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È lecito supporre che il mondo in cui noi produciamo senso in riferimento ai segni sia
completamente diverso dal mondo in cui noi produciamo un senso intorno alle altre sfere della
vita?
Qualsiasi atteggiamento conoscitivo è una produzione di senso, le conoscenze che metto in campo
sono diverse
La semiotica è quella scienza che cerca di spiegare come funziona la significazione in generale. Tutti
i processi di significazione usano un meccanismo che cerchiamo di studiare con riferimento ai testo
e all’intelligenza artificiale
Si occupa di cose che facciamo tutti i giorni
I segni non si trovano mai da solo, sono sempre organizzati in un testo, il testo è un complesso di
segni
Testo deriva dal latino textum che significa tessuto perché è un insieme di linee orizzontali che per
stare insieme hanno bisogno di essere interfacciate da fili verticali che sarebbero l’interpretazione.
Non siamo delle macchine dotate da un sistema di input e output quindi se una cosa non viene
rilevata dai nostri sensi non esiste l’interpretazione.
L’interprete interagisce con i segni grazie ad un sistema di segni che determinano la percezione del
se.
Umberto eco dice che ogni testo può essere interpretato in un numero infinito di modi, ma non
tutti i modi sono possibili perché il testo pone dei limiti, distinguendo le interpretazioni accettabili
e non accettabili.
Giovanni piana dice che se noi studiamo la semiotica e la semiotica, il senso nasce tra l’incontro di
un tempo e di una struttura, noi dobbiamo postulare che al di fuori di noi ci sia una struttura,
possiamo accedere alla realtà solamente attraverso i nostri sensi, la mia percezione è quindi
condizionata dal mio senso. Marrone però dice che quando accedo ad una struttura accedo con il
mio tempo e la mia cultura e proprio per questo riesco a produrre un senso.
È logico che posso paragonare il mio modo di vedere alla visione degli altri, però ciascuno di noi
produce un senso che è in parte diversa.
Ci possiamo occupare del segno oppure della situazione all’interno della quale avviene la
comunicazione.
Jakobson non si vuole occupare di comunicazione ma di poetica, qual è quell’elemento che crea un
testo poetico?
La comunicazione funziona perché c’è un canale, un messaggio che sta all’interno della situazione
comunicativa e sono gli elementi che fanno parte della comunicazione e li riveleremo da un altro
punto di vista.
La funzione metalinguistica è una lingua che parla di sé, ed una delle pi importanti perché usiamo
la linguistica per parlare della semiotica.
Con la funzione fàtica non si comunica niente
La funzione referenziale utilizza il linguaggio verbale per far riferimento a qualcosa che sta fuori nel
contesto. Il contesto è il luogo all’interno del quale il messaggio viene comunicato. La funzione
poetica racchiude tutte le attenzioni che poniamo per creare un determinato messaggio (scegliere
le giuste parole e il giusto ordine nella composizione di una poesia)
La funzione emotiva o espressiva esprime l’atteggiamento dell’emittente riguardo a ciò di cui si sta
parlando
Jakobson dice che tutte queste funzioni esistono contemporaneamente in tutti i messaggi
il linguaggio verbale viene usato per parlare di qualsiasi tipo di comunicazione, quindi il linguaggio
verbale è il metalinguaggio che ci permette di parlare tutti gli altri linguaggi
la semiotica dice che i principi che io individuo nello studio della comunicazione sono i principi
validi per tutte le forme di comunicazione e vengono in volta in volta applicati nella musica,
linguaggio, danza ecc…
la funzione metalinguistica può trovarsi anche:
La pubblicità di un orologio (immagine di sinistra: orologio in primo piano, foto di destra:
orologio in secondo piano e posizione della mano diversa)
Moet&Chandon (donna che accarezza una bottiglia)
Modello di Petofi
Ha struttura simmetrica. Per crearlo traccia innanzi tutto i limiti della situazione comunicativa, ma i
puntini stanno ad indicare che la situazione comunicativa non è sempre uguale, ma cambia
sempre.
All’interno dello schema viene anche distinto il tempo e lo spazio della riproduzione e il tempo e lo
spazio della ricezione. Un messaggio che viene riascoltato dopo, viene ascoltato con tempo e
spazio diverso. Un video in diretta viene fatto allo stesso tempo ma in spazi diversi. Una facciata di
una chiesa esprime un qualcosa che viene ricevuto nello stesso spazio ma in tempi diversi (anche
trattato).
C1 e C2: comunicanti. Ci può essere più di un comunicante sia nel momento della riproduzione che
nel momento della ricezione (concerto + musicisti e + ascoltatori)
Rettangolo con B: basi della conoscenza: tutte le conoscenze che abbiamo. BTP base della
conoscenza tipologica.
.. c’è uno stimolo extra-testuale al di fuori di noi.
VE: è il veicolum, ciò che veicola.
La C affianco al VE è il canale che trasporta il veicolum e lo fa interagire con le basi della
conoscenza del ricevente. Queste hanno le stesse caratteristiche delle basi della conoscenza del
produttore, ma non sono identiche perché non esistono basi uguali
Rettangolo INT: interprete. Non tutti i comunicati possono essere veicolati senza la presenza di
un’interprete (es. 9° sinfonia di Beethoven). Int trasforma Ve in Ve’.
A destra:
ve-eff o ve’-eff: effetto (entrare in una stanza e dire che fa caldo → qualcuno apre la
finestra);
ve-int o ve’-int: interpretazione → si traduce in un nuovo veicolum.
Nel caso del produttore, tutta la parte destra dello schema corrisponde alla sua conoscenza,
perché immagina quali possano essere le reazioni sulla base della sua conoscenza. Il ricevente fa
parte delle basi della conoscenza del produttore.
C1 e C2 possono essere la stessa persona (scrivo qualcosa sull’agenda) tempo e luogo sono gli
stessi, il soggetto sono sempre io che faccio ipotesi su te stesso perché immagino che in futuro
consulterò l’agenda e vedrò l’annotazione. Facciamo ipotesi su noi stessi anche sulle nostre
intenzioni dominanti.
Lo studio del segno è all’interno della linguistica, perciò siamo in ambito semiologico. Il significante
e il significato sono 2 facce della stessa medaglia. Il significante viene spiegato da atre parole, da
una parte ho una parola (significante) e dall’altra ho la definizione del vocabolario (significato).
Saussure non considera il referente perché afferma che c’è un rapporto arbitrario tra significante e
significato. Questo modello non può essere inteso per tutti i modelli comunicativi ma sono quello
linguistico.
Il significante è l’altra faccia del significato e in mezzo c’è il codice.
Saussure è il padre della semiologia, la prospettiva è che da una parte nella semiologia la linguistica
deve essere la scienza che permette di studiare tutte le forme di comunicazione perché il
linguaggio verbale è il linguaggio metalinguistico per eccellenza mentre la semiotica tutte le forme
di comunicazione sono ascrivibili ad un principio comune, non proprio di un linguaggio verbale ma
dell'uomo, il modo in cui l'uomo produce un senso applicandolo poi in vari contesti.
Distinzione langue-parole: langue è la lingua ufficiale, la parol sono gli atti linguistici cioè tutti gli
atti/testi di una lingua.
Nasce prima la langue della parole.
La semiotica cerca il principio attraverso cui noi attribuiamo un testo
In un determinato contesto possiamo produrre un significato utilizzando un segno e chi sta
dall’altra parte interpreta quel segno, comunichiamo con qualsiasi elemento che ha valore in quel
contesto.
Noi comunichiamo prestando attenzione a regole transitorie, ovvero a regole che vale solo nel
momento in cui comunichiamo.
Possiamo usare dei segni che hanno un significato prestabilito, ma non hanno sempre lo stesso
valore, questo implica una regola, regole transitorie che usiamo solo in un determinato momento
Metodo della scatola: le idee dipendono dalle parole (le idee possono essere immagini).
Le parole creano la sostanza, queste sono delle tipologie (classificazioni), descrivono la realtà
semplificandola e condizionano il nostro modo di comunicare.
Parte sinistra è il significante, quella destra il significato.
A sinistra formalis: forma del significante.
Architectonica systemica è la langue
“marco ha mangiato la foglia”, senso sistemico, è il senso che io posso attribuire a questa frase,
secondo regole grammaticali marco fa l’azione di mangiare e mangia la foglia. Marco ha capito che
c’è qualcosa sotto, di nascosto. Il senso sistematico è il senso che secondo le regole grammaticali io
posso attribuire ad una frase
Relatum: oggetto a cui faccio riferimento. Questo è un’immagine mentale, che in realtà non esiste.
Definizione di veicolum: l’intorno veicolare non si vede, ma sarebbe una possibile cornice che
ritaglia il quadro dal resto, è complicato dire se la cornice fa parte del quadro perché la didascalia è
fondamentale; questa immagine è un comunicato formato da due elementi: l’immagine di una
pipa (è un’icona) e “ceci n’est pas une pipe” (è un simbolo perché ha un significato grazie ad una
serie di convenzioni che abbiamo). Marrone dice che è il primo problema che abbiamo + per come
viene collocata la frase, è una didascalia ma anomala perché non dice ciò che è rappresentato ma
ciò che non è, questa didascalia indica il “tradimento delle immagini”. Il problema della cornice +
che di solito la didascalia si trova fuori dalla cornice ma in questo caso fa parte del quadro. C’è un
cortocircuito semantico percè non si capisce a cosa fa riferimento, se al quadro-pipa ecc…
Di solito “ceci” è neutro, c’è anche un problema culturale alla base perché non tutte le pipe del
mondo hanno la stessa forma.
materia: cerchio che racchiude tutti questi elementi, è qualcosa di continuo e comune
(racchiude l’espressione e il contenuto). Io credo linguaggio e segmentazione della realtà,
ma tra esse non c’è separazione (ad ogni linguaggio si associa una segmentazione). Es.
suoni della musica e strumenti musicali → Partiamo da un continuum di suoni che verranno
trasformati per ottenere 12 semitoni. Con le parole succede la stessa cosa nella realtà.
Categorizziamo la realtà attraverso la creazione di segni e associazioni ad oggetti. Quando
vedo una sedia, vedo una categorizzazione della realtà che mi permette di chiamare
quell’oggetto “sedia”. Se cambia la realtà ovviamente cambia anche la sua suddivisione (es.
al nord il meteo viene suddiviso in maniera diversa);
Sostanza dell’espressione: dosso creato nelle vicinanze della scuola con lo scopo di far
rallentare;
Forma dell’espressione: se ad esempio prendo la ghiaia e costruisco un dosso nelle
vicinanze di una scuola → il materiale diventa un segno quando gli diamo una determinata
forma e determina quindi anche una divisione della realtà;
Forma del contenuto: si rallenta;
Sostanza del contenuto: motivi per cui si rallenta (infiniti), ma di fatto ha la funzione di far
rallentare.
Non esiste un testo senza un contesto (nella realtà avviene contemporaneamente).
Ci sono espressioni dialettali che possono essere tradotte in altre lingue, ma non in italiano.
Marrone prendendo un’espressione come “non so” vuole vedere come il non sapere viene
espresso in altre lingue.
Esiste una materia (insieme dei suoni che io posso utilizzare perché sono in grado di riprodurli con
il mio apparato formatorio). Ogni lingua seleziona questi suoni che vengono organizzati dividendo
così a realtà perché le varie combinazioni sono equivalenti a livello teorico ma non sono la stessa
cos (tutte esprimono il non sapere ma rappresentano la realtà in modo diverso). Ci sono dei suoni
che per noi sono difficili pronunciare se proviamo ad imparare una lingua diversa dalla nostra, se
non riusciamo a sentire i suoni, di conseguenza non riusciamo a riprodurli. Solo nel momento in cui
riusciamo a capire l’articolazione della frase riusciamo a percepire i suoni e quindi riprodurli.
La divisione tra testo e contesto avviene contemporaneamente, non esiste un testo senza contesto
(nella realtà avviene contemporaneamente), testo e contesto dipendono da chi interpreta.
I segni funzionano sempre in connessione con altri segni, e insieme formano un testo e sempre
questi testi sono multimediali perché i segni appartengono a media differenti (suoni, immagini,
parole).
In una poesia non abbiamo , perché esse riempiono uno spazio con caratteri specifici
(grafica) e producono un suono (componente mediale al pari delle parole che io uso) → la
poesia ha valore se viene recitata, il rapporto tra le parole è un rapporto sonoro (molti
poeti fanno si che le rime si vedono ma quando si leggono a volte neanche ci si rende conto
che ci sono per effetti di altre figure retoriche)→ connessione tra elementi visivi e sonori:
quando essa viene sciolta subentra l’aspetto grafico, di gioco con i termini (esempio
Apollinaire)
La scrittura nell’800 era diventata tanto interiorizzata e una persona poteva riflettere sulle
differenze tra scrittura e oralità→ così ci siamo interrogati sulle caratteristiche della scrittura che
condiziona il nostro modo di pensare, ma questo solo quando siamo entrati nel paradigma
informatico, che condiziona ancora il nostro pensiero senza accorgercene.
In internet il testo è a somma di tutte le letture che io faccio: ma in un testo internet non leggo
tutto, ma solo ci che più mi interessa, con una costruzione ipertestuale.
Paradigma informatico è diverso dal paradigma testuale → possiamo sempre più scegliere il nostro
percorso di lettura.
(linguistico), linguistico-musicale (musica e
parola si confondono, ma sono considerate
la stessa cosa;
MEDIA STATICI: media che non danno la percezione del passare del tempo ma non tutti i media
sono statici allo stesso modo:
- alcuni pur essendo statici devono essere convertiti in un processo: se leggo un libro, le
parole hanno significato se le leggo; quindi, in realtà il medium è statico, ma se non lo
converto in dinamico non ha senso, non guardo le pagine come un’opera d’arte:
→ spartiti: sono tutte le forme di notazione che devono essere trasformate in dinamico per
essere comprese (scrittura, spartito musicale).
→non-spartito: si presuppone un rapporto temporale tra un’immagine e un’altra (fumetti)
- altri media invece non devono essere convertiti in processo: l’opera d’arte rimane tale
sempre
MEDIA DINAMICI: per loro natura fanno percepire il trascorrere del tempo (musica, conferenza o
opera teatrale: ho vari momenti che poi terminano)
- quelli necessariamente dinamici: ascoltando un brano musicale e mettendo in pausa
ottengo silenzio per cui non mi rimane niente, se metto in pausa un video ottengo un fermo
immagine. Il video è un elemento dinamico formato da elementi statici che si susseguono
ad alta velocità e quindi vengono percepiti come video
- quelli non-necessariamente dinamici: esecuzioni e non esecuzioni (se interrompo una
sinfonia di uno spartito ho silenzio)
se creassi uno spartito potrebbe essere che nessuno lo eseguirà mai, ma esso rimane uno
spartito→ lo trasformerò in un processo per dargli significato e fare un’esecuzione (altrimenti è
un’improvvisazione).
Per Petofi tutti i segni sono relazionali, dati da un rapporto tra significato e significante.
Per cui il segno è sempre un oggetto semiotico relazionale.
Tutti i testi sono per natura multimediali. L’unimedialità è un’illusione data dalla scrittura. Ogni
testo è un sistema a sé. Il linguaggio di un’artista crea un sotto-linguaggio del sistema utilizzato.
La connettezza formale, la coerenza sintattica: il fatto che un testo sia considerato come
grammaticalmente ben formato.
Dal punto di vista semantico, la coerenza la si ottiene attuando la teoria dei mondi possibili:
se io leggo i promessi sposi, il mondo che viene descritto nei promessi sposi, è un mondo
coerente? È un mondo possibile? Sì. Ma nel caso di un mondo non compatibile con la
realtà, questo è comunque un mondo possibile in quanto creato dalla narrazione, perciò
rimane comunque coerente.
Secondo Chomsky esiste una struttura grammaticale innata in tutti noi, tutte le lingue del mondo,
per quanto sono diverse, alla fine possono essere ricondotte ad una struttura profonda.
Le nostre capacità di essere animali parlanti è un qualcosa di innato in noi (anche per la musica
tonale, è possibile dire che può essere ricondotta ad una struttura grammaticale di base).
Costituenti del sensus:
D: DICTUM: significato che trovo nel vocabolario
A: APERCEPETUM: ciò che può essere percepito;
E: ELOCATUM: qualcosa che viene evocato/che non posso rendere in maniera concettuale.
ANALISI SEMIOTICA→ scomporre il testo, ogni cosa si analizza separatamente utilizzando una
semiotica in base al tipo di analisi che devo fare (musicale, verbale…)
“Marco ha mangiato una foglia”. Il mondo descritto da questa frase non è possibile; il primo
elemento che non funziona è “foglia” (cui fa pensare alla necessità di interpretare in maniera
diversa la frase).
Veicolum, è la manifestazione fisica di un testo, qualche cosa di tangibile, acustico, visivo, tattile,
però è la manifestazione fisica di un testo
Un testo è un testo solo se è un oggetto semiotico interazionale.
Da una parte ho un sistema di segni, dall’altra ho un’interpretazione di questo sistema di segni
Abbiamo interazione tra significante e significato. Lo ritroviamo più e più volte, il testo è dato dalla
relazione di queste due parti, partiamo da questo veicolum a cui attribuisco una delle possibili
strutture semantiche e sintattiche che posso attribuire a quel determinato veicolum
Tante interpretazioni anche se il testo è unico, ognuno di noi attribuisce una struttura semantica e
sintattiche che sono in parte diverse.
Un testo è un oggetto semiotico relazionale dato dal rapporto tra la struttura semantica e quella
sintattica che attribuisco ad una manifestazione.
Ruolo fondamentale è quello dell’interprete che riconosce un testo attribuendogli una struttura
semantica e sintattica.
Non c’è connettezza linguistico-semantica (p17) perciò il testo che io ho prodotto attraverso
l’attribuzione, diventa quindi un veicolum. Diventa un oggetto a cui posso attribuire una nuova
struttura semantica e una nuova struttura sintattica.
Persona che semina, semi sui fiori, sui rovi, sulla strada
Ci dice Petofi, siccome è una parabola, una volta attribuito questo significato inizio a cambiare tutti
i costituenti del testo, come se mettessi tante incognite.
Il seminatore è X, seme è Y, strada Z, seminare non è seminare ma è un’altra funzione.
Per formare testi si utilizzano discipline diverse, ma ogni disciplina utilizza un linguaggio diverso →
quando si mettono insieme le discipline spesso non si trovano i termini per poter comparare.
Devo trovare un linguaggio il più neutro possibile così da comprendere il testo in una terminologia
astratta neutra.
- Unità base SbA (sub architettonica) = configurazione dei tratti distintivi (i tratti distintivi del
linguaggio verbale orale sono quelli tipici di ogni suono, mentre quelli del linguaggio
verbale scritto sono quelli che rendono unico un certo tipo di carattere (fisici e variabili))
- Unità base di MiA (micro architettonica) = suoni e lettere + morfemi → abbellimenti di
quella lettera ma che non completano la lettera → unità che si legano insieme ma che non
costituiscono ancora una parola
- Unità base MeA (meso architettonica) = forme di parola (unità che hanno un certo grado in
base al numero di parole (“marco è bello” è di 3° grado); se inserisco incisi, aumentano i
livelli) → la parola “testo” la posso sillabare in “te + sto”, ognuna fa parte della MiA
- Unità base MaA (macro architettonica) = possiamo dire che la macro architettonica è
formata da unità (frasi) e che sono concluse da un punto; da studiare in maniera
intersoggettiva
“marco è bello”
Combino le parole, le metto in gruppi fino a formare l’elemento massimale base dell’unità
successiva:
- Ogni parola è una meso architettonica di 1° grado;
- “marco” non posso legarlo grammaticalmente a nulla ma “è bello” lo metto insieme e
ottengo un’unità di 2° grado meso architettonica → insieme formano un’unità di 3° grado di
meso architettonica
- Ma essendo una frase è anche un’unità di 1° grado della macro architettonica
- Semiotica ≠ semiosi
SEMIOSI = processo di interpretazione che presuppone uno spazio C, altrimenti non avremo
un’interpretazione (una parola può significare più cose, il processo di interpretazione è il processo
di semiosi
SEMIOTICA = scienza che studia il processo di interpretazione
- Significazione ≠ comunicazione
Significazione = sistema che ha determinate regole, fissate in modo intersoggettivo tra i vari
comunicanti
Comunicazione = non sempre esistono delle regole in un processo di comunicazione, posso avere
delle regole transitorie che valgono solo all’interno di quel processo di comunicazione
- Deduzione ≠ abduzione
DEDUZIONE = se A allora B, A, allora B: c’è una regola, un caso e una deduzione → processo che
parte da una regola e lo applica ad un caso particolare
ABDUZIONE = è di 2 tipi: posso partire da casi concreti e presupporre una regola (che posso
applicare in seguito) oppure partire da casi concreti e presupporre il verificarsi di un altro caso (non
arrivo ad una regola: c’è il caso A, c’è il caso B e presuppongo che si possa avere un caso C).
+ 1° tipo: IPERCODIFICATO → codifica molto stringente, il rapporto che c’è è il rapporto type-token
+ 2° tipo: IPOCODIFICATO → codifica azzardata, il soggetto non possiede tutti gli elementi per
stabilire la verità, ne descrive una in attesa di successive verifiche
+ 3° tipo: META ABDUZIONI → linguaggio che parla delle abduzioni; permette di formulare ipotesi
sul mondo che renderebbe tutti i segni come parte di un testo (il soggetto si rifiuta di entrare in
una logica estensionale, quella logica che mi permette di passare da un testo alla realtà → il
soggetto crea una situazione ipotetica, ma non afferma che quella sia la realtà)
Quando parliamo di sistemi complessi dobbiamo cercare sempre delle semplificazioni → nello
spazio C ha luogo un fenomeno legato ai contesti comunicativi (dal contesto si decide se “rosa” sta
per un nome, fiore, colore o verbo)