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20/09/2022
Per questo, uno dei modi in cui la nostra società viene chiamata dai sociologi è società
dell’informazione e della comunicazione a causa della impervesibità dei media. Il perché dell’esistenza
dei media è la risposta dell’uomo al bisogno crescente di informazione, sia dal punto di vista
quantitativo che qualitativo. L’uomo si è visto costretto ad inventare per essere sempre id più
connesso tra di se, per entrare in comunicazione con altri per acquisire informazioni.
Risorse e informazioni sono fonti primarie : per agire e interagir, muoversi e scegliere, decidere e
partecipare e per entrare in relazione con gli altri -> per gestire le complessità
Dal punto di vista della sociologia si caratterizza per il focalizzarsi nella dimensione comunicativa delle
relazioni sociali -> l’origine e il fondamento di ogni atto comunicativo e relazione tra due o più
soggetti agenti che si riferiscono l’un l’altro e agiscono tenendo conto delle reciproche intenzioni,
motivazioni e aspettative . La sociologia studi al relazione comunicativa nella sua struttura, nelle sue
funzioni fondamentali, ma anche assume i tipi e le forme che essa può assumere nelle diverse
situazioni e contesti.
Implicitamente dice che solo A è attivo, B riceve semplicemente il messaggio in maniera totalmente
passiva come se il messaggio ricevuto producesse stessi effetti su tutti coloro che ascoltano A. Ma
nella realtà un messaggio non può essere lo stesso per tutti.
Comunicare significa costruire elaborare, condividere significati: condivisione di uno stesso
sistema di riferimento che permette di realizzare una comunicazione
Comunicare significa costruire relazioni: condivisione di un linguaggio che permette di avere una
comunicazione.
Il significato di un messaggio ha una duplice dimensione culturale, cosa vuol dire secondo sistemi di
riferimento culturale condivisi, e soggettiva del significati, cosa suscita in me.
21/09/2022
Il primo modello sopra citato è anche chiamato modello di Shanon – Weaver (1953) venne inventato a
sulla base del modello della telefonia, Shanon venne chiamato per risolvere i problemi di recezione di
messaggi e per risolvere il problema scompose il processo di comunicazione per capire dove si
collocava il problema:
Questo schema è stato fondamentale per capire come funziona la comunicazione, con il tempo e gli
studi da questo sono state apportate modifiche fino ad arrivare ad un processo dialogico.
Fu lo stesso Weaver che incominciò a sottolineare sia la fonda mentalità che la limitatezza di questo
sistema, infatti questo modello fa riferimento a uno dei livelli in cui possiamo osservare la
comunicazione, possiamo chiamare:
Modello di Losswell o modello delle 5W. Gli aspetti fondamentali di questo modello sono l’aggiunta
dell’atto intenzionale della comunicazione rivolta ad un altro e inoltre sono implicate la personalità , i
bisogni, i valori del mittente e del ricevente. Con riferimento a queste caratteristiche si introduce
l’aspetto del contesto della comunicazione. Ma il suo limite resta il fatto di essere asimmetrico in
quanto il ricevente continua ad avere un ruolo passivo.
Modello di Newcomb
Introduce la bi-direzionalità della relazione ( i partecipanti sono allo stesso tempo emittenti e
riceventi) e al modello viene aggiunto come elemento strutturale il Feedback e il contesto sociale a cui
i partecipanti si riferiscono.
Il contesto è una dimensione costitutiva della relazione comunicativa, indica l’insieme delle
conoscenze, esperienze e valori che interagiscono nella relazione e la influenzano. Il contesto detta i
comportamenti appropriati , Goffman parla addirittura di macro e micro contesto.
Negli anni ’70 i sociologi Hymes, Brown e Fraser introducono nuovi modelli più complessi con due
nuovi elementi: scopi e norme.
Scopi, norme e contesto conferiscono alla struttura della comunicazione uno spessore socio-culturale
prima assente.
27/09/2022
La relazione comunicativa si instaura quando due o più soggetti agenti cooperano alla costruzione del
senso ( con messaggi, codici, canali …) secondo determinati scopi e norme di un contesto (micro o
macro) che offre alla comunicazione i suoi oggetto (di cui si parla) e la influenza sotto molteplici
aspetti. Sono questi elementi implicati simultaneamente interagendo e operando insieme nello stesso
tempo. Vengono separati sono per praticità , non sono divisi nella realtà :
SOGGETTI AGENTI
sottolinea che entrambi i poli sono sempre reciprocamente attivi, Goffman li chiamava attori sociali.
Ciò è evidente nel faccia a faccia ma vale per tutti i contesti. Questo è importante per tre tratti
fondamentali della natura umana:
Goffman dice che noi recitiamo come su una scena teatrale, se da una parte dice cosa ci si aspetta da
quel ruolo esiste sempre uno spazio di interpretazione del ruolo comunicativo. Esiste una vera e
propria idea di comunicazione.
SOGGETTI INDIVIDUALI E SOGEGTTI COLLETTIVI:
possono esistere sia soggetti individuali che collettivi restano però sempre due polarità attive uno che
manda un messaggio e l’altro che riceve. Questi soggetti hanno al proprio interno una serie di ruoli:
- Emittente: che è animatore, autore o mandante. Il problema è che i ruoli non nono sempre
precisi.
- Ricevente: può essere distinto ratificato o designato, occasionale o accidentale, diretto o
indiretto, in presenza o a distanza.
28/09/2022
Come già detto sappiamo che ci sono similarità e diversità e che non conosciamo l’altro a impresa
diretta. Necessaria è l’intenzionalità consapevole e da entrambe le parti. Queste specificità ci
caratterizzano a noi uomini. L’AGIRE COMUNICATIVO E’ INTENZIONALE.
Collegata all’intenzionalità sono gli scopi ovvero il fine delle intenzioni comunicative regolate però da
norme (regole sociali). Condividere o meno gli scopi, osservazione o meno delle norme regolano
l’unione, l’interesse o il disinteresse dei soggetti. Jokobson individua due tipi di scopi, gli scopi sociali
che dona forma alle relazioni e gli scopi interni alla comunicazione che i soggetti perseguono
consapevolmente quando is impegnano in una relazione con altri soggetti.
Scopi sociali: scopi comuni, complementari, conflittuali, negoziati-> comporta l’utilizzo di qualità
comunicative diverse.
Scopi interni alla comunicazione: perseguiti consapevolmente dai soggetti agenti che impiegano in una
relazione. Ci sono due tipi di scopi: informare/disinformare; convincere/manipolare.
03/10/2022
La prima vittima della guerra è la verità -> propaganda-> manipolazione una delle armi principali
Tipi di segni:
- ICONE: comunica direttamente un’idea per somiglianza con un oggetto che rappresenta e lo
fanno attraverso le qualità percepite dai 5 sensi.
- INDICI: comunicano idee per connessione di idee
- SIMBOLI: comunicano per interpretazione, cioè richiedono forme di interferenza e di
associazione puramente convenzionale.
Attraverso i codici costruiamo messaggi , ciò implica la conoscenza e l’uso di codici e linguaggi. Questi
messaggi traducono pensieri in parole, gesti, audiovisivi … i processi più rilevanti sono la codifica e
decodifica dei codici.
Codifica: processo per cui uno stato mentale/contenuto psichico viene tradotto in parole, gesti, suoni.
Ciò può avvenire con segni verbali, non verbali o altre forme con l’utilizzo di canali artificiali.
La decodifica è il processo inverso che avviene nel ricevente del messaggio (deve diventare una sua
idea). Ma siccome la comunicazione è difficile perché al corrispondenza tra codici è quasi sempre
parziale o imperfetta si è riscontrato che la recezione dipende molto da :
La questione della difficoltà di codici chiama il problema della competenza comunicativa che
dobbiamo sviluppare, anche se sembra ironico visto che nasciamo con questa qualità . Si parla anche di
disparità di codici tra soggetti; negli ultimi tempi si aggiunge la questione che noi siamo multimediali
ovvero utilizziamo più canali in simultanea per comunicare un messaggio che non sempre può essere
concordante.
04/10/2022
MESSAGGIO
È la forma che assume il codice, deve soddisfare tre elementi:
Il contesto determina ciò che accade non fa da contorno ma tiene conto dei comportamenti
comunicativi. Ha la capacità di condizionare i comportamenti sia nel privato che nel pubblico. Si
individuano 4 dimensioni del contesto:
la comunicazione è anche interpretazione di significati si parla quindi di analisi dei frame ovvero
strutture basilari della comprensione nella nostra società per dare senso e significato ad un evento.
Sono le guide di riferimento legate agli specifici contesti sociali. Sono fattori di ordine che facilitano la
comunicazione e contrastano efficacemente il rumore. Conosciamo la realtà e cu relazioniamo
attraverso processi di categorizzazione attraverso due processi opposti:
Queste categorizzazioni possono portare allo stereotipo ma hanno una grande forza mano a mano che
ci si allontana dal rapporto diretto con il soggetto.
11/10/2022
Questi processi vengono messi in crisi quando c’è l’incontro diretto con l’individuo, non essendo tabule
rase ma portiamo dentro il nostro agire comunicativo e le nostre idee. Ci avviciniamo agli altri sulla
base di una precomprensione dove giocano un ruolo importante le categorie degli altri, anche
attraverso i sistemi multimediali. Ad esempio una fiction sui carabinieri in un momento di necessità di
rivalutazione del loro ruolo può aiutare nel raggiungimento del fine.
La comunicazione è sempre interesse e coinvolgimento, attenzione e adesione soggettiva dei
partecipanti. Ma ciò dipende molto dall’interesse e coinvolgimento che mettono i soggetti agenti e
dall’impegno che essi sono disposti a porre nella relazione. Esistono due tipi di interesse o verso il
contenuto o verso la relazione. Questo interesse è figlio di tutti quei meccanismi selettivi in atto nei
processi di ricezione riconducibile a esposizione selettiva, percezione selettiva e memorizzazione
selettiva:
- ESPOSIZIONE: gli individui selezionano le fonti più consone ai propri valori, come questi una
sorte di protezione verso noi stessi.
- PERCEZIONE E COMPRENSIONE: rifiuto, distorsione e interpretazioni falsate sono un altro tipo
di selezione sempre rispetto al nostro sistema valoriale e le nostre convinzioni.
- MEMORIZZAZIONE SELETTIVA: tendiamo a ricordare le cose che più ci confermano le nostre
convinzioni.
Dopo tutte queste ricerche venne fuori la Teoria della dissonanza cognitiva ovvero in presenza di
esperienze divergenti l’individuo tenterà di cercare l’elemento di equilibrio tra messaggio e
comunicazione. Inserisce una nuova variabile raggiunta quasi inconsapevolmente.
Tutte queste posizioni sono a protezione di quelle precedenti, ma la chiusura naturalmente non è mai
totale perché lascia passare quelle piccole cose non contrastanti, sennò verrebbe a negarsi la funzione
di cambiamento e sviluppo.
Post anni ’60 queste teorie subirono un calo di interesse fino ad oggi che se ne risente una nuova
attenzione si parla infatti di:
-camere d’eco: soprattutto sui social, in base alle nostre idee, interessi ci focalizziamo su un preciso
ideale.
- evitamento: sempre nel contesto di affollamento informativo noi raggiungiamo una strategia che ci
evita le informazioni che non vogliamo ricevere.
Più vicino all’attività selettiva nei processi di attenzione e interpretazione è la teoria della risposta
cognitiva: - percorso centrale: atteggiamento vigile
Rilevanza e motivazione sono aspetti fondamentali per la scelta motivo per cui molto frequentemente
siamo diretti verso il percorso periferico che però aumenta l’affollamento informativo.
CANALI
E’ il mezzo fisico ambientale che consente il contatto tra soggetti agenti e rende possibile la
trasmissione di messaggi.
1. funzione sociale: evidenzia la sua pervarsività bella sua quotidianità dell’agire umano, il
compito di mantenere, creare e rafforzare le relazioni sociali, bisogno primario perché ci
assolve ad entrare in relazione con gli altri.
Le funzioni possono dividersi in FATICA, se non ha uno scopo ben preciso, e INTEGRATIVA, se
volta a condividere significati, valori tra persone. Il punto focale della questione però sta nel
mezzo, l’importante è ricordare e porre in primis la questione della ricchezza valoriale. Ha
quindi una funzione integrativa, condivisione del comune orizzonte di senso, si parla di
comunicazione sia a livello macro che micro.
2. funzione referenziale: conoscere e rappresentare la realtà attraverso esperienza diretta,
osservazione e imitazione di un comportamento, attraverso simboli, descrizioni o racconti. La
funzione referenziale pone la questione di quale sia il rapporto tra le realtà e i nostri processi
conoscitivi e di rappresentazione. Ci sono due prospettive attraverso cui l’uomo conosce la
realtà , attraverso la prospettiva realistica e idealistica. Nella prospettiva idealista la realtà
ci è fatta conoscere attraverso simboli, non ci è data direttamente dal linguaggio; la
prospettiva realista ci presenta due modelli di realtà, un primo modello primario corrisponde
alla vita quotidiana che noi viviamo e un modello secondario che corrisponde alla realtà dei
media come riflesso della vita reale. Creano mondi immaginari che dilatano il nostro orizzonte
offrendo la possibilità di trascendere il qui e l’ora. Nell’idealismo la realtà non ci è
immediatamente data e si può dire che i media siano non solo più mezzi ma estensione del
linguaggio -> danno forma alla nostra esperienza. Ci sono due posizioni teoriche dei media che
si possono ricondurre alle prospettive dell’idealismo e del realismo.
La prima riflessione di Macluhan “il medium è il messaggio”, dice che l’ambiente di costruisce
intorno al media poiché essi plasmano le strutture percettive e cognitive con cui l’uomo vede il
mondo ed agisce in esso. Goffman invece sottolinea che la realtà non esiste se non attraverso
gli occhi del soggetto, mutua le funzioni dei media e la visione della natura: essi diventano
frame, prospettive, codici, ambienti che organizzano la realtà -> definiscono la realtà sociale
ma non la rappresentano.
3. funzione identitaria: Presentare un immagine dell’Io, cioè manifestare agli altri chi siamo ma
allo stesso tempo confermare o modificare la nostra identità . Le identità sono tutte quelle che
ci caratterizzano e ci differenziano dagli altri. Esistono due grandi modelli il sistema verticale
e sistema orizzontale. Il sistema verticale è composto dalla pluralità di stati di identità
che si forma con la continua interazione con gli altri.
Senso irrinunciabile dell’Io-> identità dialogica-> identità derivante dallo status
Il sistema orizzontale prevede una pluralità di selves, ovvero espressione identitarie che le
persone assumono e interpretano nelle diverse situazioni e contesti. In questo caso l’identità è
solo sociale conferita dall’assunzione di un ruolo dato. Il concetto di identità personale rimane
un concetto inattingibile, una sorta di noumeno delle relazioni sociali (che non è dato
conoscere). In entrambe le prospettive viene fuori la stretta relazione che c’è tra identità e
comunicazione (dialogica).
L’identità è quindi dialogica perché è soggetta al cambiamento, può essere messa in
discussione nelle relazioni di comunicazione e può anche mettersi a rischio con l’esposizione
perché necessita di essere riconosciuta dagli altri.
“quando Paolo parla di Pietro ci dice più di Paolo che di Pietro”
Ogni comunicazione è sempre un dire di se, al di la del contenuto che esprimiamo c’è sempre la
presentazione di se e una richiesta di riconoscimento (Goffman).
Perché in questo scambio verbale ognuno cerca di gestire le proprie espressioni comunicative
con lo scopo d i gestire nel modo più vantaggioso le impressioni che gli altri ricevono. Infatti le
nostre modalità di presentazione sono facciata personale, status sociale e ambientazione.
Oggi la continuità tra online e offline ha ampliato la possibilità di presentare se stessi, sono
anche queste forme di espressione che compongono i repertori di definizione e identità
personale pubblica.
L’Interlocutore può reagire alla presentazione di se con la conferma, il rifiuto e la
disconferma. Oggi il tema dell’identità è molto sentito, basti vedere come i siti web delle
organizzazioni inseriscono “la nostra storia, origine …”
4. funzione pragmatica: Produrre e coordinare l’azione, è un modo di agire. La comunicazione
può servire a coordinare , promuovere, favorire o impedire l’azione. La comunicazione può
essere lei stessa un’azione perché produce effetti nel contesto capaci di far accadere un evento.
5. funzione meta comunicativa: Si realizza quando il linguaggio parla di se stesso o la
comunicazione si riferisce alla comunicazione stessa; ci aiuta a comprendere quei processi di
codifica, risponde al problema della difficoltà di comunicazione. Bateson dice che è una cosa
naturale per gli esseri umani sapere che i nostri segnali sono segnali.
La meta comunicazione può essere declinata in 3 accezioni:
-spiegare il significato: raccontare i segni di codifica per verificare la compatibilità delle
conoscenze del codice linguistico “ che cosa intendi?”
-istruzioni per l’uso: serve a dare indicazioni circa il modo in cui il messaggio deve
essere inteso-> meta comunicazione
-framing: indizi per inquadrare, far comprendere, dare segnali che funzionano da
segno-contesto indicando l’ordine della realtà in cui ci si trova.
La competenza comunicativa si occupa delle abilità necessarie per svolgere i compiti: quando parlare,
quando tacere, cosa dire, dove e in quale modo … E’ tutto l’insieme di precondizioni, conoscenze e
regole che permettono di comunicare. E’ una capacità non innata ma appresa per cui abbiamo già le
predisposizioni. Il primo a parlare di competenza linguistica è Chomsky, conoscenza interiorizzata
della lingua, del significato … incomincia a porre l’attenzione sulle competenze. Differenzia tra
competenza linguistica e esecuzione linguistica -> problemi sociali, capacità non uguali per tutti.
Hymes introduce il concetto di competenza comunicativa come capacità di usare le parole e le regole
grammaticali per costruire frasi e usarle in maniera appropriata sono processi diversi. Occorre
considerare gli interlocutori e la situazione in cui si interagisce. Si basa sul fatto che l’atto
comunicativo è inserito in un contesto e ne deve rispettare le regole sociali.
LIVELLI DI COMPETENZA:
gli anni che c’è stata l’esplosione del digital devide negli anni 2000 c’è stata una convergenza e una
riduzione di questa distanza con ricuciture dei principali elementi strutturali: copertura
territoriale, rapporto costi/velocità , sistema di fiducia, analfabetismo digitale. Tale competenza
non dipende dalla capacità ma da aspetti più complessi legati a riferimenti sociali, culturali,
simbolici e valoriali.
PROBLEMATICHE DIGITALI:
1. SOVRACONSUMO: “bulimia digitale” si evidenzia che l’accesso dei beni arriva in maniera
accanita a coloro che fino ad allora non ne avevano avuta possibilità
2. DISINFORMAZIONE: sovraccarico informativo, incapacità di orientarsi in un mondo
informativo. Distinguere le fake news.
3. COMPLOTTISMO: echo chambre ovvero evitare il coinvolgimento con altre informazioni,
balle che ci convincono delle nostre idee.
RUMORE
Può essere accidente o incidente a seconda degli elementi di disturbo. Il rumore è una
condizione permanente che ha a che fare con la sua stessa natura e accompagna il tentativo di
comunicare. Il rumore può essere fisico (riguarda i canali) o semantico (riguardo i significati
prodotti e recepiti).
I MEDIA THOMPSON
La realtà contemporanea è statura di esperienze in cui le tecnologie mediali entrano nella nostra vita
di tutti i giorni.
Es. nei processi giudiziari le risorse multimediali permettono ai giudici di avere informazioni precise
di processi passati che influenzano le decisioni (già iniziati con giornali e televisioni).
Inizialmente il termine era utilizzato in ambito di studi sul giornalismo che vede poi un processo di
assimilazione dei social media secondo una logica mediale. La ricerca della mediazione non è
necessariamente medio-centrica perché l’oggetto principale dell’attenzione si trova altrove, si evita
quindi il DETERMINISMO TECNOLOGICO(aumento tecnologia).