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Fulvio Corrieri
La presente dispensa sintetizza nella forma delle FAQ quanto spiegato ed elaborato
attraverso il team working realizzato durante gli incontri in aula. Al termine di ogni
singola questione, un rapido esercizio di Vero/Falso consente di sintetizzare uno o più
aspetti trattati, ed è utile in vista della prova.
Enquiry Self-awareness
La ricerca L’autoconsapevolezza di sè
Evaluation Communication
La valutazione La comunicazione
Fonte: Jolliffe, W. (2007), Cooperative learning in the classroom. Putting it into practice, SAGE
Publications, London. [nostro adattamento]
Centrale per l’alunno e per lo stesso docente è essere in salute, sia fisicamente che
mentalmente. L’Intelligenza Emotiva gioca un ruolo cruciale per tale benessere. Ad
esempio, il Department for Education and Skills (DfES) Guidance sugli ‘Social and
Emotional Aspects of Learning’ (SEAL) afferma che ‘the development of emotional
and social competence and well-being can reduce mental health problems of young
people and their teachers’.
To be able to get on well Essere in grado di andare d'accordo con gli altri
with others in a group. in un gruppo.
This concerns utilising emotions to support a Ciò riguarda l'utilizzo delle emozioni per
goal and involves delaying gratification: sostenere un obiettivo e implica ritardare la
being able to get into the ‘flow’ state to gratificazione:
accomplish outstanding performance. essere in grado di entrare nel "flow state" per
ottenere prestazioni superiori.
Recognising emotions in others. Riconoscere le emozioni negli altri.
This follows from being able to control one’s Ciò deriva dalla capacità di controllare le
own emotions: being able to work harmoniously proprie emozioni:
with others and to develop a sense of belonging. essere in grado di lavorare in armonia con gli
altri e di sviluppare un senso di appartenenza.
Fonte: Jolliffe, W. (2007), Cooperative learning in the classroom. Putting it into practice, SAGE
Publications, London. [nostro adattamento]
4. Esercizio.
Lavorare in gruppo è apprendere in maniera cooperativa.
Vero o falso?
Esercizio
Lo scaffolding è un’esperienza tutoriale che può rientrare nell’apprendimento
cooperativo.
Vero o falso?
5. Coaching, shaping
“Altre forme tutoriali sono il coaching o accompagnamento passo per passo con
suggerimenti, incoraggiamenti ecc.; lo shaping ovvero la suddivisione, articolazione
e scansione del compito da parte del tutor in funzione delle necessità di
apprendimento del soggetto; l’apprendistato cognitivo che consente di sviluppare ed
esteriorizzare il dialogo tra chi da un lato agisce e chi, dall’altro, orienta e critica: un
dialogo che gli allievi possono gradualmente interiorizzare mediante la discussione,
l’alternanza dei ruoli, attività di problem solving svolta in gruppo e così via.”
[Martinelli, M. (2017)]
Esercizio
Coaching e Cooperative Learning sono sinonimi della stessa metodologia di
apprendimento.
Vero o falso?
“Da tutte queste diverse forme di approccio collaborativo va distinto, però, il vero e
proprio Cooperative Learning, il quale si sviluppa in una situazione dissimile,
persegue finalità differenti, suscitando dinamiche interpersonali diverse rispetto alle
altre forme di apprendimento cooperativo: per questo motivo, indicando quest’ultima
metodologia di lavoro, è preferibile mantenere la dizione anglosassone piuttosto che
l’equivalente italiano, al quale riservare invece un significato più generale, evitando
così equivoci e confusioni tra le diverse procedure e pratiche didattiche (Comoglio,
Cardoso, 1996, p. 14). (…) Possiamo senza dubbio condividere l’affermazione
secondo cui «il Cooperative Learning (…) in termini molto generali (…) può essere
inteso innanzitutto come una modalità di apprendimento che si realizza attraverso la
cooperazione con altri compagni di classe […] non ha alcuna relazione con il
tradizionale apprendimento di gruppo e che, inoltre, non esclude situazioni o
momenti di lavoro sia individuali sia competitivi» (Comoglio, Cardoso, 1996, pp. 5-
6). David W. Johnson, a sua volta, propone del Cooperative Learning la definizione
secondo la quale esso risulta essere «un metodo didattico che utilizza piccoli gruppi,
in cui gli studenti lavorano insieme per migliorare reciprocamente il loro
apprendimento» (D.W. Johnson, R.T. Johnson, Holubeck, 1994, p. 19). Il
Cooperative Learning consiste, dunque, in una prassi di lavoro che si fonda sulla
proposta, ad ogni singolo allievo, di operare in un gruppo composto da più soggetti, i
quali si applicano ad un compito assegnato dall’insegnante, concentrandosi su di esso
in modo tale da realizzare un’interdipendenza positiva tra i membri stessi del gruppo.
Il Cooperative Learning, tuttavia, non può essere confuso solo con una rigida
metodologia di lavoro scolastico: esso si configura, prima di tutto, come un ambiente
di lavoro ed una strategia didattica. I sostenitori del Cooperative Learning, infatti,
seguono talvolta concezioni fondamentali e tecniche operative anche dissimili tra
loro: essi tuttavia hanno in comune il convincimento che l’impiego di sistemi di
cooperazione impostati sulle risorse costituite dagli allievi stessi risulti essere il più
efficace e che ciò debba essere esteso quasi alla totalità delle attività scolastiche.”
[Martinelli, M. (2017)]
Esercizio
Il Cooperative Learning può essere inteso innanzitutto come una modalità di
apprendimento che si realizza attraverso la cooperazione con altri compagni di classe
non ha alcuna relazione con il tradizionale apprendimento di gruppo e non esclude
situazioni o momenti di lavoro sia individuali sia competitivi.
Vero o falso?
Esercizio
La metodologia peer tutoring coincide con la metodologia Learning Together
elaborato da David W. e Roger T. Johnson.
Vero o falso?
8. La pluralità delle diverse tipologie di Cooperative Learning costituiscono un
ostacolo ai fini della progettazione educativa e didattica in chiave di inclusione?
Esercizio.
Le metodologie Cooperative Learning sono poco utili ai fini dell’inclusione
educativa.
Vero o falso?
9. Quali sono le caratteristiche essenziali per attuare un’autentica esperienza di
Cooperative Learning?
Cooperative learning requires pupils to work together in small groups to support each other to
improve their own learning and that of others.
Jolliffe, W. (2007), Cooperative learning in the classroom. Putting it into practice, SAGE
Publications, London.
Per apprendere in maniera effettivamente cooperativa sono necessari alcuni elementi chiave.
Questi 5 elementi sono conosciuti in lingua inglese con l’acronimo
PIGS-F
P ositive interdependence - ‘We sink or swim together’ - ‘One for all and all for one’
1] Interdipendenza positiva tra gli allievi
I ndividual accountability - ‘No Hitchhiking!’
2] Responsabilità individuale e di gruppo
G roup processing Small-Group and interpersonal -
3]Interazione costruttiva interpersonale e nel piccolo gruppo
S kills F ace-to-face interaction -
4] Abilità sociali e 5] nei rapporti interpersonali vis-a-vis
Fonte: Jolliffe, W. (2007), Cooperative learning in the classroom. Putting it into practice, SAGE
Publications, London. [nostro adattamento]
Esercizio
L’acronimo PIGS-F indica un particolare reattivo mentale (test) che serve a misurare
l’Intelligenza Emozionale.
Vero o falso?
10. Quali sono gli elementi essenziali per considerare le attività didattiche quali
attività di Cooperative Learning?
Quali sono gli elementi essenziali rispetto al ruolo degli allievi nell’apprendimento
cooperativo?
Per ciò che concerne il ruolo degli allievi nel Cooperative Learning gli elementi essenziali, da
attivare durante ogni attività, sono:
– 1. interdipendenza positiva;
– 2. responsabilità individuale e di gruppo;
– 3. interazione costruttiva;
– 4. abilità sociali nei rapporti interpersonali;
– 5. autovalutazione.
Esercizio
L’interazione costruttiva NON è un elemento essenziale del Cooperative Learning.
Vero o Falso?
11. Gli elementi essenziali per considerare le attività didattiche quali attività di
Cooperative Learning:
1. Interdipendenza positiva tra gli allievi.
PRIMA FASE
SECONDA FASE
3. Tutti i ragazzi A s’incontrano tra di loro per individuare procedure univoche e contenuti da
considerare. Chiamiamo questo gruppo "gruppo tecnico". In questa fase ogni alunno diventerà
competente di quello specifico ambito perché nella fase successiva dovrà relazionare al gruppo-
base.
4. Nell'esempio i ragazzi del gruppo A stabiliscono quante righe e colonne dovrà avere la
tabella e quali le voci da considerare. Ciascuno dovrà imparare i termini relativi al Paese da
studiare.
5. Avremo quindi 5 "gruppi di base" e 5 "gruppi tecnici"
TERZA FASE
5. Si ritrovano i "gruppi base", in cui adesso ciascun allievo è "esperto" di una fase del lavoro
e di questa sua conoscenza deve rendere partecipi i compagni che ne sono del tutto privi.
6. Viene svolto il lavoro dato in consegna
Esercizio
Il termine JIGSAW si riferisce a un gioco di socializzazione che niente ha a che fare
con l’apprendimento.
Vero o falso?
Esercizio
Distribuire l’occorrente per svolgere l’attività, solo parzialmente a ciascun
componente del gruppo, in modo che non sia possibile procedere se non si utilizza il
materiale di ciascuno, favorisce l’interdipendenza positiva, elemento costitutivo
dell’apprendimento cooperativo.
Vero o falso?
Esercizio
C’è consenso unanime nella letteratura scientifica nell’affermare che
nell’apprendimento cooperativo non si deve mai stimolare la competizione tra i
gruppi della classe.
Vero o falso?
“L’interdipendenza positiva può essere costruita anche sulla fantasia: si possono, per
esempio, invitare i gruppi a raccontare storie in cui ciascun allievo inventa un
personaggio con caratteristiche specifiche e, successivamente, il gruppo, insieme,
immagina lo svolgimento del racconto facendo intervenire i vari personaggi, creati
dalla fantasia dei singoli, sulla base delle qualità evidenziate. In alternativa si può
anche scrivere un racconto nel quale ciascun componente, a turno, aggiunge una frase
alla narrazione, tenendo conto di ciò che hanno creato gli altri in precedenza,
lasciando aperta l’evoluzione della storia alla creatività di chi interverrà in seguito.”
[Martinelli, M. (2017)]
Esercizio
La narrazione è un utile strumento ai fini dello sviluppo dell’interdipendenza positiva
nell’apprendimento cooperativo.
Vero o falso?
Esercizio.
La valutazione nell’apprendimento cooperativo si deve limitare all’osservazione.
Vero o falso?
18. Gli elementi essenziali per considerare le attività didattiche quali attività di
Cooperative Learning:
2. Responsabilità individuale e di gruppo.
19. Gli elementi essenziali per considerare le attività didattiche quali attività di
Cooperative Learning:
3. Interazione costruttiva o interazione positiva faccia a faccia
Esercizio
Vero o falso?
20. Gli elementi essenziali per considerare le attività didattiche quali attività di
Cooperative Learning:
4. Abilità sociali necessarie nei rapporti interpersonali all’interno del piccolo gruppo
Esercizio
Vero o falso?
Nel contesto del piccolo gruppo è necessario il possesso di alcune competenze
specifiche relative all’interazione sociale, senza delle quali la possibilità di cooperare
responsabilmente diviene molto problematica.
21. Gli elementi essenziali per considerare le attività didattiche quali attività di
Cooperative Learning:
5. Autovalutazione da parte del gruppo
Esercizio
Vero o falso?
Nel Cooperative Learning l’autovalutazione da parte del gruppo stesso deve
compiersi a due livelli: monitoring e processing.
Cooperative learning has two main prerequisites. Tasks need to be structured to ensure pupils are
interdependent and individually accountable; just putting pupils into groups does not mean they will
work together cooperatively. Group work itself is nothing new or magical (…). To become
cooperative, groups must work together to accomplish shared goals. They need to discuss work with
each other and help each other to understand it. Of course, this does not happen instantly, it is a
gradual process aided by a clear teaching programme of small group and interpersonal skills
together with tasks and teaching techniques that foster interdependence.
Jolliffe, W. (2007), Cooperative learning in the classroom. Putting it into practice, SAGE
Publications, London.
“Abbiamo già più volte affermato che i pedagogisti i quali fanno riferimento alla
scuola di pensiero che si riconosce nel Cooperative Learning si distinguono dalle
altre correnti di pensiero per il fatto di ritenere che la risorsa fondamentale per
l’apprendimento sia costituita dagli allievi stessi e dalle interazioni che vengono
messe in atto tra loro. Ciò non significa, tuttavia, che in questo ambito la figura
dell’insegnante non abbia un suo ruolo né che la funzione docente si riduca alla mera
assistenza. Del resto già nelle pagine precedenti più volte è emerso il ruolo
importante del docente. Le sue azioni e direttive rimangono nondimeno un compito
insostituibile; il docente, infatti, rappresenta anche e soprattutto un modello. Un
educatore, infatti, deve essere innanzitutto una persona che risulti appassionata
rispetto a ciò che fa, persuaso della bontà della propria professione e della propria
disciplina d’insegnamento. Qualcuno che non trovi alcunché di bello e di positivo
nella propria materia d’insegnamento, non sembra, infatti, possa infiammare gli altri
dell’amore per lo studio. È a questo livello, positivo o negativo, che l’insegnante
costituisce un simbolo personale ed immediato del processo educativo, una figura con
la quale gli studenti si identificano e si confrontano. Afferma Bruner: «Chi di noi non
ricorda l’impressione ricevuta da alcuni insegnanti entusiasti, devoti ad una data
concezione, o da figure piene di passione per la loro disciplina, da spiriti scherzosi e
seri insieme? Molte sono le immagini e tutte ci sono care. Purtroppo ci sono anche
immagini negative come quelle degli insegnanti che soffocavano la confidenza,
uccidevano la fantasia e così via.» (Bruner, 1961, p. 129). Secondo Bruner
l’insegnante, nello svolgimento della sua funzione di strumento di comunicazione, di
modello e di figura di identificazione, può ricevere largo aiuto da una varietà di mezzi
e modalità di lavoro capaci di allargare l’esperienza, di chiarirla e di personalizzarla.
Non vi è, perciò, contrasto fra l’insegnante e le metodologie didattiche orientate alla
cooperazione tra gli allievi. L’impiego della didattica cooperativa non cancella le
competenze dell’insegnante ma, al contrario, le rende necessarie come e più che con
l’utilizzo di metodologie didattiche tradizionali.”
Anche in relazione al ruolo dell’insegnante, infatti, vi sono alcune condizioni
essenziali per realizzare il Cooperative Learning.
“Nella fase preattiva, infatti, è compito del docente progettare il percorso didattico,
preparare la lezione, scegliere quali strumenti didattici proporre ai gruppi di lavoro,
analizzare e selezionare quelli che ritiene più adatti. È solo l’insegnante, infatti, che
può conoscere le condizioni e le circostanze nelle quali si trova la classe che gli è
affidata e la situazione di partenza di ogni singolo allievo, il livello di autonomia
raggiunto dai diversi gruppi e dai singoli soggetti; solo l’insegnante può sapere quali
siano le inclinazioni e gli interessi di ciascuno degli allievi, conoscere le modalità ed i
percorsi che ognuno di essi ha individuato o è abituato a mettere in atto per risolvere
problemi o per raggiungere obiettivi, le motivazioni che sono presenti o che, al
contrario, difettino negli allievi, tanto nei singoli quanto nei gruppi. Anche nei
confronti degli allievi con disabilità, difficoltà e svantaggi è l’insegnante a conoscere
la persona e le sue caratteristiche, tanto sul piano della personalità, quanto sul piano
delle caratteristiche cognitive. È l’insegnante, perciò, che conosce e può agire in base
agli stili di apprendimento degli allievi, in particolare di coloro che, manifestando
problemi di apprendimento più complessi, dimostrano maggiore fragilità.”
[Martinelli, M. (2017)]
Esercizio
L’insegnante nell’apprendimento cooperativo ha un ruolo marginale rispetto agli
allievi, che sono i veri protagonisti del loro apprendimento
Vero o falso?
“La formazione dei gruppi va finalizzata a costituire situazioni che rendano possibile
un clima collaborativo e di aiuto reciproco: per questo motivo i gruppi non devono
essere eccessivamente numerosi e le differenze tra gli allievi che lo costituiscono
devono risultare un’effettiva risorsa per il gruppo stesso, uno stimolo per il gruppo e
per l’apprendimento di ciascuno e non un ostacolo al lavoro in comune.” [Martinelli,
M. (2017)]
Esercizio
Nell’apprendimento cooperativo il docente non si cura dell’organizzazione dei gruppi
essendo questa frutto delle libere decisioni dei loro componenti
Vero o falso?
24. La grandezza del gruppo nel CL, una variabile significativa
Size of groups
(…) groups should be kept small and the rule of thumb is ‘four and no more’. When class numbers
do not equally divide into fours, it is perfectly alright to have threes, or sometimes fives. The
problems come when groups get to six as here groups tend to subdivide into two and lose cohesion.
A sensible starting point is to have pupils work in pairs and then join with an other pair, at first for a
short time and as they develop the necessary skills, to do so for longer. The duration of groups can
also vary, but researchers have found five to six weeks as ideal.
Jolliffe, W. (2007), Cooperative learning in the classroom. Putting it into practice, SAGE
Publications, London.
Esercizio
Nell’apprendimento cooperativo la grandezza dei gruppi non è significativa
Vero o falso?
“Al loro interno, inoltre, i gruppi devono essere eterogenei: tutti gli esperti di
Cooperative Learning affermano concordemente quanto sia preferibile che all’interno
di ogni gruppo vi siano contemporaneamente allievi dallo sviluppo delle capacità più
differenziato. Come abbiamo già avuto modo di affermare, proprio le differenze tra
gli allievi sono lo stimolo fondamentale all’apprendimento cooperativo e ciò
favorisce il miglioramento delle capacità tanto degli allievi in difficoltà quanto di
quelli con le capacità più sviluppate. Per questa ragione non potranno mai diventare
gruppi autenticamente cooperativi semplici équipe di allievi, tutti con prestazioni
eccellenti; oppure composti soltanto da ragazzi o da sole ragazze; che raccolgano
soltanto allievi stranieri, magari tutti della stessa nazionalità; oppure ancora formati
soltanto da allievi con disabilità, difficoltà e svantaggi. Quest’ultima situazione non
solo sarebbe inefficace, ma anche riprodurrebbe, in piccolo, ciò che avviene nei paesi
in cui esistono ancora le scuole speciali o le classi speciali all’interno delle scuole.”
[Martinelli, M. (2017)]
Esercizio
Con i termini effetto Ringelmann» o «social loafing» s’intende indicare il fenomeno
psicologico per cui l’intensità dell’impegno profuso da un individuo tende ad essere
inversamente proporzionale al numero dei componenti del gruppo di cui fa parte.
Vero o falso?
Roles in groups
When children first begin to work together in pairs or groups they may be unsure about what they
have to do. Giving them a specific function or role within the group or pair will help them to take
on responsibility for their own actions. The assignment of roles can help to: foster positive
interdependence – everyone must play their part if the group is to succeed help develop teamwork –
teachers can introduce skills and functions needed in a group through the use of assigned roles for
specific tasks assigning roles moves responsibility into the group and away from the teacher. There
are many roles that can be assigned to children depending on the task to be undertaken. At its
simplest, being a ‘gofer’ (resources manager), a scribe or a reporter, for a pair or a group, might be
the starting point, as it devolves responsibility at a simple level.
Jolliffe, W. (2007), Cooperative learning in the classroom. Putting it into practice, SAGE
Publications, London.
“Ogni componente del gruppo deve avere uno o più ruoli ben definiti, attribuiti
dall’insegnante, i quali servono a precisare le responsabilità di ognuno. Questi ruoli,
inoltre, devono essere integrati fra loro in quanto non sono funzioni separate da
eseguire indipendentemente ed in momenti diversi per poi essere assemblate in una
fase successiva: si tratta, invece, di azioni da mettere in atto contestualmente ed in
modo complementare, orientate a favorire la gestione ed il funzionamento del gruppo,
affinché questo solleciti e sostenga l’apprendimento di tutti i componenti.”
[Martinelli, M. (2017)]
Esercizio
Nel Cooperative Learning il docente deve promuovere l’apprendimento delle abilità
sociali
Vero o falso?
Grant Wiggins (1961-2015), studioso americano, è noto per la sua attività di studio e
riforma della valutazione. In particolare Wiggins ha proposto la cosiddetta
«valutazione autentica», ossia una modalità di valutazione dell’apprendimento che
colloca la prestazione del soggetto in un più ampio contesto (attività reali e non solo
formali) che consenta di valutare le competenze. Non, dunque, valutare quel che
l’allievo «sa» ma quel che «sa fare con quel che sa».
Jolliffe, W. (2007), Cooperative learning in the classroom. Putting it into practice, SAGE
Publications, London [nostro adattamento]
Esercizio
Nelle metodologie Cooperative Learning la valutazione è solo autovalutazione
Vero o falso?
Esercizio
Le metodologie Cooperative Learning sono adatte ai soggetti nella norma e più
fragili, mentre rischiano di trascurare i bisogni degli allievi più dotati e talentuosi
(gifted).
Vero o falso?
DIDATTICA METACOGNITIVA
Spiega che il modo in cui essi pensano al loro apprendimento può influire sulle loro
possibilità di successo.
Sottolinea che possono adottare una mentalità più positiva sulla loro capacità di
raggiungere i loro obiettivi.
Si osservi che le persone con una visione più positiva hanno prestazioni migliori a
scuola e al lavoro, hanno migliori relazioni con la famiglia e gli amici e godono di
una migliore salute.
Quando gli studenti soffrono di battute d'arresto o sono in ritardo sugli incarichi,
focalizza il tuo incoraggiamento sulla necessità di continuare a provare e pensare
attraverso strategie di apprendimento che potrebbero aiutare a migliorare il loro
apprendimento.
Fai divertire la tua classe! Giocare o leggere ad alta voce una storia divertente che
supporta il contenuto della lezione rende l'apprendimento coinvolgente e memorabile
e migliora un ambiente di classe positivo.
Wilson, D., Conyers, M. (2016), Teaching Students to Drive Their Brains, ASCD.