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Cos’è uno stimolo? Fonte di energia che colpisce il nostro organismo. Noi siamo inseriti in un
ambiente e il nostro organismo reagisce a questo contesto. Abbiamo un ambiente interno e uno
esterno (più facile da vedere, mentre l’ambiente interno si traduce in emozione fisica).
“le emozioni sono configurazioni di risposta, complesse ed organizzate, selezionate nel corso
dell’evoluzione per favorire l’adattamento dell’organismo all’ambiente → le condividiamo con
molte specie animali e ci è stato utile per sopravvivere”. - Ekman 1992
Il nostro cervello si è formato per scegliere sempre l’emozione maggiore all’interno dell’ambiente,
motivo per il quale sentiamo tutt’oggi molti pensieri negativi, forse non sempre tutti utili al giorno
d’oggi. Non siamo noi spesso a scegliere, ma l’emozione.
Non tutte le risposte che generiamo non sono adeguate ai contesti e spesso queste emozioni, non
contestualizzate, fanno cilecca.
Condizionamento rispondente: esperimento di Pablo con il cane → modo in cui si forma la paura e
molte altre emozioni.
All’interno dell’emozione abbiamo una componente fisica e di cognizione (che significato diamo a
quell’evento) ed emozionale (impatto dell’evento che crea un significato per noi, nel bene e nel
male). Cosa facciamo quando le mozioni sono brutte? Ci distraiamo o le evitiamo, ottenendo che
aumentino ancora di più. L’evitamento è uno di quelle strategie di resilienza meno funzionali, che
viene messo in atto troppo spesso e tende a restringere il repertorio, provocando un malessere
all’interno dell’individuo. Questa interpretazione dei fenomeni è individuale e spesso sbagliata,
perchè spesso i nostri pensieri non sono così veritieri come pensiamo. I pensieri sono stringhe di
parole che passano nel nostro cervello, a volte sono veri, a volte no. Quando siamo nella nostra testa
perdiamo il contatto con l’esperienza che ci insegna un repertorio di comportamenti utili. Vedere i
pensieri come non veri, ci aiuta a distaccarci e viverli oggettivamente.
Molto spesso i nostri pensieri vanno nel passato, che non si può cambiare, o nel futuro, che
possiamo cambiare in minima parte, dunque tante volte temiamo che il passato si ripeta o che il
futuro non sia come desideriamo, rendendo i pensieri poco utili e interpretando la realtà
erroneamente.
emozioni di base? sono 6. si dicono “di base” perchè sono universali in tutte le culture, dal
momento in cui possiamo riconoscerle in ogni parte del mondo.
amae, giapponese: non vi è una parola di renderla in italiano, dal momento in cui è
un’emozione culturalmente creata. Sensazione di essere nelle braccia della persona amata
La Paura
La paura arriva quando ci sentiamo in una situazione di pericolo ed abbiamo un basso controllo
della situazione: ci troviamo di fronte ad uno stimolo che pensiamo possa minacciare la nostra
integrità fisica e psicologica, minacciando il nostro controllo.
il flusso sanguigno nelle gambe aumenta, insieme alla respirazione, aumenta la sudorazione, il
sangue và alle estremità perchè serve scappare o attaccare, aumenta il campo visivo e i movimenti
oculari.
nella paura si ha uno stimolo molto imminente e vicino, mentre l’ansia è guidata da uno
stimolo distante nel tempo e nello spazio
nella paura, la conseguenza dello stimolo è più previdente, mentre l’ansia è molto più
imprevedibile nelle sue conseguenze
nella paura vi è uno stimolo elicitante, il quale crea un’emozione nella persona, è chiaro,
netto davanti a noi; mentre nell’ansia non è definito
abbiamo più probabilità di ricevere un danno quando abbiamo paura non ansia
l’ansia è anticipatoria, rispetto alla paura → il pattern di risposta è diverso→ evitamento
dato dall’ansia
nella paura, di fronte alla minaccia immediata dobbiamo scappare dallo stimolo→ effetto
analgesico: il fine è ridurre il dolore derivante dallo stimolo;
antecedente: ambiente che ho interno→ esco di casa per andare a lavorare e temo di non aver chiuso
il gas. Al fine di mettere un punto a questi pensieri assillanti, mi reco a casa per controllare. Queste
azioni innescano un circolo vizioso: è più probabile che la volta dopo, l’ansia ricompaia, il pensiero
ricompaia e ricompaia il comportamento → rinforzamento negativo: elimino dal mio ambiente
qualcosa di negativo
La punizione genera paura e le persone legate allo stimolo negativo, generano stimoli negativi
La rabbia
Fattori elicitanti
evento negativo
inguistizia, inequità
rabbia e collera sono associate ad una reazione più aggressiva
fastidio e disprezzo associate a una sensazione interna di rabbia
essere bloccati nel raggiungimento dei propri obiettivi
associata alla sensazione di avere controllo
frustrazione
Che funzione ha la rabbia? Di base, reagiamo per difenderci ciò che per noi non è giusto.
Sentiamo di aver subito un torto e reagiamo. Quando ci arrabbiamo dobbiamo chiederci cosa è stata
vissuta come un’invasione. La connotazione facciale che assumiamo quando arrabbiati serve ad
intimidire. Per chi sta dall’altra parte, la rabbia può anche essere un feedback nei confronti di
un’ingiustizia subita da un’altra persona
Ci sono delle condizioni in cui tutto sembra essere amplificato e si reagisce in modo spropositato
rispetto all’ambiente → ciò porta a condotte criminali e psicopatologia.
Si sfoga in maniera funzionale o non funzionale→ ex. pugno al muro = non funzionale
La tristezza
funzioni: essere capiti e aiutati, ci rallenta un po’ e ci aiuta ad elaborare ciò che ci è successo,
spesso andandoci contro.
stato refrattario→ periodo in cui il nostro pensiero va solo ad interpretare ciò che pensiamo e stiamo
vivendo. Può essere lungo o corto in base ai nostri vissuti (trigger personali, si formano sulla base
di ciò che abbiamo imparato: fa scattare le emozioni, ciascuno di noi ha i propri trigger).
Allo stesso modo facciamo per le persone, contesti e situazioni: non vediamo ogni cosa come se
fosse la prima volta ma disponiamo di un magazzino di situazioni che richiamiamo. Ciò diventa un
problema: ci inseriamo in un gruppo sulla base della necessità di stare insieme e lo difendiamo e
individuiamo gli altri gruppi come dei nemici, come qualcuno che deve competere con noi per le
risorse. Dobbiamo essere consapevoli se queste persone corrispondono all’ingroup o outgroup.
Concern about crime: preoccupazione, paura, riflessione, attenzionare il crimine→ riguarda una
preoccupazione di ordine sociale, politico, spinto dalla società che ci spinge ad accogliere diversi
valori rispetto ad altri. Cresce nel momento in cui ci sono cambiamenti socio-politici (cambiamenti
di routine). Si rompe uno schema di stabilità e proviamo emozioni spiacevoli
Fear of Crime: paura di diventare vittima di un crimine. Legata al contesto in cui viviamo. Se
percepiamo di vivere in un contesto di devianza abbiamo più paura di essere vittimizzati. Ciò si
costruisce anche in base a come vengono narrati determinati episodi di criminalità. La
comunicazione inerente quel luogo può determinare la concezione che abbiamo di quel luogo.
Negli ambienti percepiti come pericolosi ci sono due tipi di inciviltà che si sommano: la civiltà
antisociale e l’inciviltà ambientale (violazione degli standard di cura del territorio) → paura→
aumento di richiesta di sicurezza da parte dei cittadini nei confronti delle istituzioni, che
raramente rispondono.
fuga
rifugiarsi nella propria abitazione
richiesta di sicurezza
evitare momenti e spazi di aggregazione
L’essenziale elemento per scatenare la paura è la percezione di quanto questo evento è vicino a me
e talvolta la comunicazione rende questi eventi effettivamente più vicini.
Quali emozioni si provano di fronte agli show televisivi che parlano di crimine?
Il fatto che siamo continuamente bombardati da show crime e notizie, alimenta la nostra concezione
del male nel mondo
Il cervello Trino
tronco encefalico: base del cervello, fondamenta del cervello e fortemente legata alla
sopravvivenza, che ci fanno restare in vita. Riguarda la fisiologia ed è condivisa con animali
corteccia prefontale: media fra queste parti, ma si sviluppa più tardi dal punto di vista evolutivo
che di età, all’incirca tra i 18-22, motivo per cui gli adolescenti fanno fatica a gestire le loro
emozioni, li rende suscettibili ai segnali emotigeni, rende suscettibili di sviluppare dipendenze →
nell’amigdala vi è l’area tegmentale che vuole ricompense mentre non vi è la corteccia a mediare, in
tal caso subentra il ruolo dei genitori. è presente solo negli uomini.