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Elementi di psicologia

DOTT.SSA ANGELA MACRÌ


La relazione di aiuto Educativa

L’OMS definisce la Relazione di aiuto Educativa è dunque una


relazione tra persone in cui uno dei partecipanti (Operatore) cerca di
favorire nell’altro ( il soggetto in difficoltà ) una maggiore valorizzazione
delle proprie capacità presenti e potenziali ,in modo da incoraggiare
una crescita che nel rispetto delle caratteristiche individuali, porti a
graduali miglioramenti della Qualità della vita.
Fattori
Sensazioni
Ereditari
Comportament
o
Pensiero

Emozioni Intelligenza
cultura

Linguaggio

Personalità
Motivazioni

Educazione
Bisogni
Oggetto di studio della psicologia

La psicologia si interessa soprattutto a ciò che gli organismi fanno,


ovvero a come si comportano

Alcuni studiano l’anatomia e la fisiologia


del sistema nervoso

Altri pensano che ciò che accade


nell’individuo non è di loro competenza

La psicologia studia il comportamento osservabile della gente e degli


animali e da quel comportamento osservabile costruisce delle inferenze logiche
sui tipi di processi mentali interni che sono sottostanti al comportamento
osservabile
Cenni sulla storia della psicologia

Oggetto di studio: analisi dei contenuti della mente – metodo


introspettivo
WUNDT

Analisi connessioni
Oggetto di studio: il dirette Stimolo Risposta
comportamento in
quanto tutti possiamo
Come il Analisi processi
osservarlo ed essere comportamento
d’accordo sul fatto che viene Organici che
è avvenuto in un certo determinato? intercorrono tra lo
modo, in un tempo ed Stimolo e la Risposta
in uno spazio definiti
WATSON
Analisi dei processi mentali non
osservabili che innescano il
comportamento
I metodi della psicologia

Metodo
sperimenta
le

Osservazio
ne

Case
study
Comunicare fa la differenza
Per Watzlawick:

La comunicazione è un processo di scambio di


informazioni e d’influenzamento reciproco che
avviene in un determinato contesto. L’atto
comunicativo viene inteso come la trasmissione
di una informazione attraverso messaggi da un
emittente a un destinatario.
Caratteristiche di un canale
d’informazione
Contenuto informativo
Codifica Canale Decodifica

Concezione Trasmissione Ricezione Interpretazione


del del del del
Messaggio Messaggio Messaggio Messaggio

Sorgenti di
rumore

Codice Codice
La percezione

La percezione è il processo mediante il quale il cervello elabora informazioni


sensoriali provenienti dal mondo esterno e le traduce in informazioni più
complesse
Percezione: le illusioni percettive

La nostra percezione è sempre intrepretazione

quindi

i sensi non sono uno specchio fedele del mondo


circostante e ciò che percepiamo
non corrisponde del tutto a ciò che esiste
veramente fuori di noi

È un processo cognitivo e non solo sensoriale. Le


illusioni sono percezioni di oggetti costruiti
mentalmente, ma in realtà inesistenti. 
Quando Milano inizia per m e termina per t?

Quando Milano inizia per m e Termina per t?

Quando “milano” inizia per m e “termina” per t?

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Il concetto di mappa individuale
Ogni individuo possiede una mappa soggettiva del mondo, ha cioè un
suo modo di vedere le cose e di reagire agli eventi, costruito
soprattutto in base all’esperienza
Come si costruisce la mappa
Esistono tre tipi di filtri:
– Quelli fisiologici, legati ai limiti dei nostri sensi (es. Ultrasuoni)
– Quelli sociali come la cultura, le leggi e, soprattutto, il linguaggio
– Quelli individuali legati all'educazione ricevuta, alle proprie esperienze (es. valori,
credenze)
Generalizzazione
Un’esperienza o parte di essa viene sottratta dal contesto originario per
assumere un significato universale

Es.: dall’esperienza di una bruciatura con una stufa possiamo trarre regole utili come “Non
bisogna toccare le stufe accese” o “prestiamo attenzione agli oggetti di metallo a contatto con il
fuoco”. Ma possiamo anche giungere a generalizzazioni limitanti come: “le stufe sono pericolose”
(rifiutandoci di entrare in una stanza dove c’è una stufa anche se fredda).
Cancellazione
Attenzione selettiva nei confronti di alcuni elementi della nostra
esperienza ed esclusione di altri

Es.: quando un capo si fa l’idea che un collaboratore è ritardatario: noterà solo quelle volte in cui
arriva in ritardo, a conferma dell’idea che si è costruito di lui, quando magari ci sono altri colleghi che
arrivano molte più volte di lui in ritardo e non vengono notati. Per questo vale l’affermazione “Non si
ha mai una seconda occasione per fare una buona prima impressione”.
Gli assiomi della comunicazione

1. Non si può non comunicare


2. Ogni comunicazione prevede un aspetto di
contenuto e uno di relazione
3. La natura di una relazione dipende dalle
punteggiature di sequenze di comunicazione
4. La comunicazione è sia verbale che non verbale
5. In ogni comunicazione la relazione tra le parti può
essere simmetrica o complementare
La comunicazione verbale

 E’ il prodotto di parole
pronunciate sulla base di
regole grammaticali,
sintattiche e semantiche;
 Permette di esprimere “cosa
vogliamo comunicare”;
 Richiede che il codice che ne
sta alla base, sia conosciuto
sia dall’emittente che dal
ricevente.
La comunicazione non verbale

 E’ caratterizzata da posture, da
movimenti del corpo, da gestualità,
da un determinato abbigliamento,
dalla mimica facciale;
 Dà un’incidenza al messaggio
verbale.
 Permette di manifestare certi stati
emotivi ( ira, gioia, paura,
tristezza…)
La comunicazione in percentuale

CPV

CV CNV
COMUNICAZIONE NON
PRESENZA VERBALE SGUARDO
ci serve per entrare in
è il primo
relazione con gli altri e
impatto...influenza
mantenere il coinvolgimento
le Rappresentazioni
Mentali dell’interlocutore
ESPRESSIONI
POSTURA DEL VISO
funzionano da feedback e, di
ci dà alcune informazioni
solito, sono legate ai gesti
sull’atteggiamento
nell’espressione delle emozioni
dell’altro

GESTI
PROSSEMICA ci danno ulteriori
informazioni su emozioni,
la distanza tra emittente e ricevente, fornisce
sentimenti, stati d’animo,
informazioni sul livello di “intimità“ delle due
attenzione....
persone, su disagi e sconfinamenti
COSA DIRE SULLA PRESENZA

essere consapevoli che “l’abito fa... la


Rappresentazione Mentale” che l’altro
si fa di noi !
assumersi la responsabilità del modo
in cui “appariamo”
cercare di essere inizialmente
“neutrali” (non suscitare forti
attrazioni, né creare eccessivi disagi)
COSA DIRE SULLA POSTURA
 Gli spostamenti del corpo riflettono sempre un
cambiamento dell’atteggiamento interiore (la
congruenza convince, l’incongruenza viene
interpretata)
 Con le parole si può mentire, con il corpo no
 Un atteggiamento corporeo “aperto” suscita
generalmente percezioni positive e dunque...
- collo non protetto, testa sollevata, spalle dritte
- atteggiamento complessivo rilassato
- baricentro del corpo perpendicolare al bacino

OGNUNO RIPETE LA STESSA POSTURA QUANDO


VIVE LA STESSA “EMOZIONE”
(IL CODICE È INDIVIDUALE)
COSA DIRE SUI GESTI
 I gesti vanno interpretati insieme ad altri
indicatori (postura, prossemica,
espressioni...) per capire le emozioni
trasmesse da chi comunica
 I gesti non vanno soffocati, ma solo
“educati” (eliminare gli eccessi)
 La velocità dei gesti è proporzionale
all’intensità emotiva della comunicazione
 Rapresentano un ottimo rinforzo per il
messaggio verbale

CERCARE DI RENDERLI “AMPI” E “FLUIDI”, (MAGARI


UTILIZZANDO UN ANCORAGGIO)”, EVITANDO MOVIMENTI
TROPPO RIPETITIVI DELLE MANI
COSA DIRE SULLA PROSSEMICA

 Quando due persone condividono lo stesso


tavolo, dapprima ciascuna ne considera la metà
come parte della sua zona intima (eccezioni: la
timidezza o il diverso status delle persone)
 C’è generalmente un rapporto diretto
tra il non rispetto della zona di spazio
fisico di un altro e lo stargli troppo
addosso in senso figurato (ossia
invadere la sua zona intima psicologica)
I segnali di distanziamento indicano il desiderio
di avere più spazio libero sia in senso fisico che
psicologico
COSA DIRE SULLA PROSSEMICA

INTIMA: 0-45
cm
PERSONALE: 45-120 cm
SOCIALE: 120-365 cm

PUBBLICA: 365 cm
COSA DIRE SULLA PROSSEMICA

LA DISTANZA GIUSTA TRA


NOI ED IL NOSTRO
INTERLOCUTORE E’ QUELLA
CHE SCEGLIE LUI !!!
COSA DIRE SULLA MIMICA DEL
VISO

Ognuno ha delle espressioni


tipiche e personali
Solo la conoscenza
dell’altro ci aiuta a dare un
significato univoco alle
espressioni e a collegarle ai
suoi reali stati d’animo
COSA DIRE SUL TONO, IL RITMO E
LE PAUSE: ELEMENTI PROSODICI

IL TONO
 non è semplicemente il tono di voce di chi parla
(melodica, timbrica); ma l’intera costruzione
della frase (interrogativa, esplorativa,
imperativa)
 è lo specchio del nostro stato d’animo e può
essere quindi aggressivo, adirato, ironico,
didattico, stizzoso, brontolone, calmo,
tranquillizzante, neutro, amichevole, alto, basso,
chiaro...

CI SI PUO’ ALLENARE A CURARE LA PROPRIA TIMBRICA


PER RENDERLA AMICHEVOLE E SIGNIFICATIVA
(CHE EFFETTO FA LA NOSTRA VOCE AL REGISTRATORE?)
COSA DIRE SUL TONO, IL RITMO E
LE PAUSE: ELEMENTI PROSODICI

IL RITMO
Deve essere “in linea” con il contesto
comunicativo e con il momento;
di solito è consigliabile utilizzarlo per
incidere sul livello di attenzione
dell’altro

VARIARE IL RITMO
PER RICHIAMARE L’ATTENZIONE
COSA DIRE SUL TONO, IL RITMO E
LE PAUSE: ELEMENTI PROSODICI

LE PAUSE

sono indispensabili; fanno pensare e ci fanno


riflettere... sono un segnale di rispetto per
l’altro...
servono a sottolineare, richiamano l’attenzione
Sensazione Vs Percezione

Le sensazioni
sono eventi privati e
soggettivi che possiamo
descrivere agli altri ma solo
noi ne abbiamo una
esperienza diretta

La percezione
interpreta
l’informazione data dal
sistema sensoriale
Le illusioni percettive

Se le sensazioni sono esperienze soggettive anche le percezioni


risentono del modo in cui organizziamo le informazioni

La nostra percezione è quindi


una interpretazione della
realtà ma non corrisponde ad
una realtà oggettiva
Le competenze dell’Operatore Socio Sanitario
Operatore Socio Sanitario

L'operatore socio sanitario è l'operatore che, a seguito dell'attestato


di qualifica conseguito al termine di specifica formazione professionale,
svolge attività indirizzata a:

a) soddisfare i bisogni primari della persona, nell'ambito delle proprie


aree di competenza, in un contesto sia sociale che sanitario
b) favorire il benessere e l'autonomia dell'utente.
Sapere

Cosa deve sapere


 conoscere le problematiche del disagio sociale, le tecniche di intervento
e le principali patologie fisiche, psichiche e sociali.
 saper diagnosticare le proprie ed altrui competenze a attitudini, deve
saper riconoscere ed affrontare, anche in collaborazione con l'equipe di lavoro,
i problemi presentati dall'utenza.
 deve sapersi mettere in relazione: è di fondamentale importanza la sua
capacità di relazione umana con la persona che, in situazione di difficoltà, ha
anche bisogno di essere accolta, sostenuta e compresa.
Saper fare

Cosa deve saper fare

attuare i piani di lavoro, in base alle proprie competenze, e in


collaborazione con altre figure professionali.
lavorare in un gruppo nel quale confluiscono più professionalità.
individuare i bisogni che la persona in difficoltà sovente non riesce ad
esprimere, intervenire quindi di conseguenza.
collaborare nel dare continuità alle attività finalizzate al mantenimento delle
capacità psicofisiche residue, alla rieducazione, riattivazione, recupero
funzionale dell'utente.
aiutare nelle attività di animazione che favoriscono la socializzazione, il
recupero ed il mantenimento di capacità cognitive e manuali.
svolgere attività di informazione sui servizi del territorio, e di curare il
disbrigo di pratiche burocratiche, così come l'accompagnamento dell'utente per
l'accesso ai servizi.
Allo scopo di

La sua attività è indirizzata a:


 soddisfare i bisogni primari della persona,
nell'ambito delle proprie aree di competenza, in contesto
sia sociale che sanitario;
 favorire il benessere e l'autonomia dell'utente.
Stress
Lo stress è una sindrome di adattamento a degli stressor
(sollecitazioni). Può essere fisiologica, ma può avere anche dei
risvolti patologici.

Ogni stressor che perturba l'omeostasi dell'organismo richiama


immediatamente delle reazioni regolative neuropsichiche, emotive,
locomotorie, ormonali e immunologiche.
Stress psicologico

Lazarus e Folkman (1984) definiscono lo stress come: “la condizione


derivante dall’interazione di variabili ambientali e individuali, che vengono
mediate da variabili di tipo cognitivo, qualcosa di dinamico, a carattere
relazionale”

Gli eventi sono stressanti nella misura in cui sono


percepiti come stressanti, per cui uno stimolo
produrrà o meno una reazione di stress a seconda di
come viene interpretato e valutato
La curva dello stress
Il sistema nervoso autonomo

Si attiva come prima risposta e reazione ad un evento

Il sistema simpatico e parasimpatico agiscono in maniera


sinergica e contrapposta

Il sistema
Il sistema
parasimpatico
simpatico:
spegne quelli
attiva i sistemi
che non hanno
necessari a
nulla a che fare
contrastare
con l’emergenza
l’emergenza
L’asse ipotalamo – ipofisi - surrene

Producono risposte a medio e lungo termine attraverso il rilascio di


ormoni come l’adrenalina, le corticotropine, il cortisolo o
corticosterone

In una situazione di
stress viene rilasciata
anche la serotonina
che influisce sulla
sensibilità al dolore
Il burn out

C. Maslach nel 1975, ha utilizzato questo termine per definire

“ Una sindrome i cui sintomi evidenziano una patologia


comportamentale a carico di tutte le professioni ad elevata
implicazione relazionale. L’operatore vive una perdita di interesse
verso le persone con le quali svolge la propria attività (pazienti,
assistiti, clienti, utenti, ecc),”
Manifestazioni

Il burnout ha manifestazioni specifiche:

Un deterioramento progressivo dell’impegno nei confronti del


lavoro. Un lavoro inizialmente importante, ricco di prospettive ed affascinante
diventa sgradevole, insoddisfacente e demotivante.
Un deterioramento delle emozioni. Sentimenti positivi come per
esempio l’entusiasmo, motivazione e il piacere svaniscono per essere sostituiti
dalla rabbia, dall’ansia, dalla depressione.
Un problema di adattamento tra la persona e il lavoro. I singoli
individui percepiscono questo squilibrio come una crisi personale, mentre in
realtà è il posto di lavoro a presentare problemi

È caratterizzata da manifestazioni quali nervosismo, irrequietezza,


apatia, indifferenza, cinismo, ostilità delle persone, sia tra di loro sia
verso terzi
Cause

sovraccarico di lavoro
mancanza di controllo
gratificazioni insufficienti
crollo del senso di
appartenenza
assenza di equità
valori contrastanti
scarsa remunerazione.
Sintomatologia

Il soggetto colpito da burnout manifesta:

Sintomi aspecifici (stanchezza ed esaurimento, apatia, nervosismo,


irrequietezza, insonnia)
Sintomi somatici: insorgenza di patologie varie(ulcera, cefalea, disturbi
cardiovascolari, difficoltà sessuali ecc.)
Sintomi psicologici: rabbia, risentimento, irritabilità, aggressività, alta
resistenza ad andare al lavoro ogni giorno, negativismo, indifferenza, depressione,
bassa stima di sé, senso di colpa, sensazione di fallimento, sospetto e paranoia,
rigidità di pensiero e resistenza al cambiamento, isolamento, sensazione di
immobilismo, difficoltà nelle relazioni con gli utenti, cinismo, atteggiamento
colpevolizzante nei confronti degli utenti e critico nei confronti dei colleghi.

Tale situazione di disagio molto spesso porta il soggetto ad abuso


di alcool, di psicofarmaci o fumo.
Quali capacità o
risorse posso
mettere in
campo?

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