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Emozioni

Le emozioni sono processi emergenti in funzione dell'organismo e degli accadimenti


all'interno di un dato contesto (situazionalità). Sono dispositivi mentali di
adattamento attivo all'ambiente, in grado di consentire all'individuo di rispondere in
modo flessibile, efficace e dinamico agli accadimenti contingenti.

Teoria periferica
James -> [1884] ha definito l'emozione in termini operativi come il sentire i cambiamenti
neurovegetativi che hanno luogo a livello viscerale a seguito di uno stimolo per noi rilevante.
Pertanto, noi non tremiamo perché abbiamo paura, ma abbiamo paura perché tremiamo. Secondo la
teoria periferica -> la situazione rilevante «Scatena» una serie di risposte fisiologiche del sistema
nervoso simpatico (dilatazione della pupilla, accelerazione del battito cardiaco etc). Avvertiamo tali
variazioni fisiologiche, e la percezione di questi cambiamenti somatici è alla base dell'emozione. Si
passa in tal modo da un «evento-semplicemente-percepito» allo stesso «eventoemotivamente-
sentito».

Damasio [2010] -> con lo scopo di superare il cosiddetto «errore di Cartesio», ossia il netto
dualismo fra mente (res cogitans) e corpo (res extensa), fece propria l’impostazione periferica di
James. Per Damasio, occorre procedere a una «mentalizzazione del corpo» e a una «somatizzazione
della mente». In questo scenario le emozioni sono certamente un processo mentale, ma hanno come
«teatro» il corpo. Nelle emozioni è utile, pertanto, connettere le reazioni emotive alla loro
esperienza consapevole, che è alla base dei sentimenti. Non è solo la mente a guidare il corpo, ma è
anche il corpo a influenzare la mente, poiché la sua risonanza influenza la valutazione degli eventi,
attribuendo loro significati diversi.

Teoria centrale
Cannon [1927] -> ha criticato questa impostazione, perché la sconnessione fra gli organi periferici
e il sistema nervoso centrale non elimina le emozioni. Secondo l’autore i i centri di attivazione e di
regolazione dei processi emotivi sono localizzati centralmente nella regione talamica del cervello. I
segnali nervosi provenienti da tale regione sarebbero in grado sia di indurre le manifestazioni delle
emozioni, sia di suscitare le loro componenti consapevoli attraverso le connessioni con la corteccia
cerebrale. Abbiamo così l'attivazione (arousal) delle emozioni, come esito dell'eccitazione del
sistema nervoso simpatico.

-> La teoria periferica di James e quella centrale di Cannon, pur essendo fra loro contrapposte, si
sono dimostrate entrambe vere (poiché hanno colto aspetti specifici della vita emotiva), ma
entrambe sono parziali (poiché non sono riuscite a cogliere e a dominare la complessità delle
emozioni).

Teoria dei programmi affettivi


Secondo cui ogni emozione «di base» sia regolata da uno specifico «programma affettivo» nervoso,
evolutosi nel tempo per consentire alla nostra specie un adattamento efficace al proprio habitat. Il
programma «scatta» nel momento in cui l'individuo, di fronte a un certo evento, lo sente come
rilevante per raggiungere uno degli scopi essenziali per la condotta umana (sopravvivenza in caso di
minaccia, attrazione per un potenziale partner sessuale, protezione, esplorazione delle novità ecc.).
Sono scopi specie-specifici, universali e invarianti fra gli individui.
All'interno di questa prospettiva, sono state individuate sei emozioni di base (primarie): collera,
disgusto, paura, gioia, tristezza e sorpresa -> sono processi geneticamente determinati, che si
svolgono in modo automatico e non possono essere scomposti né modificati una volta attivati.
Siamo quindi in presenza di una concezione categoriale delle emozioni, poiché sono considerate
come «generi naturali» immodificabili. Le altre emozioni sono emozioni miste (secondarie), intese
come una sorta di miscela e di composizione delle diverse emozioni «di base». La concezione
categoriale ha ricevuto molte critiche perchè privilegia aspetti biologici ed evoluzionistici e ignora
la rilevanza degli indizi del contesto immediato e degli aspetti culturali.

Teorie dell’appraisal
In contrapposizione alle precedenti, sostengono che le emozioni siano suscitate da un'attività di
conoscenza (cognition) e di valutazione (appraisal) della situazione in riferimento ai propri
significati, interessi, scopi. L'interesse è il cuore delle emozioni, poiché è ciò che attribuisce un
significato affettivo agli eventi. Questi ultimi sono valutati come favorevoli o dannosi in riferimento
agli interessi di una persona, e la funzione delle emozioni è quella di soddisfarli.
Le teorie dell' appraisal pongono in evidenza come le emozioni siano profondamente intrecciate con
i processi cognitivi, poiché la loro attivazione implica l'elaborazione cognitiva della situazione. Fra
emozione e cognizione esiste un legame diretto molto forte-> le emozioni non compaiono in modo
gratuito, all'improvviso, bensì sono l'esito di un'attività di conoscenza e di valutazione della
situazione in riferimento alle sue conseguenze per l'individuo, alle sue aspettative, nonché agli
standard sociali e culturali. In particolare, le emozioni sorgono in risposta alla struttura di
significato di una data circostanza. Sono attivate non dallo stimolo in sé e per sé, bensì dai
significati e valori che un individuo attribuisce a questo stimolo.
Le teorie dell'appraisal rimandano, quindi, a una configurazione componenziale delle emozioni,
poiché esse sono intese come dei mediatori fra il mondo interno e il mondo esterno e variano
secondo alcune componenti continue (novità dell'evento, valenza edonica, possibilità di regolazione
dell'evento e della risposta emotiva, congruenza con gli standard culturali). Le emozioni hanno,
quindi, un'architettura dinamica e componenziale => quindi sottolineano la condizione
dimensionale delle emozioni, perchè variano in continuazione lungo diverse dimensioni:
piacevolezza o spiacevolezza, grado di attivazione o di inibizione, livello di attenzione o di rifiuto.

Teoria costruttivistica
In contrapposizione alla teoria dei programmi affettivi. Le emozioni si configurano non come
fenomeni biologici, bensì come prodotti sociali e culturali. Non sono categorie né «generi naturali»,
ma costituiscono processi coordinati e appresi che servono a regolare le interazioni sociali fra gli
individui più che a salvaguardarne la sopravvivenza biologica.
Secondo la teoria, quando si verifica un episodio emotivo, le informazioni relative agli antecedenti
situazionali, alle reazioni fisiologiche, ai comportamenti messi in atto, ai significati e ai sentimenti
sono organizzati in circuiti di memoria che, nel loro insieme, costruiscono lo «schema» di
quell'episodio emotivo -> la ripetizione del medesimo episodio o di episodi simili favorisce il
consolidamento della memoria, così anche solo una parte dello schema può attivare la specifica
emozione corrispondente.
Le emozioni vanno intese come uno standard di condotta sociale, acquisito attraverso
l'educazione familiare e scolastica, che indica e, per certi aspetti, prescrive come comportarsi in
certe situazioni.

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