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Tratteremo tutti gli elementi che garantiscono al testo coerenza e continuità di senso, consento di
recuperare informazioni implicite, attivare relazioni tra porzioni di testo non esplicitamente collegate,
superare apparenti lacune informative, mettere in relazione il testo con l’universo testuale di
riferimento.
1- La coerenza:
la coerenza si manifesta nella connessione logico-semantica tra le parti del testo e nella possibilità per il
Unitarietà
Continuità (nei diversi enunciati che compongono il testo sono individuabili dei fili conduttori che
l’informazione complessiva)
destinatario e dipende solo in parte dalle caratteristiche formali di un testo. È l’atto comunicativo stesso
a
generare le condizioni per rendere accettabili anche testi poco chiari o formalmente non ben costruiti.
concetti come l’efficacia, appropriatezza e felicità del messaggio, mutuati dall’analisi pragmatica.
Il principio base del processo di attribuzione del senso è il principio dell’elasticità dello sforzo
collaborativo:
Ho poco lavoro perché il mio collega Mario è in ferie (coerenza non operante: per rendere
esempio, immaginando che Mario sia un gran confusionario e la sua assenza favorisca lo
Il patto comunicativo: un patto che l’emittente stabilisce con il destinatario, in grado di determinare la
struttura profonda o superficiale del testo (- vincoli interpretativi).
Significato e senso: il significato letterale (contenuto proposizionale) di un enunciato può non coincidere
Greimas e l’isotopia semantica: termine introdotto per designare la reiterazione, nel testo, di elementi e
classi di significato anche ridondanti, tali da garantire al discorso continuità e omogeneità. Il compito di
Percorso per dare senso a un testo: per dar senso a un testo si compie:
Un percorso che va dal generale al particolare (top-down), generando ipotesi globali sulle
E poi un percorso che procede dal particolare al generale (bottom-up), che permette di mettere a
posto i mattoni più piccoli dell’edificio linguistico (fonemi, morfemi, sintagmi, frasi).
Il ricevente, instaura relazioni fra gli elementi di un testo sulla base della conoscenza di schemi cognitivi
globali, integra il senso degli enunciati connettendo il detto al non detto, e riconosce il tipo di testo e le
sue peculiarità per stabilire un sistema di attese che facilita il processo di interpretazione
lingue storico-naturali.
Avviene una sorta di negoziazione dei significati: l’indeterminatezza semantica non costituisce un
ostacolo alla comunicazione ma una risorsa, perché consente di esprimersi in maniera economica,
Una frase ossimorica inventata da Noam Chomsky: “verdi idee incolori dormono furiosamente”: è
un esempio di frase ben formata dal punto di vista grammaticale, ma priva di senso (nonsensical).
figurati alle parole possiamo aggirare la contraddittorietà e attribuire un senso al testo (es.
dormire= essere in uno stato latente, verdi= acerbe/immature, incolori= indefinite). Questa
contesto.
L’interazione tra le due forze della testualità (coerenza e coesione) non opera simmetricamente: la
semantica viene in soccorso delle lacune grammaticali (es. parlante che non padroneggia bene il codice),
non può avvenire il contrario.
Vale il principio secondo il quale l’intero non corrisponde alla somma delle singole parti: quando
interpretiamo un oggetto, un evento, un testo la percezione globale tende a precedere l’analisi dei
singoli componendi.
Semantica logica: l’attribuzione di un elemento ad una categoria avviene in base al principio della
semantica cognitiva: l’appartenenza ad una categoria di un elemento è determinata dalla sua maggiore
o minore distanza dall’elemento più rappresentativo (o prototipico) della stessa.
Questo approccio trova fondamento nella capacità delle reti neuronali di cogliere rapporti di
somiglianza/divergenza più che di inclusione/esclusione: foto di più sedie non ci sono problemi
nel disporre in una scala di centralità/perifericità rispetto al modello prototipico gli esemplari di
Dal punto di vista sia produttivo che interpretativo, il testo viene processato prima della frase e sei suoi
componenti e la sua elaborazione è facilitata dalla capacità di ricondurre singoli elementi entro schemi
generali.
Le espressioni linguistiche contenute in un testo servono ad attivare schemi cognitivi globali, i più
- Cornice (frame) = lo schema cognitivo entro il quale collochiamo, per dargli senso, un oggetto o
una situazione.
ieri sono andato a visitare la mostra di Paul Klee: per fortuna non c’era coda alla biglietteria, ma
purtroppo le copie del catalogo erano terminate. Sono però riuscito a comprare alla libreria una
Attiviamo immediatamente la cornice “museo”, anche senza la menzione specifica della parola
museo.
Avvenuto questo processo, il ricevente po' inferire una serie di informazioni non espresse
esplicitamente: può non sapere chi fosse Paul Klee, ma desumere che si tratti di un pittore
(“quadro preferito”). Inoltre, sono presentabili come noti (uso dell’art. determinativo) alcuni
referenti tipici della cornice “museo” (biglietteria, catalogo delle opere, libreria interna).
Le cornici sono a loro volta collegate tra loro in una rete di concetti regolata sia da relazioni
loro regole sono di norma possedute da tutti gli appartenenti a un sistema culturale;
o Cornici di secondo livello (frames testuali): fanno riferimento alle conoscenze di specifici
generi testuali e ne governano le aspettative (grazie agli schemi di secondo livello non ci
stupiamo se in una fiaba compaiono animali parlanti – aspettative del genere testuale
della fiaba
Copione (script) = modelli globali di avvenimenti codificati e correlati a situazioni ricorrenti in cui
Una conferma dell’importanza degli schemi interpretativi globali viene dagli studi
precede quella puntuale, inoltre l’apprendimento del lessico avviene per campi semantici piuttosto che
1. Ascolto selettivo (anche se non comprendiamo tutte le parole cerchiamo di cogliere gli
2. Comprensione puntuale
Un altro esempio della rilevanza dei modelli interpretativi per la gestione dei testi viene dalla commedia
dell’arte, dove gli attori non possiedono un copione, ma devono improvvisare basandosi su un
canovaccio,
Quando comunichiamo, solo parte del contenuto informativo è espresso esplicitamente, il resto rimane
sullo sfondo, implicito, e la sua attivazione è lasciata ad un processo di interpretazione partecipativa del
ricevente, il quale svolge un ruolo attivo tramite ragionamenti facendo ricorso a conoscenze linguistiche
ed extralinguistiche.
Presupposizioni : si hanno nel caso in cui una persona, un fatto o uno stato di cose non vengono
esplicitamente espressi nel testo, ma la loro esistenza è presupposta dalla semantica del verbo o
il cognato di Maria ha aperto un ristorante > presuppone che Maria abbia almeno una sorella e che
Gianluca ha smesso di giocare a tennis > presuppone che Gianluca abbia giocato a tennis
Caratteristica delle presupposizioni è che, a differenza di altri significati impliciti, rimangono valide
anche se l’enunciato viene negato, reso interrogativo o ipotetico (il cognato di Maria non ha
aperto un ristorante).
Implicazioni : le informazioni implicate possono essere di varia natura. Nella frase Sebbene
piovesse, Marco è uscito senza ombrello, è implicato che di solito quando piove si usa uscire con
l’ombrello.
sebbene è una congiunzione concessiva, segnala, a partire da una circostanza data, una
Implicazioni non convenzionali: sono valide solo all’interno di particolari condizioni contestuali (es.
Sebbene sia martedì, Marco non è andato a comprare il pesce è coerente solo a patto che ai
partecipanti sia noto che Marco ha l’abitudine di comprare pesce tutti i martedì).
Ora scusami: ho un amico per cena pronunciata dal serial killer antropofago Hannibal Lecter,
implicature conversazionali : esse si attivano normalmente nel momento in cui percepiamo una
Marito risponde: “Ho spazzato il giardino e sono appena andato a buttare la spazzatura!” risposta
densità informative:
povera.
(rivalutazione resa possibile dal macrotesto: Nel Tevere torna finalmente a scorrere
inatteso – ancor di più perché tratto dal quotidiano della Santa Sede. Il seguito
6- Intertestualità
Il legame intertestuale può essere attivato dal lettore anche indipendentemente dalla volontà
dell’autore.
Nessun testo è compiutamente interpretabile senza tener conto dei rapporti che intrattiene con
l’universo
dei testi che lo hanno preceduto e seguito, fino al momento della sua fruizione:
delle modalità attraverso le quali un testo A (ipertesto) riprende, richiama, rinvia a un testo B
(ipotesto) secondo una gradazione che va dalla citazione esplicita, alla parafrasi, alla ripresa di
temi o espressioni, all’evocazione, fino alle forme complesse come l’imitazione, la continuazione,
Genette mostra che un testo può rimandare al suo ipotesto senza mai menzionarlo o riprendere
esplicitamente delle parti: si pensi all’Ulisse di Joyce e all’Eneide di Virgilio che non potrebbero
essere stati concepiti così come sono senza l’Odissea, o meglio il modello dei poemi omeric
Parodia deriva dal grego parà “presso, accanto” dunque “simile a” e odè “canto” = componimento
Renzo e Lucia, che Manzoni finge di aver rinvenuto e di cui in apertura del romanzo prova a fare la
trascrizione.
8- Ipertestualità
Ipertesto (hypertext): termine coniato dal sociologo e filosofo Ted Nelson nel 1965, si riferisce a qualsiasi
insieme strutturato di unità di informazione (nodi) e di collegamenti tra esse (link) realizzato su supporto
digitale.
- Il testo tradizionale è lineare (segni disposti in successione) e chiuso (non è possibile modificarne
intervenire su una voce per modificarla, integrarla esprimere dubbi sulla sua attendibilità).
- Il testo tradizionale è concepito per una fruizione lineare e sequenziale, prevede un ordine di
lettura;
- L’ipertesto è fisicamente collegato ad altri testi che ne amplificano il contesto ed è concepito per
una lettura multisequenziale (non prevede un ordine di lettura predefinito, ma offre percorsi che il
Possiamo avere:
- Ipertesti in rete
Ma anche nel mondo non digitale, il lettore esperto è in qualche modo un lettore ipertestuale, in grado
di pescare nel proprio bagaglio di conoscenze gli opportuni link ipertestuali utili per agganciare le nuove
La fitta rete di legami grammaticali che tengono insieme il testo e guidano il ricevente nella sua
1- La coesione
Ogni testo presenta una rete di segnali di collegamento tra le sue parti, l’insieme di questi legami
garantisce la coesione.
Ieri Giulia ha comprato un paio di scarpe rosse in un negozio del centro. Quando Carla le ha viste, ha
detto
“Sono meravigliose! Dove le hai comprate?”. Giulia ha risposto all’amica che l’avrebbe accompagnata al
negozio.
Ad altri elementi spetta il compito di collocare temporalmente l’evento narrato (ieri) e la successione
delle
azioni (il condizionale passato l’avrebbe accompagnata indica un’azione futura rispetto al momento
dello
scambio linguistico).
- Anche grazie alle proprietà lessicali del nome capiamo che il sintagma nominale all’amica si
riferisce a Carla
- L’uso dei due punti e delle virgolette segnala che si riportano le parole effettivamente pronunciate
da Carla
a coesione tiene unito un testo utilizzando tutte le risorse grammaticali: sfrutta tutti i livelli della
Coerenza e coesione, le forze fondamentali che tengono unito un testo, abbiamo visto che non sono
collocabili sullo stesso piano: un testo può essere perfettamente coeso dal punto di vista grammaticale,
ma privo di senso; al contrario, può manifestare forti lacune nella coesione grammaticale, ma riuscire lo
stesso comprensibile.
La coesione può dunque intervenire in soccorso della coerenza, facilitando il compito
interpretativo
2- Rinvio e riferimento
Per comunicare occorre mettere in relazione il piano della realtà extralinguistica con quello del testo.
Perché quest’operazione riesca, è necessario che i partecipanti allo scambio comunicativo condividano
un
Gli attori dello scambio comunicativo condividono dei referenti (es. “matita”, “cavallo”). Questi
referenti sono di per sé entità indefinite, dormienti, nel senso che ne conosciamo il senso, ma esso
Per far entrare un referente nell’universo del testo occorre che esso sia stato preliminarmente
definito, ovvero che chi parla abbia chiarito agli interlocutori se sta parlando delle matite o dei
Occorre inoltre che il referente sia attivato nella coscienza del destinatario, ossia cessi di essere
oLa prima menzione del referente gatto lo definisce tramite l’uso dell’art. determinativo e
del possessivo (l’emittente parla del suo gratto) e lo attiva come referente testuale. In tal
Attraverso queste due operazioni, un referente extratestuale diviene disponibile come referente
testuale
Coreferenti: tutti gli elementi di un testo che si riferiscono allo stesso referente testuale sono
coreferenti.
Rinvio : ogni relazione di rimando tra due elementi di uno stesso testo o tra un elemento del testo
oLo e Chicco elementi che rinviano a il mio gatto, la natura del legame è un po’ diversa:
Sinonimia contestuale: sinonimia valida solo in alcuni contesti, dipendente dal possesso di conoscenze
particolari (chi non conosce l’emittente non può sapere che il suo gatto si chiama Chicco);
Sinonimia assoluta: sinonimia valida in qualsiasi contesto, essa può dipendere da conoscenze
enciclopediche generali (Ho visitato Salisburgo. La città natale di Mozart è molto interessante) o da
dell’autovettura).
Il rinvio può essere orientato verso sinistra o verso destra, ossia a ciò che precede o a ciò che segue nel
testo:
Rinvio anaforico : (dal greco anà “sopra” e phèrein “portare) quando la forma di ripresa si riferisce
Rinvio cataforico : (dal greco katà “sotto” e phèrein “portare”) quando la forma di ripresa si
riferisce a un referente testuale non ancora menzionato;
Rinvio deittico : (dal greco dèixis “indicazione”) quando il rinvio, per essere interpretato, ha
bisogno di un ancoraggio esterno, cioè ad un elemento della realtà extralinguistica. Esso funziona
- Anafora
La ripetizione : consiste nella replica totale o parziale del punto d’attacco
Il serpente corallo comune è diffuso tra le regioni sudorientali degli Stati Uniti […]. Il serpente corallo
predilige la vita solitaria, […] questo serpente presenta una colorazione molto vistosa […].
Nel caso in cui il punto d’attacco sia costituito da un sintagma nominale complesso (Il serpente
corallo comune) è sufficiente che almeno la testa del sintagma (serpente) sia replicata, non è
La sostituzione : esiste una categoria morfologica deputata a svolgere le funzioni di sostituzione: i
pronomi.
oI pronomi sono una classe universale, la cui presenza nelle lingue è spiegabile per
Sono dei sostituti “vuoti”, per la mancanza di tratti semantici propri, che di volta in volta
oAnche parole appartenenti ad altre classi morfologiche possono svolgere una funzione
sostituente: le pro-forme, termini dal significato generale che possono essere utilizzati
Marco va a correre tutti i giorni. La cosa non mi stupisce perché è sempre stato uno sportivo (> il
“, Andrea lo fa tre volte alla settimana (andare a correre) pro-forma costituita da pronome + verbo;
Marco ha comprato un contapassi, Andrea ne vorrebbe uno simile (un contapassi) pro-forma
costituita da un aggettivo.
Rinvio anaforico “zero”: solo quando l’anafora ha funzione di soggetto è possibile realizzare rinvii privi di
corpo fonico (Ø): Il mio gatto ha sempre fame. Quando sente il rumore della scatola di croccantini, Ø
viene in cucina
per Ø mangiarli.
Ø viene in cucina: omissione del soggetto in una frase con modo finito (italiano – espressione
facoltativa del soggetto ellissi del soggetto, le informazioni contenute nella desinenza verbale
per Ø mangiarli: omissione del soggetto obbligatoria nelle subordinate implicite, ovvero con verbo
di modo indefinito. In questi casi, la morfologia del verbo non guida al recupero del soggetto: il
principale/sovraordinata.
- Sostituzione pronominale : sostituzione per mezzo di pronomi, ellissi del soggetto e anafore zero;
- Sostituzione lessicale : avviene di norma per mezzo di sinonimi, iperonimi (nomi dal significato più
arricchimento semantico e pragmatico (es. sostituzione lessicale: signora anziana > nonna, morte
> crepare).
abbiamo visto finora di relazioni anaforiche canoniche, dove sussiste identità referenziale tra punto
(discontinuità referenziale):
L’uomo che ha dato il suo stipendio alla moglie è stato più saggio dell’uomo che lo ha dato all’amante
Abbiamo a che fare con 2 uomini e 2 stipendi diversi, quindi il pronome lo non può dirsi
espressioni fisse. Esse costituiscono delle isole semantiche mentre è possibile istituire un rinvio
anaforico ad esse nel loro complesso, non è possibile farlo verso uno dei componenti. Esempi di
violazione
ha lavorato per anni come capotreno, perciò si arrabbia molto quando Ø (i treni) arrivano in ritardo (+
discontinuità referenziale: passaggio dal singolare al plurale). Il soggetto si può riferire sia ai
capotreni sia a treni e in quest’ultimo caso avremmo una violazione dell’isola anaforica.
Il rinvio costringe a violare l’isola anforica costituita dalla frase idiomatica; perché funzioni occorre
che il lettore scomponga l’espressione, estraendone un componente nel suo significato letterale
nafore associative: a differenza delle anafore dirette che presuppongono l’identità referenziale, quelle
associative non sono coreferenti con l’antecedente. La loro particolarità consiste nel fatto che il punto
d’attacco non è introdotto in modo esplicito, ma è indirettamente generato per contiguità semantica da
un altro referente presente nel co-testo. Le associative richiedono al destinatario di effettuare un salto
logico:
ho lasciato la macchina parcheggiata sotto casa. La mattina dopo la fiancata era stata rigata
“Mi hanno detto che Giovanna si sposa” “E lui (futuro marito) che lavoro fa?”
La possibilità di effettuare tali associazioni dipende dall’attivazione di cornici e altri schemi interpretativi
Dimostrativi sono usati anche per riprese selettive, quando si vuole evidenziare uno dei
Falsi invalidi: una vergogna che grava su quelli veri (viene ripresa la testa del sintagma)
Indefiniti , quando riferiti a sintagmi complessi, presentano la proprietà di poter rimandare a tutto
il sintagma o solo a sue parti
In valigia ho due cravatte di seta a righe. Ne vuoi una (cravatta di seta a righe) per la festa di
stasera?
Dimostrativi questo/quello : possono essere usati per gestire rinvii a due antecedenti distinti.
Relativi : svolgono sia funzione di rinvio anaforico sia di giunzione sintattica (funzione che li
la ripetizione è un ingrediente basilare della costruzione retorica di un testo (es. testi religiosi o laici
come
Moduli iterativi sono presenti nella tradizione liturgica cattolica (litanie) e nelle forme testuali della
cultura
- Ripetizione formale : la ripresa di elementi linguistici identici, replicati tali e quali o con variazioni
nella forma
oRipetere 2 o più volte un termine per amplificarne il significato: “In verità, in verità io vi
Anafora retorica : ripetizione di una o più parole all’inizio di un verso o di un segmento testuale
oEpifora (speculare all’anafora) consiste nella ripetizione di una o più parole alla fine di un
grammaticale
bagnoschiuma.
La ripetizione risulta uno strumento cognitivamente più economico per garantire la continuità del tema
in
un discorso poco pianificato e pertanto viene impiegata nel parlato spontaneo come strumento coesivo.
La ripetizione dialogica è quella in cui una parola/espressione, menzionata da uno degli interlocutori, è
ripresa dall’altro:
Per far progredire la conversazione con significato di “so di cosa stai parlando, puoi procedere” o
Eterocorrezione (forma di ripetizione parziale) per gestire dubbi metalinguistici: es. nei dialoghi
B: “Acceso”
4- Catafora
La catafora: rinvio speculare a quello anaforico. Il punto d’attacco va ricercato nel co-testo successivo e
quindi il sostituto precede il referente testuale. Ciò determina una sospensione dell’interpretazione del
testo.
5- Ellissi
L’ellissi (dal greco èlleipsis “mancanza”) consiste nella soppressione di una parola o di un costituente,
che
- Ellissi grammaticale : quando il gap informativo riguarda un elemento della struttura della frase,
come il soggetto in una frase del tipo “Ø canto una canzone” o il verbo in frasi come “Andrea
Spesso in poesia si assiste all’ellissi totale del tema: ciò di cui si parla non viene mai
esplicitamente menzionato
precedentemente menzionato;
Ellissi contestuale : nella quale il recupero è affidato alla conoscenza di elementi di contesto
Mario ha regalato ad Anna un anello, Lia ha comprato una cravatta per Aldo, e tu?
Frase che può essere ricostruita diversamente a seconda delle conoscenze contestuali:
oSe Mario e Anna e Lia e Aldo sono coppie di sposi, il completamento opportuno sarà “e tu
oSe sono coppie di amici e siamo sotto Natale, il completamento sarà “e tu che cosa mi
regalerai a Natale
presenza del soggetto in quanto consente di recuperare le informazioni sul numero e sulla persona del
soggetto.
Quando il soggetto è atteso, l’ellissi prevale sull’espressione del soggetto. Quando poi la prevedibilità del
A differenza di quanto avviene per il soggetto, di norma non è possibile l’ellissi dell’oggetto in una frase
indipendente, poiché nella coniugazione del verbo non sono contenuti riferimenti ad esso.
La coordinazione tra due frasi crea le condizioni per il recupero. Nel caso di un verbo composto, occorre
L’ellissi del verbo caratterizza le frasi nominali. Generalmente viene omessa la copula che, essendo
semanticamente più leggera di altri verbi, non comporta per il ricevente difficoltà interpretative.
L’ellissi dell’intero sintagma verbale, oltre che con le interrogative indirette, si ha con congiunzioni come
anche, pure:
indicatori della deissi nel sistema linguistico italiano. Analizzeremo il rinvio deittico nelle sue 3
componenti
fondamentali: la persona, lo spazio e il tempo. Infine, tratteremo delle modalità utilizzate per inserire nel
proprio discorso parole di altri: il discorso riportato, che è in stretta relazione con la deissi.
1- Deissi
Se qualcuno al suo vicino di tavola dice “Me lo passi per favore?”, riferendosi al pane, il
destinatario è guidato, anche dal linguaggio non verbale (es. un cenno del capo o un gesto), a
ricercare il punto d’attacco non nel testo, ma nella situazione in cui avviene lo scambio
comunicativo.
Espressioni intrinsecamente deittiche : la cui interpretazione è sempre legata alla
Solo allora il destinatario sarà in grado di decodificare contestualmente gli avverbi qui e
ora
Io, qui e ora sono i 3 parametri fondamentali del riferimento deittico e costituiscono il campo indicale:
Il campo indicale è comunque definito attraverso l’origo: il punto di osservazione del parlante.
con l’origo si definisce il qui e l’ora, cosa è vicino e cosa è lontano nello spazio e nel tempo.
Ne consegue che nella conversazione il campo indicale rimane costante, ma l’origo muta col
mutare del parlante: si intrecciano tanti campi indicali parzialmente coincidenti, ma diversamente
Possiamo avere:
- Deissi inerente : quella realizzata mediante espressioni come io, tu, qui, ora, per la cui
- Deissi non inerente : quella affidata a espressioni cui la natura deittica è limitata solo ad alcuni
contesti (es. I mancini usano prevalentemente la sinistra; Il giovedì il ristorante è chiuso per
riposo settimanale);
2- Deissi personale
Realizzano la deissi personale le espressioni linguistiche che servono a identificare i partecipanti allo
scambio comunicativo (funzione svolta prevalentemente dai pronomi personali). In termini di tratti
distintivi:
oLa III persona può assumere sia valore deittico sia anaforico
Valore deittico quando indicano una persona diversa dal parlante e dall’ascoltatore
Valore anaforico quando il referente è espresso nel co-testo – “Parla con Marco, lui è più
3- Deissi spaziale
In italiano, la deissi spaziale (e anche quella temporale) funziona secondo uno schema bipartito, che
individua il luogo o la posizione di un referente in relazione alla vicinanza o alla lontananza dal parlante.
Fanno eccezione i verbi di movimento andare e venire, nei quali svolge un ruolo anche la posizione
dell’ascoltatore.
Avverbi che realizzano la deissi spaziale: coppie qui/qua (vicinanza), lì/là (lontananza)
Dimostrativi questo e quello : significato in parte sovrapponibile a quello delle due coppie di
Verbi andare e venire indicano un movimento da un punto di partenza A verso un punto di arrivo
B. Ciò che cambia è la direzione del movimento in relazione alla posizione del parlante e
dell’ascoltatore.
4- Deissi temporale
Nella deissi temporale, il punto di riferimento per definire le relazioni deittiche è il momento
dell’enunciazione (ME), cioè il momento in cui avviene lo scambio comunicativo. La deissi temporale è
affidata a:
oOra (adesso) e allora indicano coincidenza col ME o anteriorità rispetto ad esso. Allora
Prima e dopo sono usati per collocare un evento senza specificare ulteriormente la distanza
temporale dal ME
Alcuni aggettivi (prossimo, futuro, venturo e scorso, passato) indicano unità di tempo adiacenti,
Tempi deittici : indicativo: presente, passato prossimo, passato remoto, imperfetto, futuro semplice
Coincidente rispetto al ME
Anteriore rispetto al ME
Posteriore rispetto al ME
Per determinare questi tempi è sufficiente il riferimento all’origo e al relativo campo indicale (da
in relazione con un tempo deittico e, insieme ad opportune determinazioni di tempo (prima, dopo,
già, ancora…) costituiscono il momento di riferimento MR, che serve a precisare la collocazione
dell’avvenimento espresso dal tempo deittico.
Ieri Marco ha detto (MA) che sarebbe rientrato (MR) a casa dopo le undici: ordine MA-MR-ME
5- Deissi testuale
In questo paragrafo ci siamo occupati del riferimento deittico, nel precedente avevamo analizzato le
relazioni anaforiche.
Deissi testuale: il testo diventa in questo caso il contesto, e l’origo corrisponde al punto del testo in cui il
lettore si trova.
6- Il discorso riportato
Si ha discorso riportato (DR) quando si introducono in un enunciato parole che sono state pronunciate
da
altri. Ciò che caratterizza il DR è la compresenza di due situazioni enunciative: quella della produzione
Di conseguenza nel DR abbiamo a che fare con due campi indicali distinti e con due distinti interlocutori
(L1 e L2), che possono coincidere come nel caso in cui si riportino parole proprie.
- Discorso indiretto (DI) – indicatori sintattici, frase citante contenente un “verbo di dire” (dire,
- Discorso diretto libero (DDL) – un discorso diretto completamente privo di introduttori sintattici e
dei consueti indicatori grafici. Solitamente usato in letteratura per riprodurre il pensato o il
- Discorso indiretto libero (DIL) – intersezione dei campi indicali di L1 e L2. Funzione stilistica
nell’opera narrativa, in cui il punto di vista di L1 è solitamente quello del narratore, il punto di
vista di L2 quello del personaggio. Diffuso nella prosa novecentesca in quanto funzionale al tipo di
continuità o la discontinuità tematica di un testo. Le coppie oppositive dato e nuovo, tema e rema,
definito e indefinito.
Le costruzioni marcate che portano in primo piano ciò che ha bisogno di essere evidenziato1- Continuità
di senso e continuità tematica
Nel formulare un testo, l’emittente fa delle supposizioni: ciò che l’emittente ritiene sia noto o ignoto a
chi
ascolta e, se ritiene che sia noto, quanto sia presente nella coscienza dell’ascoltatore in un determinato
momento.
indicazioni per la comprensione dei principi che governano la strutturazione del testo.
Nella memoria a breve termine trova spazio un numero limitato di informazioni limite oggettivo. Le
continuità di senso.
La ricerca della continuità di senso è agevolata dalla presenza nel testo di un certo grado di continuità
tematica: un testo che ruota intorno ad uno stesso argomento è più comprensibile di uno che presenta
2- Dato e nuovo
Un enunciato è composto in parte da informazioni già note agli interlocutori e in parte da informazioni
nuove: questa prospettiva che suddivide l’informazione in data e nuova, prende il nome di analisi della
data);
Wallace Cahfe analizzando il discorso orale, individua 3 diversi stati di attivazione di un referente nella
1. Il referente è attivo se nel momento in cui viene evocato linguisticamente è ben vivo nella sua
2. Il referente è accessibile (semi-attivo) se è presente alla sua coscienza, ma si trova sullo sfondo
3. Il referente è inattivo se in quel momento non è presente nella coscienza del ricevente.
Inattivo non vuol dire ignoto: quel referente può essere depositato nella memoria a lungo termine
del ricevente è sarà necessario riattivarlo per trasferirlo in quella a breve termine.
A causa dei vincoli nell’occupazione della memoria a breve termine, la disattivazione svolge nella
in ogni momento del discorso è nuovo ciò che psicologicamente non è attivo nella mente del
ricevente, mentre è (più o meno) dato ciò che è (più o meno) attivo nella mente del ricevente.
3- Tema e rema
- Rema (o comment/focus): (dal greco rhèma “parola, verbo”) dice qualcosa a proposito del tema
Una partizione che ricorda per molti aspetti quella in soggetto e predicato della logica tradizionale.
Frasi presentative (o eventive): frasi costituite solo dal rema. Esse presentano un fatto o un
avvenimento
Un’espressione linguistica può riferirsi a un referente unico o a una classe più o meno ampia di elementi:
- Hanno referente unico alcuni nomi propri e sintagmi nominali come Terra, Sole, Luna, Lago di
Garda…
- I nomi comuni rimandano a una classe più o meno ampia di elementi che condividono alcune
L’ampiezza del riferimento prende il nome di estensione. Si può modificare l’estensione del SN
attraverso
i modificatori del nome testa: Le automobili / le automobili elettriche/ le automobili elettriche prodotte
in
Giappone…
Riferimento non specifico : il gatto rosso è molto vivace (tutti gli elementi appartenenti alla classe
Riferimento specifico : il mio gatto rosso è molto vivace (un solo elemento della classe)
oRiferimento specifico definito : il mio gatto rosso è molto vivace (un solo elemento della
oRiferimento specifico non definito : Mi piacerebbe avere un gatto rosso molto vivace
Il tipo di riferimento interferisce con le categorie del dato e del nuovo e determina l’identificabilità del
referente, cioè la maggiore o minore facilità con cui può essere individuato dall’ascoltatore:
- Riferimento specifico definito + identificabile: referente noto sia al parlante sia all’ascoltatore
all’ascoltatore
- Riferimento non specifico non definito - identificabile: referente non noto né al parlante né
indeterminativo;
Attivazione e definizione del referente;
Successiva ripresa del SN, definito dalla prima menzione, attraverso l’articolo determinativo.
5- Costruzioni marcate