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Rudolf Arnheim: un secolo di

pensiero visivo
1904- in vita
Ultimo degli allievi della scuola di
Berlino. Allievo di K. Lewin e
M.Wertheimer.
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R. Arnheim noto in tutto il mondo per i suoi studi psicologici sulle
forme e le funzioni artistiche sostiene che tutto il pensiero (non
soltanto il pensiero relativo all'arte o ad altre esperienze figurali) ha
natura fondamentalmente percettiva e che l'antica dicotomia tra vedere
e pensare, tra percezione e ragionamento è falsa e induce in equivoco .
Arnheim dimostra che anche i processi primari della percezione
coinvolgono meccanismi che sono tipici del ragionare. Ben lungi dal
costituire una funzione "inferiore", la nostra risposta percettiva al
mondo è il mezzo fondamentale mediante il quale strutturiamo gli
eventi e dal quale deriviamo le idee e dunque il linguaggio.

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Il pensiero visivo (1969, trad. it. 1974) [1]

CONCETTO CARDINE

LA PERCEZIONE VISIVA NON È


REGISTRAZIONE PASSIVA DEL MATERIALE DI
STIMOLO ma IMPEGNO ATTIVO DELLA MENTE

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LA PERCEZIONE COME COGNIZIONE

 Può esservi intelligenza nella percezione?

Operazioni conoscitive (pensiero)

No privilegio di processi mentali posti al di là e al di sopra della


percezione
Ma ingredienti della percezione stessa:
stessa esplorazione attiva; selezione;
capacità di cogliere l’essenziale; la semplificazione; l’astrazione; il
completamento; la correzione; il confronto; l’inserimento in un
contesto, ecc…: MODI IN CUI LA MENTE TRATTA IL
MATERIALE CONOSCITIVO (ad ogni livello)

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Esplorazione attiva

Attraverso il mondo (così come ci viene dato), lo


sguardo, diretto dall’attenzione, si focalizza ora su
un luogo ora su un altro.
È questo comportamento attivo che si intende per
percezione visiva. Il mondo che emerge da
questa esplorazione percettiva non è
l’immediatamente dato.

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LE FORME SONO CONCETTI

 IMMAGINE OTTICA proiettata sulla retina è una registrazione


meccanicamente completa, corrispondente all’oggetto fisico;
 PERCETTO VISIVO corrispondente non è una registrazione
meccanica.
 LA PERCEZIONE DELLA FORMA CONSISTE NEL COGLIERE
GLI ELEMENTI STRUTTURALI DEL MATERIALE DI STIMOLO
Solo raramente tale materiale è esattamente conforme alla
configurazione che acquisisce nella percezione, esempio: la luna piena
è rotonda ma gran parte delle cose che vediamo rotonde non incarnano
letteralmente la rotondità (sono approssimazioni); chi percepisce però
non la confronta con la rotondità ma vede la rotondità

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Le forma sono concetti 3

 Per spiegare complessità e flessibilità della percezione della forma è


preferibile ritenere che operazioni decisive vengano effettuate mediante
processi di campo nel cervello che organizzano il materiale di stimolo
secondo lo schema più semplice (Cfr. leggi di strutturazione gestaltica)

 SCHEMI DI STIMOLO PERCEPITI dotati di 2 proprietà per svolgere il


ruolo di CONCETTI VISIVI:
4) POSSIEDONO IL CONCETTO DELLA GENERALITÀ;
5) SONO FACILMETE IDENTIFICABILI.
Nessun percetto si riferisce mai ad una configurazione unica e singola ma
alla specie di pattern di cui il percetto consiste (può esserci un solo oggetto
che si adatta a tale schema o innumerevoli)
NO DIVERSITÀ TRA PERCETTO E CONCETTO: PER ESSERE UTILE
LA PERCEZIONE DEVE ISTRUIRCI SUI TIPI DI COSE (ALTRIMENTI
NON POTREMMO TROVAR PROFITTO DALL’ESPERIENZA)

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COMPLETARE L’INCOMPLETO

 COMPLICAZIONE: la sovrapposizione di un oggetto che impedisce


di vederne un altro posizionato dietro.
 IN MOLTI CASI, LA VISIONE, ANZICHÉ ACCONTENTARSI
DELLA SEZ. VISIBILE, COMPLETA L’OGGETTO (2Esempi).

L’ORGANIZZAZIONE PERCETTIVA NON SI LIMITA AL


MATERIALE DATO*

 L’OSSERVATORE NON COMPLETA MEDIANTE UNA


CONOSCENZA NON VISIVA IL FRAMMENTO CHE VEDE: LE
PARTI INVISIBILI DI UN OGGETTO INTEGRANO QUELLE
VISIBILI ALLO SCOPO DI PRODURRE UNA
CONFIGURAZIONE COMPLETA (potremmo dire migliore secondo
la terminologia gestaltista)
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Completare l’incompleto 2

 Esempio di ristrutturazione per completamento: IL


FENOMENO DELLA TRASPARENZA

rosa
viola
blu

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Completare l’incompleto 3

 Se le configurazioni sono tali che si ottiene un pattern generale più


semplice ove anziché 3 figure adiacenti si scorgono 2 figure
sovrapposte si presenta una situazione percettiva problematica:
b) La distribuzione dei colori suggerisce un ordine fondato su 3 unità;
c) Il carattere della forme suggerisce un ordine fondato su 2 unità.

Se il colore centrale è un miscuglio appropriato dei 2 colori, la


sensazione unitaria del porpora si spezzerà nelle sue componenti
rosso e blu si vedranno come 2 colori distinti l’uno dietro
l’altro: LA TRASPARENZA.
La mente ristruttura il colore centrale in modo da vedere una
sovrapposizione cromatica dove altrimenti non si vedrebbe che un
unico colore:

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Completare l’incompleto 4

 TALE SOLUZIONE ADATTA L’ORDINE DEI COLORI A


QUELLO DELLE FORME: RIDISPOSIZIONE INTELLIGENTE
DI UNA ORGANIZZAZIONE DI STIMOLI NON
SODDISFACENTI HA LUOGO NELLA PERCEZIONE E NON
NEL MOMENTO DI UNA QUALCHE ELABORAZIONE
SECONDARIA DEL PRODOTTO PERCETTIVO

(Quando si osserva un quadro il senso della vista impiega al massimo livello


la sua capacità di organizzazione: l’osservatore parte da un punto, cerca di
orientarsi per quanto riguarda la struttura principale dell’opera, cerca le
accentuazioni; ecc. Quando l’esplorazione ha successo l’opera riposa in una
struttura congeniale. La lotta con l’opera d’arte rivela quanto sia attivo il
compito di costruzione delle forme ).

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