Sei sulla pagina 1di 5

SASSURE

 Linguistica = materia di studio; il mondo esterno è lasciato fuori. Lingua > Pensiero

 Gli elementi esistono solo in RELAZIONE AD ALTRI; le cose si capiscono in negativo,


insieme di differenze. A = non B.

 Cuore del suo sistema  SEGNO LINGUISTICO = SIGNIFICANTE (Immagine


acustica, parole, istruzioni per l’uso su come pronunciare) + SIGNIFICATO (Concetto,
langue)

 Legame tra significato e significante = arbitrario e non mutabile.

 Valore (cavallo degli scacchi – lenticchia) e identità (treno Ginevra – Parigi)  non legati
alla materialità, ma ai RUOLI

 Strutturalismo (relazione tra elementi più importante degli elementi in se), trasponibilità
della struttura

 Linguistica sincronica o statica (studia gli stati di una lingua, alto grado di astrazione) >
linguistica diacronica o evolutiva (evoluzione di una lingua, cambiamenti)

HJELMSLEV

 “I fondamenti della teoria del linguaggio”  Principio di immanenza = analisi una e


semplice delle cose che ha davanti a sé, quindi del testo.

 Linguaggio = struttura astratta autosufficiente con una sua logica interna che parla della
realtà essendo distaccato da essa e ha bisogno di essere convertito in suoni per essere
compreso.

 PIANI DI LINGUAGGIO:
1. Piano dell’Espressione  Forma dell’espressione (astratta, permette di differenziare,
tanto – town, riorganizza la materia) + Sostanza dell’espressione (concreto, suoni)
2. Piano del Contenuto  Forma del contenuto (logica oppositiva, sedia è non sgabello) +
Sostanza del contenuto (accezioni linguistiche, sedia sul dizionario – scaldare la sedia)

 Funzione segnica = forma del contenuto e forma dell’espressione si corrispondono e grazie


ad esse è organizzata la materia, grazie alla cui organizzazione si possono produrre delle
sostanze.

 È LA LINGUA CHE CATEGORIZZA LA REALTÀ (Ciccino a pipistrello)

 I linguaggi vanno studiati considerando due assi: Processo (testo, sintagmi) e Sistema
(lingua, associazioni)

 Commutazione (cane – pane); Permutazione (il falegname pialla una porta – il falegname
porta una pialla); Sostituzione (r – r moscia).
 Denotazione= “casa” denota un edificio; Connotazione= “casa” detta con la C aspirata
connota la provenienza. La connotazione può dipendere dai diversi stili, dai toni, dal
lessico, dagli idiomi…

GREIMAS

 Esperimento fallimentare elementi minimi nel contenuto  da micro a macro  da


segni/parole a frasi/testi interi ma continua ad operare nella linguistica strutturale.

 TESTO: configurazione complessiva di senso che con supporti espressivi si fa garante di


circolazione, generazione e interpretazione di significati sociali e culturali (basato su
intuizioni di Bart nel prendere in considerazione i contesti)

 DIRE COSE SENSATE SUL SENSO – tutto passa da espressioni che producono
significati  tutto è testo

 Influenza di Prop e Straus, rifacimento ai miti greci, morfologia delle fiabe  da micro a
macro (i miti stessi interi appunto). Greimas dal mito a qualsiasi tipo di prodotto culturale
può assumere una forma narrativa.

 TESTUALITA’: dimensione in cui si esprimono dei concetti attraverso discorsi seguendo


una logica testuale che ha punti di contatto tra un discorso e l’altro

 TESTUALITA’ AUTONOMA: sganciata da superficie prettamente linguistico  narratività


anche in altre forme di comunicazione non legate alla lingua

 FORME INVARIATE – SOSTANZE CAMBIANO (non parole ma storie)

 SEMIOTICA DEI TESTI: odierno storytelling, schema narrativo che ritorna: eroe – luogo
– obiettivo.

 LIVELLI TESTUALI: percorso generativo del senso

STRUTTURE
della
TESTUALITA’
DISCORSIVE  semantica discorsiva (tematizzazione,
figurativizzazione; di cosa si parla)
Livello concreto  Sintassi discorsiva (attori, spazi, tempi;
com’è la disposizione del testo)
SEMIO  Superficie (livello antropomorfo, 6 ruoli
NARRATIVE attanziali, attanti = ruoli sintattici)
 Profondità (semantico, quadrato
Livello astratto semiotico, astratto, statico, produce
assiologie, acronico, opposizione
semantica, relazioni tra contrari-
conraddittori-complementari.)
 NARRATIVITA’ ≠ narrazione: la prima serve a descrivere la struttura profonda di ogni
manifestazione culturale. È l’insieme delle caratteristiche costanti, essenziali, formali e
astratte del racconto (sia esso letterario o meno). La seconda, invece, è l’insieme dei prodotti
testuali che vengono intesi come racconti (fiabe, leggende…).
La narratività diviene uno strumento per comprendere i significati e comprendere la
significazione.

 DOPPIO APPROCCIO PER ANALISI DEI TESTI: teoria della significazione (aspetto
immanente) + strutture narrative (logica testuale, scelta macro)

 PROGRAMMI NARRATIVI: descrivono le strutture di un racconto e ne permettono lo


sviluppo. Descrivono obiettivo e scopo del soggetto. Programma narrativo di base
(raggiungere lo stronzo schifoso di Ciccino), programma narrativo d’uso (tutte le azioni
necessarie alla realizzazione del programma di base)

 SCHEMA NARRATIVO CANONICO: manipolazione, competenza, performanza,


sanzione. Manipolazione + sanzione = momenti cognitivi; competenza + performanza =
momenti pragmatici

 TEORIA DELLA MODALITA’: i processi che avvengono nella fase della competenza
possono essere descritti tramite le modalità, che possono essere di 4 tipi (volere, potere,
sapere, dovere).

 QUADRATO DI VERDIZIONE: classico della semiotica narrativa, logica di composizione


che ci permette di capire i meccanismi di una storia (essere e apparire ciò che si è = verità;
essere ma non apparire = segreto; non essere e apparire = menzogna)

 SIMULACRI: dimensione discorsiva; entità testuali a cui attribuiamo un effetto di


realtà/senso pur non esistendo veramente, producono efficacia e fanno funzionare una storia
(vedo un film e piango). Possono essere attori, spazi e tempi. Un testo ha senso quando
produce effetti di senso, funziona perché al suo interno ci sono tracce di soggettività.

 ISTOPIA: permanenza di un effetto di senso lungo la catena del discorso, dove si


susseguono figure (oggetti, cose che noi conosciamo del mondo) inserite nel testo per creare
un universo narrativo e devono essere tutte coerenti tra loro

 TRACCE: sorta di firma più o meno segreta, intenzionale o consapevole dell’autore rivolta
al fruitore. Tutto è traccia

 ENUNCIAZIONE: teoria ripresa da Benveniste (pronomi) che, diventata un fatto


semiotico, vuole dire domandarsi chi è che sta parlando, a dove parla, con quale obiettivo.
Apparato legato al dire e al prendere parola. Diventa un fenomeno anche narratologico 
ci permette di studiare la letteratura, le arti visive, il cinema…
Può essere sia esibita che nascosta.

 DEBRAJAGE – EMBRAJAGE

 ENUNCIATORE = EMITTENTE – ENUNCIATARIO = DESTINATARIO


 FIGURATIVO: ricondotto ai 5 sensi, percezione mondo esterno, figura significante del
mondo percepito, strategia attraverso la quale si prendono pezzi di mondo e si inseriscono in
un testo

 TEMATICO: livello astratto, sottoposto a realizzazioni figurative diverse. Dal rapporto tra
figurativo e tematico talvolta nascono gli stereotipi. Il tema non è associato solo alle
figure, ma anche ai ruoli tematici, poiché anche i personaggi assumono su loro stessi dei
caratteri tematici (cowboy = avventura).

PIERCE

 SEMIOTICA INTERPRETATIVA

 SEGNI: qualcosa che sta al posto di qualcos’altro, oggetti empirici, espressioni linguistiche
(cartelli stradali, “piove”). Non è mai uguale alla cosa di cui si sta parlando (sempre un po’
di più o un po’ di meno)

 OGGETTO DEL SEGNO: ciò che non è presente di cui parla il segno

 SEMIOSI: congiunge segno [representamen (pericolo presenza cinghiali) + oggetto


immediato (cartello cinghiali)], oggetto dinamico (il cinghiale vero e proprio), interpretante
(persona che va nel bosco e deve stare attenta). Non c’è soggetto esterno poiché anche
l’interpretante, a sua volta, può diventare segno.

 CONOSCENZA: non immediata, segni e cultura ci permettono di approfondire la


conoscenza. Non diretta, ha bisogno di ipotesi, interpretazioni. Ha bisogno di qualcuno che
metta in correlazione segno e oggetto.

 CONOSCENZA 2: non immediata, per natura l’uomo apprende attraverso inferenze e


ragionamenti; dinanzi ad un avvenimento (caso), applica una regola che proviene da
esperienza passata o culturale e ottiene naturalmente un risultato. Diverso ordine di questi 3
elementi produce deduzione, induzione, abduzione.

ECO

 SIGNIFICAZIONE: esiste indipendentemente dalla sua attivazione, diversa dalla


comunicazione (non funziona in correlazione con la realtà, ma per negoziazione,
persuasioni e convincimenti), in quanto non intenzionale.

 SIGNIFICATO: unità semantica e culturale, posta in uno spazio preciso entro un sistema
semantico  in questo modo Eco unisce due prospettive: quella strutturale e quella
interpretativa. Per essere compreso, deve ricorrere ad altre unità culturali, ad altri segni.

 MODELLO IBRIDO: semiosi + struttura. Le due prospettive devono coesistere perché solo
così si può conoscere e comunicare.
 OPPOSIZIONE: modello dizionariale (Hjemslev) vs modello enciclopedico (Pierce), con
preferenza per quest’ultimo. L’enciclopedia racchiude un potere potenzialmente illimitato ed
Eco lo definisce modello rizomatico: non ha un centro, non ci sono limiti.

 RUOLO DEL DESTINATARIO: Eco nel ’79 inizia a supporre che il testo di per sé preveda
dei lettori, tracciando un percorso interpretativo per gli stessi. Il destinatario non è quello
emprico; nel testo è già previsto un lettore (in senso astratto) per il quale sono previste delle
strategie  PRAGMATICA DEL TESTO: presa in considerazione del testo e del contesto,
attività cooperativa poiché un testo, nel momento in cui viene scritto, prevede già un
destinatario che a sua volta cerca di capire ciò che il testo non dice  il lettore riempi gli
spazi vuoti, o grazie alla sua esperienza o grazie ad altri testi che già conosce  il testo
vuole che qualcuno lo aiuti a funzionare.
 LETTORE MODELLO: nulla a che fare con il lettore empirico; è un concetto che si trova
nel testo ed è un riferimento strategico al quale adeguare le proprie scelte testuali. Si prevede
in base alle scelte della lingua, scelte stilistiche, scelte di temi, scelte di una certa
enciclopedia

 AUTORE MODELLO: vuole darci delle immagini di se stesso, ci da degli indizi e ci


comunica qualcosa, ma anche questa è una strategia che non ha niente a che fare con
l’autore empirico

 MANIFESTAZIONE LINEARE: a differenza di Greimas, per Eco non esistono i livelli di


profondità testuale, ma esiste un unico livello: quello che è già stato generato. È da qui che
comincia il lavoro di interpretazione da parte del lettore, che risulta essere parte integrante
del testo poiché principio attivo dell’interpretazione.

 FRAME: sceneggiature o contesti conosciuti grazie all’esperienza diretta e alla conoscenza


di altri testi, che ci permettono di riempire gli spazi bianchi.

 TOPIC: scelta pragmatica che consiste nello stabilire di che cosa si sta parlando, scelta di un
tema o di un argomento. Aiuta il destinatario nell’individuazione delle istopie,
nell’interpretazione, nella magnificazione o narcotizzazione di alcune proprietà semantiche
sulla base di una chiave di lettura.

Potrebbero piacerti anche