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13/05 - Libro III: delle Parole

Locke padre della teoria del linguaggio pre-fregiana.


Come faccio a sapere che le mie idee corrispondono alle idee di un altro?
Come faccio a sapere che le mie parole corrispondono alle cose?
Frege si scagionerà da questo problema dicendo che i pensieri si trovano in un terzo regno, che non
è né la mente, né la materia. Questo ne garantisce l’oggettività.

Critica GLE su origine della socialità: no aggregazione generata da violenza e da imposizione del più
forte (=JLE da THO), ma società spontanea come mezzo col quale raggiungere meglio i propri scopi.

Differenza fra umani e animali non si trova nel corpo, non nella possibilità del linguaggio. C’è una
differenza immateriale che consiste nella ragione.
La motivazione per cui abbiamo il linguaggio è farci intendere, in prima istanza > JLO. Ma soprattutto
è necessario per organizzare dei ragionamenti.

Importanza dei caratteri per la riflessione: possibilità di sostituire la definizione di una cosa con un
termine. Un ragionamento può essere condensato in un concetto e poi in un termine. Pensieri sordi.
Tutti i nomi partono come nomi propri, ma poi il linguaggio si astrae e introduce dei termini generali.
Astrazione = generalizzazione. La generalizzazione consente di parlare delle cose: qualcosa in
particolare è sempre qualcosa di diverso, di per sé: la penna sul tavolo dovrebbe avere un nome
diverso dalla penna sulla sedia e la mia penna dovrebbe avere un nome diverso dalla sua penna.

Specie infima: ultimo stadio della gerarchia delle specie. Dal macro-insieme specifico “essere
umano” discendo a quello “europeo”, fino alla determinazione meno generale che ci sia, prima della
sostanza prima.
La creazione delle specie, ovvero la generalizzazione, fonda sempre su una similitudine.
Classificazione aristotelica: cerco genere prossimo (soprainsieme più piccolo), e poi introduco
differenza specifica, caratteristica.
Un ente è definito dalle proprie note concettuali. Più note concettuali ci sono, più particolare è il
concetto; meno note concettuali, concetto più particolare.
Individuo è ciò che è definito da un numero infinito di note concettuali.
Intensione vs estensione. Più un concetto ha intensione (n°note concettuali), meno ha estensione
(n°enti rappresentati).

Nomi propri derivano da nomi generali.


Ciò che origina il linguaggio sono i tropi: figure retoriche. Attraverso l’astrazione di complementi
spaziali, possiamo indicare le relazioni fra dei concetti. Es: il predicato sta nel soggetto.
Parole derivano più originariamente da onomatopea. In primis dei versi degli animali, e poi
riproducendo i suoni delle cose con le lettere. (R = fluere. La lettera ha in sé la liquidità, come la L.
Infatti sono consonanti liquide). A partire dalle parole semplici generate per onomatopea, il
linguaggio si complica passando per altre figure retoriche (metonimia, sineddoche, …).

Questo dà la prova di un’origine naturale del linguaggio.


JLO invece era un convenzionalista. Il rischio è che se la parola non è connessa in qualche modo alla
cosa e il linguaggio è arbitrario, non c’è modo di mantenere la verità delle cose.
Linguistica comparata consente di rintracciare degli elementi comuni. A partire da questi, GLE
inferisce la presenza di un linguaggio originale primitivo, la radice comune delle lingue nazionali. No
simile a lingua adamitica di Gropius, ma più simile a indoeuropeo.
La lingua originaria dovrebbe esprimere le cose in maniera immediata ed a un minimo livello di
astrazione.

14/05 - Dei generi e delle specie.


Anche 19.05, tutto da recuperare 😊

20/05 – Ancora generi e specie:


Perché il cane maltese e il levriero sono della stessa specie, mentre il cane maltese e l’elefante sono
di due specie diverse?
JLO: la suddivisione è del tutto convenzionale.
GLE: c’è un elemento arbitrario nella suddivisione dei generi e delle specie, ma se nelle specie di tipo
matematico ogni differenza genera una nuova specie; invece, nelle specie naturali il giudizio
provvisorio e congetturale rispecchia tuttavia una differenza più profonda nella realtà delle cose.
La congettura si basa sulle apparenze esterne, e un giudizio non può che essere congetturale, perché
non posso conoscere la natura interna delle cose.
Si dice che due diversi stati di una stessa sostanza sono parte della stessa specie.
Si dice che gli esseri animati sono parte della stessa specie, nonostante innumerevoli differenze
particolari, in base alla generazione.
Problema che di per sé la distinzione potrebbe essere infinita date le infinite differenze fra gli
individui, se il mondo fosse un continuum: x GLE ci sono delle discontinuità, in questo caso.
JLO: l’ignoranza epistemologica implica l’inesistenza della distinzione specifica.
GLE: no, la differenza esiste a prescindere dal fatto che io la conosca. Realismo.
JLO: dove termina la serie di scomposizioni che posso operare su un concetto?
GLE: questo è arbitrario e dipende dall’interesse della ricerca.
JLO: però la classificazione delle res artificiali è arbitraria.
GLE: no, anche qui c’è un fondamento oggettivo.

Libro IV, cap.6, par.4

Chiave di lettura del dibattito fra generi e specie.


La valida suddivisione in specie è fondamentale per giustificare il ragionamento sillogistico.
Categoria del proprio: reciprocità > uomo razionale, razionale uomo.
Ma questa suddivisione è provvisoria, perché non c’è mai la sicurezza che una specie infima sia tale
definitivamente: esempio degli australiani.

Le and Lo on natural kinds

L’essenza non è altro che la possibilità di qualcosa.


JLO: essenze reali vs nominali.
Obiettivo è eliminare la definizione aristotelica: “le essenze sono la causa delle cose sensibili”.
Per Lo, le essenze esistono, ma non sono conoscibili. Le cose hanno una costituzione microscopica
che non possiamo conoscere.
Gli enti hanno delle proprietà, che sono combinate in un’idea complessa, quest’idea complessa è
riassunta in un nome astratto > essenze nominali.
Le essenze nominali sono tutto ciò che è accessibile attraverso i sensi, e per Lo i sensi sono l’unico
strumento affidabile, mentre la ragione è speculazione vuota.
L’essenza reale è la costituzione delle parti impercettibili.
E delle proprietà sensibili, nessuna è essenziale: tutte le qualità degli enti sono modificazioni
totalmente alterabili.
Se le proprietà non sono essenziali, allora ogni classificazione è arbitraria, e non rispecchia divisioni
reali.
Potrebbe essere più realistica l’idea di un continuum fra le specie, qualcosa di più omogeneo.
Confutazione della suddivisione in specie sulla base del criterio generazionale.

GLE: vero che non possiamo accedere all’essenza reale, ma le proprietà sensibili che emergono da
quell’essenza sono affidabili e rispecchiano una realtà.
Ogni ente è un fascio di proprietà che sono possibili, cioè che non sono contraddittorie, e sono
eterne, perché abitano nella mente divina.
No al continuum: vengono all’essere solo gli enti compossibili.
Non è impossibile che l’oro sia fragile, ma non è compossibile col resto degli enti.
L’essenza nominale rispecchia delle proprietà reali.
Non è vero che possiamo conoscere solo idee semplici.
Le essenze reali non sono inconoscibili in assoluto, ma noi diventiamo più acuti attraverso
l’esperienza, lo studio delle generazioni e della struttura interna.

Continuum vs natura distinta.


Continuum: differenze fra specie solo di grado.

Scopri oro fragile: o nuova specie, o estendo definizione di oro.


Neanche la struttura atomica rende incoerente una proprietà, lo è solo rispetto a determinate leggi
fisiche.

Classificazione artificiale vs naturale.


La classificazione naturale è predittiva.
Naturale è instabile e provvisoria, mentre quella artificiale è sempre certa.
Il fatto è che per Lo non esiste nessuna qualità essenziale.
L’obiezione del continuum è forte, la prospettiva meccanicistica la sostiene.
La suddivisione deve essere discreta.

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