Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
L'organizzazione semantica
La semantica strutturale si sviluppa tra glia anni 40 e 60 sulla scia della fonologia strutturale. I
successi ottenuti sul piano del significante sonoro, dove concetti come tratti distintivi e fonemi
avevano permesso una buona descrizione differenziale e formale dei suoni linguistici, avevano
indotto i linguisti a sperare che anche il piano del significato fosse analizzabile analogamente.
Ma non era così facile e alla fine degli anni 60 si ripiegò su un campo più limitato: analizzare i
significati solo entro ambiti specifici detti universi di discorso.
Non si abbandonò però l'idea che secondo la quale i significati andavano analizzati in modo che
ogni unità ricavasse il suo valore semantico da una struttura differenziale soggiacente. Per esempio i
lessemi si possono scomporre i semi, risultato dell'analisi componenziale delle unità del piano di
manifestazione.
I semi possono essere: esterocettivi, ossia captabili dai sensi; interocettivi, ossia risultanti dalle
categorizzazioni astratte con cui gli esseri umani generalizzano e classificano i dati della percezione
elaborando unità culturali in senso lato e propriocettivi, ossia causati dal campo dell'esperienza
sensoriale e affettiva. In seguito Greimas preferì a questa tripartizione quella tra figurativo, astratto
e timico-passionale.
L'ipotesi era che ogni lessema avesse un nucleo stabile che rimane tale in tutti i contesti detto figura
nucleare e una base classematica che ne determinano le condizioni di compatibilità con i vari
contesti. ES: testa d'uovo (sferoidità, solidità, superatività) e testa del corteo (estremità, anteriorità ,
orizzontalità e discontinuità).
Rastier riformula l'opposizione greimasiana con la distinzione tra marche denotative e marche
connotative, parlando poi di semi inerenti (caratteri tipici) e semi afferenti (contestuali). È il
contesto che decide la gerarchi tra i semi di un'unità culturale, chiamata lessia ad intendere un
gruppo di morfemi integrati che danno un'unità di significato. Il contesto può anche escludere semi
inerenti. I semi vengono gerarchizzati secondo le modalità di neutralizzazione (sema escluso),
virtualizzazione (sema escluso riattualizzabile), attualizzazione (sema in secondo piano ma
ammesso) e conferimento di salienza (sema ammesso in primo piano).
La ridondanza di determinati semi astratti e concreti lungo tutto il testo o una sua parte viene
chiamata isotopia. A seconda che i semi siano di carattere astratto o concreto si avranno isotopie
tematiche o figurative. Le isotopie sono numerose e intrattengono relazioni variabili.
L'ironia (modus simbolicus per Eco) è il caso in cui il testo dice qualcosa di diverso o opposto al
senso letterale.
Per quanto riguarda la presentificazione, egli analizza il potere delle immagini mediatiche che sta
nella moltiplicazione che esse effettuano dei livelli di apprensione del reale. In particolare ci
impongono, stando sempre attorno a noi, una certa pratica dello sguardo, costringendolo a
percorrere percorsi obbligati che ci fanno alla lunga pensare in un determinato modo.
Per la rappresentazione Landovski mostra una carrellata delle figure politiche più in voga. La prima
è l'uomo d0azione, soggetto operatore che si manifesta attraverso la visibilità del suo fare. Egli si
pone soprattutto il problema di realizzare al meglio il proprio programma e cerca consenso in questa
chiave. L'eroe mediatore invece ha bisogno di un pubblico che sia una vera unità organica, e il suo
scopo è cristallizzare attorno a sé un'intera comunità. Il politico vedette, in mancanza di valori
stabili, non significa nulla se non sé stesso, qui e ora. Egli ridicolizza i colleghi nel modo più sleale
gettando discredito sull'intero mondo della politica.
Le figure del racconto di Genette
Genette afferma che l'oggetto del proprio lavoro non è il testo considerato nella sua singolarità ma
l'insieme delle categorie generali, ovvero tipi di discorso, modi di enunciazione e generi letterari
che si trovano in ogni testo. Egli non prevede nessun livello di profondità e studia esclusivamente
discorsi scritti rispetto alla semiotica greimasiana che considera testo qualsiasi cosa dotata di senso.
Genette distingue tra storia (gli avvenimenti raccontati), racconto (discorso con il quale si
raccontano i fatti di una storia), narrazione (il fatto stesso di raccontare).
Si nota una differenza tra la narrazione genettiana e l'enunciazione greimasiana, in quanto
quest'ultima è tutta interna al discorso, mentre la narrazione sembra consistere nella situazione
pragmatica di produzione del discorso.
Il punto di partenza della classificazione è dato dalla considerazione che un racconto narrativo sia in
un certo senso l'espansione di un verbo. Ne deriva l'utilizzo di categorie grammaticali nel descrivere
il racconto ossia il tempo (ordine, durata, frequenza), il modo (distanza, prospettiva e
focalizzazione) e la voce (implicazione della narrazione nel racconto).
L'ordine indaga le varie forme di discordanza tra l'ordine della storia e quello del racconto, dette
anacronie. Si suddividono in analessi, quando il discorso riferisce fatti antecedenti e prolessi,
quando si anticipano fatti futuri. Il racconto di partenza è detto racconto primo.
Per la categoria della durata non si può mai dire che ci sia uguaglianza di durata, ovvero isocronia,
tra racconto e fatti raccontati. L'isocronia è più che altro una costanza di velocità. Le isocronismo
sono variazioni di ritmo dovute a una variazione della velocità.
La pausa p un'interruzione del racconto a velocità nulla, sostituto dal una descrizione. L'ellissi è una
parte non narrata con velocità infinita. La scena è la totalità del testo narrativo con velocità isocrona
a cui si oppone il sommario, con velocità variabile.
Per quanto riguarda la frequenza si può avere un racconto singolativo o un racconto iterativo.
Dal punto di vista del modo si hanno: discorsi raccontati, distante e che riduce al minimo la
componente dialogata; discorsi indiretti trasposti, con un grado intermedio di distanza; discorsi
mimetici, con distanza minima in cui vengono riportati dialoghi e monologhi interiori.
Tutte queste forme di racconto sono mescolate.
Per quanto riguarda la prospettiva si può avere un narratore onnisciente a focalizzazione zero, un
narratore che ne sa quanto i personaggi con focalizzazione interna e un narratore che ne sa meno dei
personaggi detto a focalizzazione esterna.
Il narratore extradiegetico si colloca fuori dal mondo narrato e alla diegesi (racconto di primo
livello) e si comporta come se fosse l'autore empirico, il narratore intradiegetico è all'interno del
mondo narrato, alla diegesi, narrando una metadiegesi (racconto di secondo livello). Il narratore
omodiegetico è presente nella storia come attore mentre quello eterodiegetico è assente nella storia.
Genette prevede che il narratore svolga una funzione narrativa, una funzione di regia, una funzione
di comunicazione, una funzione testimoniale o di attestazione rispetto a sé stesso e una funzione
ideologica nei confronti della storia.
Il limite tra il testo e il paratesto (nome dell'autore, titolo, prefazione, illustrazioni) non è una
frontiera assoluta ma una zona di transizione fra il libro e il pubblico. Il peritesto è quella parte del
paratesto che si trova materialmente nel volume, mentre l'epitesto è ciò che riguarda il testo ma non
ne fa parte come una recensione. Se il paratesto è scritto dall'autore si dice autografo, se invece è
scritto da qualcun altro è allografo. Il paratesto può essere puramente informativo, con funzione
contrattuale nei confronti del lettore nei consigli di lettura o performativa come nelle dediche.
I titoli possono essere tematici oppure più formali (es: sonetti).
Pubblicità e identità visive nell'opera di Floch
I testi pubblicitari sono di norma brevi, colorati, narrativamente semplici e il metodo dà la speranza
di poter trarre da essi una ricchezza di significato nascosta. Floch ha contribuito più di chiunque
altro all'indagine semiotica delle pubblicità. La sua semiotica è di matrice greimasiana anche se
presenta una tendenza a rendere fisse e sostanziali le gerarchie tra valori.
L'autore è anche molto sensibile agli apporti interdisciplinari traendo arricchimenti da almeno altre
tre discipline: la storia dell'arte (pittura non figurativa, organizzazione plastica dei testi e
semisimbolismo), l'antropologia (concetto levistraussiano di bricolage e opposizione tra
mitogramma e pittogramma da leroi-gourhan) e il marketing( classificazione dei vari modi di fare
pubblicità e alfabetizzazione dei non semiotici del settore).
La descrizione del piano dell'espressione non deve mai essere disgiunta da ipotesi
sull'organizzazione del piano del contenuto, cioè da interpretazioni. La semiotica apporta quindi più
intelligibilità, più pertinenza e più differenziazione grazie al quadrato semiotico.
Lo strumento analitico più famoso di floch è il quadtaro delle assiologie dei comportamenti di
consumo. Il punto di partenza è costituito dall'opposizione tra valori di base e valori d'uso.
Poi Floch procede con una classificazione di quattro modi di fare pubblicità, la cui opposizione di
base è quella tra funzione di rappresentazione e funzione costruttiva del linguaggio:
- la pubblicità referenziale crede in un'adeguazione del proprio discorso alla realtà;
- la pubblicità obliqua invece sfrutta le strategie del paradosso e dell'ironia mettendo alla prova il
consumatore e la sua intelligenza;
- la pubblicità mitica si configura come rivestimento di sogno del prodotto;
- la pubblicità sostanziale rende il prodotto la vera star rendendolo iperrealistico e creando
un'evidenza quasi tattile tramite un'emozione estetica ed estasica.
Un altro criterio per classificare diversi stili pubblicitari è quello ricavato dalla lettura di Leroi-
Gourhan, che riguarda i modi di testualizzazione del discorso.
Fin dalla preistoria gli esseri umani hanno avuto sostanzialmente due diversi stili di espressione,
quello pittografico, in cui è rispettata la linearità tipica dei linguaggi orali e il mitogramma, che si
organizza invece in uno spazio grafico multidimensionale. Il concetto di mitografia si collega a
quello di bricolage, poiché alcune figure umane e non, si trovano giustapposte fuori dai loro contesti
abituali. Fare bricolage significa appunto disporre di pezzi precostruiti che vengano adattati di volta
in volta alla funzione che devono svolgere.
Il bricolage appare come l'attività in cui il soggetto riesce a realizzare un progetto proprio tramite
una sorta di dialettica fre passato e innovazione, creatività e obbedienza alle costrizioni di un
ambiente le cui risorse non sono illimitate. Le identità di prodotto e di marca si formerebbero
appunto bricolando forme preesistenti e facendo scaturire il valore dei songoli elementi dal
confronto-contrasto con altre identità (analisi dei loghi dell'ibm e della apple).
Floch enfatizza quella che Eco chiama enciclopedia, niente viene dal niente, per capire le forme
attuali bisogna sondare con pazienza l'immenso bacino delle unità culturali.
Questa istituzione della competenza del soggetto utilizzatore avviene secondo diverse modalità:
a) nell'etichetta anteriore, in cui si intravede chiaramente una ricerca estetica nell'organizzazione del
testo e b) nell'etichetta posteriore, di tono scientifico, con informazioni destinate alla
responsabilizzazione dell'uso del prodotto aggiungendo una dimensione etica.
Per quanto riguarda i linguaggi si trova un'organizzazione sincretica con linguaggi:
Visivo: ha una manifestazione sia biplanare che tridimensionale , inerente alla forma, al
volume e al colore delle confezioni
Tattile: le confezioni sono fatte per stare vicino ad acqua saponosa e quindi presentano
dispositivi antisdrucciolo e una sagomatura che faciliti la presa. Inoltre vi è una guerra di
confine tra la potenza sgrassante e il rispetto della pelle.
Cinestesico: è facile prevedere che il peso della confezione diventi importante n un
programma d'acquisto, per esempio la confezione risparmio sarà pesante e valorizzata
positivamente solo da chi faccia la cosiddetta spesa settimanale.
Ergonomico: il bio design è quella tendenza nella progettazione a facilitare il più possibile
l'uso dell'oggetto adattandolo alle forme corporee.
Olfattivo: il tipo di profumazione (gradevole o acida per suggerire il potere sgrassante) entra
significativamente nelle dinamiche di valorizzazione dell'oggetto.
L'identità di un prodotto è impensabile senza il confronto con quella degli atti prodotti analoghi. La
dimensione comparativa dell'indagine permette di rilevare dei valori in opposizione a una serie di
variabili e di costanti. La rappresentazione figurativa della mano femminile sull'etichetta anteriore
funge da connettore isotopico rimandando alla sanzione positiva dell'operato del detersivo e alla
dimostrazione iconica della salvaguardia delle mani da parte del prodotto.
Alcuni detersivi si riferiscono a un universo ecologico, come lo svelto in cui il principio pulente è
un limone e l'agente è una mano femminile, su uno sfondo di norma verde.
Altri invece si riferiscono a un universo tecnologico, come il dixan piatti in cui l'agente umano si
eclissa a favore dell'agente chimico inorganico, su uno sfondo blu.