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LO SGUARDO RIVISTA DI FILOSOFIA ISSN 2036-6558

N. 4, 2010 (III) - ANTROPOLOGIE/II

Lacan e lantropologia: il problema del


simbolo1
di Sergio Sabbatini

1. Premessa

Presente sin dalle origini, il tema del simbolo resta centrale nella
psicoanalisi contemporanea: aldil degli orientamenti, la simbolizzazione un
elemento decisivo nella pratica clinica, di fronte ai rischi di arroccamento
narcisistico, autistico, del soggetto.
Nella storia della psicoanalisi il problema del simbolo diventa presto lo
spartiacque tra diverse concezioni del soggetto umano e della pratica analitica.
Nel simbolo e in generale nel simbolismo si coagula lincontro tra individuo e
gruppo umano, tra singolare e universale.
Quando Jung, con un netto cambiamento di paradigma rispetto alla vocazione
scientista di Freud, introduce una lettura speculativa, neognostica, per
rispondere alla complessit del problema, Freud (1916-1917) e i suoi allievi,
Abraham (1914), Ferenczi (1913, 1914), Jones (1916), cercano in contesti diversi
dalla psicoanalisi la spiegazione del simbolismo, dalla biologia alla storia della
cultura e delle religioni.
Lacan a sua volta riprende il problema del simbolo, che in fondo resta
irrisolto in Freud, come chiave di volta della teoria psicoanalitica: la psicoanalisi
una pratica della parola sul corpo pulsionale, del simbolico sul reale. Ci che
operativo della dimensione del simbolo appartiene al simbolico, il simbolico il
registro allinterno del quale si ordina e si svolge una psicoanalisi. Solo in questo
senso Lacan accoglie la proposta neokantiana di Jung di leggere il soggetto a
partire dalluniversale, senza concessioni metafisiche. 2 Lacan guarda sin
Il presente articolo costituisce la prima sezione di un lavoro pi vasto, utilizzato nel 2007 per
una tesi di DEA a Parigi VIII e che costituisce lossatura di un testo di prossima pubblicazione
sul tema del simbolismo in psicoanalisi.
2
In una lettura che si richiama alla linea Kant - Cassirer il problema del simbolo affrontato a
partire dal segno. Il simbolo non il segno. Mentre il segno ritenuto avere un significato
definito, il simbolo nella sua funzione di rinvio trascende il piano delle correlazioni razionali e
rimanda a qualcosa di incognito. una strada che laicizza il simbolo di Jung (Trevi, 1987). Per
Kant i simboli sono utilizzati solo quando non possibile cogliere loggetto direttamente,
impossibile oggettivare un certo contenuto (Avtonomova, 1991). Certi contenuti, i concetti della
ragione, idee la cui realt oggettiva non empirica, hanno bisogno del simbolo per essere
significati (Kant, 1790; 1798). Lidea di Dio, la moralit, la libert, la cosa in s, possono essere
solo simbolizzate, a differenza dei concetti empirici e dei concetti dellintelletto. solo grazie ai
simboli che luomo pu accedere al noumeno. Il simbolo segna il limite tra ci che conoscibile
e ci che soltanto pensabile, tra il sapere scientifico, universale e necessario, e ci che pur
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dallinizio alle scienza umane emergenti: linguistica, antropologia, teoria dei


giochi.
Cos nel 1945, in un testo ispirato al dilemma del prigioniero, Il tempo
logico e lasserzione di certezza anticipata, Lacan dichiara linclinazione
antropologica piuttosto che psicologica della psicoanalisi: il collettivo il
soggetto dellindividuale.3 una tappa in un cammino che gi comincia negli
anni 30 e che nel 1959, con lo scritto In memoria di Ernest Jones: sulla sua
teoria del simbolismo si pu ritenere compiuto. In effetti nel testo su Jones
Lacan chiarisce la sua dottrina e chiude la questione immergendo la teoria del
simbolo nella sua teoria del significante, fondata sulla significazione del fallo
(Zaloszyc, 1994; Zenoni, 1999). La teoria del significante spiega le vicissitudini
del simbolo, in Freud come in Jung: una sorta di scissione del simbolo separa la
dimensione significante dalla seduzione dellimmagine. Alluniversale del
simbolo Lacan contrappone la particolarit del sintomo, che dovr aprire alla
singolarit del soggetto. un testo molto complesso, frutto di unelaborazione
che dura almeno un decennio.
2. Il primo insegnamento di Lacan

Jacques-Alain Miller invita a cogliere le diverse scansioni


dellinsegnamento di Lacan, a partire da Funzione e campo della parola e del
linguaggio del 1953 (Miller, 1986; 2001). Nel primo insegnamento l
antropologia il punto dArchimede in grado di declinare per Lacan il
simbolismo nella logica del soggetto in psicoanalisi. soprattutto con Claude
Lvi-Strauss, che Lacan legge Freud. Lo strutturalismo di Lvi-Strauss si ispira,
nella sostanza e nel metodo, al linguista Roman Jakobson. Entrambi sono
debitori nellapproccio strutturale a de Saussure e al matematico Andr Weil,
animatore del gruppo Bourbaki (Bourbaki, 1948; 1953).
Eppure lascendenza antropologica della psicoanalisi in Lacan va posta con
cautela. Perch incontriamo un movimento di pensiero che vede declinare
insieme, in un mlange irripetibile, il surrealismo, lhegelismo di Alexandre
Kojve, il pensiero fenomenologico, il Kant della prima critica, la riflessione
Martin Heidegger, lispirazione di Bachelard e Koyr, lamore per la matematica
e la fisica. Sul tema del simbolo, in particolare, fortissima la connotazione
hegeliana, riassunta dalle varie versioni dellaforisma che collega la parola alla
morte: il simbolo luccisione della cosa.
E cos sul simbolo vediamo svolgersi due linee di pensiero: cerca le leggi
della parola in Hegel-Kojve: il desiderio delluomo desiderio di
riconoscimento, desiderio dellaltro, il simbolo unisce insieme parola e morte. In
tal modo Lacan prende in conto la dimensione pulsionale, come intersezione
singolare e universale.
essendo pensabile non oggettivabile: luomo, il mondo, Dio. Cassirer arriva a definire luomo
come animal symbolicum (Cassirer, 1944). Lungi dallessere un pensiero primitivo rispetto al
concetto, il simbolo diventa il termine unificatore di tutte le attivit umane in quanto umane:
lingua, mito, arte, scienza, religione ecc. il simbolo che fa luomo in quanto uomo. Le forme
simboliche consentono alluomo il suo specifico approccio alla realt, grazie a esse il reale
diventa comprensibile, percepibile. Cassirer apre la strada alla funzione simbolica di LviStrauss.
3
Nel 1950 Albert Tucker chiama dilemma del prigioniero un famoso esempio di gioco a
informazione completa. Ma gi nel 1944 usciva Theory of Games and Economic Behavior di
John von Neumann e Oskar Morgenstern sicuramente noto a Lacan.

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La seconda linea di pensiero si richiama alle leggi del linguaggio, di


ispirazione strutturalista: prevale laspetto formale, strutturale dei fenomeni. Il
soggetto leffetto sul vivente della combinatoria dei significanti. Con le cautele
suddette, limito qui lindagine allincontro di Lacan con la cosiddetta sociologia
francese, che ha visto tre straordinari pensatori succedersi in pochi decenni:
mile Durkheim, Marcel Mauss e Claude Lvi-Strauss. Intanto partiamo da
Freud.
3. Freud e il simbolo

Freud incontra il tema del simbolo e del simbolismo sin dagli esordi della
sua pratica, nei sintomi, nei sogni, negli atti mancati. Nei primi anni fa un uso
ingenuo del simbolismo, come strumento descrittivo di certi fenomeni clinici
(Freud,1890-1899). NellInterpretazione dei sogni lidea del simbolo come
segno, come sostituto, operativa nellesperienza psicoanalitica: il simbolo
tiene insieme due elementi, uno presente e laltro latente, da cogliere.
Linterpretazione del sogno la sostituzione del contenuto manifesto con quello
latente, di cui il manifesto portatore. Freud respinge linterpretazione
simbolica tradizionale del sogno, come messaggero di un significato riposto, da
sottoporre a un interprete; propone piuttosto il metodo cifrato, locale, non
globale. Salvo che la cifra dellinterpretazione la trova nelle libere associazioni
del sognatore stesso. In tal modo viene salvaguardata la particolarit del
soggetto, i cui simboli hanno soprattutto un valore individuale. Quella sedia,
quel libro, hanno per un determinato soggetto un valore radicalmente
idiosincratico, ricavabile solo dalla sua storia. Non c interprete che tenga, se
non prende conto delle parole del sognatore.
Peraltro, gi nei primissimi anni del nuovo secolo, grazie anche alle
ricerche di Stekel, Silberer e Jung, Freud si trova spinto a studiare i rapporti tra
il nuovo materiale psicoanalitico e i risultati di altre discipline: mitologia, storia
delle religioni, folklore ecc. Si accumulano le prove di una sorta di fondo
comune dellumanit, attraverso la comparazione di culture distanti, mai
entrate in contatto, che hanno produzioni mitiche e religiose simili e si
avvalgono degli stessi simboli. Mano a mano entra sempre pi al centro dei suoi
interessi il tema dellorigine e della trasmissione dei simboli.
Vengono a precisarsi due tematiche: la prima quella del rapporto tra il
pensiero simbolico, visto come pensiero primitivo, primario, arcaico, e il
pensiero cosiddetto razionale, tipico della coscienza delluomo civilizzato e che
trova la sua massima espressione nella scienza.
La seconda riguarda il problema della diffusione e della trasmissione del
pensiero simbolico, mitico e religioso.
4. I simboli nellesperienza psicoanalitica

In effetti nella pratica analitica si incontrano, nei sogni e in generale nelle


formazioni dellinconscio, elementi simbolici che hanno caratteristiche
peculiari, compendiabili nella fissit dellespressione e del suo significato e nella
mutezza relativamente al lavoro dellassociazione libera.
Lassenza di
associazioni rispetto ai simboli muti comporta, dice Freud in una successiva
edizione de Linterpretazione dei sogni, la necessit di un codice di
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interpretazione a chiave fissa, a prescindere dal sognatore. Freud smentisce


Freud e apre a Jung.
Cos, in mancanza di quelle associazioni che permetterebbero di stabilire
connessioni tra la formazione del simbolo e la storia individuale di ogni
soggetto, Freud ricorre allipotesi delleredit filogenetica dei simboli universali:
leredit arcaica sarebbe trasmessa filogeneticamente secondo il principio
lamarckista dellereditariet dei caratteri acquisiti. I simboli universali, muti,
ormai i simboli tout court, cos come certi miti fondativi della cultura umana, si
trasmettono secondo le leggi dellereditariet dei caratteri acquisiti. Unipotesi
insostenibile sul piano biologico, certo, discontinuista rispetto alle versioni
lineari dell evoluzionismo darwinista. Unipotesi che nasce da unesigenza
interna al quadro concettuale che linvenzione della psicoanalisi esigeva.
(Zenoni 1991).
Necessariamente instabile ed esposta a critiche legittime sul piano
scientifico, la nuova concezione del simbolo pone pi problemi di quanti non
ne risolva. Che rapporto tra i simboli universali e gli elementi particolari ad ogni
soggetto, anche questi in senso proprio simbolici? Cos questo fondo comune,
arcaico, nel quale affonda ognuno? Se il linguaggio dellinconscio un
linguaggio universale, un modo di espressione arcaico comune a ogni uomo,
qual il posto della particolarit del soggetto?
5. Jung

Se tra il 1911 e il 1916 Freud costretto a ripensare simbolo e simbolismo


soprattutto a causa delle innovazioni che Carl Gustav Jung, il suo allievo
prediletto, cominciava a proporre. Quando Jung pubblica nel 1911 la prima
parte di Trasformazioni e simboli e della libido, Freud si trova di fronte a una
costruzione che per rispondere ai medesimi problemi che lui stesso pone,
utilizza un apparato teorico non pi psicoanalitico. Jung vuole risolvere le
debolezze della costruzione freudiana affondando la psicoanalisi in una
costruzione speculativa di sapore prescientifico. La causalit, tanto importante
per Freud e che mantiene la psicoanalisi nellalveo della scienza, cede il passo a
un finalismo, la prospettiva teleologica, che il vantato orientamento empirico di
Jung non rende meno equivoco. I simboli per Jung sono lespressione di una
forza trascendente, che comprende ma non si esaurisce nelle pulsioni
elementari (sessualit, fame, distruzione), una forza che abita lumanit e
addirittura la vita nel suo complesso. Lo spirito umano presente in ogni
individuo come inconscio collettivo (nozione che Jung preciser
successivamente) e mantiene in ogni tempo e in ogni luogo quei tratti di
arcaicit che si manifestano in immagini primordiali dove il sacro si mescola
con limmondo, il terribile con il sublime (Jung, 1912/1932).
In questa prospettiva lapproccio causale di Freud viene giudicato del tutto
riduttivo: conta solo cogliere lindirizzo dello spirito, il suo finalismo universale:
sessualit, Edipo, castrazione hanno senso solo se relativizzati a espressioni
parziali dellanima, immagini simboliche suscettibili di ulteriore
interpretazione, sempre nel senso finalistico e archetipico. Edipo, castrazione,
incesto verranno considerati essi stessi come simboli di una realt trascendente
che li determina (Jung, 1936/1954).
Buona parte della psicoanalisi post-freudiana respinge la concezione di
Jung utilizzando la biologia come deus ex machina: i simboli sono trasmessi
geneticamente e tanto basta. in fondo il presupposto materialista per spiegare
la facolt di linguaggio dellessere umano. Lacan non si ferma qui. Non cerca
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nella biologia la chiave delluniversale del simbolo. In fondo la trova gi


confezionata nelle scienze sociali.
6. Dalla sociologia francese a Lacan

mile Durkheim
Per la sociologia francese, a partire da mile Durkheim, la presenza del
simbolismo essenziale e costitutiva della vita sociale. Il progetto di Durkheim
quello di integrare le scienze sociali nelle scienze naturali: i fatti sociali sono le
cose di cui si deve occupare la sociologia scientifica. Luomo, come essere
naturale, un fatto sociale. Sociale vuol dire in grado di comunicare e di seguire
determinate regole: contro il rischio dellanomia, della mancanza di norme che
permettano il funzionamento della comunit, il simbolismo fornisce le regole
valide per tutti gli individui.
Durkheim coglie la centralit del simbolismo nelle regole sociali, ma anche
nelle credenze e nelle rappresentazioni collettive, nella religione e nelle varie
forme di comunicazione. Il gruppo sociale dotato di una potenza simbolica che
si esercita nella propriet dei beni come nei fenomeni del sacro e della fede
religiosa, nei quali il simbolismo delle rappresentazioni collettive trova una
figurazione (Zafiroupolos, 2001).
Marcel Mauss
Allinizio del secolo ventesimo Marcel Mauss, nipote di Durkheim, studia
la magia come sistema simbolico: prima del Corso di linguistica generale di
Saussure, Mauss (Mauss, 1902) ha unimpostazione strutturalista: la magia,
come il linguaggio, funziona in modo oppositivo, a partire da elementi
significanti diacritici, oppositivi (Aflalo, 2004).
Mauss va oltre Durkheim: non solo il simbolico essenziale al sociale, ma
la realt sociale in s intrinsecamente simbolica; i simboli sono fatti sociali,
non hanno una funzione meramente rappresentativa (1902). Il simbolismo per
Mauss non un modo per spiegare a posteriori i fenomeni, ma li organizza. Il
simbolismo costituisce il sistema di funzionamento dello spirito umano, ne
organizza lindividualit e la collettivit, come accade col linguaggio. Cos il
simbolismo, da una parte un prodotto della natura ma nello stesso tempo
permette alluomo di innalzarsi al di sopra della natura. Ogni individuo
interiorizza il simbolismo, ogni gruppo umano col simbolismo pu avere
coscienza di se stesso.
I simboli sono un insieme strutturato, in senso algebrico: spesso hanno un
referente ma innanzitutto parlano tra loro, rinviano gli uni agli altri, fanno
sistema. Il simbolo ordina la realt umana: nel mito, nella magia come nella
cultura in generale, i simboli non si limitano a rappresentare una realt data, ma
in qualche modo attraverso la loro relazione la organizzano.
Lapporto di Mauss a Lacan non si limita alla prospettiva strutturalista dei
simboli. Per Mauss il sociologico precede lo psicologico, come per Lacan LAltro
precede e determina il soggetto. Lo psicologico per Mauss solo una traduzione,
sul piano dello psichismo individuale, di una struttura propriamente
sociologica, a cui subordinato. La vita sociale un mondo di rapporti
simbolici. Il processo di scambio, centrale nelle comunit umane regolato
dalla funzione simbolica. Un fatto sociale totale costituisce la realt degli
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individui compresi nella collettivit, una realt che economica, sociale,


psicologica, simbolica (Mauss, 1924).
Claude Lvi-Strauss
Le Strutture elementari della parentela di Lvi-Strauss, del 1949,
rappresentano una rivoluzione concettuale in antropologia che da allora
esplicita il paradigma strutturalista, sul modello Bourbaki. La ricerca di
invarianti e di regolarit nel magma dei fenomeni, nel suo caso quelli sociali; la
prevalenza accordata alle relazioni tra i termini di un insieme
metodologicamente isolato, piuttosto che ai termini stessi, ecco in due righe il
fondamentale contributo dellalgebra, la matematica che si votata allesame
delle cosiddette strutture algebriche, dai gruppi agli spazi vettoriali.
Lvi-Strauss nello studio dei rapporti di parentela scopre fenomeni dello
stesso tipo di quelli linguistici studiati da Trubezkoj e Jakobson. I termini di
parentela come i fonemi si integrano in sistema, funzionano a livello inconscio e
obbediscono a leggi generali diffuse universalmente nellumanit.
Un sistema di parentela un sistema di simboli, deve essere analizzato
come un linguaggio, anzi un linguaggio particolare a cui possono essere
preferiti, in altre culture, altri sistemi, come avviene per le singole lingue
rispetto al linguaggio in generale. Strutture della parentela vuol dire che in
tutte le comunit umane le regole del matrimonio, la nomenclatura, ed il
sistema dei privilegi e delle interdizioni, sono aspetti indissociabili di una stessa
realt sottesa, la struttura del sistema considerato, che ne determina il
funzionamento. La realt di un sistema umano la sua struttura e questa
struttura di ordine simbolico.
Nellopposizione tra natura e cultura, la dimensione sociale, culturale in
ogni sistema umano il limite del suo funzionamento biologico. Questo limite
costituito dalla proibizione dellincesto e dalle regole di esogamia: in nome della
regola sociale, vengono nel matrimonio escluse alcune soluzioni che sarebbero
di per s biologicamente aperte.
la presenza di regole nella cultura e la sua assenza nella natura a fornire
un criterio distintivo tra i due ordini della natura e della cultura. Viceversa,
luniversalit fornisce un criterio per individuare quei fenomeni umani che
appartengono alla natura e che sfuggono alla variabilit dei costumi, delle
tecniche e delle istituzioni dei diversi i gruppi umani. Ebbene, deduce LviStrauss, quel complesso di credenze, costumi, norme e istituzioni che costituisce
la proibizione dellincesto presenta i caratteri culturali, sociali, della regola e,
unico tra tutte le regole sociali, presenta contemporaneamente il carattere
delluniversalit. La proibizione dellincesto possiede tanto luniversalit delle
tendenze e degli istinti biologici quanto il carattere coercitivo delle leggi e delle
istituzioni sociali.
Per il suo carattere di universalit la proibizione dellincesto concerne la natura;
in quanto regola invece costituisce un fenomeno sociale, appartiene alluniverso
delle regole, ossia della cultura.
Un fatto naturale, laccoppiamento tra i sessi, regolato da una condizione
generale della cultura: questa agisce e impone la propria regola in seno a
fenomeni che non le appartengono. Ecco perch la proibizione dellincesto
costituisce il legame che unisce lesistenza biologica allesistenza sociale.
Per Lvi-Strauss quindi la societ simbolica, la mente umana simbolica,
simbolico il pensiero, lo spirito umano che informa collettivo e individuale,
dove il collettivo prevale sullindividuale.
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Nello stesso anno Lvi-Strauss pubblica due articoli cruciali per il


movimento psicoanalitico. Nel primo, L'efficacia simbolica, mette a confronto
cura sciamanistica e psicoanalisi, due psicoterapie in senso stretto, in quanto
fanno un uso esclusivo della parola. Come si spiega, scrive Lvi-Strauss,
lefficacia della cura dello sciamano? La risposta che d, assolutamente attuale,
sul versante della credenza, che non ha bisogno di corrispondere a una realt
oggettiva. Importa che lammalata creda alla mitologia dello sciamano e che sia
un membro di una societ che ci crede. Lo sciamano fornisce alla sua ammalata
un linguaggio, nel quale possono esprimersi certi stati affettivi, altrimenti non
formulabili. Nel linguaggio della psicopatologia, lo sciamano traduce umori in
affetti, intenziona lemozione, le d una rappresentazione. Il passaggio
allespressione verbale permette di vivere in forma ordinata e intelligibile
unesperienza dolorosa altrimenti indicibile. Lo sciamano ha ricondotto con il
racconto mitico le sofferenze dellammalata al sistema di credenze della sua
comunit umana: grazie a questa traduzione lammalata guarisce.
Ora, scrive Lvi-Strauss, la mentalit di gruppo che permette di legare
spiriti e malattia; una relazione, aggiunge, tra simbolo e cosa simbolizzata, fra
significante e significato. Gli spiriti malvagi simbolizzano la malattia e il
conflitto dello sciamano contro di loro simbolizza il processo di guarigione, che
effettivamente si realizza. Il potere simbolizzante non conferito semplicemente
dallo sciamano, questo il punto centrale, ma interno alla comunit sociale,
culturale, simbolica, nella quale sciamano e paziente appartengono.
Sciamanismo e psicoanalisi sono efficaci, secondo Lvi-Strauss non perch
permettono una maggiore conoscenza dei motivi della sofferenza, ma grazie a
unesperienza vissuta specifica, che organizza conflitti inconsci e sofferenze in
un ordine simbolico. Questa esperienza vissuta identificabile per Lvi-Strauss
con labreazione di Freud e Breuer. (Freud, 1892-1895). il transfert per LviStrauss a permettere la realizzazione simbolica di questa esperienza terapeutica,
in psicoanalisi come nella cura sciamanistica. Entrambe, aggiunge Lvi-Strauss,
provocano unesperienza ricostruendo un mito, che il malato deve vivere o
rivivere: nella psicoanalisi si tratta di un mito individuale che il malato
costruisce con laiuto di elementi attinti dal suo passato; nella cura
sciamanistica di un mito sociale, che il malato riceve dallesterno e che non
corrisponde ad un antico stato personale. 4
qui la grande intuizione di Lvi-Strauss a proposito dellefficacia
simbolica, del potere dei simboli sul corpo. Le leggi della funzione simbolica,
dellinconscio, sono leggi universali e questo spiega una certa uniformit di
struttura delle rappresentazioni collettive e dei miti, il loro presentarsi a livello
individuale nelle situazioni pi disparate. Le strutture simboliche hanno una
ampio ventaglio di variazioni, non sono le stesse per tutti. Come nel caso delle
lingue, che sono lesempio eminente per Lvi-Strauss, pochissime leggi
fonologiche permettono molte lingue, un piccolissimo numero di tipi semplici
pu raccogliere svariate favole e miti. E anche i complessi di cui si occupa la
psicoanalisi, che per primo Lvi-Strauss chiama miti individuali, si ricollegano a
pochi tipi semplici. Nella terapia psicoanalitica come nel metodo dello sciamano
lessenziale lavorare sulla struttura simbolica, a prescindere dalla storia
individuale, perch la forma mitica precede comunque il contenuto del
racconto.
Cos Lvi-Strauss, laicizzando linconscio collettivo di Jung, arriva allo
stesso risultato di far prevalere luniversale sul particolare, che si chiama ora
funzione simbolica e non archetipi dellinconscio collettivo, produttori di
4

Cfr. Lacan, 1953b

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simboli, legati a una realt trascendente, lUnus Mundus (Jung, Archetipi


inconscio collettivo)
Il secondo articolo, Lo stregone e la sua magia, studia gli effetti del
significante sul corpo, lefficacia simbolica, a livello sociale e non solo nella
pratica sciamanistica. Una prima osservazione riguarda i casi di morte per
maleficio: un soggetto convinto di aver subito un sortilegio negativo, certo di
non avere scampo. Lintera comunit cui appartiene condivide la sua certezza e
lo isola, si comporta nei suoi confronti come se fosse gi morto e insieme fonte
di pericolo per chi lo avvicina. Mano a mano il soggetto stregato in preda al
terrore, privo dei sistemi simbolici di riferimento che il gruppo gli aveva fino a
quel momento garantito, cede e si ammala. Quei fattori simbolici e sociali che
da vivo lo facevano soggetto, di diritti e di obblighi, ora lo condannano alla
segregazione e alla morte. In breve, dice Lvi-Strauss, lintegrit fisica non
resiste alla dissoluzione della personalit sociale.
Lefficacia della magia implica la credenza nella magia? Lvi-Strauss vuol
mostrare che la credenza dello stregone non necessaria allesercizio della
funzione simbolica, mentre sono necessari la credenza dello stregato e la
credulit, il consensus della comunit a cui appartiene.
Nellanno successivo Lvi-Strauss scrive una controversa introduzione
allopera di Marcel Mauss. Le considerazioni di Mauss sui rapporti tra
psicopatologia, collettivit e simbolismo permettono a Lvi-Strauss di avanzare
alcune considerazioni che Lacan riprender nel 1950. Per Lvi-Strauss la societ
si esprime simbolicamente nelle usanze e nelle istituzioni, mentre i
comportamenti individuali di per se stessi non sono simbolici, ma piuttosto gli
elementi a partire dai quali si costituisce il sistema sociale simbolico. I
comportamenti anormali invece, marginali rispetto al contesto sociale,
sembrano evocare un simbolismo autonomo, che richiama il simbolismo sociale
e si differenzia da questo proprio in quanto manifesta la devianza. Lvi-Strauss
ne conclude significativamente che le forme della criminalit e della devianza
sono in un certo senso determinate dalla societ in cui si manifestano: se ogni
societ realizza in modo diversi la struttura simbolica, determina anche le sue
forme di disturbi mentali.
In questa fase della sua ricerca Lvi-Strauss persuaso del primato del
simbolico sul sociale, pur essendo in fondo due aspetti della medesima realt:
mentre Mauss ritiene possibile elaborare una teoria sociologica del simbolismo,
per Lvi-Strauss occorre cercare una origine simbolica della societ, nella quale
il carattere individuale fornisce la materia prima o gli elementi di un simbolismo
che non giunge mai a completarsi neppure sul piano del gruppo.
Lvi-Strauss osserva che lantropologia riesce a interpretare il fatto sociale
totale con le sue molteplici caratteristiche in una prospettiva tridimensionale. I
tre registri di cui si serve sono quello sociologico, con i suoi aspetti sincronici,
quello storico o diacronico e infine quello fisico-psicologico. Non possiamo non
pensare al rapporto con i tre registri di Lacan che avrebbero esordito, con il
successo che sappiamo e che li rende oggi insostituibili, nel 1953, con la
conferenza Il simbolico, limmaginario e il reale.
Per Lvi-Strauss linconscio il terreno di mediazione tra individuale e
collettivo, tra soggettivo e oggettivo. Linconscio per Lvi-Strauss insieme
individuale e universale e a suo parere lo stesso inconscio della psicoanalisi:
appartiene allo stesso tipo loperazione che nella psicoanalisi permette di
riconquistare a noi stessi il nostro io pi estraneo e nellinchiesta etnologica ci fa
accedere alla parte pi estranea degli altri come a un altro noi. La novit della
concezione di inconscio che Lvi-Strauss propone nel 1950, sorprendente e
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insieme coerente con le esigenze formali di rigore proprie allimpresa scientifica.


Linconscio collettivo junghiano, che risolve luniversalit in chiave
trascendente ha la prima vera risposta sul piano della scienza.
Lvi-Strauss ne assolutamente consapevole:
Il problema etnologico un problema di comunicazione e questa constatazione deve
bastare per separare radicalmente la via seguita da Mauss, che identifica inconscio e
collettivo, da quella di Jung. In entrambi i casi si concepisce linconscio come un
sistema simbolico; ma per Jung linconscio non si riduce al sistema; tutto pieno di
simboli, nonch di cose simbolizzate che formano una specie di substrato. O questo
substrato innato, ed inconcepibile che il contenuto dellesperienza preceda
lesperienza stessa, oppure acquisito, con il problema delleredit di un inconscio
acquisito. In realt non si tratta di tradurre in simboli un dato estrinseco, ma di ridurre
alla loro natura di sistema simbolico cose che sfuggono ad esso solo per diventare
incomunicabili.

La conclusione del ragionamento di Lvi-Strauss da sola giustifica


limportanza non solo storica che ha per la psicoanalisi e per Lacan: Al pari del
linguaggio, il fattore sociale una realt autonoma, la stessa. I simboli sono pi
reali delle cose delle cose che rappresentano, il significante precede e determina
il significato.
Sette anni prima de Listanza della lettera nellinconscio o la ragione dopo
Freud (Lacan, 1957), sette anni prima del famoso algoritmo saussuriano S/s ,
che sancisce il primato del significante sul significato, Lvi-Strauss enuncia la
tesi del primato della materialit del significante sul significato e sulloggetto!
I due cammini presto divergeranno: progressivamente Lvi-Strauss
indebolir lopposizione natura cultura, nellintento di restituire il primato
alla dimensione biologica, nel tentativo di naturalizzare il simbolico (Delrieu,
1999).
7. Lacan

Molto prima dellincontro con Lvi-Strauss Jacques Lacan mostra un


grande interesse per i processi sociali e storici. Gi nel 1938, ne I complessi
familiari distingue nello studio psicologico la dimensione biologica da quella
culturale; il fattore culturale dominante rispetto a quello naturale (Miller,
1984). manifesta la lettura di Durkheim e Mauss (Zafiroupolos, 2001): la
famiglia moderna per Lacan leffetto della contrazione dellistituzione
familiare, che richiama la legge della contrazione familiare di Durkheim. La
clinica psicoanalitica colta storicamente e cos il declino dellimago paterna e
correlativamente della famiglia patriarcale un fattore causale dei disturbi
soggettivi. Il fattore culturale, il futuro simbolico (Miller, 1984), in funzione
prima ancora dellelaborazione del concetto di grande Altro. Per Lacan, come
per Durkheim, le strutture sociali sono essenzialmente simboliche.
Ne Laggressivit in psicoanalisi del 1948 approfondito il rapporto tra
singolare e simbolico. Luomo affrancato della societ moderna, scrive Lacan,
luomo lacerato che se entra in rotta col bando che vota luomo moderno alla
pi formidabile galera sociale segnato dalla nevrosi o condannato al crimine.
La societ, la cultura, il simbolico quindi, obbligano in un certo senso il soggetto
alla pi assoluta alienazione per conquistarsi la normalit. Sono le tesi di LviStrauss (1950), le cui conclusioni: colui che chiamiamo sano di mente che si
aliena, perch accetta di vivere in un mondo definibile soltanto attraverso la
relazione tra me e gli altri, per quanto suggestive, sembrano di nuovo
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semplificare troppo le tesi di Lacan. Aldil delle dichiarazioni di debito di


questultimo, gi in questi anni le grandi innovazioni portate da Lvi-Strauss
non colgono linsieme della ricerca psicoanalitica.
quanto sembra del resto indicare Lacan ne Lo stadio dello specchio del
1949, a proposito dellimmagine speculare, concetto psicoanalitico, concetto
lacaniano, contrapposta alla allefficacia simbolica: Per le imago infatti, i cui
volti velati nostro privilegio veder profilarsi nella nostra esperienza quotidiana
e nella penombra dellefficacia simbolica, limmagine speculare sembra essere la
soglia del mondo visibile .
Verso la fine del testo, a proposito delle sofferenze nelle nevrosi e nelle
psicosi, Lacan rivendica leccezionalit della posizione dellanalista rispetto a
ogni altruismo, filantropico, idealista, pedagogico o riformatore. E poi leggiamo:
In questo punto di congiunzione tra la natura e la cultura, che lantropologia
dei giorni nostri scruta ostinatamente, solo la psicoanalisi riconosce quel nodo
di servit immaginaria che lamore deve sempre ridisfare o tagliare.
Solo la psicoanalisi pu riconoscere la verit soggettiva e deve includere in
quel momento, grazie a Hegel, qualcosa che Lvi-Strauss non contempla, la
pulsione di morte, che trova espressione in una diversa concezione del simbolo.
Il simbolo luccisione della cosa: Hegel permette il passaggio a Freud che, non
a caso, Lvi-Strauss elude o annacqua con il ricorso alla psicologia dello
sviluppo (Lvi-Strauss, 1949a).
In Funzioni della psicoanalisi in criminologia del 1950 Lacan dichiara,
con Durkheim, esplicitamente la necessit del riferimento sociologico per lo
studio del crimine e del criminale: la legge a fare il peccato, non c societ che
non comporti una legge positiva. La realt del crimine pu essere colta solo per
mezzo del simbolismo espresso dalle norme e dalle istituzioni sociali e inscritto
nelle strutture soggettive inconsce attraverso il linguaggio. In Totem e Tab
Freud ipotizzava un crimine primordiale allorigine della legge umana: luomo
nasce con la legge e il crimine. Il giunto tra natura e cultura, dice Lacan, il
Super-io freudiano. il Super-io la risposta allenigma del passaggio delluomo
dalla natura alla cultura.
Qui Lacan incontra Mauss e Lvi-Strauss. Il punto comune tra individuale
e collettivo il simbolico, che si esprime in forma completa sul piano collettivo e
parcellare sul piano individuale: di nuovo, il collettivo precede e determina
lindividuale e il mezzo il simbolismo. Il soggetto che in qualche senso devia
dalle regolazioni simboliche con un comportamento colto come anormale,
esprime in modo irreale un simbolismo parcellare, diminuito, abbozzato,
smorzato.
Con Funzione e campo della parola e del linguaggio in psicoanalisi del
settembre 1953, ha propriamente inizio linsegnamento di Lacan. Nel secondo
capitolo, Simbolo e linguaggio come struttura e limite del campo
psicoanalitico, Lacan avanza una teoria del simbolo consistente, nella quale
vengono a convergere le molteplici ispirazioni degli anni precedenti, con al
centro quella antropologica. Concluderemo mostrando linstabilit di questa
concezione, che, malgrado la sua potenza descrittiva, si mostrer non allaltezza
dellinconscio freudiano.
Lacan propone ancora una nascita hegeliana del simbolo, come negazione
delloggetto naturale: lannullamento delloggetto lo fa simbolo, la funzione
propria del linguaggio. Il mondo delle cose si eleva su un fondo dassenza grazie
al simbolo. Un transfert simbolico sul simbolo cura la sofferenza dellattesa
dellAltro materno assente. In tal modo il simbolo permette di leggere la
pulsione di morte freudiana: Freud, con il gioco del rocchetto in Aldil del
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principio del piacere aveva mostrato il nesso tra presenza e assenza, tra la
parola e la morte. Il simbolo puro, simbolo zero nel senso di Lvi-Strauss
(1950), rappresentazione dellassenza e combinatoria presenza/assenza. Nel
Fort/Da del bambino freudiano la matrice della coppia fonematica che genera
la lingua.
Cos linconscio freudiano colto con Mauss e soprattutto con LviStrauss, allinterno dei quadri nominali dellalleanza e della parentela, nelle
leggi della parola.
Lesperienza analitica mette lanalista di fronte allazione della parola e al
potere del simbolo. Nellazione della parola si manifesta lesigenza cruciale per il
soggetto di farsi riconoscere nellambito delle sue relazioni intersoggettive e
questo fondamentale desiderio di riconoscimento declina la relazione analitica.
Il simbolo cos patto interumano, espressione sociale dellesigenza di
riconoscimento.
Lesigenza di riconoscimento implica che l'atto di parola non tanto un
atto di comunicazione quanto di fondazione; nella lettura di Kojve della
dialettica hegeliana della Fenomenologia dello spirito, il soggetto per esistere
deve essere riconosciuto dallaltro.
Lanalista deve esserne consapevole nel suo atto: linterpretazione pu
avvenire solo allinterno del sistema simbolico proprio al soggetto, deve
riconoscerlo come soggetto e restituirgli quella libert che gli permetter di
anteporre alla soddisfazione pulsionale, propria dellimmaginario, un
soddisfacimento simbolico.
Lopposizione tra parola vuota e parola piena un approccio effettivo al
simbolo: la parola piena ha valore di simbolo, il vero atto di parola, un atto
simbolico in grado di trasformare entrambi i soggetti implicati. Anche se Lacan
abbandoner questa distinzione, sul piano fenomenologico questa resta
euristica, nel mostrare lazione trasformativa del simbolo nel rapporto
intersoggettivo e la funzione della risposta nel riconoscimento.
Il soggetto, a sua insaputa, orientato da un fondamentale desiderio di
riconoscimento, che prevale su tutti i desideri. Il desiderio di riconoscimento
rimosso e quindi deve prima essere stato assunto dal soggetto come parola, farsi
simbolo, allinterno di una storia che costituita dalla parola rivolta allaltro.
Lordine allinterno del quale si situano i concetti della psicoanalisi un campo
di linguaggio e in questo testo Lacan lo battezza come lordine simbolico.
In polemica con le teorie della presa di coscienza, con Jaspers e le sue relazioni
di comprensione Lacan sostiene la ricchezza dellanalisi freudiana. Non si tratta
di presa di coscienza ma di passaggio alla parola che bisogna sia intesa da
qualcuno l dove non poteva nemmeno essere letta da nessuno: messaggio la cui
cifra perduta o il destinatario morto.
Lacan sottolinea limportanza della lettera del messaggio che manifesta il
carattere equivoco della parola: la funzione della parola di celare quanto di
scoprire. Nel testo si deve cogliere ci che la parola dice e ci che non dice, e a
questo testo sono legati i sintomi nello stesso modo in cui un rebus legato alla
frase che nasconde e insieme apre alla decifrazione.
Il metodo della psicoanalisi un metodo dialettico: larticolazione
dellantropologia tra individuo e cultura, tra soggetto e societ nella psicoanalisi
si presenta come coniugazione tra il particolare con luniversale, dove
luniversale la struttura simbolica. I concetti della psicoanalisi sono dialettici:
un concetto dialettico il soggetto, e cos la parola e il linguaggio.
Lacan si sofferma sul simbolo nella scienza: da una parte il metodo
simbolico della scienza fisica seziona il reale e cancella il soggetto. Nello stesso
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tempo per la formalizzazione matematica come la teoria dei numeri sembrano


contenere quel segreto del simbolo che determina lessenza dellessere umano.
Come nelle parole dordine, in cui si manifesta un punto zero del simbolo, un
significante che evita la morte nella relazione di riconoscimento a prescindere
dal significato.
Lacan avanza la famosa formula della comunicazione intersoggettiva, nella
quale l'emittente, per comunicare il suo messaggio, lo deve ricevere dal
destinatario, per arrivare a emetterlo sotto forma invertita. lenunciazione da
parte di Lacan della relazione di riconoscimento, che presenta ben altra
complessit della relazione di reciprocit, che era uno dei perni della struttura
sociale secondo Mauss e Lvi-Strauss. un asserto che Lacan coglie nella clinica
psicoanalitica e manifesta un concetto di inconscio incompatibile con quello di
Lvi-Strauss anche se a questo collegato. Il gioco del simbolo dora in poi potr
ordinarsi solo a partire da questa struttura complessa che negli anni successivi
prima lo schema L e poi la costruzione del grande grafo tenteranno di
descrivere.
8. Il cammino successivo

Il registro del simbolico, che con il reale e limmaginario costituisce


lumano in s e per s, contiene quindi il concetto di funzione simbolica di LviStrauss (Delrieu, 1999; Zafiropoulos, 2001, 2003; Lvi-Strauss, 1950). Simbolo
e simbolico fanno parte del punto di partenza del cammino di Lacan.
Nel primo paradigma del godimento5 il simbolo essenzialmente patto,
indice del rapporto fondativo con laltro, del desiderio come desiderio di
riconoscimento, testimonianza della prevalenza della comunit sullindividuo.
Eppure, via Kojve-Hegel, il simbolo uccisione ed eternizzazione della cosa, il
che prefigura la dimensione del significante.
Il soggetto del senso, nella tradizione fenomenologica manteneva
unautonomia incompatibile con linconscio freudiano; ora, nel secondo
paradigma, lautonomia del significante prende il posto dellautonomia del
soggetto. Lacan fa i conti con Jaspers, a cui era ispirato tutto il suo primo
cammino di psichiatra e si libera delle opposizioni comprensione-spiegazione,
intenzionalit-causalit. La causalit introdotta con Freud nellordine del
senso, lordine simbolico. Lintenzione del soggetto superata dagli effetti
dellarticolazione significante. La lettera dimostra che il soggetto che parla dice
di pi di quel che vuole dire. quello che Freud insegna nellinterpretazione dei
sogni. Nellascolto lanalista legge. Il significante rinvia al significante e non al
senso, al soggetto, lo eccede e ne determina la divisione. Cadono cos insieme il
soggetto del significato, lintersoggettivit come luogo della storia e del senso e
lermeneutica come interpretazione, come dominio della comprensione.
Supremazia del significante, divisione del soggetto, materialit della catena
significante, dimensione logica e non pi ermeneutica del simbolo declinano il
nuovo orizzonte sotto legida della combinatoria significante.
Siamo ben oltre leredit dellantropologia.
Se negli anni 1953-1956 Lacan fa continui riferimenti al concetto di
funzione simbolica e ai suoi derivati, dal 1957, con Listanza della lettera
I paradigmi del godimento indicano una scansione basica dellinsegnamento di Lacan messa in
luce da Jacques-Alain Miller (1996a). Il primo paradigma del godimento interessa gli anni
1953-1956: con Listanza della lettera nellinconscio, o la ragione dopo Freud si compie il
passaggio al secondo paradigma.
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nellinconscio o la ragione dopo Freud, il termine di simbolo, nel registro


simbolico, lascia il passo al concetto di significante, pur restando imponenti i
riferimenti a Lvi-Strauss. una rivoluzione concettuale, che Jacques-Alain
Miller ha denominato secondo paradigma del godimento: il simbolo, a cui viene
sottratta la dimensione immaginaria, diventa significante, separato
dallimmagine. il passaggio dal simbolo come patto, come segno di
riconoscimento alla catena significante, alla struttura. Il significante veicola il
desiderio e il desiderio il senso, effetto dellalgoritmo saussuriano, metonimia,
piuttosto che desiderio di riconoscimento.
Il fallo, vera invenzione lacaniana in questo senso, diventa il concetto
chiave: il fallo come significante del desiderio e poi del godimento, simbolo della
libido, punto di congiunzione del simbolico con limmaginario e il reale.
Eppure, ancora una volta, c uninstabilit nella struttura: un buco la
perfora, che la topologia mostra come elemento eterogeneo e insieme
costituente. La struttura della psicoanalisi, lungi dal risolversi nel simbolico, si
sostiene su una eterogeneit non simbolizzabile che ne fa un insieme aperto,
essenzialmente incompleto, mancante.
Con questa nuova strumentazione teorica lo spazio per lo strutturalismo di
Lvi-Strauss si riduce sensibilmente, fino allesplicita presa di distanza segnata
dal seminario undicesimo, I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi,
del 1964, dove Lacan sembra sigillare le sue differenze, ormai evidenti, con LviStrauss. Linvenzione in quegli anni di un nuovo elemento della psicoanalisi,
loggetto a, serve ad articolare meglio il rapporto tra i tre registri e a definire il
funzionamento dellordine simbolico. Loggetto a funziona da stabilizzatore
della struttura e da elemento di passaggio tra simbolico e reale, tra mancanza e
godimento. A partire dalloggetto a la struttura e con essa la teoria della
psicoanalisi - sar per Lacan sempre di pi costretta tra i due assi dellapparato
del linguaggio e del godimento.
Torniamo al problema del simbolo. Esattamente l dove il significante si
trova a confrontarsi con qualcosa che lo eccede, non lo esaurisce, si pone la
questione del simbolo. Ecco perch Lacan pu risolvere un dibattito vecchio di
cinquanta anni solo dopo aver introdotto la significazione del fallo, di poco
precedente allo scritto su Jones del 1959, In memoria di Ernest Jones: sulla sua
teoria del simbolismo. Con lo scritto su Jones non solo vengono risolte le lacune
della teoria freudiana del simbolismo ma viene data la risposta definitiva alla
suggestione di Jung, interlocutore basilare del testo dopo lo stesso Jones.
La teoria del significante organizza lambito proprio del simbolo e del
simbolismo. Il significante preso sia nel suo aspetto di materiale, di lettera,
indipendente dal significato, che come produttore di significato nella
combinatoria con gli altri significanti, grazie ai suoi due meccanismi propri, la
metafora e la metonimia. Il vero simbolismo di cui parla Jones, cio il
simbolismo analitico, quello che vede il simbolo avere a che fare con una parte
inconscia, semplicemente la manifestazione del significante. Non si tratta
perci di indagare il condizionamento negativo del simbolismo preso come una
forma arcaica del pensiero, a cui il pensiero pu sempre regredire, nei confronti
del reale.

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Nota Bibliografica

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