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LA DIPENDENZA RELAZIONALE
(2) A chi mi rivolgo quando sono turbato, ho un problema o non mi sento bene?
Si cerca proprio quella persona quando si è turbati, sotto stress, e solo lei
ha il potere di rassicurarci: è l’effetto rifugio sicuro
(3) Chi non sopporto che mi stia lontano o mi manca molto quando non c’è?
Si entra in ansia o si è tristi quando la persona non c’è: è l’effetto ansia da
separazione
(4) Su chi sento di poter contare sempre e so che farebbe tutto il possibile per
me?
Quella persona viene percepita come disponibile in caso di necessità, ci si
sente perciò “leggeri” e si ha voglia di esplorare il proprio ambiente sociale e
fisico: è l’effetto base sicura
INDICATORI DEL VERO AMORE
Può accadere che una o due componenti vengano soddisfatte da una persona, e
le altre da un’altra persona
(alcuni bisogni, ad esempio, come l’effetto rifugio sicuro, possono essere
soddisfatti da un coetaneo o da più coetanei, mentre l’effetto base sicura è
garantito dai genitori o dal partner)
Ciascuna delle 4 componenti del vero amore è però più o meno presente,
anche a seconda dello stadio in cui si trova la relazione
(l’effetto vicinanza caratterizza le fasi iniziali, l’effetto di supporto reciproco è
importante nelle fasi successive, l’angoscia di separazione indica che il
rapporto si è completamente formato, l’effetto base sicura è indispensabile
per il mantenimento del rapporto)
Madonna Litta
ATTACCAMENTO E DIPENDENZA PATOLOGICA:
DUE CONCETTI DIFFERENTI
Esiste una connessione intima ma anche una differenza fra
attaccamento e dipendenza:
L’Altro Sè
si configura come oggetto
ne deriva un soggetto
nutriente attivo ed esclusivo,
bisognoso incapace di
che ‘si sostituisce’ al
contribuire al proprio
soggetto, risolvendo ogni
sostentamento
problema
• (3) I modelli si autoperpetuano: se si crede che gli altri non siano disponibili, e
pronti a ingannare, si tenderà ad avvicinarsi ad essi in maniera difensiva,
aumentando le probabilità di essere rifiutati.
TRATTAMENTO PSICODINAMICO DEI DBP
La patologia del paziente è una ripetizione inconscia del qui-e-ora delle
relazioni patogene interiorizzate provenienti dal passato.
Amore e odio sono integrati in rappresentazioni mentali di sé e degli altri,
legate insieme in un specifico affetto che struttura la percezione della realtà
esterna
Figura remissiva,
abusata Figura severa,
autorità abusante
S
Figura potente-
controllante S= rappresentazione
O
Paura del Sè
O= rappresentazione
dell’altro
Figura infantile- Collera
dipendente
S
Amore Figura debole, MONDO
O
schiavizzata
INTERNO DEL
Figura ideale-donatrice PAZIENTE
STILI DI ATTACCAMENTO E LOVE ADDICTION
(1) ATTACCAMENTO SICURO
Madre sensibile ai segnali del bambino e responsiva alle sue richieste,
supportiva durante episodi di stress.
STRATEGIA ADATTIVA DEL BAMBINO: Il bambino in situazioni di stress è in grado esprimere il suo
disagio sicuro che l’adulto di riferimento sarà in grado di fornirgli aiuto e porsi come base sicura per
l’esplorazione.
IWM (internal working model) figura di attaccamento: responsiva; IWM del Sé: degno di amore
(2) ATTACCAMENTO EVITANTE
Madre rifiutante del contatto fisico soprattutto in condizioni di stress del bambino.
STRATEGIA ADATTIVA DEL BAMBINO :Il bambino si focalizza su se stesso, non esterna le sue
emozioni negative perché sa che non saranno tollerate dal genitore, lo scopo è evitare il dolore di essere
rifiutato nel momento in cui avrà più bisogno di aiuto.
IWM figura di attaccamento: indisponibile, rifiutante, ostile; IWM del Sé: non degno di amore
(3) ATTACCAMENTO ANSIOSO-AMBIVALENTE
Madre imprevedibile nelle risposte alle richieste del bambino. Comportamento esageratamente
affettuoso, intrusivo, oppure rifiutante, scollegato dalle esigenze del figlio.
STRATEGIA ADATTIVA DEL BAMBINO: La vicinanza del genitore inaffidabile e imprevedibile può
essere mantenuta solo attraverso una esagerata manifestazione dei propri bisogni, la rabbia e l’ansia
espressa dal bambino sembrano essere l’unico strumento per mantenere la vicinanza del caregiver.
IWM figura di attaccamento: indisponibile, rifiutante, ostile. Ma anche responsiva; IWM del Sé: degno
di amore, ma nel contempo anche non degno.
(4) ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO
Relazioni di cura spaventanti: maltrattamento, conflitti, mancata risoluzione di traumi o perdite
STRATEGIA ADATTIVA DEL BAMBINO: assenza di strategie uniche e coerenti nella regolazione del
comportamento funzionale al mantenimento di un contatto con la figura di attaccamento in condizioni di
stress.
IM figura di attaccamento: oggetto da controllare; IWM del sé: oggetto da controllare
LA CODIPENDENZA
Osserviamo come negli stili disorganizzato, ambivalente
ed evitante, siano presenti elementi caratteristici della
Love Addiction:
(1) il controllo ansioso e ossessivo di sé,
dell’altro e della relazione (che va a discapito
delle iniziative autonome, del condurre una vita
anche autonoma),
(2) la convinzione di non essere degni di amore
(che porta all’accettazione passiva di forme di
maltrattamento).
LA CODIPENDENZA
La codipendenza indica una condizione in cui la disfunzione e la
sofferenza di un soggetto sono associate con, o dovute a, una
focalizzazione sui bisogni o i comportamenti di un altro soggetto.
La persona che si sente nel ruolo del Salvatore avverte la necessità di aiutare l'altro,
anche se questi non ne ha effettivo bisogno: ritiene che l'altro sia bisognoso del suo
aiuto, mentre non riconosce il proprio bisogno di sentirsi utile e di distrarsi da propri
sentimenti negativi, quali senso di colpa,insicurezza, senso di inferiorità.
Tale tipologia di persona è attratta da chi tende ad assumere il ruolo di Vittima, cioè da
chi percepisce sé e i suoi comportamenti sempre in modo negativo, con un
atteggiamento di inferiorità all’interno della relazione con l’altro. La Vittima però
esercita una forte attrattiva sia nei confronti del Salvatore, dal quale riceve attenzioni
esagerate e talvolta inutili, sentendosi così aiutato a risollevarsi dalla sue frustazioni,
sia nei confronti del Persecutore, il quale, criticandolo e maltrattandolo, lo convince
sempre di più della sua inferiorità e delle sue insicurezze.
VITTIMA CARNEFICE PERSECUTORE
Il Persecutore è colui che si nutre di disperazione e rabbia, che lo spingono ad
assumere un atteggiamento punitivo e vendicativo nei confronti di tutti. Egli si
considera realizzato se riesce a far giustizia, a prescindere dalle richieste e dai bisogni
effettivi degli altri, e nasconde appagamento nel perseguitare gli altri dietro i suoi
sentimenti di giustizia e di onestà.
Ognuno dei personaggi che assumono i diversi ruoli del triangolo drammatico è spinto
ad agire in funzione del bene dell'altro, agendo in realtà soltanto in funzione di ciò che
è percepito come «bene» per se stessi in una determinata «scena» relazionale. Questa
diventa così un dramma.
(William Shakespeare)
Dipendente inquieto-preoccupato:
comportamento sottomesso, modesto, non competitivo con assenza di iniziativa ed
evitamento dell’autonomia , oltre che timore di perdere il sostegno altrui, spesso
manifestando tale timore tramite scoppi d’ira, disforia, angoscia abbandonica.
Dipendente accomodante:
compiacente e teso ad evitare il conflitto, ricerca armonia anche a spese del proprio
annullamento e della propria negazione, preoccupato di ricevere approvazione dall’esterno.
Il comportamento accomodante ha come scopo quello di indurre il partner a prendere il
controllo sollevando il soggetto dalla percezione di sé come incompetente.
Dipendente immaturo:
puerile, rifiuta le responsabilità dell’adulto preferendo attività infantili, si ritiene inesperto e
incompetente, percependo spesso come opprimenti le aspettative relative all’assunzione
del ruolo di adulto, mostrandosi spesso ostile di fronte all’incalzare delle richieste.
(Millon e Davis, 1996)
SOTTOTIPI DELLA PERSONALITÀ DIPENDENTE (2)
Dipendente che si annulla per gli altri: subordina , come tutti i dipendenti, sé stesso
agli altri,tendendo alla fusione totale rispetto al partner:
aumentando via via la sua identificazione con l’altro, la sua
identità e le sue potenzialità si impoveriscono: privo di un Sé
proprio, attraverso la fusione nutre la fantasia illusoria di
possedere una stabilità emotiva e una ragion d’essere,
adottando valori e preferenze altrui.