Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
MARIASSUNTA PICARDI*
Una memoria prodigiosa tra arte e magia secondo la tesi di Francis Yates
“ Dopo aver visitato Ginevra e aver tenuto a Tolosa alcune lezioni sul
Tractatus de sphaera mundi di Sacrobosco, nel 1581 Bruno raggiunse
Parigi. Qui tenne delle lezioni pubbliche che attirarono l’attenzione del re
1. Sull’immagine di Bruno come martire del libero pensiero si rinvia a D. Levi, Giordano Bruno
o la religione del pensiero : l’uomo, l’apostolo e il martire, Torino 1887 ; G. Stavelli, Vita di Giordano
Bruno : narrata al popolo, Roma 1888 ; I. Vanni, Discorso pronunziato nella Sala dei notari il 19 feb-
braio 1888 per commemorare Giordano Bruno, Perugia 1888 ; C. Causa, Giordano Bruno bruciato
vivo in Roma il 16 febbraio 1600, Firenze 1889 ; E. Dal Pozzo di Mombello, Il 9 giugno 1889 in
Roma, Perugia 1889 ; G. Trezza, Giordano Bruno : discorso pronunciato in Roma l’8 giugno 1889,
Roma 1889 ; A. Gianola, Giordano Bruno : discorso commemorativo detto il 17 febbraio 1906 in
Fabriano a nome della Sezione del Libero pensiero, Fabriano 1906 ; F. Cianciulli, Il martirio di Gior-
dano Bruno, Avellino 1909 ; G. Capra, Giordano Bruno : discorso detto nel Teatro Comunale di Gir-
genti il 17 febbraio 1913 per invito dell’Associazione agrigentina del Libero pensiero, Messina 1919.
2. Cfr. F. A. Yates, Giordano Bruno and The Hermetic Tradition, London 1964, trad. it. a cura di
Albano Biondi, Giordano Bruno e la tradizione ermetica, Roma-Bari 1969 ; Id., The Occult Philoso-
phy in the Elizabethan Age, London 1979, trad. it. Cabala e occultismo nell’età elisabettiana, Torino
1982.
Enrico III e pubblicò due libri sull’arte della memoria che mostrano come
egli fosse molto influenzato dal De occulta philosophia, il manuale di
magia rinascimentale di Enrico Cornelio Agrippa da cui Bruno trae degli
elenchi di immagini magiche delle stelle, incantesimi e altri procedimenti
occulti ”3.
3. Cfr. F. A. Yates, Frances Yates’ Estate (1938, 1939, 1943, 1951, 1954, 1967, 1981), London
1981, trad. it. di Mariella De Martini Griffin e Ales Rojec, Giordano Bruno e la cultura europea del
Rinascimento. Introduzione di Eugenio Garin, Roma-Bari 1988, p. 105.
4. Cfr. V. Spampanato, Vita di Giordano Bruno con documenti editi e inediti, Messina 1921, p. 84.
5. Cfr. L. Firpo, Il processo di Giordano Bruno, a cura di D. Quaglioni, Roma 1993, pp. 161-162 :
“ Acquistai nome tale che il re Henrico terzo mi fece chiamare un giorno, ricercandomi se la memoria
che avevo et che professava era naturale o pur per arte magica ; al quale diedi soddisfazione ; et con
quello che li dissi et feci provare a lui medesmo conobbe che non era per arte magica, ma per
scienza ”.
6. Per uno studio delle opere magiche si rinvia a G. Bruno, Opere magiche, a cura di Simonetta
Bassi, Elisabetta Scapparone, Nicoletta Tirinnanzi, Milano 2000. Per uno studio della magia e della
stregoneria in età moderna cfr. I vincoli della natura. Magia e stregoneria nel Rinascimento, a cura di
Germana Ernst e Guido Giglioni, Roma 2012.
Arte della memoria tra magia, filosofia e scienza. Il De Umbris Idearum di Giordano Bruno 563
7. Cfr. G. Bruno, De magia naturali, in Opere magiche, cit., p. 166 : “ Ultimo sumitur magus et
magia iuxta significationem indignam, ut inter istas non annumeretur neque ad numerata habeatur, ut
magus sit maleficus utcunque stultus, qui ex commercio cum cacodaemone et pacto quodam pro fac-
ultate ad laedendum vel iuvandum est informatus ; et iuxta hanc rationem sonat non apud sapientes,
vel ipsos quidem grammaticos, sed a quibusdam usurpatur nomen magi bardocucullis, qualis fuit ille
qui fecit librum De malleo maleficarum, et ita hodie usurpatur ab omnibus huius generis scriptoribus,
ut legere licet apud postillas, catechismos ignoratum et somniantium praesbyterorum ”.
8. Cfr. G. Bruno, Dialoghi filosofici italiani, a cura e con saggio introduttivo di Michele Ciliberto,
Milano 2000 ; Id., Opere italiane, testi critici di Giovanni Aquilecchia, coordinamento generale di
Nuccio Ordine, 2 voll., Torino 2002. I Dialoghi sono stati tradotti in diverse lingue europee e tra le
molte edizioni e traduzioni ci si limita a ricordare l’edizione francese : G. Bruno, Le souper des Cen-
dres, texte traduit par Yves Hersant, introduction par Adi Ophir, notes par Giovanni Aquilecchia, Paris
1994 ; Id., De l’infini, de l’univers et des mondes, traduction de Jean-Pierre Cavaillé, introduction de
Miguel Angel Granada, notes de Jean Seidengart, Paris 1994 ; Id., Cabale du cheval pégaséen, texte
établi par Giovanni Aquilecchia, préface et notes de Nicola Badaloni, traduction de Tristan Dagron,
Paris 1994 ; Id., Eroici furori, a cura di S. Bassi, Roma-Bari 1995 ; De la cause, du principe et de
l’un, texte établi par Giovanni Aquilecchia, notes de Giovanni Aquilecchia, introduction Michele
Ciliberto, traduction de Luc Hersant, Paris 1996 ; Id., Expulsion de la bête triomphante, traduction de
Jean Balsamo, introduction de Nuccio Ordine, notes de Maria Pia Ellero, Paris 1996.
564 Mariassunta Picardi
E dopo aver offerto i principi speculativi della magia d’amore, il falso mago
descrive l’esecuzione del sortilegio :
Con l’ausilio del dialogo drammatico e della satira che lo informa, Bruno rie-
cheggia la fascinazione, le ipotesi di fondo della divinazione astrologica, la
scienza e la prassi degli alchimisti, ecc., che, nel Candelaio, emergono come
aspetti di una follia diffusa che si manifesta come volontà di prevedere e control-
lare il destino e di prolungare la vita umana oltre i limiti imposti dalla natura :
9. Cfr. G. Bruno, Candelaio, a cura di Giorgio Bárberi Squarotti, Torino 1964, p. 50. Bruno cita
un’espressione del Cantico dei cantici, VI, 4 : Averte, averte oculos tuos (distogli, distogli i tuoi
occhi).
10. Cfr. G. Bruno, Candelaio, cit., p. 74.
Arte della memoria tra magia, filosofia e scienza. Il De Umbris Idearum di Giordano Bruno 565
nel mare, or negli abissi ed antri : il quale enigma ti ho detto che cosa
significa. Nel grembo della terra la materia di tutti i metalli afferma esser
questa insieme col solfro il dottissimo Avicenna (…) : alla quale opinione
pospongo quella di Ermete, che vuole la materia di metalli esserno gli ele-
menti tutti ; ed insieme con Alberto Magno chiamo ridicula la sentenza
attribuita a Democrito da gli alchimisti, che la calcina e lisciva, per la
quale intendono l’acquaforte, siino materia di metalli tutti.
Così, alla fama crescente di mago Bruno risponde con la scrittura simbolica
del Candelaio e con la definizione di personaggi non proprio inaspettati per una
commedia del Cinquecento, ma resi unici nel genere dalla sua immaginazione
creativa che vale anche a trasmettere un messaggio critico nei confronti degli
aspetti paradossali della sapienza e della prassi magiche.
E’ interessante vedere come l’ambientazione della commedia venga prefigu-
randosi come uno spazio della memoria artificiale in cui i personaggi si incon-
trano e si allontanano in un movimento scenico caleidoscopico che rinvia al
giuoco di spostamento e di ricomposizione continua delle immagini simboliche
che caratterizzano e qualificano i luoghi della mnemotecnica :
Il brano è citato da una raccolta di saggi della Yates, in cui l’autrice offre un
affresco della società culturale e politica inglese nel primo Rinascimento e una
visione d’insieme delle relazioni che Bruno intrattiene con uomini di scienza e
con alcune figure vicine al potere in un’epoca contrassegnata da crisi religiose e
da profonde trasformazioni culturali. Alcuni saggi risalgono agli anni sessanta del
Novecento e in essi troviamo una prima definizione della prospettiva critica che
sarà approfondita in Giordano Bruno and The Hermetic Tradition (1964) e
nell’opera The Art of Memory (1966) in cui la Yates attribuisce alla mnemotec-
nica un carattere ermetico e magico18.
La ricostruzione storiografica che rintraccia elementi magici nell’arte della
memoria é stata riconsiderata dagli autori dei nuovi studi critici e delle nuove edi-
zioni dei testi mnemotecnici e magici che tendono a ridisegnare la fisionomia del
pensiero di Bruno mostrando come le sue scelte culturali non vadano sempre in
direzione dell’ermetismo e della magia19. Ciò non toglie che la tesi della Yates
continui ad apparire affascinante e suggestiva e, per quanto sia oggetto di un
ripensamento critico, non può ancora ritenersi definitivamente superata così come
16. Per uno studio del ‘teatro della memoria’ come sistema di memoria artificiale si rinvia
all’analisi di F. A. Yates, The Art of Memory, London 1966, trad. it. di Albano Biondi, L’arte della
memoria, Torino 1972, pp. 121-147 ; pp. 148-159.
17. Cfr. F. A. Yates, Giordano Bruno e la cultura europea del Rinascimento, cit., p. 105.
18. Cfr. F. A. Yates, L’arte della memoria, cit., pp. 234-246.
19. Tra i numerosi studi su Bruno ci si limita a ricordare M. Cambi, La machina del discorso.
Lullismo e retorica negli scritti latini di Giordano Bruno, con una nota di Michele Ciliberto, Napoli
2002 ; S. Bassi, L’arte di Giordano Bruno : memoria, furore, magia, Firenze 2004 ; N. Ordine, La
soglia dell’ombra : letteratura, filosofia e pittura in Giordano Bruno, Venezia 2004 ; E. Canone,
Magia dei contrari : cinque studi su Giordano Bruno, Roma 2005 ; M Ciliberti, Giordano Bruno : il
teatro della vita, Milano 2007 ; D. Tessicini, I dintorni dell’infinito : Giordano Bruno e l’astronomia
del Cinquecento, Pisa-Roma 2007 ; N. Tirinnanzi, Temi apocalittici nel Sigillus Sigillorum di
Giordano Bruno, “ Rinascimento ”, XLVIII (2008), pp. 335-349 ; E. Scapparone, “ Nella semplicità
della divina essenza ”. Giordano Bruno sugli attributi di Dio, “ Rinascimento ”, XLVIII (2008), pp.
351-368 ; P. Castelli, “ Il porco è infatti un animale ” : fisiognomica e mitologia nell’opera di Bruno,
“ Bruniana & Campanelliana ”, XVII, 1, 2011, pp. 99-115.
568 Mariassunta Picardi
l’arte della memoria a cui fa riferimento non può ancora ritenersi pienamente
compresa20.
20. I contributi storiografici dell’ultimo scorcio dell’Ottocento e fino alla prima metà del Nove-
cento hanno prodotto giudizi che ridimensionano fortemente il valore delle opere mnemotecniche e dei
commenti di Giordano Bruno all’arte di Lullo, come mostra l’attenta ricostruzione di Michele Ciliberto
rinvenibile in M. Cambi, La machina del discorso, cit., pp. XI-XVII. Gli studi attuali propongono nuovi
giudizi sulle opere mnemotecniche che ne fanno emergere la complessità sul piano tecnico-operativo
ed evidenziano il nesso profondo che lega tali opere alla speculazione metafisica e filosofica di Bruno.
Si vedano in particolare M. Matteoli, L’arte della memoria nei primi scritti mnemotecnici di Bruno,
“ Rinascimento ”, XL (2000), pp. 75-121 ; R. Sturlese, Arte della natura e arte della memoria in
Giordano Bruno, “ Rinascimento ”, XL (2000), pp. 123-141 ; G. Golfera, L’arte della memoria : il trat-
tato “ De umbris ideraum ”, rivisto dal noto esperto di scienza della memoria, Milano 2006.
21. Sulla riscoperta del lullismo in Francia cfr. A. Llinares, Le lullisme de Lefèvre d’Étaples et
des ses amis humanistes, in L’humanisme français au début de la Renaissance, Paris 1973, pp. 127-
136 ; J. M. Victor, The Revival of Lullism at Paris 1499-1516, “ Renaissance Quarterly ”, XXVIII
(1975), pp. 504-534 ; P. Rossi, Clavis universalis. Arti della memoria e logica combinatoria da Lullo
a Leibniz, Bologna 1988, pp. 63-102.
22. Cfr. G. Bruno, Il sigillo dei sigilli e i diagrammi ermetici, a cura di Ubaldo Nicola, traduzione
di Emanuela Colombi, Milano 1995 ; Id., Le ombre delle idee, Il canto di Circe, Il Sigillo dei Sigilli,
introduzione di Michele Ciliberto, traduzione e note di Nicoletta Tirinnanzi, Milano 1997 ; Id., Opere
mnemotecniche, II, cit.
Arte della memoria tra magia, filosofia e scienza. Il De Umbris Idearum di Giordano Bruno 569
23. Per uno studio delle stampe del De lampade combinatoria cfr. E. Canone, “ Hic ergo sapien-
tia aedificavit sibi domum ” : il soggiorno di Bruno in Germania (1586-1591), in Giordano Bruno.
Gli anni napoletani e la “ peregrinatio ” europea, Cassino 1992, p. 115 ; Id., Da Praga a Franco-
forte, in Giordano Bruno 1548-1600. Mostra storico documentaria, Firenze 2000, p. 151.
24. Cfr. G. Bruno, Animadversiones circa lampadem lullianam, in Opera latine conscripta, cit.,
vol. II, 2, pp. 359-366.
25. Maurizio Cambi ha mostrato che Bruno conosce a fondo l’Ars generalis ultima e l’Ars brevis,
opere che corrispondono a una certa fase della scrittura logica e filosofica del mistico catalano definita
dagli esperti “ la etapa ternaria ”. Cfr. M. Cambi, La machina del discorso, cit., p. 41. Cfr. R. Lullo,
Ars brevis, in Opera latine. Corpus christanorum continuatio medievalis XXXVIII (12), ed. A.
Madre, Turnholti MCMLXXXIV ; Id., Ars generalis ultima, in Opera latine. Corpus christanorum
continuatio medievalis LXXV (14), ed. A. Madre, Turnholti MCMLXXXVI.
26. Cfr. Ivi, pp. 42-85 (Trenta intenzioni delle ombre) ; pp. 86-115 (Trenta concetti delle idee).
570 Mariassunta Picardi
“ Poiché in tutte le cose si dà ordine e connessione, così che gli enti infe-
riori fanno seguito a quelli intermedi e gli intermedi ai superiori, le realtà
composte sono unite alle semplici, le semplici alle più semplici, le mate-
riali si vincolano alle spirituali, le spirituali a quelle totalmente immate-
riali, di modo che uno sia il corpo dell’ente universale, uno l’ordine, uno
il governo, uno il principio, uno il fine, uno il primo, uno l’estremo ; e poi-
ché – come non ignorarono i prìncipi dei platonici – dalla luce alle tenebre
si dà una trasmigrazione perenne, in quanto alcune menti con un movi-
mento di attrazione verso la materia e allontanamento dall’atto vanno ad
assoggettarsi alla natura e al fato, nulla impedisce che al suono della cetra
suonata dall’Apollo universale le realtà inferiori siano gradatamente
richiamate a quelle superiori, e le inferiori, passando per le intermedie,
penetrino nella natura delle superiori (Intenzione settima) ”27.
Nel trattato di Ars memoriæ, cioé la parte tecnico-operativa del testo, viene
descritto il nuovo metodo per potenziare la memoria (Ars memoriæ, parte II e
parte III) e le regole che hanno guidato e presieduto alla definizione di esso (Ars
memoriæ, parte I)28.
Qui Bruno riproduce l’immagine della mnemotecnica come forma di scrittura
interiore e lo fa per dire qualcosa di nuovo sull’arte della memoria. Pur confer-
mando l’idea che la mnemotecnica sia un artificio prodotto dall’ingegno umano,
Bruno sembra assumere che gli artifici mnemonici e le potenzialità creative
dell’uomo sono un effetto della natura che costituisce l’origine e la condizione di
realtà di ogni essere. Conseguentemente, Bruno attenua la potentia dell’uomo e
le sue capacità inventive divenute manifestazioni dell’attività creatrice della
natura e del principio spirituale che la vivifica e che ha formato l’uomo secondo
un certo modo d’essere :
27. Cfr. Ivi, p. 53 (Intenzione settima). Su questi temi si veda in particolare cfr. M. Matteoli,
L’arte della memoria nei primi scritti mnemotecnici di Bruno, cit.
28. Cfr. G. Bruno, Le ombre delle idee, in Opere mnemotecniche, I, pp. 122-145.
Arte della memoria tra magia, filosofia e scienza. Il De Umbris Idearum di Giordano Bruno 571
mono lo statuto di segno, nota, carattere e sigillo della dimensione ideale ripro-
ducendo in un contesto mnemotecnico la trama simbolica della natura e la
valenza mistica dei corpi naturali, vissuti da Bruno come volti sensibili dell’inef-
fabile metafisico e come strumenti privilegiati della comunicazione con esso.
In questa prospettiva viene definendosi una contiguità tra le immagini della
memoria e gli oggetti della natura che sono geroglifici viventi e immagini sensi-
bili dell’invisibile. E tale contiguità si precisa alla luce del carattere eccezionale
dell’arte bruniana della memoria che viene ad assumere forme sempre più com-
plesse moltiplicando le corrispondenze tra idee e immagini con “ un potere così
grande che sembra agire al di fuori della natura, al di sopra della natura e addirit-
tura contro la natura ”, quasi vi fosse in essa qualcosa di magico34.
Ma se si prescinde dalla suggestione del linguaggio che attribuisce all’arte
della memoria un carattere straordinario che sembra oltrepassare i confini naturali
si comprende che, in fin dei conti, l’ars reminiscendi di Bruno nasce da un con-
fronto con la mnemonica per luoghi e per immagini praticata dai grandi maestri
dell’’artificiosa memoria’ del primo Rinascimento, quali Pietro Tomai, Cosma
Rosselli, Johannes Romberch e Lodovico Dolce, per citare solo i più famosi35.
Si tratta, come è noto, di un’arte della memoria che si fonda sulla correlazione
tra percezione visiva, immaginazione e memoria che consiste nel memorizzare
l’immagine di luoghi e le immagini che raffigurano oggetti o sono simboli di idee
(immagini agenti). Si sceglie l’immagine di un luogo che, nella visione interiore,
svolge la funzione di spazio globale e, in linea generale, si preferiscono luoghi
noti o familiari, ad esempio un edificio teatrale, un’abbazia, un palazzo, un tem-
pio, ecc., poiché in base all’esperienza i luoghi familiari sono quelli che si memo-
rizzano più facilmente. Nei trattati rinascimentali di arte della memoria figurano
anche sistemi di luoghi eccezionali, come le costellazioni dello zodiaco, le sfere
dell’universo e il mondo ultraterreno, come mostra la figura 1.
Lo spazio generale viene suddiviso in spazi particolari, come ad esempio i
luoghi del paradiso o le ‘stanze della memoria’ in un sistema organizzato secondo
la struttura di un palazzo. E queste partizioni interne funzionano da contenitori
delle immagini agenti, scelte con riferimento a un certo contesto e in modo da
impressionare la memoria con la forza della suggestione e dell’impatto emotivo,
come accade dinanzi a una rappresentazione teatrale che propone scene tragiche,
spaventose, oscene o truculente.
Le immagini mnemotecniche vengono associate ai luoghi occupando ogni sin-
golo ‘spazio della memoria’ secondo un ordine stabilito in modo arbitrario e per-
sonale. E se i luoghi sono elementi fissi, le immagini sono elementi mobili e
possono essere aggiunte, rimosse o spostate di luogo modificando continuamente
la sequenza memorizzata senza compromettere l’insieme. A questo punto, l’eser-
cizio della memoria consiste nel ricordare la sequenza dei luoghi rievocando ad
una ad una le immagini ad essi associate e i concetti che esse rappresentano36.
36. Per uno studio dell’arte della memoria dall’antichità alla prima età moderna cfr. Ivi, capp. I-V.
37. Cfr. G. Bruno, Le ombre delle idee, in Opere mnemotecniche, I, p. 175 (Arte della memoria,
II, VII). Cfr. Ivi, p. 173 (Arte della memoria, II, III) : “ Anche nel caso delle immagini aggiunte
occorre notare, prima di tutto, che le loro dimensioni corrette stanno a metà tra eccesso e difetto, tra
un’intensità di esplicazione eccessiva o troppo esigua, tra passato e futuro, tra vicinanza e lontananza,
prendendo a riferimento la mole dell’uomo – ovvero la sua metà – i limiti della forza visiva e il tempo
presente nel quale deve consistere la memoria ”.
574 Mariassunta Picardi
Ma il fatto che Bruno sia portato a condividere certi principi della mnemonica
di tradizione retorica non vuol dire che egli sia un estimatore della mnemotecnica
per luoghi e per immagini38. Anzi, il suo trattato di ars memoriæ nasce da un
ripensamento critico della tecnica dei loci e ne rivela in filigrana limiti e difetti
palesando la distanza macroscopica che separa la nuova arte della memoria dalle
tecniche più comuni e consolidate della memoria artificiale.
Il sistema della memoria per luoghi prevede che le immagini siano collocate
all’interno degli spazi della memoria in modo estrinseco ed arbitrario e secondo
un ordine di successione che deve essere riprodotto con esattezza nella rievoca-
zione del ricordo. Maggiore è il numero delle immagini, maggiore è lo sforzo
della memoria costretta a ripercorrere la successione dei luoghi e delle immagini
senza l’ausilio di un nesso intuitivo che collega le immagini ai luoghi e le imma-
gini tra loro. Questo sistema, secondo Bruno, appesantisce la memoria perché i
maestri tendono a sovraccaricare i loci con un numero eccessivo di immagini e di
‘scene mnemotecniche’ rendendo problematica la rievocazione del ricordo.
In considerazione dei limiti della tecnica dei loci si definiscono le regole di
una mnemonica che lega le immagini ai luoghi con “ vincoli saldi e tenaci ” e
produce un sistema di corrispondenze tra i dati mnemonici, tenuti insieme da una
catena di nessi associativi e di relazioni simboliche :
“ Riguardo alla relazione, è bene che le immagini aggiunte non siano con-
nesse ai sostrati quasi fossero gettate a caso e come capita : occorre,
invece, riferirli ad essi come i contenuti ai loro contenenti, come i propri
indumenti a chi ne è vestito, come ciò che è custodito rispetto a ciò che
custodisce, e siano uniti tra loro da un vincolo così saldo e tenace che nes-
sun turbine li possa dividere ”39.
La novità dell’arte bruniana della memoria deriva dal modo in cui vengono
organizzati i sostrati mnemotecnici. Bruno sperimenta qualcosa di nuovo, lascian-
dosi alle spalle il sistema dei loci, usando come sostrato della memoria artificiale
lo schema grafico dell’oroscopo suddiviso in dodici case. Lo schema dell’oro-
scopo si presenta come un sostrato proprio le cui partizioni interne, le dodici case
dell’oroscopo, vengono prese in modo da formare un insieme di due o più parti
che vanno a costituire i sostrati più propri. Ciascuno di questi insiemi è costituito
a sua volta da singole partizioni che hanno la funzione di sostrati massimamente
38. Cfr. Ivi, p. 155 (Arte della memoria, II, VII) : “ Bada che la loro quantità [dei sostrati] sia pro-
porzionata a quella delle forme che vuoi raffigurare : la natura, ricordalo bene, proclama che per cias-
cuna specie le è prescritto un termine massimo e un termine minimo e che non le è permesso – quasi
fosse soggetta a una legge più potente – di congiungersi a qualsivoglia forma qualsiasi quantità di
materia. Quanto sopra abbiamo considerato va riferito, secondo l’esempio degli antichi, alla misura,
la quale senza dubbio attiene alle forme o immagini aggiunte che più frequentemente si suole unire ai
sostrati ”.
39. Cfr. Ivi, p. 177 (Arte della memoria, II, VIII).
Arte della memoria tra magia, filosofia e scienza. Il De Umbris Idearum di Giordano Bruno 575
propri. Tali sostrati vengono suggellati da simboli astrologici che hanno la fun-
zione di sostrati caratterizzanti o avventizi40.
Rispetto al sistema di memoria per luoghi si evidenziano alcuni elementi di
novità : l’uso di insiemi chiamati a formare i sostrati più propri ; l’uso di elementi
distintivi (sostrati caratterizzanti) chiamati a rendere i sostrati più propri e quelli
massimamente propri significativi, rilevanti e suggestivi :
“ Per tutte queste ragioni riteniamo di dover lodare l’abilità di certi artisti :
quando vengono a connettersi ai sostrati figure esigue e pronte a sottrarsi
allo sguardo della fantasia, ecco che questi congiungono quella forma ad
un elemento caratterizzante, cui essa di solito si congiunge e si accompa-
gna. L’arciere porterà lì la freccia, lo scrittore la penna, il calzolaio l’ago.
Tanto grande è l’efficacia della connessione e annessione, come pure dei
rapporti di antecedenza, concomitanza e conseguenza, che essi rendono
visibili le realtà invisibili e, in generale, sensibili i concetti intelligibili,
facilmente percepibile anche quanto è difficile a percepire ”42.
40. Cfr. Ivi, p. 151, p. 153 (Arte della memoria, II, IV) : “ Il primo di questi sostrati è massima-
mente comune, potendosi estendere quanto il seno della fantasia, che può dilatare a proprio piacere il
circolo dell’orizzonte, ma non restringerlo a suo piacere. Il secondo è il sostrato comune, che consta
dell’insieme di regioni individuate all’interno del cosmo. Il terzo è meno comune, ovvero, se ti piace
chiamarlo così, pari ad una città. Il quarto è il sostrato proprio, e potrai definirlo pari ad una casa. Il
quinto è il sostrato più proprio, ovvero una porzione di spazio che può essere divisa in quattro o
cinque settori. L’ultimo è massimamente proprio, e coincide con il sostrato che si definisce atomo
– voglio dire – non nel senso proprio del termine, ma secondo l’uso che se ne fa in questo genere di
arte. Di tutti questi modi, il primo non viene impiegato come tale nell’arte in questione ”.
41. Cfr. Ivi, p. 167 (Arte della memoria, II, XIII). Cfr. Ivi, p. 153 (Arte della memoria, II, V) : “ I
sostrati, inoltre, possono essere utilizzati secondo due modalità distinte, come animati o inanimati.
Saranno certo animati quando i sostrati permanenti risulteranno ben chiari e distinti in virtù di altri
sostrati caratterizzanti, suscettibili, questi ultimi, di movimento al presentarsi delle forme che li
aggrediscono ; saranno invece inanimati quando si presentano come spazi vuoti ”.
42. Cfr. Ivi, p. 175 (Arte della memoria, II, VI).
576 Mariassunta Picardi
43. Cfr. Ivi, p. 369 (Una seconda arte breve per riportare al proprio ordine cose di livelli diversi
e per fissarle nella memoria, la qual cosa difficilmente le atre arti riescono a fare).
44. Per uno studio delle figure di Lullo ci si limita a rinviare alla monografia di E. W. Platzeck,
Raimund Lull, sein leben, seine Werke, die Grundlagen seines Denkers, Dussendorf 1962-1964.
45. Cfr. G. Bruno, Le ombre delle idee, in Opere mnemotecniche, I, p. 477.
Arte della memoria tra magia, filosofia e scienza. Il De Umbris Idearum di Giordano Bruno 577
Così, seguendo la figura 2, la lettera A che sigla la ruota più esterna se è presa
insieme alla lettera A che sigla la ruota contigua a quella esterna costituisce una
sillaba di due lettere (AA), un binomio a cui vengono associate una coppia di
immagini e di concetti e così di seguito per il numero delle lettere e delle ruote
mnemotecniche. In tal modo, i singoli dati mnemonici – lettere, immagini e con-
46. Cfr. Ivi, p. 257 (Arte della memoria, III, VI) : “ Poiché è difficile raffigurare cinque ruote in
poco spazio, ne presentiamo una soltanto : tutte le altre dovranno essere simili a questa, la quale, del
resto, viene raffigurata non per esteso ma in forma ridotta, poiché i trenta vessilli principali sono dis-
posti in ordine lungo la circonferenza, mentre i cinque subalterni sono ordinati secondo scale a partire
da ciascun vessillo fino al centro ”.
47. Cfr. Ivi, p. 189 (Arte della memoria, II, V).
578 Mariassunta Picardi
Una volta che il codice mnemotecnico è stato fissato nella memoria si può
immaginare il movimento delle ruote che produce diverse combinazioni di lettere
formando parole, nomi, che corrispondono a sequenze di immagini. Tali sequenze
variano in relazione all’ordine delle lettere che mutando posizione creano nuove
parole e nuove composizioni di icone e scene mnemotecniche. Così, l’esercizio
mnemonico insegna a usare il sistema combinatorio di alfabeti ruotanti che rea-
lizza una complessa e affascinante architettura di nomi, immagini e concetti :
Gli aspetti tecnici fanno apparire la prassi mnemonica bruniana come uno dei
tanti sistemi per potenziare la memoria, di cui ci si può appropriare con l’eserci-
zio continuo. Ma se i dispositivi della nuova mnemotecnica vengono considerati
in relazione al tessuto speculativo del De umbris si comprende che il sistema
logico-mnemonico ideato da Bruno risponde a un’esperienza più alta e più com-
plessa rispetto a una mera tecnica per potenziare il ricordo : un’esperienza che
coinvolge l’anima del filosofo e ha il senso di un’illuminazione che aiuta a pene-
trare nei misteri della natura.
L’ars reminiscendi viene così definendosi come un’arte ispirata e come via
privilegiata per ripercorrere la catena degli esseri e il sistema di corrispondenze
che vincolano le cose naturali57.
L’immagine della mnemotecnica come chiave di lettura della trama del reale
sottende le grandi ipotesi speculative dell’ontologia e della gnoseologia neoplato-
niche, riprese da Bruno nel De umbris in cui emerge la correlazione necessaria tra
55. Cfr. G. Bruno, Le ombre delle idee, in Opere mnemotecniche, I, pp. 231-233 (Arte della
memoria, III, V).
56. Cfr. Ivi, p. 241 (Arte della memoria, III, III).
57. Cfr. Ivi, pp. 257-289 (Arte della memoria, III, VI).
582 Mariassunta Picardi
diversi piani e livelli della realtà : il piano metafisico degli archetipi ideali ; il
piano fisico o del molteplice sensibile che riflette in modo imperfetto le idee ; il
piano intellettuale o della conoscenza del molteplice sensibile. Una conoscenza che
si attua attraverso l’ordine dei concetti istituito dall’intelletto che riunifica gli enti
corporei riconducendoli a un’essenza comune che la memoria fissa nel ricordo :
“ Uno è ciò che tutto definisce. Uno è lo splendore della bellezza in tutte le
cose. Uno il fulgore che risplende dalla moltitudine delle cose. Se saprai
cogliere ciò, porrai tra i tuoi occhi e le cose universalmente visibili un can-
nocchiale così potente che proprio niente potrà completamente sfuggirti ”59.
La visione bruniana si chiarisce con una lettura attenta dei nuovi dispositivi
dell’arte della memoria che tendono ad assumere forme sempre più complesse.
Tali dispositivi mostrano come Bruno sia orientato ad abbracciare con la mente la
realtà universale fissando nel ricordo i concetti di tutte le cose naturali e artificiali
che si collegano gli uni agli altri in un movimento continuo di composizione e
ricomposizione che non può mai dirsi definitivamente compiuto :
L’idea di una mente che riflette in sé l’ordo naturæ esprime il carattere erme-
tico del testo del De umbris e del Dialogo che lo introduce, in cui l’autore crea
“ Ermete : Avanza pure, libro. Non ignori infatti che medesimo è il sole,
medesima l’arte. Uno stesso sole illustra ed onora le gesta dell’uno, espone
al biasimo le azioni dell’altro. In sua presenza si rattristano i rapaci not-
turni, il gufo, il basilisco, il rospo, gli esseri solitari, notturni e sacri a Plu-
tone. Esultano invece il gallo, la fenice, il cigno e il cigno reale, l’aquila,
la lince, l’ariete e il leone. Al suo sorgere corrono a rintanarsi quanti agi-
scono nelle tenebre, ma l’uomo e gli animali della luce escono alle loro
opere. Invita questi al lavoro, getta gli altri nell’ozio. A lui si rivolgono il
lupino e l’elitropio, da lui si allontanano le erbe e fiori della notte ”66.
Le intense pagine del Dialogo lasciano intuire il modo in cui Bruno sente il
proprio tempo e il modo in cui si atteggia nei confronti della cultura ufficiale e
della società accademica.
L’idea di una nuova arte della memoria che abbraccia la scienza universale
rientra nel quadro di una riforma progettata per risolvere la crisi in cui versa la
società europea del tardo-Rinascimento : una crisi culturale e sociale di cui Bruno
diviene consapevole sin dagli anni degli studi superiori a Napoli, dove fa espe-
rienza del disagio umano e civile e del dogmatismo degli educatori domenicani.
E di tale crisi egli si fa interprete sin dagli anni della peregrinatio europea denun-
ciando l’intransigenza delle autorità religiose, di fede cattolica e riformata, e
l’ignoranza e la dabbenaggine degli accademici che si oppongono alle novità edi-
toriali senza conoscerle a fondo :
“ Ermete : E’ il libro che tratta delle Ombre delle idee applicandole alla
scrittura interiore e mi domando se sia più conveniente pubblicarlo o
lasciarlo per sempre giacere nelle tenebre che lo celavano.
Ermete : Perché il suo autore si alza – come dicono – nel segno contro il
quale prendono la mira Sagittarii armati di più generi (…).
Logifero : Non avrei difficoltà a consentire con quanti ritengono che opere
simili non debbano essere divulgate. Sento invece che Filotimo ne dubita :
ma se avesse udito con le proprie orecchie quanto abbiamo udito noi, certo
preferirebbe gettarle a bruciare nel fuoco piuttosto che curarne la pubbli-
cazione. Fino ad ora queste carte hanno procurato all’autore un raccolto
tutt’altro che lieto e non so cos’altro di buono potrà adesso sperare per il
66. Cfr. Ivi, p. 18 (Filoteo Giordano Bruno Nolano Dialogo prelibatorio con un’apologia delle
ombre delle idee che si applicano alla tecnica mnemonica elaborata dall’autore.
Arte della memoria tra magia, filosofia e scienza. Il De Umbris Idearum di Giordano Bruno 585
“ Logifero :Tra quelli che non intendono ce ne sono molti che – per il fatto
stesso di non intendere e per l’indole malvagia da cui sono mossi – accu-
muleranno calunnie per colpire l’autore e l’arte. Non hai forse udito con le
tue orecchie il dottor Bobo, il quale affermò che non esiste nessuna arte
della memoria, e che essa si acquisisce soltanto con la consuetudine ed il
frequente ripasso dei percorsi stabiliti, come accade quando molte volte si
rivede quanto si è visto con gli occhi, e molte volte si riascolta quanto si
è percepito con le orecchie.
celeste, un nuovo mercurio destinato a risollevare gli uomini dalla mestizia con
l’annuncio di una renovatio mundi :
69. Cfr. G. Bruno, Spaccio della Bestia Trionfante, introduzione e commento di Michele Ciliberto,
Milano 1985, pp. 270-271 : “ Le tenebre si preponeranno alla luce, la morte sarà giudicata più utile
della vita, nessuno alzarà gli occhi al cielo, il religioso sarà stimato insano, l’empio sarà giudicato pru-
dente, il furioso forte, il pessimo buono. E credetemi che ancora sarà definita pena capitale a colui che
s’applicarà alla religion della mente ; perché si trovaranno nove giustizie, nuove leggi, nulla si trovarà
di santo, nulla di relligioso : non si udirà cosa degna di cielo o di celesti. Soli angeli perniciosi rima-
rranno, li quali meschiati con gli uomini forzaranno gli miseri all’audacia di ogni male, come fosse
giustizia ; donando materia a guerre, rapine, frodi e tutte altre cose contrarie all’anima e giustizia
naturale : e questa sarà la vecchiaia ed il disordine e la irreligione del mondo. Ma non dubitare, Ascle-
pio, perché, dopo che saranno accadute queste cose, allora il signore e padre Dio, governator del
mondo, omnipotente provveditore, per diluvio d’acqua o di fuoco, di morbi o di pestilenze, o altri
ministri della sua giustizia misericordiosa, senza dubbio donarà fine a cotal macchia, richiamando il
modo all’antico volto ”. Sulla lettura bruniana della profezia dell’Asclepio cfr. M. Ciliberto, La ruota
del tempo. Interpretazione di Giordano Bruno, Roma 1986, pp. 159-172.
70. Cfr. G. Bruno, Le ombre delle idee, in Opere mnemotecniche, I, p. 21.
71. Cfr. F. A. Yates, L’arte della memoria, cit., pp. 190-197.
Arte della memoria tra magia, filosofia e scienza. Il De Umbris Idearum di Giordano Bruno 587
della memoria con un’analisi congegnata ad hoc che coinvolge anche il testo del
Cantus, in cui Circe compie un rituale di magia astrale72 :
“ Circe : Sole, che solo illumini il tutto. Apollo, inventore del canto, cinto
della faretra, arciere, potente nello scagliare dardi, Pizio, ornato di alloro,
divinatore, pastore, vate, augure e medico (….) Accogli con benevolenza
i voti sacri di tua figlia Circe, se a te mi accosto con animo attento e casto,
se, per quanto posso, mi presento a te con riti degni. Ecco, ti abbiamo
innalzato altari propizi. Hai qui i tuoi incensi odorosi, il fumo del sandalo
rosseggiante. Ecco per la terza volta ho sussurrato versi barbari e arcani. I
riti lustrali sono stati compiuti. Abbiamo fatto innalzare il fumo di sette
specie di incenso, per ciascuno dei sette prìncipi del mondo. Dissoluzioni
e vincoli di rito sono stati compiuti. A tutto abbiamo apposto sigilli.
Manca soltanto di proferire i voti delle preghiere che abbiamo dovuto dire
in precedenza e che sono state ripetute ciascuna secondo i numeri
appropriati ”73.
La tesi della Yates che attribuisce all’arte della memoria un carattere magico
appare, oggi, quanto mai problematica alla luce dei nuovi studi che hanno
mostrato come l’uso dei sostrati mobili e delle immagini astrologiche sia moti-
vato da esigenze meramente tecniche e dall’idea di riorganizzare la memoria arti-
ficiale secondo un criterio razionale74. E ci sono anche studi orientati ad
emancipare la figura di Bruno dal giudizio che fa di lui un occultista mostrando
come egli sia estraneo ai rituali magici e al commercio con le divinità planetarie
e con le potenze metafisiche. Ma a parte questo, la tesi dell’arte della memoria
come prassi magica continua ad apparire importante poiché ha segnato un passag-
gio nel contesto degli studi bruniani contribuendo a superare certi stereotipi otto-
centeschi e a definire in modo sempre più chiaro l’identità teorica e culturale di
Giordano Bruno.
72. Cfr. F. A. Yates, Giordano Bruno e la tradizione ermetica, cit., pp. 212-227. Sui talismani
delle stelle cfr. G. Bruno, Ombre delle idee, in Opere mnemotecniche, I, pp. 290-337 (Arte della
memoria, III. Immagini dei volti dei segni desunte da Teucro babilonico, che possono essere utilmente
impiegate nel presente artificio). Cfr. Ivi, p. 293 : “ Nel primo volto del toro, un uomo nudo che ara,
con un cappello di paglia intrecciata, di colore scuro : lo segue un altro contadino che sparge i semi.
Nel secondo, un uomo nudo incoronato che tiene in mano una chiave con una corona, una cintura
d’oro sulle spalle e uno scettro nella sinistra. Nel terzo, un uomo con un serpente nella sinistra e
un’asta o una freccia nella destra : davanti a lui, una lampada accesa e una brocca d’acqua ”.
73. Cfr. G. Bruno, Canto di Circe, in Opere mnemotecniche, I, p. 599, p. 601.
74. Di recente Mino Gabriele ha mostrato come le immagini astrologiche corrispondano a com-
posizioni iconografiche che racchiudono cinque icone più semplici, riducibili ai cinque diversi tipi di
immagini da assumere nel codice mnemotecnico : personaggio, azione, segno caratteristico, elemento
circostante e elemento compresente. Pertanto, secondo Mino Gabriele, Bruno offre un perfetto esem-
pio di immagini che possono essere utilizzate per il codice delle cinque ruote. Cfr. G. Bruno, Corpus
iconographicum. Le incisioni nelle opere a stampa, catalogo, ricostruzioni grafiche e commento a cura
di M. Gabriele, Milano 2001, pp. 72-85.