Sei sulla pagina 1di 20

SEMIOTICA

La definizione dipende da ciò che si vuole comunicare.


Se si prende in considerazione il segno, questo viene capito solo se faccio parte di un certo
ambiente culturale.
Con cultura, segno e testo si arriva ad un’interpretazione.
La comunicazione può essere volontaria o involontaria. Goffman individua 3 concetti per cercare di
dare un senso alla comunicazione, ovvero il mittente, il messaggio che viene comunicato e il
ricevente.
Chi comunica potrebbe farlo anche involontariamente, ma l’ascoltatore può essere:

 Ascoltatore destinatario: diretto interessato alla comunicazione


 Ascoltatore non destinatario: chi ascolta anche se non fa parte della conversazione
 Ascoltatore astante: non fa parte della conversazione e non gli interessa farne parte
 Ascoltatore non retificato: origliatore.
È importante prendere in considerazione il destinatario del messaggio per sapere come
dobbiamo porgerci perché.
Un segno è sempre un segno per qualcuno, se non è un segno per qualcuno, non è un segno
Tutti i segni comunicano all’interno dei testi.
L’elemento fondamentale della comunicazione è l’interprete.
Ci sono vari tipi di interpretazione, deduzione (regole applicate al caso), induzione (si parte da
una raccolta di dati e si arriva ad una regola).
Marrone individua 3 elementi:

 Espressioni significative: qualcosa di materiale o fisico (es. suono, oggetto ecc..);


 Contenuto significativo: qualcosa di concettuale ed intellettuale;
 Elemento pragmatico: oggetto a cui il segno fa riferimento.
Quando interagiamo con un segno siamo noi a dargli un senso, questo è il ruolo fondamentale
dell’interprete

È lecito supporre che il mondo in cui noi produciamo senso in riferimento ai segni sia
completamente diverso dal mondo in cui noi produciamo un senso intorno alle altre sfere della
vita?
Qualsiasi atteggiamento conoscitivo è una produzione di senso, le conoscenze che metto in campo
sono diverse

La semiotica è quella scienza che cerca di spiegare come funziona la significazione in generale. Tutti
i processi di significazione usano un meccanismo che cerchiamo di studiare con riferimento ai testo
e all’intelligenza artificiale
Si occupa di cose che facciamo tutti i giorni
I segni non si trovano mai da solo, sono sempre organizzati in un testo, il testo è un complesso di
segni
Testo deriva dal latino textum che significa tessuto perché è un insieme di linee orizzontali che per
stare insieme hanno bisogno di essere interfacciate da fili verticali che sarebbero l’interpretazione.
Non siamo delle macchine dotate da un sistema di input e output quindi se una cosa non viene
rilevata dai nostri sensi non esiste l’interpretazione.
L’interprete interagisce con i segni grazie ad un sistema di segni che determinano la percezione del
se.
Umberto eco dice che ogni testo può essere interpretato in un numero infinito di modi, ma non
tutti i modi sono possibili perché il testo pone dei limiti, distinguendo le interpretazioni accettabili
e non accettabili.

Giovanni piana dice che se noi studiamo la semiotica e la semiotica, il senso nasce tra l’incontro di
un tempo e di una struttura, noi dobbiamo postulare che al di fuori di noi ci sia una struttura,
possiamo accedere alla realtà solamente attraverso i nostri sensi, la mia percezione è quindi
condizionata dal mio senso. Marrone però dice che quando accedo ad una struttura accedo con il
mio tempo e la mia cultura e proprio per questo riesco a produrre un senso.

È logico che posso paragonare il mio modo di vedere alla visione degli altri, però ciascuno di noi
produce un senso che è in parte diversa.
Ci possiamo occupare del segno oppure della situazione all’interno della quale avviene la
comunicazione.

Tutti gli elementi della comunicazione hanno lo stesso valore informativo?

La cosa fondamentale è il conetto di codifica e decodifica che è identica al concetto di pacco


postale. La comuncazione però non funziona esattamente così. Per Shannon e Weaver c’è una
fonte dell’informazione che usano un trasmettitore con la quale inviano un messaggio, questo
trasmettitore trasforma il messaggio in un segnale e può esserci una fonte di rumore che disurba il
segnale e che potrebbe far perdere una parte del messaggio. Successivamente un altro
apparecchio trasforma nuovamente questo segnale in un messaggio che arriva ad un destinatario.
Questo tipo di approccio è molto vecchio. Se io ora scrivo un testo non viene per forza
decodificato, in questo modello ci sono dei problemi:
1. Quanto accuratamente un segno viene comunicato? Può dipendere da molte cose, come
per esempio dal trasmettitore
2. La capacità che hanno dei singoli di trasmettere in modo adeguato il messaggio
3. Quanto è efficace il messaggio che invio

Jakobson non si vuole occupare di comunicazione ma di poetica, qual è quell’elemento che crea un
testo poetico?

La comunicazione funziona perché c’è un canale, un messaggio che sta all’interno della situazione
comunicativa e sono gli elementi che fanno parte della comunicazione e li riveleremo da un altro
punto di vista.
La funzione metalinguistica è una lingua che parla di sé, ed una delle pi importanti perché usiamo
la linguistica per parlare della semiotica.
Con la funzione fàtica non si comunica niente
La funzione referenziale utilizza il linguaggio verbale per far riferimento a qualcosa che sta fuori nel
contesto. Il contesto è il luogo all’interno del quale il messaggio viene comunicato. La funzione
poetica racchiude tutte le attenzioni che poniamo per creare un determinato messaggio (scegliere
le giuste parole e il giusto ordine nella composizione di una poesia)

La funziona conativa/destinatario è data da verbi imperativi, quando cisi riferisce direttamente


all’altra persona (dove vai? Cosa fai?)

La funzione emotiva o espressiva esprime l’atteggiamento dell’emittente riguardo a ciò di cui si sta
parlando
Jakobson dice che tutte queste funzioni esistono contemporaneamente in tutti i messaggi
il linguaggio verbale viene usato per parlare di qualsiasi tipo di comunicazione, quindi il linguaggio
verbale è il metalinguaggio che ci permette di parlare tutti gli altri linguaggi
la semiotica dice che i principi che io individuo nello studio della comunicazione sono i principi
validi per tutte le forme di comunicazione e vengono in volta in volta applicati nella musica,
linguaggio, danza ecc…
la funzione metalinguistica può trovarsi anche:
 La pubblicità di un orologio (immagine di sinistra: orologio in primo piano, foto di destra:
orologio in secondo piano e posizione della mano diversa)
 Moet&Chandon (donna che accarezza una bottiglia)

Lo schema di Jakobson può essere applicato ad ogni forma di comunicazione


Il mezzo attraverso noi comunichiamo non è qualcosa di neutro, ma è in se il messaggio, andando a
cambiare il significato del messaggio stesso (manzoni promessi sposi).

Modello di Petofi

Ha struttura simmetrica. Per crearlo traccia innanzi tutto i limiti della situazione comunicativa, ma i
puntini stanno ad indicare che la situazione comunicativa non è sempre uguale, ma cambia
sempre.
All’interno dello schema viene anche distinto il tempo e lo spazio della riproduzione e il tempo e lo
spazio della ricezione. Un messaggio che viene riascoltato dopo, viene ascoltato con tempo e
spazio diverso. Un video in diretta viene fatto allo stesso tempo ma in spazi diversi. Una facciata di
una chiesa esprime un qualcosa che viene ricevuto nello stesso spazio ma in tempi diversi (anche
trattato).
C1 e C2: comunicanti. Ci può essere più di un comunicante sia nel momento della riproduzione che
nel momento della ricezione (concerto + musicisti e + ascoltatori)
Rettangolo con B: basi della conoscenza: tutte le conoscenze che abbiamo. BTP base della
conoscenza tipologica.
.. c’è uno stimolo extra-testuale al di fuori di noi.
VE: è il veicolum, ciò che veicola.
La C affianco al VE è il canale che trasporta il veicolum e lo fa interagire con le basi della
conoscenza del ricevente. Queste hanno le stesse caratteristiche delle basi della conoscenza del
produttore, ma non sono identiche perché non esistono basi uguali
Rettangolo INT: interprete. Non tutti i comunicati possono essere veicolati senza la presenza di
un’interprete (es. 9° sinfonia di Beethoven). Int trasforma Ve in Ve’.

A destra:

 ve-eff o ve’-eff: effetto (entrare in una stanza e dire che fa caldo → qualcuno apre la
finestra);
 ve-int o ve’-int: interpretazione → si traduce in un nuovo veicolum.
Nel caso del produttore, tutta la parte destra dello schema corrisponde alla sua conoscenza,
perché immagina quali possano essere le reazioni sulla base della sua conoscenza. Il ricevente fa
parte delle basi della conoscenza del produttore.

C1 e C2 possono essere la stessa persona (scrivo qualcosa sull’agenda) tempo e luogo sono gli
stessi, il soggetto sono sempre io che faccio ipotesi su te stesso perché immagino che in futuro
consulterò l’agenda e vedrò l’annotazione. Facciamo ipotesi su noi stessi anche sulle nostre
intenzioni dominanti.

IL COMUNICATO SECONDO PIERCE.


È quello che generalmente viene chiamato il “segno”

Ho il referente, qualcosa per cui il significante sta.


Il cartello dell’’uscita di sicurezza è il significante, il referente è l’uscita.
Tra questi 2 elementi c’è un significato. Il referente ha la funzione di mettere in contatto il
significato e il referente. La linea tratteggiata tra significante e referente indica che non c’è un
collegamento diretto tra questi 2 elementi, ma c’è solo in relazione al significato.
Troviamo 3 tipi di segno:
 indici: significano per una qualche forma di contiguità
 simboli: significato in modo convenzionale, questo presuppone un accordo per cui il
simbolo corrisponde allo stesso significato
 icone: significano per somiglianza, significa perché somiglia all’oggetto che viene
rappresentato
non esistono segni puri, sono tutti ibridi
la foto è sia icone che indici (indice perché chi fa la foto è presente in quel momento, quindi senza
quell’elemento non sarebbe stato possibile, è anche simbolo perché la foto gioca con determinate
convenzioni). Le foto hanno un codice, per cui per intuirle correttamente è necessaria una
decodifica.

Lo studio del segno è all’interno della linguistica, perciò siamo in ambito semiologico. Il significante
e il significato sono 2 facce della stessa medaglia. Il significante viene spiegato da atre parole, da
una parte ho una parola (significante) e dall’altra ho la definizione del vocabolario (significato).

Saussure non considera il referente perché afferma che c’è un rapporto arbitrario tra significante e
significato. Questo modello non può essere inteso per tutti i modelli comunicativi ma sono quello
linguistico.
Il significante è l’altra faccia del significato e in mezzo c’è il codice.
Saussure è il padre della semiologia, la prospettiva è che da una parte nella semiologia la linguistica
deve essere la scienza che permette di studiare tutte le forme di comunicazione perché il
linguaggio verbale è il linguaggio metalinguistico per eccellenza mentre la semiotica tutte le forme
di comunicazione sono ascrivibili ad un principio comune, non proprio di un linguaggio verbale ma
dell'uomo, il modo in cui l'uomo produce un senso applicandolo poi in vari contesti.
Distinzione langue-parole: langue è la lingua ufficiale, la parol sono gli atti linguistici cioè tutti gli
atti/testi di una lingua.
Nasce prima la langue della parole.
La semiotica cerca il principio attraverso cui noi attribuiamo un testo
In un determinato contesto possiamo produrre un significato utilizzando un segno e chi sta
dall’altra parte interpreta quel segno, comunichiamo con qualsiasi elemento che ha valore in quel
contesto.
Noi comunichiamo prestando attenzione a regole transitorie, ovvero a regole che vale solo nel
momento in cui comunichiamo.
Possiamo usare dei segni che hanno un significato prestabilito, ma non hanno sempre lo stesso
valore, questo implica una regola, regole transitorie che usiamo solo in un determinato momento

La lingua cambia sia a livello diacronico (nel tempo) che sincronico

Metodo della scatola: le idee dipendono dalle parole (le idee possono essere immagini).
Le parole creano la sostanza, queste sono delle tipologie (classificazioni), descrivono la realtà
semplificandola e condizionano il nostro modo di comunicare.
Parte sinistra è il significante, quella destra il significato.
A sinistra formalis: forma del significante.
Architectonica systemica è la langue

MODELLO SEGNICO INTEGRATIVO DI PETOFI -> significante e significato, architettonica semantica


che riguarda il significato e un’architettonica formale cioè la forma del significante (es in un quadro
i colori, ecc…). L’architettonica contestuale che riguarda il contesto e l’architettonica sistemica è la
langue, regole della lingua. La parte formale parte da un ve(veicolum), intenzioni significanti (come
quando il cane abbaia per comunicarci qualcosa) se non ho intenzione prima del linguaggio, non
ho linguaggio intorno veicolare e ciò che sta intorno al veicolum ed è importante perché i segni
non è dato una volta per tutte.
Fo= formatio comunicata:
formatio sistemica.

“marco ha mangiato la foglia”, senso sistemico, è il senso che io posso attribuire a questa frase,
secondo regole grammaticali marco fa l’azione di mangiare e mangia la foglia. Marco ha capito che
c’è qualcosa sotto, di nascosto. Il senso sistematico è il senso che secondo le regole grammaticali io
posso attribuire ad una frase
Relatum: oggetto a cui faccio riferimento. Questo è un’immagine mentale, che in realtà non esiste.
Definizione di veicolum: l’intorno veicolare non si vede, ma sarebbe una possibile cornice che
ritaglia il quadro dal resto, è complicato dire se la cornice fa parte del quadro perché la didascalia è
fondamentale; questa immagine è un comunicato formato da due elementi: l’immagine di una
pipa (è un’icona) e “ceci n’est pas une pipe” (è un simbolo perché ha un significato grazie ad una
serie di convenzioni che abbiamo). Marrone dice che è il primo problema che abbiamo + per come
viene collocata la frase, è una didascalia ma anomala perché non dice ciò che è rappresentato ma
ciò che non è, questa didascalia indica il “tradimento delle immagini”. Il problema della cornice +
che di solito la didascalia si trova fuori dalla cornice ma in questo caso fa parte del quadro. C’è un
cortocircuito semantico percè non si capisce a cosa fa riferimento, se al quadro-pipa ecc…
Di solito “ceci” è neutro, c’è anche un problema culturale alla base perché non tutte le pipe del
mondo hanno la stessa forma.
 materia: cerchio che racchiude tutti questi elementi, è qualcosa di continuo e comune
(racchiude l’espressione e il contenuto). Io credo linguaggio e segmentazione della realtà,
ma tra esse non c’è separazione (ad ogni linguaggio si associa una segmentazione). Es.
suoni della musica e strumenti musicali → Partiamo da un continuum di suoni che verranno
trasformati per ottenere 12 semitoni. Con le parole succede la stessa cosa nella realtà.
Categorizziamo la realtà attraverso la creazione di segni e associazioni ad oggetti. Quando
vedo una sedia, vedo una categorizzazione della realtà che mi permette di chiamare
quell’oggetto “sedia”. Se cambia la realtà ovviamente cambia anche la sua suddivisione (es.
al nord il meteo viene suddiviso in maniera diversa);
 Sostanza dell’espressione: dosso creato nelle vicinanze della scuola con lo scopo di far
rallentare;
 Forma dell’espressione: se ad esempio prendo la ghiaia e costruisco un dosso nelle
vicinanze di una scuola → il materiale diventa un segno quando gli diamo una determinata
forma e determina quindi anche una divisione della realtà;
 Forma del contenuto: si rallenta;
 Sostanza del contenuto: motivi per cui si rallenta (infiniti), ma di fatto ha la funzione di far
rallentare.
Non esiste un testo senza un contesto (nella realtà avviene contemporaneamente).
Ci sono espressioni dialettali che possono essere tradotte in altre lingue, ma non in italiano.
Marrone prendendo un’espressione come “non so” vuole vedere come il non sapere viene
espresso in altre lingue.
Esiste una materia (insieme dei suoni che io posso utilizzare perché sono in grado di riprodurli con
il mio apparato formatorio). Ogni lingua seleziona questi suoni che vengono organizzati dividendo
così a realtà perché le varie combinazioni sono equivalenti a livello teorico ma non sono la stessa
cos (tutte esprimono il non sapere ma rappresentano la realtà in modo diverso). Ci sono dei suoni
che per noi sono difficili pronunciare se proviamo ad imparare una lingua diversa dalla nostra, se
non riusciamo a sentire i suoni, di conseguenza non riusciamo a riprodurli. Solo nel momento in cui
riusciamo a capire l’articolazione della frase riusciamo a percepire i suoni e quindi riprodurli.
La divisione tra testo e contesto avviene contemporaneamente, non esiste un testo senza contesto
(nella realtà avviene contemporaneamente), testo e contesto dipendono da chi interpreta.
I segni funzionano sempre in connessione con altri segni, e insieme formano un testo e sempre
questi testi sono multimediali perché i segni appartengono a media differenti (suoni, immagini,
parole).
 In una poesia non abbiamo , perché esse riempiono uno spazio con caratteri specifici
(grafica) e producono un suono (componente mediale al pari delle parole che io uso) → la
poesia ha valore se viene recitata, il rapporto tra le parole è un rapporto sonoro (molti
poeti fanno si che le rime si vedono ma quando si leggono a volte neanche ci si rende conto
che ci sono per effetti di altre figure retoriche)→ connessione tra elementi visivi e sonori:
quando essa viene sciolta subentra l’aspetto grafico, di gioco con i termini (esempio
Apollinaire)

La comunicazione orale ha degli atti tutti propri


→ le ripetizioni vengono fatte per avere la sicurezza che tutti abbiano capito e per aver tempo e
modo di pensare
- Costruzione paratattica: quando una persona usa solo coordinate, senza subordinate, tipica
della comunicazione orale perché le subordinate richiedono un pensiero logico più
complesso con rapporti di causa-effetto, più facile in un testo scritto
- Uso di formule: si ripetono le stesse formule per caratterizzare un personaggio che spesso
diventa statico nello stesso racconto con determinate caratteristiche

La scrittura nell’800 era diventata tanto interiorizzata e una persona poteva riflettere sulle
differenze tra scrittura e oralità→ così ci siamo interrogati sulle caratteristiche della scrittura che
condiziona il nostro modo di pensare, ma questo solo quando siamo entrati nel paradigma
informatico, che condiziona ancora il nostro pensiero senza accorgercene.
In internet il testo è a somma di tutte le letture che io faccio: ma in un testo internet non leggo
tutto, ma solo ci che più mi interessa, con una costruzione ipertestuale.

Paradigma informatico è diverso dal paradigma testuale → possiamo sempre più scegliere il nostro
percorso di lettura.
(linguistico), linguistico-musicale (musica e
parola si confondono, ma sono considerate
la stessa cosa;

Para-verbale: è una componente


significante strettamente legata al
linguaggio verbale, che non esiste senza il
linguaggio verbale;

Non-verbale: uditivo, armonico (strumentale


o umano) o non-armonico (rumori)

La comunicazione umana è sempre necessariamente multimediale→ musica deriva da “musike”


che indica le arti delle muse (= danza, suono e parola), quindi è già compresa una dimensione
multimediale (non esiste la dimensione unimediale: la musica è stata segmentata dalla nascita
dello spartito, che ha avuto la funzione di staccare la musica da un determinato contesto, mentre
prima stavano in un contesto performativo (come la messa)) → lo sviluppo tecnologico è solo una
possibilità dello sviluppo della comunicazione umana, ma non era necessario perché la musica era
già multimediale anche prima.
Definiamo il testo e il contesto contemporaneamente e insieme sono significanti (anche diversi:
immagini parole colori e gestualità) → questo crea il problema di decidere quali sono gli elementi
significanti in un comunicato; parliamo e pensiamo solo grazie alle tipologie (approssimazioni e
ognuna porta con se un’ideologia, un punto di vista); anche le parole sono delle tipologie (la parola
nipote può indicare parentele differenti, mentre nephew e grandchild vengono suddivise)→ ogni
tipo di caratterizzazione è arbitraria in parte.
TEOBALDELLI
Linguaggio verbale ha una connettività seriale (devo leggere una parola dopo l’altra, così da
costruire il significato di una frase, è lineare, da sinistra a destra), ma se prendo un quadro non ho
un ordine di lettura → le immagini significano in modo integrale, hanno valore perché gli elementi
sono contemporaneamente presenti, comunicano allo stesso momento.
Nei testi c’è sempre una prevalenza semiotica, in un comunicato una tipologia di segni prevale su
un’altra → equidominanza semiotica (i segni in un comunicato sono tutti importanti, perché
comunicano qualcosa di fondamentale) e prevalenza semiotica variabile (quando ho una parte in
cui prevale un aspetto semiotico su un altro)

MEDIA STATICI: media che non danno la percezione del passare del tempo ma non tutti i media
sono statici allo stesso modo:
- alcuni pur essendo statici devono essere convertiti in un processo: se leggo un libro, le
parole hanno significato se le leggo; quindi, in realtà il medium è statico, ma se non lo
converto in dinamico non ha senso, non guardo le pagine come un’opera d’arte:
→ spartiti: sono tutte le forme di notazione che devono essere trasformate in dinamico per
essere comprese (scrittura, spartito musicale).
→non-spartito: si presuppone un rapporto temporale tra un’immagine e un’altra (fumetti)
- altri media invece non devono essere convertiti in processo: l’opera d’arte rimane tale
sempre

MEDIA DINAMICI: per loro natura fanno percepire il trascorrere del tempo (musica, conferenza o
opera teatrale: ho vari momenti che poi terminano)
- quelli necessariamente dinamici: ascoltando un brano musicale e mettendo in pausa
ottengo silenzio per cui non mi rimane niente, se metto in pausa un video ottengo un fermo
immagine. Il video è un elemento dinamico formato da elementi statici che si susseguono
ad alta velocità e quindi vengono percepiti come video
- quelli non-necessariamente dinamici: esecuzioni e non esecuzioni (se interrompo una
sinfonia di uno spartito ho silenzio)

se creassi uno spartito potrebbe essere che nessuno lo eseguirà mai, ma esso rimane uno
spartito→ lo trasformerò in un processo per dargli significato e fare un’esecuzione (altrimenti è
un’improvvisazione).
Per Petofi tutti i segni sono relazionali, dati da un rapporto tra significato e significante.
Per cui il segno è sempre un oggetto semiotico relazionale.
Tutti i testi sono per natura multimediali. L’unimedialità è un’illusione data dalla scrittura. Ogni
testo è un sistema a sé. Il linguaggio di un’artista crea un sotto-linguaggio del sistema utilizzato.

I testi sono delle entità autonome o solo parzialmente autonome?


Questi sono entità solo parzialmente autonome (se inserisco una citazione, chiamo un pezzo di un
altro testo a far parte di quel testo, facendo sì che questo non sia un testo autonomo).
I co-testi sono tutti quei testi che fanno parte di una raccolta o sono collegati ad altri.
I testi non sono mai del tutto autonomi secondo Petofi.

La connettezza formale, la coerenza sintattica: il fatto che un testo sia considerato come
grammaticalmente ben formato.
Dal punto di vista semantico, la coerenza la si ottiene attuando la teoria dei mondi possibili:
 se io leggo i promessi sposi, il mondo che viene descritto nei promessi sposi, è un mondo
coerente? È un mondo possibile? Sì. Ma nel caso di un mondo non compatibile con la
realtà, questo è comunque un mondo possibile in quanto creato dalla narrazione, perciò
rimane comunque coerente.

Secondo Chomsky esiste una struttura grammaticale innata in tutti noi, tutte le lingue del mondo,
per quanto sono diverse, alla fine possono essere ricondotte ad una struttura profonda.
Le nostre capacità di essere animali parlanti è un qualcosa di innato in noi (anche per la musica
tonale, è possibile dire che può essere ricondotta ad una struttura grammaticale di base).
Costituenti del sensus:
 D: DICTUM: significato che trovo nel vocabolario
 A: APERCEPETUM: ciò che può essere percepito;
 E: ELOCATUM: qualcosa che viene evocato/che non posso rendere in maniera concettuale.

Secondo Petofi ogni tipo di interpretazione può essere di 2 tipi:


 Naturale: interpretazione naturale, spontanea, senza l’uso di una teoria;
 Teorica: interpretazione che si basa su una teoria; interpretazione che usa una determinata
teoria. È importante rendere esplicita la teoria che si sta utilizzando.
Sono 2 facce strettamente connesse perché l’interpretazione naturale non esiste, non partiamo
mai completamente da zero quando interpretiamo

ESPLICATIVA→ cerca di spiegare come si produce il senso a partire da un comunicato. Come un


interprete attribuisce un significato;
VALUTATIVA→ spiega la valutazione che si dà al comunicato
Queste dopo possono, a loro volta, distinguersi in altri tipi:
DESCRITTIVA→ descrizione di un’interpretazione
ARGOMENTATIVO→ argomentazione di un’interpretazione
STRUTTURALE→ descrive la struttura con cui è costituito il testo (ad esempio le rime in poesia)
PROCEDURALE→ considero come l’interpretazione viene elaborata passo passo, partendo dal
testo. Prende in considerazione le fasi attraverso cui si costruisce l’elaborazione
Ve o Ve-cost: tutte le dicotomie possono applicarsi ad un veicolum o a dei costituenti del testo

ANALISI SEMIOTICA→ scomporre il testo, ogni cosa si analizza separatamente utilizzando una
semiotica in base al tipo di analisi che devo fare (musicale, verbale…)

“Marco ha mangiato una foglia”. Il mondo descritto da questa frase non è possibile; il primo
elemento che non funziona è “foglia” (cui fa pensare alla necessità di interpretare in maniera
diversa la frase).
Veicolum, è la manifestazione fisica di un testo, qualche cosa di tangibile, acustico, visivo, tattile,
però è la manifestazione fisica di un testo
Un testo è un testo solo se è un oggetto semiotico interazionale.
Da una parte ho un sistema di segni, dall’altra ho un’interpretazione di questo sistema di segni
Abbiamo interazione tra significante e significato. Lo ritroviamo più e più volte, il testo è dato dalla
relazione di queste due parti, partiamo da questo veicolum a cui attribuisco una delle possibili
strutture semantiche e sintattiche che posso attribuire a quel determinato veicolum

Tante interpretazioni anche se il testo è unico, ognuno di noi attribuisce una struttura semantica e
sintattiche che sono in parte diverse.

Giovanni piana, incontro tra tempo e struttura psicologica


Non posso pensare che fuori di me non esiste niente, quello che vedo esiste, di fuori c’è qualcosa e
io posso accedergli solo attraverso sensi e conoscenze
Sensi limitati, non posso sentire tutte le frequenze, non posso percepire immagini statiche se
velocissime, per questo motivo ognuno di noi ha determinate conoscenze, ognuno con diverse
conoscenze ha la possibilità di decifrare la realtà che ci circonda in modo diverso

Un testo è un oggetto semiotico relazionale dato dal rapporto tra la struttura semantica e quella
sintattica che attribuisco ad una manifestazione.
Ruolo fondamentale è quello dell’interprete che riconosce un testo attribuendogli una struttura
semantica e sintattica.

Non c’è connettezza linguistico-semantica (p17) perciò il testo che io ho prodotto attraverso
l’attribuzione, diventa quindi un veicolum. Diventa un oggetto a cui posso attribuire una nuova
struttura semantica e una nuova struttura sintattica.

Persona che semina, semi sui fiori, sui rovi, sulla strada
Ci dice Petofi, siccome è una parabola, una volta attribuito questo significato inizio a cambiare tutti
i costituenti del testo, come se mettessi tante incognite.
Il seminatore è X, seme è Y, strada Z, seminare non è seminare ma è un’altra funzione.

Ss= struttura semantica


Sm= struttura sintattica
INTERPRETAZIONE
I segni funzionano sempre all’interno di complessi segnici
Petofi presenta testi con equidominanza verbale (interamente verbali o solo una parte verbale)

Per formare testi si utilizzano discipline diverse, ma ogni disciplina utilizza un linguaggio diverso →
quando si mettono insieme le discipline spesso non si trovano i termini per poter comparare.
Devo trovare un linguaggio il più neutro possibile così da comprendere il testo in una terminologia
astratta neutra.

- Unità base SbA (sub architettonica) = configurazione dei tratti distintivi (i tratti distintivi del
linguaggio verbale orale sono quelli tipici di ogni suono, mentre quelli del linguaggio
verbale scritto sono quelli che rendono unico un certo tipo di carattere (fisici e variabili))
- Unità base di MiA (micro architettonica) = suoni e lettere + morfemi → abbellimenti di
quella lettera ma che non completano la lettera → unità che si legano insieme ma che non
costituiscono ancora una parola
- Unità base MeA (meso architettonica) = forme di parola (unità che hanno un certo grado in
base al numero di parole (“marco è bello” è di 3° grado); se inserisco incisi, aumentano i
livelli) → la parola “testo” la posso sillabare in “te + sto”, ognuna fa parte della MiA
- Unità base MaA (macro architettonica) = possiamo dire che la macro architettonica è
formata da unità (frasi) e che sono concluse da un punto; da studiare in maniera
intersoggettiva

“marco è bello”
Combino le parole, le metto in gruppi fino a formare l’elemento massimale base dell’unità
successiva:
- Ogni parola è una meso architettonica di 1° grado;
- “marco” non posso legarlo grammaticalmente a nulla ma “è bello” lo metto insieme e
ottengo un’unità di 2° grado meso architettonica → insieme formano un’unità di 3° grado di
meso architettonica
- Ma essendo una frase è anche un’unità di 1° grado della macro architettonica

In musica la situazione è più difficile ma cerca di fare un’astrazione:


- I segni di punteggiatura sono le pause; lo paragono alla struttura grammaticale della frase
- Le singole note possono unirsi

Importanza dello spazio c


Ciò che rende semiotico un processo è l’esistenza di uno spazio C → spazio delle scelte
1. Se A allora B
2. A
3. Allora B
“se schiaccio il pulsante, si spegne la luce” → c’è un rapporto biunivoco: manca di uno spazio C, lo
spazio delle scelte (se schiaccio il pulsante si spegnerà la luce)

- Semiotica ≠ semiosi
SEMIOSI = processo di interpretazione che presuppone uno spazio C, altrimenti non avremo
un’interpretazione (una parola può significare più cose, il processo di interpretazione è il processo
di semiosi
SEMIOTICA = scienza che studia il processo di interpretazione
- Significazione ≠ comunicazione
Significazione = sistema che ha determinate regole, fissate in modo intersoggettivo tra i vari
comunicanti
Comunicazione = non sempre esistono delle regole in un processo di comunicazione, posso avere
delle regole transitorie che valgono solo all’interno di quel processo di comunicazione
- Deduzione ≠ abduzione
DEDUZIONE = se A allora B, A, allora B: c’è una regola, un caso e una deduzione → processo che
parte da una regola e lo applica ad un caso particolare
ABDUZIONE = è di 2 tipi: posso partire da casi concreti e presupporre una regola (che posso
applicare in seguito) oppure partire da casi concreti e presupporre il verificarsi di un altro caso (non
arrivo ad una regola: c’è il caso A, c’è il caso B e presuppongo che si possa avere un caso C).
+ 1° tipo: IPERCODIFICATO → codifica molto stringente, il rapporto che c’è è il rapporto type-token
+ 2° tipo: IPOCODIFICATO → codifica azzardata, il soggetto non possiede tutti gli elementi per
stabilire la verità, ne descrive una in attesa di successive verifiche
+ 3° tipo: META ABDUZIONI → linguaggio che parla delle abduzioni; permette di formulare ipotesi
sul mondo che renderebbe tutti i segni come parte di un testo (il soggetto si rifiuta di entrare in
una logica estensionale, quella logica che mi permette di passare da un testo alla realtà → il
soggetto crea una situazione ipotetica, ma non afferma che quella sia la realtà)

- INDIZI = abduzione creativa; c’è un rapporto tra possessore e posseduto


- Piano testuale ≠ piano reale → “Il meccanismo dell’abduzione si rende chiaro se assumiamo
che i testi siano universi e viceversa; la realtà la leggiamo come dei testi, e i testi li leggiamo
come la realtà che ci circonda”

Quando parliamo di sistemi complessi dobbiamo cercare sempre delle semplificazioni → nello
spazio C ha luogo un fenomeno legato ai contesti comunicativi (dal contesto si decide se “rosa” sta
per un nome, fiore, colore o verbo)

Il processo di riconoscimento funziona come un processo semiotico/semiosico → il riconoscimento


non è mai scontato
- “t0” sta per un tempo 0 a cui corrisponde la manifestazione di un individuo che chiamo x0
→ lo rivedo in un contesto diverso e lo riconosco lo stesso, allora avrà un t1 a cui
corrisponde un x1
- Per fare questo ho bisogno di posturale l’esistenza di un x che avrà un xn variabili (può
cambiare tante cose: scarpe, capelli, vestiti → type ≠ token (x0 e x1 = token; x = type) → il
contesto è fondamentale

CONDIZIONI DI VERITA’: 2 PARTI DI CONDIZIONI DI VERITA’


1 fa riferimento alla struttura grammaticale del testo; l’altra alla struttura pragmatica, quindi
quando vengono pronunciati in un determinato contesto.
Tautologie = formule logiche che sono sempre vere

Potrebbero piacerti anche