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MODULO 3
LEZIONE 12
Gli atteggiamenti
Gli atteggiamenti sono delle rappresentazioni cognitive che riassumono la nostra valutazione
in merito a qualche oggetto, che può essere concreto, astratto, un individuo o noi stessi.
Ogni atteggiamento prevede una direzione (moderata o estrema) e una intensità (positiva,
neutra o negativa).
Gli atteggiamenti sono molto utili e assolvono a svariate funzioni all'interno delle relazioni.
Ogni funzione ha una sua componente che riguarda l'area di pertinenza della funzione stessa.
Funzione cognitiva: semplifica le nostre esperienze per poter essere più padroni dell'ambiente
e interagire in maniera adeguata. Ha componente cognitiva (ciò che si conosce di un
determinato oggetto) e gli atteggiamenti sono finalizzati a valutare un oggetto. Forniscono una
valutazione razionale per orientare le scelte e sono sensibili all'argomentazione e alle
informazioni esterne.
Funzione di espressione: esprime la nostra identità, i nostri valori, la nostra visione del
mondo. Ha componente comportamentale (l'insieme di conoscenze circa le interazioni passate,
presenti e future con l'oggetto) e nasce o si modifica per auto-percezione, è utili quando
l'atteggiamento è inizialmente assente o debole e serve a ridurre la dissonanza cognitiva
provocata dal comportamento.
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La persuasione si attua secondo sei fasi:
1. la presentazione del messaggio
2. l'attenzione, la focalizzazione del messaggio da parte del ricevente
3. la comprensione dei contenuti
4. l'accettazione della posizione della fonte
5. la memorizzazione della nuova opinione
6. la traduzione in comportamento della nuova opinione
Le fasi devono essere consequenziali tra di loro affinché il processo persuasivo avvenga con
successo.
Il percorso periferico
Il percorso periferico riguarda un processo di cambiamento instabile e temporaneo basato su
elementi che non sono direttamente pertinenti al tema (i segnali periferici o di sfondo:
l'attrattività della fonte, la lunghezza del messaggio, la sua piacevolezza). Al messaggio viene
associata un'immagine simbolica che lo richiama e lo rinforza.
Anche uno stimolo neutro può essere associato a qualcosa di positivo o negativo, assumendo
una valenza persuasiva sul destinatario.
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Il percorso centrale
Nel percorso centrale le informazioni vengono attentamente elaborate, producendo una
modificazione degli atteggiamenti stabile e duratura
Nel percorso centrale è prevista un tipo di elaborazione attiva del messaggio da parte
dell'interlocutore che elabora cognitivamente il contenuto del messaggio, sottoponendolo a
verifica o falsificazione, generando argomentazioni e contro argomentazioni più o meno
convincenti (in caso di esito positivo) o deboli (in caso di esito negativo).
Il cambiamento di atteggiamento è profondo, duraturo e meno soggetto ad una messa in
discussione futura.
Nella persuasione è importante l'integrazione degli aspetti emotivi e cognitivi.
Quando una comunicazione persuasiva ha un alto potere emotivo influisce positivamente sul
grado di favorevolezza, aumenta la resistenza al cambiamento e consente una migliore
elaborazione delle informazioni, oltre a produrre risposte emotive rispetto a quelle cognitive.
Prima risposta emotiva → Integrazione (associazione della prima reazione con l'oggetto) →
Valutazione (rilevanza personale e grado di favorevolezza) → seconda risposta emotiva
(segue l'elaborazione ed è più ragionata)
Il buon umore agisce sulla motivazione, tendendo a farci sottostimare il pericolo e rendendoci
più sicuri di noi e fiduciosi; agisce sulle capacità cognitive, facendoci far fatica a concentrarci
e ad elaborare i messaggi.
LEZIONE 13
L'immunizzazione
L'immunizzazione contro il potenziale persuasivo di un messaggio è un aspetto molto
importante che interviene al momento della ricezione del messaggio stesso, aumentando la
resistenza del ricevente sul potere persuasivo e la propria capacità di contro-argomentare.
Bisogna sottoporre gli individui ad una moderata minaccia verso le proprie credenze per
renderli capaci di resistere a forti attacchi nel futuro.
ATTEGGIAMENTI → AZIONI
Positivo → Avvicinamento
Negativo → Evitamento
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La teoria dell'Auto-percezione
Quando siamo consapevoli delle nostre azioni, possiamo fare delle inferenze dirette da questi
nostri atteggiamenti, inferiti anche in base alle situazioni in cui vengono messi in atto.
Funzionano solo se non ci sono conseguenze concrete per le persone.
Le relazioni tra atteggiamenti e azioni funzionano solo se l'elaborazione non è profonda ed
abbiamo poche informazioni a disposizione.
Il fenomeno dell'auto-percezione viene spesso sopraffatto da altri meccanismi, è questo il caso
della dissonanza cognitiva.
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LEZIONE 14
La paura e i meccanismi difensivi
La paura e l'ansia
La paura e l'ansia sono sistemi di risposta protettivi/difensivi.
La paura si riferisce a risposte fasiche di fuga o evitamento, in presenza di specifici stimoli
avversivi.
L'ansia si riferisce ad una risposta tonica a situazioni avversive e implica sensazioni di
conflitto e incertezza.
Avere delle risposte automatiche di fronte ad un pericolo o all'anticipazione di esso, permette
una velocità di risposta in condizioni in cui potremmo non avere il tempo di scegliere un
comportamento più adatto.
La capacità di saper riconoscere le proprie emozioni e leggerle come segnali dello stato di un
sistema vengono meno in quei soggetti (ansiosi e fobici) nei quali è avvenuto un
apprendimento incompleto del ventaglio delle emozioni.
Tali soggetti vivono le proprie emozioni come un qualcosa di non ben conosciuto e di
inquietante (paura della paura) che deve essere bloccato o eliminato.
La paura è sintomo di una patologia quando è troppo intensa rispetto alla pericolosità dello
stimolo, è innescata da stimoli innocui e/o controlla i comportamenti del soggetto, portando
alla messa in atto di comportamenti di evitamento che riducono la qualità della vita.
Esistono 4 modelli di intervento fondamentali per affrontare le nostre risposte di paura:
• controllo dell'iperventilazione e rilassamento
• esposizione graduale per gestire gli evitamenti e disconfermare la soggettiva
pericolosità dell'evento
• terapia cognitiva su processi di valutazione
• problem solving per ridefinire la situazione e trovare le possibili soluzioni per rendere
il problema maggiormente gestibile
La sovrastima del pericolo e la sottostima delle capacità di fronteggiarlo riflettono
l'attivazione di schemi disadattivi, caratterizzati da una struttura rigida e inflessibile.
Il sintomo d'ansia ci mostra l'esistenza di un grave disturbo fisico-psicologico non ben
definito.
Le Tecniche di Wells sono state elaborate per intervenire nelle situazioni maggiormente
temute:
• Tecniche cognitive: identificazione dei pensieri automatici negativi e individuazione di
cicli viziosi di mantenimento e conoscenza guidata del reale significato delle credenze
sottostanti.
• Tecniche comportamentali: mettere alla prova le credenze attraverso l'uso
dell'esposizione graduale a eventi ansiogeni
Il ruolo dell'apprendimento nella gestione della paura risulta fondamentale e la maggior parte
delle paure si apprendono attraverso i diversi processi di condizionamento.
Il condizionamento classico
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Le leggi che regolano il Condizionamento Classico
1. Lo Stimolo Condizionato deve essere abbastanza forte da essere percepibile
2. Lo Stimolo Condizionato non deve essere troppo noto (inibizione latente)
3. La durata e la forza del condizionamento dipendono dall'intensità dello Stimolo
Incondizionato
4. Per il formarsi dell'associazione può essere sufficiente anche una singola esposizione,
dipendente dall'intensità dello stimolo
5. L'associazione una volta formatasi è duratura
Il condizionamento contestuale
Secondo questa forma di condizionamento il cervello non codifica solo stimoli isolati, ma
anche relazioni tra stimoli che assieme formano i contesti o gli eventi.
Il condizionamento operante
Avviene attraverso l'utilizzo dei cosiddetti “rinforzi”. Come rinforzo si intende uno stimolo in
grado di rendere più probabile l'evenienza della risposta.
Il rinforzo positivo consiste nella presentazione di uno stimolo, mentre il rinforzo negativo è la
cessazione di uno stimolo.
Il rinforzo positivo non è un evento necessariamente piacevole, così come un rinforzo
negativo non è un evento necessariamente spiacevole.
È possibile inibire attivamente il ricordo e questo processo si traduce in una ridotta capacità di
ricordare anche quando l'intenzione di inibire è stata disattivata. Si può inibire il ricordo per:
• Rimozione: il processo attraverso il quale i contenuti non desiderati vengono
attivamente allontanati dalla coscienza
• Estinzione: se lo stimolo condizionato viene ripetutamente presentato in assenza dello
stimolo incondizionato, il condizionamento va soggetto ad estinzione, pertanto la
capacità dello stimolo condizionato di suscitare la reazione condizionata diminuisce. Il
condizionamento avversivo è particolarmente resistente all'estinzione.
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LEZIONE 15
Quando una comunicazione persuasiva viene portata avanti con successo, allora l'esito si
configura come un cambiamento degli atteggiamenti del ricevente.
Gli elementi fondamentali per l'efficacia della comunicazione persuasiva sono
1. La fonte (chi tenta di persuadere). Le sue caratteristiche più importanti sono:
◦ Attendibilità – ha grande effetto persuasivo. Con il tempo avviene una
dissociazione tra emittente e le caratteristiche del messaggio stesso e quindi il
messaggio proveniente da una fonte meno attendibile risulta più incisivo.
Le fonti attendibili influenzano il cambiamento degli atteggiamenti tanto più se il
messaggio coinvolge la persona che lo trasmette e non va a suo vantaggio, al
contrario se il messaggio non fosse significativo l'impatto persuasivo sarebbe lo
stesso indipendentemente dall'attendibilità della fonte.
Quando l'emittente esplicita il suo intento persuasivo, il ricevente assume un
comportamento competitivo che ostacola un eventuale cambiamento di
atteggiamenti.
◦ Credibilità – il messaggio proveniente da una fonte ritenuta competente e
affidabile risulta più persuasivo. L'influenza dell'effetto latente, però, rende il
messaggio proveniente dalla fonte meno attendibile, con il passare del tempo, più
incidente a livello persuasivo. Questo fenomeno si verifica perché, con il passare
del tempo, avviene una dissociazione tra chi ha inviato il messaggio e le
caratteristiche del messaggio stesso.
Le persone tendono a dimenticare la fonte e si concentrano solo sul contenuto.
◦ Attrattiva della fonte: tramite l'aspetto fisico, la bellezza influenza soprattutto
quando sono utilizzate fotografie e video.
Una fonte credibile produce internalizzazione, una attraente identificazione, una
potente condiscendenza.
Anche le attrattive personali o fisiche della fonte possono influenzare la
comunicazione persuasiva. Kelman osserva un'influenza maggiore con una fonte
apprezzata fisicamente, perché si desidera assomigliare ad essa.
Devono avere caratteristiche di somiglianza (identificarci con la fonte),
condivisione (di idee o valori), familiarità e bellezza fisica e/o tratti infantili (chi
possiede questi tratti viene più facilmente considerato gentile e sincero).
◦ Intenzione – se l'emittente dichiara delle intenzioni tese alla persuasione, il
ricevente assume un comportamento competitivo che ostacola un eventuale
cambiamento di atteggiamenti.
2. Il messaggio (il mezzo attraverso cui viene trasmessa la comunicazione). Per essere
persuasivo un messaggio deve essere capito, quindi essere chiaro, attivando quindi due
fattori: un'unilateralità o bilateralità nell'argomentazione e uno stato di paura.
Il messaggio si dice vivido quando ha la capacità di catturare l'attenzione e questo si
verifica quando è in grado di suscitare emozioni, riporta dettagli concreti che
stimolano l'immaginazione e sollecita il ricordo di fatti e situazioni personali.
L'impatto della comunicazione in senso persuasivo e diverso a seconda dell'istruzione
di chi lo ascolta e a seconda che l'argomentazione sia unilaterale (rafforzano opinioni
già formate) o bilaterale (provocano cambiamenti di opinione e creano opinioni meno
influenzabili).
Più l'emittente è una persona istruita, più può essere persuasa da un'argomentazione
bilaterale, meno è istruita più da una unilaterale.
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Un richiamo debole alla paura modifica maggiormente i comportamenti, mentre un
richiamo forte alla stesso induce uno stato di tensione e preoccupazione, che porta o a
seguire i suggerimenti, o ad una disattenzione al messaggio e ad una minimizzazione
della gravità delle conseguenze.
Se si fan risaltare la posizione sostenuta nella luce migliore, si attivano selettivamente
informazioni che il ricevente già possiede, differenziando possibili considerazioni
conflittuali.
3. Il ricevente (colui cui giunge il messaggio)
4. Il contesto della comunicazione (contesto fisico e/o sociale).
Una comunicazione si definisce persuasiva quando la fonte riesce ad indurre precisi
cambiamenti nell'atteggiamento del ricevente.
I fattori che rendono un messaggio persuasivo sono in primis la credibilità della fonte, che
dipende sempre da conoscenze specifiche su un determinato argomento, e il suo grado di
affidabilità. Sull'effetto della credibilità della fonte vale il cosiddetto sleeper effect: l'influenza
della fonte, che nell'immediato si presenta in modo molto netto e col tempo si attenua
significativamente.
La vividezza delle immagini associabili ai messaggi risulta essere tra i fattori fondamentali di
persuasione. Le immagini in essi contenute devono essere percepite come concrete, cariche
emotivamente, vicine nello spazio e nel tempo e facilmente rilevabili.
Spesso immagini troppo vive possono “cannibalizzare” il messaggio. Quando un'immagine è
molto forte abbassa l'efficacia del contenuto del messaggio; gli effetti di primacy e regency
suggeriscono di collocare le argomentazioni più forti e convincenti, a sostegno della posizione
che si vuole sostenere, preferibilmente all'inizio o alla fine del messaggio, evitando le
posizioni centrali.
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LEZIONE 16
Il ricevente
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L'alternativa di Petty e Cacioppo
Petty e Cacioppo ricorrono all'importante distinzione fra un'elaborazione del messaggio
persuasivo che può avvenire a livello centrale (il messaggio viene esaminato razionalmente e
oggettivamente) o a livello periferico (il messaggio viene valutato sulla base di elementi
secondari).
Sono due i fattori che determinano la maggiore o minore probabilità di elaborazione:
• la Motivazione → elaborare un messaggio per via centrale richiede tempo ed energie
cognitive, se non sentiamo un reale bisogno di conoscenza verso il problema non
siamo disponibili a seguire questa via
• l'Abilità cognitiva → servono adeguate abilità cognitive per impegnarsi a fonde nelle
argomentazioni
Alla base del modello c'è il concetto di risparmio cognitivo: gli individui tendono ad utilizzare
euristiche cognitive perché hanno una capacità limitata di elaborare informazioni complesse.
Ciò significa che gli individui sono tanto più facilmente persuadibili quanto più è probabile
l'elaborazione periferica.
Alcune teorie ritengono che il cambiamento di atteggiamento avvenga solo quando il soggetto
elabora diligentemente il contenuto del messaggio, l'impatto persuasivo è dato dalla
probabilità che il processo si svolga in ciascuna delle sue fasi e/o dalla connotazione dei
pensieri.
Petty e Cacioppo ritengono che tale cambiamento avvenga lungo due percorsi differenziati:
centrale e periferico.
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LEZIONE 17
Il modello di Petty-Cacioppo
Il modello non spiega perché certi argomenti risultano più o meno convincenti o perché alcune
informazioni funzionano da segnali periferici.
Contrariamente al percorso centrale, il percorso periferico prevede una serie eterogenea di
teorie che sono accomunate solo dal fatto di non prevedere il ruolo dell'elaborazione cognitiva
come mediatrice necessaria alla persuasione.
Johnson e Eagly
Johnson e Eagly hanno dimostrato che il concetto di motivazione ha tre diverse accezioni che
possono provocare effetti non previsti dal modello di Petty e Cacioppo:
• coinvolgimento basato su valori
• coinvolgimento basato su esiti
• coinvolgimenti basato sul fornire un'impressione positiva di sé
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Il modello Euristico – Sistematico di Chaiken
Si tratta del caso in cui il soggetto si trovi di fronte ad un messaggio che promuove una
posizione diversa dalla propria e cui debba giudicarne la validità.
I processi che determinano il giudizio sono:
1. attraverso l'elaborazione sistematica delle informazioni contenute nel messaggio
2. attraverso informazioni più facilmente accessibili che non riguardano il contenuto, ma
che sono strutturate come semplici regole di decisione. Si tratta delle euristiche.
Le euristiche
Le euristiche vengono apprese nel corse delle proprie esperienze e sono strutture cognitive,
sono definite come degli errori che gli esseri umani compiono nell'esprimere giudizi e
nell'assumere decisioni.
Sono quindi scorciatoie e approssimazione dei fatti.
Si può intervenire sulle euristiche generando altre ipotesi (le euristiche tendono a confermare
le credenze iniziali) e acquisendo nuove informazioni, oltre a costruire un bilancio
costi/beneficio.
Gli effettic he derivano dall'uso contemporaneo delle modalità di elaborazione di cui sopra
possono essere indipendenti o interdipendenti sul giudizio finale.
Prendiamo in considerazione i seguenti casi:
A) le informazioni elaborato con la modalità 1 sono congruenti con quelle a cui si arriva
attraverso la modalità euristica (2). Il giudizio finale è dato dalla somma delle due
modalità
B) non c'è congruità tra i risultati delle due modalità e quindi o la modalità 1 attenua la
modalità euristica o quest'ultima provoca una distorsione nella percezione e
valutazione degli argomenti, così da influire indirettamente sul giudizio.
Il modo in cui elaboriamo le informazioni avviene in relazione all'importanza del compito
percepita; secondo il modello euristico-sistematico il grado di elaborazione dipende dalla
motivazione ad accertare la validità del messaggio, dalla motivazione alla difesa (confermare
le posizioni preferite e disconfermare quelle non desiderate) e dalla motivazione alla gestione
dell'impressione (desiderabilità sociale).
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LEZIONE 18
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