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Per quale motivo alcune persone si vedono belle e vincenti, mentre altre si
percepiscono brutte e poco attraenti?
Perché c’è chi finisce nella spirale degli interventi estetici pur di vedersi e
sentirsi più desiderabile?
Con questo libro scoprirete quali sono i meccanismi che portano la mente a
imparare a percepire il proprio corpo in un certo modo e comprenderete le
ragioni che si nascondono dietro l’opinione, spesso distorta, che si ha di sé.
Opinione che in qualche caso è capace di innescare una vera e propria
sindrome del brutto anatroccolo.
L’immagine corporea, infatti, è qualcosa che la mente apprende nel corso del
proprio sviluppo. Si fonda su immagini, etichette e punti di vista, a volte
positivi a volte negativi, raccolti consciamente e inconsciamente nell’arco
della propria vita. Ma sono etichette che possono influenzare profondamente
l’autostima della persona.
Questo libro vi insegnerà a superarle.
Nella parte finale troverete infatti alcuni test ed esercizi di auto-percezione
corporea per iniziare ad allenare la mente a disimparare il modo in cui essa
vede se stessa e il proprio corpo.
Siete pronti a vedervi come non vi eravate mai visti prima?
L'autore
Luca Saita, psicologo, psicoterapeuta, vive a Roma dove esercita la libera
professione. Ha studiato a Roma e a Sunderland, nel Regno Unito, dove ha
avuto modo di approfondire gli approcci più moderni alla psicoterapia. È
stato uno dei primi psicologi in Italia ad aprire un sito internet dedicato alla
psicologia, ricevendo l’attenzione dei media (www.lucasaita.it). Autore di
numerosi saggi e articoli sulla psicoterapia, per i nostri tipi ha pubblicato
Liberarsi dai sensi di colpa. Come smascherare i “venditori” dei sensi di colpa e
ritrovare serenità (2013).
Grafica della copertina: Alessandro Petrini
L’opera, comprese tutte le sue parti, è tutelata dalla legge sul diritto d’autore.
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della licenza d’uso previste e comunicate sul sito www.francoangeli.it.
Introduzione
3. L’attacco al corpo
4. Proiettare sull’altro
5. Etichette dannose
2. Le etichette familiari
4. Vedere la “macchia”
1. Come ti vedi?
4. Imparare a difendersi
5. Chiedetelo ai sogni
Conclusioni
Habentibus symbolum facilis est transitus
Questo libro è dedicato al cigno
che c’è in ognuno di noi
Introduzione
Come mai alcune persone che hanno dei nasi, per esempio,
non proprio perfetti, li vivono serenamente, mentre altri con
nasi normalissimi soffrono moltissimo in quanto li ritengono
brutti e inaccettabili?
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3. ........
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3. ........
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Questa può essere una buona base di partenza per
disinnescare il modo in cui vi vedete e soprattutto il
modo in cui la mente si è ormai abituata a vedervi.
Le abitudini, infatti, possono essere molto pericolose, in
quanto, proprio per il loro ripetersi continuo, creano di per sé
delle etichette implicite, cioè dei modi di vedersi che si
radicano nella persona e che questa finisce per accettare
come parte di sé. Rompere le abitudini è un’ottima strategia di
attacco per iniziare a mettere sotto critica tutto ciò che ormai
si ritiene come assodato e che si dà per scontato di sé.
Quello che dovete proporvi è di rompere i vostri schemi
mentali di vedervi, per trovarne di nuovi che tengano conto di
altri punti di vista differenti da quelli abituali.
1. Come ti vedi?
Per entrare più nello specifico del tema, può essere molto
utile dare un voto, da 0 a 10, alle specifiche parti del corpo,
nonché un voto generale a quanto ci si sente bene nella
propria altezza e con il proprio aspetto fisico in generale.
Questo semplice test può dare delle indicazioni molto
interessanti, soprattutto considerando il significato simbolico
che le varie parti del corpo hanno.
CAPELLI: ........
OCCHI: ........
NASO : ........
FACCIA: ........
BOCCA: ........
ORECCHIE: ........
COLLO : ........
BRACCIA: ........
MANI: ........
GLUTEI: ........
GAMBE: ........
PIEDI: ........
ALTEZZA: ........
BELLEZZA: ........
Difendersi dall’autosvalutazione
A volte siamo proprio noi stessi a darci etichette e a vederci
negativamente. Questo può essere molto pericoloso, in quanto
è molto più difficile difendersi da se stessi che dagli altri. Per
questo motivo, se si inizia a pensare negativamente su se
stessi, è bene porsi molte domande, e non accettare mai un
punto di vista negativo autoinfliggendosi un’etichetta.
Se l’autosvalutazione è nata da esperienze negative subite
da altre persone, oppure da esperienze di vita vissuta, è bene
interrogarsi sui motivi di eventuali fallimenti, per
comprendere quali possono essere state le ragioni che li
hanno generati.