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SEMIOTICA E LINGUISTICA

La SEMIOTICA è sia la disciplina che studia i SEGNI e il modo in cui essi hanno un SENSO
(significazione = ogni relazione che lega qualcosa di materialmente presente a qualcosa di assente),
sia la capacità tutta umana di riflettere sul processo di interpretazione (METASEMIOSI). La
SEMIOSI, invece, è qualcosa che funziona come segno (Morris) ed è l’oggetto della semiotica.
Secondo il semiologo e filosofo statunitense Charles W. Morris, la semiosi si manifesta nella
correlazione tra la forma dell'espressione (il significante) e la forma del contenuto (il significato); la
semantica, invece, è lo studio della relazione tra i segni e gli oggetti denotati. Morris introduce 3
concetti importanti: la dimensione semantica (il segno si riferisce prevalentemente al suo oggetto,
quindi significante/significato), sintattica (rapporto tra segni. Es. cane/gatto; Cane!) e pragmatica
(rapporto prevalente tra interprete e segno, quindi contesto) della semiotica, non separate tra loro.
La linguistica generale fa parte dell’ANTROPOSEMIOSI, quindi è una SEMIOTICA SPECIFICA,
che si occupa del linguaggio verbale, orale e scritto, in una dimensione DIACRONICA (studio e
valutazione dei fatti linguistici, considerati secondo il loro divenire nel tempo, secondo una
prospettiva dinamica ed evolutiva – RAPPORTO TRA LINGUE VIVE E MORTE). La linguistica
si nutre dello studio di altre lingue, del rapporto di una lingua con le lingue straniere e con la
traduzione (ENDOLINGUALE = sfaccettature di una stessa lingua, INTERLINGUALE = tra
lingue diverse, INTERSEMIOTICA = codici diversi verbali e non verbali). Nel XVIII sec. si
sviluppano varie tipologie di linguistica, ma l’exploit della disciplina in vari ambiti, settori e
declinazioni si verifica nel XX sec. Il problema fondamentale della linguistica è che deve usare uno
strumento che è anche il suo oggetto di studio, per cui è opportuno avvalersi di un approccio esterno
per studiare la lingua, analizzandola in maniera linguistica. La linguistica nasce dalla
consapevolezza dell’esistenza di una notevole diversità tra lingue, queste ultime possono tuttavia
essere accomunate da elementi condivisibili = nasce così l’esigenza di confronto, di uno sguardo
esterno alla lingua stessa (approccio tipico della letteratura). È proprio questo l’ostacolo che
impediva il raggiungimento del cosiddetto «New Speak» nel romanzo di Orwell, [Grande Fratello /
1984]; quell’obiettivo di trovare una lingua capace di coprire globalmente tutta la superficie del
Paese è stato infranto dall’impossibilità di tradurre universalmente opere letterarie, movimenti
erotici e affettivi.
Saussure e lo strutturalismo
Molti dei concetti basilari su cui si fonda la moderna linguistica teorica risalgono alle lezioni di
linguistica generale che Saussure tenne a Ginevra dal 1908 al 1911. Egli fu il fondatore dello
strutturalismo, che si costruiva a partire dalla significazione (teoria dei segni linguistici) e dalla
semantica (teoria del significato). Saussure individuò alcune essenziali dicotomie per definire la
lingua: 1. sincronia = analisi della lingua in un determinato momento storico/diacronia = analisi
dell’evoluzione nel tempo della lingua (un esempio di operazione diacronica è l’etimologia);
2. significato = contenuto/significante = espressione;
3. langue = struttura, sistema coerente di funzioni, astratto, convenzionale (=grammatica) che
permette l’uso della facoltà del linguaggio/parole = esecuzione, atto linguistico individuale
concreto. Alcuni linguisti propongono un’entità intermedia: la norma, che specifica quali sono le
possibilità del sistema che vengono attualizzate nell’uso di una lingua in un certo momento storico.
Chomsky e la grammatica generativa
La grammatica generativa è legata al nome del linguista americano Noam Chomsky. Si tratta di una
grammatica che intende definire ed enumerare le frasi possibili di una lingua, dunque si concentra
soprattutto sulla sintassi. La grammatica generativa si innesta sulla concezione del linguaggio
verbale umano come sistema cognitivo specifico dell’uomo e innato. Alla distinzione tra langue e
parole di Saussure, Chomsky contrappone la distinzione tra competenza (capacità di produrre frasi)
ed esecuzione (produzione effettiva di frasi). La competenza è interna alla mente umana, è in larga
misura inconscia, è individuale, è innata ed è declinata in più direzioni (competenza fonetica,
competenza morfologica, competenza sintattica e competenza semantica). A partire dalla
competenza dei singoli, la grammatica generativa mira alla costruzione di una grammatica
universale, ossia a definire il corredo genetico dei parlanti di tutte le lingue storico-naturali del
mondo. Un ruolo rilevante nella grammatica generativa è ricoperto dalla teoria dei principi e dei
parametri, secondo cui le lingue del mondo condividono alcuni principi e differiscono tra loro
rispetto ad alcuni parametri. Viene fatta una critica alla grammatica generativa di Chomsky perché
si basa solo sulla lingua inglese (glottocentrismo).
Uexkull
Teoria biologica soggettività-ambiente di Uexkull: ogni animale è un soggetto che, in base al modo
in cui è costituito, seleziona determinati STIMOLI ambientali a cui risponde in modo determinato.
Queste risposte hanno effetti sul mondo. Uexkull distingue 3 diversi tipi di semiosi:
1. SEMIOSI DELL’INFORMAZIONE O DELLA SIGNIFICAZIONE -> l’ambiente agisce
come quasi-emittente. Tutte le funzioni semiotiche devono essere svolte dal ricevente, che
interpreta come segno qualcosa che riceve tramite i suoi recettori;
2. SEMIOSI DELLA SINTOMATIZZAZIONE -> l’emittente invia segnali a un ricevente e
non si aspetta risposta. I segnali, qui, sono SINTOMI per il ricevente;
3. SEMIOSI DELLA COMUNICAZIONE -> i segni sono emessi dall’emittente per il
ricevente, che deve trovare il significato inteso dall’emittente.

Sebeok e Peirce
Thomas Albert Sebeok espanse la semiotica includendovi anche i segnali e i sistemi di
comunicazione non umani, coniando il termine zoosemiotica e sollevando questioni proprie della
filosofia della mente. Fu anche uno dei fondatori della biosemiotica. Egli risulta fondamentale per la
linguistica perchè parla di semiotica globale principio che va a superare un problema ancestrale
della linguistica: il glottocentrismo, che era una posizione metodologica che utilizzava il modello
linguistico come esempio di tutto il resto. Dal punto di vista pratico il problema del glottocentrismo
è la mancanza di flessibilità, non si comprendono le alterità, le lingue altrui, si rimane chiusi nel
proprio sistema linguistico, si possiede un irrigidimento verso i valori e i significati della propria
lingua. Glottocentrismo: atteggiamento per cui i parlanti di una determinata lingua ritengono che
questa sia la migliore rispetto a tutte le altre lingue, considerando queste ultime come inferiori (in
termini fonoestetici più che culturali). Come pure il pensare che i propri modelli linguistici siano
universali e adattabili a qualsiasi altra lingua. Thomas Albert Sebeok introduce oltre alla semiotica
globale, i sistemi di modellazione (primario, secondario e terziario), diversi da quelli individuati
dalla scuola di Mosca-Tartu:
1. il linguaggio (≠ da lingua) -> è la capacità combinatoria, sintattica, presente prima della
lingua, in maniera filogenetica (storia dello sviluppo evolutivo degli organismi viventi, dalla
loro comparsa al momento attuale; dall’evoluzione dell’uomo il linguaggio precede la
lingua) e ontogenetica (l'insieme dei processi mediante i quali si compie lo sviluppo
biologico di un organismo vivente).
2. la lingua -> è un fenomeno di exattamento: un adattamento evolutivo che prende altre strade
non immaginate e che retroagisce sugli adattamenti precedenti, le parole condizionano il
sistema di modellazione primario (una volta innestata la lingua sul sistema di modellazione
primario non si può più tornare indietro, non si può più prescindere dalle parole, si comunica
a parole e non a gesti).
3. tutto ciò che è simbolico, i modelli di astrazione (cultura, norme, credenze, tradizioni,
costumi).
La semiosi funziona come segno. Il segno, secondo Peirce, è un rapporto triadico tra:

OGGETTO = referente implicito o esplicito

INTERPRETANTE INTERPRETATO

OGGETTO = contenuto

INTERPRETANTE = INTERPRETATO =
segno che dice di più senso

Oggetto, interpretante e interpretato si possono legare in 3 modi:


1. per similarità -> il segno diventa ICONA;
2. per convenzionalità -> il segno diventa SIMBOLO;
3. per causalità/contiguità -> il segno diventa INDICE.
Sebeok introduce il SEGNALE (fenomeni naturali e intenzionali, es. sbadiglio volontario = essere
annoiati; fumo = incendio).
Icona: è un tipo di segno secondo cui l’interpretante sceglie l’interpretato in base ad un rapporto di
similarità, di somiglianza, che può essere analogica o omologica. [analogica: facile da riconoscere,
superficiale, omologica: bisogna giungere alla genesi o qualcosa che sveli la struttura profonda].
L’interpretato trova una somiglianza con l’oggetto nella sua interpretazione (esempio di icona:
l’omino con la gonna che indica il bagno delle donne).
Simbolo: l’interpretante sceglie il suo interpretato in base a una relazione di convenzionalità, è una
convenzione, un accordo, anche arbitrario che però assume un valore fortemente condizionante
(esempio di simbolo: una fede di promessa nuziale, il fatto di essere tutti d’accordo che un oggetto
specifico si chiami “penna”). Le lingue naturali non nascono tuttavia sulla base di convenzioni a
differenza del linguaggio tecnico-specifico, perché lingue diverse non possono avere l’opportunità
di concordarsi sul nome da dare ad un determinato oggetto, è un qualcosa che avviene all’interno di
una stessa lingua. (presenti anche nel mondo animale)
Indice: l’interpretante dell’indice determina il suo interpretato in base ad un rapporto di continuità
e/o causalità; causa e effetto (una scelta più univoca, meno libera rispetto all’icona).
Ognuno di essi include dei sottotipi. Dei sottotipi dell’icona sono l’immagine (prettamente
analogica), il diagramma, la metafora (esempi di somiglianza omologica). Autori come Peirce,
Welby, Sebeok ed altri giungono a dire che la metafora non è solo una figura retorica ma proprio il
motore della significazione, è il tipo di interpretazione più libero. Esempi di sottotipi di simbolo
sono il marchio, lo stigma, lo stereotipo, il nome proprio. Di indice: i sintomi corporei (es: faccia
ippocratica).
Peirce fa riferimento anche a 3 inferenze (modalità argomentative). È possibile far corrispondere
(prevalentemente) un tipo di inferenza ad un tipo di segno:
1) inferenza deduttiva (deduzione)
2) inferenza induttiva (induzione)
3) inferenza abduttiva (abduzione o retroduzione)
Le deduzioni per Pierce si sviluppano prevalentemente in maniera indicale (indice: rapporto di
causa/premessa - effetto/conclusione). Gli indici ragionano come delle deduzioni. Le abduzioni
corrispondono alle icone; l’icona funziona infatti per similarità=congetture, l’atto di trovare la
similarità si basa su ipotesi (causa e effetto). L’abduzione (l’unica inferenza che può smentire) [così
come l’icona] è la forma più libera [libero spazio all’interpretazione] in quanto si avvale di segni
iconici (prevalentemente). L’induzione invece rimanda prevalentemente al simbolo, si parte dalla
premessa (che sta nella convenzionalità del simbolo) per poi trarne conclusioni, se si cerca di
trovare la regola universale al caso specifico, il simbolo (convenzionalità) funge da validazione. Il
simbolo per eccellenza è proprio il sistema dei segni verbali (concordati convenzionalmente).

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