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Riassunto Mitchell -Pictorial turn. Saggi di cultura visuale

Filosofia delle arti e dei processi simbolici (Università degli Studi di Modena e Reggio
Emilia)

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Pictorial turn. Saggi di cultura visuale.

CAPITOLO 1: MOSTRARE IL VEDERE. UN CRITICA DELLA CULTURA VISUALE.

La cultura visuale è una disciplina emergente, una branca degli studi culturali. È importante squarciato il
velo di familiarità e di auto evidenza che amanti l'esperienza del vedere, e trasformarla in in problema sa
analizzare. Il problema consiste nel mettere in scena un paradosso che può essere formulato in modi
diversi: la visione in sé stessa invisibile. Fare in modo che il vedere si mostri, mostrare il vedere.

IL SUPPLEMENTO PERICOLOSO

Distinguere tra Visual studies e cultura visuale. I Visual studies sono lo studio della cultura visuale. il
termine cultura visuale indica sia l'ambito sia il contenuto. Per esempio la visione che si impara, si data
semplicemente per natura. Il problema inizia quando ci chiediamo Che tipo di relazione unisca i Visual
studies alle discipline già esistenti come storia estetica. La teoria dell'esperienza visiva sarebbe l'oggetto
dell'estetica, delle immagini e delle forme visuali quello della storia dell'arte.
I Visual studies da un punto di vista disciplinare sono inutili, essi hanno una relazione ambigua con la
storia dell'arte e l'estetica. Di complemento interno a queste discipline mettono in collegamento
l'estetica e la storia dell'arte attorno ai problemi della luce della ottica degli apparati e dell'esperienza
visiva come organo percettivo. Via questa funzione complementare di Visual studies minaccia di
diventare anche supplementare: In primo luogo in quanto rivelerebbe un incompletezza nella coerenza
interna dell'estetica e della storia dell'arte, e in secondo luogo perché aprirebbe entrambe le discipline a
questioni esterne che minacciano i loro confini. Studies minacciano di rendere la storia dell'arte e
l'estetica due sotto discipline all'interno di un qualche ambito esteso di ricerca. Nel dominio dei Visual
studies rientrano anche: la creazione di immagini scientifiche e tecnologiche, i film, la televisione e i
media digitali, gli studi semiotici dell'immagine' studi fenomenologici studi sociologici sulla spettacolarità
esibizione, l'antropologia visuale. I Visual studies devono occuparsi sia della specificità delle cose che
vediamo, sia del fatto che la maggior parte della storia dell'arte era già mediata da rappresentazioni di
gran lunga imperfette, e ancora prima da incisioni o descrizioni verbali.
Si sviluppa un enfasi sulla visualità e la spazialità. La grammatologia promosse i segni visibili del
linguaggio scritto, sfidava il primato del linguaggio in quanto discorso invisibile e autentico. La scrittura
costituisce il nesso tra linguaggio e visione. Sia alla grammatologia sia l'iconologia pertanto evocano la
paura dell'immagine visiva che per un verso comporta ansie che attengono a rendere in forme visibili lo
spirito invisibile del linguaggio, e per altro verso la paura che l'immediatezza della concretezza
dell'immagine visibile corrono il rischio di essere de spiritualizzata te dalla copia visiva: Una mera
immagine di un'immagine.

CRITICA: MITI E CONTROTESI


Miti:
1. La cultura visuale comporta la liquidazione dell'arte Come l'abbiamo conosciuta.
2. La cultura visuale trasforma la storia dell'arte in una storia delle immagini
3. Cultura visuale implica un approccio alla visione di tipo antropologico e quindi astorico

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Contro-tesi:
1. La cultura visuale incoraggia la riflessione sulle differenze tra arte e non arte, segni visibili e verbali, e
sulle corrispondenze tra diverse modalità sensoriali e semiotiche.
2. Non esistono media visivi. Tutti i media sono media misti con proporzioni variabili Di sensi.
3. La cultura visuale è la costruzione visiva del sociale, non semplicemente la costruzione sociale della
visone, la questione della natura visiva, pertanto è una questione centrale e inevitabile, insieme al ruolo
degli animali come immagini e come spettatori.

COMMENTO
Le immagini visive che appaiono automatiche sono in realtà costruzioni simboliche, la nozione stessa
divisione come attività culturale implica necessariamente un esame delle sue dimensioni non culturali.
Quindi un concetto dialettico di cultura visuale non può accontentarsi di una definizione del proprio
oggetto in quanto costruzione sociale del campo visivo, ma Devi insistere sull'esplorazione dell'inverso
chiastico di questa asserzione: La costruzione visiva del campo sociale.

Fallacia:
La cultura visuale riflesso e consiste in una svolta visuale (visual turn). In un' egemonia del visibile nella
cultura moderna. La si potrebbe chiamare "la fallacia del pictorial turn", uno sviluppo visto con orrore
dagli iconofobi e dagli oppositori della cultura di Massa.
I confini tra arte e non arte divengono chiari soltanto nel momento in cui si guardano entrambi i versanti
di questo limite, continuamente oscillante e se ne individuano le reciproche interazioni e traduzioni.

Mostrare il vedere:
La cultura visuale diviene qualcosa di strano esotico che necessita di una spiegazione. Le macchine
fotografiche vengono di solito mostrate non tanto per parlare del loro funzionamento quando per
parlare dei rituali e delle superstizioni Che accompagnano il loro uso. Questi esperimenti di mostra e
racconta sono tra le cose più memorabili del corso le presentazioni hanno l'effetto di mettere in pratica
il metodo delle lezioni del corso. Perfino una cosa come l'immagine non esaurisce il campo della visualità
di ricerca i cui principi e problemi..

CAPITOLO 2: I 4 CONCETTI FONDAMENTALI DELLA SCIENZA DELL'IMMAGINE

Oggi esistono diversi dipartimenti accademici di studi visuali e di cultura visuale. Gli ultimi vent'anni di
indagine di cultura visuale alfabetizzazione visuale scienza dell'immagine, ci sono continuamente
rappresentati quattro concetti fondamentali:

-Pictorial turn: È stata spesso considerata una semplice etichetta per indicare la diffusione dei cosiddetti
media visivi: Come la televisione il video e il cinema. In secondo luogo l'idea di pictorial Turn si limita alla
modernità o alla cultura visuale contemporanea, ma si tratta del modo in cui compaiono sulle scene
nuove tecnologie della riproduzione immagini connessi ai nuovi movimenti sociali politici o estetici.
Inoltre l'invenzione della prospettiva del cavalletto o della fotografia furono accolti come eventi collocati
al pictorial Turn, e interpretati come meravigliosi o minacciosi. I pictorial Turn sono spesso connessi

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all'ansia di un nuovo predominio dell'immagine, minaccia rivolta contro qualsiasi cosa. Di solito i pictorial
Turn si riferiscono a una qualche versione della distinzione tra parola e immagine, avvengono pertanto
dalle parole alle immagini. Infine esiste un pictorial Turn collegato sapere delle discipline del nostro
tempo chiamato "La svolta linguistica". Infatti l'immagine sia immersa in quanto oggetto di particolare
importanza nella nostra epoca, non semplicemente nella politica e nella cultura di Massa.

-Image/picture:
Se il pictorial turn guarda la relazione parola Immagine, la relazione Image/pictorial implica un ritorno
all'oggettivita. Picture è un oggetto materiale, qualcosa che può bruciare o rompersi. Image è ciò che
appare nel picture, ciò che sopravvive alla sua distruzione, nella memoria, nella narrativa. Picture è
l'immagine che appare su un supporto materiale, dunque include l'immagine mentale, appare in un
corpo, nella memoria. L'immagine, non appare mai, se non in un certo medium. È altamente astratta,
un'entità minima che può essere evocata con una singola parola. Picture sollecita il riconoscimento.
Image pensata come entità immateriale, un'apparenza spettrale su supporto materiale. Image è dunque
la percezione di una relazione di somiglianza, rassomiglianza o analogia.
La relazione tra Image e picture può essere illustrata nella parola clone.

-Metapictures:
Immagine, in un medium (pittura), incornicia un'immagine in un altro Medium (scultura). Può essere
anche dalle parole alle immagini. Si presentano ogni qualvolta un'immagine appare all'interno di
un'altra, presentano una scena intesa a raffigurare qualcosa. Un medium può annidano in un altro. Una
picture può diventare Metapictures ogni volta che è impiegata come dispositivi per riflettete sulla natura
delle picture.

-Biopuctures:
In tempi più recenti ha avuto luogo un nuovo tipo di pictorial Turn che trova nel processo biologico della
clonazione il suo esempio. La clonazione diventata una metafora potente ma anche una realtà biologica
che ha profonde implicazioni etiche e politiche. La clonazione È un processo del tutto naturale è il
significato originario di clone era ramoscello. Oggi l'idea di duplicare forme di vita e di creare organismi
viventi a nostra immagine ha preso alla lettera la possibilità prefigurata nel mito e nella leggenda. E
ansie che circondano l'immagine (icono fobia iconoclastia) sono diventato un problema centrale per lo
studio dell'immagine in un'epoca caratterizzata da un ritorno della religione.

Capitolo 3: PICTORIAL TURN

Rorty: Filosofia è una serie di svolte in cui emerge un nuovo gruppo di problemi e i vecchi cominciano a
svanire. Rorty ehiama svolta linguistica quello che considera lo stadio finale della storia della filosofia.
Me le discipline delle scienze umane un luogo mutamento chiamato pictorial turn, ovvero la ricerca
fenomeno logica sull' immaginazione è sul esperienza visiva. Lo statuto filosofico del pictorial turn inizia
con la teoria dell'immagine e termina con la comparsa di una sorta di dicono iconoclastia, critica del fare
immagine. La determinazione di Rorty a rimuovere completamente da nostri linguaggio le metafore
visive, in particolare con quelle della rispecchiamento. Secondo la scuola di Francoforte il regime del
visuale è associato i mezzi di comunicazione di massa e alla minaccia di una cultura fascista e. Ciò che da

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senso al pictorial turn e il fatto che le picture costituiscono un particolare campo di battaglia e di disagio
che attraversa un'ampia gamma di ricerca intellettuali. L'immagine adesso uno statuto a metà tra
paradigma è un anomalia e, lo statuto che emerge come prima centrale di discussione delle scienze
umane.
Lo studio delle Arti visite non ha rappresentato l'avanguardia. Se davvero sta avendo luogo un pittore al
turno delle scienze umane, la storia dell'arte potrebbe vedere la sua macchina vita teorica trasformarsi
in una posizione di centralina intellettuale. Da un lato l'era del video e della tecnologia cibernetica, l'era
della riproduzione elettronica ha sviluppato nuove forme di simulazione visuale ed illusionionismo.
Dall'altro la paura dell'immagine, l'ansia che il potere delle immagini possa alla fine distruggere persino i
creatori e manipolatori, antica quanto le immagini prodotte da l'uomo. L'idea di un pictorial turn, di una
cultura totalmente dominata dalle immagini, è diventato adesso una possibilità tecnica reale su scala
globale. Qualunque cosa sia il pictorial turn, dovrebbe essere chiaro che sono nel ritorno alle teorie delle
rappresentazione basata sulla mimesi, e sono piuttosto una ricoperta post linguistica e post semiotica
dell'immagine come interazione complessa tra visualizza apparato, azioni discorso, corpi figurativi.
Inoltre il pictorial turn è la consapevolezza che, nonostante il problema della rappresentazione visiva sia
sempre presente, adesso preme senza darci scampo e con una forza senza precedenti a ogni livello della
cultura. Le strategie tradizionali di contenimento non sembrano più adeguate e la necessità di una critica
globale della cultura visuale sembra ineludibile.
Panofsky: Nella sua argomentazioni le pratiche i principi della rappresentazione pittori Carignano
regolarmente sostituiti con dichiarazioni sull' le trasformazioni in "impressioni visivo soggettive" formule
sigla percezione. Altre volte trattala visualizza come un meccanismo naturale fisiologico che rimani fuori
dalla storia. I soggetto spettatore, l'oggetto un immagini visiva.
Crary: E gli sembra essere consapevole del fatto che i concetti di osservatore e di storia della visione
sono pregni di profonde questioni teoretiche: Potrebbe, in effetti non esserci alcun osservatore del XIX
secolo, ma solo l'effetto prodotto da un sistema civilmente eterogeneo di rapporti discorsi sociali,
tecnologici e istituzionali. Lo trasformato diventa la causa fondamentale di massimi sviluppi storici. Non
è esatto paragonare il testo di Crary e la sua storia dualistica romantico/modernista politica della
visualizzazione di Panofsky. Allo stesso tempo tutto ciò non è diverso dalla narrazione paradossale che
ho sottoscritto quando individuato un pictorial turn.
Da un lato ci viene promessa è una scienza discorsi via dell' immagini, un dominio del logos sull'icona,
dall'altro immagini persistente somiglianze si infilano nel discorso portandolo all'interno di immagini del
mondo e visioni del mondo totalizzanti.

Dichiarazioni della riflessione contenuta in Iconology:


1. La prima è che l'azione è fondamentale nella ricostruzione degli cronologia consiste nella
abbandonare la speranza di una teoria scientifica e di rappresentare l'incontro tra icona e logos tra i
quali il paragone tra pittura e letteratura combacia con le arti sorelle. Questa azione porterebbe la
cronologia molto oltre lo studio comparativo di arte verbale e visiva e la risponderebbe alla costruzione
fondamentale del soggetto umano come essere costituito tanto di linguaggio, quanto di immagine.
L'uomo è animale parlante.
2. L'altra azione fondamentale per una rinascita degli cronologia è un incontro reciprocamente critico
con il discorso dell'ideologia. La percezione forma a una sfera di soggetto con significato.
Questi quattro Termini, formano il motivo di immagini e simbolo, vengono sovrapposti per costruire un

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modello interpretato tridimensionale chi si sposta dalla descrizione pericolo grafica all'analisi il cono
grafica di un fatto secondario.

Ci sono diverse ragioni per accettare la naturalezza della scena del saluto come punto di partenza per
spiegare la pittura, tuttavia supponiamo di opporre Resistenza a queste inevitabilità naturali e di
interrogare la scena. Cosa notiamo?
1. Noteremo la banalità e l'interesse minimo della scena, il monte vole riconoscimento di passaggio dei
soggetti che non hanno alcun interesse l'uno per l'altro, non dicono niente e continuano ognuno per la
propria strada.
2. In secondo luogo noteremmo la trasformazione da semplice contatto sociale in un contatto tra un
soggetto è un oggetto e, infine in un contatto tra due soggetti di rappresentazione.
3. Noteremo poi, la disposizione della struttura gerarchia come sequenza narrativa della conoscenza da
quella pratica quella letterario filosofica, da confronto primitivo essere il viaggio al civile Coin contro
Inter soggettivo.
4.In quarto luogo noterremo che l'opposizione tra iconografia e cronologia si presenta con una narrativa
a rovescio, in cui il livello più alto precede quello più basso in una gerarchia di controllo.
5. In quinto luogo, noteremo la prerogativa della pittura letteraria, in cui le immagini del corpo umano e
i suoi gesti sono i principali portatori di significato.
6. Sesto luogo, noteremo un uomo finita di questi opposizioni e gerarchie all'interno di un sistema
organico, le tendenze della mente umana accessibili alle intuizione sintetiche dell'iconologo.

Quella di Panofsky è un' iconologia in cui l'icona è totalmente assorbita dal logos, tesa come un discorso
retorica letterario o scientifico. Pensa che icona oppone al logos. Viviamo nella buca della simulazione
del linguaggio alle immagini e ai simulatori. L'iconologia critica è e ciò che ci riporta il saluto silenzioso
per strada tra due uomini, l'immagine costitutivo la scena teoretica della scienza iconologica. L'ideologia
è una funzione del misconoscimento i semplificata da alcune di quelle scene teoretiche. In che modo
leggiamo queste scene? L'incontro sociale è leggermente più intimo e conseguenza le, non
un'espressione senso unico di civiltà. Queste sono le scene turistiche costitutivi di due scienze: La
scienza delle immagini di Panofsky (iconologia) e la scienza della coscienza (ideologia). L'iconologia è la
diagnostica, i sintomi sono i simboli culturale e che gli interpreta con l'intenzione sintetica. Il ruolo
fondamentale di questo saluto non è semplicemente quello di rendere l'iconologia videodeogicamente
consapevole, ma anche quello di rendere la critica ideologica icono ecologicamente consapevole. La
critica videologica non può entrare all'interno della discussione sull'immagine . L 'iconologia di Panofky
considera la prospettiva come uno degli oggetti storico teorici. La storia della rappresentazione pittori
che si rivela intelligibile solo all'interno di un'immagine teorica che ci sia aspetta anche interna a quella
storia. Ogni ideologia è centrata, i soggetto assoluto occupa un posto unico al centro.
L'aspetto più importante del riconoscimento collegamento tra ideologia e iconologia, è che so sposta
entrambe le scienze dal terreno cognitivo a uno etico, politico ed ermeneutico.

Capitolo 4: COSA VOGLIONO DAVVERO LE IMMAGINI?

L'immagine è considerata come un'espressione visuale dell'artista per suscitare i desideri


dell'osservatore. Max e Freud riteneva noi è una moderna scienza del sociale e psicologica dovesse

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occuparsi della questione del feticismo e dell'animismo. Al immagini è stato imposto il marchio della
personalità: Mostrano corpi fisici e virtuali, ci parlano letteralmente e figurativamente. Max e Freud
impegnati a descrivere i processi attraverso i quali la soggetto vita degli oggetti si produce nell’
esperienza umana. Rimaniamo legati ai nostri atteggiamenti magici nei confronti degli oggetti e in
particolare delle immagini. Il nostro obiettivo non è superare questi atteggiamenti, ma comprenderli. In
letteratura le immagini sono celebrate senza esitazioni.

L'idea che li immagini abbiano una sorta di potere sociale o psicologico è un cliché principale della
cultura visuale contemporanea. La tesi secondo cui viviamo in una società dello spettacolo e dei
simulatori non è soltanto il portato di una critica cultura la avanzata. L'immagine è tutto. Mondo
moderno l'idea della personalità delle immagini è tanto viva quanto lo era nelle società tradizionali. Il
nostro compito di critici della cultura consiste nel demistificare queste immagini, ruggeri idoli moderni.
Ma la critica politica della cultura visuale propone argomenti più condivise meno controversi: Per
esempio che le masse in colite siano manipolare dalle immagini dei media visivi e della cultura popolare.
L'immagine sono antagonista politico piuttosto popolare. Di certo le immagini non sono prive di potere
per questo motivo dobbiamo capire cosa vogliono le immagini.

Per esempio L'idolo del come l'uomo nero, è al tempo stesso disprezzato e adorato, sviluppo in quanto
non ente. Se l'idolatroa è la forma più eclatante del potere delle immagini tra quelle note alla cultura
visuale, si tratta anche di un tipo di forza ambivalente e ambiguo. Se immagini sono persone, allora sono
persone di colore, portami un marchio. Qual è la morale per le immagini? Le immagini vogliono valere
un sacco di soldi, vogliono essere amate e lodate per la loro bellezza e vorrebbero esercitare una
signoria sul'osservatore. Il desiderio di un dipinto è quello di prendere il posto dell' osservatore, di
paralizzare, inchiodato, e trasformare in un'immagine (image) esposta allo sguardo dell'immagine
stessa (picture).
Potremmo elaborare il rapporto fra immagini femminilità e negritudine in maniera più completa:
L'immagine dello zio Sam, manifesto pubblicitario per la campagna di reclutamento dell'esercito
americano durante la prima guerra mondiale. Immagini in cui desideri sembrano chiari. È l'effetto
Medusa: L'immagine in città e con il dito indica il osservatore, ma la motivazione più profonda consiste
nel muoverlo e mobilizzarlo. E zio Sam è un uomo anziano quale manca il rigore giovanile per
combattere, chiedi ai giovani di andare a combattere e morire in una guerra alla quale né lui né i suoi
figli parteciperanno. Ci si può immaginare la scena in cui il prototipo originale dello zio Sam si rivolge non
ho un gruppo di giovani ma ha una mandria di capi di bestiame. Lo zio Sam pertanto è la autoritratto di
un padre ottico artist americano in costume nazionale. Il disincantamento e della sua immagine
massificata si contrappone alla sua concreta informazione e alla sua collocazione mi posti di
reclutamento. Che si può descrivere è la costruzione del desiderio rispetto alle fantasie di potere e di
impotenza.

Che suscita l'immagine è il nostro desiderio di vedere esattamente ciò che essa non può mostrare. È
questa impotenza a conferirle il suo potere specifico. Queste espressioni dirette dei desideri delle
immagini sono associate ai modi volgari della produzione di immagini, come la pubblicità commerciale e
la propaganda politica o religiosa. Le emergere dell'arte moderna devi essere intesa come una rinuncia a
i segni esplicite del desiderio.

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Zattera della Medusa: Gli sforzi degli uomini sulla zattera non devono essere intesi semplicemente
rispetto alla composizione interna è il segno della nave avvistato all'orizzonte. I quadri astratti sono
immagini che non vogliono essere immagini. Ma il desiderio di non mostrare il desiderio è ancora una
forma di desiderio. Ciò che vogliono le immagini non coincide con il messaggio che se comunicano o
l'effetto che producono. Ciao che le immagini vogliono una via di visualità appropriata alla loro
ontologia. Si vuole eliminare la distinzione tra cultura alte bassa e trasformare la storia dell'arte in una
storia del immagini. La visione è importante tanto quanto il linguaggio, le immagini vogliono avere gli
stessi diritti del linguaggio, ma non vogliono essere trasformate in linguaggio, vogliono essere
considerate come individualità complesse che occupano molteplici posizioni e identità. Volere le
immagini dunque non è essere interpretate adorate o esposte. Ciò che l'immagine vogliono è
semplicemente che si chieda loro che cosa vogliono, con la consapevolezza che la risposta potrebbe
essere: Assolutamente nulla.

Capitolo 5: I MEDIA VISIVI NON ESISTONO

Media visivi: Televisione, film, fotografia , pittura ecc. Tutti i media visivi finiscono per implicare gli altri
sensi, tutti i media sono media misti. E escludiamo innanzitutto l'intera gamma dei mass media
(televisione film radio) e anche di media della performance (danza e teatro). I film ma oggi erano sempre
accompagnati da musica e parlato portavano sottotitoli didascalie e musica. Il miglior esempio di
medium puramente visivo è la pittura. Si tratta del medium canonico e centrale della storia dell'arte. La
pittura modernista è sempre consistita di parole dipinte. Le parole erano quelle del discorso della teoria,
della filosofia idealista è critica.

Obiettivo: Mostrare, che la pittura che abbiamo definito puramente ottica, prendo uso puramente visivo
del medium, è tutto tranne questo. poniamo il caso che linguaggio possa essere bandito della pittura. Il
senso non visivo in gioco è ovviamente quello del tatto, messo in primo piano in alcuni dipinti è lasciato
sullo sfondo in altri. Vedere un dipinto è vedere il toccare, vedere i gesti dell'artista, ecco perché ci è
proibito toccare le tele. Gli altri media su cui si concentra l'attenzione della storia dell'arte e non perfino
meno adatti a sostenere un caso di pura ottici. l' architettura, il medium più impuro, è un arte della
attività. La fotografia, ultima arrivata nel repertorio di media della storia dell'arte, è così per metà da
linguaggio che alcuni teorici hanno dimostrato quanto sarebbe difficile immaginare di definirlo medium
puramente visivo. Dal punto di vista della storia dell'arte la metà del secolo scorso ha indebolito
qualsiasi nozione di arte visiva. Per gli storici dell'arte la conclusione oggi più sicura sarebbe che la
nozione di opera d'arte venti visiva è stata un'anomalia. E la nozione stessa di medium e di mediazione
comporta una mescolanza di elementi sensoriali, percettivi e semiotici. La nozione di specificità del
medium, non deriva mai da una singola essenza di base. Medium= estensioni del senso, impostazioni,
con carattere dinamico e interattivo della sensoriali mediata : McLuhan. La specie città di media è una
questione troppo complessa per poter essere compresa sotto una semplice etichetta reificata come
visivo, auditivo i tattile. E
Dobbiamo inoltre ricordare che mi dia non sono solo estensione di sensi, ma anche operatori simboli
complessi di funzioni segniche. "E Non c'è chi sta in uno stato puro, ogni cosa assume una dimensione
simbolica nel momento in cui le attribuiamo un nome". Cinema, non è soltanto il risultato di un rapporto
tra vista e suono, ma anche tra immagini e parole musica e rumore.

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Cosa si intende per proporzione sensoriale? Tutti sappiamo che le immagini sono troppo preziose:
1 l'idea che vi sia una relazione di dominio/ subordinazione.
2 un senso sembra attivare un altro, come i gusto e l'olfatto.
3 annidamento: Un medium a fare dentro un altro come suo contenuto.
4 intelaiatura
5 segni i sensi si muovono su binari paralleli che lasciano al lettore spettatore, il compito di attraversare i
binari, inventando connessioni in modo soggettivo.
E il medium altro, oggetto grafico visivo, non si sa mai reso visibile tranne che per mezzo del Medium del
linguaggio. Poesia è più flessibile medium. La stessa visione naturale è intreccio e annidamento edi
ottico e tattile. Eo s sguardo è attivato da l'occhio dell'altro ma dallo spazio invisibile. Non esistono
media puramente visivi perché per prima cosa non esiste una percezione puramente visiva. La scrittura,
stampa, la pittura, i gesti delle mani, annui re è i fumetti sono tutti medie visivi.

Capitolo 6: IL PLUSVALORE DELLE IMMAGINI

Tutti sappiamo che le immagini sono troppo preziose e per questo vanno tenute sotto controllo. È
importante considerare la questione del valore dal punto di vista dell'immagine e della scienza
dell'immagine. La relazione delle immagini e valore è una delle questioni centrali della critica
contemporanea. E si sviluppa quindi una nuova analisi dell'immagine, pictorial turn e, attraverso la
psicoanalisi, la semiotica e l'antropologia producendo nuovi problemi e nuovi paradigmi --> svolta
linguistica. Le immagini sono forse, oggi, potenti responsabili tutto, dalla violenza alla decadenza morale,
ma vengono anche mostrate come puro nulla, prive di valore, vuote.
L'immagine può essere tutto: ha a che fare con la fotografia con il cinema, ma è nulla a che fare con la
sete un bisogno reale, e non un desiderio falso è prodotto dall'immaginazione (pubblicità Sprite).
Trasferimento di valore in senso ironico e negativo. L'immagine è tutto, interessa solo i critici della
cultura ma fa parte di un linguaggio quotidiano. Due aspetti dei criteri di Steinberg che interessano la
discussione: Il primo riguarda la convinzione che i criteri non si affermano in maniera indipendente, sono
forgiati sull'arte del passato. Il secondo aspetto riguarda l'allusione alla animismo contenuta Nella
formazione di Steinberg per cui l'opera d'arte viene sentita.
E ancora ben radicata la differenza nei confronti della natura e delle immagini, ultime considerate a
volte imitazioni della prima. Alcune immagini di dinosauri sono significative perché impressionanti, altre
perché attraenti orrende, altra ancora perché divertenti o realistiche. L'immagine possiede un valore che
è in quel modo più sfuggente di quello del quadro della statua.

Quindi, più si riflette sull'argomento più diventa chiaro che esiste una distinzione tra image e picture,
immagini e le opere d'arte, una distinzione che si manifesta nei comuni modi di parlare di grafica, di
formiconi che di rappresentazione. Le immagini sono anche considerate come oggetti mentali che
risiedono nei media psicologici del sonno, della memoria, fantasia, oppure rimandano alle espressioni
linguistiche che denominano oggetti concreti e possono essere più o meno metaforiche. Infine e se sono
sembianze o analogie che promuovono correlazioni sistematiche di somiglianza In una molteplicità di
mezzi e canali dis sensi. Cos'è allora un'immagine (picture)? Diciamo che si può appendere un quadro ma
non un'immagine. L'immagine può essere distaccata dal quadro, è la proprietà intellettuale che sfugge

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alla materialità della rappresentazione è riprodotta. Da un punto di vista aristotelico le immagini sono
tipi di picture. Probabilmente esiste un modo in cui valutiamo le immagini o partecipiamo un processo di
selezione culturale che può apparire come una forma di valutazione. In che modo nuove immagini
vengono al mondo? Alcune delle immagini Sono molto resistenti (scarafaggi o dinosauri) mentre altre
difficilmente resistono oltre la vita dei singoli esemplari.
Forse allora Esiste un modo che ci consente di valutare le immagini come entità evolutive.
Potremmo partire dall'immagine umana e considerare i miti della creazione che ritraggono Dio come un
artista e gli esseri umani come immagini animate, statue scolpite come vasi in cui sia stata infusa la vita.
L'idea di considerare le immagini come specie viventi È un'idea molesta per gli storici dell'arte. Sul
versante delle picture, la questione della vitalità è posta in termini di vivacità o vividezza, sia nel senso
che la picture cattura la vita del suo modello, sia nel senso che possiede tra le proprie qualità un aspetto
energetico Vitale. Sul versante dell'immagine la questione della vitalità a che fare più con la potenza
riproduttiva e con la fertilità. La vita delle immagini e spesso connessa alla vita di una classe o di un
genere di pratiche rappresentative, come i media e le forme culturali. La vitalità di un'immagine è il
valore di una picture, sembrano essere variabili indipendenti. Un'immagine che è sopravvissuta per
secoli i milioni di copie, in un quadro privo di vita e di valore. Un'immagine morta è sterile può
scomparire per un periodo, ma è sempre capace di risorgere.

L'intera metapicture delle immagini come forme di vita ha una tendenza intrinseca a generare una
stupefacente varietà di immagini secondarie. Sì consideri per esempio, la gerarchia di entità che va sotto
il nome di paesaggio: In primo luogo può essere considerato come individuo, in secondo luogo Come
genere, in terzo luogo come Medium. Ecco perché il termine paesaggio è ambiguo finisce
contemporaneamente al motivo è rappresentato in un quadro e al genere a cui Esso appartiene. Le
immagini introducono nel mondo nuove forme di valore, contestando i nostri criteri e costringendoci a
cambiare le nostre idee. Storicamente, l'attribuzione di vita alle immagini ha provocato un'ambiguità di
fondo nella questione del valore. L'immagine vivente non costituisce un valore inequivocabilmente
positivo, anzi essa è contemporaneamente oggetto di odio e amore, trazione e timore. La prova migliore
della vita delle immagini e la passione con cui cerchiamo di distruggerle. Si riproducono nel tempo e
migrano da una cultura all'altra. Ecco perché immagini sembra mutare nella storia e perché stili
appartenenti a periodi diversi ricorrono a nuovi sistemi valutativi, respingono alcune immagini e ne
promuovono altre. Le immagini costituiscono una natura seconda. Valori d'uso possono tenerci in vita e
nutrirci, plusvalore dell'immagine a fare storia, a provocare rivoluzioni migrazioni e guerre. Inoltre il
Plusvalore è spiegabili una logica delle immagini animate.

E anche la mercificazione delle immagini che le trasforma in feticci, attribuendo loro un Plusvalore che le
rende portatrici di fantasticherie ideologiche. Tuttavia Marx non scrive da semplice iconoclasta che
credo sia necessario purgare il mondo delle immagini per rendere possibile una società realmente
umana. Ciò che deve essere cambiato è L'ordine sociale, non le immagini. Marx capisce che le immagini
devono essere comprese, non distrutte. Se esiste un luogo comune nella teoria delle immagini
contemporanea, questo sta nell'attribuzione alle immagini di un potere impensabile per gli antichi
idolatri e per i loro avversari iconoclasti. La cultura visuale quindi rappresenta una minaccia per i valori
fondamentali della storia dell'arte. L'immagine soltanto a confondere le differenze tra arte immagini,
arte e letteratura a eliminare la storia a favore di un approccio antropologico alla cultura visuale. La lotta

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tra cultura d'elite e cultura di massa può servire a facili polemiche moralizzanti, ma contribuisce poco a
definire il significato è il valore di ciascun versante. Lo studio delle immagini della cultura visuale
costituisce il punto di vista più vantaggioso da cui mappare ed esplorare questi confini contesi, come
quelli che stanno tra i mezzi visivi e i mezzi verbali.
Totem: Obiettivo non è quello di idealizzare Il totem, ma di individuare il suo significato storico e
iconologico e di ricondurlo al suo significato moderno. Il totemismo e prima di tutto un termine tecnico
delle scienze sociali. Il totem è soprattutto un immagine, una rappresentazione collettiva in forma
grafica e scultorea.

CONCLUSIONE

Il mio scopo principale è quello di suggerire che la questione delle immagini e del loro valore Non può
essere posta nei termini di un sistema da cui derivare una valutazione. Le immagini Sono giocatori attivi
nell'istituzione e nel rinnovamento dei valori. Sono capaci di introdurre nuovi valori nel mondo e di
compromettere quelli vecchi. Esseri umani stabiliscono la propria identità collettiva e storica costruendo
intorno a sé una natura seconda composta da immagini che non riflettono semplicemente i valori
designati dai loro creatori, ma irradiano forme nuove generate dall'inconscio collettivo e politico degli
osservatori. In quanto oggetti di Plusvalore, queste immagini si trovano al punto di contatto di più
importanti conflitti sociali. Il totemismo consente all'immagine di assumere una relazione sociale,
conversazionale e dialettica con L'Osservatore, così come avviene tra una bambola o un animale di pezza
e i bambini. Noi adulti dovremmo imparare da loro e applicare il loro esempio alle nostre relazioni con le
immagini.

Capitolo 7: L'IMPRONUNCIABILE E L'INIMMAGINABILE. PAROLE E IMMAGINI AI TEMPI DEL TERRORE.

Profondità della cosiddetta questione parola Immagine, richiamando la distinzione fondamentale che
l'estetica e la semiotica del XVIII secolo avevano stabilito tra immagine emblematica immagine
espressiva. In pratica era l'immagine in quanto parola determinata è leggibile. L'immagine espressiva era
l'opposto, quella non leggibile muta. La questione parola/ immagine è dentro la questione dell'immagine
e viceversa. La parola come immagine, l'immagine come parola, la parola come limite per l'immagine.
Secondo il diagramma di De Saussure, rivela che il significante, l'immagine acustica, racchiude il suo
posto, un significato reso teoricamente integrato all'interno della struttura del segno verbale come
concetto o immagine mentale.
Il carattere dialettico della relazione parola/ immagine ancora più chiaro se si considera che questa
differenza è in realtà un insieme di almeno differenze: una espressa a livello dei segni e dei simboli,
l'altra a livello della percezione e della produzione sensoriale. Ovvero la formula parola e immagine
indica due campi di relazione che si intersecano: 1. le relazioni simbiotiche, 2. le relazioni sensoriali tra
acustico è visibile.
Ciò che intendo esplorare qui è un limite cui si approssimano entrambi i versanti della dialettica, ovvero
le frontiere del inimmaginabile e dell' impronunciabile, il luogo in cui parole e immagini falliscono, in cui
entrambe sono rifiutate, proibite in quanto oscenità che violano la legge del silenzio e dell'invisibilità,
mutismo e della cecità.
Ma intendo anche collegare il fenomeno del terrorismo agli sviluppi contemporanei della tecnologia

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delle immagini, sviluppi che si sintetizzaranno categoria di clonazione. La mia tesi è che fare immagini e
fare la guerra abbiano subito ai giorni nostri, una trasformazione radicale che si può esprimere mediante
la locuzione cloning terror.
Le categorie del impronunciabile e dell'inimmaginabile non costituiscono limiti fissi gli ambiti delle
parole e delle immagini.

L'invocazione del impronunciabile è espressa e eseguita da un flusso di parole: È una strategia. Si ritiene
che il trauma non possa essere rappresentato attraverso la parola o attraverso l'immagine. Eppure
insistiamo parlarne senza posa per le prenderlo in modi sempre più letterali. Arte contemporanea sono
fatte per rendere il trauma in maniera quanto più possibile. L'industria della Shoah combina In effetti il
culto della teoria del trauma l'irrappresentabile, con il discorso della teologia negativa, il tutto attraverso
un flusso di parole ed immagini. Impronunciabile dunque forma più debole, più in diretta della
rappresentazione. Così se essa è proibita, se non è nemmeno possibile menzionare il nome del
significato, il pericolo è più elevato. L'impronunciabile e l'inimmaginabile sono sempre temporanei. Ciò
significa che esistono nel tempo storico come in quello discorsivo dell'enunciazione la temporalità
dell'esperienza personale.

Il terrore è anche la combinazione deliberata della semiotica e dell'estetica del inimmaginabile con
quella del impronunciabile. In altri termini, l'obiettivo della violenza terrorista non è uccidere il nemico
in quanto tale, ma terrorizza lo attraverso uno spettacolo traumatizzante. Scioccare e spaventare sono le
tattiche che uniscono terrorismo non di Stato di Stato. In entrambi i casi lo spettacolo può essere
razionalizzato come un atto umano di autocontrollo, invece di uccidere le larghe masse è sufficiente
mandare loro un messaggio, sottoponendole a esibizioni scioccanti di distruzione.
Il terrorismo Dunque è una guerra di parole e immagini trasmesse dai mass media, una forma di guerra
psicologica il cui scopo è la demoralizzazione del nemico e non la distruzione diretta delle truppe ho
dell'equipaggio militare. Se cerca di conquistare il nemico attraverso l'intimidazione psicologica e non
occupando il territorio. La casualità e l'imprevedibilità del terrore producono un tipo diverso di campo di
battaglia né fronti né retrovie. L'intera nazione di guerra del terrore militare è abbastanza incoerente. Si
tratta di una specie di guerra asimmetrica destinata non solo al fallimento ma a rafforzare in realtà il
nemico contro cui si lotta. La futilità È l'incoerenza della guerra al terrore sono diventate negli spettacoli
impronunciabili e inimmaginabili emersi dall'invasione e dall'occupazione statunitense dell'Iraq. Questo
sogno oggi è diventato realtà in Iraq. Lo zio Osama ha propagato il suo movimento impersonando lo zio
Sam che invita il giovane americano a una guerra Santa per la democrazia e la libertà, una crociata
contro il male. È questo il processo che si attiva Quando il corpo sta cercando il giusto anticorpo per
combattere un comune raffreddore.

Questo ci riconduce alla questione della clonazione. il clone è la figura chiave che circola tra parola e
immagine nel nostro tempo del terrore. La clonazione è una figura per l'impronunciabile e
l'inimmaginabile. il clone risveglia tutte le antiche fobie riguardanti la creazione di immagini, la mimesi, il
riflesso e la copia.
Il clone è, in breve, l'immagine vivente del l'inimmaginabile nel nostro tempo ed è molto facile parlarne
senza lasciarsi andare agli stessi toni di certezza metafisica e morale che caratterizzano Le discussioni sul
terrorismo. La clonazione continua essere materia per il mito. I cloni personificano le ansie gemelle

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riguardanti la produzione e la distruzione di immagini di immagini viventi: Il clone incarna l'orrore del
simulacro biologico, la proliferazione di organismi associati al cancro, ai virus e alle epidemie. La figura
sintetica del "cloning terror" è sia una metafora per l'orrore della clonazione in sé, sia l'immagine del
terrorismo in quanto forma di vita distruttiva che si sta propagando sono gli stessi strumenti che in
realtà dovrebbero distruggerla. Derrida ha descritto ismo contemporaneo come una forma politica e
sociale di disordine autoimmune, in cui il corpo sociale viene ingannato e attacca se stesso rivoltando le
sue forze contro di sé in forme di suicidio simboliche e reali. Il terrorismo rivolge contro se stesso la
funzione protettiva dell'immaginazione provocando ansia e fantasia autodistruttive. Sì il terrore opera
sull'immaginazione collettiva per clonare immagini di terrore. La decapitazione degli ostaggi come uno
spettacolo da riprendere è da far circolare tra i mass media è solo la più significativa e repellente di
queste immagini.

Il rovescio dell' impronunciabile e dell'immaginabile è la sollecitazione a non vedere il male, non sentire
il male, non dire il male e come Noto, la campagna elettorale del 2004 tacque sul tema Abu ghraib. Ma
la logica degli immaginabile e degli impronunciabile, consiste semplicemente nel clonare immagini
vietati e amplificare il discorso offensivo.
Murale di Baghdad realizzato da Salah Edine Sallat: C'è da chiedersi perché questa specifica immagine
sia diventata l'icona della guerra al terrore. Per 3 motivi: 1 la derisione di Cristo, che spesso appare
bendato perché l'identità dei suoi torturatori gli rimanga nascosta.
2 l'ecce homo, in cui Cristo torturato Esposto in pubblico con una finta Corona.
3 l'uomo dei dolori, in cui il corpo apparentemente semicosciente del Cristo morto è mostrato quasi
esattamente nella stessa posizione braccia aperte a ore 4:00 e a ore 8:00.

Dell'immagine fotografica statica è quello di congelare ciò che per questo prigioniero deve essere stato
un breve intervallo di equilibrio prolungando all'infinito. Non possiamo fare altro che confrontarci con
queste immagini, qualunque sia il turbamento che se ci procurano. Ciò che non potevamo immaginare è
diventato anche troppo immaginabile e, l'impronunciabile è diventato ciò di cui siamo costretti a
parlare.

Capitolo 8: REALISMO E IMMAGINE DIGITALE

Uno dei luoghi comuni più diffusi sulla natura della fotografia digitale è che l'avvento della
digitalizzazione abbia indebolito L 'Antica convenzione secondo cui le immagini fotografiche
rappresentano il mondo in maniera Fedele naturale e accurata. Miur somiglianza era così doppiamente
referenziale, una doppia copia sia in quanto da un lato impressione o traccia, sia in quanto, dall'altro,
copia.
Della manipolazione è sempre andato a caccia dell'immagine fotografica, e insistere sul fatto che questa
è l'eccezione piuttosto che la regola. Con Photoshop la rielaborazione ho manipolazione delle fotografie
diventa tecnicamente facile, veloce è comune. Cosa succederebbe se una foto tanto carica di significato
politico forse prodotta oggi con Photoshop? Sarebbe considerata autentica, oppure lo spettro della
manipolazione le starebbe addosso in virtù del suo carattere digitale? Io personalmente utilizzo
Photoshop una volta l'anno per fabbricare un'illusione in occasione dell'annuale cartolina natalizia mia
famiglia. Io manipolo quasi tutte le immagini digitali che arrivano sul computer per valorizzare la loro

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capacità di giocare ruoli molto simile a quelli delle tradizionali dispositive stampe fotografiche. Perché
dovrei provare a simulare la saturazione di colore è la messa a fuoco di una diapositiva quando in realtà
non sto mostrando diapositive ma proiezioni digitali?

Tutti questi esempi sono chiamati a mettere in discussione il mito secondo cui la fotografia digitale ha
un'antologia differente rispetto a quella basata sui processi chimici e che questa ontologia impone un
rapporto diverso con il referente, basato su informazioni, codificazioni e insiemi di segnale. Questioni
come l'autenticità, il valore reale, l'autorità', la legittimità sono abbastanza indipendenti dal loro
carattere digitale o chimico- analogico. L'idea che il carattere digitale di un'immagine stia il rapporto
imprescindibile con il significato di quell'immagine è uno dei grandi Miti del nostro tempo. Vorrei
dimostrare come il mito della fotografia digitale sia l'opposto. Invece di rendere la fotografia meno
credibile, digitalizzazione ha prodotto una generale ottimizzazione della cultura fotografica grazie alla
quale molti più operatori hanno a disposizione simulazioni sempre più sofisticate di realismo e una
maggiore ricchezza informativa rispetto alla fotografia tradizionale.

Se possiamo aspettarci Una tendenza nella prossima fotografia digitale questa sarà verso copie
profonde, che contengono molte più informazioni sulla originale di quelle di cui avremmo mai bisogno,
che possono essere migliorate, perfezionate e anche manipolate. Non per falsificare qualcosa Ma per
produrre un'immagine a fuoco è illuminata al meglio, in altre parole per produrre qualcosa di simile a
una fotografia dalla qualità professionale tipica del vecchio stile. Uno dei primi effetti di un nuovo
Medium è semplicemente la simulazione e la sostituzione di un Medium più vecchio. L'uso principale
della fotografia digitale ha contribuito alla profondamento del referente non la sua scomparsa. Questo
punto è dimostrato dal frequente ricorso di Mitchell a esempi tecnico-scientifici. Digital in questo caso ci
avvicinano a uno dei più importanti traguardi geografia classica, la la rivelazione di realtà inaccessibili a
occhio nudo.
Nonostante l'ansia relativa alla prossima incapacità di distinguere tra un'immagine autentica è una che è
stata manipolata, l'uso professionale della fotografia digitale meteo dell'informazione ha rivelato
straordinariamente pochissimi tentativi di fabbricare immagini false. Come per la distinzione tra
un'immagine autentica è una manipolata, si tratta di una fantasia paranoica, dato che ogni fotografia
realizzata in modo tradizionale era anch'essa un prodotto di manipolazione nel senso della Tecnica, gli
standard materiali delle decisioni riguardanti cosa fotografare, quali scenari, come sviluppare e come
stampare. Il concetto di fotografia autentica è un fantasma ideologico.
Ciò che Michelle non è in grado di notare è che queste immagini gli esseri umani di vedere ciò che
altrimenti sarebbe rimasto invisibile. Siamo di fronte a una sorta di paradosso della relazione fra
tecnologia dell'immagine e il suo referente: Ciò che era buio è illuminato, ciò che non si sarebbe potuto
vedere si offre la vista.

Foto di Abu ghraib: Digitalizzazione delle foto non ebbe alcun effetto sulla loro ricezione in quanto
illustrazioni autentiche di ciò che stava accadendo dentro la prigione. Queste immagini sarebbero potute
essere manipolate e costruite per trasmettere false informazioni. Il mio punto di vista non è che la
digitalizzazione sia un fattore rilevante, ma che la sua rilevanza vada specificata. Se le foto di Abu ghraib
fossero state create chimicamente, sarebbe stato molto difficile per loro circolare nel modo in cui lo
hanno fatto. Sarebbero potute copiare così velocemente o trasmette in tutto il mondo attraverso la

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posta elettronica. Non è tanto l'aderenza al referente a essere minacciata dall'immagine digitale, quanto
piuttosto l'aderenza all'intenzione di controllo nella produzione delle fotografie. Di certo l'intenzione dei
fotografi di Abu ghraib non si è perfettamente realizzata con la circolazione digitale delle loro fotografie.
Le loro intenzioni erano legate piuttosto all'idea di creare dei trofei di dominio sadico in un contesto in
cui l'incapacità americana di contenere l'insurrezione irachena stava ormai diventando evidente, di
umiliare i soggetti delle fotografie. Inoltre, invece di aiutare a ottenere informazioni sull' Insurrezione
irachena le fotografie alimentarono la resistenza e servirono come strumenti di reclutamento per la
rivolta e per le reti terroristiche di tutto il mondo. Il fatto stesso che queste storie siano in qualche modo
convincenti e che finiscano per diventare dei classici o dei luoghi comune è una parte dell'ontologia
dell'immagine.

Voglio concludere ampliando l'orizzonte di indagine Al di là delle immagini fotografiche verso 2 domini
più generali: 1. Il livello dei codici che sottostà alle dichiarazioni sulla referenzialità e sul significato delle
immagini.
2. Tra immagini e forma di vita accentuata a causa dell'intensificazione quantitativa nella produzione,
riproduzione e circolazione delle immagini nel mondo digitale. Le due forme di rappresentazione si
definiscono e si completano reciprocamente. Se la digitalizzazione è una questione di passi distinti,
allora ogni cosa, dalla tessera di un mosaico alla pittura puntinista, è già digitalizzata. Una guida migliore
alla relazione tra digitale e analogico nelson goodman, il quale insiste sul fatto che siamo noi a
specificare i tipi di cifre e disegni da differenziare. La relazione analogico/digitale varia a seconda dei tipi
di cifre o elementi discreti impiegati. Le lettere dell'alfabeto latino e i numeri greci sono digitali Nel
senso che sono discreti.
Cascina è quella del momento di rivelazione della realtà digitale che sta dietro la superficie o l'illusione
analogica costruita per gli esseri umani da Matrix.

I creatori di miti non hanno completamente torto a proposito dell'immagine digitale la digitalizzazione
ha fatto un'enorme differenza per il ruolo delle immagini nella cultura, nella politica, nella vita di ogni
giorno, ma questa differenza non può essere letta a partire dalle loro caratteristiche materiali e
tecniche. Le immagini digitali tendono a rimanere ignorate negli hard Drive dei computer degli
smartphone.
Le fotografie digitali hanno un ciclo diverso: E se non circolano in forma stampata Ma restano in un
regno sotterraneo, perlopiù dimenticate. Sebbene sia tentato di definirla come de materializzazione
immagine, sibile in quanto il punto è che questa immagine ha anche un esistenza materiale occupa uno
spazio reale proprio come le fotografie tradizionali.
Come osserva Mitchell un'immagine digitale che allontana migliaia di generazioni dall'originale è
indistinguibile per qualità da ognuno dei progenitori. La metafora delle generazioni e dei progenitori che
riesce la figura biologica del doppio, in contrasto con i tradizionali processi di copia che comportano
sempre la perdita del dettaglio e il deterioramento naturale. C'è una sorta di immortalità raccapricciante
attorno all'immagine digitale, sia fotografica sia organica. Una delle più importanti conseguenze della
vita più imprevedibile prodotta dalla digitalizzazione delle immagini È una disgregazione nei confini tra la
circolazione di immagini pubblica e privata. Il realismo può essere in qualsiasi occorrenza, molto altro
dell'aderenza al referente. Il realismo non è assimilato al ontologia di un mezzo in quanto tale. La
maggior parte delle persone fa foto per idealizzare e commemorare, per ritrarre realisticamente

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qualcosa.
Il realismo socialista era tutto tranne che questo, era un processo artificiale di idealizzazione ideologica
di una realtà proiettata.

Per finire Esiste un realismo scientifico che definisce attentamente la sua nozione di verità,
adeguamento e informazione, e che è profondamente attaccato alla precisione dell'immagine digitale. Il
realismo scientifico più in disaccordo con il realismo di senso comune che tende ad accontentarsi
informativa analogica. Il realismo scientifico comincia di solito prendendo in esame il senso comune.
Verità giustizia essere è reale stesso sono per il realismo filosofico le domande del nuovo mondo. Ecco
perché il realismo è un progetto per la fotografia e per le immagini più in generale, per qualcosa che le
appartiene per natura.

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