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Trauma e Corpo: un approccio somatico al lavoro con il trauma

Il nostro corpo si adatta al trauma di tutti i tipi, è un corpo molto intelligente. Questi
eventi stimolano risposte in modo automatico del nostro corpo che ci permettono di
esistere.
Il nostro corpo cambia in funzione delle circostanze e questo adattamento lascia delle
cicatrici, dei pattern specifici del trauma.
Il corpo è un accesso al mondo e tiene tutto dentro: le persone che si ritirano ha
vissuto forse in un luogo in cui si doveva nascondere, difendere è una persona
insicura.

Siamo nati con le azioni di ricerca di prossimità (braccia tese in avanti verso l’altro)
(Bowlby), da come gli altri rispondono determinerà la nostra risposta. Se abbiamo
subito un abuso non vogliamo raggiungere gli altri, anzi ci vogliamo allontanare.

Ci sono vari tipi di trauma: pandemia, incidente, violenza domestica, abuso sessuale,
neglet, trauma vicario, perdita, morte ecc. Il trauma cambia anche in vista
dell’aspetto sociale (economico, disabilità, minorità culturale, ecc).

L’iperarousal è un meccanismo di difesa dal trauma, ma per chi ha un trauma


(sessuale, aggressione, ecc) la modalità attacco-fuga sono compromesso e si arriva
all’ipoarousal che ci permette di non sentire il dolore.
Il problema è che il nostro arousal non deve essere sui livelli estremi ma deve stare
dentro la finestra di tolleranza che ci permette di essere in relazione con gli altri. Ma
la persona traumatizzata non riesce a stare dentro la finestra starà sempre agli
estremi.
Bisogna intervenire sul corpo per far rientrare la persona nella finestra di tolleranza,
dobbiamo insegnare al pz a far notare i cambiamenti del corpo per portare il pz a
mettere in atto le risorse somatiche per rientrare nella finestra di tolleranza.
Il contatto è utilissimo, come mettere le mani sulle braccia, sul petto in viso ecc, aiuta
a stimolare l’ossitocina.
Quando il trauma è nell’infanzia c’è una rigidità del pz, un blocco del corpo. C’è il
movimento dello STOP oppure il sorriso interiore oppure un sorriso piccolo riduce il
livello di stress.
Questi movimenti per i traumatizzati non sono facili perché sono bloccate le parti del
corpo.

1: identificare i trigger
2: focalizzarsi sui trigger e notare cosa accade e come inizia a disregolarsi
emotivamente il pz
3: selezioniamo una o più risorse somatiche per regolare l’arousal
4: focalizzarsi su cosa accade internamente quando regoliamo
5: ripetiamo più volte al giorno

Dobbiamo capire l’organizzazione interiore, non dobbiamo concentrarci sull’evento,


ma l’esperienza sottostante che fa ripetere sempre lo stesso pattern. Parlare
dell’evento esagera i pattern. L’organizzazione dell’esperienza ha a che fare con il
corpo con le emozioni ecc. se il corpo è collassato l’emozioni di tristezza sarà presente
e così anche dei pensieri correlati come non ce la farò ecc.
Non ci concentriamo sul parlato ma sulla mindfulness, ossia osserviamo quello che
sta accadendo nel corpo.
Nella sensomotoria si usa una mindfulness diretta, soprattutto sui pz traumatizzati
facendolo concentrare sull’effetto positivo della risorsa somatica messa in atto.

Sequenziamento sensomotorio

Quando l’emozione correlata al trauma emerge…il corpo inizia a tremare si va in un


picco di iperarousal, poi diviene più lieve e poi si riduce. Il pz fa esperienza che se
rimane sul tremore si risolve da solo. Purtroppo di solito insieme al panico c’è
un’altra emozione è interessante vederla.

Risposte di difesa-difese istintive:


 freezing allarme immobilizzante, arresto, paralisi
 finta morte  uno spegnimento, l’energia si esaurisce, non ci sono
 attacco-fuga tensione
 grido di aiuto  contatto oculare, ricerca di prossimità

Trovare delle azioni che diventano azioni completate.

I pz traumatizzati hanno parti dissociate del sé, quindi hanno obiettivi diverse queste parti. Le
azioni possono essere viste come delle minacce. Dobbiamo trovare una modalità per integrare
le parti, lavorando sulla postura e sul movimento.

I pz traumatizzati hanno un problema con il corpo, bisogna insegnarli a vedere il corpo come
una risorsa. Anche con i pz più dissociati bisogna trovare la porta di apertura, che può essere
un ricordo positivo connesso al corpo.

Attaccamento e relazione

1. Trauma è una serie di esperienze soverchianti che non possono essere integrate che
sollecitato un iperarousal
2. Mentre i problemi di attaccamento sono esperienze con altre persone che sono
spiacevoli ma non causano la disregolazione
3. Poi c’è il trauma relazionale con persone che sono carnefici.

Attaccamento
“è un sé modellato dai primi pattern da attaccamento da chi ci permette di essere e chi ci nega
di essere (Bromberg,2006) le parti che non vengono riconosciute dal caregiver non vengono
conosciute dal pz”.
“la contraddizione tra la prospettiva della società e la propria prospettiva” (Du Bois, 1903)
riconoscimento  la nostra identità è plasmata dal riconoscimento o dal mancato
riconoscimento o dal misconoscimento. Un individuo o un gruppo può subire una distorsione
se l’immagine che gli viene restituita non è compatibile con l’immagine che ha di se (Charles
Taylor)

difese relative all’attaccamento


difese contro l’abbandono, critica, rifiuto
tentativo di massimizzare ciò che la relazione può offrire
limitare l’impatto negativo dell’emozione di paura
sviluppare un falso sé

gli altri non mi supporteranno


ce qualcosa che non va in me

alle ragazze viene insegnato di trattenere il corpo mentre ai ragazzi viene detto di espandere il
corpo di prendere posto

 trauma correlate alla sopravvivenza, impatto sul corpo, origine fisiologica


approccio bottom-up
focus sul corpo
andiamo piano sulle memorie
la trasformazione è il trovare le risorse somatiche di regolazione

 attaccamento correlate alle relazioni, impatto sulle emozioni e credenze, origine


emotiva
approccio bottom-up e top-down
focus sul corpo, emozioni e cognizioni
andiamo al cuore del ricordo per lavorarci
la trasformazione sta nel cambiamento delle credenze

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