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Nel saggio Retorica dell’immagine Barthes analizza l’annuncio pubblicitario della pasta
Panzani con lo scopo di definire il ruolo dell’immagine nella comunicazione. Si concentra
sull’immagine pubblicitaria perché il significato dell’immagine è sicuramente
intenzionale. Il messaggio al compito di comunicare in modo chiaro gli attributi del
prodotto. Il testo verbale nell’immagine pubblicitaria svolge una funzione di ancoraggio,
cioè vincola con la sua capacità repressiva la libertà dei significati. Nonostante definisce
il linguaggio superiore, a un certo punto dei suoi studi lascia da parte gli aspetti linguistici
per occuparsi del secondo messaggio di natura iconica, l’immagine. Il funzionamento di
questi segni è reso possibile da un sapere culturale più profondo fondamentale per la
comprensione dell’annuncio. Possiamo definire questo sapere una competenza primaria
priva di codice e che è da supporto per le letture simboliche dell’immagine. Ci troviamo
davanti a un sistema connotativo in quanto è un sistema che si serve di altri segni per
costruire il proprio significante. Barthes riprendendo Hjelmslev definisce l’immagine
letterale denotata mentre quella simbolica connotata. La differenza tra questi due
messaggi è solo operativa. La comunicazione pubblicitaria risulta efficace quando il
piano connotativo si inscrive in quello denotativo. Barthes definisce i significati simbolici
(ex. freschezza,italianità condensata di tutto ciò che può essere italiano non coincide con
l’Italia). I significati di connotazione sono definiti nell’ambito la retorica che appare come
il volto significante dell’ideologia, i significati si differenziano a seconda della sostanza
scelta (ex. suono, immagine). È importante affermare che per Barthes la retorica appare
nella nostra società come il supporto significante dell’ideologia come l’espressione di un
contenuto ideologico che può manifestarsi. La società borghese utilizzava meccanismi di
mascheramento per rendere naturale ciò che invece è sociale. Il semiologo deve
decostruire le ideologie e liberare un grado zero della lingua, ovvero la forma bianca.
Da queste basi inizia Eco che individua nei messaggi pubblicitari un importante campo
d’azione per approfondire rapporti tra retorica e ideologia. La pubblicità costituisce un
vero accrescimento nutritivo e nei suoi studi cerca di capire se è un accrescimento per le
ideologie del pubblico o è solo consolatoria. Il suo fine principale,però, è creare le basi
per una retorica visiva della pubblicità e abbozza tre livelli della codifica visiva:
La relazione tra codici visivi e verbali è più complessa rispetto alla visione di Barthes in
quanto anche il testo verbale usa artifici retorici. Analizza una foto pubblicitaria del
sapone Camay dove sono rappresentati due uomini che guardano un quadro. Uno dei due
uomini è distratto dalla presenza di una donna nordica che ha in mano un catalogo che
non legge in quanto percepisce lo sguardo dell’uomo. Connotativamente la provenienza
della donna indica valori di prestigio. In basso sono presenti una saponetta e un flacone
di profumo che creano una doppia metonimia. Il registro visivo esibisce connotazioni
high brow (ex. cultura,amore per l’arte) mentre il registro verbale economiche. Il
messaggio è ridondante sul piano ideologico e retorico. In generale il messaggio
pubblicitario parla di qualcosa di cui si è parlato in precedenza e quindi ci fa capire che il
pubblicitario è parlato dal proprio linguaggio.
Eco e Barthes usano gli strumenti di una semiotica ancora in fase embrionale e con gli
obiettivi etici e politici del loro periodo. Marrone afferma che i loro studi hanno fatto
crollare l’idea che la comunicazione pubblicitaria sia una persuasione occulta. Il
destinatario per Barthes ed Eco non era colpito in modo passivo dal messaggio ma esso
si strutturava in un complesso di strati e registri. Nel nuovo manuale di tecniche
pubblicitarie curato da Lombardi si esaminano gli elementi standard nella costruzione di
testi pubblicitari, ovvero di figure retoriche che determinano la pubblicità e non viceversa.
Magistretti che coopera con Lombardi segnala che l’ambiguità viene molto usata
soprattutto nell’headline come aggancio e spesso risolta nel visual o dal bodycopy in cui
vi è il messaggio. Le figure retoriche più usate sono la metafora (ex. omino virus
Volkswagen che usa la pompa della benzina come pistola), la metonimia (ex. modella usa
quel profumo lo usi anche tu diventi una modella), sineddoche visive, antonomasia (ex.
annuncio Camay), iperbole (usare termini eccessivi per descrivere verosimilmente un
oggetto). Magistretti queste figure vengono studiate per capire come modulano il senso
del messaggio. Ancora oggi la connotazione continua a essere usata. Ceriani la definisce
un punto chiave per la ricerca semiotica e utile per le applicazioni di marketing. La
semiotica della comunicazione pubblicitaria col tempo comincia a essere più il linea con
il paradigma strutturale e generativo di Greimas e dell’école de Paris. Non si cercano più
le figure retoriche, ma ci si concentra su strutture narrative e discorsive.
Greimas per capire come vengono costruiti i testi ipotizza un percorso generativo, cioè
un sistema semantico organizzato per livelli di profondità in cui gli elementi più profondi
e semplici generano gli elementi più superficiali e complessi secondo regole di
conversione. Il punto di partenza è il livello delle sostanze per poi arrivare alle strutture
più profonde e immanenti della significazione. I tre livelli sono:
I primi due hanno una struttura semio-narrativa, mentre l’ultima ha una struttura
discorsiva. Queste strutte confluiscono nel testo e la testualizzazione in quanto procedura
di un testo lineare è situata fuori dal percorso generativo propriamente detto. Floch,
riprendendo la teoria di Greimas, si concentra sullo studio dei testi pubblicitari col fine di
cercare un’interazione efficace tra la semiotica e il marketing. La sua formazione
culturale è legata all’estetica e alla storia dell’arte ed è fondamentale il suo incontro con
Greimas. La sua formazione estetica traspare dalle sue numerose analisi di testi
pubblicitari visivi in cui cerca di studiare gli elementi plastici e figurativi. Cerca di
studiare le strutture soggiacenti ai testi, le strategie di senso e il percorso generativo di
significazione. La semiotica per Floch serve per analizzare i linguaggi e le pratiche
significanti che sono pratiche sociali. L’obiettivo semiotica è descrivere le condizione
della produzione e ricezione del senso partendo dai segni che sono entità variabili. In
seguito prende come punto di partenza delle invarianti del senso grazie alle quali i segni
possono significare. I segni quindi sono unità di superficie utili per capire le significazioni
soggiacenti. Tutto ciò prende il nome di principio di immanenza che caratterizza la
semiotica greimasiana che si distingue per la sua tradizione di rigore. La semiotica
strutturale distingue e gerarchizza i differenti livelli dove si trovano le invarianti della
comunicazione e per questo motivo utilizza il percorso generativo della significazione
come griglia. La semiotica può assicurare maggiore intelligibilità (può aiutare a
sviluppare la virtualità dei concetti e fornire elementi di differenziazione), pertinenza
(trovare elementi fondamentali di un concetto pubblicitario per poi controllare la
pertinenza nello sviluppo narrativo), differenziazione. Fino alla fine degli anni Novanta
però Floch riteneva che la semiotica ancora non era stata costituita e per questo motivo la
chiamava semiotica alla prova.
Anche nella pubblicità della pasta Panzani abbiamo due momenti narrativi anche se meno
evidenti: l’allestimento della pietanza e il suo consumo.
Semprini ha tradotto il quadrato di Floch con un mapping semiotico dei valori del
consumo. Nello schema oppone pratico a utopico e ludico a critico considerandolo come
un sistema semiotopologico in quanto assegna un senso particolare a ogni parte dello
spazio che organizza.
La zona Ovest (critico) è dominata dai valori legati al bisogno di comprendere il senso
delle cose. Tra utopico e critico troviamo la valorizzazione della cultura e del sapere.
Nella zona tra critico e pratico abbiamo l’esigenza di analizzare e costruire le connessione
causali.
Nella zona Est (ludico) prevale la ricerca del piacere e dell’emozione. A ridosso
dell’utopico però prevalgono le valorizzazioni dell’espressione e creatività.
Avvicinandosi al pratico si attivano i valori legati all’evasione, al relax e alla regressione.
- Regime posizionale in cui i testi pubblicitari mettono in gioco entità statiche con
un proprio posto. Il discorso pubblicitario ha la funzione di rilevare l’essenza delle
cose.
- Il regime causale è caratterizzato da testi pubblicitari che osservano i fatti
dall’esterno. Il senso è dato dai rapporti di causa-effetto e dai rapporti di
connessione tra i dati. Il valore delle cose deriva dalla loro interazione e il fare
conta più dell’essere.
- Nel regime prospettico i testi sono costituiti dall’interno di un personaggio, di un
programma d’azione o da un universo di valori. I discorsi pubblicitari manifestano
una visione del mondo e i valori di identità personale, differenziazione, esclusività
e progettuale vengono esaltati.
- Nel regime multi prospettico i testi mettono in scena combinazioni e incroci di
più prospettive soggettive. Vi è una relatività dei valori e la centralità della
cooperazione, dei processi seduttivi e dei rapporti tra persone.
Il vantaggio dell’uso del percorso generativo è di avere una teoria semiotica con un
metalinguaggio parzialmente indefinito e una serie di strumenti di analisi ben disposti in
un percorso di generazione del senso con diversi livelli di pertinenza. Ci permette di
partire da un testo e muoverci deduttivamente verso le strutture soggiacenti. In queste
visioni cooperative Fabris ha definito il consumatore postmoderno caratterizzato da
diverse identità. È un consumatore sfuggente e prevedibile. La teoria dell’enunciazione è
una prospettiva efficace per l’analisi di diversi testi. Landowski studia le strutture
discorsive e comprende che attraverso le tecniche di débrayage e di embrayage chi
comunica costruisce un simulacro di se stesso e del pubblico.
Per allontanarsi dalla psicologia la semiotica ha considerato gli attanti come semplici
agenti senza caratteri, solo in un secondo momento si iniziano a studiare le passioni
rappresentati nel discorso. è importante ricordare che la passione è un dispositivo modale
e le modalità sovra determinano non solo il fare degli attanti ma anche il loro essere. Un
soggetto può agire in vista di un poter- essere o un dover-essere. I valori negativi come
gelosia o l’avarizia possono essere considerati come un non voler sapere e non-voler-
essere. Le passioni prima di manifestarsi nei discorsi prendono corpo nei livelli generativi
più profondi. In questi livelli si verifica l’investimento timico che determinano posizioni
di attrazione o repulsione di un soggetto nei confronti nei confronti degli oggetti. Ci sono
infatti passioni euforiche (gioia), disforiche (paura), altre che non sono ne euforiche ne
disforiche (indifferenza) e altre che sono entrambe (amore). Queste passioni sono
fortemente aspettualizzate, ovvero presuppongono una prospettiva sul processo passione
che può essere concluso o in fase di progressione, istantaneo e puntuale o durativo. Un
altro elemento fondamentale delle passioni è l’intensità che si lega alla tensione che va
pensata come una serie di stati in continua trasformazione. Partendo da una proposta di
Zilberberg, Fabbri e Sbisà propongono un quadrato semiotico per la tensione passionale.
La tensione è strettamente legata al ritmo. Il ritmo di un testo può essere lento o serrato,
regolare o irregolare. Scandisce le parti, fasi discrete e contribuisce a istituire e a
soddisfare o frustrare aspettative con la dimensione della tensione o quella dell’intensità
creando condizioni complessive di agio o disagio. Fontanille popone un percorso
passionale canonico in relazione allo schema narrativo canonico. Questo percorso si basa
su quattro fasi:
Le passioni permeano i discorsi pubblicitari. Melchiorri analizza due spot audiovisivi per
mostrare come l’aspetto persuasivo della pubblicità sia legato alla componente passionale
del testo.
Il primo spot è sul portale Internet Lycos in cui viene descritto un ragazzo e una ragazza
che si incontrano nella piaggio si piacciono e decidono di partire per un viaggio e la rete
telematica va in loro soccorso. Melchiorri scompone lo spot in sequenze: scontro tra i due
attori(costituzione), preparazione del viaggio grazie il portale , due ragazzi in aeroporto e
arrivo (moralizzazione). Troviamo un qui disforico, la città dove si incontrano, e un
altrove euforico. La passione si colloca nel qui e altrove, mentre l’azione negli spazi
intermedi.
Nello spot IBM dove c’è un uomo seduto in piazza San Marco sta comunicando con
qualcuno riguardo le operazioni di borsa. In seguito si capisce che non è una persona ma
un computer. La comunicazione qui si basa sulla distanza tra ora, il presente, e il non ora,
il futuro.
Traini studia delle recenti pubblicità per vedere come si costruisce un mondo passionale
ad esempio intorno a delle caramelle. Lo spot Halls inizia con le immagini di una festa
dove si intravedono gente che balla e scorci d’acqua. C’è un musichetta di sottofondo e
la scritta libera il tuo corpo. La seconda scena ritrae una ragazza su una terrazza e degli
uccelli e una scritto: libera i tuoi pensieri. La terza scena è caratterizzata da gente che urla
e la scritta: libera le tue emozioni. La quarta scena rappresenta un comizio e compare la
scritta:libera i tuoi ideale. In fine compare l’immagine della caramella Halls e la scritta:
ma prima libera la tua gola. Le persone nello spot sono caratterizzati da uno stato di
euforia e passano in secondo piano le logiche narrative, le parole.
La marca Breil nei suoi spot si concentra molto sulla dimensione passionale. Boero
compie un’analisi su questi spot e individua due fasi della comunicazione pubblicitaria.
Nella prima fase vi è la valorizzazione dei prodotti per via connotativa (donna
seduttiva,decisa e risoluta associata ai gioielli che si trovano in basso). Dal punto di vista
narrativo il legame tra soggetto e oggetto si fonda sulla logica dell’esclusività (toglietemi
tutto ma non il mio Breil). Le donne rappresentate già godono del gioiello e l’oggetto si
trasforma in un oggetto di godimento e fonte di euforia. Sul piano discorsivo notiamo
subito un ambiente neutro. Vi è un forte contrasto tra l’immagine della donna e la minore
densità figurativa dello sfondo. In questa prima fase ci si concentra sulla sensualità della
donna in relazione all’oggetto pubblicizzato.
Floch ha utilizzato gli strumenti della semiotica del visivo compiendo alcune analisi. Un
esempio rilevante è la campagna per il lancio delle sigarette News. La superficie
dell’annuncio era diviso da tre bande orizzontali: una banda superiore con linee e tratti
orizzontali, una centrale costituita a puzzle e linee verticali e una inferiore con un
parallelismo orizzontale. Queste opposizioni possano essere ricondotti sul piano
dell’espressione alla categoria: continuità vs discontinuità. Sul piano del contenuto la
pagina sembra la prima pagina di un quotidiano dove ci sono le notizie più importanti.
Questo ci fa capire l’importanza di queste sigarette con un nuovo aroma di alta qualità. Il
piano del contenuto è caratterizzato dalla categoria semantica identità vs alterità. Anche
sulla dimensione linguistica abbiamo la precedente categoria semantica: Take a Break in
the Rush. Ci fa capire che nel caos quotidiano riconosciamo l’identità personale e la
capacità di fare un break.
Un’altra analisi celebre condotta da Floch è relativa all’annuncio della stilografica
Waterman. Questa campagna è utile per comprendere il problema dell’identità sociale e
illustrare concretamente l’approccio semiotico. Prima di tutto divide il testo in due grandi
parti: la prima che comprende la lettera, una fotografia e una penna stilografica per dare
un effetto ti realtà e una seconda parte che corrisponde al testo tipografico dell’annuncio
e alla sezione che riguarda la marca. Dal punto di vista verbale nella prima parte entrano
in gioco l’io, il tu e il noi mentre nella seconda parte ci si concentra sulla marca. Sul piano
del contenuto abbiamo un io e un tu che si contrappongono e trovano dei tratti comuni
grazie alla Waterman. La foto e la penna sono parallele e costituiscono la cornice per il
testo scritto e creando un sistema modellizzante secondo. È definito secondo perché
riprende alcune unità del contenuto e le riorganizza inscrivendole in un sistema che darà
loro un altro significato. L’io in base alle sue esperienze passate compie un’analisi e
costruisce il concetto di identità. L’attore del testo ha attivato un percorso semiotico ma
privo di scientificità.
Per Marrone il branding deve essere visto come un terreno di lavoro congeniale per la
semiotica. La semiotica non deve occuparsi solo degli aspetti immateriali della marca,
ma anche quelli economicamente rilevanti. Dal punto di vista semantico, infatti, la marca
è l’insieme di tutte le sue manifestazioni che vanno dai testi del mix di comunicazione
(ex. pubblicità, logo) alle azioni intraprese dai manager, dipendenti ecc.. la semiotica
parte proprio da questi agenti concreti per costruire i discorsi e i valori soggiacenti.
Marrone definisce la marca come una meta istanza discorsiva che ingloba diversi discorsi
che di modificano reciprocamente al suo interno. Un esempio è il brand Microsoft che
utilizza diversi testi comunicativi, le azioni umanitarie di Bill Gates. La marca diventa un
imbuto che incanala diverse istanze discorsive come quella del produttore, dei media, del
consumatore. Marrone propone una visione transdisciplinare e comparativa della marca
con il discorso del branding. La semiotica con i suoi strumenti analitici per gestire in
modo più efficace del branding. Si deve analizzare prima di tutto il carattere narrativo del
discorso di marca e garantire il potere significativo e l’efficacia comunicativa. Il fine è
creare la fiducia di fondo tra azienda e consumatore. Sul livello discorsivo la semiotica
può contribuire all’analisi dei testi creando simulacri degli emittenti e destinatari
empirici. Marrone riprende il modello progetto/manifestazioni proposto da Semprini che
individua due livelli costitutivi: il progetto di marca e le manifestazione. Nel progetto di
marca si collocano la visione, le interazioni e il programma della marca ed è il luogo dove
si delineano le decisioni e il senso per collocare un target di riferimento (ex. l’Oreal rende
le donne orgogliose di se stesse). Le manifestazioni sono invece generate da questa
istanza progettuale e comprendono tutte le modalità attraverso le quali una marca può
esprimere il suo progetto. Per Semprini questo modello può essere percorso in due
direzioni. Le aziende partono dal progetto per generare coerentemente le manifestazioni.
Il pubblico invece parte dalle manifestazioni per ricostruire il progetto. L’analisi del
complesso delle manifestazioni permette di costruire il progetto di marca manifestato,
cioè il progetto di marca cosi come risulta dall’interpretazione di un certo numero di
manifestazioni. Semprini cerca di analizzare le potenzialità significative della marca
attraverso il percorso generativo. Un ultimo passaggio importante è mettere in relazione
il progetto di marca manifestato con il progetto reale di marca. L’idea di marca nasce
proprio dalla dinamica di interazione tra i poli della produzione e ricezione. Gli elementi
positivi di questo modello sono: il riconoscimento completo della dimensione semiotica
della marca (base modellizzazione c’è la marca), distinzione tra il piano dell’espressione
e del contenuto, integrata la dimensione dinamica e si mantiene l’idea di una gerarchia di
livelli nella modellizzazione. Gestire in questo modo il branding permette all’azienda di
valutare i discorsi già emessi e quelli che ancora devono essere realizzati. Quindi
l’azienda è costretta a definire la propria identità e una volt validato il modello generativo
si può creare un sistema di riferimento obbiettivo e una memoria oggettivata della marca.
Il passo successivo, per Semprini e Musso, è costruire una brand chart ovvero dei registi
schematici in cui ci sono i valori dell’identità di marca. La brand chart diventa una sorta
di carta d’identità utile per gestire i problemi di comunicazione. Le ricerca della marca
possono essere fatte in diversi modi, ma il posto centrale nelle analisi è per la semiotica
che deve considerare tutte le forme con cui la marca comunica in quanto meta istanza
discorsiva.
La semiotica del testo pubblicitario può ampliarsi in una semiotica del consumo
concentrandosi sulle pratiche di consumo intese come linguaggi da analizzare con gli
strumenti e le procedure della semiotica. Come gli altri testi quelli pubblicitari
definiscono dei valori, ma riescono anche ad associare questi valori a merci acquistabili
per renderli desiderabili. La semiotica si concentra sulla definizione del valore che si
vuole collegare a un determinato oggetto. Possiamo definire il processo di consumo come
quello narrativo. In questo caso la comunicazione pubblicitaria rappresenta la fase della
manipolazione (destinante convince un soggetto a raggiungere l’oggetto di valore). L’atto
pragmatico coincide con l’acquisto vero e proprio che presuppone una Competenza e una
Manipolazione. Alla fine avremo una Sanzione, ovvero un giudizio sul prodotto. La
comunicazione pubblicitaria si concentra sul convincimento dell’attore sociale sulla
desiderabilità e indispensabilità del prodotto. Lancioni individua quattro tipo di strategie
manipolatorie riprendendo Greimas: la tentazione (pubblicità presenta un oggetto che
migliora le competenze del Soggetto. Usato per prodotti tecnologici o durevoli), la
seduzione (si cerca di lusingare la competenza del soggetto con la messa in scena di
determinati valori. Usato per prodotti che sono nel campo della moda), l’imitazione
(quando si mostra al soggetto cosa non si può senza quel prodotto) e la provocazione (si
mostra la mancanza di competenza del soggetto). Questo tipo di semiotica incide con il
marketing esperienziale che si basa sul contesto d’uso, il consumo e i tipi di esperienza
dei consumatori.
Pine e Gilmore definiscono importante soffermarsi sulle performance dell’utente che usa
il prodotto. Il prodotto viene messo in relazione ai diversi servizi che a loro volta vengono
messi in relazione alle esperienze (ex. telefonino con diversi servizi). La nuova economia
si caratterizza da: una scarsità della domanda e offerta, dalla pervasività della tecnologia
e informazione, l’evoluzione della domanda in esperienza. Le merci e i servizi sono
tangibili mentre le esperienze memorabili. Dal punto di vista dell’azienda Resciniti
ipotizza un sistema esperienziale di offerta, ovvero un insieme di strategie per coinvolgere
la persona nelle proprie esperienze di acquisto e di consumo. Questo sistema è
caratterizzato da: una capacità di coinvolgere il consumatore su più dimensioni della
personalità, la rilevanza del valore simbolico, la plurifunzionalità dei prodotti in relazione
ai bisogni e la facoltà di autodeterminazione dell’offerta da parte del consumatore. (ex.
Feltrinelli non offriva solo libri, ma area bimbi, bar ecc). Ferraresi e Smith si concentrano
sulla gestione dell’intera esperienza del cliente con un prodotto o un’azienda che prende
il nome di Customer Experience Management. Prevedono cinque tipi di esperienza del
cliente in base al prodotto offerto: Sense (si basa su cinque sensi), Fell (si basa sui
sentimenti forti del consumatori), Think (si basa sulle esperienze cognitive del cliente,
molto usato nel settore tecnologico), Act (si basa sugli stili di vita, interazioni) e Relate
(unisce i precedenti con un’ottica interindividuale e interculturale). Addis individua
quattro filoni che si basano sull’esperienza di consumo: experiential view of consumer
behavior (nasce negli USA e si concentra sugli aspetti più emotivi del consumatore che
influenzano i processi di consumo), shopping esperienziale (si concentra sull’esperienza
in relazione a dei contesti di consumo), il terzo si basa sul ruolo delle emozioni, mentre
il quarto enfatizza la dimensione del coinvolgimento diretto dell’individuo. Addis cerca
di categorizza le esperienze in quattro fasi cronologiche: pre-acquisto, di acquisto, del
consumo e rammentata. Nell’esperienza di acquisto troviamo la semiotica del consumo
che definisce il consumo come un atto compiuto da un soggetto variamente competente
che si trova in una struttura contrattuale.
Lo spazio dove avviene il consumo sul piano dell’espressione indica la spazialità data
dall’articolazione fisica, mentre sul piano dell’espressione è dato dal valore che gli
uomini gli attribuiscono. Bisogna tener conto della soggettività in quanto il soggetto si
inscrive nello spazio e nel tempo attraverso uno schema corporeo. Marrone differenzia
uno spazio del testo (costituito dalla spazialità del piano dell’espressione), uno spazio nel
testo (dato dalla componente narrativo) e lo spazio come testo. La semiotica studia lo
spazio come luogo complesso di interrelazione e interazione tra soggetti e oggetti. Floch
afferma che proprio la semiotica abbia contribuito alla creazione di alcuni supermercati.
I valori sono collegati a uno spazio ad esempio valori pratici e critici sono richiamati da
uno spazio continuo e semplice. Dal punto di vista sintagmatico lo spazio viene
considerato come un processo. All’interno dei punti vendita è importate trovare un
equilibrio da l’organizzazione spaziale e la disposizione degli oggetti. Secondo Solomon
e Assael vi è un complementarietà simbolica tra gli oggetti di consumo, ovvero da un
prodotto e i ruoli sociali. Questo tema rientra nel problema semiótico
del’intersoggettività. Per Marrone ci possono essere due tipi di relazioni: paradigmatiche
(individuazione di gerarchie, classificazioni) e sintagmatiche (semplice concatenamento
di oggetti).
La semiotica si concentra sempre di più sulle pratiche degli individui. Come afferma
Floch la semiotica da attenzione a tutto quello che ha un senso partendo dal testo fino a
ogni forma di manifestazioni. Floch si concentra sui comportamenti delle persone in
metropolitana analizzando prima il discorso del percorso e poi sul discorso. Il percorso
può essere considerato come un testo in quando viene visto come un’entità significante e
i racconti dei viaggiatori come dei micro racconti. I comportamenti dei viaggiatori nella
metropolitana evidenziano quattro strategie che sono messe in relazione a quattro
categorie di soggetti valorizzanti. Abbiamo:
La spesa al supermercato dal punto di vista semiotico diviene un insieme di sequenze che
vanno a costituire dei programmi narrativi. Si delineano dei Soggetti moralizzanti che
interagiscono con Oggetti di valore, forme contrattuali, organizzazioni spaziali,
spostamenti, tensioni e distensioni. Marsciani ha individuato quattro modi in cui il
soggetto può interagire con gli oggetti del supermercato: panoramica, sfioramento,
l’immersione e lo sguardo analitico. Quando si compra un oggetto è importante la
dimensione visivo-estetica e la dimensione pratico-tattile. Secondo Marsciani e Lancioni
l’oggettività di un testo non è considerata come un dato di partenza ma come il prodotto
di una costruzione intersoggettivo. Inoltre, affermano che senza conoscere i temi narrativi
della nostra esperienza di vita non riusciamo a comprendere l’organizzazione narrativa di
un racconto. Si comincia a superare la divisione classica tra la lingua naturale e il mondo
naturale, che Greimas definiva come macrosemiotiche formalmente omogenee. Ora si
considera il Mondo Naturale come organizzazione che assumono senso grazie a una
strutturazione interna come i testi. Fontanille crea un quadro descrittivo costituito da
diversi livelli con l’idea che il mondo naturale ingloba Testi e Oggetti. Il primo livello è
costituito dal testo-enunciato, ovvero un insieme di figure semiotiche disposte in modo
omogeneo su uno stesso supporto (ex. testo scritto ha come supporto un foglio di carta).
Il secondo livello è quello degli oggetti che si rifanno al primo livello in quanto sono i
supporti e al livello superiore in quanto attanti in pratiche significanti (ex. busta della
lettera). Il terzo livello è caratterizzato dalle pratiche, ovvero situazioni semiotiche che
raccolgono tutti gli elementi necessari alla produzione e interpretazione della
significazione di un’interazione comunicativa. Queste situazioni semiotiche possono
essere analizzate come: interazioni con i testi o con oggetti e come adeguamento di
diverse pratiche parallele, complementari o concorrenti. Nel primo caso siamo nella
dimensione predicativa della situazione (ex. utensile configurato all’interno di una pratica
tecnica). Nel secondo caso siamo in una prospettiva strategica (ex. una scena locale deve
essere collegate con altre scene). Secondo Fontanille sul piano dell’espressione possiamo
avere: una sincope anteriore (uno dei livelli diventa autonomo rispetto ai precedenti come
una pratica senza oggetti materiali) e una sincope posteriore (un testo diventa pratica
come le istruzioni che costituiscono delle pratiche testualizzate). In questa prospettiva
,che si basa sull’osservazione, si può unire la semiotica con gli studi etnografici. Lancioni
e Marsciani definiscono dei prerequisiti per qualsiasi analisi etnosemiotica: quel che si
osserva ha sempre una forma testuale e non è predeterminato da categorie sociologiche o
psicologiche, ciò che si osserva contiene già valori della sua significatività, il valore di
ciò che si osserva dipende dalla relazione tra osservato e osservatore.
Da Ferrero si comincia a osservare la pubblicità nel quadro più ampio del sistema
culturale nel quale si inserisce. La pubblicità diviene una rappresentazione simbolica
della realtà e un discorso sociale messo in relazione altri discorsi della realtà. La semiotica
è interessata al fatto che il discorso pubblicitario contribuisce in modo importante alla
costruzione di un’immagine condivisa della realtà sociale e possiamo parlare di socio
semiotica. Essa era stata prefigurata da Greimas e si impone in Francia con Landowski e
in Italia con Ferraro, Pozzato e Semprini. La socio semiotica si concentra sulle dinamiche
sociali e collettive della significazione e della comunicazione. Si comincia ad entrare nel
campo della moda, della televisione, dei nuovi media in quanto ambiti in cui i discorsi
assumono una rilevanza sociale e in cui le identità individuali si confondono con le
identità collettive. Anche Marroni identifica la comunicazione commerciale come un
discorso sociale fortemente competitivo che si inserisce in altri discorsi sociali parlando
della società in cui agisce. In questa prospettiva diventa importante studiare il modo in
cui i prodotti vengono valorizzati dai consumatori potenziali, esaminare le componenti
immateriali e i valori semiotici che rendono desiderabili gli oggetti. Vengono utilizzati
gli stessi strumenti e metodologie della semiotica generativa concentrandosi sulle
strutture sotto i testi. La socio semiotica si presenta come l’analisi delle modalità di
consumo proposte dai testi pubblicitari. Il semiologo analizza il modo in cui i testi
pubblicitari traducono narrativamente i valori, desideri, motivazioni e le forme di
razionalità del consumatore postmoderno. Ci si concentra anche sull'impatto ideologico
e politico di questa immensa massa comunicativa.
È fondamentale l'interesse al sistema dei discorsi sociali, ovvero l'ipotesi che i discorsi
sociali presidiano spazi all'interno della semisfera e percorrono traiettorie che costringono
continuamente a ridefinire i confini discorsivi. Un esempio sono le pubblicità della
Benetton caratterizzate prima da foto vere, poi sempre più irreali fino ad arrivare al ciclo
della morte dove vengono messi in scena conflitti irrisolti.
Con questo modello capiamo che per Zinna il semiologo può mettere a punto un testo in
relazione al medium e al destinatario. In altre parole la sua analisi è finalizzata alla
produzione. Proni è vicino al pensiero di zinna in quanto sottolinea che la semiotica
dovrebbe fornire descrizioni di un linguaggio coerente. Le fasi dell'azione progettuale
secondo Proni sono cinque: l'esplorazione (analizzare l'ambiente dell'intervento), la
progettazione (che produce un progetto esecutivo), la realizzazione (produzione
dell'evento testuale), la gestione (deve mantenere la funzionalità dell'evento), la verifica
(per valutare l'efficacia, l'efficienza e la soddisfazione dell'evento). La fase progettuale è
prettamente semiotica e proiettata al futuro in quanto è presente in ogni produzione
testuale. Per Traini la semiotica può intervenire con efficacia nella fasi della costituzione
del corpus e della ricerca descrittiva e comparativa, ma ha una capacità previsionale
ristretta. Quella limitazione è un grave handicap per chi propone una semiotica delle
tendenze, owero una semiotica che sia in grado di delineare universi di senso emergenti.
Negli ambiti degli studi sulla marca si condivide sempre di più un percorso che va dal
livello assiologico (dove troviamo valori che fondano i discorsi e l'identità di una marca),
livello narrativo (strutture fondamentali trasformate in racconti) e un livello discorsivo
(strutture narrative vengono messe in scena). Zannini fornisce un percorso rivisitato del
percorso generativo del senso molto efficace per il Bran Marketing e si può andare dalla
superficie alla profondità in base ai movimenti descrittivo e produttivo che caratterizzano
il fare semiotico nel marketing. Questo passaggio da semiotica descrittiva a produttiva
deve essere fatto con cautela secondo Galofaro. Bisogna sempre vedere la semiotica come
una disciplina che può affiancare il lavoro produttivo non sostituirlo.