Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Corso O.F.A.
Parte 2:"Comprensione e analisi del testo non letterario"
Prof.ssa Loredana Trovato
1
LA COMUNICAZIONE
2
Se consideriamo emittente e destinatario come i due poli delle comunicazione, l’insieme di
informazioni che passano tra i due poli, ossia ciò che viene comunicato, si chiama messaggio.
d. CODICE è l’insieme di segni (e le regole per combinarli insieme) usati per comunicare
Perché il messaggio possa venire compreso deve venire formulato mediante un codice (verbale
o non verbale che sia) conosciuto sia dall’emittente sia dal destinatario.
Formulare un messaggio in un codice è una operazione di CODIFICAZIONE; comprenderlo,
ossia interpretarlo, è una operazione di DECODIFICAZIONE. Trasportare un messaggio da
un codice all’altro è una operazione di TRANSCODIFICAZIONE.
e. CANALE (CONTATTO) è il mezzo fisico usato per la trasmissione del segno
dall’emittente al destinatario
Il messaggio codificato dall’emittente deve poter arrivare al destinatario, altrimenti la
situazione comunicativa non si attua. Il canale rappresenta il mezzo mediante il quale il
messaggio partito dall’emittente arriva al destinatario (se non utilizziamo la posta-canale, la
lettera non arriva al destinatario e quindi è come se non l’avessimo mai scritta, ai fini
comunicativi).
f. CONTESTO è il quadro d’insieme delle informazioni e conoscenze (linguistiche, storiche,
culturali e situazionali) che, essendo comuni sia al mittente sia al destinatario, consentono
l’esatta comprensione del messaggio.
LE FUNZIONI LINGUISTICHE
In base al modello elaborato da Roman Jakobson, la comunicazione verbale può avere sei
diverse funzioni, denominate referenziale, emotiva, conativa, fàtica, metalinguistica e poetica, le
quali caratterizzano e differenziano tra loro i diversi enunciati. A ciascuna delle sei funzioni
Jakobson riconduce un fattore costitutivo della comunicazione.
Le funzioni principali del linguaggio sono le prime tre, ovvero la referenziale, l’emotiva e la
conativa.
3
a. La funzione referenziale (informativa o denotativa), è orientata verso il referente (o contesto),
ossia verso la realtà extralinguistica; i messaggi prodotti in conformità a questa funzione
tendono a trasmetterci una informazione su un contenuto dell’esperienza, sia concreta (ad es.
«oggi piove») sia mentale (come quando si dice «la felicità non esiste«) sia persino immaginaria
(«i marziani sono verdi»). La funzione referenziale trova espressione tipica nella terza persona
verbale.
b. La funzione emotiva (o espressiva) è invece indirizzata verso l’emittente, del quale proietta
in primo piano una determinata emozione ovvero l’atteggiamento rispetto a ciò di cui si parla
(«Sono stanco. Non ce la faccio più!»; «Come sei elegante!»; «Che angoscia!»). Dal punto vista
delle strutture formali, gli enunciati in cui prevale la funzione emotiva si caratterizzano per la
frequenza di frasi esclamative, interiezioni ecc.
c. La funzione conativa (o persuasiva) è orientata verso il destinatario. Sono messaggi
essenzialmente conativi quelli che trovano espressione grammaticale in frasi imperative («Fai
presto!«; «Alzati!»), esortative («Su, usciamo!») o nel vocativo («Ma ti prego, cara, accetta
questo regalo!»). La persona verbale tipica di tale funzione è la seconda; ma ci possono essere
anche tecniche comunicative indirette che comportano altre strategie («non sarebbe male se
chiudessimo il finestrino»).
d. La funzione fàtica (o di contatto) è orientata sul canale, quasi a verificare che il circuito
comunicativo sia sempre operante e a prevenire una situazione di silenzio, che il parlante
avvertirebbe come inusuale e anomala. Si esplica in messaggi, privi di autentica carica
informativa e referenziale, che servono essenzialmente per stabilire, prolungare e mantenere o
anche riattivare la comunicazione. Sono da considerare essenzialmente fàtici i convenevoli e
gli enunciati di cortesia che si producono nelle comuni interazioni verbali (ad es. «ciao, come
va?»), gli attacchi di conversazione, in particolare quelli con cui si dà inizio ad una telefonata
(«Pronto!»), le formule rituali e vuote di significato come ho capito, da intendere alla stregua di
un segnale che significa «ti sento, continua pure».
e. La funzione metalinguistica si ha ogni qual volta il discorso è focalizzato sul codice; il
messaggio convoglia informazioni sulle strutture linguistiche, fa del codice stesso l’oggetto
della comunicazione. È stata la logica moderna che ha introdotto la distinzione tra due livelli
di linguaggio, il “linguaggio-oggetto”, che parla di entità estranee al linguaggio come tale e il
“metalinguaggio” che parla del linguaggio stesso. Sono innanzitutto tipicamente
metalinguistici, ad esempio, i contenuti di una lezione di linguistica, le prescrizioni di una
grammatica ovvero le definizioni dei vocabolari.
f. La funzione poetica (o estetica) si individua in quelle produzioni verbali nelle quali l’accento
sia posto sul messaggio in se stesso. La funzione poetica si ritrova non solo in poesia, dove
certo tale funzione predomina, ma anche all'infuori della poesia, ogni qual volta cioè si
desideri produrre un enunciato stilisticamente ricercato ed esteticamente efficace. Rientrano
dunque a pieno titolo in tale funzione i moderni spot pubblicitari e in generale promozionali, i
quali si servono dei dispositivi formali tipici del linguaggio poetico pur senza assegnare loro il
ruolo determinante, che essi svolgono in poesia: ed ecco allora filastrocche, formazioni rimate
e vari procedimenti ritmici, nonché l’uso di alcune figure foniche.
4
I TESTI E LE TIPOLOGIE TESTUALI
I TESTI
Possedere la lingua significa essere in grado di comprendere e di realizzare testi di varia natura.
Un testo (dal latino textum, participio passato del verbo texere = intrecciare) è un’unità di
comunicazione, corretta nella forma, completa rispetto alle informazioni, ordinata e coerente
nel contenuto. È un insieme di parole collegate e unite tra loro secondo precise regole (quelle
della grammatica e della sintassi) e che esprimono idee e concetti incentrati su un argomento
unitario e dotati di coerenza logica.
Il testo, come ogni messaggio, deve adeguarsi, per forma e contenuto, alla situazione
comunicativa; deve quindi considerare:
L’emittente;
Il destinatario;
Il canale;
Il contesto.
In quest’ottica, il testo presenta diversi gradi di lunghezza: può essere lunghissimo (per
esempio un romanzo, un'opera scientifica, un libro di testo...), più breve (una novella, una
circolare, un tema, una poesia...) o addirittura brevissimo (una sola frase o parola, come
accade, per esempio, nei telegrammi).
I testi possono essere diversi non solo per lunghezza, ma anche per argomento: c'è una certa
differenza, infatti, tra un'opera poetica, un saggio scientifico o una circolare ministeriale.
5
Un'altra caratteristica che diversifica i testi è lo scopo comunicativo: si può formulare un testo
per descrivere, per narrare, per dare informazioni, per suscitare emozioni, per convincere, e per
molti altri scopi.
6
I testi: la completezza
7
Affinché un testo sia coerente, occorre, inoltre, che idee e informazioni in esso contenute non
si contraddicano e che vengano rispettate le relazioni logiche e di causa-effetto.
Per coerenza comunicativa si intende la maggiore adeguatezza possibile del testo alla situazione
comunicativa, che deve essere individuata preliminarmente. Pertanto occorre individuare lo
scopo dell'emittente, identificare le caratteristiche del destinatario e scegliere il livello
espressivo più adatto a soddisfare le esigenze comunicative.
Gli atti linguistici si realizzano secondo una precisa intenzione, detta scopo comunicativo, che
l'emittente intende conseguire.
Gli scopi comunicativi possono essere diversi:
scopo informativo, quando l'emittente intende informare il destinatario mediante una
descrizione, un racconto, una comunicazione, un'affermazione o una negazione;
scopo emotivo-desiderativo, se l'emittente esprime un sentimento, un desiderio, un
timore o una minaccia;
scopo interrogativo, invece, quando viene formulata una domanda diretta;
scopo imperativo-regolativo-persuasivo quando l'emittente vuole imporre o suggerire
qualcosa al ricevente.
Di solito è abbastanza facile riconoscere lo scopo comunicativo, ma accade anche che esso non
sia di facile interpretazione, specie se formulato in modo da non lasciar trasparire l'intenzione
dell'emittente. In questo caso occorre badare al contesto.
Quando lo scopo è doppio, lo è anche il significato, che può essere letterale (lettura o ascolto
del testo) oppure globale (dedotto dagli elementi della situazione comunicativa).
Ad esempio, se, uscendo dal lavoro con una collega, mi sento chiedere: “Hai l'automobile?”, è
chiaro che vuole chiedermi un passaggio, non certo informarsi sul fatto che io possegga o no
l'automobile.
Nel campo della pubblicità è frequente il caso in cui l'emittente voglia mascherare uno scopo
reale persuasivo dietro quello informativo.
L'identificazione dello scopo di un testo è, dunque, fondamentale per capirne il vero
significato quanto per produrne uno efficace. Occorre abilità di decodificazione, capacità di
sfruttare gli indizi presenti nella situazione comunicativa e capacità di costruire testi adeguati
alle proprie intenzioni. Tale competenza viene definita capacità pragmatica.
Nella produzione di un testo è indispensabile tener conto del tipo di destinatario, di cui è
necessario individuare nel modo più preciso possibile alcune caratteristiche culturali, che
consentono di scegliere il grado di approfondimento con cui trattare l'argomento e il livello
linguistico da utilizzare. Occorre anche conoscere le aspettative del destinatario, pratica
indispensabile per chi produce testi diretti a un vasto pubblico (pubblicità, giornali, media in
genere). Il messaggio che s’intende trasmettere, affinché risulti efficace, comporta una scelta
oculata del livello espressivo da utilizzare. La lingua, infatti, deve essere corretta, ma anche
adeguata alla situazione comunicativa.
L'italiano consente l'adozione di diversi livelli espressivi:
formale, che utilizza il registro aulico, colto e impersonale-burocratico;
medio, che utilizza la lingua italiana standard, cioè il registro medio;
informale, che utilizza il registro colloquiale;
confidenziale.
Naturalmente l'emittente deve scegliere il livello espressivo che meglio riesca ad adattare il
testo al destinatario, per ottenere che questi lo comprenda nel massimo grado possibile.
8
COM’È STRUTTURATO UN TESTO
In un testo è possibile distinguere le parti che lo costituiscono secondo una precisa struttura,
riconducibile a un modello di carattere generale. Queste parti sono:
l'inizio;
il corpo centrale;
la conclusione;
e rappresentano i confini entro cui si articola il testo.
Ogni tipo di testo, soprattutto scritto, presenta dei confini che rendono evidente l'inizio e la
fine:
in un articolo di giornale, ad esempio, l'inizio è determinato dall'occhiello o dal titolo,
mentre la conclusione è sancita dall'ultima parola o dalla firma del suo autore;
in una lettera accade la stessa cosa, in quanto inizia o con la data o con la formula di
apertura (a seconda che si tratti di una lettera commerciale, formale o familiare) e si
conclude con una formula di saluto seguita dalla firma del mittente;
in una relazione, invece, la struttura sarà costituita da un'introduzione in cui viene
presentato l'argomento, seguita da un corpo centrale con l'esposizione dettagliata dello
stesso e conclusa da considerazioni o riflessioni sul lavoro descritto;
in un curriculum vitae l'introduzione sarà costituita dai dati anagrafici, il corpo centrale
dalla formazione scolastica e dalle esperienze professionali, la conclusione dalle
aspirazioni professionali e dalle formule di saluto;
in un verbale l'introduzione è costituita da data, ora e luogo dell'assemblea, il corpo
centrale dalla sintesi e dall'esito della discussione, la conclusione dalla chiusura della
seduta con l'indicazione dell'ora.
Ogni tipo di testo, dunque, presenta con facilità i propri confini; l'interno di ogni partizione si
può poi articolare ulteriormente. Infatti, se il testo è particolarmente esteso (un romanzo, un
saggio, un'enciclopedia), può essere suddiviso in volumi, i volumi in tomi, i tomi in parti, le
parti in capitoli, i capitoli in paragrafi, i paragrafi in capoversi, i capoversi in enunciati.
La lunghezza di ciascuno è, in proporzione, sempre minore, procedendo dai blocchi maggiori
a quelli minori. Alcune parti, come i capitoli e i paragrafi, hanno, indicativamente, delle
lunghezze prefissate (un capitolo va da 5 a 60 pagine; un paragrafo da mezza pagina a 5 pagine;
il capoverso da una riga a circa mezza pagina; un enunciato da una parola a 5, 6 righe).
Generalmente questa suddivisione è indicata nell'indice di un testo, che basta a far capire quale
sia il contenuto trattato dal testo stesso.
TIPI DI TESTO
Definiamo tipo testuale ogni insieme di testi dotato di determinate caratteristiche riferibili sia
alla modalità con cui i testi sono redatti sia al contesto in cui sono inseriti.
Per riconoscere e definire i testi secondo le loro caratteristiche più stabili sono state elaborate
varie tipologie testuali. Nell'antichità il problema è stato risolto individuando i generi letterari:
drammatico o mimetico, narrativo o diegetico, o l'insieme di entrambi, cioè quello misto. In
queste tre tipologie si facevano rientrare le rappresentazioni teatrali (drammatico), i poemi
omerici e le grandi narrazioni (narrativo), i testi come il dialogo, che si ponevano a metà tra gli
uni e gli altri (misto).
Le caratteristiche che consentono di identificare un tipo testuale sono:
l'argomento;
la collocazione;
il mezzo;
9
il destinatario;
lo scopo e il registro linguistico.
In base allo scopo è possibile riconoscere la funzione comunicativa dominante di un testo
(narrare, descrivere, regolare, esporre, argomentare). Sulla base della funzione individuata è
possibile, infine, costruire una tipologia testuale suddivisa in:
a) testi che hanno lo scopo di informare:
testi descrittivi;
testi espositivi;
testi narrativi;
b) testi che esprimono sentimenti o valutazioni:
testi espressivo-emotivi;
c) testi che servono per prescrivere comportamenti o per convincere:
testi regolativi o prescrittivi;
testi persuasivi;
testi argomentativi.
10
sempre su modelli Regolamenti
codificati e formule Avvisi
fisse. Hanno ordine Divieti
cronologico
(istruzioni e
procedimenti) oppure
logico (regolamenti e
leggi).
Testi espositivi Presentano e Informativa Articoli di giornale
spiegano fenomeni, informativi o
concetti, fatti in divulgativi
modo che il lettore ne Manuali
capisca la natura e le Enciclopedie
caratteristiche. Si Saggi
avvalgono di diverse Recensioni
modalità dì sviluppo Relazioni
(definizione, Verbali
classificazione ecc.).
Hanno ordine logico
Testi argomentativi Presentano Persuasiva Articoli di fondo o di
un’opinione o una commento
tesi in modo da Saggi critici
convincere il Recensioni
destinatario Discussioni
attraverso prove o Dibattiti
ragionamenti. Hanno Arringhe
una struttura Prediche
articolata (esordio,
tesi, argomentazione,
confutazione di
obiezioni,
conclusione). Hanno
ordine logico
Il testo argomentativo
12
quando mi pare? Non rispettare i patti e gli impegni? Qualcuno lo ha sostenuto: i situazionisti. Ma,
evidentemente, il significato dell'autenticità e della sincerità con se stessi è diverso. Autentico è ciò che
esprime la mia essenza più profonda, la mia verità essenziale. E questa non è facile da cogliere, da scoprire.
I giovani stessi se ne sono resi conto nel campo dello sport. Il ragazzo pigro, svogliato, grasso, impara che,
con la forza di volontà può plasmare il proprio corpo, renderlo bello e potente e, quindi, diventare ciò che
intimamente desidera. Ma, per riuscirci, deve vincere i suoi desideri immediati, deve sconfiggere la
stanchezza, la fame, la pigrizia e la fatica. Se ci riesce, si rende conto che trova piacevole quanto prima gli
appariva fastidioso, insopportabile. Perché, a poco a poco, quella che in precedenza era una costrizione è
diventata un'abitudine corporea, un modo di essere.
Tesi n° 2 L'insegnamento profondo che se ne ricava è che anche la spontaneità e l'autenticità devono
essere conquistate con la volontà.
Argomentazione Per sapere se ho qualità atletiche devo mettermi alla prova, allenarmi, competere. Se
non lo faccio, se resto pigramente ad aspettare, queste qualità non si manifestano mai. Ma lo stesso vale in
ogni campo. Mozart ha scoperto di avere talento musicale perché ha incominciato a suonare fin da
bambino anche quando era stanco, anche quando non ne aveva voglia. Lo scienziato potrà scoprire la sua
vocazione solo cercando i maestri migliori, provando e riprovando. Lo scrittore scrivendo. Obbligandosi a
scrivere, correggendo in continuazione il suo stile.
Conclusione Nessuna vocazione, nessuna verità si rivela senza la prova della volontà. Nemmeno
l'amore. Anche l'innamoramento deve essere accettato, voluto. E la fedeltà richiede tempo. Per arrivare
alla nostra essenza più autentica dobbiamo sempre dominare noi stessi.
Francesco Alberoni, da Corriere della Sera, 21/7/1997
Il testo descrittivo
Il “Cerasus avium” è comunemente chiamato ciliegio dolce. La pianta è molto vigorosa e raggiunge
facilmente 15 metri di altezza; le branche hanno lunghi internodi; la corteccia è bruno-grigia. Le foglie
sono grandi e di colore verde chiaro. I fiori, di colore bianco, schiudono contemporaneamente alle foglie o
subito dopo; hanno un peduncolo di circa 2 centimetri, glabro, e sono raggruppati solitamente in mazzetti
di 2-3. I frutti possono essere di vario colore, dal palio al rosso-nero; il peduncolo è aderente al frutto ed
assume una colorazione rossiccia, la polpa può essere gialla, rossa o rosso scura con succo colorato o
incolore, il sapore è dolce.
Da Enciclopedia Italiana delle Scienze, vol. I, Istituto Geografico De Agostini, Novara
Come esprimere colle parole la bruttezza orrenda di quella donna! Come vi sono beltà di cui è impossibile il
dare una idea, così vi sono bruttezze che sfuggono ad ogni manifestazione, e tale era la sua. Né tanto era
brutta per difetti di natura, per disarmonia di fattezze – ché anzi erano in parte regolari – quanto per una
magrezza eccessiva, direi quasi inconcepibile a chi non la vide; per la rovina che il dolore fisico e le malattie
avevano prodotto sulla sua persona ancora così giovine. Un lieve sforzo d’immaginazione poteva lasciarne
travedere lo scheletro, gli zigomi e le ossa delle tempie avevano una sporgenza spaventosa, l’esiguità del suo
collo formava un contrasto vivissimo colla grossezza della sua testa, di cui un ricco volume di capelli neri,
folti, lunghissimi, quali non vidi mai in altra donna, aumentava ancora la sproporzione.
Iginio Ugo TARCHETTI, Fosca (1870)
II testo espositivo
14
ordine del titolare dell'esercizio, è presumibile che nei dintorni esista qualche negozio dello
stesso tipo che non è in ferie e che quindi può fornire la stessa merce.
Dal punto di vista della struttura il testo espositivo può essere organizzato secondo criteri
diversi, adeguati al contenuto e finalizzati allo scopo che si prefigge l'emittente, come ad
esempio l'ordine cronologico in un manuale di storia o un ordine più casuale con cui sono
presentati gli argomenti in un testo di scienze. Quando un testo espositivo ha una certa
lunghezza, viene strutturato in paragrafi. Il paragrafo, di solito, coincide con il capoverso e
sviluppa in modo completo un sottotema, così che risulti chiaro lo sviluppo del pensiero e il
compito del lettore di interpretarlo non sia complicato.
Grazie alla divisione in paragrafi è possibile mantenere la coerenza, nonostante la quantità
delle informazioni.
I paragrafi possono essere costruiti secondo procedimenti diversi:
per esemplificazione: l'idea può essere sviluppata in un paragrafo e spiegata con un
esempio nel successivo;
per citazione: si può utilizzare un passo estrapolato da un altro testo per chiarire un'idea
precedentemente espressa;
per elencazione: le informazioni possono essere proposte inizialmente sotto forma di
elenchi, che verranno spiegati in un paragrafo successivo;
per definizione: si può esordire con una definizione per approfondire e informare
meglio successivamente sul contenuto della definizione;
per sintesi: si riassumono le idee espresse per facilitare i collegamenti.
Il primo requisito di un testo informativo-espositivo deve essere sempre quello della chiarezza
finalizzata alla comprensibilità. Il percorso di idee può essere segnalato dai connettivi, alla
scelta dei quali occorre prestare particolare attenzione, perché identificano immediatamente il
pensiero di chi scrive: innanzitutto, per cominciare, in secondo luogo, infine, per tali ragioni,
dunque, di conseguenza...
Ecco un esempio di testo espositivo che procede per analisi, cioè divide le informazioni e le
rende comprensibili spiegandole al lettore.
15
Altri esempi di testi espositivi sono gli annunci, i palinsesti, le voci enciclopediche, i
cataloghi…
Esempio di palinsesto TV
Il testo espressivo
Rit:
17
L'ho incontrata, una sera: una macchia più chiara
sotto le stelle ambigue, nella foschia d'estate.
Era intorno il sentore di queste colline
più profondo dell'ombra, e d'un tratto suonò
come uscisse da queste colline, una voce più netta
e aspra insieme, una voce di tempi perduti.
[Per ulteriori approfondimenti sul testo poetico, vd. il corso della Prof.ssa A. Bonomo]
Il testo persuasivo
18
Il testo regolativo
19
Il registro tecnico, invece, ricorre frequentemente nei testi regolativi che forniscono le
istruzioni per l'uso, come nel caso dei foglietti illustrativi dei medicinali o nelle istruzioni per
montare o far funzionare un elettrodomestico o un altro apparecchio di uso comune.
Dal punto di vista morfologico si rileva l'uso frequente dell'infinito (svitare, premere, inserire,
accertarsi...) con valore imperativo, che conferisce al testo anche un forte carattere impersonale
e atemporale. I testi regolativi che contengono prescrizioni ricorrono spesso a formule
ripetitive (è consentito..., è fatto divieto di...).
Ecco alcuni esempi di testi regolativi:
Ricetta di cucina:
Per preparare il Tiramisù Classico Italiano ti servono:
500 gr di Mascarpone
6 Uova freschissime
100 gr di Zucchero semolato
350 gr di biscotti Savoiardi
6 tazzine circa di Caffè zuccherato
Cacao amaro in polvere q.b.
Monta i tuorli d’uovo insieme allo zucchero fino ad ottenere un composto bello spumoso. Per
questa operazione utilizza il classico robot da cucina oppure uno sbattitore elettrico, risulterà
tutto molto più semplice e soprattutto il risultato sarà decisamente migliore.
In un altro recipiente lavora il mascarpone con un mestolo oppure con uno sbattitore elettrico
e quando il mascarpone sarà ben ammorbidito aggiungi il composto di uova e zucchero.
Monta il tutto fino a quando la crema non appare ben amalgamata e spumosa.
Monta gli albumi a neve ben ferma ed uniscili alla crema di mascarpone mescolando con un
mestolo dal basso verso l’alto per mantenere il composto bello spumoso.
Adesso procedi alla composizione del dolce utilizzando una bacinella con il caffè
possibilmente tiepido e già zuccherato per inzuppare i biscotti, la crema di mascarpone ed il
cacao amaro.
Procedi alternando in un recipiente oppure in un vassoio per dolci uno strato di biscotti
leggermente imbevuti nel caffè, uno strato di crema di mascarpone ed una spolverata di cacao.
Terminare il dolce con una spolverata abbondante di cacao e metti in frigo per almeno 2 ore
prima di servirlo.
20
La caffettiera è dotata di un filtro riduttore. Pertanto potete ottenere un numero di tazze
pari alla metà della capacita della Vostra caffettiera. Per fare questo basta inserire
nell'imbuto l'apposito filtro.
Mettere poi nell'imbuto la polvere di caffè e riempire d'acqua solo fino a metà il corpo
inferiore.
Il testo narrativo
[Per ulteriori approfondimenti sul testo narrativo, vd. il corso della Prof.ssa A. Messina Fajardo]
Per testo non letterario s’intende ogni testo che non abbia specifiche finalità espressive ma
descrittive o argomentative e il cui significato sia principalmente denotativo. Testi non letterari
sono, per esempio, saggi, manuali, articoli giornalistici, relazioni, lettere, testi per usi pratici.
L'analisi e il commento di un testo non letterario possono costituire due testi distinti o, più
spesso, costituiscono un unico testo che si prefigge gli scopi di:
descrivere analiticamente il contenuto dell'opera presa in esame;
darne al tempo stesso una interpretazione critica.
La descrizione analitica attiene alla tipologia testuale descrittiva, l'interpretazione critica alla
tipologia testuale argomentativa.
Per quanto riguarda l'analisi, le operazioni da compiere sono in sintesi le seguenti:
capire l'argomento generale e farne un rapido sunto;
distinguere il testo in paragrafi o sezioni in cui esso sia stato suddiviso;
21
identificare l'argomento principale di ciascun paragrafo;
distinguere fra le informazioni importanti e i dettagli;
distinguere i fatti dalle opinioni;
dedurre dal testo, per mezzo di inferenze, altre informazioni;
collegare fatti noti esterni, ma pertinenti al testo, al contenuto del testo medesimo;
identificare lo scopo dell'autore (esplicito e implicito).
2. L’ARTICOLO DI CRONACA
Testo 1:
ROMA - Calato il sipario su una campagna elettorale sotto tono, la parola passa agli elettori.
Urne aperte oggi e domani, infatti, per il rinnovo di 564 amministrazioni comunali e per
22
l'elezione del Consiglio regionale della Val D'Aosta. Un appuntamento elettorale che molti
attendono per "verificare" una serie di tendenze politiche. Tutti aspettano al varco il Pd e il Pdl
per controllare l'effetto su militanti ed elettori dell'accordo di governo appena varato. E
nonostante le specificità locali, la presenza di liste civiche, la frammentazione, il risultato finale
sarà confrontato con il recente dato delle politiche. E su questa base si stabilirà chi ha vinto e
chi ha perso. Un meccanismo che non risparmierà Beppe Grillo e il suo movimento, reduce,
dopo il boom di febbraio, da un risultato poco positivo alle recenti regionali del Friuli Venezia
Giulia.
Ovviamente tutti quelli corrono pensano di "incarnare" la persona giusta per guidare la Città
eterna, ma i candidati accreditati di buone chance di successo sono quattro: il democratico
Ignazio Marino, il sindaco uscente, pidiellino, Gianni Alemanno, il grillino Marcello de Vito e
l'imprenditore Alfio Marchini. Ed è molto probabile che nessuno vinca al primo turno e si
vada al ballottaggio.
Fra le altre 14 città capoluogo dove si va al voto, assume un significato molto particolare la
sfida di Siena, città al centro dello scandalo Montepaschi. Soprattutto perché il comune ha un
ruolo fondamentale nella scelta degli amministratori della fondazione che governa la banca. A
sfidarsi per la conquista del comune si ritrovano così il Pd, - guidato da Bruno Valentini,
"sponsorizzato" da Matteo Renzi, sostenuto da Sel, Riformisti e dalla Lista "Siena Cambia" e il
grillino Michele Pinassi. Con il candidato del movimento Cinque Stelle che cerca di emulare il
successo di Pizzarotti a Parma. Ma in campo ci sono anche il pidiellino Eugenio Neri, che ha
però rinunciato al simbolo e altri cinque candidati.
Sfida interessante anche a Brescia. Nella seconda città della Lombardia, dove il comune
controlla parte della società A2A quotata in borsa, corrono 10 candidati e 25 le liste. A
contendersi la poltrona di sindaco, come nel 2008 ci saranno il pidiellino Adriano Paroli,
sindaco in carica ed il democratico Emilio Del Bono. Il ruolo del terzo incomodo è riservato a
Laura Gamba del Movimento 5 stelle. Lo scontro elettorale è intrigante anche a Treviso, dove
la Lega ripresenta per la terza volta Giancarlo Gentilini. Ma questa volta lo sfidante
democratico Giovanni Manildo, forte del 25,9 per cento delle politiche, spera di scalzare lo
"sceriffo". Stesso scontro, a parti rovesciate, a Vicenza, dove la leghista Manuela Del Lago,
conta di battere Achille Variati, democratico, e sindaco uscente.
(26 maggio 2013)
23
Testo 2:
La previsione
Domenica 26 Maggio: Instabile al Centro, Campania, Lucania, medio-alta Puglia e Molise
con piogge ed acquazzoni sparsi; più soleggiato altrove, specie al Nordovest e sulle estreme
regioni meridionali. Freddo per il periodo al mattino al Nord, ventoso al Centrosud per
Ponente o Maestrale. Lunedì 27 Maggio: prevalenza di bel tempo, salvo maggiore variabilità
su Sardegna, alta Toscana, Levante Ligure e Nordest, con qualche pioggia possibile. Generale
aumento termico, su valori diurni più gradevoli. Martedì 28 Maggio: progressivo
peggioramento al Nord a con piogge e temporali a partire da Alpi e Nordovest; piogge e
rovesci sparsi in risalita anche al Centro con maggiore coinvolgimento delle tirreniche; più
soleggiato altrove.
Nord
Tempo in miglioramento pur con nubi irregolari di passaggio sul Nordest, più estese sulle Alpi
di confine con qualche nevicata fin verso i 1300m al mattino. Più soleggiato al Nordovest salvo
maggiori addensamenti sui settori confinali, specie della Valle d'Aosta. Temperature in
aumento nei massimi, compresi tra 18°C e 23°C, minime in calo con gelate sulle Alpi. Venti
deboli o moderati settentrionali, in rotazione da SO, mari fino a mossi.
Centro
Sole prevalente in Sardegna. Instabile sulle peninsulari con piogge e rovesci sparsi, in
progressiva attenuazione a partire dalle coste, fino a totale esaurimento serale con maggiori
aperture. Neve al mattino sulla dorsale fin verso i 1400m. Temperature in calo eccetto che
sulla Toscana; massime tra 16°C e 20°C. Venti fino a moderati tra Ponente e Maestrale, con
rinforzi sulla Sardegna. Mari mossi o molto mossi.
Sud
Qualche acquazzone o temporale di passaggio tra Campania, Lucania, Molise e medio-alta
Puglia; da poco a parzialmente nuvoloso sui restanti settori. Temperature stabili o in lieve
flessione, massime comprese tra 18°C e 23°C, punte superiori sui versanti ionici. Venti in
prevalenza da ONO, anche forti al mattino ma in graduale attenuazione. Mari mossi o molto
mossi.
24
Testo 3:
LONDRA - La rivincita è servita. Un anno dopo aver gettato al vento contro il Chelsea una
finale dominata, a Monaco, davanti al pubblico amico, il Bayern si riprende il maltolto e sale
sul tetto d'Europa. E lo fa con l'uomo che più di ogni altro aveva sulle spalle il peso di aver
fatto perdere quella finale, ovvero Arjen Robben che quel giorno fallì il rigore del 2-1 nei
supplementari. Da magnifico perdente (gettò al vento anche il gol dell'1-0 nella finale dei
mondiali del 2010 contro la Spagna), l'olandese si è trasformato in eroe. E per sempre, con il
gol che all'89' ha deciso il derby col Borussia, resterà l'emblema della quinta coppa dei
Campioni portata in bacheca dei bavaresi.
DORTMUND, FATALE CALO NEL FINALE - La beffa è atroce per un Dortmund che
dopo 16 anni pensava di poter regalare di nuovo una gioia immensa ai propri tifosi e che, fino
in fondo, ha tenuto testa ai propri avversari. Ma è pur vero che la squadra di Klopp ha di che
rimproverarsi. Dopo 70' ad ottimo livello è improvvisamente calata, mostrando crepe sempre
più preoccupanti in difesa di cui, inevitabilmente, il Bayern ha finito cinicamente per
approfittare.
25
GUNDOGAN REPLICA A MANDZUKIC - Nella ripresa il Bayern ha stretto i tempi e al
60' è passato con Mandzukic, lesto ad approfittare a porta vuota di un assist al bacio di Robben,
bravo sia nel tempo d'inserimento in area su un lancio di Ribery e poi nel rimettere il pallone
freddamente in mezzo dopo aver saltato anche Weidenfeller in uscita. Il Borussia non ha
tremato e al 68' si è procurato (ingenua ginocchiata al petto di Dante a Reus) il rigore del
pareggio, siglato con freddezza da Gundogan.
ROBBEN, GUIZZO CHAMPIONS ALL'89' - A questo punto è venuto fuori il vero Bayern
che, cingendo d'assedio la trequarti avversaria, ha a più riprese sfiorato il gol con Muller
(salvataggio sulla linea di Hummels), Alaba e Schweinsteiger. Dai e dai, il 2-1, prima
dell'insidiosa appendice dei supplementari, è arrivato. E lo ha siglato all'89' Robben che,
smarcato di tacco in area da Ribery, stavolta non ha tremato, beffando Weidenfeller con un
tocco morbido in diagonale di sinistro. La coppa allora va a Monaco. E, per quanto visto per
tutta la stagione, è giusto così.
Testo 4:
Marchionne e Fiat puntano a consentire a quest'ultima di avere "il totale controllo della casa
automobilistica americana e a quotare i titoli su un listino americano, una manovra che
probabilmente includerà una complicata reazione a catena che potrebbe significare più di 20
miliardi di dollari di accordi": una cifra "quasi quanto grande i 23 miliardi di dollari dello
sbarco in Borsa di General Motors nel 2010" afferma il Wall Street Journal. L'obiettivo di
Marchionne è un'ipo della società Fiat-Chrysler che possa alimentare il bilancio del Lingotto.
26
finanziamento per Fiat, l'altro è acquistare il 41,5% di Chrysler. "Marchionne ha detto che Fiat
ha abbastanza liquidità per acquistare la quota Chrysler, che potrebbe costare fra gli 1,75 e i
4,27 miliardi di dollari. Gli analisti non sono d'accordo", perché ritengono che se Fiat usasse la
liquidità a disposizione per l'acquisto della quota rischierebbe un downgrade, sostiene il Wall
Street Journal.
Linguaggio giornalistico
I caratteri essenziali del linguaggio giornalistico possono essere così sintetizzati:
struttura del periodo: frasi brevi, a prevalenza paratattica, con frequente ellissi del
verbo;
sintassi del nome e del verbo: costante ordine di posizione di soggetto, predicato,
complementi; prevalenza dell’indicativo presente;
lessico: prevalenza di termini oggettivi; presenza di termini espressivi; presenza di
termini tecnici, gergali e di espressioni particolari;
stile: presenza di figure retoriche.
27
28
29
Testo 1:
Una festa che lascia tracce. Continuamente. E accanto a esse ricordi, momenti, immagini. Al di là
degli eventi prodigiosi, è il caso di ricordare che ogni persona, indipendentemente dalla sua fede,
conserva di essa alcune emozioni. Forse perché i simboli che la Pasqua reca con sé sono particolarmente
legati alle speranze e ai bisogni dell'uomo, forse per ragioni che si scoprono lentamente con lo scorrere
dei giorni.
Parlando con Franco Scaglia, per esempio, uomo che conosce la televisione e il teatro e ha scritto
libri come Il custode dell'acqua o Cercando Gesù (quest'ultimo con il vescovo Vincenzo Paglia;
entrambi editi da Piemme), si scopre che per lui la Pasqua resta legata a due simboli: l'entrata con i
pellegrini nella Basilica del Santo Sepolcro per accostarsi alla pietra dell'unzione, la colomba della pace.
Se la seconda, segno di dolcezza e fratellanza universali, «colpisce gli animi ed evoca lo spirito dell'Arca
di Noè», il primo è il luogo dove il corpo di Cristo venne preparato per la sepoltura (i fatti si leggono nel
Vangelo di Giovanni 19,38 e seguenti). Egli rimase incantato da quella pietra che tutti toccano,
accarezzano, strofinano e sulla quale si cerca di posare qualcosa, un rosario o una fotografia, un piccolo
oggetto o chissà che altro. Non a caso è stata sostituita nel tempo - quella attuale risale al XIX secolo - e
altre verranno. «Da lì emana una forza che non si spiega con le parole», ci confida Scaglia. Come dargli
torto? Alessio II, patriarca di Mosca e di tutte le Russie, un giorno corresse chi sta scrivendo che gli
chiedeva se una certa icona fosse autentica. «Un'icona è vera per le preghiere che ha ricevuto, non per
altri motivi», è stata la sua risposta. Per questo la pietra dell'unzione diventa autentica ogni volta che si
rinnova.
30
verso la fine in una speranza di risurrezione». L'apostolo Paolo ricorda che Cristo, nostra Pasqua, è stato
immolato e dalla vita deve scomparire l'azzimo vecchio di malvagità.
Per un filosofo come Giovanni Reale il simbolo più forte della Pasqua va cercato «nel
rovesciamento del senso dell'uomo». Agostino nel Commento al Vangelo di Giovanni, che lo stesso
Reale ha curato per Bompiani, così si esprime: «Rallegriamoci dunque e ringraziamo perché noi con
Cristo non siamo soltanto cristiani, ma siamo diventati Cristo. Se, infatti, Egli è la testa e noi siamo le
membra, l'uomo nella sua interezza è Lui e Noi».
Qualcuno aggiungerà che la Pasqua è anche nell'uovo, simbolo che si moltiplica nelle forme e
nei gusti. Ma questo è un argomento infinito. In esso, presente in ogni mitologia, si riflette il seme
primordiale. O la sapienza. O la fertilità. O forse è meglio concludere: la stessa Pasqua. Che ha
trasformato e rivoluzionato i simboli della storia.
Testo 2:
Il Po mormorava
A Bossi, che cade in una brutta storia di soldi inghiottiti dal
«cerchio magico», va riconosciuta la grandezza di un leader che
ha imposto la «questione settentrionale»
L’indomito guerriero si è lasciato irretire dal clan familiare. Il capo carismatico di un movimento nato
nella lotta alla corruzione di «Roma ladrona» si è inabissato nei gorghi di una cricca familista vorace e
spregiudicata.
A Umberto Bossi che cade in una brutta storia di soldi inghiottiti dal «cerchio magico» va
però riconosciuta la grandezza di un leader che ha imposto nell’agenda politica nazionale la
«questione settentrionale». E ha interpretato i sentimenti di un popolo che non aveva rappresentanza
politica. Ora di quella grande rivoluzione resta solo il guscio voto. Ma l’establishment non deve illudersi
nella fine ingloriosa di un outsider valoroso che seppe farsi politico accorto: quella frattura tra il Nord e
il Palazzo non si è ricomposta. E non sarà una miserabile vicenda di fondi stornati a cancellare una
storia iniziata nelle periferie del sistema e sul cui futuro nessuno avrebbe scommesso un soldo.
Bossi ce l’aveva fatta da solo, ma termina la sua carriera di leader indiscusso prigioniero
di un partito diventato proiezione di un capo circondato da figure mediocri ai quali chiedeva
fiducia incondizionata e protezione psicologica. Gli ultimi anni di leadership erano diventati un
tormento: l’insulto e il gestaccio al posto dell’argomento, il figlio onnipresente al posto di una classe
dirigente, l’imitazione stanca del machismo come surrogato di un’energia perduta, il tatticismo politico
esasperato al posto di una strategia politica.
31
Bossi era il leader dell’unico partito «vero» della Seconda Repubblica. Ma il popolano
prigioniero della sua paranoia politica, sempre più ossessionato dal «complotto» mano a mano che la
sua leadership si indeboliva, ha perso sempre più contatto con il mondo vasto dei ceti produttivi del
Nord che nella Lega avevano visto uno sfogo e una scommessa. Bossi si rinchiudeva nel suo recinto
sacro. Riceveva l’omaggio devoto del popolo che si riuniva sui pratoni di Pontida, si commuoveva per
l’ampolla alle fonti magiche del Po, urlava «secessione» per sentirsi più forte. Ma, fuori della cerchia
militante, chi aveva creduto nella rivolta fiscale, nella libertà dalle pastoie burocratiche e stataliste,
nell’affrancamento del Nord non si fidava più già da tempo del miracolo leghista.
Testo 3:
Torta diplomatica
DOLCI E DESSERT
DIFFICOLTÀ:
media
PREPARAZIONE:
COTTURA:
25 minuti circa
PREPARAZIONE
Stendete la pasta sfoglia in due rettangoli della stessa dimensione del pan di Spagna, disponeteli sulla
placca del forno rivestita di carta oleata, bucherellateli con i rebbi di una forchetta, copriteli con un altro
foglio di carta oleata e appoggiatevi sopra una piastra, affinché non si gonfino durante la cottura.
Cuocete in forno già caldo a 200 °C per 15-20 minuti, quindi lasciate raffreddare.
Nel frattempo preparate la crema: montate a neve fermissima un albume con un pizzico di sale.
Lavorate il burro ammorbidito con lo zucchero, finché otterrete un composto soffice e spumoso;
incorporatevi uno alla volta i cinque tuorli, quindi la vanillina, il rum e infine l’albume.
Sciogliete la gelatina di albicocche in un pentolino su fiamma dolcissima, mescolando continuamente.
Adagiate un rettangolo di pasta sfoglia sul piatto da portata, spennellatelo con la gelatina di albicocche e
distribuitevi sopra uno strato di crema; coprite con il pan di Spagna privato della crosta e bagnato
uniformemente con il maraschino. Spalmate sopra un altro strato di crema. Spennellate il secondo
rettangolo di pasta sfoglia con la gelatina di albicocche e con esso terminate la torta, disponendo la
gelatina a contatto con la crema. Lasciate riposare in frigorifero per almeno 3 ore. Estraete la torta dal
frigo, cospargetela con lo zucchero a velo, guarnite la superficie con qualche fogliolina di erba aromatica
e servite in tavola.
33
Testo 4:
34
Recensione di un film
35