste in disturbi visivi, come vedere movimenti illusori sui limiti del campo visivo, bagliori
brillanti o colorati e aloni o scie attaccate agli oggetti in movimento. Questa condizione è tipicamente
persistente e in alcuni casi rimane immutata per anni anche dopo la sospensione dell’uso. Poiché i sintomi
di HPPD possono essere confusi con altri disturbi neurologici come l’ictus o tumori cerebrali, può
succedere che i pazienti consultino diversi medici prima che il disturbo sia correttamente diagnosticato.
Non c’è nessuna terapia consolidata per gli HPPD, anche se alcuni farmaci antidepressivi possono ridurre i
sintomi. La psicoterapia può essere importante.
GLI ALLUCINOGENI
Le droghe dissociative - Forme ed effetti della fenciclidina PCP
La PCP, sviluppata negli anni cinquanta come anestetico endovenoso per la chirurgia, è classificata come anestetico dissociativo. I
suoi effetti sedativi ed anestetici producono uno stato simile ad una “trance” e i pazienti provano l’esperienza fuori dal corpo e
distaccati dal loro ambiente. La PCP fu usata in medicina veterinaria ma il suo uso umano non è mai stato approvato a causa di
problemi emersi durante gli studi clinici, inclusi il delirio e l’agitazione estrema provata dai pazienti quando si svegliavano
dall’anestesia. Negli anni sessanta la PCP in forma di pastiglie venne largamente abusata, ma l’impennata del suo uso illecito
diminuì rapidamente quando gli assuntori diventarono insoddisfatti per la lunga attesa tra l’assunzione della droga e gli effetti e
l’imprevedibile e spesso violento comportamento associato al suo uso. La PCP in polvere, nota come “ozone”, “rocket fuel”, “love
boat”, “hog”, “embalming fluid”, o “superweed”, è comparsa negli anni settanta. Nella sua forma in polvere, la droga viene sparsa
sulla marijuana, sul tabacco, o sul prezzemolo e poi fumata e in questo caso gli effetti si sentono rapidamente. A volte i consumatori
assumono la PCP sniffandone la polvere o ingoiandola in forma di tavoletta. Normalmente la polvere di PCP è cristallina e bianca,
ma può essere colorata con coloranti solubili in acqua o a volte in alcol. Sniffata o fumata, la PCP passa rapidamente al cervello dove
interferisce con la funzione dei recettori che hanno un ruolo notevole nella percezione del dolore, nelle attività cognitive, incluse
l’apprendimento e la memoria e nelle emozioni. Nel cervello la PCP altera anche le azioni della dopamina, un neurotrasmettitore
responsabile dell’euforia e il rush (slancio d’eccitazione) associato a molte droghe. A dosi basse (5mg o meno), gli effetti includono
respirazione poco profonda e rapida, aumento della pressione sanguigna e del battito cardiaco e aumento della temperatura
corporea. Dosi di 10mg o superiori, provocano alterazioni pericolose nella pressione del sangue, nel battito cardiaco e nel respiro,
spesso si accompagnano nausea, visione confusa, vertigine e consapevolezza ridotta del dolore. Le contrazioni muscolari possono
provocare movimenti non coordinati e delle posture bizzarre. In casi gravi, le contrazioni possono dare luogo a frattura ossea o a
insufficienza renale. Dosaggi molto elevati possono provocare convulsioni, coma, ipertermia e morte. Gli effetti della PCP sono
imprevedibili. Si sentono pochi minuti dopo l’assunzione e durano per diverse ore. Alcuni utilizzatori segnalano di aver sentito gli
effetti anche per più giorni. Un solo episodio di assunzione può produrre sensazioni di distacco dalla realtà, incluse distorsioni dello
spazio, del tempo, dell’immagine corporea, mentre altri episodi possono produrre allucinazioni, panico e paura. In alcuni casi
vengono riportate sensazioni di invulnerabilità e anche di forza fisica quasi sovraumana. Gli assuntori possono diventare
gravemente disorientati, violenti o suicidi. L’uso ripetuto può dare luogo a dipendenza e studi recenti indicherebbero che tale uso
ripetuto e prolungato può provocare una sindrome d’astinenza con la sospensione. I sintomi quali la perdita della memoria e la
depressione possono persistere anche per un anno dopo che un utilizzatore cronico smette di assumerla.
GLI ALLUCINOGENI
Natura ed effetti della ketamina
Gli aerosol sono nebulizzatori che contengono propulsori e solventi. Questi includono vernici, spray,
atomizzatori per deodoranti e lacche per capelli, nebulizzatori di olio vegetale per cucinare e nebulizzatori per
proteggere i tessuti.
Tra i gas abbiamo gli anestetici usati in ambito medico, come anche i gas che si usano in prodotti domestici o
commerciali. I gas anestetici includono etere, cloroformio, alitano e protossido di azoto, comunemente
conosciuto come “gas esilarante”. Quest’ultimo è il più abusato. Tra i prodotti casalinghi e commerciali che
contengono gas si trovano gli accendini alimentati a butano, bombolette di gas propano, spray e refrigeranti.
I nitriti vengono spesso considerati una speciale classe di inalanti. A differenza di molti altri inalanti che
agiscono direttamente sul sistema nervoso centrale, i nitriti principalmente dilatano i vasi sanguigni e rilassano la
muscolatura. Mentre altri inalanti vengono utilizzati per modificare l’umore, i nitriti sono utilizzati
principalmente per migliorare le prestazioni sessuali. I nitriti comprendono: il nitrato di ciclo esile, il nitrito di
isoamile e il nitrito isobutile. Il nitrito di ciclo esile è presente nei deodoranti per ambienti. Il nitrito di amile
viene usato in determinate procedure diagnostiche e viene prescritto ad alcuni pazienti per i dolori cardiaci.
Distribuite illegalmente, le ampolle di nitrito di amile vengono chiamate “poppers” o “snappers”. Il nitrito di
butile è una sostanza illegale che viene spesso confezionata e veduta in piccole bottiglie note anch’esse come
“poppers”.
GLI INALANTI
Come riconoscere chi fa uso di inalanti
Il modo migliore per interrompere l’uso di inalanti prima che sia causa di seri problemi
alla salute consiste in un’identificazione precoce e in un altrettanto precoce intervento. I
genitori, gli educatori, i medici di famiglia così come altri operatori sanitari, dovrebbero
essere allertati dai segnali di seguito riportati, che potrebbero essere sintomatici di un
serio problema di abuso di sostanze inalanti:
Gli inalanti possono essere assunti per via nasale o per via orale in vari modi:
Attraverso lo sniffo di esalazioni da contenitori;
Inalando aerosol direttamente nel naso o in bocca;
Convogliando i vapori da sniffare o inalare in sacchetti di plastica o di carta;
Aspirando in bocca i vapori provenienti da stracci imbevuti da sostanze inalanti;
Inalando da palloncini riempiti di ossido nitroso.
Le sostanze chimiche inalate vengono rapidamente assorbite attraverso i polmoni nel flusso
sanguigno e distribuite velocemente al cervello e ad altri organi. Dopo alcuni minuti
dall’inalazione, si ha l’intossicazione congiuntamente ad altri effetti simili a quelli prodotti
dall’alcol. Tra questi: linguaggio incomprensibile, incapacità di coordinare i movimenti, stato
euforico e senso di stordimento. Inoltre chi ne fa uso potrebbe provare stati deliranti,
allucinatori e illusori come la convinzione di poter volare. Poiché l’intossicazione dura
soltanto alcuni minuti, capita spesso che si cerchi di prolungare gli effetti piacevoli
continuando l’inalazione per diverse ore, pratica questa che risulta essere particolarmente
pericolosa. Con le successive inalazioni, si possono manifestare stati di incoscienza e persino
morte. Nella migliore delle ipotesi, si sperimenta una minor inibizione ed un minor
autocontrollo. Dopo un uso pesante di inalanti, è possibile che ci si senta stanchi per diverse
ore e che si avverta un mal di testa latente.
GLI INALANTI
Quali sono gli effetti a breve e a lungo termine
Benché le sostanze chimiche che si trovano negli inalanti possono produrre
vari effetti farmacologici, la maggioranza degli inalanti produce euforia
rapida che assomiglia all’intossicazione alcolica, caratterizzata da
un’eccitazione iniziale, seguita poi da sonnolenza, disinibizione,
stordimento e agitazione. Se vengono inalate sufficienti quantità, quasi
tutti i solventi e i gas producono anestesia, una diminuzione della
sensibilità percettiva e possono condurre persino ad uno stato di
incoscienza. Le sostanze chimiche contenute nei solventi, nei gas e negli
aerosol possono produrre una varietà di altri effetti durante o poco dopo il
loro uso. Questi effetti possono includere: aggressività, apatia,
deterioramento cognitivo e il non adeguato funzionamento sul lavoro o in
situazioni sociali, nausea, sonnolenza, balbuzie, letargia, riflessi rallentati e
debolezza muscolare generalizzata.
GLI INALANTI
Quali sono le conseguenze mediche
Coloro che abusano di inalanti corrono il rischio di soffrire di tutta una serie di conseguenze mediche devastanti.
L’inalazione prolungata di composti chimici altamente concentrati può indurre aritmia provocando un arresto cardiaco e
la morte in pochi minuti. Questa sindrome, nota come morte istantanea per inalazione, può essere provocata anche da
una singola assunzione di inalanti. L’abuso di inalanti può causare la morte anche in altri modi:
Asfissia da inalazioni ripetute che portano ad alte concentrazioni di fumi inalati che sostituiscono l’ossigeno disponibile nei polmoni;
Soffocamento bloccando l’entrata di aria nei polmoni quando si inalano i vapori da una borsa di plastica messa sulla testa;
Soffocamento da vomito inalando il vomito prodotto dopo aver usato inalanti;
Ferita mortale per incidenti, includendo le morti per incidenti automobilistici.
Le ricerche realizzate sugli animali e sugli esseri umani mostrano come la maggior parte degli inalanti sia altamente
tossica. Forse l’effetto più nocivo è il danno estensivo e di lunga durata al cervello e altre parti del sistema nervoso che
includono il controllo cognitivo, motorio, visivo e uditivo. Le anormalità cognitive possono andare da un lieve
deterioramento fino a una demenza severa. Gli inalanti sono tossici anche per altri organi (cuore, polmoni, fegato e
reni). Anche se alcuni danni al sistema nervoso o ad altri organi sono più o meno reversibili quando cessa l’abuso,
molte altre sindromi sono irreversibili. L’abuso degli inalanti è altamente rischioso durante la gravidanza. I nitriti
vengono utilizzati generalmente dai ragazzi in tarda adolescenza e dagli adulti per lo più per aumentare il piacere
sessuale. L’abuso di queste sostanze in questi contesti è associato a pratiche sessuali poco sicure che accrescono
fortemente il rischio di contrarre malattie infettive. Le ricerche su animali aumentano la possibilità che ci possa essere
un legame tra l’abuso di nitriti inalanti e lo sviluppo e la progressione di infezioni e tumori. Ricerche scientifiche
dimostrano infatti che i nitriti indebolirebbero il sistema immunitario.
LA MARIJUANA
Che cos’è
La marijuana in inglese spesso chiamata “pot”, “weed”, “grass”,
“mary jane” o “mj”, è una miscela verdastro-grigia di foglie, gambi
semi e fiori di canapa – Cannabis sativa – essicati e tagliuzzati. La
maggior parte dei consumatori fuma marijuana sotto forma di
sigarette fatte a mano, chiamate anche “joints” (spinelli), altri usano
pipe o pipe d’acqua (bongs). Si sono diffusi anche i sigari di marijuana
(blunts) realizzati sostituendo il tabacco con la marijuana spesso
mescolata ad altre droghe come crack e cocaina. La marijuana viene
usata anche per preparare il the e a volte come ingrediente nei cibi. Il
principale principio attivo nella marijauna è il delta-9-
tetraidrocannabinolo (THC) responsabile degli effetti psicoattivi della
droga. L’ammontare di THC (che è anche il principio attivo
dell’hashish) determina la potenza e, perciò, gli effetti. Tra il 1980 e il
1997, la quantità di THC è aumentata drammaticamente nella
marijuana.
LA MARIJUANA
Come agisce sul cervello
Quando la marijuna viene fumata, il suo principio attivo
(THC) passa rapidamente dai polmoni a tutto il corpo incluso
il cervello, attraverso il flusso sanguigno. Nel cervello, il THC
si lega a siti specifici chiamati recettori dei cannabinoidi
situati sulle cellule nervose ed esercita un’influenza sulla loro
funzione. I recettori dei cannabinoidi si trovano soprattutto
nelle zone del cervello che regolano il movimento, la
coordinazione, l’apprendimento, la memoria e le funzioni
cognitive complesse come il giudizio e il piacere.
LA MARIJUANA
Quali sono gli effetti acuti derivati dall’uso
Gli effetti della marijuana si manifestano subito dopo l’ingresso della droga nel cervello e durano da una a
tre ore. Se la droga viene assunta attraverso il cibo o le bevande, gli effetti a breve termine si manifestano
più lentamente, di solito dopo mezz’ora o un’ora e durano di più, anche fino a 4 ore. Fumare marijuana
porta ad un rilascio di THC nel sangue di gran lunga maggiore rispetto all’assunzione attraverso cibo o
bevande. Pochi muniti dopo l’inalazione del fumo, il cuore comincia a battere più rapidamente, le vie
bronchiali si rilassano e si dilatano e i vasi sanguigni negli occhi si espandono facendoli arrossire. Il battito
cardiaco, normalmente 70/80 battiti al minuto, può avere un aumento di 20/50 battiti al minuto o, in altri
casi, può perfino raddoppiare. Quest’effetto può aumentare se con la marijuana vengono assunte altre
droghe. Come quasi tutte le droghe, quando il THC entra nel cervello produce immediatamente euforia
agendo sul sistema di gratificazione e stimolando così il piacere. Si possono provare sensazioni di questo
tipo: i colori e i suoni possono sembrare più intensi e il tempo sembra passare più lentamente. Si ha una
mancata salivazione e improvvisamente ci si può sentire molto affamati e assetati. La mani possono
tremare e diventare fredde. Dopo la fase iniziale, l’euforia passa e possono verificarsi sonnolenza e
depressione. Qualche volta, l’uso provoca paura, ansia, diffidenza nei confronti degli altri o panico. L’uso
della marijuana danneggia l’abilità di una persona a memorizzare eventi, a richiamarli e a spostare
l’attenzione da una cosa all’altra. Il THC diminuisce anche la coordinazione e l’equilibrio. A causa degli
effetti sul cervello e sull’organismo in genere, l’inebriamento causato dalla marijuana può essere causa di
incidenti. Secondo alcuni studi, una dose modesta di marijuana da sola può influire negativamente sulla
capacità di guidare; tuttavia, gli effetti di una dose bassa di droga assunta in combinazione con alcol sono
decisamente più forti rispetto ad un’assunzione di sola marijuana o di solo alcol.
LA MARIJUANA
Gli indici misurati relativi alla capacità di guidare includevano il tempo di reazione, la
frequenza di ricerca visuale (dove il conducente controlla le strade laterali) e l’abilità di
percepire e/o rispondere a variazione nella velocità di altri veicoli. I consumatori che hanno
assunto dosi elevate possono provare psicosi tossica acuta con la presenza di allucinazioni,
illusioni e depersonalizzazione (perdita del senso dell’identità personale). Anche un uso non
frequente di marijuana può provocare bruciore e irritazione in bocca e nella gola, spesso
accompagnato da una tosse pesante. Un individuo che fuma marijuana regolarmente può
essere soggetto a molti degli stessi problemi respiratori che colpiscono i fumatori di tabacco:
tosse abituale e produzione di catarro, una più alta frequenza delle malattie respiratorie acute,
un più elevato rischio di infezioni ai polmoni e una tendenza a soffrire di ostruzione delle vie
aeree. Fumare marijuana può favorire anche l’insorgere di un cancro del tratto respiratorio e
dei polmoni, perché contiene agenti irritanti e cancerogeni. Il THC danneggia inoltre la
capacità del sistema immunitario di combattere malattie infettive e cancro. Il danno che la
marijuana provoca alla memoria a breve termine sembra essere dovuto al fatto che il THC
altera il modo in cui l’ippocampo elabora le informazioni. Man mano che le persone
invecchiano, normalmente perdono neuroni nell’ippocampo e diminuisce così la loro capacità
di ricordare eventi. L’esposizione cronica al THC può accelerare la perdita dei neuroni. La
letteratura dimostra chiaramente che l’uso di marijuana causa problemi nella vita quotidiana
e peggiora problemi personali già esistenti. L’uso di marijuana in gravidanza inoltre po’
danneggiare lo sviluppo del bambino. A lungo termine questa sostanza può condurre alcuni
soggetti a dipendenza e di conseguenza i sintomi di astinenza possono rendere la cessazione
dell’uso difficile. Le persone che tentano di smettere provano irritabilità, difficoltà a dormire,
ansia e aumento dell’aggressività.
LA MARIJUANA
Quali sono le terapie disponibili
I programmi di trattamento sono pochi, in parte perché molte
delle persone che usano marijuana lo fanno in combinazione
con altre droghe. Attualmente non ci sono farmaci disponibili
per trattare l’abuso di marijuana. Recenti scoperte sui recettori
di THC danno comunque la speranza che gli scienziati
possano sviluppare farmaci che inibiscono gli effetti inebrianti
del THC. E’ probabile che tali farmaci possano essere usati per
prevenire ricadute o per eliminare la sua attrattiva.
L’HASHISH
Cos’è
È una sostanza stupefacente psicotropa, derivata dalle infiorescenza femminili
di Cannabis (canapa) i cui effetti sono dovuti principalmente al THC in essa
contenuto (in quantità maggiori rispetto alla marijuana) il nome Hashish
deriva dall’arabo asis “erba”, mentre secondo un’ipotesi che non gode tuttavia
del consenso di tutti gli studiosi, da un gruppo di ismaeliti, che di hashish
avrebbero fatto uso, la parola araba significherebbe “assassino”. Si dice infatti
che proprio questa sostanza venisse data a sicari ed esecutori per allontanare
l’ansia e portarli senza difficoltà a compire omicidi politici. Il pezzo di Hashish
viene comunemente chiamato “fumo”.
Rilassamento, Euforia, soprattutto nei casi isolati e saltuari, per esempio la prima volta, Forte
diminuzione di eventuale nausea, Attenuazione della reattività fisica, Disordine delle
percezione sensoriale e delle esperienze estatiche,Temporaneo abbassamento della pressione
sanguigna con effetti pericolosi in soggetti affetti da problemi cardiaci o con malformazioni
congenite, Sensazione di alterazione delle percezioni dovute al principio attivo, Focus
cognitivo verso la distorsione della realtà, Distorsione temporanea della memoria, ma che a
lungo termine può portare a patologie quali sindrome di Alzheimer e degenerazione del
tessuto cerebrale in quei soggetti naturalmente predisposti, Aumento della fame al calare
dell’effetto (la cosiddetta fame chimica) indotta da un’errata percezione del cervello,
Secchezza delle fauci e diminuzione della salivazione, Giramento di testa, pupille dilatate e
occhi fissi (causato dall’abbassamento della pressione), Lieve sonnolenza.
L’HASHISH
LA DIAGNOSI MULTIASSIALE
PSICOTERAPIA INDIVIDUALE
Molte delle tecniche e dei principi della psicoterapia impiegati con i pazienti che abusano di
sostanze sono simili a quelli utilizzati con altri pazienti. Tuttavia per curare in modo efficace
questi pazienti è importante combinare una conoscenza generale della psicoterapia con la
conoscenza della farmacologia delle sostanze di abuso, la sottocultura della dipendenza, sulla
perdita di controllo che accompagna la dipendenza e sulle conseguenze psicosociali della stessa.
PSICOTERAPIA DI GRUPPO
L’approccio della terapia di gruppo ha rappresentato la soluzione più popolare a questo
problema e, attualmente, è l’intervento di elezione. Il gruppo ha la capacità di sostenere e
mettere a confronto, di confortare e sfidare, di coinvolgere i suoi membri in incontri che
aumentano la consapevolezza dei problemi personali e del carattere.
PSICOTERAPIA FAMILIARE
L’abuso di sostanze ha un profondo effetto sulla famiglia e questa è un fattore cruciale nel
trattamento dell’individuo che ne fa uso. Essa rappresenta un contributo prezioso e spesso
necessario nel trattamento, in particolar modo quando è integrato in un programma
complessivo. Importante è effettuare una diagnosi della famiglia osservando i modelli
interattivi, di comunicazione, i rapporti, le alleanze e i ruoli principali, le regole e i confini, i
legami e gli stili di conflitto.
LA PSICOTERAPIA
IL COLLOQUIO MOTIVAZIONALE