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Introduzione:
- Grado in cui le capacità e le abilità del lavoratore sono adatte alle richieste
poste dall’ambiente di lavoro.
- Grado in cui l’ambiente di lavoro soddisfa i bisogni e le preferenze del
lavoratore, in particolare il bisogno di utilizzare capacità e conoscenze
possedute.
Una risposta psicofisica che occorre quando le richieste del lavoro superano le risorse
o le capacità del lavoratore di farvi fronte o si scontrano eccessivamente coi suoi
bisogni.
Burnout:
- Sintomi fisici:
o Mal di testa - Emicrania
o Disturbi del sonno - Tensione muscolare
o Aumento/perdita di peso - Disturbi gastrointestinali
o Aumento pressione sanguigna - Allergie
o Aumento tasso colesterolo - Malattie deramtologiche
o Fatica cronica - Malattie cardiovascolari
- Sintomi psicologici:
o Di tipo emotivo:
Ansia (tensione) - Depressione
Rabbia (frustrazione, irritabilità) - Paura
Disgusto - Insoddisfazione
o Di tipo cognitivo:
Difficoltà di memorizzazione e rievocazione
Fuga dei pensieri - Difficoltà di attenzione
Perdita di prospettiva - Tendenza al pensiero ossessivo
Tendenza a focalizzarsi sugli aspetti negativi.
- Sintomi comportamentali:
o Assenteismo - Eccessivo consumo di tabacco
o Eccessivo consumo di farmaci - Eccessivo consumo di alcol
o Disfunzioni sessuali - Aggressività
o Disturbi dell’alimentazione - Impazienza
o Isolamento sociale - Turnover
o Presenteismo - Comportamenti insicuri
2: I rischi psicosociali:
Rischi psicosociali: aspetti relativi al contenuto ed alla natura del lavoro che possono
potenzialmente alterare in senso peggiorativo la salute psicofisica dei lavoratori.
Carico di lavoro: richieste o domande che il lavoro pone alla persona e che hanno:
Possono provocare danni tra cui problemi fisici, aumento degli errori, conflitti lavoro-
famiglia, disturbi del sonno.
Si manifesta nei modi in cui gli individui interagiscono, nelle norme che regolano il
modo in cui il lavoro viene condotto, nei valori di riferimento.
E’ uno dei fattori con il potenziale più forte per impattare sulla salute dei lavoratori.
Supporto sociale: considerazione positiva ed aiuto nel completamento dei compiti
lavorativi che da essi si ottiene.
Stile di leadership:
Giustizia: percezione del lavoratore di essere trattato in maniera giusta sul posto di
lavoro.
Equità: la percezione di iniquità genera stati affettivi negativi e motiva gli individui a
mettere in atto delle risposte per modificare la situazione, risposte sia cognitive sia
comportamentali.
Capitolo 2: Il ruolo delle caratteristiche individuali:
- Caratteristiche demografiche:
o Età
o Genere
o Caratteristiche etniche e culturali
- Caratteristiche disposizionali:
o Caratteristiche di vulnerabilità:
Comportamento di tipo A
Overcommitment
Alessitimia
Affettività negatica
o Caratteristiche protettive:
Hardiness
Resilienza
Senso di coerenza
Esistono differenze di genere sostanziali per ciò che concerne alcuni esiti emotivi
tipici del processo dello stress, ossia ansia e depressione. Le donne riportano dei
livelli di salute mentale peggiore rispetto agli uomini. Motivi:
- Biologico: differenze a livello ormonale e genetico
- Disposizionale: esperienze emotive più intense, tendenza a rimuginare sugli
stati emotivi negativi sperimentati, empatia, investimento nelle relazioni
interpersonali
- Esterno: tipi di occupazioni diversi, fattori psicosociali:
o Sovraccarico di lavoro
o Minor potere nelle relazioni sociali
o Maggiore esperienza di fenomeni di maltrattamenti ed abusi, in
particolare a sfondo sessuale.
2.2: Età:
Dopo un esame dei fattori di rischio per lo stress è necessario quindi un esame di
come si distribuisce la variabile età e confrontare il profilo di rischio e di salute dei
diversi gruppi individuali.
- Ambizione - Competitività
- Spinta al successo - Impazienza
- Aggressività - Rabbia/ostilità
- Senso di urgenza nel tempo
- Lavorare eccessivamente
- Lavorare compulsivamente
3.1.2: Alessitimia:
Questo tipo di persone, dato che non identificano le proprie reazioni agli stressors,
verranno sottoposti ad essi per periodi di tempo maggiori.
Esiti: alterato funzionamento immunitario, aterosclerosi, ipertensione e depressione.
- Comprensibile: grado in cui la persona ritiene che gli eventi con cui si
confronta siano chiari, coerenti e prevedibili. È la componente cognitiva.
- Gestibile: grado in cui la persona percepisce che le risorse che controlla sono
adeguate per fronteggiare la situazione problematica che la vita pone. È la
componente strumentale.
- Densa di significato: grado in cui si ritiene che la vita abbia un significato e
quindi quante risorse ed energie investire nelle situazioni problematiche,
quando la persona è disposta a mettersi in gioco. È la componente emotiva.
Vengono presentati i modelli teorici del rischio psicosociale messi a punto negli
ultimi vent’anni analizzando quelli maggiormente consolidati ed alcune nuove
proposte che forniscono interessanti spunti sulle dinamiche d’effetto. La conoscenza
dei modelli teorici consente di comprendere come i fattori di rischio analizzati
precedentemente, combinandosi tra loro e/o interagendo con le caratteristiche
individuali, possono produrre conseguenze avverse per la salute. Tale conoscenza è
imprescindibile sia in fase di valutazione dell’ambiente psicosociale di lavoro sia in
fase di progettazione dei successivi interventi preventivi.
Per dar conto del contenuto degli stati affettivi sperimentabili dalla persona abbiamo
2 dimensioni:
- Piacevolezza dell’esperienza:
- Livello di attivazione mentale (arousal) dell’esperienza; prontezza
all’azione ed al dispendio di energie psicofisiche da parte dell’individuo.
L’incrocio tra queste due dimensioni individua 4 diversi tipi generali di stati affettivi:
Le persone con più responsabilità tendono ad esperire più spesso stati ad elevato
arousal, siano essi negativi (ansia) che positivi (entusiasmo); le persone più in basso
nella gerarchia fanno esperienza più frequente di stati a bassa attivazione
(depressione e comfort).
Per raggiungere una comprensione ancora più raffinata del benessere psicologico non
è solo necessario differenziare gli stati affettivi, ma è anche importante specificare la
sfera di vita o il referente a cui essa sono associati. Vengono distinti tre li velli di
specificità: i livelli più specifici sono incapsulati in quelli che presentano una minore
specificità:
Per Warr il benessere psicologico coincide con il benessere affettivo, valutabile sul
piano empirico secondo i tre assi sopra descritti. Inoltre esistono tre diversi livelli di
specificità a cui il benessere può essere riferito e quindi valutato: il benessere context
free, il benessere in una specifica sfera di vita ed il benessere a livello dei diversi
fattori in gioco in ognuna delle possibili sfere di vita.
Il modello di Warr permette di tenere in considerazione la complessità
dell’esperienza affettiva e di considerare i processi di integrazione ed isolamento tra
diversi ambiti di vita.
Una versione recentemente rivista indaga la frequenza con cui sono stati esperiti nel
periodo recente durante il lavoro gli stati affettivi:
Tabella 3.1: Gli stati affettivi indagati dal Multi-Affect Indicator di Warr e
Parker:
L’influenza di ciascuno di questi fattori sarà relativamente forte sul benessere riferito
a ciascun ambito specifico dell’esperienza di lavoro e sul benessere per la sfera
lavorativa in generale mentre sarà sfumata sul benessere context free.
Gli studi che hanno indagato gli assunti centrali del modello sono ancora pochi,
inoltre le evidenze da essi prodotte non sono per nulla convincenti.
Conseguenze avverse per la salute dei lavoratori trovano origine in una particolare
combinazione di 2 caratteristiche del lavoro:
Data la libertà di decidere quale sia il corso di azione più efficace in risposta ad uno
stressor, l’individuo può testare l’efficacia del corso di azione scelto, ritenendolo nel
caso in cui funzioni o modificandolo nel caso in cui fallisca. Ciò permette un
ampliamento del proprio repertorio di strategie di coping fornendo occasioni di
sperimentare senso di competenza e con ciò un rafforzamento della stima di sé che
spinge l’individuo a cercare situazioni più complesse con cui misurarsi.
Lavori con bassa domanda psicologica e controllo alto comportano un basso strain.
Ogni domanda può essere gestita in modo ottimale. I lavoratori sono sia più
soddisfatti del proprio lavoro sia più in salute rispetto alla media.
Supporto sociale: livello di sostegno ricevuto dai colleghi e dal diretto superiore.
Relativamente alla direzione causale gli autori concludono che sembra essere
particolarmente convincente l’effetto delle componenti del modello di Karasek sul
benessere psicologico generale.
- Denaro
- Stima personale
- Opportunità di avanzamento
4.2: Le condizioni in cui si realizza l’”Effort-Reward Imbalance”:
Gli studi hanno evidenziato che i lavoratori in una condizione di ERI estrinseco
hanno un rischio di sviluppare malattia cardiaca 9 volte più alto rispetto ai lavoratori
che si trovano nella condizione opposta così come i lavoratori in overcommitment. La
terza ipotesi non è stata invece confermata.
Le domande e le risorse del lavoro sono in grado di generare due diversi processi
psicologici che seguono andamenti relativamente indipendenti:
- Processo di degradamento della salute: si attiva quando ci sono domande
eccessive o conflitti/ambiguità di ruolo.
- Processo motivazionale: favorito dal supporto dei colleghi.
I due processi possono essere attivati nei diversi lavori da domande e risorse di tipo
diverso.
Le domande e le risorse del lavoro possono agire in combinazione tra loro coi
seguenti effetti:
- Esiti negativi: le risorse del lavoro sono in grado di attenuare l’effetto delle
domande nel processo di degradamento della salute.
- Esiti positivi: l’effetto delle risorse è particolarmente saliente ai fini della
motivazione quando le domande sono elevate. Le risorse estrinsecano al
massimo il loro contributo sugli esiti motivazionali.
Si fanno quindi dei paragoni tra le varie unità lavorative in modo da stabilire delle
priorità di intervento.
De Jonge e Dormann: certi fattori del lavoro definibili come risorse sono in grado di
alleviare l’effetto negativo sulla salute di altri fattori definibili come domande. Dato
che in molti tipi di lavoro risulta difficile diminuire le domande, si possono
aumentare le risorse per tentare di ridurre i livelli dello strain.
Secondo gli autori, le indagini condotte hanno spesso utilizzato domande e risorse
che agiscono ad un differente livello di funzionamento. Le basi del principio della
corrispondenza si ritrovano nei processi psicofisiologici umani di regolazione
omeostatica. In presenza di uno stressor, l’individuo cercherà prima risorse interne
corrispondenti, poi risorse esterne corrispondenti, infine qualsiasi tipo di risorsa
disponibile. Le risorse in quest’ordine indicano anche il rispettivo livello di efficacia.
Gli studi hanno mostrato un supporto per l’ipotesi della corrispondenza applicata al
dominio cognitivo ed al dominio emotivo, meno per ciò che riguarda il dominio
fisico.
Capitolo 4: La valutazione dei fattori di rischio psicosociale nelle organizzazioni:
Vengono affrontate alcune questioni chiave al fine della valutazione dei fattori
psicosociali di rischio ovvero il suo carattere multidisciplinare, il coinvolgimento
degli stakeholders, la natura dei dati necessari, le fonti degli stessi ed alcune
problematiche metodologiche che è necessario conoscere per bene interpretare i dati
finali. Viene data particolare attenzione alle ripercussioni di tipo operativo. Vengono
poi analizzati i dati, illustrando le diverse fasi di cui essa consta attraverso una
dimostrazione derivata da un progetto di valutazione condotto dagli autori. Infine
vengono forniti alcuni suggerimenti sulla stesura del rapporto di valutazione ossia
della relazione finale che potrà essere inserita nel Dvr (Documento di valutazione
dei rischi).
1: La valutazione come fase del ciclo del controllo dello stress lavoro-correlato:
Si tratta di una ricerca partecipata in cui i lavoratori sono coinvolti nelle attività
svolte tramite gruppi di lavoro ad esempio.
3: La natura dei dati necessari per la valutazione:
Il fattore da considerare come priorità per gli interventi sarà quello che avrà mostrato
il pattern di relazioni più consistente con gli strain considerati.
Nella maggior parte dei casi la direzione di causalità della relazione tra stressors e
strain rimane di difficile interpretazione.
La finalità è quella di offrire ai committenti una diagnosi affidabile e valida dei fattori
di rischio ed una proposta di intervento migliorativo fondata su elementi empirici ben
definiti.
Alcune ricerche appoggiano l’idea di non utilizzare i lavoratori come fonti di dati ma
altri indici oggettivi come i turnover e le assenze che però possono essere causati da
altri fattori.
5: Questioni metodologiche:
Quattro fasi:
Dovrà dar conto in maniera sintetica ma esauriente delle attività svolte e fornire delle
ipotesi di intervento mirate ai nodi problematici emersi dalle analisi. Prevede le
seguenti sezioni:
Le attività di prevenzione possono essere condotte in ognuna delle fasi della storia
naturale della malattia:
Gli interventi spesso incontrano resistenze da parte dei superiori ma anche dei
lavoratori ed a volte provocano a loro volta stress.
2: Prevenzione primaria:
3: Prevenzione secondaria:
Mira a cambiare il modo in cui gli individui reagiscono alle situazioni stressanti del
lavoro al fine di moderare la risposta da stress e ridurre la probabilità degli esiti
negativi ad essa associati.
Una strategia molto potente per attenuare i propri stati affettivi negativi è esternarli,
aprendosi agli altri o partecipando a gruppi di self-help oppure l’azione (acting-out).
- Rilassamento fisico-somatico
- Rilassamento mentale-cognitivo
- Respirazione addominale o diaframmatica
- Ipnosi
- Visualizzazioni
Il loro effetto è di solito a breve termine perché non mutano le condizioni stressanti;
inoltre rimane perlopiù a carico dell’individuo, rischiando di produrre ulteriori
ineguaglianze e circuiti viziosi.
4: Prevenzione terziaria:
- Counseling:
- Terapia psicologica: si tratta di colloqui di tipo supportivo ed a breve termine
in entrambi i casi.
- Centri di ascolto
- Debriefing: permette di esternare di fronte ad un esperto i pensieri, i ricordi e
le emozioni legate all’evento per scaricare il potenziale dello stesso di
condurre al disturbo post-traumatico da stress.
- Programmi per il ritorno al lavoro: attività per facilitare il ritorno dei
lavoratori dopo una assenza prolungata prima che questa conduca alla perdita
del lavoro. Elementi chiave:
o Monitoraggio sistematico delle assenze al fine dell’identificazione
delle persone che potrebbero aver bisogno di aiuto per il ritorno
o Contatto regolare da parte del datore di lavoro con la persona
assente al fine di sincerarsi sull’evolversi della situazione
problematica
o Adattamento delle condizioni di lavoro per la persona assente al fine
di facilitare il ritorno e diminuire la possibilità di nuove assenze
Non affronta i nodi cruciali del problema stress, cioè le sue fonti organizzative ed
interviene più a valle rispetto alla prevenzione secondaria nel processo di stress. Ci
sono inoltre poche evidenze scientifiche di efficacia.