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JUNG
Psicologia Clinica
Università degli Studi di Messina
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CAPITOLO 1- INTRODUZIONE
In linea generale esistono due tipi di tipi psicologici: gli introversi, che sono i generali, e gli
estroversi anche chiamati funzionali. Si distinguono in base al rapporto che contraggono con
l’oggetto: gli introversi hanno quasi paura che la libido possa appropriarsi dell’oggetto, gli
estroversi invece si comportano in modo positivo verso l’oggetto. Introverso e estroverso tra di
loro sono antitesi. I tipi posso essere trovati in tutti gli strati della società, indipendentemente dal
fattore sociale o economico. Anche nello stesso nucleo familiare troviamo 2 figli che hanno un tipo
introverso e uno estroverso. I tipi psicologici non dipendono dal sesso, sono distribuiti in modo
indiscriminato.
Il rapporto tra soggetto e oggetto è un rapporto d’adattamento, che cambia in base al tipo. In
genere l’adattamento può seguire due vie:
-scarsa fecondità in cui difesa e durata della vita sono più alte.
Sicuramente nella determinazione del tipo anche nello stesso bambino è molto importante
l’influenza dei genitori, ma è doveroso sottolineare che non dipende tutto da loro. Ciononostante,
se la madre assume dei comportamenti anormali, il bambino si adopererà ad avere un
atteggiamento a sua volta uniforme a quello della madre. Solitamente, quando si va incontro alla
falsificazione del tipo, la conseguenza principale è la nevrosi, che può essere superata solo
ritrovando il proprio tipo iniziale.
CAPITOLO 2-L’ESTROVERSO
L’interesse, l’attenzione e l’agire sono tutti influenzati dai fattori esterni ed obiettivi. Poiché tutto il
suo mondo è in conformità al mondo esterno e quindi alla società che lo circonda, i suoi principi
morali corrispondono alle esigenze della società:se queste cambiano anche i suoi principi
cambieranno. Il fatto che dipenda da fattori obiettivi non significa che acconsente a propri alle
condizioni imposte dalla vita. L’estroverso però non è adattato ma è inserito poiché l’adattamento
richiede qualcosa in più rispetto al semplice conformarsi. Il fatto che l’estroverso non sia adattato
ma solo inserito rappresenta il limite di questo tipo. Il fatto che l’estroverso punti tuto sui fattori
obiettivi e quindi sul mondo esterno fa si che abbia poca considerazione della sua soggettività, è
questo il suo unto debole, è proto a sacrificarsi per l’oggetto a qualsiasi costo. Non tenendo
conto dei fattori soggettai, la prima cosa che trascuri è il suo stesso corpo. Si accorgerà che
qualcosa non va solo quando ci saranno dei sintomi abnormi. Il pericolo dell’estroverso è la
possibilità di perdersi nell’oggetto, dimenticandosi del sè.
B- ATTEGGIAMENTO DELL’INCONSCIO
Il rapporto esistente tra inconscio e coscienza è un rapporto di compensazione. Non dobbiamo
meravigliarci del atto che si parli di un atteggiamento dell’inconscio. Se da una parte abbiamo un
atteggiamento cosciente, che in questo caso è dato dall’estroversione, dall’altra parte c’è anche
un atteggiamento inconscio che è l’esatto contrario della funzione dominante e quindi in questo
caso sarà introverso. Tutto ciò di soggettivo che la funzione dominante allontana perché troppo
legata all’oggetto, la funzione inconscia lo ingloba in sé. Le esigenze inconsce del tipo estroverso
hanno la caratteristica di essere egoistiche e infantili. essendo la funzione dominante concentrata
sul dato obiettivo, tutte le tendenze soggettive vengono messe di lato e acquistano un carattere
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-catastrofe obiettiva: in cui tutti gli scopi obiettivi a poco a poco vengono falsati e influenzati da
quelli soggettivi, rendendoli tali
IL PENSIERO
In relazione al tipo estroverso, il pensiero si orienta in base ai dati obiettivi. Il pensiero viene
alimentato sia da fattori esterni che da fattori interni, ma quando il pensiero concerne il tipo
estroverso, farà riferimento non tanto ai fattori interni quanto a quelli esterni. Poiché anche il
pensiero è rivolto verso l’esterno, anche il giudizio avrà gli stessi fondamenti del pensiero, cioè si
rifà a dati obiettivi, può anche fare riferimento a delle idee ma è bene ricordare che queste idee
siano desunte dall’esterno. Se il criterio di giudizio riviene dall’esterno allora il tipo sarà
estroverso. Bisogna considerare, prima di essere certi che il pensiero sia estroverso, che direzione
esso prenda: posso anche fare riferimento a idee o pensieri esterni ma se poi la direzione che il ,io
pensiero prende è interna allora non posso dire che sia estroverso.
Esempi: commerciante, il pensiero rivolto verso l’oggetto, il filosofo verso l’interno. Nonostante il
pensiero sia sempre rivolto verso un’idea generale o un dato obiettivo, e quindi penso di essere
certa del fatto che faccia riferimento solo all’oggetto, in realtà non è mai effettivamente così. Per
quanto il pensiero possa tendere a un idea generale, ci sarà sempre una parte di esso che ha a
che fare con l’elemento soggettivo, è una conditio sine qua non poiché senza di essa non si
potrebbe neanche parlare di pensiero. Non si può impedire il processo soggettivo parallelo. Se
questo processo parallelo é molto presente allora si ha pensiero introverso, se non è molto
accentuato ma è comunque presente allora si ha l’estroverso.
Il fatto che il pensiero possa essere estroverso o introverso non cambia la logica del pensiero
stesso ma solo la direzione verso cui si estrica. Il pensiero estroverso ad esempio sembra sempre
legato e dipendente da dei fattori esterni, arriva al suo culmine quando diventa un’idea generale.
All’osservatore Potrebbe sembrare che ci sia mancanza di libertà, ma l’osservatore vede solo la
parte esterna del pensiero estroverso e non la sua vera essenza che invece sarà colta dal tipo
pensiero estroverso che invece non percepisce ciò che vede l’osservatore. Quindi il pensiero
estroverso non è meno fecondo di quello introverso ma hanno modalità diverse. La diversità tra
pensiero estroverso. E introverso si percepisce quando vengono mischiati i due fattori: quando si
spiega un dato obiettivo in modo soggettivo o, al contrario, quando si spiega un dato soggettivo
in modo analitico. Ci sono delle intrusioni sia nel primo che nel secondo caso. Si potrebbe
pensare di risolvere questa situazione dividendo in modo categorico gli oggetti soggettivi da quelli
oggettivi ma è qualcosa che materialmente non è possibile fare.
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Questo tipo nella società potrà anche garantire una buona organizzazione, come un divulgatore o
anche un accusatore. Più le azioni sono giuste e concernano la legge universale più sono
impersonali. Il loro campo d’azione però si diversifica tra periferia e centro: chi sta in periferia si
rende conto solo delle cose positive che il tipo può portare nella società, questo perché lo si vede
dall’esterno e non si è molto a contatto con esso. Chi sta al centro del campo d’azione invece non
riesce a vedere solo le cose positive ma anzi sarà proprio su di lui e si andranno a gettare tutte le
conseguenze negative, come i familiari.
Altra conseguenza negative del tipo, che va contro se stesso, è il fatto che il tipo cercherà sempre
di fare qualcosa nella sua vita che concerne la legge universale e per questo rende a eliminare
qualsiasi dato soggettivo o che fanno riferimento al sentimento. Ma poiché non si può vivere solo
con elementi razionali, a un certo punto tutti i fattori soggettivi e sentimentali che fino a ora erano
stati rimossi, torneranno a galla causando anche turbamento. I fattori soggettivi e sentimentali
verrano definiti come inferiori e scenderanno nella parte irrazionale del tipo, giacché sono state
inibite. I primi a tornare a galla saranno i sentimenti. Nessuna funziona può essere mai oppressa al
100%, una parte sfugge al razionale e viene rimossa. Quando torna a galla si hanno dei contrasti:
ad esempio altruismo cosciente vs in contrasto con l’egoismo segreto. Se la funzione sentimento
è poco differenziata si avranno conseguenze di questo genere ma anche nei conflitti di se stessi:
si annulleranno tutte le attenzioni personali, mettendo a repentaglio anche la propria salute.
Il tipo é caratterizzato da un’estrema impersonalità ed è per questo che i sentimenti sono i primi a
essere più vulnerabili, il linguaggio che ne perviene è scontroso e aspro fino a quando non si
giunge al risentimento. Se qualcosa non rientra nella legge universale allora è automaticamente
vista con odio. Più i sentimenti sono rimossi a livello conscio, più saranno influenti nella funzione
irrazionale inconscia e più questa é sormontata dai sentimenti e da tutto ciò che è rimosso più
diventa potente fino a far sorgere dei dubbi nel tipo stesso. Si avrà un atteggiamento dogmatico:
se quello che dice un critico non va bene sl tipo, il critico sarà stroncato. La formula assume così
tanta importanza che ogni altro punto di vista passa in secondo piano, fino a quando non assume
carattere assoluto, quasi religioso.
Il pensiero estroverso é positivo, nel senso di creativo. Il suo giudizio è sintetico nel senso che, in
situazioni normali, non accetta mai e basta ciò che gli perviene dall’esterno ma cerca sempre di
scendere nei dettagli dell’analisi. Il pensiero in questo tipo rappresenta il canale attraverso cui si
svolge la vita. Non ha mai caratteristiche stagnanti.
SE NON C’ è COSCIENZA:
Il pensiero non è più sintetico ma si limita a ripensare, senza rielaborare. Stessa cosa vale per il
giudizio, che non va mai oltre ciò che è stato detto dall’esterno. Accetta semplicemente la
constatazione. Si trasforma quasi in un ipse dixit. Se il pensiero non è subordinato alla funzione
dominate é negativo: tende a eliminare qualsiasi dato del suo valore. Un esempio di pensiero
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IL SENTIMENTO
Quando il sentimento è associato all’estroverso, esso si orienta in base al dato obiettivo. Poiché il
sentimento è correlato all’estroversione, deve spogliarsi di tutte le caratteristiche soggettive, in
modo da poter essere rivolto solo all’oggetto. Un esempio di tipo sentimento è quando
chiamiamo bella o brutta una cosa non perché è veramente brutta o bella ma perché è
convenzione definirla così. Questo tipo di comportamento non deve essere però confuso con una
simulazione, ma è una forma di adattamento. Essendo il sentimento spogliato dei fattori
soggettivi, le valutazioni che ne conseguono sono tutte basate a loro volta su valori obiettivi. In
una situazione di equilibrio, il tipo sentimento estroverso fa si che nella società si possa venire a
creare una situazione piacevole, armonica.
La situazione cambia quando non c’è più equilibrio e l’oggetto prevarica su tutto il resto in modo
ancora più imponente. In questo caso, l’oggetto eliminata qualsiasi fattore personale del
sentimento, è come se inglobasse dentro di se la persona stessa, non permettendo che gli
elementi personali possano avere una propria voce. A questo punto il sentimento diventa sterile,
non è più comandato dal cuore ma dai sensi. E se questo equilibrio dovrebbe peggiorare ancora
di più, si arriva a una dissociazione del sentimento: non fa altro che impossessarsi di qualsiasi
oggetto che si trova di fronte creando una contraddizione tra i vari oggetti stessi. Diventa un
sentimento freddo, ha perso il calore umano.
Oltre ad essere represso il fattore personale e soggettivo, viene soprattutto represso il pensiero,
essendo la funzione che più desta il sentimento. Ciò non vuol dire che questo tipo non pensa, ma
il suo pensiero è sempre subordinato al sentimento. Se il sentimento lo concede, allora il pensiero
evidente messo in atto ma non è mai un pensiero originale è autentico.
Tutto ciò che viene represso va a finire nell’inconscio, compresa quella parte di pensiero che il
sentimento non accetta e questo è un pensiero arcaico e infantile , mentre l’altra parte la fa
rimanere a galla solo per sfruttarla come schiava. Se c’è una situazione di equilibrio allora il
pensiero nella parte inconscia funge da compensazione, ma se il sentimento non ha più equilibrio
con l’oggetto allora il pensiero nell’inconscio si ribella. Più il sentimento é legato all’oggetto, più
l’inconscio si oppone. A questo punto il pensiero inconscio raggiunge la superficie sotto forma di
ossessioni: quello che stava maggiormente a cuore al sentimento, adesso é il bersaglio del
pensiero. La principale manifestazione nevrotica di questo tipo è l’isteria.
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LA SENSAZIONE
La funzione della sensazione se associata al tipo estroverso fa si che essa sia esplichi in funzione
dell’oggetto. Oltre alla presenza di una sensazione oggettiva, ci sarà sempre una sensazione
soggettiva, ben diversa dalla prima. Nel caso dell’estroverso, la sensazione soggettiva é inibita. Il
soggetto che presenta come funzione la sensazione conosce il mondo è si approccia ad esso
attraverso di essa, quindi dal punto di vista fisiologico. Sempre nel caso dell’estroverso, l’attività
sensoriale è determinata dall’oggetto esterno che provoca la sensazione maggiormente
determinante. Da qui si creano i legami sensoriali con gli oggetti.
Il criterio del valore nei confronti degli oggetti è dato esclusivamente dalla sensazione che essi
generano nel tipo. Nel caso dell’estroverso, solo gli oggetti generano sensazioni. Le funzioni del
giudizio sono sottomesse alla sensazione. La funzione maggiormente rimossa è l’intuizione.
Vi è una forte mancanza di reni morali. Una volta arrivato alla nevrosi, il medico non può fare
molto perché i suoi metodi sono relativi alla indifferenzazione.
L’INTUIZIONE
Nel caso dell’estroverso, anche l’intuizione fa capo all’oggetto e al dato obiettivo. In generale,
l’intuizione è un processo inconscio, difficile da comprendere dal punto di vista della coscienza.
Quando infatti l’intuizione si esplica nella coscienza, lo fa attraverso la contemplazione. Non
bisogna pensare che questa contemplazione sia un semplice guardare, ma si tratta sempre di un
processo creativo, nel quale la funzione crea delle immagini, che nessun’altra funzione avrebbe
mai potuto captare, e che contengono un contenuto specifico. Le altra 3 funzioni vengono
rimosse, in particolare la sensazione. A primo impatto potrebbe sembrare che il tipo intuitivo sia in
realtà sensazione, ma in realtà non è così. Anzi la sensazione turba l’intuizione durante la
contemplazione. In realtà un po’ di sensazione c’è sempre anche nell’intuitivo ma è intesa non
come funzione dominante ma come semplice appoggio all’intuizione.
Il senso della vita di questo tipo sta tutto nelle possibilità. Il suo unico scopo è quello di giungere
alle massime possibilità che il dato obiettivo gli pone davanti. Ogni situazione di vita viene intesa
come un ambiente chiuso e l’intuizione deve trovare il modo di uscire. Questo porta al fatto che
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Le funzioni meno differenziate quali il pensiero e il sentimento sono le uniche che potrebbero
procurargli quel senso di giudizio che li intuizione non ha, ma sono quelle inibite e rimosse.
L’unica moralità che ha è quella del suo punto di vista, non tiene conto del benessere altrui è tutto
ciò che sono le convinzioni diverse dalle sue sono sbagliate. È la mentalità degli imprenditori e
degli uomini politici.
Questo tipo è maggiormente presente nelle donne, non tanto dal punto di vista economico
quanto da quello sociale. Sono le prime che vedono il potenziale in un’attività o in un qualsiasi
fenomeno che dagli altri viene visto ancora come qualcosa di piccolo è futile. È in grado di
infondere fiducia e entusiasmo. Nella società si pone sempre come iniziatore.
Il continuo scappare e cercare nuove vite di uscita non fa altro che aumentare i pericoli nella vita
di questo tipo. Egli continua a seminare ma senza raccogliere, saranno gli altri che raccolgono per
lui fino a quando non si troverà con le mani in mano.
L’inconscio dell’individuo assomiglia molto a quello della sensazione, anche qui pensiero e
sentimento sono rimossi e si esprimono in modo arcaico e infantile con la differenza che qui ci si
rifà non tanto al mistico quanto al concreto. Le sue decisioni non sono sottoposte al giudizio
razionale, si sottrae alle limitazioni della ragione. Tratta il suo soggetto nella coscienza con
superiorità ma anche senza riguardo perché gli altri vedono qualcosa che lui non vede, fino a
quando l’oggetto non si vendica nei modi più assurdi.
A differenza del tipo estroverso, l’introverso non prende come punto di riferiemento nella sua vita
li esterno e quindi il dato obiettivo, ma tra l’esterno e la coscienza inserisce il suo dato soggettivo,
che è alla base della sua essenza. Non bisogna però pensare che il tipo intuitivo sia un tipo
egocentrico o egoistico, questo è solo ciò che un estroverso pensa dell’introverso. Se diamo
troppa importanza alla conoscenza obiettiva, finiamo per perdere di vista il soggetto. Chi è il
soggetto? Siamo noi è tutto il mondo. Le stesse funzioni psichiche hanno un soggetto.
Inoltre, con il termine soggettivo non bisogna intendere qualcosa di negativo, ma con soggettivo
si intende qualcosa che dà vita a un fatto psichico. Poiché il fattore soggettivo è rimasto sempre
uguale a se stesso, esso rimane sempre una realtà salda quanto l’oggetto esterno. Il fattore
soggettivo è un dato incontrovertibile. Chi si fonda sul fattore soggettivo si fonda su qualcosa di
sicuro. D’altra parte, il fattore soggettivo soggiace al mutamento, è relativo. Il fatto che li
introverso dia sempre più importanza al fattore soggettivo non è un qualcosa di positivo ma anzi
al contrario di molto pericoloso.
L’atteggiamento introverso non va identificato con l’Io , ma con la sua struttura psichica che è
anteriore all’Io stesso. Il soggetto vero e proprio è rappresentato dal Sè, che è dato dall’Unione
della coscienza con l’inconscio. Mentre la coscienza equivale all’Io. Una caratteristica
dell’introverso è quella di elevare l’Io a soggetto del processo psichico, se ciò avviene si ha la
soggettivazione del soggetto che comporta l’estraneamento dell’oggetto.
Archetipo: narratura o forma di apprensione psichica dell’oggetto, è una struttura simbolica che
entra in gioco quando non ci sono concetti coscienti
Introverso non capisce come per l’estroverso sia più importante l’oggetto esterno che il pensiero
soggettivo e al contrario, fino a quando all’estroverso l’introverso non sembrerà un egoista.
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Tutto ciò che dalla coscienza viene rimosso, cade nell’inconscio in cui l’oggetto diventa infantile e
arcaico, fino a quando non fosse come se possedesse dei poteri magici.
Ogni oggetto nuovo viene inteso come pericolo e ogni mutamento dell’oggetto viene visto con
timore.
Il pensiero introverso si orienta in base al fattore soggettivo. A differenza del pensiero estroverso,
non parte dal un fattore oggettivo per andare verso l’esterno, ma qui i fatti hanno una funzione
solo secondario, vengono intesi come degli esempi illustrativi ma non hanno un’importanza
centrale, i fatti non sono nè causa nè obiettivo del pensiero. Il pensiero introverso va sempre
verso l’interno, ha la capacità di creare nuove concezioni. La capacità di questo pensiero e di
creare delle nuove idee che non erano presenti nei fatti presi come esempi illustrativi all’inizio.
Il problema si crea quando l’idea che il pensiero ha creato non è coerente con i fatti: ha una
pericolosa tendenza a far rientrare le idee nei fatti in maniera troppo forzata. In questo caso, non
ci sarà mai un corretta interposizione tra idea e fatto, fino a quando l’idea stesse si dimostra
incoerente, arcaica e di carattere mitologico. Meno l’idea viene a contatto con il fattore oggettivo,
più la sua forza è grande. L’idea ha la sua forma di persuasione perché deriva dall’archetipo
inconscio, che rappresenta la verità, ma a sua volta questa verità deve essere accettata non solo
dal tipo ma anche dal resto del mondo altrimenti l’idea non sarà più basata su qualcosa di
universale per tutti, ma universale solo per il tipo.
Il pericolo di questo pensiero sta nel dare troppa importanza al fattore soggettivo, sul quale si
base l’idea stessa. Vengono costruite costantemente nuove teorie e nuovi pensieri ma se non
sono basati su qualcosa di vero si finisce per creare immagini che non esprimono nulla. Il
pensiero a questo punto diventa mistico e sterile.
A questo punto si perde il dominio della funzione pensiero che viene invece passato alle altre
funzioni che inizialmente erano state inibite. Meno fatti obiettivi ci sono nella coscienza, più fatti
inconsci ci saranno nell’inconscio. Più la coscienza si chiude in se stessa, più le altre funzioni
diventano arricchite di pensieri mistici, magici.
In circostanze normali, il passaggio all’anormale non avviene mai perché impedito dalla forza
dell’io che non vuole essere assoggettato da qualcosa di inconscio. Se la situazione non regge, si
giunse alla distorsione del pensiero fino a una nevrosi.
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Se secondo lui quello che sta dicendo è giusto, non deve esserlo solo per lui ma anche per tutti
gli altri che devono inchinarsi di fronte al suo pensiero.
È incapace di conquistare il favore altrui per questo si trova male con le persone come le quali
lavora, non fa altro che sottolineare quanto gli altri siano superflui.
Quando comincia a pensare una cosa nessuno può fermarlo. Di fronte a un oggetto innocuo non
fa altro che farsi quasi violentare, sfruttare, non si accorge se gli succede qualcosa alle spalle
poiché considera il rapporto con l’oggetto secondario. Lavora male, è taciturno, se parla con
qualcuno e vede che non lo capisce non è altro che una prova della stupidità umana. Ha
l’assillante preoccupazione di non dover dare nell’occhio. Se visto da lontano sembra un uomo
sgarbato, quando gli si avvicina qualcuno il giudizio di lui invece sarà migliore. Non gli interessa
l’insegnamento, è un cattivo docente in quanto già conosce secondo lui la mentalità degli allievi.
Se il suo tipo diventa più forte, egli diventa meno duttile, più antipatico, le influenze esterne sono
del tutto escluse ma non fanno altro che entrare dalla finestra: dalla parte dell’inconscio, che
accumula argomentazioni contro la coscienza. Se qualcuno lo critica anche in modo corretto lui si
scaglia contro, si isola fino a quando le sue idee diventano distruttive, si accentua la lotta contro
le influenze inconsce fino a quando si paralizza.
Il pensiero di questo tipo in linea generale è positivo e sintetico, ma quando il soggetto prevale più
di qualsiasi altra cosa allora diventa un pensiero sterile , mitologico, le funzioni meno differenziate
si fanno sempre di più sentire a causa di tutto ciò che era stato fatto all’oggetto.
IL SENTIMENTO
Nel caso dell’introverso, il sentimento come qualsiasi altra funzione si orienta a seconda del
fattore soggettivo. È sottoposto a presupposti soggettivi e si occupa solo secondariamente
dell’oggetto. In quanto si manifesta in maniera meno appariscente, è più difficile da comprendere.
La maggior parte delle volte, in modo erroneo, si pensa che abbia quasi sempre un sentimento
negativo neo conforti dell’oggetto, quando quello positivo invece si esprime solo in modo
indiretto. Il sentimento non si inserisce nella realtà obiettiva ma si sovrappone ad essa, alla ricerca
di un’immagine che però non si trova nella realtà. Sono soggetti silenzio si, difficilmente
accessibili che per difendersi mettono in atto un giudizio affettivo negativo, con indifferenza. In
quanto difficile da comprendere già di per se la funzione del sentimento, nel caso dell’intorverso la
situazione si complica, per questo è importante essere dotati di grande capacità verbale. Come il
pensiero, si fa comprendere dagli altri in maniera difficile.
Per poter far si che anche gli altri possano essere partecipi del suo sentimento, il soggetto deve
esprimere in modo adeguato il suo sentimento soggettivo ma contemporaneamente anche far si
che l’altro la pensi nel suo stesso modo. Il fatto che alla fine anche l’altro la pensi come lui, se non
è il suo stesso tipo, è un po’ difficile che avvenga ma comunque non impossibile.
Il sentimento introverso per sua natura si oppone al suo opposto ovvero là pensiero estroverso
che si nasconde nell’inconscio.
Se per qualche motivo l’inconscio viene risvegliato, la risposta dal punto di vista conscio è quella
della paralisi e successivamente una resistenza ancora più violenta. Il problema di questo tipo è
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In lui i sentimenti si sviluppano verso l’interno, a differenza dell’estroverso invece che cerca di
esprimerlo verso l’esterno. Chi ha una forma di compassione in forma intensiva e non estensiva
come l’estroverso, non ha manifestazioni d’amore e solitamente si irrigidisce. Nasce
un’incomprensione tra estroverso e introverso data però da dei malintesi.
La vera sostanza del sentimento introverso in realtà non è conosciuta neanche dal soggetto
stesso, si esprime con forme poetiche. L’esempio delle donne che proiettano sui loro figli le loro
ambizioni. A volte il tipo si può caricare di una potenza misteriosa che può essere vista come
fascino. Questa forza però proviene dalle immagini inconscio, ma la coscienza le fa passare per
un prodotto della coscienza in modo da potenziare l’Io. Ma a questo punto la precedente
misteriosa potenza si trasforma in un banale desiderio di dominio.
Il pensiero inconscio è arcaico e infantile ma cerca di ridurre le eventuali prese di potere da parte
dell’Io. Fino a quando l’Io non ha il predominio allora il tipo è normale, quando ciò accade il
pensiero inconscio passa all’opposizione esprimendo tutto ciò che la funzione dominante fino a
quel momento aveva rimosso, come le necessità dell’oggetto. Il tipo comincia a pensare che tutti
attorno a lui hanno in mente inganni e tranelli e allora lui per salvaguardarsi ne mette in atto
anch’egli, usando anche in maniera negativa le sue stesse virtù. Si arriva poi alla forma di nevrosi
della nevrastenia che di solito di esprimere anche dal punto di vi sta somatico tramite l’anemia.
LA SENSAZIONE
Di per sé questa funzione fa riferimento all’oggetto ma anche nel caso dell’introverso ha un
proprio fattore soggettivo. La caratteristica migliore di questa funzione è che mette in atto un
diverso modo di vedere il mondo che lo circonda, si sviluppa infatti nei pittori. Nel caso
dell’introverso, la percezione sensoriale ha il compito di eliminare il carattere di mero effetto
dell’oggetto. Se il fattore soggettivo sobbarca quello oggettivo, l’importanza dell’oggetto
diventerà secondaria e la sensazione diventa percezione del fattore soggettivo. Gli oggetti non
penetrano realmente nel soggetto. La percezione soggettiva ha un carattere di significato e dice di
più della semplice immagine dell’oggetto. La sensazione introversa oblie ciò che sta dietro il
mondo fisico. Il momento attuale ha un carattere irreale, viene data maggiore importanza al
passato e al futuro.
L’azione dell’oggetto non arriva mai a penetrare nel profondo n quanto vi è un contenuto
soggettivo proveniente dall’inconscio che non permette di far proprio l’oggetto. Può dare
l’impressione di difendersi dall’oggetto e se l’azione dell’inconscio è molto potente la componente
soggettiva del tipo si farà sentire molto di più fino a creare una visione fallace della realtà.
Se al contrario l’oggetto perviene al soggetto vi sarà un comportamento dettato dall’inconscio
che ha un carattere fantastico: viene rivelata la soggettività e la mancanza di aderenza alla realtà.
In generale il tipo non arriva mai a una comprensione oggettiva. Egli si muove in un mondo in cui
tutto ciò che lo circonda una volta è visto come una creatura benevola e una volta come
malvagio. La situazione lo sorprende nel momento in cui vede quanto le sue sensazioni siano
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Il suo inconscio elimina soprattutto l’intuizione in quando funzione contraria alla sensazione, che
ha carattere estroverso e arcaico. Essa ha la capacità di subornare tutti gli aspetti ambigui della
realtà, prevede tutte le possibilità e ha un carattere distruttivo, ma nel caso di tipo normale attua
una corretta compensazione all’atteggiamento fantasioso della coscienza. Se prende potere
l’intuizione inconscia, si crea una nevrosi ossessiva.
L’INTUIZIONE
L’intuizione nell’introverso si rivolge verso oggetti interni, che diventano gli elementi dell’inconscio.
Essi sono immagini soggettive, i contenuti dell’inconscio, che non sono accessibili ad alcuna
esperienza. Anche l’intuizione ha un fattore soggettivo che nell’introverso diviene determinante.
Non gli interessa di per sé ciò che succede all’esterno, ma come ciò che proviene dall’esterno
possa influire all’interno. La sensazione si limita alla percezione, l’intuizione reprime il fattore
soggettivo e percepisce l’immagine. L’intuizione cerca di vedere oltre, se si torva di fronte a una
situazione i suo interesse sarà quello di analizzarne tutti i particolari. L’immagine ora si modifica.
L’intuizione coglie i processi che si trovano nell’intimo della coscienza ma giunge a una
conoscenza insufficiente in quanto manca della sensazione. Le immagini appaiono staccate dal
soggetto.
Così come l’intuitivo estroverso non ha attenzione nei confronti degli oggetti esterni, così
l’intuitivo introverso non la ha nei confronti degli oggetti interni. L’introverso prosegue da
immagine a immagine, cercando di scovare tutte le possibilità. La contemplazione delle immagini
dell’inconscio è sterile.
L’intuizione introversa coglie le immagini che provengono dallo spirito inconscio, per ereditarietà.
Negli archetipi sono presenti tutte le esperienze che si sono susseguite sulla Terra da l principio.
Questo tipo fornisce dati di straordinaria importanza per la comprensione degli accadimenti
universali. Può prevedere nuove possibilità, avendo anche previsioni profetiche.
Il tipo introverso intuitivo che invece è impostato moralmente e che ha un giudizio, a differenza del
primo, non si cura solo del come ma anzi gli interessa di più conoscere quali sono le conseguenze
di ciò che ha scoperto nella su avita. Ha un giudizio morale. Quando prova a fare ciò, il tentativo
diventa unilaterale in quanto perde di vista la realtà attuale e diventa incompreso. Il linguaggio che
usa è troppo soggettivo, è quell’uomo che predica nel deserto.
Il tipo essendo intuitivo rimuove maggiormente la sensazione, che prende spazio nell’inconscio.
L’inconscio si identifica nel tipo estroverso sensazione, che non è un tipo normale ma arcaico e
infantile, è dominata da smoderatezza e istintualità. D’altra parte questi caratteri fanno si che la
sua parte conscia non diventa troppo rarefatta e non arrivi a sublimarsi, e la fa diventare più
pesante. Se però l’elemento cosciente diventa troppo potere, l’inconscio passa all’opposizione,
facendo uscire tutto ciò che fino a quel momento era mantenuto nascosto. Si creano
manifestazioni ipocondriache, nevrosi ossessive.
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