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Caputo
Semiotica
Università del Salento (UNISALENTO)
18 pag.
[COS'È LA SEMANTICA]
La parola semantica fu introdotta inizialmente da Michel Bréal nel 1883, constatando che
allo studio delle leggi che presiedono ai mutamenti di senso, alla scelta di nuove espressioni
e alla nascita e morte delle locuzioni possiamo attribuire il nome di semantica che altro non
è che la scienza dei significati - la quale, come parola, al giorno d’oggi è ampiamente
utilizzata e ha acquisito nel tempo diverse accezioni. A proposito di tali accezioni, noi
introduciamo tale termine attraverso le due fondamentali accezioni della semantica - Ivor
Armstrong Richards e Charles Kay Ogden si occuparono di molte accezioni del termine
significato e a 60 anni di distanza, possiamo vedere come sia diventata la semantica della
parola semantica nel prospetto di una duplicità fondamentale [noi usiamo la parola
semantica tanto per designare il settore di studi quanto la materia di cui tali studi si
occupano; come la storia che serve a designare le azioni e gli accadimenti tanto quanto la
storiografia]. La semantica in definitiva si riferisce a due campi differenti, che sono
- [il piano dei fenomeni connessi al senso e al significato delle lingue, dei linguaggi e
delle singole espressioni]
- [il piano del sapere riflesso ed organizzato entro cui è presente quel settore delle
ricerche sui fenomeni semantici]
Introducendo però altre accezioni, iniziamo col dire che la semantica dunque si occupa del
linguaggio verbale o per meglio dire di quella porzione di esso che si riferisce alle possibili
interpretazioni - a seconda delle lingue - del significato, meaning o signification. Dal termine
che fu inizialmente lanciato da Bréal nel 1883 possiamo vedere successivamente nel 1920
l’utilizzo di esso da parte di studiosi di logica simbolica che lo usarono prima come sinonimo
di sintassi logica e poi come elemento di relazione tra espressioni e designata nei linguaggi
formalizzati; delle due accezioni fondamentali precedentemente menzionate tra cui quella
realistica [semantica come insieme dei fenomeni del significare] e quella epidemica
[semantica come studio dei fenomeni di per sé], la seconda si sdoppia in due altre realtà del
termine, tra cui
- [la semantica come studio storico linguistico]
- [la semantica come studio logico matematico]
e sulla base di questa suddistinzione troveremo una folla di ulteriori partizioni. Tornando a
noi, coloro che si rifanno alla prima subaccezione intravedono l’oggetto della semantica
come i fenomeni generali del linguaggio linguistico mentre altri i fenomeni di natura
evolutiva/diacronica [di fatto noi ricordiamo che gli studi linguistici seguono due principali
correnti teoriche che sono la linguistica sincronica basata sullo stato presente della lingua
ignorandone completamente l’aspetto evolutivo e supportando il concetto di arbitrarietà - fu
Saussure ad enunciare la sua teoria del segno che risulta dall’associare un significante con
un significato attraverso un legame arbitrario; e poi la linguistica diacronica che invece studia
l’evoluzione della lingua nel tempo e che associa ai suoi suoni una radice comune concepita
attraverso i cinque sensi, come nel caso di abbaiare, boyer e bark invece che un elemento
arbitrario]. Coloro che invece si rifanno alla seconda subaccezione sono i filosofi e logici che
includono tutti i fatti di significato di tutti i linguaggi, quindi la semantica è una disciplina sia
logica che linguistica, perciò una disciplina semiotica. Questa scienza generale dei segni fu
reintrodotta nella seconda metà dell’800 da Peirce come semiotica e poi battezzata da
Saussure come semiologia - ma indipendemente dalla terminologia annessa noi
riconosciamo che questa scienza dei segni negli ultimi decenni ha conseguito importanti
traguardi in merito allo studio matematico e statistico dei sistemi di comunicazione e
[ATTO LINGUISTICO]
L’atto linguistico è un atto che viene compiuto attraverso l’uso della parola, quindi ogni volta
che si attua un enunciato si compie automaticamente un atto linguistico sia esso tramite
domanda, richieste, asserzioni o promesse. Searle ha individuato cinque tipi di atto
linguistico tra cui gli
- [ATTI RAPPRESENTATIVI - che impegnano il parlante nei confronti della verità della
proposizione espressa]
- [ATTI DIRETTIVI - con cui il parlante tenta di indurre l'interlocutore a fare qualcosa]
- [ATTI COMMISSIVI - che impegnano il parlante a fare qualcosa nel futuro]
- [ATTI ESPRESSIVI - che esprimono uno stato psicologico]
- [ATTI DICHIARATIVI - che provocano cambiamenti immediati in uno state di cose
istituzionale]
Per Austin invece l’atto linguistico è un atto fondamentale di linguaggio con cui diciamo
qualcosa [in prospettiva locuzione e atto locutorio; quindi quando diciamo qualcosa lo
facciamo sempre secondo una modalità diversa e di conseguenza ad ogni atto linguistico
corrisponde un valore locutivo nonché uno indipendente dal contenuto ma correlato alla
locuzione stessa - definito illocutorio. Abbiamo tre tipi di atto, tra cui
[ATTO PERFORMATIVO]
L’atto performativo invece è un’asserzione che non descrive lo stato delle cose ma permette
al parlante di compiere una vera e propria azione ed è tramite tale atto performativo che si
dice di fare qualcosa e conseguentemente produrne un fatto reale
[SIGNIFICATO E SIGNIFICANTE]
Per Saussure il segno è un’entità bifacciale le cui facce significante e significato sono
connesse da una relazione di equivalenza [a=b] in cui il significato permette di capire ed
esprimere il senso o contenuto del segno mentre il significante indica il piano
dell’espressione o piano del contenuto all’interno del segno. L’unione tra forma e contenuto
e la relazione tra significato e significante definiscono il segno e il significante risulta essere
la parte fisicamente percepibile del segno linguistico. Il nodo cruciale degli studi di Hjelmslev
riguarda la presupposizione tra significante e significato [la cui prima articola il contenuto e
tale contenuto può essere manifestato solo attraverso il significante]
Quando Saussure delinea il segno lo fa in un modo che si scontra con la concezione di esso
come un’entità palpabile e materiale e semmai lo intravede come un’entità più psichica. Il
segno per Saussure fondamentalmente è un’entità BIFACCIALE tra significante e significato
i quali sono uniti da un rapporto di equivalenza [A=B; dove il significante è l’immagine
acustica e il significato l’immagine mentale o concetto, più o meno nell’illustrazione
essenziale di un foglio a due lati coesi]. Il segno è caratterizzato da altri due aspetti
essenziali che sono
Sempre riguardo al segno, parla di due dati che sono il valore e l’identità
- [IL VALORE - detto anche quaternione in algebra, è per Saussure la totalità delle
componenti e degli elementi di un segno; un'accezione presa dal rango economico
che si distingue in due fondamenta: la DIMENSIONE VERTICALE E ORIZZONTALI
le quali si rifanno alla semantica del prototipo e che riguarda i processi di
categorizzazione che si trovano in quei campi dove la linea divisoria tra dimensione
linguistica e non è offuscata e confusionaria. Eleanor Bush organizza le dimensione
dicendo che 1) la dimensione verticale si basa su un rapporto di scambio SCAMBIO
TRA DISSIMILI tra entità di diversa natura, per esempio con 2 euro compro 20
caramelle 2) la dimensione orizzontale invece si basa su un rapporto di SCAMBIO
TRA SIMILI, tra due entità dello stesso ordine; per esempio scambio una moneta da
2 euro con due da 1 - Saussure fa l’esempio confrontando 5 euro con 5 franchi; se
noi usiamo i franchi per comprare qualcosa di diverso si parla di scambio tra
DISSIMILI mentre se li scambiamo con altre monete è SCAMBIO TRA SIMILI]
Parlato di Saussure, ci spostiamo a Hjelmslev che si interessa delle lingue verbali e ciò che
lo ha portato a formulare la STRATIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO saranno le cosiddette
opere del Resume, dei Fondamenti/Principi di Grammatica Generale e la Categoria dei Casi.
Lui formula la stratificazione insieme ad altri due saggi che sono LA FORMA DEL
CONTENUTO COME FATTORE SOCIALE e PER UNA SEMANTICA STRUTTURALE.
Nella Stratificazione lui riprende il pensiero saussuriano spostando però la totale attenzione
verso l’intero sistema semiotico, dicendo che il linguaggio è il risultato dello stabilimento di
due funzioni che sono IL PIANO DEL CONTENUTO e IL PIANO DELL’ESPRESSIONE.
Delineando linguaggi verbali e non verbali, lui ci parla dei cinque tratti caratterizzanti di un
linguaggio
Il lavoro del semiotico o del linguista è un lavoro di analisi dei dati empirici [fondati quindi
sull’esperienza immediata e pratica, estranea al rigore scientifico] che si svolge appunto
secondo un metodo empirico e deduttivo. Parliamo di una procedura modellizzante secondo
principi epistemici di ordine metateorico e quindi non relativi alla specificità dell’oggetto ma
bensì all’attività conoscitiva; tali vengono enunciati da Hjelmslev nei Fondamenti e nel
Resume - qui vediamo la propensione del principio empirico che è al di sopra di tutti e in
base alla quale si predilige la spiegazione più coerente, esauriente e semplice secondo
- [il PRINCIPIO DI SEMPLICITÀ - secondo il quale tra due descrizioni libere di
contraddizioni ed esaurienti, si predilige quella che porta al risultato più semplice ed
immediato]
- [la seconda riguarda invece l’applicazione e la verifica delle ipotesi e come tale
complementare all’arbitrarietà - rappresenta il momento del contatto con la sostanza
nei termini dell’esistenzialità e del senso incarnato]
Tutti questi principi hanno validità universale quindi sono validi e rilevanti per ogni
conoscenza e costituiscono quello che Hjelmslev nel Resume chiama componente
universale che funge da presupposto di un componente generale che funge da
presupponente. Tra presupposto e presupponente c’è una funzione di determinazione o
dipendenza unilaterale tra funtivo costante e funtivo variabile. In generale il componente
universale consiste in una catena di analisi in cui le analisi presupposte sono trattate prima
di quelle che presuppongono e tale catena di analisi può essere eseguita su un qualsiasi
oggetto ma solo sotto certe condizioni, perché contrariamente si parla di componente
generale. Come abbiamo accennato, nel Resume di Hjelmslev lui tematizza
specificatamente piu l’oggetto semiotico che l’oggetto lingua, mentre lo sviluppo della
semiotica glossematica procede dalla forma universale [pura, arbitraria e a-realistica senza
un determinato oggetto specifico] a quella generale che è la forma semiotica o della
semiotica secondo cui un oggetto viene analizzato solo sotto certe condizioni ossia nella
prospettiva dell’articolazione espressione/contenuto. Si crea in questo modo una continuità
tra la forma universale e la forma generale in cui la prima si adegua alla funzione della forma
generale in vista entità concreta della scienza del linguaggio
[a proposito di gerarchie, introduciamo gli strati che non sono semplici sedimentazioni,
elementi precostituiti o irrelati ma semmai funtivi di funzioni correlate, posizioni che mutano
nel processo comunicativo. Si è in presenza di un sistema semiotico se il piano
dell’espressione e il piano del contenuto non sono conformi cioè non riducibili a un solo
piano; risultano quindi specularmente simmetriche ma diseguali se si sovrappongono - di
fatto se un piano provoca un mutamento nell’altro piano si parla di commutazione sull’asse
paradigmatico e di permutazione sull’asse sintagmatico; l’esempio primario è quando
all'espressione cane corrisponde il contenuto cane o viceversa quando alle figure c e n non
corrisponde alcun contenuto ma tuttavia cambiando c con p otteniamo pane, confutando la
biplanarità del sistema. Se per esempio, continuando, le due espressioni rosso e verde nel
sistema semaforico corrispondono alle forme di contenuto stop e avanti non si possono
scambiare essendo due piani conformi mancando la biplanarità; per principio di economia e
la prova dei derivati devono essere ridotti ad uno solo come avviene nel linguaggio
algebrico. Fondamentalmente, quando la prova di commutazione è positiva e la prova dei
derivati negativa allora si parla di oggetto semiotico nell’analisi dell’oggetto - uno spazio di
relazioni e combinazioni - queste relazioni che intercorrono tra gli elementi che compongono
un sistema semiotico sono tre
- [L’INTERDIPENDENZA - quando due elementi si presuppongono a vicenda nei
termini della biplanarità]
- [LA DETERMINAZIONE - quando un elemento ne presuppone un altro
univocamente senza che quest’ultimo presupponga il precedente]
- [LA COSTELLAZIONE - quando due espressioni sono collegate senza che una
presupponga l’altra]
Infine, il procedimento di analisi delle differenze fra le classi di strati inizia con la
classificazione dei strati che coprono la distinzione saussuriana di significato e significante
[contenuto ed espressione per Hjelmslev] e quella di forma e sostanza semiotiche - le entità
fondamentali da cui partiamo sono il piano dell’espressione, il piano del contenuto, la forma
semiotica e la sostanza semiotica; questi elementi rendono possibile la stratificazione del
linguaggio di Hjelmslev per come la conosciamo, perché per lui il linguaggio è una funzione
[GLOSSEMATICA]
La glossematica è una teoria linguistica e semiotica sviluppata dal danese Hjelmslev sulla
base linguistica della teoria strutturale di Saussure; questa è una teoria dell’analisi dei testi
che prende come oggetto d’esame la relazione tra i singoli elementi del testo analizzato che
in conformità alla linguistica strutturale, il testo viene considerato su due piano o assi
differenti
[CATALISI]
La catalisi ha colorato la teoria di Hjelmslev aprendo le porte alla complessità e vastità della
semiosi, è essenzialmente un processo di trasformazione da uno stato all’altro attraverso un
catalizzatore - la procedura è diretta alle semiotiche e se durante il processo l’oggetto tale
non si rivela una semiotica allora l’analisi cessa di essere applicabile all’oggetto. Consiste
nel rimpiazzamento quindi di un’entità con l’altra, quella rimpiazzata è chiamata catalizzata
mentre l’entità catalizzante è encatalizzata che nella catalisi è di maggior estensione rispetto
a quella rimpiazzata e si tratta di un processo non soggettivo ma immanente e sempre
possibile o necessario sotto certi aspetti. Ogni catalisi interroga il senso e lo rimette in
movimento
I linguaggi illimitati risultano essere quelli storico naturali mentre i linguaggi limitati sono la
matematica e le scienze. A riguardo dei linguaggi, Tullio De Mauro si sofferma sulla
problematica di dover raggiungere eventualmente una semiotica integra e formale, ad una
semantica semiotica e ad una semantica integrata - punto è che le lingue storico naturali
non sono necessariamente onnipotenti e quindi non riescono a dire tutto e subito, ma
detengono l’onnitraducibilità di fatto noi traduciamo in continuazione
[ENCICLOPEDIA IN ECO]
[SEMIOSI ERMETICA]
Eco nel 1990 pubblica i limiti dell’interpretazione e afferma che vi sono limiti nei dati del
testo, distinguendo
- [INTENZIONE DELL’AUTORE - che cessa di esistere nel momento in cui il testo
viene pubblicato e l’autore non si interessa]
- [INTENZIONE DEL LETTORE - che ha una libertà interpretativa di base ma non può
fare quello che vuole del testo]
- [INTENZIONE DEL TESTO - esso pone dei limiti]
[METALINGUAGGIO]
Il metalinguaggio è un linguaggio storico naturale che riflette su se stesso, è formalmente
definito e indaga sulla definizione di altri linguaggi artificiali
[TRIANGOLO SEMIOTICO]
Questo fu proposto da Richards e Ogden ed è una rappresentazione geometrica dei
componenti essenziali della significazione. Questo triangolo descrive il rapporto semantico
tra significante [percepito dai sensi], significato [concetto associato al significante secondo
un codice] e referente [cognitivo, totalmente estraneo alla realtà]. Il rapporto tra significante
e significato è diretto poiché necessario ma immotivato poiché arbitrario. Il rapporto
significante referente è mediato dal significato e quello significato referente è diretto
- [CINESICA - dal greco KINESIS che significa movimento, questa studia i movimenti
che facciamo in continuazione come il modo di camminare, i movimenti del busto,
delle mani o della gambe. L’antropologo Birdwhistell ha ipotizzato una vera e propria
grammatica sulla cinesica]
- [APTICA - questa riguarda le azioni di contatto tra gli individui che possono essere
interpretati sul piano della rassicurazione o della minaccia, i contatti possono essere
reciproci come la stretta di mano o individuali come la pacca sulla spalla]
Eco ci ricorda che far progredire il pensiero non significa rifiutare il passato ma risivitarlo non
solo per capire ciò che è stato effettivamente detto ma anche ciò che si sarebbe potuto dire
o dire oggi rileggendo ciò che è stato letto allora. Ciò che elimina la constatazione di
un’affinità di pensiero tra pensatori vissuti in climi diversi o contemporanei si sono ignorati a
vicenda non elimina necessariamente il tramandarsi di temi, termini o problemi perché
ciascun pensatore è collocato in una tradizione di ricerca. Di fatto nella traduzione c’è
sempre un residuo non tradotto che resiste al lettore o traduttore che rimane appunto in
stand by come in narcosi per poi rivelarsi solo quando necessario o in epoche e culture
favorevoli - in questo modo di fare la storia non si procede in linea retta ma si torna indietro e
intorno, la temporalità è una stratificazione a ritmi diversi con il concetto di contemporaneità
nel prospetto di qualcosa che cambia più lentamente e si configura ora e qui
Noi parliamo di spirale perché più che un movimento circolare di un mero ritorno alla casella
di partenza si parla di un movimento spiraliforme che rompe la circolarità e fa entrare in
scena la soggettività interpretativa del presente con la sua materialità - se il cerchio porta
alla chiusura [monologismo] allora si apriranno le porte di nuove interpretazioni o
catalizzazioni. In sostanza la spirale induce ad un richiedere o chiedere di nuovo, riguardare
per così dire, un ripensamento di qualcosa che abbiamo sempre avuto sotto agli occhi. Si
ritorna a qualcosa che non si potrà mai avere interamente ma che comunque condiziona il
sapere e il parlare