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LA DIPENDENZA RELAZIONALE

LA DIPENDENZA RELAZIONALE

«Il primo oggetto erotico del


bambino è il seno della madre che
lo nutre, l’amore nasce in
appoggio al bisogno soddisfatto di
nutrimento»
Sigmund Freud
DIPENDENZA E INDIPENDENZA

La clinica della dipendenza relazionale appartiene al tema della


relazione con l’altro.
Parlando di dipendenza, due sono le «polarità»possibili:
 Dipendenza sana o sicura;
 Dipendenza patologica o insicura,
suddivisa a sua volta in:
a) forme eccessive di dipendenza,
b) indipendenza controfobica.
Tali polarità si inseriscono in un continuum fra sano e patologico
nella relazione con l’altro.
L’indipendenza autentica si associa con la capacità di dipendere
(“dipendenza matura”, Fairbairn, 1946).
L’ATTACCAMENTO

Bowlby, fondando la teoria dell’attaccamento e riferendosi al


concetto di base sicura (1969), concepisce l’essere umano:
(1) come bisognoso, per “costruire” nel proprio Sé questa “base
sicura”, di strutturare legami affettivi solidi e sani con
particolari persone,
(2) o altrimenti, nell’impossibilità di strutturare questi legami,
come incline a presentare disturbi della “base sicura” del Sé
(da semplici disturbi affettivi a veri e propri disturbi di
personalità).
INDICATORI DEL ‘VERO’ AMORE
(1) Con chi mi piace passare il mio tempo, e a chi mi piace essere vicino?
Si desidera mantenere la vicinanza con una persona piuttosto che con
un’altra: è l’effetto mantenimento del contatto

(2) A chi mi rivolgo quando sono turbato, ho un problema o non mi sento bene?
Si cerca proprio quella persona quando si è turbati, sotto stress, e solo lei
ha il potere di rassicurarci: è l’effetto rifugio sicuro

(3) Chi non sopporto che mi stia lontano o mi manca molto quando non c’è?
Si entra in ansia o si è tristi quando la persona non c’è: è l’effetto ansia da
separazione

(4) Su chi sento di poter contare sempre e so che farebbe tutto il possibile per
me?
Quella persona viene percepita come disponibile in caso di necessità, ci si
sente perciò “leggeri” e si ha voglia di esplorare il proprio ambiente sociale e
fisico: è l’effetto base sicura
INDICATORI DEL VERO AMORE
Può accadere che una o due componenti vengano soddisfatte da una persona, e
le altre da un’altra persona
(alcuni bisogni, ad esempio, come l’effetto rifugio sicuro, possono essere
soddisfatti da un coetaneo o da più coetanei, mentre l’effetto base sicura è
garantito dai genitori o dal partner)

Ciascuna delle 4 componenti del vero amore è però più o meno presente,
anche a seconda dello stadio in cui si trova la relazione
(l’effetto vicinanza caratterizza le fasi iniziali, l’effetto di supporto reciproco è
importante nelle fasi successive, l’angoscia di separazione indica che il
rapporto si è completamente formato, l’effetto base sicura è indispensabile
per il mantenimento del rapporto)

Gli studi indicano che 2 anni è lo spartiacque cruciale:


chi ha un rapporto iniziato da più di 2 anni sviluppa anche gli effetti ansia di
separazione e base sicura, molto meno frequenti in chi abbia un rapporto di
durata inferiore ai 2 anni e assenti in chi abbia un rapporto che dura da
meno di 1 anno
L’ATTACCAMENTO

Background evolutivo relazionale

capacità di: fidarsi,


chiedere aiuto, appoggiarsi agli
altri

(figure di accudimento internalizzate e figure di riferimento


esterne all’adulto; “oggetti-Sé” secondo Kohut).
IMPRINTING (IMPRIMERE), DA IMPRINT
(IMPRONTA)
Esistono periodi critici, sensibili, in cui più facilmente i piccoli di
tutte le specie riescono a localizzare chi è deputato a prendersi
cura di loro: questa “prontezza” ad apprendere chi ci accudisce è
detta imprinting.

• L’esempio dell’oca “Martina” di Konrad Lorenz (l’oca cercava


Lorenz, poiché lo aveva visto per primo alla nascita, e ignorava
la madre-oca biologica, incontrata solo in seguito).

• Quindi: dal punto di vista evoluzionistico, la selezione naturale


ha operato in modo da inserire nel nostro Dna la tendenza a
cercare, da piccoli, il contatto e la prossimità con una figura
specifica.
LEONARDO
DA VINCI
(1452-1519)

Madonna Litta
ATTACCAMENTO E DIPENDENZA PATOLOGICA:
DUE CONCETTI DIFFERENTI
Esiste una connessione intima ma anche una differenza fra
attaccamento e dipendenza:

• L’attaccamento si riferisce a un comportamento primario teso a


ricercare e mantenere la vicinanza affettiva rispetto a una figura
di riferimento vissuta come competente;

• La dipendenza patologica deriva da una distorsione del bisogno


di attaccamento, il quale qui non si orienta verso uno specifico
soggetto, ma si esprime in atteggiamenti generalizzati, mirati a
ottenere assistenza, guida e approvazione in modo eccessivo,
immediato e da parte di chiunque.
L’INTERSOGGETTIVITÀ
L’intersoggettività si fonda sulla reciprocità delle relazioni: la
soggettività si genera nell’intersoggettività: cioè nel sentirsi
riconosciuti come soggetti da altri esseri umani (Mitchell,
2000). Ne deriva una tensione tra:
(1) la spinta all’autoaffermazione
(2) e la dipendenza da un altro soggetto, per ottenere il
riconoscimento, istante per istante, della propria identità.
Se l’intersoggettività è turbata da carenze delle funzioni
parentali originarie, il soggetto può orientarsi verso soluzioni
relazionali patologiche, spesso tese alla fusione con l’altro.
Michelangelo Buonarroti, Cappella Sistina (La creazione di Adamo, part.), 1536-41
INTERSOGGETTIVITÀ E DIPENDENZA
PATOLOGICA

Intersoggettività insicura Dipendenza patologica

L’Altro Sè
si configura come oggetto
ne deriva un soggetto
nutriente attivo ed esclusivo,
bisognoso incapace di
che ‘si sostituisce’ al
contribuire al proprio
soggetto, risolvendo ogni
sostentamento
problema

dinamica relazionale vissuta come potere / dominio del soggetto


rispetto all’oggetto, con i conseguenti colori della sottomissione,
della compulsività e dell’abuso
INTERSOGGETTIVITÀ E DIPENDENZA
PATOLOGICA
La tensione fra relazionalità e bisogno di identità autonoma, quando
non in equilibrio, conduce a due esiti psicopatologici (Blatt, 2004):

• Patologie introiettive: domina la preoccupazione di mantenere un


senso vitale del sé solo distanziando ed evitando l’altro, perché il
dipendere, il relazionarsi ad altri, fa sentire la persona ‘non capace’,
‘non valida’, causandole depressione con senso di colpa e vergogna
(è il caso dei Disturbi di personalità schizoide, schizotipico,
narcisistico, antisociale, evitante).

• Patologie anaclitiche (dipendenti): dominano tematiche


interpersonali con assetto interno preoccupato/invischiato: si vive in
nome dell’altro, si esiste se l’altro è legato a noi, pena un sentimento
di depressione con senso di perdita e di helplessness; si ha un
bisogno esagerato dell’altro con confusione (scarsi confini) Sé-altro
(è il caso dei Disturbi di personalità istrionici, borderline, dipendenti).
I MODELLI OPERATIVI INTERNI
Quando in un bambino si verifica l’imprinting verso una
determinata figura di accudimento, le caratteristiche di questa figura di
attaccamento (a prescindere che siano adeguate, distorte o carenti)
vengono sempre accettate come normali;
anche le richieste di conforto e di accudimento, quindi, si
adegueranno (senza rifiutarlo o protestare) al tipo di maternage, anche
nei casi in cui questo sia distorto o carente.

• (1) La mente del bambino crea perciò comunque previsioni su come la


figura di attaccamento reagirà alle sue richieste di conforto e di cura
• (2) e crea specularmente comportamenti prestabiliti, come modalità
abituali per ottenere accudimento.

Vengono a costruirsi, insomma, modelli interni:


immagini interiori, una della madre (o di chi si prende cura del
bambino), e una di se stessi.
I MODELLI OPERATIVI INTERNI
Queste rappresentazioni mentali in realtà non sono fisse: sono
dinamiche, suscettibili di cambiamento a seguito delle continue e nuove relazioni
di cui gli individui fanno esperienza.
Tuttavia:
• (1) Una volta formatisi, i modelli interni scattano inconsciamente, modificando
la percezione, l’attenzione e la memoria:
si vede solo ciò che corrisponde con l’opinione che si ha di se stessi, e con le
aspettative che già si possiedono sulle risposte degli altri ai nostri bisogni
affettivi. (inconscio cognitivo)

• (2) Gli individui cercano attivamente, e selezionano, sempre a livello


inconsapevole, persone, situazioni e relazioni che corrispondano alle loro
opinioni e aspettative su se stessi e gli altri (se una persona non si sente degna
di essere amata, selezionerà come partner proprio una persona che le offrirà
poco affetto, e cercherà anche situazioni sociali, lavorative ecc. che confermino
il modello).

• (3) I modelli si autoperpetuano: se si crede che gli altri non siano disponibili, e
pronti a ingannare, si tenderà ad avvicinarsi ad essi in maniera difensiva,
aumentando le probabilità di essere rifiutati.
TRATTAMENTO PSICODINAMICO DEI DBP
La patologia del paziente è una ripetizione inconscia del qui-e-ora delle
relazioni patogene interiorizzate provenienti dal passato.
Amore e odio sono integrati in rappresentazioni mentali di sé e degli altri,
legate insieme in un specifico affetto che struttura la percezione della realtà
esterna
Figura remissiva,
abusata Figura severa,
autorità abusante
S
Figura potente-
controllante S= rappresentazione
O

Paura del Sè
O= rappresentazione
dell’altro
Figura infantile- Collera
dipendente
S
Amore Figura debole, MONDO
O

schiavizzata
INTERNO DEL
Figura ideale-donatrice PAZIENTE
STILI DI ATTACCAMENTO E LOVE ADDICTION
(1) ATTACCAMENTO SICURO
Madre sensibile ai segnali del bambino e responsiva alle sue richieste,
supportiva durante episodi di stress.
STRATEGIA ADATTIVA DEL BAMBINO: Il bambino in situazioni di stress è in grado esprimere il suo
disagio sicuro che l’adulto di riferimento sarà in grado di fornirgli aiuto e porsi come base sicura per
l’esplorazione.
IWM (internal working model) figura di attaccamento: responsiva; IWM del Sé: degno di amore
(2) ATTACCAMENTO EVITANTE
Madre rifiutante del contatto fisico soprattutto in condizioni di stress del bambino.
STRATEGIA ADATTIVA DEL BAMBINO :Il bambino si focalizza su se stesso, non esterna le sue
emozioni negative perché sa che non saranno tollerate dal genitore, lo scopo è evitare il dolore di essere
rifiutato nel momento in cui avrà più bisogno di aiuto.
IWM figura di attaccamento: indisponibile, rifiutante, ostile; IWM del Sé: non degno di amore
(3) ATTACCAMENTO ANSIOSO-AMBIVALENTE
Madre imprevedibile nelle risposte alle richieste del bambino. Comportamento esageratamente
affettuoso, intrusivo, oppure rifiutante, scollegato dalle esigenze del figlio.
STRATEGIA ADATTIVA DEL BAMBINO: La vicinanza del genitore inaffidabile e imprevedibile può
essere mantenuta solo attraverso una esagerata manifestazione dei propri bisogni, la rabbia e l’ansia
espressa dal bambino sembrano essere l’unico strumento per mantenere la vicinanza del caregiver.
IWM figura di attaccamento: indisponibile, rifiutante, ostile. Ma anche responsiva; IWM del Sé: degno
di amore, ma nel contempo anche non degno.
(4) ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO
Relazioni di cura spaventanti: maltrattamento, conflitti, mancata risoluzione di traumi o perdite
STRATEGIA ADATTIVA DEL BAMBINO: assenza di strategie uniche e coerenti nella regolazione del
comportamento funzionale al mantenimento di un contatto con la figura di attaccamento in condizioni di
stress.
IM figura di attaccamento: oggetto da controllare; IWM del sé: oggetto da controllare
LA CODIPENDENZA
Osserviamo come negli stili disorganizzato, ambivalente
ed evitante, siano presenti elementi caratteristici della
Love Addiction:
(1) il controllo ansioso e ossessivo di sé,
dell’altro e della relazione (che va a discapito
delle iniziative autonome, del condurre una vita
anche autonoma),
(2) la convinzione di non essere degni di amore
(che porta all’accettazione passiva di forme di
maltrattamento).
LA CODIPENDENZA
La codipendenza indica una condizione in cui la disfunzione e la
sofferenza di un soggetto sono associate con, o dovute a, una
focalizzazione sui bisogni o i comportamenti di un altro soggetto.

Implicito è il desiderio di farsi carico dell’altro, sopportarlo, subire ogni suo


comportamento, pur di essere amati e accettati (Lyon, Greenberg,1991).
Non esiste alternativa per guadagnare la considerazione del partner se
non quella di soddisfare i suoi bisogni fino a trascurare e negare sé stessi.

Si crea una condizione di Non-reciprocità che crea le basi per essere


sfruttati dall’altro in quanto da lui/lei dipendenti.
RELAZIONI CODIPENDENTI:
VITTIMA CARNEFICE PERSECUTORE
Nelle relazioni codipendenti, anche se i membri sono due interpretano tre ruoli diversi:
il Salvatore, il Persecutore e la Vittima.
(Triangolo drammatico di S. Karpman) .
La relazione è di reciprocità: la presenza di un ruolo implica quella degli altri.
Possono essere assunti anche due ruoli diversi, contemporaneamente.

La persona che si sente nel ruolo del Salvatore avverte la necessità di aiutare l'altro,
anche se questi non ne ha effettivo bisogno: ritiene che l'altro sia bisognoso del suo
aiuto, mentre non riconosce il proprio bisogno di sentirsi utile e di distrarsi da propri
sentimenti negativi, quali senso di colpa,insicurezza, senso di inferiorità.

Tale tipologia di persona è attratta da chi tende ad assumere il ruolo di Vittima, cioè da
chi percepisce sé e i suoi comportamenti sempre in modo negativo, con un
atteggiamento di inferiorità all’interno della relazione con l’altro. La Vittima però
esercita una forte attrattiva sia nei confronti del Salvatore, dal quale riceve attenzioni
esagerate e talvolta inutili, sentendosi così aiutato a risollevarsi dalla sue frustazioni,
sia nei confronti del Persecutore, il quale, criticandolo e maltrattandolo, lo convince
sempre di più della sua inferiorità e delle sue insicurezze.
VITTIMA CARNEFICE PERSECUTORE
Il Persecutore è colui che si nutre di disperazione e rabbia, che lo spingono ad
assumere un atteggiamento punitivo e vendicativo nei confronti di tutti. Egli si
considera realizzato se riesce a far giustizia, a prescindere dalle richieste e dai bisogni
effettivi degli altri, e nasconde appagamento nel perseguitare gli altri dietro i suoi
sentimenti di giustizia e di onestà.
Ognuno dei personaggi che assumono i diversi ruoli del triangolo drammatico è spinto
ad agire in funzione del bene dell'altro, agendo in realtà soltanto in funzione di ciò che
è percepito come «bene» per se stessi in una determinata «scena» relazionale. Questa
diventa così un dramma.

«…e tutti, uomini e donne,


Non sono che attori. Hanno le
Loro entrate e le loro uscite…»

(William Shakespeare)

Triangolo drammatico di S. Karpmann


LA PERSONALITÀ DIPENDENTE
La personalità dipendente presenta: scarsa ricerca di novità, alto evitamento del danno,
alta dipendenza dalla ricompensa.
Altre caratteristiche, quali sottomissione, tentativo di ingraziarsi gli altri e ipersensibilità
alla critica ed alla frustrazione sono compatibili con la categoria diagnostica del Disturbo
Dipendente di Personalità (Cloninger, 1993).

La personalità dipendente è uno stile personologico costituito da quattro componenti


Fondamentali (Bornstein 1993) :

1. Motivazionale (intenso bisogno di ricevere guida, approvazione e


sostegno dagli altri);
2. Cognitiva (percezione di sé come tendenzialmente impotente e inefficace, e
percezione degli altri come potenti e capaci di governare le situazioni);
3. Affettiva (tendenza a manifestare ansia e paura di fronte alla necessità o
alla richiesta di funzionare in modo indipendente, soprattutto quando i risultati di
tale sforzo devono essere valutati dagli altri);
4. Comportamentale (tendenza a cercare aiuto, sostegno, approvazione, guida e
rassicurazione dagli altri e a sottomettersi nelle relazioni interpersonali).
SOTTOTIPI DELLA PERSONALITÀ DIPENDENTE (1)

Dipendente inquieto-preoccupato:
comportamento sottomesso, modesto, non competitivo con assenza di iniziativa ed
evitamento dell’autonomia , oltre che timore di perdere il sostegno altrui, spesso
manifestando tale timore tramite scoppi d’ira, disforia, angoscia abbandonica.

Dipendente accomodante:
compiacente e teso ad evitare il conflitto, ricerca armonia anche a spese del proprio
annullamento e della propria negazione, preoccupato di ricevere approvazione dall’esterno.
Il comportamento accomodante ha come scopo quello di indurre il partner a prendere il
controllo sollevando il soggetto dalla percezione di sé come incompetente.

Dipendente immaturo:
puerile, rifiuta le responsabilità dell’adulto preferendo attività infantili, si ritiene inesperto e
incompetente, percependo spesso come opprimenti le aspettative relative all’assunzione
del ruolo di adulto, mostrandosi spesso ostile di fronte all’incalzare delle richieste.
(Millon e Davis, 1996)
SOTTOTIPI DELLA PERSONALITÀ DIPENDENTE (2)

Dipendente inefficace: mancanza di vitalità ed iniziativa con affaticabilità e scarsa


spontaneità e resistenza alle pressioni esterne, conduce
un’esistenza libera spesso da vincoli sociali, rispondendo
alle difficoltà con fatalismo, pur conservando un certo grado di
interesse rispetto alle sfumature nei rapporti interpersonali.

Dipendente che si annulla per gli altri: subordina , come tutti i dipendenti, sé stesso
agli altri,tendendo alla fusione totale rispetto al partner:
aumentando via via la sua identificazione con l’altro, la sua
identità e le sue potenzialità si impoveriscono: privo di un Sé
proprio, attraverso la fusione nutre la fantasia illusoria di
possedere una stabilità emotiva e una ragion d’essere,
adottando valori e preferenze altrui.

(Millon e Davis, 1996)


STALKING : SINDROME DELLE MOLESTIE
ASSILLANTI
Si inquadrano le Molestie Assillanti come un insieme di comportamenti di
sorveglianza e controllo, ripetuti, intrusivi, volti a ricercare un contatto con la
“vittima”: questa ne risulta infastidita, preoccupata, spaventata, può essere
costretta a modificare il proprio stile di vita, fino a giungere in alcuni casi a
manifestare una sofferenza psichica conclamata.

Lo stalking comprende una serie di attività che sfumano in comportamenti


accettati socialmente e considerati normali (ad esempio i tentativi di ristabilire
una relazione interrotta), ma che possono diventare oggetto di attenzione
clinica, oltre che legale, per pervasività, coerenza e persistenza nel tempo, per
effetti psicologici sul destinatario e rischio di violenza associato.
STALKING: PERSECUZIONE
Lo Stalking , tramite i comportamenti intrusivi verbali e non verbali di una persona
(lo stalker) rispetto a un’altra (la vittima), viene a configurarsi come persecuzione
e controllo, generando ansia e paura nella vittima.
Le condotte indesiderate vengono classificate in tre tipologie:

1. Comunicazioni dirette alla vittima o, meno spesso, a familiari o colleghi della


stessa. Il mezzo impiegato è per lo più la lettera o la telefonata.

2. Comportamenti dello stalker finalizzati ad avvicinare la vittima. Tra questi: il


pedinamento, l’appostamento, la frequentazione di luoghi e di interessi della
vittima;

3. Comportamenti dello stalker finalizzati a infastidire la vittima e a dimostrare il


controllo sulla sua vita. Ciò si concretizza nel cancellare i servizi utili intestati
alla vittima (elettricità, ad esempio), o nel recapitare beni impropri ad orari
incongrui (far recapitare oggetti alla vittima anche in tarda notte, ad esempio).
(Gargiullo, Damiani, 2008)
SEX ADDICTION

Descrive il comportamento di una persona che presenta


attività o ideazioni su tematiche sessuali, intense, continue ed
eccessive, cioè una vera e propria ossessione per il sesso.

Definizione del National Council of Sexual Addiction and Compulsivity:


“persistente e crescente modalità di comportamento sessuale, messo in atto
nonostante il manifestarsi di conseguenze negative, per sé e per gli altri”
DIPENDENZA SESSUALE (SEX ADDICTION)
 Condizioni psicopatologiche caratterizzate da pensieri e fantasie
sessuali intrusive, associate a perdita di controllo sui
comportamenti sessuali.
(National Council of Sexual Addiction and Compulsivity)

 Come il tossicodipendente, anche il sex addicted va incontro al


fenomeno del craving, dell’assuefazione e dei sintomi di astinenza.

 C’è il bisogno di aumentare i comportamenti sessuali, o la loro


intensità, per mantenere l’effetto desiderato, e con l’andare del
tempo si manifestano cambiamenti psicofisiologici (es.: aumento
della sintomatologia ansiosa).

 Il sesso diviene un’esigenza primaria e tutto il resto (salute,


famiglia, amici e lavoro) viene sacrificato.
(Putnam & Maheu)
DIPENDENZA SESSUALE: “DROGATI D’AMORE”
 “drogati d'amore" ... l'affetto o la conferma che
ricevono da oggetti esterni gioca lo stesso ruolo
degli alimenti nel caso dei dipendenti da cibo”.
(Lennard, 2008)

 Tali figure, “nel loro continuo bisogno di fonti che


danno soddisfazione sessuale e aumentano
l'autostima allo stesso tempo, sono "drogati
d'amore", incapaci di amare attivamente”

 “la personalità dell'oggetto è di non grande


importanza. Hanno bisogno di rifornimenti e non
importa chi li fornisce”. (Fenichel 1946)
QUADRO CLINICO
 1.dedica molto tempo alla soddisfazione delle proprie fantasie e dei
propri desideri sessuali, nonché ad organizzare la propria vita
sessuale
 2. usa l’atto sessuale come strumento di adattamento per far fronte
a stati d’animo negativi, come ansia, depressione, noia, irritabilità o
eventi stressanti
 3. non riserva sufficiente attenzione al dolore fisico ed emotivo
causato agli altri per il proprio comportamento sessuale
 4. non riesce in alcun modo a controllare questi comportamenti,
nonostante una dichiarata buona volontà
 5. prova desideri e fantasie sessuali compulsive, senza aver assunto
droghe o farmaci psicostimolanti
 6. la soddisfazione del bisogno sessuale procura piacere, ma allo
stesso tempo porta con sé senso di disagio e di vergogna, ansia,
malessere
QUADRO CLINICO
 I comportamenti che i dipendenti sessuali possono mettere in atto
sono i più svariati e possono includere:
 promiscuità sessuale,
 sesso con prostitute o prostituzione personale,
 continue fantasie sessuali,
 masturbazione compulsiva,
 esibizionismo,
 voyeurismo,
 frotterismo,
 pratiche di tipo sadomasochistico,
 dipendenza da materiali, siti internet, linee telefoniche, ecc. a
carattere pornografico,
 ipersessualità all’interno di una relazione stabile in misura tale da
squilibrarla.
 (OMS, Carnes & Adams 2002)
eziopatogenesi
L'eziologia della sesso-dipendenza risale a traumi o disturbi di tipo
psichico. (Boccadoro & Carulli 2008)

1) Il comportamento sessuale compulsivo, biologicamente, sembra


dipendere da alterazioni serotoninergiche ed endocrinologiche.

2) La teoria psicanalitica ritiene centrale il rapporto madre-bambino,


ponendo l’accento su elementi narcisistici e seduttivi della relazione
(Earle et al. 1989).

3) Le teorie cognitivo comportamentali sottolineano l’importanza degli


aspetti antropologico-culturali della famiglia d’origine, e della
eventuale presenza di abusi in età infantile (Boccadoro & Carulli 2008; Avenia, 2003,
2004)
“L’AMORE PERVERSO”

 Il perverso è fin dalla nascita incapace di


separarsi dai suoi oggetti d’amore: dal seno,
dalla madre (Adair M.J. 1993)
 L’altro è sempre una parte di sé conglobata o
rispecchiata narcisisticamente, e deve “servire”
come fonte di piaceri fortemente sessualizzati
 La sua perdita è sofferta fisicamente come
un’amputazione
Edvard Munch, Vampiro, 1893-94
“L’AMORE PERVERSO”
 Il futuro perverso si crea una realtà fittizia in cui non
devono esistere né perdite né ansie di separazione o
castrazione

 In questo mondo tutti gli oggetti sono intercambiabili e


scarsamente distinguibili l’uno dall’altro

 La relazione oggettuale del perverso soddisfa le


esigenze di fusionalità e intimità. L’oggetto perverso può
essere idolatrato e feticizzato, ma al contempo
disumanizzato e reso inconsapevole strumento delle
proprie esigenze narcisistiche (Masud Khan)
“L’AMORE PERVERSO”
 Ciò che caratterizza queste relazioni come perverse
sono i mezzi e gli artifici che consentono di mettere in
atto le fantasie sovrapponendole alla realtà

 Con la feticizzazione dell’altro, quest’ultimo viene di


fatto reso inumano e quindi controllato,immobilizzato,
messo in condizione di non poter mai sorprendere e di
non poter essere mai perduto

 Il feticismo evoca un’assenza, e nello stesso tempo


provvede magicamente a sostituirla

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