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GLOSSARIO PSICO SOCIALE

BIAS DELLA RETROSPEZIONE: il fenomeno dell'io lo so da sempre, per il


quale si ritiene qualcosa scontato ma solo con il senno di poi.

CONCEZIONE ARISTOTELICA E GALILEIANA DELLA SCIENZA DI LEWIN:


quella aristotelica è classificatoria, ovvero studia solo gli eventi che si
ripetono con una certa frequenza e che consentono di elaborare leggi stabili
e comuni. Quella galileiana assume che tutti gli eventi seguono delle leggi,
anche quelli più rari, e si focalizza su elementi comuni e costanti e sul
rapporto che intercorre tra il loro verificarsi e le circostanze ambientali.

TEORIA DI CAMPO DI LEWIN: il campo è la totalità deo fatti coesistenti nella


loro interdipendenza, dall'energia che possiede e dalla direzione delle sue
forze. Ogni comportamento dipende dalla configurazione del campo in
quello specifico momento. L'equazione è C= f(PA), dove P è la persona e A è
l'ambiente psicologico.

EFFETTO SPOTLIGHT: letteralmente effetto riflettore, in quanto le persone


hanno la tendenza a considerarsi al centro dell'attenzione, sopravvalutando
l'attenzione che gli altri danno loro.

ILLUSIONE DI TRASPARENZA: estremamente consapevoli delle emozioni


che proviamo, sopravvalutiamo la possibilità che gli altri le notino; ciò vale
anche per le gaffe e i lapsus in pubblico.

EFFETTO AUTOREFERENZIALE: il concetto di sè, influenza anche la


memoria, di conseguenza risulterà oiù semplice ricordare informazioni che
riguardano noi stessi.

TEORIA DEL CONFRONTO SOCIALE DI FESTINGER: quando non vi sono


indicatori oggettivi del sè per autovalutarsi o si hanno informazioni ambigue
e incerte, le persone tendono a fare paragoni e confronti con altri simili.
Spesso si attuano confronti al ribasso, paragonandosi a chi è meno abile o
fortunato, in questo modo si preserva l'autostima.

IL Sè RIFLESSO DI COOLEY: il modo in cui le persone pensano di essere


percepite dagli altri diventa, come uno specchio riflesso, un modo per
percepire sè stessi. Mead aggiunse che per il concetto di sè non è
importante come gli altri ci vedano realmente, ma come noi pensiamo che
ci vedano.

SOCIETà INDIVUDUALISTE VS SOCIETà COLLETTIVISTE: quelle individualiste


considerano l'individuo alla base della società, mentre quelle collettiviste
mettono davanti il bene comune del proprio gruppo di appartenenza
talvolta rinunciando ai proprio obbiettivi personali. Il sè che si sviluppa nelle
società individualiste è il sè idiocentrico in cui prevale il senso di colpa
interno. Il sè che si sviluppa nelle società collettiviste è il sè allocentrico, in
cui prevale la vergogna sociale.

TEORIA DELL'AUTOPERCEZIONE DI BEM: in mancanza di indizi interni che


spieghino il perchè dei nostri comportamenti o sentimenti, noi ovviamo al
problema traendo inferenze su aspetti del sè dai nostri comportamenti( che
sono stati scelti liberamente, altrimenti non vale).

ILLUSIONE DI VOLONTà CONSAPEVOLE DI WEGNER: ogni giorno si fanno


numerose azioni consapevoli e premeditate. Ma spesso, compiamo atti o
gesti per pura imitazione, questo grazie ai neuroni specchio,ossia cellule
cerebrali che si attivano quando si compie un'azione ma anche quando la si
osserva da altri.

IMPACT BIAS DI WILSON E GILBERT: spesso si fanno previsioni errate


sull'intensità e la durata dei propri sentimenti sopravvalutando entrambe le
caratteristiche in relazione al futuro. Si è particolarmente suscettibili agli
impact bias a seguito di eventi negativi.

IMMUNE NEGLECT DI WILSON E GILBERT: l'immune neglect è il sistema


immunitario psicologico che si attiva a seguito di traumi molto profondi
aiutandoci a superarli. Spesso le persone non sono consapevoli della sua
esistenza. Accade spesso, infatti, che eventi meno significativi e più
secondari siano maggiormente dolorosi da affrontare in quanto non
attivano l'immun neglect.

TEORIA DELLA DISCREPANZA DEL Sè DI HIGGINS: le persone valutano sè


stesse in base ai propri canoni interiori "ideali" o "imperativi". se vi è
un'incoerenza tra tali canoni e i propri comportamenti o atteggiamenti si
verifica una discrepanza del sè che porta emozioni negative e in casi estremi
malessere o depressione.

TEORIA DELL'AUTOCONSAPEVOLEZZA DI WICKLUND: l'autoconsapevolezza


è uno stato di ipercoscienza di sè stessi, che porta ad accorgersi
maggiormente di eventuali discrepanze che magari non si erano notate
prima, in quanto le persone tendenzialmente non sono focalizzate su di sè.

TEORIA DELL'AUTOEFFICACIA DI BANDURA: sentirsi atuoefficaci, ovvero


competenti in un determinato ruolo o compito, risulta vantaggioso, perchè
permette un innalzamento dell'autostima e la creazione di obbiettivi
sempre più ambiziosi . Ma, perchè tale credenza risulti efficace e funzionale
a fare la differenza deve entrare in gioco un secondo fattore: il locus of
control.

LOCUS OF CONTROL DI ROTTER: è il grado di percezione che si ha di


controllare gli eventi che ci capitano. Il locus of control sarà interno quando
si attribuiranno gli eventi a se stessi e quindi si crederà di controllare il
proprio destino. Il locus of control sarà esterno quando si riterrà un evento
generato dalla fortuna o da forze esterne a noi.

IMPOTENZA APPRESA DI SELIGMAN: si verifica quando le persone in stato


emotivo negativo, come ad esempio quello depressivo, cadono in una
profonda apatia per la quale si sentiranno impotenti perennemente,
indipendentemente da ciò che potrebbero fare per cambiare le cose.

SELF-SERVING BIAS: tendenza a percepire il concetto di sè in modo


favorevole ed eccessivamente positivo, giustificando i fallimenti come
effetto di cause esterne come la sfortuna.
STILI ATTRIBUTIVI A FAVORE DEL Sè: è uno dei bias più comuni, per il quale
attribuiamo i successi alle nostre abilità e competenze e gli insuccessi e i
fallimenti a forze esterne, negando ogni responsabilità personale.

OTTIMISMO IRREALISTICO DI WEINSTEIN E IL PESSIMISMO DIFENSIVO DI


NOREM: le persone hanno un ottimismo eccessivo nei confronti della loro
vita futura realtivamente a salute, benessere e autoefficacia, e ciò li porta a
credere di essere immuni alla malasorte non prendendo le giuste
precauzioni per tutelarsi dalle "cadute" della vita; è bene perciò avere un
pessimismo difensivo, il quale anticipa i problemi e ne motiva la risoluzione.

EFFETTO DEL FALSO CONSENSO: tendenza a credere e a sopravvalutare il


consenso altrui, supponendo che gli altri agiscano e pensino come noi.(
butto la cicca in terra, tanto lo fanno tutti)

EFFETTO DELLA FALSA UNICITà: lusinghiamo noi stessi considerando i nostri


talenti e i nostri valori come unici e insoliti.

SELF-SERVING BIAS A CARATTERE ADATTIVO: sono utili al mantenimento e


all'innalzamento dell'autostima. Inoltre sono un fattore protettivo dalla
depressione, non a caso le persone non depresse di solito mostrano
self-serving bias. Nella teoria della gestione del terrore di Greenberg e
Solomon, ad esempio, l'autostima positiva è funzionale a gestire la paura
della morte.

SELF-SERVING BIAS A CARATTERE NON ADATTIVO: il non riconoscere le


proprie mancanze e i propri errori, incolpando gli altri per le proprie
difficoltà sociali, porta a infelicità. ( se trascuro e do per scontata la mia
ragazza per mesi e lei mi mette le corna il coglione sono io non lei come si
pensa sempre).

AUTOPRESENTAZIONE: tendenza ad autopromuoversi, plasmando le


impressioni degli altri su di noi al fine di ottenerne l'approvazione sociale.
Alto automonitoraggio.

AUTOESPRESSIONE: è l'opposto dell'autopresentazione, ovvero esprimere


il vero concetto di sè stessi agli altri tramite i propri atteggiamenti e
comportamenti. Basso automonitoraggio.

FALSA MODESTIA: tendenza a criticare e denigrare sè stessi, al fine di


sollecitare sentimenti di rassicurazione dagli altri e di non generare
aspettative troopo alte. (frustrati e cacasotto).

AUTOSABOTAGGIO: tendenza a creare impedimenti e ostacoli al


raggiungimento del successo di sè stessi, per proteggere la propria
autostima e per non creare alte aspettative altrui. L'autosabotaggio ha un
carattere adattivoche consentendo di mantenere credibile la proria
immagine pubblica.

LA PERCEZIONE SOCIALE: è l'insieme dei processi per formarsi una


rappresentazione cognitiva degli altri. Per rappresentazione cognitiva si
intende l'insieme delle conoscenze che si accumula nella memoria. I
processi della percezione sociale si basano su 3 ambiti, che sono la persona
o gruppo sociale, la situazione e il comportamento.

PRIMING( EFFETTO DI INNESCAMENTO): è il risveglio e l'attivazione delle


associazioni racchiuse nella nostra memoria.

IL MODELLO CONFIGURAZIONALE DI ASCH: di stampo gestaltista, sostiene


che si percepiscono nelle persone non la somma dei loro tratti di
personalità, ma un'impressione complessa basata su alcuni tratti centrali. In
poche parole, nell'elaborazione dell'impressione di una persona alcuni tratti
vemgono presi più in considerazione di altri.( l'intero non è la somma delle
sue parti).

MODELLO ALGEBRICO DI ANDERSON: di matrice psicofisica, sostiene che le


impressioni complesse si formino sulla base di un'integrazione algebrica dei
singoli elementi, ovvero si sommano i tratti positivi e negativi per fare
un'inferenza negativa o positiva.

TEORIA IMPLICITA DI PERSONALITà: tendenza a considerare i tratti positivi


collegati gli uni agli altri, e i tratti negativi come un gruppo a sè stante.
DEDUZIONE SPONTANEA DI UN TRATTO: tendenza spontanea ad associare
all'interlocutore qualcosa di positivo o negativo che quest'ultimo ha detto di
altri.

LA PERSISTENZA DELLA CREDENZA DI ROSS E ANDERSON: quando una


persona ha una falsa credenza sostenuta da un fondamento logico che la
persona ricorda, è sorpredentemente difficile riuscire a demolirla.

EFFETTO INFORMAZIONE FUORVIANTE: spesso incorporiamo informazione


false o errate nella nostra memoria, in quanto riadattiamo le informazioni in
nostro possesso basandoci sulle nostre conoscenze attuali, che possono
divergere dalle conoscenze che si avevano al momento
dell'iimmaggazinamento dell'informazione.

OVERCONFIDENCE (ECCESSIVA FIDUCIA DI Sè): l'ignoranza della nostra


ignoranza alimenta la sicurezza. Ciò è evidente quando si tratta di svolgere
compiti semplici, ma in caso di compiti più complessi gli overconfidence si
rendono conto della loro incompetenza e mancanza di conoscenze.

BIAS DI CONFERMA: tendenza a cercare di verificare le proprie credenze,


ma non a cercare prove che possono confutarle. Ciò è funzionale al
mantenikento di una stabilità del sè.

LE EURISTICHE: sono strategie di pensiero semplici ed efficienti, dette anche


scorciatoie mentali, che servono a generare impressioni, decisioni e
spiegazioni in modo rapido.

L'EURISTICA DELLA RAPPRESENTATIVITà: è il processo di stereotipizzazione


al contrario, ovvero si osservano alcune caratteristiche prinicpali di una
persona così da poterla associare velocemente a una determinata categoria
sociale.

L'EURISTICA DELLA DISPONIBILITà: tendenza a giudicare la frequenza o la


probabilità di un evento in base a quanto è facile pensare a esempi di
quell'evento o situazione.

L'EURSITICA DELLA SIMULAZIONE O PENSIERO CONTROFATTUALE: il


pensiero controfattuale è la simulazione di ciò che sarebbe potuto
accadere. Ne consegue che l'euristica della simulazione consiste
nell'immaginarsi come sarebbe potuta andare se avessimo attuato altre
scelte di quella presa. Più l'evento è significativo maggiore sarà il pensiero
controfattuale.

L'EURISTICA DELL'ANCORAGGIO E DELL'ACCOMODAMENTO: quando


dobbiamo emettere un giudizio sociale in situazioni incerte e ambigue,
riduciamo tale ambiguità ancorandoci a un punto di riferimento stabile e
cambiando i nostri giudizi basandoci su tale riferimento.

CORRELAZIONE ILLUSORIA: associare eventi tra loro casuali, ma con la


consapevolezza errata che abbiano un rapporto causa-effetto. Tale errore si
verifica per due motivi: l'associazione di significati, ovvero la connvinzione
di credere che 2 variabili siano associate, e la distintività condivisa, in base
alla quale vengono associate 2 variabili che condividono caratteristiche
inusuali.

L'ILLUSIONE DEL CONTROLLO: è una conseguenza della correlazione


illusoria, che porta a credere che eventi fortuiti siano soggetti al nostro
controllo. Un esempio sono i giocatori d'azzardo o la regressione verso la
media, ovvero il non rendersi conto che la salita o la discesa nella vita non
durano per sempre.

ATTRIBUZIONE : processo in cui si usano le informazioni in proprio possesso


per fare inferenze sulle cause di un comportamento o evento.

LA TEORIA DELL'ATTRIBUZIONE: analizza il modo di spiegare il


comportamento degli altri. Quando si vede un'azione intenzionale, a volte
le si attribuiscono cause interne e a volte cause esterne. Vi sono anche
cause stabili o instabili e anche il fattore della controllabilità delle cause.

TEORIA DELL'INFERENZA CORRISPONDENTE DI JONES E DAVIS: tendenza


delle persone a inferire che le azioni di una persona corrispondono o sono
indicative dei suoi tratti di personalità. Con "inferenza" si intende il processo
che porta a ritenere il comportamento degli individui corrispondente a tratti
interni stabili di personalità.

IL MODELLO DI COVARIAZIONE DI KELLEY: prima di formulare un giudizio di


causa in merito a un effetto, le persone compiono una serie di osservazioni,
rilevando le cause che covariano maggiormente con l'effetto. Tale processo
cognitivo si basa sulle informazioni di distintività, coerenza nel tempo e
nelle modalità e consenso.

L'ERRORE FONDAMENTALE DI ATTRIBUZIONE DI ROSS: la tendenza a


sovrastimare il peso dei fattori disposizionali e a sottostimare il peso dei
fattori situazionali. Si tende a presumere che gli altri siano così come
agiscono, non considerando l'impatto ambientale e situazionale.

4 MOTIVI PER CUI SI COMMETTE L'ERRORE DI ATTRIBUZIONE:

- Differenza attore-osservatore: si usano prospettive diverse quando noi


siamo attori e quindi protagonisti dell'azione, e quando siamo osservatori.
Quando siamo attori l'ambiente domina la nostra attenzione, ma quando
siamo osservatori ci focalizziamo sull'attore di quel momento trscurando
l'ambiente circostante.

-La distorsione della prospettiva della videocamera: tendenza a cambiare


opinione a seconda del punto di vista da cui si osserva la situazione(
esempio dell'interrogatorio).

-Prospettive che cambiano con il tempo: quando non ci si ricorda più bene
di una persona, si attribuisce maggior credito alla situazione.

-L'autoconsapevolezza: quando si focalizza l'attenzione su noi stessi, ci si


vede come osservatori, attribuendo il nostro comportamento più a fattori
interni e meno alla situazione.

PROFEZIE CHE SI AUTOAVVERANO DI MERTON: tendenza ad agire in modo


che le nostre azioni confermino le nostre credenze.
EFFETTO ROSENTHAL: tendenza dei partecipanti agli esperimenti a dire e a
fare ciò che gli sperimentatori si aspettano.( simile alla desiderabilità
sociale).
ATTEGGIAMENTO: presa di posizione positiva o negativa in merito a un
tema di discussione(es.pena di morte). Sono sentimenti o credenze relativi
a una persona o evento e alla dispozione comportamentale che ne deriva.
ABC DEGLI ATTEGGIAMENTI: A sta per affect( sentimenti o affetti), B sta per
behaviours( comportamenti), C sta per cognitions( cognizioni). Parte degli
atteggiamenti deriva dal rapporto tra questi 3 aspetti.
LA MISURAZIONE DEGLI ATTEGIAMENTI: può avvenire in modo diretto o
indiretto. L'approccio dietto utilizza l'autodescrizione e l'osservazione.
Quando si utilizza l'autodescrizione si chiede alle persone di dire che cosa
pensano in merito a un qualsiasi oggetto di atteggiamento e lo si fa usando
degli item che prevedono diverse scale di misurazione, la cui più utilizzata è
la scala likert( scala graduata che permette di esprimere il grado di accordo
o disaccordo). I modi indiretti invece sono principalmente il bogus
pipeline(falso collegamento) e il test di associazione implicita. Nel bogus
pipeline si collegano le persone a una fittizia macchina della verità che li
scoraggia dal mentire e ciò serve a prevenire gli effetti della desiderabilità
sociale. Il test di associazione implicita, invece, misura i tempi di reazione in
risposta a dei concetti.
TEORIA DELL'AZIONE RAGIONATA: l'atteggiamento è predittivo del
comportamento solo quando il primo è strettamente specifico al secondo.
TEORIA DEL COMPORTAMENTO PIANIFICATO DI AJZEN E MADDEN: è la
rielaborazione della teoria dell'azione ragionata, con l'aggiunta del
costrutto di percezione di controllo del comportamento, ovvero la credenza
soggettiva sull'avere o meno il controllo del proprio destino.
LE 3 TEORIE HE SPIEGANO PERCHè GLI ATTEGGIAMENTI SONO
INFLUENZATI DAI NOSTRI COMPORTAMENTI:
-Teoria della gestione dell'impressione: per fare una buona impressione
sociale, assumiamo strategicamente atteggiamenti che ci permettono di
mantenere una coerenza agli occhi degli altri, e per farlo mettiamo in atto
comportamenti che rispecchiano i nostri atteggiamenti.
-TEORIA DELLA DISSONANZA COGNITIVA DI FESTINGER: sostiene che i
nostri atteggiamenti cambino perchè si è motivati a manenere una coerenza
tra i nostri saperi. In presenza di dissonanza, quindi, mutiamo i nostri
atteggiamenti per eliminare le tensioni negative causate dalla dissonanza. Il
motivo per il quale mutiamo gli atteggiamenti e non i comportamenti è
perche per il principio del minimo sforzo, è meno faticoso mutare
atteggiamento che comportamento, oltre al fatto che solitamente il
comportamento è già stato portato a termine.
La giustificazione insufficiente: Festinger e Carlsmith esperimento del
dollaro e dei 20 dollari.
-TEORIA DELL'AUTOPERCEZIONE DI BEM: tendenza a fare inferenze sul
nostro stesso comportamento, mettendoci nella poszioni di chi ci guarda
dall'esterno.

EFFETTO DELLA GIUSTIFICAZIONE ECCESSIVA: ricompensare


anticipatamente(motivazione estrinseca) le persone per fargli fare ciò che
già fanno per una loro motivazione intrinseca(il puro piacere di fare quella
cosa ad esempio) indebolisce la motivazione intrinseca.
TEROIA DELL'AUTOAFFERMAZIONE DI STEELE: tendenza ad autoaffermare
giustificando le proprie azioni e decisioni, al fine di evitare dissonanza.
LE RAPPRESENTAZIONI COLLETTIVE DI DURKHEIM: sono entità esistenti ed
immutabili, che ricorrono nella società e di cui non è possibile studiare la
struttura e la dinamica interna. Vengono utilizzati dalle società per costruire
significati condivisi della realtà.
LE RAPPRESENTAZIONI SOCIALI DI MOSCOVICI: si rifanno alle
rappresentazioni collettive di durkheim ma si diversificano in quanto per
Moscovici sono da intendersi come i miti o le credenze e tradizioni di una
società. Può essere definito rappresentazione sociale perfino il “senso
comune”. Vengono create e ricreate nel corso delle generazioni e il loro
mutamento può essere seguito e studiato.
I 2 MODI DI FORMAZIONE DELLE RAPPRESENTAZIONI SOCIALI:
-L'ancoraggio: processo di denominazione,classificazione ed etichettamento
di assegnazione dell'ignoto al noto. In poche parole, categorizzare un
oggetto o evento sconosciuto a una categoria o prototipo già pre-esistente,
cos' da ridurre ansia e stupore per una cosa sconosciuta.
-Oggettivazione: concretizzare un oggetto astratto, dotando di realtà un
concetto non familiare.
INFLUENZA SOCIALE: cambiamento che si verifica nei giudizi,nelle opinioni
e negli atteggiamenti di una persona a seguito del contatto con
giudizi,opinioni e atteggiamenti altrui. Si distingue tra influenza della
maggioranza, esercitata da persone o gruppi che detengono maggiore
potere sociale, e influenza della minoranza,esercitata da persone o gruppi
con meno potere sociale. Per potere sociale la forza che persone o gruppi
dispongono per influenzare gòi altri. Tale forza può derivare da uno status
sociale elevato odall'essere ammirato e amato dagli altri.
TEORIA DELLA DOMINANZA SOCIALE: sostiene che in tutte le società vi è
una gerarchia di potere e che di conseguenza un gruppo con maggior
potere ne influenza uno con un potere minore.
CONSEGUENZE COMPORTAMENTALI DELL'INFLUENZA SOCIALE:
-Accondiscenza o acquiescenza: si verifica quando ci si conforma a
un'aspettativa o richiesta che non si condivide. Solitamente lo si fa per
ottenere una ricompensa o evitare una punizione.
-Obbedienza: l'accondiscenza diventa obbedienza in risposta a un ordine o
un comando esplicito diretto(es. Militare o poliziotto).
-Accettazione o adesione interiore: credere sinceramente in ciò che il
gruppo a cui apparteniamo ci ha indotto a credere. L'accettazione può
seguire l'accondiscendenza.
TECNICHE DI INFLUENZA PER OTTENERE ACCONDISCENDENZA
-Tecnica del piede nella porta: elaborata da Cialdini e sfruttata in ambiti di
vendita come ad esempio i concessionari, prevede di effettuare una
richiesta meno impegnativa alla persona per farle accettare una successiva
richiesta più impegnativa.
-Tecnica del tiro mancino o colpo basso: assicurarsi l'adesione a una
richiesta minore per poi aumentare il costo che comporta tener fede alla
parola data.
-Tecnica della porta in faccia: avanzare una richiesta sconsiderata di portata
considerevole, e dopo aver preso la porta in faccia, avamzare una richiesta
minore, effettivamente desiderata e prevista.
Tecnica del questo non è tutto: offrire qualcosa a un prezzo alto per poi
subito dopo abbassare il prezzo o aggiungervi un altro prodotto incluso nel
prezzo.
EFFETTO AUTOCINETICO: illusione ottica utilizzata da Sherif nei suoi
esperimenti per verificare la suggestionabilità delle persone.
EFFETTO CAMALEONTE: forma di contagio sociale che porta a provare
quello che provano gli altri o a seguire la società.( esempio lo sbadiglio o
l'effetto Werther).
NORMA DELL'AUTORITà O DELL'OBBEDIENZA: sono così denominati gli
esperimenti più celebri di Milgram sull'obbedienza, che in particolar modo
indagano su ciò che succede quando le richieste di un'autorità entrano in
conflitto con quelle della coscienza di chi le riceve. Lo scenario
dell'esperimento era il seguente: 2 uomini si presentarono al laboratorio di
Psicologia dell'universita di Yale per partecipare a uno studio di
apprednimento e memoria. L'esperimento consiste nell'insegnare una lista
di coppie di parole(ruolo dell'insegnante) all'altro(ruolo dello studente). Lo
studente sarà interpretato da un confederato, il quale subirà delle finte
scosse elettriche ogni volta che sbaglierà a ricordare( l'insegnante crederà
che siano vere).Milgram rilevò che il 65% dei soggetti sperimentali arrivò
fino al voltaggio massimo delle scosse elettriche nonostante le
manifestazioni esplicite di dolore dello studente. Milgram inoltre notò che
la percentuale diminuiva se non si faceva mantenere al soggetto
sperimentale una distanza emotiva dalla vittima, ad esempio non
permettendogli di vederla. Quando lo studente era nella stessa stanza
infatti, solo il 40% arrivava fino in fondo. Ad infleunzare, notò Milgram, era
anche la presenza o meno dell'autorità( in questo caso lo sperimentatore), e
anche il luogo dove l'esperimento veniva svolto.
TEORIA DELL'OMPATTO SOCIALE: si è verificato che le dimensioni di un
gruppo sono indice del grado di influenza che tale gruppo ha sui suoi
membri. Un gruppo composto dalle 3 alle 5 persone suscita molto più
conformismo che una persona sola o un gruppo di 2 persone. Oltre a ciò, ad
aumentare il conformismo in un gruppo sociale è anche la sua coesione e la
ripartizione degli status al suo interno.
INFLUENZA NORMATIVA E INFLUENZA INFORMATIVA:influenza normativa
si verifica quando le persone si conformano a un gruppo per evitare
l'esclusione sociale e il rifiuto, mentre l'infleunza informativa si verifica
quando ci si conforma per avere informazioni corrette.
LA TEORIA DELLA REATTANZA PSICOLOGICA: le persone agiscono per
proeteggere il loro senso di libertà
LA PERSUASIONE: è il processo che, mediante atti di comunicazione, induce
un rafforzamento o un cambiamento degli atteggiamenti.
APPROCCIO DELLA RISPOSTA COGNITIVA: a differenza dei ricercatori
dell'università di Yale, che consideravano il soggetto come parte passiva nel
processo di persuasione, quelli dell'università dell'ohio, lo consideravano
parte attiva del processo, in quanto ritenevano che le credenze e le opinioni
personali degli individui influissero sull'efficacia o meno del messaggio
persuasivo.
MODELLO DELLA PROBABILITà DI ELABORAZIONE DI PETTY E CACIOPPO E
IL MODELLO EURISTICO-SISTEMATICO DI EAGLY E CHAIKEN: entrambi
prevedono 2 vie, la via centrale e la ia periferica, ed entrambi considerano
gli aspetti cognitivi e la motivazione nel processo persuasivo. La differenza
sta nel rapporto tra le 2 vie; nell'ELM infatti le 2 vie sono alternative, mentre
nel modello euristico-sistematico non si escludono a vicenda, ma si
potenziano reciprocamente.
L'APPROCCIO UNIMODALE DI KRUGLANSKI: è un modello alternativo ai
due precedenti di cambiamento degli atteggiamenti. A suo parere non
esistono 2 vie, bensì una sola; il cambiamento degli atteggiamenti consiste
nella verifica di ipotesi e nella generazione di inferenze a partire da
informazioni che la persona percepisce come rilevanti.
LA VIA CENTRALE: è un processo di elaborazione sistematica e attenta delle
informazioni contenute nel messaggio persuasivo. Nel modello
euristico-sistematico prende il nome di processo sistematico.
LA VIA PERIFERICA: la si utilizza quando non si ritiene importante il
messaggio, o quando si è distratti o poco motivati. Di conseguenza, ci si
focalizza sugli aspetti superficiali del messaggio persuasivo, prestando poca
attenzione e non approfondendo. Ne sono un esempio i messaggi
subliminali delle pubblicità televisivi o per strada.
GLI ELEMENTI DELLA PERSUASIONE:
-CHI? Ovvero la fonte del messaggio persuasivo.
-COSA? Ovvero il contenuto del messaggio.
-IN CHE MODO? Ovvero il canale utilizzato per comunicare il messaggio.
-A CHI? Ovvero il ricevente del messaggio.
CHI?: è importante per l'efficacia del messaggio persuasivo, che la fonte di
tale messaggio sia credibile, o che quantomeno(essendo un abile oratore o
manipolatore) dia all'audience una percezione di competenza e una
percezione di affidabilità. Si è notato, inoltre, che un altro modo efficace è
quello dell'attrazione( ad esempio quella fisica) o della somiglianza.
Effetto ritardato: si verifica quando la persuasione agisce in un secondo
momento, a seguito della dimenticanza della fonte e della sua connessione
con il messaggio.
CHE COSA?: si può instaurare un dibattito sulla ragione o sull'emozione. Si è
verificato che le persone più istruite e analitiche, sono più sensibili a discorsi
improntati alla razionalità e al raziocinio. Viceversa coloro che sono meno
istruiti sono più sensibili a discorsi prettamente emotivi e di pancia. Questo
perché l'audience istruita utilizza la via centrale nell'ascolto, mentre quella
meno istruita la via periferica.
L'effetto sentirsi bene: cercare di instaurare un senso di benessere
nell'audience, in quanto spesso emozioni positive incrementano la
persuasione.
L'effetto mettere paura: un altro modo, altrettanto efficace, è instillare
nell'audience emozioni negative, in quanto si è verificato che più la gente è
spaventata, più diventa sensibile.( smetti di fumare sennò muori, stronzata
inutile che non serve a un cazzo).
APPROCCI UNILATERALI O BILATERALI: è unanime che l'approccio bilaterale
sia più performante nella persuasione. Esso consiste nell'esporre la propria
linea di pensiero ma anche le linee di pensiero opposte. In questo modo si
convince l'audience che non si sta cercando di persuaderli, oltre a
manifestare un'equità.
Effetto primacy: l'informazione presentata per prima è la più persuasiva e
quella che viene ricordata maggiormente, questo perchè le prime
informazioni sono volte alla formulazione delle prime impressioni.
Effetto recency: le ultime informazioni date sono quelle maggiormente
ricordate. Diciamo che in linea di massima, l'effetto recency si verifica in
caso di dimenticanza e poca attenzione al discorso, in caso contrario prevale
l'effetto primacy.
IN CHE MODO?: per comunicare un messaggio persuasivo si deve utilizzare
uno dei diversi canali disponibili( faccia a faccia, scritto, pubblicità, annuncio
radiofonico). Non necessariamente l'approccio verbale è il più efficace;
questo perché con un documento scritto il ricevente può utilizzare i suoi
tempi e i suoi ritmi nella lettura del messaggio persuasivo. In ogni caso, più
il mezzo di comunicazione è realistico, più il suo messaggio risulterà
persuasivo.
Flusso di comunicazione a 2 fasi di Katz: gli effetti dei mass-media operano
in un flusso a 2 fasi, dai media agli opinion leader e dagli opinion leader ai
consumatori. Gli opinion leader sono considerati gli esperti di quel settore e
quindi tendenzialmente vengono considerati affidabili e credibili.
A CHI?: le persone con moderata autostima sono le più facili da influenzare.
Oltre a ciò conta anche l'età, le abilità cognitive e i tratti di personalità.
DEFINIZIONE DI GRUPPO DI TAJFEL E TURNER: un gruppo esiste se due o
più individui percepiscono sé stessi come membri della stessa categoria
sociale(autocategorizzazione).
DEFINIZIONE DI GRUPPO DI BROWN: un gruppo esiste quando due o più
individui definiscono sé stessi come membri e quando la sua esistenza è
riconosciuta da almeno un'altra persona.
DEFINIZONE DI GRUPPO DI LEWIN: il gruppo è una totalità dinamica che è
qualcosa di diverso dalla somma delle sue parti. Ha una struttura propria,
un'interdipendenza tra i suoi membri che Lewin distingue tra:
– Interdipendenza del destino: elemento macro e generico, per il quale
qualsiasi aggregato di persone può diventare gruppo se percepisce un
destino comune.
– Interdipendenza del compito: è un elemento più forte e diretto, e si
verifica quando un aggregato di persone diventa gruppo per
raggiungere un determinato scopo o fine, per il quale l'azione di ogni
suo membro si ripercuote sul successo o l'insuccesso di tutto il
gruppo. Quando il successo di un singolo membro si ripercuote su
tutto il gruppo si parla di interdipendenza positiva, viceversa si parla
di interdipendenza negativa.
– SENTIMENTO DI APPARTENENZA A UN GRUPPO: include 3
componenti:
– Componente cognitiva: il conoscere di appartenere a quel gruppo.
– Componente valutativa: connotare positivamente o negativamente il
gruppo.
– Componente emozionale: i sentimenti e le emozioni suscitate
dall'appartenenza al gruppo.
GRUPPI PRIMARI DI COOLEY: il gruppo primario è considerato l'unità
fondativa della società. In esso i legami sono profondi e intimi, e i suoi
membri si rapportano faccia a faccia. Ne sono un esempio la famiglia, il
gruppo di amici, il vicinato...
GRUPPI SECONDARI DI COLLEY: hanno una struttura rigida con ruoli
prestabiliti e un obiettivo comune. Ne sono un esempio la scuola o
un'industria.
ALTRI TIPI DI AGGREGAZIONE UMANA:
– La folla: aggregato di persone in cui si forma un'anima collettiva che
annulla la personalità cosciente degli individui. Ne sono un esempio
una manifestazione di protesta o il pubblico di uno spettacolo.
– La massa: composta da un numero molto superiore alla folla ma che
non necessariamente sono raccolte fisicamente nello stesso luogo.
Ne sono un esempio i telespettatori di un programma o l'opinione
pubblica.
DISTINZIONE TRA BANDA E RAGGRUPPAMENTO DI AZIEU E MARTIN: la
banda è in genere formata da poche persone e ha una struttura debole e ha
una breve durata. Ne sono un esempio i gruppi di adolescenti. I
raggruppamenti, invece, sono composti da un numero variabile di persone,
hanno un livello medio di strutturazione e si riuniscono periodicamente per
perseguire un obiettivo comune. Ne sono un esempio i club sportivi o i
circoli artistici.
CONTINUUM INTERPERSONALE-INTERGRUPPO DI TAJFEL: il
comportamento interpersonale fa riferimento al comportamento di una
persona in quanto persona, mentre il comportamento intergruppo fa
riferimento al comportamento di una persona in quanto membro di un
gruppo.
CONTINUUM INTERPERSONALE-GRUPPO DI BROWN E TURNER:
rielaborazione del continuum interpersonale-intergruppo di Tajfel. Sostiene
che lo spostamento lungo il continuum si verifichi perché vi sono dei
cambiamenti nel tempo del concetto di identità.
IL TERMINE IDENTITà: fu introdotto da Erikson per intendere l'insieme delle
dinamiche attraverso le quali le persone raggiungono la consapevolezza di
chi sono riconoscendo le costanti che le mantengano identiche nonostante
le situazioni mutevoli che vivono nel tempo.
IDENTITà PERSONALE: descrizione che le persone danno di sé stesse sulla
base di caratteristiche individuali.
IDENTITà SOCIALE: si riferisce agli spetti del sé che derivano dalla
consapevolezza di appartenenza a un gruppo e dai sentimenti che tale
appartenenza ci suscita.
L'AUTOCATEGORIZZAZIONE: processo attraverso cui si giunge a considerare
sé stessi come appartenenti a un gruppo sociale.
SITUAZIONE INTERGRUPPI MINIMA: influenza dei comportamenti
derivante dall'appartenenza a un gruppo sociale fittizio o creato ad hoc.
TEORIA DELL'IDENTITà SOCIALE DI TAJFEL: sostiene che così come le
persone sono portate a vedere il proprio sé in maniera favorevole e positiva,
allo stesso modo tendono a considerare i loro gruppi di
appartenenza(ingroup) in modo positivo, discriminando gli altri
gruppi(outgroup) e rendendoli omogenei.
LA MOBILITà SOCIALE: fuga individuale dal gruppo che può avvenire in 2
modi:
– Disidentificazione: allontanamento psicologico dal gruppo
minimizzando le proprie connessioni personali con il gruppo stesso.
– Dissociazione: distanziamento fisico tra sé e il gruppo.
ASPETTI STRUTTURALI DEL GRUPPO: sono 3:
– Lo status
– Le norme
– I ruoli
LO STATUS: definibile come la posizione che una persona occupa all'interno
di un gruppo sociale e la valutazione che tale status ha su una scala di
prestigio. È possibile comprendere in un gruppo chi possiede uno status
maggiore osservando i comportamenti dei membri.
Teoria dell'aspettativa dello status: formazione delle aspettative al primo
incontro dei membri di un gruppo, per stabilire un contributo reciproco per
il raggiungimento di uno scopo.
I RUOLI: vi è il leader, il nuovo arrivato, dipendente conformista, giullare e
capro espiatorio. Quest'ultimo è funzionale alla vita del gruppo perché
funge da “calamita”, attirando su di sé tutte le accezioni e immagini negative
del gruppo.
LE NORME: sono modi comuni di agire o atteggiarsi e sono detti norme
sociali.
MODELLO TEMPORALE DI SVILUPPO DELL'APPARTENENZA A UN GRUPPO
DI MORELAND E LEVINE: esamina sia come le persone vengono ambiate
dall'appartenenza a un gruppo, ma anche come il gruppo stesso viene
influenzato e cambiato dalle idee e comportamenti dei suoi membri. Vi
sono 5 fasi di vita di un gruppo:
1. Fase di esplorazione: le persone cercano un gruppo che soddisfi i loro
bisogni e viceversa i gruppi cercano nuovi membri da “reclutare”. I
criteri di accesso possono essere ampi o restrittivi; nel caso di questi
ultimi vi saranno riti di iniziazione o cerimonie.
2. Fase di socializzazione: fase di conoscenza tra il nuovo membro e i
membri del gruppo con conseguente scambio di idee nuove. Le
emozioni sono molto forti e il livello di impegno è elevato.
3. Fase di mantenimento: se l'influenza sociale risulterà a doppio senso,
ambo le parti aumenteranno il loro impegno profuso, è il nuovo
arrivato resterà full member. In caso contrario, se la negoziazione
fallisce, il nuovo membro diverrà marginal member e l'impegno
decrescerà.
4. Fase di risocializzazione: vi è un tentativo di riconciliazione, a seguito
del quale il marginale member può tornare full member in caso di
successo, altrimenti sia il gruppo sia il nuovo membro cominceranno
a ritenere conclusa l'esperienza insieme.
5. Fase del ricordo: il marginal member diventa ex membro.
LE 5 FASI ALTERNATIVE DELLA VITA DI UN GRUPPO DI FORSYTH:
1. Formazione: si hanno i primi contatti e si avviano i processi di conoscenza
reciproca. L'impegno è limitato, e i rapporti sono per lo più formali, con la
preoccupazione e l'incertezza alla base del rapporto.
2. Conflitto: le persone una volta conosciute iniziano ad affrontare i primi
disaccordi. Si provano emozioni molto forti,con sentimenti di aggressività e
di rifiuto.
3. Evoluzione: superamento del conflitto che porta a instaurare un armonia
di gruppo, e a istituire le prime norme sociali e ad assegnare i ruoli.
4. Esecuzione del compito: iniziala parte produttiva del gruppo, cooperando
per raggiungere uno scopo.
5. Conclusione e scioglimento: una volta ultimato lo scopo che ci si era
prefissati, il gruppo si scioglierà e ciò può comportare sentimenti di
angoscia e tensione se si erano instaurate relazioni profonde con i suoi
membri.
LA LEADERSHIP: processo per il quale ad alcune persone viene permesso di
guidare gli altri membri del gruppo al fine di conseguire un obiettivo.
Credito idiosincratico: atto che il leader deve svolgere per conquistare la
fiducia dei membri del gruppo, dando proa di competenza e di adesione alle
norme del gruppo, per dimostrare la sua lealtà.
LA DEINDIVIDUAZIONE DI FESTINGER: quando le persone si trovano in un
gruppo molto ampio, con l'anonimato e la diminuzione della coscienza di sé,
pongono in atto la deindividuazione, ovvero la perdita del proprio senso di
identità individuale al fine di seguire le norme del gruppo.
LA FACILITAZIONE SOCIALE DI TRIPLETT: Triplett,osservando le gare tra
ciclisti, notò che i ciclisti registravano tempi migliori in presenza di altri
piuttosto che da soli. Tale effetto fu denominato facilitazione sociale. In
queste situazioni, infatti, nelle persone si verifica un'attivazione fisiologica
causata dal timore della valutazione(teoria della valutazione-apprensione)
e dall'effetto distrazione( teoria della distrazione-conflitto).
L'INERZIA SOCIALE DI RINGELMANN: è l'esatto opposto della facilitazione
sociale, e accade perché il lavorare in gruppo porta le persone a impegnarsi
meno di quanto farebbero da sole. Tale fenomeno dipende dalla natura dei
gruppi e dal tipo di compito che svolgono; si manifesta maggiormente
quando le persone ritengono il compito privo di importanza o poco
coinvolgente; infine dipende anche dal tipo di cultura, collettivista o
individualista.
LA MINORANZA ATTIVA DI MOSCOVICI: parte di un gruppo “dissidente”
che si contrappone con idee diverse o opposte alla maggioranza. Può
mettere in crisi la maggioranza, in quanto la minoranza può presentare una
scelta o idea alternativa più o meno influente.
IL MODELLO FUNZIONALISTA SOCIALE: secondo tale modello, l'influenza
sociale viene esercitata dalla maggioranza nei confronti della minoranza(
logica top-down) al fine di far nascere conformismo.
IL MODELLO GENETICO DELL'INFLUENZA SOCIALE DI MOSCOVICI: secondo
tale approccio, l'influenza sociale può essere esercitata da chiunque nei
confronto di chiunque all'interno del gruppo sociale. Il successo o meno
dell'influenza sociale, dipende dal comportamento della persona che si fa
portavoce di una determinata posizione. Obbiettivo dell'influenza sociale
non è solo il conformismo ma anche il cambiamento sociale.
DEPOLARIZZAZIONE DI GRUPPO: compromesso raggiunto tra i membri di
un gruppo, il quale risulta più moderato rispetto alle iniziali idee di ogni
singolo membro.
POLARIZZAZIONE DI GRUPPO: posizione finale più estrema generata a
partire da idee più moderate di ogni singolo gruppo.
TEORIA DEGLI ARGOMENTI PERSUASIVI: le novità, la quantità e la qualità
delle informazioni apportate dalla maggioranza possono rafforzare le
posizioni iniziali delle persone e portarle verso tale direzione.
GROUTHPINK O PENSIERO DI GRUPPO: i gruppi sono più propensi a
raggiungere un consenso piuttosto che a prendere la decisione giusta,
questo in particolar modo se il gruppo è coeso, vive situazioni stressanti, ed
è isolato da punti di vista diversi dal proprio.
DEFINIZIONE DI PREGIUDIZIO: il pregiudizio è un preconcetto generalmente
negativo di un gruppo e dei suoi singoli membri. Allport lo definiva come
un'antipatia basata su una generalizzazione sbagliata e inflessibile. I
pregiudizi sono sostenuti dagli stereotipi, ovvero generalizzazioni che
portano a credenze negative.
PREGIUDIZIO IMPLICITO ED ESPLICITO: il pregiudizio esplicito si può
manifestare sotto forma di atteggiamenti manifesti e consapevoli, mentre
quello implicito presenta atteggiamenti latenti e inconsci più difficili da
modificare rispetto a quelli espliciti, facilmente eliminabili con l'istruzione.
Una forma nuova di pregiudizio implicito: il pregiudizio moderno:
atteggiamento prevenuto e discriminatorio mascherato e nascosto dietro il
paravento di un altro motivo non inerente.
EFFETTO “LE DONNE SONO FANTASTICHE”: tendenza a provare
istintivamente maggior simpatia per le donne che per gli uomini, senza
apparente motivo, combinando una discriminazione sessuale benevola ma
al contempo ostile.
STATUS INIQUO: situazione di non equità e di ingiustizia, che alimenta e
crea i pregiudizi al fine di giustificare la superiorità economica e sociale di
chi ha benessere e potere.
LA PERSONALITà AUTORITARIA DI ADORNO:tali persone sono caratterizzate
da un etnocentrismo che li porta a un'intolleranza verso le debolezze, un
atteggiamento punitivo e una remissione nei confronti dell'autorità del
gruppo. Tale personalità è particolarmente incline al pregiudizio e allo
stereotipo, proiettando ostilità e rabbia represse nei confronti
dell'outgroup.
LA TEORIA DEL CONFLITTO REALISTICO: sostiene che il pregiudizio nasce
quando gruppi diversi competono per accaparrarsi risorse insufficienti.
LA LEGGE DI GAUSE: sostiene che la competizione massima è quella tra
specie con identici bisogni; quando gli interessi si scontrano si genera il
pregiudizio.
IL BIAS DELL'INGROUP: favorire il proprio gruppo di appartenenza,
discriminando e sottovalutando l'outgroup. Questo è un ulteriore esempio
della ricerca di un concetto di sé positivo.
LA CATEGORIZZAZIONE SPONTANEA: è molto facile ed efficiente affidarsi
agli stereotipi quando si è stanchi, preoccupati, pressati dal tempo, eccitati
emotivamente e troppo giovani per apprezzare le diversità.
EFFETTO OMOGENEITà DELL'OUTGROUP: una volta attuato il processo di
categorizzazione nei confronti di qualcuno, tendiamo a esasperare le
somiglianze all'interno dei gruppi e le differenze tra di loro. In poche parole
“loro” sono tutti uguali e sono diversi da “noi” e dal nostro gruppo.
LA SALIENZA: un aspetto importante nella formazione di stereotipi e
pregiudizi è il livello di salienza riguardante la categoria oggetto di
stereotipi. Una persona particolarmente vistosa in un determinato ambito,
ad esempio, ci porterà a pensare che tutto ciò che accade sia causa sua.
Così come anche casi o eventi salienti vengono utilizzati per giudicare i
gruppi in modo rapido ed efficiente.
Consapevolezza dello stigma: ogni persona ha un grado di consapevolezza
diverso per quel che riguarda la probabilità di sentirsi stereotipati dagli altri.
BIAS DI TIPO EGOCENTRICO A FAVORE DEL GRUPPO: tendenza a
commettere l'errore fondamentale di attribuzione, concedendo ai membri
del nostro gruppo i benefici del dubbio e non considerare di fare altrettanto
con l'outgroup; anzi sovente si considera poco il comportamento positivo
dell'outgroup.
TEORIA DEL MONDO GIUSTO DI KENTUCKY E LERNER: tendenza a
denigrare persone innocenti vittimizzate, in quanto “ io sono una persona
giusta che vive in un mondo giusto, dove ognuno ha quello che si merita”.
Sostanzialmente, chi prospera deve essere per forza di cose un buono, chi
soffre invece evidentemente se lo è meritato.
SOTTOCATEGORIZZAZIONE O SOTTOTIPO: considerare eccezioni persone
appartenenti a una categoria sociale da noi stereotipata negativamente, che
si denotano come opposte al nostro preconcetto negativo; ciò è funzionale
al mantenimento dello stereotipo.
MINACCIA DELLO STEREOTIPO DI STEELE: tendenza ad autoconfermare uno
stereotipo negativo su d noi, a causa dell'ansia che si genera a seguito della
scoperta della sua esistenza, e che non permette di confutarla performando
al meglio delle proprie possibilità.
AGGRESSIVITà: comportamento verbale o fisico volto a causare sofferenza,
mediante l'utilizzo di violenza fisica o verbale. Si distingue in:
– Aggressività ostile: scaturisce dall'odio e ha come obiettivo ferire o
danneggiare.
– Aggressività strumentale: l'arrecare dolore diventa un mezzo per un
secondo fine(es. Atti terroristici). TEORIA ISTINTUALE DI LORENZ: a
parere di Lorenz l'aggressività ha una funzione adattiva alla
sopravvivenza e alla procreazione. I nostri antenati scoprirono che
attraverso l'aggressività erano in grado di difendersi dagli attacchi,
procacciarsi risorse e eliminare i rivali nell'accoppiamento. Ciò spiega
perchè, nella storia umana, siano così frequenti le aggressioni tra
maschio e maschio.
INFLUENZE NEURALI NELL'AGGRESSIVITà: si è notato che alcune anomalie
cerebrali possono contribuire a un comportamento abnorme di tipo
aggressivo. Inoltre si è accertato che nei colpevoli di omicidio, ad esempio,
la corteccia prefrontale, che agisce come un freno di emergenza sulle aree
più profonde del cervello, fosse meno attiva del 14%.
INFLUENZE GENETICHE ALL'AGGRESSIVITà: a contribuire a un
comportamento particolarmente aggressivo fin dall'età dell'infanzia è anche
la parte genetica.
INFLUENZE GENETICHE: anche la presenza di alcuni composti chimici nel
sangue influenza una sensibilità neurale all'aggressività. Fra tali sostanze vi è
l'alcol, il testosterone e bassi livelli di serotonina.
TEORIA DELLA FRUSTRAZIONE-AGGRESSIVITà DI DOLLARD: sostiene che la
frustrazione conduce sempre a qualche forma di aggressiità. Per
frustrazione si intende qualsiasi impedimento al raggiungimento di uno
scopo. Più la motivazione a raggiungere tale scopo è forte, maggiore sarà la
frustrazione in caso si incappi in un ostacolo.
Dislocazione: meccanismo per il quale si tende a inibire le ritorsioni dirette,
dislocandole altrove(es. Litigo con il mio capo e scarico la rabbia e la
frustrazione con mia moglie).
LA DEPRIVAZIONE RELATIVA: accentuarsi della frustrazione quando ci si
paragona con gli altri. È un sentimento tipico delle nazioni con forti disparità
a livello reddituale, dove la felicità tende a essere minore e la percentuale di
criminalità, invece, maggiore.
TEORIA DELL'APPREDNIMENTO SOCIALE DELL'AGGRESSIVITà DI BANDURA:
sostiene che gli esseri umani apprendono l'aggressività non solo
sperimentandone gli effetti positivi in prima persona, ma anche osservando
gli altri e ricordandosi dei loro risultati. Bandura ritiene inoltre, che si viene
esposti a modelli aggressivi anche in seno alla famiglia e al tipo di cultura in
cui ci si trova.
ESPERIENZE AVVERSIVE CHE SCATENANO L'AGGRESSIVITà: dolore e
sofferenza, temperature elevate( principalmente il caldo), attacchi e
aggressioni e stimoli legati all'aggressività(es. Il solo vedere un'arma da
fuoco innesca pensieri ostili e giudizi punitivi).
EFFETTI NEGATIVI DELLA TELEVISIONE SUL PENSIERO:
– Desensibilizzazione: secondo Mazzuca, le generazioni odierne di
giovani hanno notevolmente ridotto la loro sensibilità alla violenza e
all'aggressività rispetto alle generazioni dei loro genitori quando
avevano la stessa età.
– Script sociali: quando ci si trova in situazioni nuove, si fa affidamento
a quegli script( o copioni) sociali, ovvero una serie di sequenze
mentali che variano a seconda della cultura di appartenenza. Ebbene,
la televisione può corrodere tali script, rendendoli più violenti e
nefasti.
I VIDEOGIOCHI PEGGIO DELLA TELEVISIONE: Gentile e Anderson hanno
evidenziato che il videogioco è ancora più nocivo della televisione, in
quanto si passa da spettatori passivi che osservano le azioni di altri su uno
schermo, ad attori attivi che decidono e svolgono le azioni dei personaggi
presenti.
IL MODELLO IDRAULICO: sostiene che l'accumulo di energia aggressiva,
proprio come l'acqua bloccata da una diga, finisce per trovare una valvola di
sfogo o uno sbocco per uscire. Ciò ricorda un po' il concetto di catarsi
definito da Aristotele. Egli sosteneva che si possono purificare le emozioni
sperimentandole e che tramite la visione delle tragedie rappresentate
nell'antica Grecia, si potesse giungere alla catarsi, una liberazione di
sentimenti quali paura e pietà.
BISOGNO DI APPARTENENZA: bisogno di relazionarsi con gli altri
instaurando legami stabili e intimi, in quanto siamo animali sociali. Possono
essere relazioni sentimentali, amicali o familiari. Le relazioni profonde si
diversificano per 3 caratteristiche:
– La permanenza: si riverserà un impegno maggiore nel tempo in un
amicizia piuttosto che a un legame di sangue, in quanto i fratelli sono
legati a noi in modo permanente.
– Il potere: descrive il tipo di struttura gerarchica della relazione. Vi è la
struttura egualitaria, verticale( relazione genitori e figli) e orizzontale,
in cui vi è reciprocità.
– Il genere: a seconda del sesso presente nella diade, ci si comporterà
in modo diverso.
LA VICINANZA: è un ottimo pronostico per predire l'eventuale amicizia che
può nascere tra due persone. La vicinanza suscita simpatia, che di
conseguenza permette di vedere similitudini reciprocamente, e ciò avvicina.
FENOMENO DEL MATCHING DI MURSTEIN: tendenza delle persone a
instaurare relazioni con partner che sono attraenti quanto loro, con un
livello di bellezza simile al loro.
SVELAMENTO DI Sè DI JOURARD: apertura di sé stessi a una persona che ci
piace e con la quale vogliamo approfondire la conoscenza per permettere la
nascita di un legame profondo e stabile.
TEORIA DELLA PENETRAZIONE SOCIALE: via via che si approfondisce la
conoscenza di una persona, si passerà dal parlare di argomenti superficiali a
questioni e tematiche più personali e profonde. Ciò secondo Jourard
alimenta l'amore.
TEORIE DIVERSE SPIEGANO COME E PERCHè SI MANTENGONO RELAZIONI
INTERPERSONALI SIGNIFICATIVE:
– Le teorie evolutive: affermano che per una questione innata di
sopravvivenza e istinto, l'uomo è portata a instaurare relazioni intime.
– Teorie sociocognitive: si focalizzano su come i partner interpretano i
loro comportamenti reciproci.
– Teorie dello scambio: si focalizzano su ciò che i partner si scambiano
vicendevolmente.
LE TEORIE EVOLUTIVE: si dividono in:
– Teorie evoluzionistiche, che spiegano i processi legati all'evoluzione
della specie che ha portato l'uomo a instaurare relazioni
interpersonali significative( in poche parole indagano il come e il
perché).
– Teorie dell'attaccamento: i processi che permettono al bambino e
all'uomo di crescere e relazionarsi,focalizzandosi maggiormente sul
rapporto tra il bambino e la madre. Sembrerebbe che noi riflettiamo
nelle relazioni da adulti il rapporto che avevamo con nostra madre da
piccoli. Dal rapporto con nostra madre dipenderà anche il tipo di
attaccamento che riverseremo in una relazione con un partner; esso
potrà essere un attaccamento sicuro, preoccupato o rifiutante e
timoroso. Coloro con un attaccamento sicuro trovano facile stringere
relazioni e non temono di venire abbandonati o di diventare troppo
dipendenti dal partner. Coloro con un attaccamento preoccupato
hanno aspettative positive verso gli altri ma credono di non valere. Le
persone con un attaccamento rifiutante e timoroso hanno una
visione negativa degli altri e mettono in atto l'evitamento.
LE TEORIE SOCIOCOGNITIVE: tendenza delle persone ad utilizzare due pesi
e due misure per giudicare il comportamento degli altri. Ciò significa che
tendiamo a giustificare un comportamento sbagliato di una persona a noi
vicina( o comunque lo giudichiamo in maniera più benevola o non lo
vediamo proprio) in maniera più positiva, rispetto allo stesso
comportamento compiuto da una persona a noi estranea, o appartenenti a
una categoria sociale stereotipata. Tale rappresentazione cognitiva è detta
schema relazionale, ed è composto da 3 aspetti:
– Uno schema di sé.
– Uno schema del partner.
– Uno schema della relazione.
LE TEORIE DELLO SCAMBIO: tutte le teorie dello scambio si rifanno alla
teoria dell'interdipendenza di Thibaut e Kelley. Tale teoria sostiene che gli
ingredienti fondamentali di una relazione sono i costi e i benefici. Di
conseguenza, l'equazione sarà esito=costi-benefici. In realtà ad influenzare
tale risultato sono anche le nostre aspettative, e le aspettative delle
alternative. La nostra società ci ha insegnato, o almeno dovrebbe averlo
fatto, a scambiarci gratificazioni seguendo il principio di equità, ovvero a
scambiarsi attenzioni in maniera reciproca e proporzionale. Rusbult ha
sviluppato il modello dell'investimento nella relazione, il quale afferma che
l'impegno profuso nella relazione è dato dal livello di confronto con le
aspettative e dal livello di confronto con le alternative. Vi sono 3 distinzioni
di impegno:
– L'impegno personale, dovuto al fatto che le persone vogliono
personalmente impegnarsi in una relazione.
– L'impegno costretto, che si manifesta quando le persone si
impegnano nella relazione perché sentono che un abbandono
avrebbe un costo troppo elevato.
– L'impegno morale, che si manifesta a seguito dell'impegno che si è
preso con il partner precedentemente.(ad es. il matrimonio o i figli).
LA TEORIA DELLO STRESS AND COPING DI HILL: focalizza l'attenzione sia
sugli eventi, prevedibili o meno, che innescano cambiamenti familiari, sia
sulle modalità che la famiglia utilizza per affrontarli. Hill ha così elaborato il
famoso modello ABCX, dove X è la crisi che è il risultato dell'interazione di
A(l'evento stressante), B( la capacità minore o maggiore della famiglia nel
trovare risorse) e C( definizione agli occhi della famiglia della gravità
dell'evento.
LO SCAMBIO SOCIALE: le interazioni umane sono guidate da una sorta di
economia sociale, dove vi si scambiano non solo denaro e beni materiali,
ma anche beni sociali, quali l'amore, l'assistenza ecc...
RICOMPENSE INTERNE ED ESTERNE: a motivare l'aiuto sono le ricompense.
Quelle esterne si verificano quando aiutiamo chi ci piace cercandone
l'approvazione; quando, invece, aiutiamo uno sconosciuto senza cercare e
ricevere nulla in cambio, entrano in gioco le ricompense interne, ovvero un
benessere e un innalzamento dell'autostima dati dall'aver aiutato. Skinner
affermava che attribuiamo un aiuto altrui a cause interne solo quando non
vi siano ovvie cause esterne, le quali, in caso fossero presenti,
prevarrebbero su quelle interne nel motivare un aiuto. Ciò che ci spinge ad
agire per motivazioni interne nell'aiutare gli altri, sono il senso di colpa( la
vediamo come un'occasione di redimerci a seguito di una condotta
riprovevole), il sentirsi bene che può portare di riflesso a voler “contagiare”
gli altri. Se però si provano emozioni negative molto forti, quali depressione
o un'intensa sofferenza e ci si concentra, quindi, su sé stessi, si sarà meno
propensi al comportamento altruistico.
NORME SOCIALI: a motivare l'altruismo, talvolta vi sono anche le norme
sociali,che dicono cosa andrebbe fatto. Vi sono 2 tipi di norme sociali:
– La norma di reciprocità: sostenuta da Gouldner, afferma che ci
sentiamo in dovere di restituire un favore o un aiuto che ci è stato
dato in precedenza, o viceversa in caso siamo stati noi ad aiutare, ci
aspettiamo i dividendi.
La norma di responsabilità sociale: prevede che le persone si sentano in
dovere di aiutare chi ne ha bisogno, senza aspettare di essere
contraccambiati in futuro. È importante dire che nelle culture individualiste,
si tende ad aiutare chi è stato vittima delle circostanze( ho perso la casa e il
lavoro per la crisi economica), mentre chi pensa che il bisognoso sia artefice
dei suoi problemi tendenzialmente viene meno aiutato( il tossico che ha
perso lavoro e casa in quanto tossico).
APPROCCIO EVOLUZIONISTICO: offre un'altra spiegazione dei
comportamenti d'aiuto, affermando che essi avvengono per la
sopravvivenza genetica. Tale egoismo genetico però sembrerebbe
predisporci a 2 tipi di altruismi scevri da ogni forma di egoismo:
– La protezione della parentela: il nostro patrimonio genetico ci
predispone a prenderci cura dei nostri consanguinei( selezione in
consanguineità). L'egoismo genetico biologico alimenta l'altruismo
genitoriale a livello psicologico.
– La reciprocità: l'interesse personale genetico prevede anche la
reciprocità, ossia voler essere contraccambiati dopo che si è aiutato
qualcuno. La reciprocità funziona meglio in piccoli gruppi sociali che si
elargiscono favori a vicenda e prevale nei centri rurali piuttosto che in
quelli urbani.
ALTRUISMO SPONTANEO: vedere qualcuno soffrire generalmente suscita
ansia e malessere in chi osserva. È proprio per questo che si attua una sorta
di altruismo-egoismo, ovvero si interviene in aiuto della persona sofferente
più per diminuire il disagio che stiamo provando, che per diminuirlo a chi
abbiamo davanti. Quando, però, si ha davanti qualcuno con cui ci si
identifica, si può provare empatia, la quale insieme alla sofferenza motiva le
reazioni a uno stato di crisi. Batson e Coke nel formulare il modello
empatia-altruismo, affermarono che l'altruismo autentico indotto
dall'empatia fa parte della natura umana. In questa visione quindi, l'empatia
è l'antecedente motivazionale nell'aiutare qualcuno.
LE FORME DELL'ALTRUISMO PER MOSCOVICI: ne esistono 3:
– Partecipativo: si basa sul legame di attaccamento e sul senso di
appartenenza all'intera comunità. Tale forma di altruismo viene
espletata a favore della patria, della famiglia, degli amici ecc....
– Fiduciario: si basa sul legame di condivisione e fiducia che le persone
vogliono instaurare tra loro. Tale forma di altruismo è determinato da
empatia, senso di benessere e innalzamento dell'autostima che ne
deriva.
– Normativo: è dettato dalle norme sociale e in generale dalle regole
che la società dà come rappresentazioni sul modo di rapportarsi con
gli altri. Un esempio di tali regole sono la norma di reciprocità, la
norma di responsabilità e la norma di solidarietà.
DUE FORME MISTE DI ALTRUISMO PER MOSCOVICI: a suo parere non
esiste una forma pura di altruismo, bensì vi sono due forme miste:
– L'altruismo-egoistico: ne fanno parte coloro che inducono negli altri
sacrifici e generosità sulla base di motivazioni egoistiche.
– L'egoismo-altruistico: ne fanno parte coloro che,per timore,
proiettano sugli altri un desiderio provato per sé stessi.( mi piace una
ma non ho il coraggio di parlarle, ed esorto un mio amico a farlo lui
dicendogli che a me non piace, mentendo).
ILLUSIONE DI TRASPARENZA: tendenza a sopravvalutare le capacità altrui di
leggere i nostri stati d'animo interiori.
IGNORANZA PLURALISTICA: tendenza ad ignorare il fatto che gli altri
pensino e sentano ciò che pensiamo e sentiamo noi.
DIFFUSIONE DELLA RESPONSABILITà SOCIALE: in un contesto di folla, la
responsabilità sociale ad agire tende a diffondersi tra più persone,
diminuendo l'impatto individuale di aiutare qualcuno. Ciò avviene
maggiormente in contesti molto urbanizzati e in società individualiste. Una
volta però che ci si decide ad aiutare qualcuno, vi sono due fasi:
– Conoscere la forma appropriata di aiuto: per prestare soccorso
occorre comprendere la più appropriata forma di assistenza. Se le
persone non sanno come intervenire, generalmente non lo fanno.
Qui si può verificare l'inibizione da pubblico, ovvero il timore di
venire giudicati male dagli altri per aver interpretato erroneamente la
situazione.
– Implementare la decisione: una volta capito come agire, possono
presentarsi motivi che ci spingono ugualmente a non farlo. Tra questi
vi può essere il riconoscere di non avere le capacità, oppure il nostro
intervento avrebbe un costo troppo elevato.
LA GENERATIVITà DI ERIKSON: è definita come la preoccupazione di creare
e sostenere una nuova generazione. Il suo opposto è la stagnazione, ovvero
il ripiegamento su sé stessi. Vi sono 2 tipi di generatività:
– La generatività biologica: comprende il generare un figlio e fornirgli
le cure necessarie alla sua sopravvivenza fisica.
– La generatività parentale: si nota nella partecipazione attiva alla
crescita e all'educazione dei figli, portandoli alla piena realizzazione di
loro stessi.
L'INCLUSIONE E L'ESCLUSIONE MORALE: l'inclusione morale avviene
quando facciamo entrare nella nostra cerchia, ovvero nel nostro gruppo di
appartenenza, persone esterne diverse dai noi e dai membri del nostro
gruppo. L'esclusione morale, invece, porta al bias naturale di appartenenza
a un gruppo, e quindi tende a farci escludere le persone diverse dal nostro
gruppo e ciò può portare, come è avvenuto nella storia, a giustificare
persino i genocidi.
EFFETTO DI SOVRAGIUSTIFICAZIONE: tendenza a ricompensare le
persone(motivazione estrinseca) per qualcosa che già fanno da soli per puro
piacere personale(motivazione intrinseca). Ciò porta la persona a una
diminuzione di creatività e impegno profuso nell'attività.
IL CONFLITTO: si genera quando si percepisce un'incompatibilità di azioni o
obiettivi, mantenendo l'impressione che dove uno guadagna l'altro ci perde.
LA RICONCILIAZIONE: non consiste semplicemente nel fare pace, ma è la
risultante di un conflitto volto a trovare una soluzione, raggiungendo un
accordo.
I DILEMMI SOCIALI: nascono quando una persona persegue i propri
interessi personali, arrecando danno alla collettività.
IL DILEMMA DEL PRIGIONIERO: deriva da un aneddoto che riguarda 2
sospettati interrogati separatamente. Entrambi sono colpevoli, ma si hanno
prove sufficienti solo per una condanna minore. Così il procuratore
distrettuale offre un incentivo per indurre ognuno a una confessione.
– Se il prigioniero A confessa e il prigioniero B non confessa, il
procuratore garantisce l'immunità ad A e usa la confessione di A per
condannare B alla pena massima.
– Se entrambi confessano, ognuno riceve una pena moderata.
– Se nessuno confessa, ognuno è accusato di un crimine minore e
riceve una condanna lieve.
Tendenzialmente i 2 prigionieri sceglieranno la prima opzione, quando in
realtà la più conveniente e meno rischiosa sarebbe la terza. Scegliere la
terza opzione, però, implicherebbe una fiducia e una collaborazione
indiretta di fondo, cosa che avviene molto difficilmente.
LA TRAGEDIA DELLE RISORSE COMUNI DI HARDIN: è una metafora che
descrive appieno i dilemmi sociali. Essa afferma che se tutti utilizzassero le
risorse a loro disposizione in modo moderato, alla stessa velocità con la
quale si riformano, ci sarebbero risorse sufficienti per tutti. Ma ciò che si
verifica è proprio la tragedia delle risorse comuni, che le persone utilizzano
in quantità molto superiore rispetto a quello che realmente gli servirebbe, e
sopratutto consumano le risorse a una velocità maggiore con la quale si
producono( es. durante il corona sono corsi tutti a fare provviste, molto più
di quante ne servissero a ogni famiglia).
IL CONFLITTO REALISTICO DI GRUPPO: insorgenza di ostilità tra gruppi
originatasi dalla competizione e il contendersi risorse materiali ambite ma
scarse. La competizione porta a esacerbare il conflitto.
LA TEORIA DELL'EQUITà: sostiene che più una persona si ritiene
competente e meritevole, ossia più attribuisce valore al proprio contribuito
ad esempio in una coppia, maggiore sarà la sensazione di aver ricevuto in
cambio molto poco e desidererà una rivalsa.
LA TEORIA DELLA DEPRIVAZIONE RELATIVA: sostiene che a far sorgere
sentimenti di scontentezza e ostilità sia la convinzione che altre persone e
altri gruppi si trovino in condizioni migliori rispetto alle proprie o a quelle
del proprio gruppo. Vi sono 2 tipi di deprivazione relativa:
– Deprivazione relativa egoistica, nella quale si avverte una percezione
di deprivazione tra sé e altre persone.
– Deprivazione relativa fraterna, nella quale si avverte una percezione
di deprivazione tra il proprio gruppo e gli altri gruppi.
LE PERCEZIONI DELL'IMMAGINE ALLO SPECCHIO: quando 2 persone
entrano in conflitto, entrambe commettono reciprocamente errori di
percezione e fraintendimento. Se A si aspetta che B sia ostile, A può trattare
B in modo che B soddisfi le aspettative di A, dando così il via a un circolo
vizioso. Tale processo può capovolgersi divenendo positivo, quando il
nemico diventa alleato.
I TIPI DI CONFLITTI DI ARIELLI E SCOTTO: ve ne sono di 4 tipi:
– Tipo 1. divergenza: si verifica quando 2 attori che dovrebbero
cooperare e coordinarsi, differiscono per gli obiettivi e di
conseguenza differiranno anche le loro azioni.
– Tipo 2. concorrenza: si sviluppa quando vi è un oggetto esterno
conteso tra persone, ovvero quando 2 persone concorrono a una
risorsa limitata.
– Tipo 3. ostacolamento: si verifica quando si cerca di impedire con
un'azione il raggiungimento dell'obiettivo di qualcuno.
L'ostacolamento può essere reciproco.
– Tipo 4. aggressione: è indirizzata direttamente contro l'altra persona,
non più contro la sua azione.
LE 4 C DELLA PACIFICAZIONE: sono 4 strategie volte a trasformare un
nemico in un amico. Sono il contatto, la cooperazione, la comunicazione e
la conciliazione.
IL CONTATTO: se è vero che quando la tensione è alta, il contatto può
alimentare lo scontro, è altresì vero che la vicinanza e l'interazione aiutano a
simpatizzare. È inoltre importante instaurare contatti alla pari.
LA COOPERAZIONE: il contatto da solo non è sufficiente a superare le
ostilità. Per questo è molto utile la cooperazioni, la quale unisce
alimentando coesione. La coesione spesso si sviluppa a seguito di minacce
esterne, o quando un gruppo si pone degli obiettivi sovraordinati il cui
raggiungimento comporta una cooperazione.
LA COMUNICAZIONE: per far fronte a un conflitto uno dei modi è quello di
ricorrere alla negoziazione, un processo di interazione tra due o più parti in
cui si cerca di stabilire cosa ognuna dovrebbe dare o ricevere, raggiungendo
un accordo vantaggioso per tutte le parti. Si aprirà così la trattativa, che
sarà portata avanti da un mediatore.
L'arbitrato: alcuni conflitti sono così intrattabili da rendere impossibile una
risoluzione reciproca soddisfacente. Se la negoziazione fallisce, le parti
possono rivolgersi all'arbitrato, una terza parte neutra che imporrà un
accordo.
– LA CONCILIAZIONE: vi sono conflitti talmente forti e esasperati che
persino chi tenta di cooperare rischia di essere sfruttato, oltre che la
comunicazione e la risoluzione diventano del tutto impossibili.
GRIT di Osgood: è una terza alternativa, conciliatoria ma comunque
sufficientemente forte da scoraggiare lo sfruttamento. Osgood l'ha
denominata “ iniziative graduali e reciproche volte a ridurre la tensione”.
Tale metodo richiede che una delle due parti in conflitto inizi a mettere in
atto piccole azioni di riduzione della tensione, dopo aver annunciato un
intento conciliatorio e invitando l'altra parte alla norma di reciprocità. In tal
modo si esegue una pressione sociale sull'avversario, inducendolo a seguire
le norme della reciprocità.

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